sabato 13 maggio 2023

13 maggio 1950: il primo gran premio ufficiale

Un po' di tempo fa è stato detto che le qualifiche al venerdì offendono la storia. A mio vedere ci sono tanti aspetti che vengono offesi, tipo la gente che sente la teoria dumbaby-friendly secondo cui "se sei adulto abbastanza per avere un lavoro, allora perché segui ancora la Formula 1? avere degli interessi è riservato agli adolescenti e ai neoventenni". Con questo sia chiaro, non sto affermando che i cambi di format visti di recente siano belli o sensati. No, sto solo affermando che le qualifiche di venerdì non offendono la storia, ma sono esse stesse parte della storia: a Silverstone, il 13 maggio 1950, veniva disputato il primo gran premio "ufficiale" della storia ed era sabato. Le qualifiche si erano svolte il giorno precedente che, guess what, era venerdì.
Non sono comunque qui per parlare dei giorni nostri e delle giornate da riservare alle qualifiche, quanto piuttosto, essendo oggi il 13 maggio 2023, raccontarvi quello che succedeva esattamente settantatre anni fa al gran premio di Gran Bretagna, di cui sono arrivate ai giorni nostri cronache scritte e anche un video che sembra un servizio giornalistico d'epoca.

Non erano tempi di "America first!!!111!!11!!!" che tanto piacciono ai fanboy d'oltreoceano. C'erano ventuno piloti di cui diciannove europei, e loro dicono anche che la Formula 1 non se la sono inventata gli europei. L'unico pilota d'oltreoceano era argentino, ed era Juan Manuel Fangio, che scattava terzo in griglia in una quadrupletta(?) di Alfa Romeo, preceduto da Nino Farina e Luigi Fagioli, seguito da Reg Parnell.
Quinto sulla griglia c'era l'unico altro non europeo presente, nella fattispecie un asiatico, e credo che questa sia la ragione per cui, esattamente come i latino-americani, possiamo considerare gli asiatici bene accetti! L'asiatico in questione era al volante di una Maserati, perché Italy first!!11!!!!11!!!!, seguita nelle posizioni retrostanti da squadre francesi o inglesi. Tornando al pilota, era un connazionale di Albon, ovvero Birabongse Bhanudej Bhanubandh altresì noto come Prince Bira, uno che non è che andasse esattamente piano.
Il gran premio si è svolto al cospetto della famiglia reale, tra cui la (futura) regina Elisabetta, famiglia reale che tra parentesi da quello che si vede nei brevi filmati d'epoca, era molto più composta e molto meno attention seeker delle celebrità che si aggirano per le strade di Miami. Il Royal Team, in pista, era chiaramente l'Alfa Romeo, come facilmente intuibile dal risultato delle qualifiche.

Sembra che nella prima parte di gara le posizioni siano cambiate più volte tra Farina, Fagioli e Fangio, con l'argentino tuttavia costretto al ritiro da un guasto al motore. Farina, a quel punto, si è confermato il principale candidato alla vittoria e ha appunto vinto la gara, seppure con un gap abbastanza contenuto nei confronti di Fagioli, circa due secondi e mezzo.
Il podio è stato completato da Parnell, nonostante secondo quanto ci dica Wikipedia inglese avesse investito accidentalmente una lepre (nella prima gara valevole per il campionato di Formula 1, quindi, c'è stata un'invasione animale), quindi tre Alfa nelle prime tre posizioni. Ma rimane una gara poco importante, perché non c'era nessuna Ferrari!
Pare anche che Prince Bira viaggiasse intorno alla quarta piazza prima di essere costretto al ritiro perché non aveva abbastanza carburante per proseguire. Le Alfa ha hanno staccato di due giri il loro più diretto inseguitore, il francese Yves Giraud Cabantous, che ha preceduto il connazionale e compagno di squadra alla Talbot, Louis Rosier: sono loro i piloti che sono andati a chiudere la zona punti, all'epoca un onore che toccava solo ai primi cinque.

La gara è durata due ore e tredici minuti e, come da prassi ai tempi, era consentito cambiare pilota in corso d'opera. Ci sono state un paio di monoposto sulle quali si sono alternati due diversi piloti nel corso del gran premio, ma non tra le prime posizioni, quindi ci siamo salvati da cose che apparirebbero fuori luogo ai nostri occhi come gradini del podio ex-equo.
È finita così e purtroppo i filmati d'epoca non dicono molto altro, se non che i piloti dei tempi praticamente guidavano in camicia e sulla testa portavano cose che per i nostri standard sembrano a malapena caschi da ciclista, il che porta alla solita considerazione che a molti sfugge.
La Formula 1 del 1950 non ha nulla di simile a quella attuale. Ne ha gettato le basi, di quella di ogni epoca fino alla nostra e fino a quello che verrà, ma le epoche, a mio parere, non si possono confrontare: possiamo solo coglierne gli aspetti positivi e celebrati, come ho cercato di fare in questo post. Spero che calarvi nel 1950 sia stato di vostro gradimento e chissà che gli anni '50 non tornino a farci visita qui sul blog!

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