sabato 3 dicembre 2016

Why do all good things come to an end? x3

Esattamente tre mesi fa scrissi un post a proposito del ritiro di Felipe Massa, che aveva annunciato che non sarebbe stato presente al via della stagione 2017. Quello stesso giorno in cui pubblicai il post, accadde un altro plot-twist: Jenson Button annunciò che non sarebbe stato presente in Formula 1 nel 2017, ma non negò la possibilità di potere ritornare al volante nel 2018. Nello scorso weekend ad Abu Dhabi, invece, ha affermato di avere intenzione di ritirarsi definitivamente dalla Formula 1, anche se verosimilmente lo vedremo al volante in altre serie. Non è altrettanto chiaro cosa farà Massa, invece: non ha chiuso la porta del tutto alle competizioni, però ha affermato che sicuramente non correrà full-time.
Avevo intenzione di scrivere, prima o poi, un “why do all good things come to an end?x2”, invece ieri è successo l’inimmaginabile e mi ritrovo a scrivere un “why do all good things come to an end?x3”.

Posso dirlo? Sono profondamente spiazzata. Erano le 15.30 o giù di lì, ero in ufficio con una pila di ddt da pinzare già pronta sulla scrivania.
Appoggiata sulla scrivania della mia collega della bollettazione, che in quel momento era in magazzino, c’era la radio. Era sintonizzata su Radio International, ma non si sentiva molto bene. Ho formulato un pensiero che suonava come “okay, direi che è meglio cercare un canale che si senta meglio”. Lo speaker, di un programma di intrattenimento in cui si parla di cose random, ma in cui per fortuna è più il tempo in cui si sente musica che quello in cui si sente gente che parla, si è messo a parlare e mai e le mie orecchie hanno captato testualmente “Nico Rosberg”.
Ho pensato: “Che cos’ha combinato stavolta? C’è stata un’altra cena tra i piloti e ha preteso che ciascuno pagasse per sé?”
Invece no, lo speaker si è messo a raccontare che all’inizio credeva fosse una bufala, ma non lo era e che Rosberg aveva annunciato il proprio ritiro dalla Formula 1.
Per diversi minuti non ci ho capito più niente. La prima cosa che ho fatto, nonostante facesse un gran freddo, indossassi tre maglie e una giacca a vento e accanto a me ci fosse la stufetta accesa, è stata chiedermi 1) se fosse il primo aprile, 2) che senso avesse fare un pesce d’aprile su Rosberg che il 90% degli ascoltatori di Radio International probabilmente non sanno nemmeno chi sia. Il punto è che non era il primo aprile e che non si trattava di uno scherzo.

WHAT.
THE.
FUCK.

Diciamocelo con chiarezza: il ritiro di Massa e quello di Button mi hanno in qualche modo lasciata un po’ spiazzata, ma era qualcosa che velatamente mi aspettavo. Speravo che non succedesse, ma sapevo che se non era quest’anno sarebbe stato l’anno prossimo o tra due e che era già positivo che non fosse accaduto l’anno scorso. Il campione del mondo in carica che annuncia il proprio ritiro dalle competizioni meno di una settimana dopo avere vinto il titolo è stato un fulmine a cielo sereno, proprio quando, a giudicare dalla bacheca del mio profilo Twitter, c’era ancora molta gente che il titolo di Rosberg non l’aveva mandato giù proprio per niente.
A questo punto vorrei fare una piccola digressione: mentre qui in Italia il messaggio di fondo era più o meno “quel ragazzo bello e simpatico che parla bene l’italiano ha vinto il titolo!!!11!! che bella cosa!!11!!!” (non ci credo, ho tirato fuori di nuovo questo vecchio tormentone dei miei commenti ai Gran Premi) o “se lo merita, perché non era giusto che non vincesse mai il titolo quando c’è riuscito perfino suo padre”, SkyF1 UK e i suoi ascoltatori reagivano più o meno come io, a undici anni, reagii all’ennesima sconfitta della Ferrari all’ultimo gran premio stagionale. Non tifavo nemmeno Irvine, anzi, quando scoprii che Barrichello avrebbe preso il suo posto ne fui immensamente felice perché Barrichello mi stava molto più simpatico, però la presi talmente male che detestai Hakkinen (che, a mia memoria storica, è verosimilmente uno dei piloti meno detestabili che abbiano mai appoggiato il fondoschiena su una Formula 1) almeno fino all’avvento di Montoya. Sul mio diario, inoltre, scrissi una gran quantità di sproloqui per qualcosa come due o tre giorni. Però, ecco, non mi sognai nemmeno lontanamente di scrivere che Hakkinen era un incapace e che vinceva mondiali solo grazie a fratture o pit-stop fail altrui. A quanto pare, secondo l’area di influenza di SkyF1 UK, Rosberg avrebbe rubato il mondiale a Hamilton con la complicità della Mercedes. Insomma, al confronto le dichiarazioni di Hamilton qualcosa come cinque minuti dopo avere perso il mondiale mi sembravano più pacate.
Sinceramente ci sono rimasta un po’ di sasso. Okay, certe riflessioni me le aspettavo domenica sera e magari anche lunedì, ma arrivati a mercoledì e a giovedì (giornate in cui, in linea teorica, mi aspettavo che tutti si fossero già dimenticati definitivamente del mondiale di Rosberg e che il loro intento fosse quello di pubblicare foto di cibo) la situazione non mi sembrava molto migliorata.

