domenica 28 ottobre 2018

Formula 2 come serie B della Formula 1 secondo Di Grassi: perché non sono d’accordo

Parto da una premessa: ho una vaga reminiscenza a proposito di un articolo uscito su La Repubblica nel periodo fine 2005/inizio 2006, in cui si parlava dell’eventualità che la GP2 divenisse una sorta di Serie B della Formula 1, con i due team meglio classificati che passavano in Formula 1 e i due peggio classificati della Formula 1 che retrocedevano in GP2.
Non ho nessuna prova di quanto sto scrivendo. Me lo ricordo e basta, ma temo di non averlo nemmeno scritto sul mio diario dell’epoca che aggiornavo come una giovane e arrembante Bridget Jones. Ci credo, l’idea che Alonso volesse lasciare la Renault per la McLaren doveva avermi traumatizzata al punto tale che le sorti della Midland non erano minimamente nei miei pensieri.
Questo discorso di cui ricordo vagamente è scivolato nel nulla e sinceramente sono contenta che non si sia mai concretizzato.
Tuttavia, all’inizio di questa settimana è accaduto qualcosa che mi ha fatto ripensare (non per la prima volta in realtà) a quel vecchio articolo, in quanto, Lucas di Grassi ha postato questo testuale tweet:

"My view, in an ideal world, would be bottom 4 of F1 would drop to F2, top 4 of F2 would automatic go up, same dropping to F3 and F2... like football or surf.. Like this would clean up all the pay drives as it progresses. I should state this is utopic & unrealistic for motorsport."

Con tutto il rispetto possibile per Lucas Di Grassi, che stimo molto come pilota e del cui titolo in Formula E del 2017 sono stata piuttosto felice, vorrei spiegare perché non sono d’accordo con quanto ha scritto, specie sui pay drivers.
La ragione principale per cui non sono d’accordo con quello che ha scritto, ovvero la retrocessione dei quattro peggiori team classificati in Formula 2, è che le performance non dipendono solo ed esclusivamente dai piloti e la cosa che mi fa più specie è che una simile osservazione sia uscita proprio da uno di quei piloti che dovrebbe saperlo al meglio. Tutti sappiamo che Lucas Di Grassi è stato in Formula 1 soltanto nel lontano 2010. Sappiamo in quale squadra fosse e sappiamo che, seppure in certe occasioni lui stesso possa non avere brillato, la ragione per cui in classifica finale è arrivato 24esimo non era da attribuirsi a lui stesso, quanto piuttosto alla vettura che guidava: la Virgin/Manor del 2010, seppure sulla carta fosse più veloce della HRT, si è classificata ultima nella classifica costruttori, dietro alla HRT stessa. Colpa dei piloti? Ne dubito fortemente... e Di Grassi dovrebbe essere il primo a sapere che la responsabilità dei risultati non era né sua né di Glock, 25esimo in classifica piloti, nonostante negli anni precedenti fosse salito sul podio con una Toyota.
Al di là di questo un’altra ragione oggettiva per cui non sono d’accordo è che dubito fortemente che i team di GP2/Formula 2 sarebbero pronti per un debutto in Formula 1. Sono due serie molto diverse e il risultato sarebbe probabilmente vedere i team di Formula 2 arrancare e finire nuovamente fuori dalla Formula 1. Se tende ad andare così nel calcio, figuriamoci in Formula 1, dove la “proposta” è di retrocedere quasi la metà dei team e in cui i big money sembrano essere moooooolto più rilevanti nel calcio, dove un fanalino di coda potrebbe riuscire a battere una squadra di medio livello molto più facilmente di quanto una HRT potesse pensare di battere una Force India.

