lunedì 12 ottobre 2015

Keep calm and watch Champ Car!

Curiosità e osservazioni random su Formula Cart e Champ Car nell'epoca della scissione CART/IRL: 2005, 2006 e 2007

Tutte le belle storie finiscono ed è finita anche quella della Champ Car, ma non perdiamoci d'animo perché è tempo di celebrare in bellezza le ultime stagioni di questa gloriosa serie, in cui ci sono stati meno piloti con gli occhiali sotto al casco (a parte uno, il Grande Guru dei piloti con gli occhiali) ma molti fatti piuttosto interessanti da rievocare, taluni dei quali potrebbero essere etichettati sotto la gloriosa dicitura di "storielle strappalacrime". Su quale sia il mio momento preferito in assoluto ho molti dubbi, se devo essere sincera, ma credo che il migliore evento di queste stagioni sia stato quello dei piccioni di Toronto.

> La pioggia e gli ex piloti di Formula 1
Il fatto che si corresse su circuiti cittadini o permanenti rendeva possibile correre con la pioggia.
Se qualche ex pilota di Formula 1 dopo la gara/ dopo il ritiro faceva commenti sul fatto che la visibilità era scarsa, i telecronisti erano sempre sorpresi: ma come, anche i piloti di Formula 1 hanno difficoltà con la pioggia?

> Gli sponsor epici
Ho letto sponsor epici sulle vetture: roba del tipo "Sunny Bar-B-Q" (gli albori del bimbominchiese...) o "a bird and a beer".
Il mio preferito era "cow", ma dopo due stagioni mi sono resa conto che in realtà ero io che leggevo male e c'era scritto "CDW" e mi sono sentita alquanto delusa.

> La madre stacanovista di Sebastien Bourdais
Dopo una prima stagione in cui ha ottenuto varie vittorie, dalla seconda in poi lo scolaretto ha deciso di fare sul serio, iniziando a vincere campionati a ripetizione.
Non ricordo in occasione di quale vittoria dei suoi titoli (forse quella del 2004, ma pazienza, non l'ho raccontata nello scorso post quindi posso farlo qui), sua madre non era presente. Quel giorno, non si sa bene dove perché non abbiamo avuto delucidazioni su dove vivesse, era a lavorare... e, no, purtroppo non abbiamo avuto delucidazioni nemmeno su quale professione svolgesse.

> La vittoria sfiorata di Timo Glock
Una volta Glock si è trovato in testa a un gran premio... era più o meno la fine del 2005. Commise l'errore di tagliare la strada un paio di volte a Servià che gli stava dietro e tentava di superarlo, con il risultato di essere costretto a cedergli la posizione. Poi sì, va beh, non ho capito perché a certi piloti fosse concesso sorpassare portandosi dietro anche pezzi di vetture altrui senza che nessuno battesse ciglio, mentre Glock non abbia nemmeno potuto tentare di difendersi da un sorpasso, ma soprassediamo...

> Gli azionisti di Justin Wilson
Grazie al fatto che è stato ripetuto innumerevoli volte in telecronaca, ho scoperto un modo interessante per auto-finanziarsi la carriera: aprire una società per azioni e raccogliere soldi da azionisti random che sentono il desiderio impellente di investire qualche migliaio di sterline sulla carriera di un pilota. Non ho capito con esattezza come funzionasse la cosa, però devo ammettere che in generale la finanza mi affascina e sono rimasta affascinata da questa storiella.
Dubbio esistenziale: dato che stiamo parlando di un ex pilota di Formula 1, Mazzoni non era al corrente di tutto ciò? Sarò sincera, la cosa mi delude profondamente.

> I piccioni di Toronto
Correva l'anno 2006 e, nel bel mezzo del gran premio, due piccioni se ne stavano lì tranquilli a zampettare sulla pista per guardarsi da vicino il passaggio delle vetture, in particolare quella di Paul Tracy (di cui parlerò approfonditamente tra poco) che ha fatto uno scarto di lato verso un muretto per non investirli (guadagnandosi la carica di vincitore onorario, nonostante abbia concluso quella gara in seconda posizione - che, per i suoi standard del periodo, era un risultato di un certo livello).