Dove eravamo rimasti?
Ah, già, a Massa e Button. Di Massa ne ho già parlato in quel post di tre mesi fa, vediamo di parlare un po’ di Button, adesso.
Ha debuttato nel 2000. Mi ricordo che lessi il suo nome nel Guinness dei Primati, perché era stato il pilota più giovane di sempre a conquistare punti. Il record dovrebbe essere stato battuto nel corso degli anni da vari piloti alati e con le corna (non in quel senso! anche perché alcuni prima di trovarsi una donna fissa stanno ancora aspettando di avere la barba), ma all’epoca apparteneva a Button... Button, che si chiama Jenson di nome perché il migliore amico di suo padre faceva Jenson di cognome.
Ha debuttato alla Williams, una modestissima Williams con cui ha raccolto quel poco che un debuttante con poca esperienza poteva raccogliere. È passato in Renault l’anno seguente, mentre nel 2003 è andato alla B.A.R., quella B.A.R. che poi è diventata Honda e che è diventata Brawn GP.
Ad un certo punto, nel 2004, ero pronta ad affermare che 1) sarebbe diventato campione del mondo, prima o poi, 2) era un gran bel ragazzo e la cosa non guastava. Ricordo che scaricavo sue foto da Internet e le passavo alle mie amiche tramite dei floppy (mi rivolgo ai miei lettori più giovani, perché sinceramente non ho la più pallida idea della vostra conoscenza dei floppy disc, quindi vi spiegherò brevemente cos’erano: dischetti quadrati i cui lettori erano preinstallati nei PC anni ’90/ primissimi anni ’00, dalla capienza di appena 1,4 megabyte, utilizzabili per fare copie di backup e per scambiarsi file quando le chiavette USB erano troppo costose e le connessioni a 56k rendevano difficile inviarsi allegati via email). Una sosteneva che Raikkonen fosse più bello, l’altra ancora che Button fosse orribile, un’altra disse che era carino ma che nella foto della presentazione della Williams del 2000 trovava più attraente Ralf Schumacher.
Nel 2006 Button vinse un gran premio e strabuzzò gli occhi nei festeggiamenti (scena indimenticabile, una volta diversi anni più tardi ho provato a imitarne l’espressione in un selfie che mi scattai), poi ci furono due anni di declino Honda e accantonai definitivamente i miei pensieri del 2004, pronta ad affermare di essermi sbagliata profondamente quando pensavo che potesse vincere un titolo.
Nel 2009 vinse il titolo, proprio quando in molti l’avevano già dato per prossimo al ritiro. La reazione, in generale, fu un po’ come quella dei British fans dopo la vittoria del titolo di Rosberg, con alcune varianti degne di nota:
1) ciò che disturbava il fanbase italiano era semplicemente che la Ferrari non fosse in lotta per il titolo e che non sembrasse nemmeno nella posizione di potere ottenere chissà quali risultati;
2) a dare problemi, in Italia, era il fatto che Button guidasse la Brawn GP e che non fosse un nome storico oltre che essere una VeTtUrA iRReGoLaRe!!!111!!!!11!!, ma molti di quelli che erano pronti ad affermare che Button non meritasse il mondiale perché guidava la Brawn non sarebbero stati poi così tanto infastiditi se il mondiale l’avesse vinto Barrichello a parità di macchina, dato che Barrichello era un ex pilota Ferrari e quindi anziché il Malehhhh Assolutohhhh rappresentava uno di quei piloti che da prendere per i fondelli così per scherzare per poi entusiasmarsi se ottengono buoni risultati, qualora questi buoni risultati non vengano ottenuti a scapito della Ferrari;
3) il fatto che Button avrebbe vinto il mondiale era abbastanza chiaro fin da marzo, quindi a ottobre non era più una grossa novità e tutti ci si erano abituati;
4) generalmente, quando la Ferrari non può puntare al titolo, al fanbase italiano non importa un emerito cavolo di chi lo vincerà, e questa è essenzialmente la ragione per cui, quando poi il mondiale terminò, se ne parlò nei dieci minuti successivi e poi ci si occupò delle cose VeRaMeNtE iMPoRtAnTi, come il passaggio di Alonso in Ferrari, l’addio di Raikkonen, il ritorno di Schumacher, la presenza dei nuovi team... e Button fu immediatamente dimenticato, nonostante si fosse accasato in McLaren, team che un tempo rappresentava il Malehhhh Assolutohhhh.
Nel 2010 Button passò in McLaren e nel frattempo la Brawn GP divenne Mercedes. Quella fu una bella gatta da pelare, per il fanboy medio. Su Answers Yahoo c’era gente che non sapeva distinguere la Mercedes dalla McLaren e che se ne usciva con domande tipo “ma quindi Schumacher e Hamilton sono compagni di squadra?”. In ogni caso, quando Button era in McLaren, la McLaren non era il Malehhhh Assolutohhhh, perché era l’epoca in cui si parlava del TrAdImEnTo!!111!!11!!! di Schumacher, dell’irregolarità delle vittorie della Redbull e di tutte quelle cose lì.
Button era destinato, inoltre, a divenire irrilevante agli occhi del tifoso medio, perché detta come va detta tutto questo rilievo nel campionato non ce l’aveva più. Era visto da anni come il “vecchio prossimo alla pensione” e si parlava di più di Jessica che di lui, almeno nell’epoca in cui erano sposati. Adesso Jenson è fidanzato con una modella di Playboy o qualcosa del genere, ma di lei non ne parla nessuno (ci hanno provato qualche volta su Tumblr, ma affermare cose tipo “le modellehhhh sono tutte delle zoccolehhhh w Jenson dovrebbe lasciarlahhhhh” esattamente due secondi contati dopo avere affermato “bisogna rispettare sia le donne laureate in ingegneria meccanica, sia le donne che si fanno suore, sia le donne che fanno le casalinghe sia le donne che posano nude, smettiamola di insultare le donne per le loro scelte” suona leggermente stonato).