Poi c’è l’aspetto “pay drivers”, attualmente visti come il malehhhh assolutohhhh e come l’unica ragione dei fallimenti di certi team, uno nello specifico peraltro, perché l’unico problema della Williams sono solo ed esclusivamente gli Strollotkin, poco importa che l’anno scorso Stroll ci fosse anche l’anno scorso e che se quest’anno è andato a punti solo una volta mentre l’anno scorso ha fatto addirittura un podio ed è partito una volta dalla prima fila la causa dei risultati negativi difficilmente sia solo da attribuire a lui (e lo dico partendo dal presupposto che ci sarebbero stati piloti che secondo me avrebbero meritato di salire sul podio molto più di Stroll).
Credo che si stia sottovalutando molto, per quanto il risultato del pilota sia comunque importante, che anche la vettura conta moltissimo. Se una vettura prende sei o sette secondi al giro, un pilota brillante potrà anche riuscire a portarla miracolosamente in Q2, ma tutto potrebbe esaurirsi lì. Per quanto un pilota straordinariamente brillante potrebbe riuscire nell’eroica impresa di vincere un gran premio su una vettura da metà classifica, nessun pilota straordinariamente brillante vincerà mai un gran premio al volante di una Caterham.
Inoltre, dare per scontato che i piloti dei team che si piazzano nelle ultime quattro posizioni abbiano ottenuto risultati negativi mi sembra un po’ irrispettoso nei loro confronti. Sato che andava a punti in Spagna e in Canada 2007 è stato un fallimento? Vettel e Liuzzi che andando a punti in Cina dello stesso anno salvando il culo alla Toro Rosso (fino a quel momento ultima in classifica) sono stati un fallimento? Bianchi e Wehrlein che hanno fatto punti sulla Marussia sono stati un fallimento? Nasr che salvava il culo alla Sauber in Brasile 2016 era un fallimento?
Considerando che tutti costoro sono stati acclamati come degli eroi dal loro team, in corrispondenza di tali eventi, ne dubito fortemente, ma chi sono io per dire che hanno ottenuto risultati meno scontati di quanto pensavamo?

Adesso andiamo a vedere se davvero, sbattendo fuori dalla Formula 1 gli ultimi quattro team classificati in ogni stagione avremmo ottenuto una griglia di migliore talento e ci saremmo liberati dalla piaga dei piloti paganti.
La prima volta che lessi di un’ipotetica retrocessione era l’inverno 2005/2006. Se tale regola fosse entrata in vigore per il 2006, alla fine di quell’anno sarebbero uscite di scena Williams, Toro Rosso, Midland/Spyker e Super Aguri. Piloti: Webber/Rosberg, Liuzzi/Speed, Albers/Monteiro, Sato/Ide/Montagny/Yamamoto. Ammetto che certi soggetti, tra quelli menzionati, in Formula 1 ci stavano a dire poco. Tuttavia vorrei precisare che, con la retrocessione di Williams in GP2, avremmo avuto la seguente situazione: Webber non sarebbe stato rimpiazzato da Wurz in quanto quest’ultimo difficilmente avrebbe accettato di gareggiare in GP2, mentre Rosberg in GP2 non avrebbe potuto gareggiarci in quanto vietato a chi ha vinto un titolo in quella serie, di conseguenza la Williams avrebbe dovuto mettere al volante gli unici altri due piloti di cui disponeva all’epoca, ovvero Karthikeyan e Nakajima. Con tutto il rispetto possibile, specie per Nakajima che oggi è un vincitore della 24 Ore di Le Mans, l’obiettivo era quello di liberarsi dei piloti paganti o di servire loro un volante su un piatto d’argento?

Superato il rischio di una retrocessione alla fine del 2006, concentriamoci adesso su quello che sarebbe accaduto se la retrocessione in GP2 fosse entrata in vigore nel 2007... e vi avverto che adesso iniziano le vere sofferenze.
Facciamo finta che la McLaren non sia stata squalificata dalla classifica costruttori per effetto della spy-story, i candidati all’uscita di scena sarebbero stati Toro Rosso, Honda, Super Aguri e Spyker, con i seguenti piloti: Liuzzi/Speed/Vettel, Button/Barrichello, Sato/Davidson, Fisichella/Sutil.
A completare l’opera, sarebbero stati sbattuti fuori dalla Formula 1 anche piloti che avevano ottenuto performance notevoli, se proporzionate alla monoposto che guidavano: ho già accennato al quarto e al sesto posto ottenuti rispettivamente da Vettel e Liuzzi in Cina, quindi come non menzionare anche il quinto posto di Button in quella stessa occasione, i due piazzamenti a punti di Sato e, per completare l’opera, il fatto che anche Sutil, a un certo punto, abbia ottenuto una top-8 e che anche la modestissima Spyker non se ne sia tornata a casa senza punti. Non sono esattamente sicura che questi piloti meritassero di rimanere fuori dalla Formula 1 o che siano stati i responsabili dei risultati negativi delle squadre per le quali gareggiavano. Anzi, ho la vaga sensazione che spesso siano state le performance dei piloti a garantire a tali squadre quei pochi risultati di spessore che hanno ottenuto.

