Ringrazio ancora una volta chi mi sta seguendo e, se avrete pazienza, in questo capitolo scoprirete qualcosa di più sul passato di Tina Menezes. Non tanto di più, ma mancano ancora parecchi capitoli e non potevo rivelare tutto adesso!
CAPITOLO 5
Tra le tante precauzioni che Dalila Colombari considerava necessarie, una era l'utilizzo di telefoni non intestati né a lei né a Oliver per le conversazioni legate al mistero che circondava Mirko De Rossi e, più o meno direttamente, si estendeva a Tina Menezes.
Oliver non aveva idea di chi fosse il cellulare che Dalila gli aveva fornito, gli era sembrato che la fotografa avesse menzionato un vecchio zio passato a miglior vita qualche mese prima, ma del resto avrebbe potuto esserselo inventata per dargli una spiegazione frettolosa che non comportasse troppe domande.
Ciò che davvero importava, era che quel telefono squillasse il meno possibile. Per un po' era andata così, ma la sera del venerdì ci fu una brusca inversione di tendenza. Il numero che lo stava chiamando non era memorizzato nella rubrica, ma Oliver lo riconobbe dalle cifre finali. Del resto, a quell'ora, a cercarlo poteva essere solo Dalila: i presunti operatori di luce e gas, di solito, non telefonavano alle dieci e venti della sera.
«Sei tu?» rispose, comunque, nonostante l'ovvietà di quelle parole.
«Ovvio che sono io» ribatté Dalila, «A meno che tu non abbia dato questo numero a Tina.»
«Tina ha il mio numero effettivo» puntualizzò Oliver, «E si trova nella stanza accanto. Siamo in due camere comunicanti. Se ha bisogno di me, le basta solo bussare alla mia porta o manifestarsi in qualche modo.»
Dalila azzardò: «Nessuno si è insospettito?»
Oliver puntualizzò: «La gente non viene a chiederci dove dormiamo. Nessuno si pone il problema. Immagino diano tutti per scontato che io e Tina condividiamo una camera e un letto, ma non verranno mai ad accertarsene.»
«Mi raccomando, ci conto.»
«Sul fatto che nessuno indaghi in proposito?»
«Sul fatto che tu e Tina Menezes non dormiate nello stesso letto... o peggio. Ricordati, principe azzurro, che a casa hai la tua principessa che ti attende.»
«A casa mia nessuno mi attende, nemmeno un pesce rosso.»
«Dicevo per dire. Ricordati, comunque, che prima o poi dovrai tornare da me.»
«Poi, poi. Meglio il più tardi possibile.»
Dalila si arrese: «Va bene, la smetto, meglio venire subito al dunque. Come sta andando lì in Austria?»
Credendo parlasse del campionato, Oliver rispose: «Più o meno come al solito.»
Dalila non comprese cosa intendesse.
«Sii più chiaro per cortesia.»
«Non è come la Diamond Formula, quel campionato era davvero aperto, c'erano diverse squadre che potevano puntare a vincere, almeno a livello di singole gare. Adesso non funziona più così. I team che hanno più soldi e che azzeccano il progetto possono dominare quasi del tutto incontrastati. Esiste la probabilità che solo due piloti possano conquistare delle vittorie, in questo campionato. Per la Pink Venus è sempre il solito disastro. Non si può permettere, proprio economicamente, di competere con la concorrenza, spesso nemmeno per pochi punti. Nakamura e la Thompson si qualificheranno in ultima fila, o se le cose vanno bene in penultima, e le cose non miglioreranno sicuramente nel corso del fine settiman-...»
Dalila lo interruppe, piuttosto bruscamente: «Fischer, non ti ho chiamato perché volessi parlare con un analista di automobilismo. Con tutto il rispetto, chi vincerà domenica non mi cambia la vita, anche se, devo ammetterlo, il risultato potrebbe essere molto scontato. Ti ho chiamato per parlare delle nostre questioni. Come sta andando con la Menezes?»
«Bene.»
«Novità?»
«Nessuna in particolare, se non che sembra un po' preoccupata per la sua personal trainer. È da un po' di tempo che non la sente.»
Dalila obiettò: «E a me cosa me ne frega, della personal trainer della Menezes?»
«Sei tu che mi hai chiesto se ci siano delle novità» mise in chiaro Oliver. «Io mi sono limitato a risponderti, e nemmeno a me importa se la cosa sia di tuo interesse o meno. Comunque sia, non c'è niente di cui preoccuparsi: Claudia è partita una decina di giorni fa, affermando che sarebbe andata al mare e che avrebbe tenuto il cellulare staccato per tutto il tempo. Tina dice che non è normale, come cosa, ma le ho fatto notare che Claudia potrebbe avere un telefono che usa solo per il privato.»
«Immagino che, a quel punto, Tina si sia profondamente offesa per la tua insinuazione secondo cui la sua preparatrice atletica abbia una vita privata che non la riguarda» ribatté Dalila. «Le ho viste insieme, qualche volta, e Claudia Leonardo non si staccava mai da Tina Menezes. Ho scattato loro alcune foto, al Gran Premio d'Italia di due anni fa. Mirko doveva uscire con un articolo su di loro e...»
Oliver non la lasciò finire.
«Ti sbagli. Tina non ha niente a che fare con la vita privata di Claudia Leonardo, che non le ha mai raccontato molto di sé. Diciamo piuttosto che è Tina a confidarle tutto quello che le passa per la testa. Secondo la Leonardo, le è utile per liberare la mente e trovare il proprio focus.»
«Interessante.»
«Dici sul serio?»
«No.»
«Allora perché mi hai chiamato, se non hai interesse per l'argomento?»
Dalila precisò: «Sono molto interessata all'argomento Tina Menezes, lo sono di meno se mi vieni a parlare di una personal trainer che ha deciso di passare dieci giorni - o più - in vacanza senza che nessuno le rompa i coglioni. Senza offesa per le preoccupazioni di Tina, mi sembra che il comportamento di quella donna sia assolutamente normale. Voglio che mi racconti qualche vero retroscena. Chi hai incontrato? Con chi hai parlato? Gente che ha a che fare con la Menezes, intendo, naturalmente. Sono assolutamente certa che, tra una cosa e l'altra, tu ne abbia approfittato per avvicinarti anche a personaggi di un certo livello, che non hanno niente a che vedere con questa storia.»
«Sono spiacente di deluderti, allora» replicò Oliver. «Si era detto profilo basso e ho mantenuto un profilo basso: non mi sono allontanato minimamente dai membri della Pink Venus, da Veronica Young, dalla gente che le sta intorno, ma soprattutto da Tina Menezes. Il momento più interessante, per ora, è stato la sera del giorno in cui siamo arrivati. Veronica ha voluto offrire qualcosa da bere a un po' di gente e ne ho approfittato per fare qualche discorso interessante, o quantomeno per iniziare qualcosa di cui, poi, io e i diretti interessati abbiamo discusso nei giorni successivi.»