> Gli sconcertanti effetti dell'erba canadese
Non so se, dopo la sua vittoria del titolo datata 2003, Tracy abbia deciso di intraprendere una carriera alternativa di allevatore di gatti neri, cosa a cui potrei anche credere, vista la quantità innumerevole di muretti e vetture, in particolare guidate da Bourdais, da lui centrate negli anni a venire. Purtroppo gli mancano tombini e paletti, ma non si può avere tutto dalla vita. In compenso è anche stato centrato diverse volte, in particolare da Bourdais.
Mentre la sua chioma mutava nel tempo, passando dallo stile Villeneuve biondo platino alla rasatura in stile omino del Mastro Lindo, per poi passare alla cresta biondo platino con stempiatura naturale intorno, anche lui mutava nel tempo secondo i telecronisti, diventando più "politically correct". In pista, però, diventava sempre più il Montoya della situazione, più precisamente il Montoya versione Formula 1 2006.
All'ultima gara del 2005 è stato descritto come il "pilota più scorretto in pista" da Allmendiger, il che non sarebbe stato nemmeno troppo grave, se Tracy non avesse supportato la carriera di Allmendiger fin da quando era bambino (storiella ripetuta a ogni soffio di vento in telecronaca).
Nella seconda parte del 2006 (poco dopo l'episodio dei piccioni), comunque, ha dato il meglio di sé, catalizzando l'attenzione su di lui dopo essere stato protagonista di una rissa post-incidente col connazionale Tagliani. Tale evento è stato l'argomento portante del gran premio successivo, in cui tra una cosa e l'altra Tracy è finito in testacoda alla prima curva (provocando indirettamente, tra le risate dei telecronisti, il ritiro di Tagliani che è andato a sbattere per schivarlo). Dopo avere fatto una gara piuttosto decente, è finito fuori all'ultima curva andando addosso a Bourdais mentre erano secondo e terzo: rissa sfiorata anche con Bourdais.
Al gran premio successivo, in cui i fatti accaduti di recente erano di nuovo l'argomento portante del gran premio, il pubblico ha iniziato a fischiare contro di lui non appena si è fatto vedere... e lui come risposta si è messo a fare linguacce e pernacchie (diventando immediatamente il mio "problematic fav" preferito). Poi tanto per non farsi mancare niente, ha partecipato alla drivers parade indossando una maschera da wrestler in tinta con i colori della tuta e una bandiera del Quebec come mantello. Il mantello lo indossava anche quando, dopo avere concluso la gara al terzo posto, è salito sul podio.
Successivamente sembra essere improvvisamente rinsavito, il che non gli impedisce di tenere tuttora, come foto del proprio profilo twitter, una foto di se stesso con maschera e mantello.

> Il pescatore errante
A un certo punto della stagione, Tristan Gommendy ha partecipato a un gran premio mentre era piuttosto acciaccato. La ragione? Si era infortunato alla schiena... mentre stava pescando insieme ad alcuni membri del proprio team (team di proprietà di Jimmy Vasser, peraltro). Stando a quanto raccontato in telecronaca, avrebbe anche rischiato di attaccare all'amo uno di loro. Della serie, gente che farebbe meglio a cambiare hobby...

> Minardi team USA
C'era un Minardi Team USA. Uno dei titolari era Paul Stoddart. Non solo: c'era anche Keith Wiggins, quello della Pacific. E uno dei piloti era Robert Doornbos, che ha vinto una gara proprio nel giorno del compleanno di Wiggins, gara in cui secondo è arrivato il suo grande amico (tra enormi virgolette) Bourdais che durante la gara si è lamentato via radio del fatto che Doornbos gli tagliava la strada, con commenti simil-"you have to leave the space", invocando una penalità mai arrivata. Dopo la fine della gara Sebastien ha continuato a sostenere di essere stato ostacolato senza parlare d'altro nelle interviste post-gara e sul podio si è rifiutato di stringere la mano a Doornbos. I due sono stati protagonisti di un incidente sotto la pioggia nel successivo gran premio, dopo il quale i commenti di Bourdais sono stati molto più diplomatici di quanto mi aspettassi.
Curiosità su Robert Doornbos: si chiama Robert esattamente come suo padre!

> Le superstizioni di Will Power
Di solito i piloti scaramantici adottano strategie tipo non cambiarsi le mutande o tenersi un portafortuna nel taschino della tuta... Power no, pare che durante i weekend di gara non si radesse mai la barba. Oh, e una volta, per scaramanzia, ha rimandato a casa il padre e il fratello venuti ad assistere alla gara.

> Bruno Junqueira e Katherine Legge travestiti da lottatori di sumo
Non so che senso avesse quel siparietto, ma Bruno ne ha approfittato per dare un bacio su una guancia a Katherine nelle scene finali... Katherine, quella che, quando finiva fuori pista insieme a qualcuno, nessuno le sbraitava contro, ma generalmente andavano a vedere se provvidenzialmente aveva bisogno di aiuto a scendere dalla macchina.


Pubblicato anche su F1GC.


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