Il 2008, invece, sarebbe stato una sintesi del 2006 e del 2007: fuori Williams, Honda, Force India e Super Aguri, guidate rispettivamente da Rosberg, Nakajima, Button, Barrichello, Fisichella, Sutil, Sato e Davidson. Qualora la Super Aguri non contasse perché era fallita, fuori la Redbull guidata da Coulthard e Webber, anche loro immeritevoli di un volante in Formula 1. Trovo tutto ciò agghiacciante, alla luce del fatto che tra di loro Coulthard, Rosberg e Barrichello hanno anche ottenuto dei piazzamenti a podio. In più, tra quelle squadre, c’era chi andava male perché era già focalizzato sul futuro, come dimostra il grande ribaltone nei valori in campo avvenuto con il successivo campionato.
Il 2009, a proposito, avrebbe visto andare fuori Williams, Renault, Force India e Toro Rosso, ovvero Rosberg/Nakajima, Alonso/Piquet/Grosjean, Fisichella/Sutil/Liuzzi, Buemi/Bourdais/Alguersuari, tra cui spiccano Alonso autore di una pole position e Fisichella autore di una pole position e di un podio. In qualità di campione del mondo, Button si è salvato una volta tanto dalla “retrocessione” e per qualche anno se la caverà...

Nel 2010 sono arrivati i “nuovi team” e per la prima volta a partire dall’inizio di questa ricostruzione un simile concetto inizia a sembrarmi leggermente (dove “leggermente” va scritto a caratteri cubitali e in modo totalmente non ironico) meno sguaiato di prima. Tuttavia non sono affatto certa che la Toro Rosso meritasse di essere sbattuta fuori dalla Formula 1 al termine del 2010 (i piloti erano sempre Buemi e Alguersuari). Anche tra i nuovi team, Lotus/Caterham, HRT e Manor/Virgin non sono per niente certa, anzi sono certa del contrario, che seppure ci fossero alcuni piloti dal dubbio curriculum antecedente alla Formula 1 (in realtà meno di quanto potrebbe sembrare, perché con gli attuali standard tutti a parte Yamamoto potrebbero tranquillamente ottenere la superlicenza), la colpa dei risultati non sia di Trulli/Kovalainen, Senna/Chandhok/Yamamoto/Klien, Glock/Di Grassi, quanto piuttosto del fatto che le vetture fossero mooooooolto più indietro anche solo della Toro Rosso.
Se la “Serie B” fosse entrata in vigore un anno dopo, invece, avremmo dovuto rinunciare per l’ennesima volta alla Williams, guidata da Barrichello e Maldonado (che con la retrocessione sarebbe stato eliminato in qualità di campione di GP2). C’erano ancora Trulli e Kovalainen alla Lotus/Caterham, era la volta di Liuzzi, Karthikeyan e nientemeno che Ricciardo in HRT e di Glock e D’Ambrosio in Manor.

Per ironia della sorte, Ricciardo sarebbe risultato inadeguato alla Formula 1 anche nelle due stagioni successive, quando faceva coppia con Vergne alla Toro Rosso.
Nel 2012, infatti, la Toro Rosso è arrivata quartultima davanti a Caterham (Kovalainen/Petrov), Marussia (Glock/Pic) e HRT (De La Rosa/Karthikeyan), stessa posizione occupata anche nel 2013. In quest’ultima occasione sarebbe stata sbattuta fuori a calci insieme alla Williams, guidata da Maldonado e Bottas, oltre che alla Marussia e alla Caterham, i cui piloti erano Bianchi, Chilton, Pic e Van Der Garde.
Poi passiamo al 2014 e passiamo a un’amara realtà: sto contemplando lo spigolo dell’armadio e ho una gran voglia di sbatterci la fronte. Il quartultimo posto, comunque, è toccato alla Lotus... per intenderci, la Renault, quella di Grosjean e Maldonado, che di conseguenza non sarebbero finiti in GP2, in quanto avevano già vinto entrambi quel campionato in passato e non potevano ritornarci. Dietro c’erano la Marussia, la Sauber e la Caterham... tutta kolpahhhhh di Bianchi, Chilton, Sutil, Gutierrez, Kobayashi, Ericsson, Lotterer e Stevens, a proposito, chi è Stevens?
Ora, mi rendo conto che i Sutilerrez non siano stati esattamente dei fenomeni quell’anno alla Sauber e lo dimostra ampiamente il fatto che la Sauber si sia classificata dietro alla Marussia... ma appunto, la Marussia che si è classificata terzultima, qualunque cosa ne dica la classifica, non solo non ha deluso le aspettative, ma le ha ampiamente superate e non credo che ci sia una sola persona al mondo che lo possa negare!