«Chi c'era?»
«Amber Thompson e il suo compagno Ryan Harvey...»
«Gli inseparabili» borbottò Dalila. «Non riesco a capire se siano una di quelle coppie tutta zucchero oppure se fingano di stare insieme per questioni di immagine. Sono irritanti come sembrano?»
Oliver rispose: «Non mi sono sembrati irritanti. Amber è una tizia interessante e, devo ammetterla, è anche molto bella.»
«Molto bella? Ha un collo che sembra un tronco d'albero!»
«Ha un collo che deve sottoporre a brutali allenamenti per resistere alla forza G, come tutti i piloti.»
«E il suo manager, Harvey? Com'è?»
«Sembra una persona perbene e rispettabile, ma non ho ancora capito se lo sia davvero o se sia un potenziale serial killer.»
«Mi ricorda un po' te.»
«Non mi somiglia minimamente.»
«Solo perché tu sei biondo e Harvry ha i capelli scuri? O perché porta gli occhiali sempre, mentre tu li metti solo per leggere e lavorare al computer? Ci sono altre somiglianze, che vanno ben oltre.»
«Veramente non ho parlato dei capelli di Ryan, né dei suoi occhiali da vista. Hai detto tutto da sola.»
«Non ho detto la cosa più importante: entrambi avete un'aria da intellettuale devastante.»
«In che senso devastante?»
«Mi ispirate sesso.»
«Grazie per il complimento. Prima che la nostra conversazione degeneri, c'è una cosa che devo aggiungere.»
«Ovvero?»
«Ovvero che Tina lo evita, ma non ho capito il perché.»
«Avresti potuto chiederglielo.»
«Lo farò se e quando i tempi saranno maturi. Adesso non lo sono. Mi sembra che Tina si fidi di me, ma non intenda aprirsi su un certo tipo di faccende.»
«E poi?» volle sapere Dalila. «Chi altro c'era?»
«Edward Roberts» rispose Oliver, sperando che la fotografa gli risparmiasse certi sgraditi commenti. «Era con sua moglie.»
«Selena Bernard?»
«Non mi risulta sia poligamo.»
Dalila ridacchiò.
«È tutto così esilarante.»
«A me non lo sembra affatto» obiettò Oliver. «Ti ricordo che devo scoprire chi ha girato un video pornografico con Tina Menezes a insaputa sua e dell'uomo che si trovava con lei e che, a fare da contorno, abbiamo un morto ammazzato, con il quale entrambi abbiamo lavorato. Ti chiedo, quindi, di evitare certi commenti fuori luogo.»
«Scusami, è più forte di me» ribatté Dalila. «Tu non riesci a inquadrare Ryan Harvey, io ho lo stesso problema con Selena Roberts. Non capisco se sia una puritana, oppure una masochista che ti calpesta l'apparato genitale con i suoi tacchi a spillo. Forse tu puoi illuminarmi.»
«Quando stavamo insieme, non ha mai calpestato il mio apparato genitale con i tacchi a spillo» le assicurò Oliver. «Ci ha fatto altro ed è stato molto piacevole. Questo, però, non ha nulla a che vedere con Tina Menezes, e nemmeno con Mirko.»
«Quindi» dedusse Dalila, «Mi stai dicendo che non è possibile che la sadomasochista puritana abbia filmato la Menezes.»
«Lo ritengo altamente improbabile.»
«E Roberts?»
«Vale la stessa cosa per lui.»
«Ma ci hai parlato? Con Selena, oppure con il marito?»
«Eccome se ci ho parlato. È da giorni che finisco per ritrovarmeli intorno.»
«E ti hanno detto qualcosa di interessante?»
«Forse sì.»
***
A distanza di quasi ventiquattro ore dalla serata con Veronica, Oliver e Tina avevano pianificato - la Menezes aveva pianificato - di concedersi quello che definiva un "momento di relax". Per lei, consisteva nel discutere degli ultimi accadimenti in un luogo in cui avessero la certezza di non incontrare nessuna delle persone con cui avevano avuto a che fare durante il corso della serata precedente e della giornata appena passata.
Il luogo da lei scelto era una trattoria di cui chissà come era al corrente dell'esistenza e in cui gli aveva proposto di cenare. Durante il pasto era stata abbastanza tranquilla, ma Oliver già sapeva che cosa lo stesse aspettando. Del resto, se non avesse voluto avere a che fare con certe vicende, si sarebbe rifiutato di accettare l'incarico di Tina, era consapevole di doverla stare a sentire.
«Dobbiamo parlare di Harvey» esordì la Menezes.
Gli aveva già accennato il proprio disprezzo per quell'uomo, rimanendo sempre sul vago, perciò Oliver ritenne opportuno ricordarle: «Solo perché non è in cima alle tue simpatie, non significa che sia più sospetto di tutti gli altri.»
Tina obiettò: «Quindi non mi credi, quando ti dico che...»
Oliver interruppe le sue proteste: «Le tue accuse sono fuori luogo. Ti ho chiesto se ci fosse qualcuno che, secondo te, poteva essere il colpevole, nella faccenda del video. Non mi hai fatto il nome di Ryan Harvey, anzi, hai affermato di non sapere chi potesse essere il responsabile. Adesso sembra che tu ti stia scandalizzando perché non mi concentro su di lui. Se hai qualcosa da dire, ti prego di parlare chiaro. Se vuoi che faccia qualcosa di specifico, per dei motivi specifici, ti chiedo di non lasciarmi qui a tirare a indovinare. E, se proprio devo essere io a indovinare perché tu preferisci non dire nulla, abbi almeno la decenza di non farmene una colpa, se non mi viene naturale seguire la pista che vorresti.»
Tina abbassò lo sguardo.
«Non ho mai detto che Harvey mi abbia ripresa tu-sai-quando, né che mi abbia mandato quei messaggi, né che abbia qualcosa a che vedere con la morte di tu-sai-chi. Semplicemente non è l'uomo perfetto che appare, sono sicura che abbia grossi segreti.»
Oliver chiarì: «Mi hai ingaggiato per scoprire la verità su quel video - e ci è piovuto dal cielo l'omicidio di De Rossi. Non mi hai dato l'incarico di scoprire i segreti generici delle persone che non ti vanno a genio. Per quanto mi riguarda, quello che fa Harvey nella propria vita privata e che non ha a che vedere con te non è un affare mio.»
Tina sospirò.
«Va bene, va bene, scusa se ho parlato e ho cercato di darti delle dritte, mentre tu palesemente non sai come muoverti.»