In conclusione, per me, Jenson Button è sempre stato solo e semplicemente Jenson Button, il giovane di belle speranze le cui speranze si erano concretizzate, che chissà, forse un giorno avrebbe vinto un altro titolo, ma anche no, perché la McLaren non stava cavando un ragno dal buco e le stagioni si susseguivano una dopo l’altra rendendo impossibile la concretizzazione di un nuovo titolo.
Nel 2009 gli tifavo contro, ma prevalentemente perché i suoi rivali erano un mio quasi-coetaneo (Vettel) e un quasi-pensionato che, se avesse conquistato il titolo, la cosa avrebbe fatto piacere a molta gente, io compresa (Barrichello). Per un po’ di tempo pensai che non meritasse il titolo che aveva vinto, ma erano tempi strani in cui andavo in giro per la rete ad affermare cose strane e direi di metterci una bella pietra sopra.

Va bene, adesso mandiamo in pensione Button e occupiamoci di Rosberg, prima di mandare in pensione anche lui (dobbiamo proprio?).
Rosberg debuttò nel 2006, epoca in cui detestavo: 1) i piloti figli d’arte, 2) i piloti figli d’arte che gareggiano per la Williams, 3) i debuttanti con l’aria da quindicenni brufolosi, 4) i debuttanti con l’aria da quindicenni brufolosi di cui si parla come se fossero futuri campioni del mondo. Alla luce di queste motivazioni, andò a finire dritto nella mia blacklist. Un anno più tardi ero già meno estremista, ma il suo compagno di squadra era Wurz ed era l’epoca in cui detestavo i compagni di squadra dei miei piloti preferiti.
Ora, vogliamo specificare una cosa: non è esattamente che mi strappassi le vesti per Wurz, ma per fare un paragone calcistico, avete presente i tifosi di squadra altolocate che comunque portano nel cuore anche la loro squadra locale, che magari gioca in serie B o in serie C? Ecco, per me Wurz rappresentava quello che per gli appassionati di calcio può rappresentare la squadra locale di serie B o serie C.
Poi arrivò Nakajima e, se in Williams dovevo prendere per i fondelli qualcuno, Nakajima era sicuramente il candidato ideale. In realtà, comunque, in quell’epoca non è che mi interessasse tantissimo di chi non stava nei top-team e non aveva la possibilità di arrivarci in tempi brevi, quindi generalmente Rosberg non me lo filavo nemmeno di striscio, però iniziava a starmi un po’ più simpatico, perché mi era difficile non trovare simpatico uno come lui alla luce delle sue interviste.
Nel 2010 e 2011 non è che mi andasse molto a genio. Era un’epoca in cui, evidentemente, ero convinta che i compagni di squadra delle vecchie glorie della Formula 1 avessero l’obbligo di andare più piano rispetto ai suddetti compagni di squadra vecchie glorie. Poi venne il 2012, anno in cui speravo che Schumacher fosse in grado di conquistare un’altra vittoria prima di ritirarsi definitivamente.