Torniamo alla nostra situazione di pace primordiale in cui nessuno veniva retrocesso e preoccupiamoci di quello che sarebbe accaduto nel 2015, se le retrocessioni fossero entrate in vigore alla fine di quella stagione.
Ovviamente la Manor quell’anno si è classificata ultima, tutto per kolpahhhh di Stevens, Mehri e Rossi, ma direi che possiamo archiviare questo passaggio ed occuparci di cose di maggiore rilievo: quartultima nel 2015 è arrivata la Toro Rosso, il che è una chiara dimostrazione che Verstappen e Sainz Jr, apparentemente, non hanno le capacità per gareggiare in Formula 1.
Direi di spendere poche parole su Nasr ed Ericsson, con il terzultimo posto della Sauber, e di parlare di chi si è classificato penultimo in classifica costruttori: la McLaren. So che sarete profondamente commossi nello scoprire che, per incrementare il livello di talento in Formula 1, la ricetta segreta era prendere Alonso e Button e sbatterli fuori a calci, peraltro nel caso di Button per l’ennesima volta. La colpa dei risultati, ovviamente, era tutta dei piloti, non certo del fatto che la vettura non vedesse praticamente mai il traguardo.

Incredibile ma vero, nel 2016 la McLaren si è salvata dal suo terribile destino: fuori la Haas, fuori la Renault, fuori la Sauber e fuori la Manor.
Piloti: Grosjean/Gutierrez, Magnussen/Palmer, Nasr/Ericsson, Wehrlein/Haryanto/Ocon. Per la seconda volta in questa ricostruzione rimango basita di fronte al fatto che, apparentemente, la Manor sia considerata una squadra che, con il contributo dei suoi piloti, si è rivelata fallimentare. O meglio, visto come erano andate le cose è vero che la classifica finale avrebbe potuto essere migliore, ma non si può negare che un piazzamento a punti sia stato qualcosa che andava oltre ogni ragionevole aspettativa, soprattutto per il modo in cui è arrivato. Wehrlein si è qualificato 12° ed è arrivato 10°, tutto in un solo weekend. Non è arrivato 10° perché solo dieci vetture sono arrivate al traguardo. No, ha fatto qualcosa di eroico, anche se sono #TeamOcon. A quel punto la Sauber era ultima in classifica e vi sarebbe rimasta, se Nasr non avesse salvato il fondoschiena al team arrivando a punti in Brasile.
Eppure in apparenza questa gente non meritava la Formula 1 e non la meritava neanche il team Haas al gran completo, a punti all’esordio e con risultati almeno di medio livello nella sua stagione d’esordio. Mhm... sono molto perplessa.
Infine è venuto il 2017, che avrebbe visto la retrocessione di Toro Rosso, Haas, McLaren e Sauber, per le quali hanno gareggiato i seguenti piloti: Sainz/Kvyat/Gasly/Hartley, Grosjean/Magnussen, Alonso/ Vandoorne, Wehrlein/Ericsson. Continuo ad essere molto perplessa.

Essenzialmente dalla questa analisi sembrerebbe emergere che, retrocedendo le squadre peggio classificate in un’ipotetica “serie B” della Formula 1, l’effetto non sia quello di eliminare i piloti poco competitivi, quanto piuttosto di eliminare quelli che ottengono risultati almeno in linea con quelli della monoposto, se non addirittura più elevati.
Curiosamente, andando a conteggiare chi sia l’uomo dei record tra quelli che non hanno guidato per i “nuovi team”, viene fuori che i piloti che sarebbero stati sbattuti fuori a calci nel fondoschiena più volte sono, a pari merito, Button, Rosberg e Alonso. Poco più indietro di loro, dovrebbero piazzarsi Ricciardo e Sainz... Non so, così, a primo impatto, mi viene da pensare che questa teoria della serie B della Formula 1 sia un po’ a rivedere.

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