«Non so come muovermi? Finora ho fatto tutto quello che mi hai chiesto, ho incontrato le persone che mi hai messo davanti, ho parlato con loro e...»
Tina, che aveva appena alzato lo sguardo, aveva una strana espressione stampata sul volto. Fissava davanti a sé con gli occhi strizzati, come se stesse cercando di mettere a fuoco.
Oliver sbuffò.
«Cos'ho detto di male? Perché mi guardi a quel modo?»
«Non sto guardando te» replicò Tina. «Laggiù ci i coniugi Roberts. Evidentemente anche loro conoscono questo posto.» Oliver fece per girarsi, ma la Menezes lo trattenne. «Non guardare! Li tengo d'occhio io, ti dico io quando è il momento giusto per chiedere il conto.»
Oliver non comprese.
«Cosa c'entra il conto con Edward e Selena?»
«Molto semplice. Dobbiamo uscire dal ristorante nello stesso momento in cui escono loro, o quantomeno prima. Ci penso, poi vediamo.»
Oliver spalancò gli occhi.
«Vorresti pedinarli?»
Tina ridacchiò.
«Ma no, come ti viene in mente? Se usciamo nello stesso momento, però, sono costretti a fermarsi a salutarci, se noi gli mostriamo la stessa intenzione. O anche se ci trovano qui davanti.»
«E...?»
«E poi sarà un piacere scambiare qualche parola con loro, cercare di scoprirne qualcosa di più su dove fossero esattamente quei due la settimana scorsa. Selena mi ha detto di essere stata a Milano con Edward.»
«Edward e Selena erano a Milano?»
«Proprio così. Interessante, non credi?»
«Dipende dai punti di vista.»
«E il tuo, immagino, sia quello di chi li assolve di default» azzardò Tina. «Mi rendo conto che immaginarsi Selena in abito a fiori e tacchi vertiginosi che colpisce alla testa De Rossi con un'arma impropria fino a farlo morire richieda un grosso sforzo, ma magari è andata proprio così.»
Oliver ribatté, sprezzante: «E magari è anche stata lei a riprenderti mentre facevi sesso con il tuo amante?»
«Perché no?» obiettò Tina, seria. «Non credo alle stronzate secondo cui, per solidarietà femminile, nessuna donna farebbe mai niente di simile contro un'altrs donna.» Gli strizzò un occhio. «Il vantaggio di essere donna io stessa è che posso anche dirlo apertamente. Se solo osassi farlo tu, l'opinione pubblica chiederebbe la tua testa e ti obbligherebbe a scusarti perché tutte le donne nascono sante e rimangono sante.»
«L'opinione pubblica ha già chiesto la mia testa diverse volte, e non solo l'opinione pubblica, a dire il vero» replicò Oliver. «In ogni caso, mi sembrerebbe interessante se tu approndissi la tua teoria: perché Selena potrebbe avere fatto quel video? Che cos'ha contro di te?»
«Fino a ieri sera niente.»
«E dopo di ieri sera?»
«Nemmeno adesso ha niente contro di me» chiarì Tina. «Non ci sono andata leggera, con lei, quando le ho spiegato che tu adesso stai insieme a me e che deve concentrarsi su suo marito e lasciarci in pace.»
«Ti faccio notare che Selena ci sta lasciando in pace e si trova proprio in compagnia di suo marito» rimarcò Oliver. «Tu, invece, la stai tacciando di essere una potenziale assassina, oltre che di perseguitarti dopo averti ripresa in atteggiamenti intimi con un tuo collega. Per di più, vorresti anche che andassimo a parlare con lei e Edward.»
Tina precisò: «Ho intenzione di comportarmi bene in loro presenza, non accuserò Selena apertamente. E poi potrebbe essere stato Edward a riprendermi. Magari il colpevole è lui. Con un po' di fortuna riesci a levartelo di torno e a tornare insieme a Selena, tutto questo grazie a me.»
«Hai una fantasia galoppante.»
«Edward è un uomo. Rientra meglio nei canoni dei criminali tipo. Nessuno mi accuserebbe di essere invidiosa delle altre donne, se lo accusassi. Sarebbe imbarazzante se la colpevole fosse la tua ex: qualcuno potrebbe insinuare che l'ho incastrata e...»
Oliver la interruppe: «Non sei divertente. Non scherzare su queste cose. Farò come vuoi, andremo a parlare con i Roberts e cercherò di scoprirne qualcosa di più.»
«Bene, Fischer, così ti voglio.»
«Avrei dovuto capirlo che il tuo discorso era solo una provocazione.»
«Ne è valsa la pena, dato che alla fine hai concordato con me. Non...» Tina si interruppe. «Selena si è alzata per andare in bagno. La cameriera sta sparecchiando. Adesso paghiamo, poi andiamo fuori. A quel punto non ci resta che sperare che anche loro facciano lo stesso.»
Oliver azzardò: «E che non ci siano uscite secondarie.»
Tina ribatté: «Sono una persona positiva. Secondo me funzionerà. Fidati di me, andrà tutto secondo i piani.»
Se non altro, le previsioni della Menezes si dimostrarono azzeccate. Rimasero davanti all'ingresso della trattoria, fingendo di essere impegnati in una fitta conversazione e di non essersi accorti della presenza dei coniugi Roberts almeno finché non furono questi a salutarli, passando accanto a loro.
Tina doveva avere le idee molto chiare, dato che iniziò a parlare di quanto fosse sorprendente che anche loro due avessero gli stessi gusti in fatto di ristoranti. Fingendo di non averli visti all'interno, chiese loro da che parte fosse il loro tavolo e, con un ultimo tocco di classe, invitò l'ex compagno di squadra ad andare in un bar lì vicino a prendere un caffè.
Nessuno di loro prese un caffè - Oliver optò per un tè freddo - ma tutto funzionò alla perfezione. Era ammirevole come Tina fosse riuscita a incastrare i due senza che nemmeno se ne accorgessero. Non rimaneva altro da fare che iniziare a porre delle domande, ma Oliver fu preceduto da Edward, che si rivolse a lui chiedendogli: «Come vi siete conosciuti tu e Tina?»
«È una lunga storia» ribatté Oliver. «Quello che conta è che ci siamo conosciuti.» Si voltò a guardare la Menezes, che era girata nella sua direzione. «Sei d'accordo con me, tesoro?»
Tina avvampò, ma non poté replicare. Edward, da parte sua, osservò: «Siete una coppia che non avrei mai immaginato di vedere insieme, ma siete perfetti, a ripensarci. Se l'avessi capito prima, vi avrei fatti incontrare io stessi!»
Ancora una volta, Tina non avrebbe dovuto replicare, ma evidentemente non riuscì a trattenersi.