Accolsi la prima vittoria di Rosberg con un certo piacere, rammaricandomi soltanto per il ritiro di Schumacher dovuto a un bullone non avvitato. Ero certa che, se fosse riuscito a terminare la gara, avrebbe potuto puntare al secondo posto o almeno al podio. Vedere Rosberg vincere al volante di una Mercedes, in un’epoca in cui la Mercedes era nota per non essere esattamente la monoposto più performante del lotto, fu una soddisfazione. Era, a mio parere, un primo passo verso quella potenziale vittoria di Schumacher ma decisi che, se anche non lo fosse stata (come effettivamente non fu), era comunque un evento positivo. Le prime vittorie mi hanno sempre entusiasmata parecchio.
Da allora in poi Rosberg mi è sempre stato simpatico, anche se l’ho sempre visto più come un pilota secondario... per intenderci, uno di quelli che vincono magari un paio di gare all’anno, ma che non andranno mai oltre. Nel 2013 mi stupii di vedergli ottenere ben due vittorie su una vettura che era molto migliore di quelle stagioni precedenti, ma che comunque non era la migliore del lotto e, in certi momenti, nemmeno la seconda migliore.
Nel 2014... in tutta sincerità deve esserci stato qualche momento in cui credevo che Rosberg potesse lottare per il mondiale fino alla fine, forse addirittura qualche momento in cui mi schierai o dalla parte sua o dalla parte di Hamilton, ma onestamente è una cosa che non mi ricordo perché alla fine della stagione c’erano cose molto più importanti, di cui mi interessava molto di più di chi avrebbe vinto il titolo. Nel 2015 andò relativamente male (in riferimento al suo status di potenziale contendente al campionato, perché vincere sei gran premi e arrivare secondo in gran parte degli altri è di gran lunga di più di quanto abbiano fatto altri in situazioni analoghe), anche se sinceramente non l’avevo dato per completamente spacciato. Più che altro ero convinta che non avrebbe vinto il titolo perché la Mercedes avrebbe dovuto affrontare la competizione di altri team. Ero convintissima che questo fosse l’anno della Ferrari, ma mi sbagliavo di grosso.
Visto come si erano messe le cose nella prima parte di 2016, credevo che la lotta per il titolo sarebbe stata aperta fino all’ultimo gran premio. Ci avevo azzeccato. Sono abbastanza sicura di non essere mai stata schierata pro o contro qualcuno, quest’anno. Era un mondiale già abbastanza avvincente di suo, con tutto quello che stava capitando, per preoccuparmi davvero fino in fondo di chi avrebbe vinto il titolo.
Se avessi saputo come andava a finire, in tutta onestà avrei sperato con tutte le mie forze che Hamilton vincesse!

In conclusione, per me Nico Rosberg è stato originariamente uno che mi stava un po’ sulle scatole senza un motivo ben preciso, prima di arrendermi all’evidenza che se tutti i piloti fossero come lui, una volta che sono scesi dalle vetture, il pre-gara e il dopo-gara sarebbero addirittura più belli della gara stessa.
Non nego che il primo pensiero che ho fatto, quando ho appreso la notizia, è stato: “ma è impazzito completamente? O.O Altrimenti non me lo spiego...”
Alla fine ci sono tante spiegazioni.
Purtroppo, per chi ha poca fantasia e molta propensione allo screditare la gente, ce ne sono anche di non proprio piacevoli da leggere (non necessariamente nei suoi confronti).

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Milly Sunshine