«Perché, che cosa te lo fa pensare?»
Selena osservò: «Dovresti essere felice che Edward vi veda bene insieme.»
«Proprio così» sentenziò Oliver. «In ogni caso, non mi è difficile ipotizzare che Edward ci consideri entrambi appassionati in quello che facciamo e in cui crediamo, ma al contempo due enormi rompipalle. Vero, Edward?»
«Non l'avrei detto esattamente in questi termini» ribatté Edward, «Ma devo ammettere che il termine "rompipalle" ti descrive pienamente. Ricordo che, molti anni fa, eri il mio terrore, quando eri presente alle conferenze stampa che precedevano i gran premi. Le tue domande sapevano essere oltremodo imbarazzanti.» Si rivolse alla Menezes: «Sai, Tina, il tuo fidanzato affermava che ero troppo vecchio per la Diamond Formula e che avrei dovuto ritirarmi. Quello stesso anno, ho vinto il titolo. E sono stato l'ultimo campione del mondo della categoria.»
Tina puntualizzò: «Grazie al suo intervento.»
Oliver ribadì: «Non intendevo fare cadere la Diamond Formula in disgrazia. Non è colpa mia se mi sono ritrovato a tu per tu con un criminale e la repurazione della serie è stata minata per sempre. Puoi chiedere a Edward, oppure a Selena: ti confermeranno che ero animato da ottime intenzioni.»
«A proposito, ho sentito che quel giornalista con cui hai collaborato quando hai scritto il libro su Patrick è stato ucciso durante una rapina» lo informò Edward. «Ci sono rimasto malissimo. Lo conoscevo, diciamo, ed è stato uno shock. Peraltro io e Selena non eravamo neanche tanto lontani...»
«E tu» chiese Tina a Selena, «È stato uno shock anche per te?»
Stava palesemente andando troppo oltre, ma non c'era nulla che Oliver potesse fare per trattenerla. Per fortuna, Selena non si lasciò impressionare.
«Beh, ovviamente mi è dispiaciuto molto. L'ho incontrato solo una volta, l'anno scorso al Gran Premio d'Italia, insieme a...» Rifletté, come se stesse cercando un nome in un cassetto della memoria. «A un tale che gestisce una casa discografica, sicuramente un ospite vip di qualcuno. Non mi sovviene il nome, ci avrò scambiato al massimo qualche parola. Neanche Edward lo conosce. Qualcuno mi ha detto che produce musica adatta ai ragazzini.»
Oliver azzardò: «Trap?»
***
«Ci sei ancora?»
La domanda venne spontanea: Oliver aveva finito di parlare già da diversi istanti e, dall'altro capo del telefono, Dalila non proferiva risposta.
La Colombari lo rassicurò: «Sì, ci sono ancora, e devo dire che i Roberts sono, finora, i personaggi più interessanti di cui mi hai parlato.»
«Ti ho parlato solo di Amber Thompson e del suo futuro marito, prima» puntualizzò Oliver. «Sono due persone in totale.»
«Ciò non toglie che quei due non debbano esserti rimasti molto impressi» osservò Dalila. «Li hai liquidati in pochi istanti, come se non ci fosse niente da dire. Edward Roberts e la sua consorte, invece, si sono rivelati un'autentica sorpresa. Esiste la possibilità che abbiano scelto lo stesso ristorante proprio per tenere d'occhio te e Tina?»
«No.»
«Da cosa lo deduci?»
«In primo luogo, non penso che Edward e Selena si metterebbero a seguirmi così, tanto perché non sanno in che modo fare venire sera. In più, Tina non mi ha parlato del ristorante, mi ha portato direttamente là. Non credo siano in grado di prevedere il futuro.»
«Mhm, se le cose stanno così, l'incontro deve essere stato casuale.»
Oliver obiettò: «Direi fortemente voluto da Tina, una volta che siamo usciti. Ha fatto in modo che Edward e Selena ci passassero accanto e...»
Dalila lo interruppe: «Questo aspetto l'abbiamo già chiarito. Sarebbe meglio occuparci delle cose più importanti, non credi? Torniamo un attimo indietro. Mi hai detto che, mentre eravate ancora al tavolo, la Menezes ha iniziato a vaneggiare a proposito di Selena Roberts autrice del video che la ritrae mentre fa sesso con... con? Hai mai pensato di fare qualcosa per scoprire una volta per tutte di chi si tratti?»
Oliver le ricordò: «La vita privata di Tina Menezes non mi riguarda. Chiunque si sia portata a letto, sono affari suoi. Nessuno aveva il diritto di filmarla in quel momento.»
«Su questo mi trovi assolutamente d'accordo.»
«Meglio così, allora.»
«Tornando a noi, la Menezes ha fornito qualche motivo sensato per cui la moglie di Edward Roberts avrebbe dovuto fare un simile video?»
«No. Voleva solo istigarmi ad accettare la sua proposta di tendere una sorta di agguato ai Roberts fuori dal ristorante. Diciamo che, dopo una certa insistenza, spostando le sue accuse anche su Edward nel frattempo, ho deciso di non sottrarmi per il bene mio e di tutti.»
«E anche su questo ci siamo. Così come mi è chiaro che vi siete spostati al bar e che, una volta là, vi siete finalmente messi a parlare. La sadomasochista puritana era la più silenziosa di tutti, mentre...»
«Piantala!» sbottò Oliver. «Non chiamare Selena a quel modo.»
«Rilassati, Fischer» gli intimò Dalila. «Ci sono alcuni passaggi che mi sfuggono, ovvero come siate finiti a parlare di Mirko. Perché hai detto che è stato Roberts a tirare fuori l'argomento, giusto?»
«Esatto» confermò Oliver. «Stavamo parlando di me come giornalista. A un certo punto, Edward ha fatto il nome di Mirko, mi ha detto che era dispiaciuto per la sua morte e che la notizia l'ha spiazzato, soprattutto alla luce del fatto che, in quei giorni, si trovava insieme a Selena ben poco lontano dal luogo del delitto.»
«Quindi l'ha ammesso senza esitazioni?»
«Non solo l'ha ammesso, ma è stato lui a comunicarmelo.»
«Hai qualche idea del perché potrebbe averlo fatto?»
«Verosimilmente perché non è stato lui ad ammazzarlo e, di conseguenza, non ha ragioni per nascondere dove si trovava.»
«Mhm.» Dalila non sembrava convinta. «Non hai pensato che volesse depistarti?»
«In che modo?»
«Rendendosi al di sopra di ogni sospetto.»
«Quindi, se non ho capito male, stai affermando che, secondo te, Edward ha raccontato di essere stato a poche decine di chilometri di distanza da dove è avvenuto il delitto affinché io pensassi: "poteva andare tranquillamente a uccidere Mirko, ma sarebbe troppo ovvio sospettare di lui, quindi devo assolutamente scartare questa possibilità e concentrarmi su persone al di sopra di ogni sospetto"? Perdonami, Dalila, ma non siamo in un romanzo poliziesco della prima metà del Novecento. Inoltre, anche se si trovava a Milano con Selena, non sarebbe affatto ovvio sospettare di Edward. Ha detto di avere incontrato Mirko De Rossi qualche volta - del resto non è così assurdo che un ex pilota abbia avuto a che fare con un giornalista che scrive a proposito di corse di auto.» Si rese conto di avere parlato al presente. «Scriveva, voglio dire - ma non ci sono ragioni logiche per cui dovrei sospettare di lui. Non aveva alcun motivo conosciuto per uccidere Mirko e sarebbe molto azzardato pensarlo.»
«Devo ammettere che, se Edward non aveva ragioni apparenti per ammazzarlo, sarebbe poco sensato mettere una simile ipotesi in testa alla nostra classifica» fu finalmente d'accordo Dalila, «Ma rimane il fatto che sia una coincidenza piuttosto interessante.»
«No, non è una coincidenza. Edward non è mai stato a casa di De Rossi, verosimilmente non è mai andato nel suo comune di residenza e non abbiamo alcuna prova che fosse al corrente dell'indirizzo di casa sua.»
«Devo farti notare, a questo proposito, che trovare un indirizzo è molto più facile di quanto tu creda.»
«Va bene, ma torniamo al punto di partenza: perché andare a casa di Mirko per ammazzarlo e simulare una rapina? Ma soprattutto, perché venire a soggiornare in una città vicina, a casa di amici, sbandierando ai quattro venti dove si trovava? Non è mia intenzione uccidere nessuno, ma se dovessi andare ad ammazzare qualcuno, che peraltro non vive nemmeno nel mio Stato di residenza, mi guarderei bene dallo spargere manifesti sull'essere stato da quelle parti. Anzi, probabilmente cercherei di depistare e di fingere di essere stato altrove. In più, vorrei segnalare, non ci sono nemmeno ragioni per cui Edward avrebbe dovuto filmare Tina.»
«Giusto anche questo, ma non possiamo avere le prove che chi ha filmato Tina abbia anche ucciso Mirko.»
«Non abbiamo prove di nulla, infatti, ma quello che sto cercando di fare è trovare degli indizi.»
«Indizi che, per il momento, portano ai Roberts.»
«No, non abbiamo indizi contro i Roberts.»
«Però quei due sono stati al Gran Premio d'Italia, l'anno scorso. E proprio a Monza, nei giorni precedenti, Tina si è incontrata con il suo amante ed è stata filmata.»
Oliver mise in chiaro: «Selena ha detto che sono stati al Gran Premio d'Italia e che là hanno incontrato Mirko De Rossi vedendolo insieme a un produttore di musica trap che era stato invitato da qualcuno. Non hanno detto di essere stati a Monza nei giorni precedenti e, lo ribadisco, nulla lascia pensare che avessero qualche motivo per registrare quel video. La questione del produttore musicale, tuttavia, è di un certo interesse.»
«Se lo dici tu.»
«Rifletti, Dalila: com'è iniziata questa storia? Con una canzone trap che abbiamo sentito in discoteca.»
«No, ti sbagli» ribatté Dalila. «Tutto è iniziato quando la Menezes è venuta a cercarti e ti ha chiesto aiuto.»
«Va bene, di fatto è iniziata così, ma prima ho sentito quella canzone e l'ho collegata immediatamente a Tina Menezes. Certi versi erano di facile interpretazione.»
«Parlare di versi mi sembra un po' esagerato. A meno che tu non stia parlando di versi animaleschi, bro, allora potrei essere d'accordo con te.»
«Non divagare, sis.»
«Va bene, non divago, ma non riesco a capire dove tu voglia arrivare. Abbiamo Mirko insieme a un produttore musicale trap, però non sappiamo se sia quello che ha prodotto "Miss Vegas". In più, per forza di cose, la canzone è stata scritta dopo, dato che accenna ai fatti del Gran Premio di Las Vegas, che è stato disputato oltre due mesi più tardi.»
Oliver chiarì: «Non ho mai detto che la canzone - o per meglio dire, la non-canzone - sia stata scritta in quel periodo. Ti sto solo facendo notare che, se è stato invitato ad assistere a una gara automobilistica come ospite vip, quel produttore potrebbe conoscere qualcuno che sa del video pornografico in cui appare Tina. Non sto dicendo che lo sappia anche lui. Semplicemente potrebbe avere sentito dei pettegolezzi, pensato che fossero soltanto chiacchiere senza senso, e che poi, distanza di tempo, ne sia venuta fuori "Miss Vegas".»
«Quindi la non-canzone sarebbe ispirata a un fatto realmente accaduto, ma scritta da qualcuno che non aveva idea che si trattasse di un fatto vero?» chiese Dalila.
«Mi sembra un'idea molto sensata, a questo punto» rispose Oliver.
«Rimane il fatto che non sappiamo se quel tizio c'entri con "Miss Vegas" e che parlare con i Roberts sarà anche stato interessante, ma non hai comunque concluso molto.»
Nell'udire quelle parole da parte di Dalila, Oliver fu tentato di raccontarle anche la seconda parte della serata, ma preferì evitare. Aveva l'impressione che la fotografa gli nascondesse qualcosa e riteneva saggio fare altrettanto: diversamente dalla Colombari, si stava esponendo in prima persona. Non poteva metterla al corrente di ogni singolo dettaglio, non ancora, almeno.
***
Se all'inizio la permanenza all'interno del bar era stata tranquilla, in un secondo momento fu inevitabile notare come un gruppo di persone non facesse altro che indicarli. Qualcuno, addirittura, trafficava con lo smartphone, forse scattando delle foto.
Tina sbottò: «Quelli là cosa vogliono da noi?»
Edward, che le sedeva di fronte, si girò a guardare in quella direzione.
«Penso che ci abbiano riconosciuti.»
«Riconosciuti?» ripeté Tina, come se non riuscisse a capacitarsene.
«Saranno fan della Pink Venus, o nostri ammiratori» rispose Edward. «Non ti capita di essere riconosciuta per strada o in qualche locale? Perché a me succede più spesso di quanto vorrei.»
Tina lanciò una strana occhiata a Oliver, ne replicare: «Non mi capita sempre. Una volta è capitato che inseguissi un tizio per strada perché dovevo parlargli e che questo ci abbia messo un po' per capire chi fossi. È stato esilarante, per certi versi.»
Oliver avrebbe dovuto ignorarla, ma non lo fece.
«Forse non era quel tipo a essere rincoglionito, ma tu a trovarti in un posto dove non si aspettava di vederti. Ci hai mai pensato?»
«Non ho tempo per pensarci ora» puntualizzò Tina. «Adesso c'è il problema di quella gente. Ci sarà un modo carino per fare capire a tutti che hanno rotto le palle?»
Edward si alzò in piedi.
«Nessun problema, con quelle persone. Vieni con me.»
Tina rimase seduta.
«Dove?»
«Da loro.»
«A fare cosa? Vuoi davvero dire a tutti che hanno rotto i coglioni?»
«Certo che no! So essere una persona molto diplomatica, diversamente da te. Saranno sicuramente lieti di scattarsi dei selfie insieme agli ex piloti della Pink Venus. Scambiamo qualche parola con loro, li accontentiamo, poi ce ne torniamo al tavolo.»
«Con quale scopo?»
«Dopo smetteranno di guardare verso di noi o di scattarci foto di nascosto.»
Quelle parole parvero convincere Tina, si tirò su e seguì Edward dall'altra parte del bar, lasciando Oliver solo con Selena. Chissà se la Menezes pensava che avrebbe potuto approfittare dell'occasione per tartassarla di domande, oppure se si era diretta verso i presunti tifosi della Pink Venus senza fare in tempo a formulare un simile ragionamento.
Oliver non aveva a disposizione molto tempo per riflettere sul da farsi e ne ebbe ancora meno quando, proprio come aveva fatto Edward subito dopo il loro arrivo al bar, Selena fu la prima a fare domande.
«Stai bene con lei?»
Oliver si sentì avvampare. Non era certo di essere in grado di mentire proprio a Selena, quindi optò per una mezza verità: «Tina è una persona che sa sorprendere.»
Selena non di lasciò ingannare.
«Ti ho chiesto se stai bene insieme a lei. Non mi hai risposto.»
«Mi sembrava sottinteso.»
«Preferisco sentirtelo dire esplicitamente.»
Non c'era niente da fare, doveva rispondere in maniera affermativa.
«Sì, certo.»
«Mi fa piacere per voi. Non la conosco molto, ma sembra una donna molto determinata.»
«Tu, invece?»
«Io cosa?»
«Stai bene con Edward?» Oliver ridacchiò, preparandosi a menzionare una relazione tra lui e la Menezes. «Ormai sto insieme a Tina e non posso più venire a salvarti, quindi mi auguro che tu sia felice con lui.»
«Sì, sono felice con lui» confermò Selena.
«E la vostra settimana a Milano com'è andata?» buttò lì Oliver.
Selena rispose, con schiettezza: «Niente di che. Non so se hai presente essere invitato a casa di amici, di cui in realtà non conosci le abitudini. Per giorni non sai come muoverti, perché sei a casa d'altri e non vuoi essere in alcun modo di disturbo, ma ci sarebbero rimasti male se non avessi accettato l'invito nemmeno stavolta e allo stesso tempo ci rimarrebbero male se tu decidessi di tornartene a casa in anticipo. In più non puoi nemmeno programmare cosa fare durante il giorno, perché in un modo o nell'altro sono loro a scandire i tuoi tempi.»
«In sintesi» concluse Oliver, «Sei stata contenta quando la settimana è finita.»
«Sì, e anche Edward.»
«Quando avete scoperto della morte di Mirko De Rossi?»
«Il giorno dopo.»
«Chi ve ne ha parlato?»
«Nessuno. Era su tutti i telegiornali, era impossibile non venirlo a sapere.»
«È andata così anche per me» le confidò Oliver.
Selena azzardò: «Mi è parso di capire che aveste litigato, in passato, e che tu abbia smesso di scrivere per questo.»
Oliver affermò: «Non l'ho ucciso io, se è questo che mi stai chiedendo.»
Per un attimo, Selena parve spiazzata. Poi precisò, con prontezza: «Certo che no, come potrei anche solo pensarlo?»
Evidentemente Oliver era il solo che si fosse calato, probabilmente a sproposito, nel ruolo del detective. Decise di rispondere ai suoi dubbi, in ogni caso: «Sì, ho litigato con De Rossi, a suo tempo, perché avrebbe voluto che nel mio libro parlassi di tutti i retroscena sull'incidente di Patrick Herrmann - anche quelli che riguardano persone rimaste nell'ombra, se capisci cosa voglio dire - e ho smesso di lavorare con lui. A un certo punto ci siamo sentiti di nuovo», Oliver non specificò che fosse accaduto la sera stessa della morte di Mirko, «E mi ha proposto di metterci alle spalle i dissapori che avevano avuto in passato. Mi ha proposto di lavorare di nuovo per lui.»
«E tu?»
«Abbiamo parlato in tono cordiale, quindi penso di potere affermare che i nostri contrasti fossero in qualche modo un affare che non ci riguardava più. Poi del lavoro non se n'è fatto più niente. Avevo ricevuto anche un'altra offerta ed ero intenzionato ad accettare l'altra. Non ho più sentito Mirko, da allora.»
«Mi dispiace. Eravate amici? Voglio dire, prima.»
«In realtà abbiamo sempre avuto un rapporto strettamente professionale, non ci frequentavamo al di fuori, anche se passavamo un sacco di tempo insieme per lavoro. Dipende dal significato che dai al concetto di amicizia. Penso di sì, di poterlo definire un amico, almeno a quei tempi. Poi le nostre strade si sono separate, ma era inevitabile. Non capiva che non potevo sbattere in piazza certe questioni in nome delle copie che avrei venduto. Ho provato a spiegargli le mie ragioni, ma non ha funzionato. Forse ho sbagliato nei modi, ma certe decisioni spettavano a me, non a lui.»
Selena mormorò: «Grazie.»
Oliver la guardò negli occhi.
«Per cosa?»
«Per quello che hai fatto per me, anche a costo di perdere il tuo lavoro e la tua amicizia con De Rossi.»
«Non potevo permettere che tu finissi gettata in pasto a degli squali desiderosi di divorarti» puntualizzò Oliver. «Ti avrebbero distrutta, quando tu non avevi alcuna colpa. Il concetto di responsabilità individuale non esiste, per molta gente contemporanea, e avrebbero detto e scritto cose orribili anche sul tuo conto, quando tu eri solo una vittima indiretta.»
«Sei un vero amico» concluse Selena. «È bello sapere di potere contare su di te.»
Sarebbe stato meno bello, per lei, scoprire che le aveva posto delle domande al fine di accertare se potesse essere presa in considerazione come persona sospettabile di omicidio, ma per fortuna non lo sarebbe mai venuta a scoprire.
Oliver non cosa dire, in quel momento, e aveva il sospetto che tacere fosse la scelta migliore. A toglierlo da ogni impiccio furono Edward e Tina, di ritorno al loro tavolo.
«Allora?» chiese Selena. «Erano vostri accaniti sostenitori?»
«Erano accaniti sostenitori di Tina» puntualizzò Edward. «Lo sai benissimo che la mia ex compagna di squadra è molto più apprezzata di me.»
«In effetti» ammise Selena, «Non penso che si possa essere detrattori di Tina.» Si rivolse alla Menezes. «Spero che tu non ti offenda, se dico che hai saputo essere un grande personaggio. Infatti non ho mai capito perché tu abbia degli hater in Brasile.»
«Hater in Brasile?» intervenne Oliver.
Sapeva a che cosa si stesse riferendo Selena, almeno a grandi linee, ma non si aspettava che quel discorso uscisse proprio quella sera e che a tirarlo fuori fosse Selena.
Tina apparve spiazzata. Prima di replicare lasciò passare fin troppo tempo e, quando lo fece, si limitò a ripetere: «Hater in Brasile?» Dopo un altro lungo silenzio dedusse: «Oh, capisco. Non ci sono segreti tra te e Edward. Ti ha raccontato tutto?»
Edward si difese: «Mi sono limitato a dirle che nel tuo paese natale c'è chi non ti apprezza e che, per quanto la cosa non ti disturbi particolarmente, al giorno d'oggi, ci sono stati momenti in cui ti sei sentita a disagio, nel sentire certi commenti su di te.»
Selena mise in chiaro: «Non volevo tirare fuori argomenti scomodi. Non era assolutamente mia intenzione.»
L'argomento venne ben presto accantonato e Oliver non ebbe il coraggio di chiedere spiegazioni a Tina, né quella sera, né il giorno dopo.
Così come non avrebbe riferito a Dalila, nella loro telefonata dell'indomani, la sua conversazione a tu per tu con Selena, non le avrebbe nemmeno accennato a quell'aspetto. Avrebbe tuttavia avuto modo di approfondirlo, in maniera del tutto inaspettata.
***
Oliver stava ancora ascoltando Dalila che lo salutava, quando il telefono di sua proprietà vibrò. Si affrettò di riattaccare, sostenendo di avere da fare, senza dare alla Colombari troppo tempo per replicare.
Aveva ricevuto un lungo messaggio, che recitava, testualmente: "Oggi non sono riuscito a vederti da solo, ma avrei bisogno di parlarti in privato. Possiamo incontrarci? Se ti mando la mia posizione, potresti raggiungermi?"
Era Roberts ed era una grossa sorpresa che gli stesse chiedendo quell'incontro. Per un attimo Oliver si chiese se Edward avesse qualche dettaglio utile da riferirlo a proposito dell'omicidio di Mirko De Rossi, ma scartò subito quella possibilità: era totalmente illogica.
Gli scrisse: "Perché vuoi che ci vediamo?" Inviò il messaggio e si pentì di non essere stato abbastanza accomodante. Aggiunse, per fargli capire che accettava l'invito: "Va bene, possiamo vederci."
La risposta di Edward fu piuttosto rapida e immediata: "È meglio se ne parliamo di persona."
Seguì la posizione. Non era tanto lontano, quindi Oliver stimò di potere fare presto. "Sono da te tra dieci minuti, un quarto d'ora al massimo."
Edward concluse: "Va bene, ti aspetto."
Quando si presentò all'appuntamento, Oliver dedusse che avrebbero dovuto discutere di qualcosa di potenzialmente scomodo. Edward, infatti, l'aveva invitato a raggiungerlo in un posto isolato che ricordava vagamente il parco in cui l'aveva condotto Tina la sera del loro primo incontro - soltanto una settimana prima, anche se gli sembrava che fosse passato un secolo.
Era seduto su una panchina e Oliver si guardò intorno, prima di accomodarsi di fianco a lui.
«Allora?» gli chiese. «Se volessi uccidermi e sbarazzarti del cadavere, non avresti lasciato i messaggi come prova. Cosa succede, quindi?»
«Non intendo ucciderti e sbarazzarmi del cadavere» mise in chiaro Edward, «Ma non ho dubbi che prima o poi qualcuno finirà per farlo. Che casino sta succedendo e che ruolo hai tu in tutto questo?»
«Nessun casino» rispose Oliver, «E ovviamente non ho alcun ruolo in tutto ciò.»
«Puoi ingannare Veronica, e anche Selena, ma non me» replicò Edward. «Non me la bevo, questa storiella: prima smetti di firmare articoli perché vuoi una vita tranquilla, poi, improvvisamente, in un colpo solo, ricompari al fianco di Tina Menezes poco dopo che il tuo ex collega è stato assassinato. Cosa stai tramando?»
Oliver rispose: «Ho conosciuto Tina Menezes qualche tempo fa. Ci siamo messi insieme e...»
Edward lo interruppe: «Non credo a questa storia. Ero sincero quando ho detto che secondo me siete una coppia bene assortita, ma non mi faccio fregare da questa recita. Ti conosco fin troppo bene. Non ho idea di che cosa tu ti sia messo in testa di fare, ma Tina è solo una copertura. Di conseguenza, se ha accettato di prestarsi a questa sceneggiata, anche lei è al corrente di quello che stai combinando.»
Oliver aveva pochi secondi a disposizione per decidere se continuare a mentire, oppure ammettere almeno parte della verità. Se la prima opzione era sulla carta quella da perseguire a ogni costo, era anche quella che aveva meno possibilità di funzionare. Decise, quindi, di selezionare alcuni elementi che potessero essere condivisi con Roberts.
«Va bene, lo ammetto, io e Tina non stiamo insieme. Però non sono stato io a coinvolgerla, è stata lei a coinvolgere me.»
«E di cosa si tratta, se non sono indiscreto?»
«Si tratta di una questione molto delicata che riguarda Tina, è tutto quello che posso dirti.»
«E Mirko De Rossi come si incastra, in tutto questo?»
Oliver ci pensò, se lo chiese seriamente. Non c'era una risposta ben precisa e decise di non nasconderlo a Edward: «Non lo so come si incastri, spero in nessun modo. Quando Tina mi ha cercato, Mirko era ancora vivo e vegeto. Né io né Tina pensavamo minimamente che potesse morire.»
«In sintesi» dedusse Edward, «L'omicidio non c'entra niente con quello che state facendo tu e Tina, almeno in linea teorica, ma in realtà non ne sei tanto convinto e, anzi, temi che possa avere qualcosa a che vedere con voi.»
«È una faccenda molto complicata e, dovendo rendere conto a Tina di quello che eventualmente riferisco ad altri, non posso aggiungere molto. Però anche Mirko ha avuto, indirettamente, a che vedere con Tina. Non mi tolgo dalla testa l'idea che non sia stato ucciso per caso.»
«Quindi ti sei cacciato in un ennesimo guaio.»
«Se stai dicendo che me le cerco, ti sbagli di grosso. Ci sono finito per caso in passato e, di nuovo, ci sono finito per caso.»
Edward chiarì: «Non ti stavo giudicando. Anzi, sono molto legato a Tina, da quando eravamo compagni di squadra, ed è bello sapere che tu la stia aiutando, anche se non c'è niente tra voi. Quello che non capisco è cosa stai cercando. Sei venuto qui in Austria per questo: per cercare qualcuno o qualcosa, non è vero?»
«Te lo ripeto» ribadì Oliver, «Non sarebbe giusto scendere nei dettagli. Visto che, in ogni caso, hai capito qual è il mio scopo, questo te lo posso confermare: ho qualcosa da scoprire. Diciamo che Tina è stata contattata da una persona anonima - non posso dirti per quale motivo - e che ha bisogno di scoprire chi sia questa persona anonima prima che faccia qualcosa di peggio che limitarsi a contattarla.»
«Quindi ti sei messo alla ricerca di qualcuno che non sai dove trovare?» obiettò Edward. «Non è un po' come cercare un ago in un pagliaio?»
«A volte basta far parlare gli "aghi" giusti. Non hai idea di quante cose interessanti mi abbiate riferito tu e Selena. Parlare con voi è stato più illuminante che farlo con la Thompson e Harvey. A proposito, dato che siamo sull'argomento, hai qualcosa da dirmi su di loro?»
«Aspetta, Fischer... questo è un interrogatorio? Ed era un interrogatorio anche quello di ieri sera?»
Oliver minimizzò: «Niente interrogatori, ma è sempre interessante ascoltare quello che le persone hanno da dire, specie considerato che sto cercando una persona vicina a Tina, che possa avercela con lei, magari a sua insaputa.»
«Tina è sempre molto apprezzata, non penso che qualcuno voglia farle del male.»
«Eppure sta succedendo.»
«Sei sicuro che la persona anonima non abbia altri scopi?» azzardò Edward. «Da come ne hai parlato, sembra di avere a che fare con un ricatto o qualcosa di simile. A volte i soldi spingono di più dell'odio.»
«Non lo metto in dubbio» confermò Oliver, «Ma non ci sono mai state richieste economiche. Tina è convinta di avere a che fare proprio con qualcuno che ce l'ha con lei, ma non ha idea di chi possa detestarla fino a questo punto. Quella persona anonima ha fatto qualcosa di grave nei suoi confronti, e Tina sostiene di non avere idea di chi sia. Tu sai se qualcuno potrebbe odiarla al punto da volerla rovinare?»
Edward sospirò.
«Non lo so, sarebbe strano.»
«Cosa vuoi dire?»
«Ieri sera Selena ha menzionato degli hater, in Brasile. Mi è sembrato che fossi molto attento.»
Oliver osservò: «Non ti è proprio sfuggito nulla. Posso sapere le ragioni della tua stretta sorveglianza?»
«L'ho già detto e lo ribadisco, dove ci sei tu ci sono sempre dei casini» ribatté Edward. «La storia di te e Tina Menezes come coppia non mi convinceva, quindi ho pensato fosse opportuno capirci qualcosa di più. E non mi sbagliavo. Dopotutto anche tu hai indagato su di me, se non sbaglio.»
«Indagato è una parola grossa.»
«Ma vera.»
Oliver si arrese: «Va bene, hai ragione tu. Adesso, però, spiegami la storia degli hater. So che, in passato, Tina non era troppo apprezzata. O meglio, un tempo lo era, ma è successo qualcosa e ha perso l'appoggio di tanti suoi estimatori. Cosa ne sai?»
«Poco.»
«Però qualcosa sai.»
«Tina mi ha fatto delle confidenze.»
«Che tu hai riferito a Selena.»
«Selena è mia moglie. Preferisco che sappia con certezza che tipo di rapporto mi lega alle altre donne che ho intorno.»
«Quindi hai messo in chiaro che la Menezes è una persona con dei tormenti interiori che si confida con te, poi le hai riferito certe sue confidenze.»
«Una specie.»
«Credo dovresti riferirle anche a me.»
Edward gli ricordò: «Non sono sposato con te. Per fortuna.»
«La fortuna è reciproca» ribatté Oliver. «In ogni caso, sai che non ti sto chiedendo di parlarmi di affari riservati solo per il gusto di impicciarmi. Cos'è successo in passato, da spingere una parte dei fan di Tina ad abbandonarla e, addirittura, a darle contro? Hai parlato di hater, adesso parlane fino in fondo.»
Edward chiarì: «Non sono certo che quello che mi ha raccontato Tina sia vero. A volte tende a esagerare, a vedere tutto negativo. Potrebbero essere stati solo insulti sporadici ed essere stati ingigantiti in buona fede.»
«Insulti da parte di chi?»
«Presunti tifosi. Molti tifosi. Appassionati di categorie minori. È una vicenda che risale ai tempi della Formula 3 Brasiliana, in cui la Menezes gareggiava quattordici o quindici anni fa.»
«Conosco quella parte della sua carriera.»
«Quindi saprai anche di Manuel Serrano.»
«Sì, era il compagno di squadra di Tina.»
«Hanno avuto una relazione. Sono stati insieme per un anno, tra alti e bassi. Serrano era il favorito per il titolo, Tina non lo accettava tanto facilmente. Ci sono stati dei contrasti con la team principal, la nipote del titolare, Hernandez. Tina aveva dalla sua parte Donato Franzoni, l'uomo che c'era con noi mercoledì sera, ma Dalma Hernandez era convinta di puntare su Serrano. Aveva avuto risultati migliori di Tina e aveva sponsor più influenti, entrambe le cose giocavano a suo favore.»
«E poi?»
«Poi, effettivamente, verso la fine della stagione, Serrano sembrava a un passo dal titolo. Tutto quello che era successo aveva minato molto il rapporto tra lui e Tina. Tutto precipitò da un momento all'altro e furono in molti a prendersela con lei, come se avesse desiderato un simile epilogo.»
Nessun commento:
Posta un commento
Grazie per essere arrivato/a fino in fondo. Se vuoi, fammi cosa ne pensi con un commento. :-) Puoi farlo anche in maniera anonima.
Se sei capitato/a qui per caso ti invito a visitare il mio blog, in particolare le etichette "Commenti ai GP" e "F1 vintage".
Se invece mi leggi abitualmente e sei arrivato/a qui di proposito, ti ringrazio per l'apprezzamento e spero continuerai a leggermi.
Buon proseguimento di giornata (o a seconda dell'orario, di serata, o buona notte). <3
Milly Sunshine