Numero giri: 58.
Condizioni meteo: coperto,
ma asciutto.
Pole position: Hamilton.
Griglia di
partenza: Hamilton, Ricciardo, Rosberg, Magnussen, Alonso, Vergne,
Hulkenberg, Kvyat, Massa, Button, Raikkonen, Vettel, Sutil, Kobayashi, Bottas,
Perez, Chilton, Bianchi, Ericsson, Grosjean, Gutierrez, Maldonado.
Prima del via: Maldonado
viene ammesso alla gara pur essendo fuori dal 107%, visti i tempi realizzati
nelle prove libere del sabato; Grosjean partirà dalla pit-lane. Uscirà dai box
in anticipo e per questo, prima ancora dell’inizio della gara, verrà già
sanzionato con un drive-through da scontare nei primi tre giri.
Partenza... o
almeno ci proviamo: quando scatta il giro di formazione Chilton rimane
fermo e viene portato verso i box, quando sta per scattare la gara si accendono
le luci gialle perché anche l’altra Marussia sta affrontando la stessa sorte,
si fa un nuovo giro di formazione, la vettura di Bianchi viene condotta ai box
e i giri di gara da 58 passano a 57.
Via: stavolta
è la volta giusta, mentre davanti Hamilton e Magnussen fanno una partenza tutt’altro
che buona e Rosberg prende il comando, nelle retrovie Kobayashi va a impattare
contro il retrotreno della Ferrari di Raikkonen, che ne uscirà illesa, e ormai
senza controllo travolgerà la Williams di Massa. I due escono di scena e
successivamente Kobayashi ammetterà le proprie responsabilità nell’incidente
(messo sotto indagine a fine gara, non sarà sanzionato.
I primi cinque, intanto, sono Rosberg, Ricciardo,
Magnussen, Hamilton e Alonso. Dietro di loro inizia a risalire Hulkenberg che
al secondo giro è già quarto.
Affidabilità: dal
punto di vista dell’affidabilità cadono anche dei nomi illustri; si tratta di
Hamilton, che va a parcheggiare ai box al quarto giro, e di Vettel che aveva
già avuto dei problemi nelle fasi iniziali di gara e che un giro più tardi
rispetto al pilota della Mercedes subisce la stessa sorte.
La prima rimonta
di Bottas: il pilota della Williams, partito 15° per la sostituzione del
cambio, ha mostrato fin da subito un ottimo passo gara; dopo il primo giro era
già 10° e la sua rimonta ha proseguito nei giri successivi, tanto che si è
ritrovato sesto all’ottavo giro, dopo un sorpasso su Raikkonen.
Proprio mentre è in scia ad Alonso, con cui è in lotta
per il quinto posto, sfiora il muro al 10° giro e spiattella la posteriore
destra. Riesce a rientrare ai box, mentre per togliere i detriti entra in scena
la safety-car. Tutti rientrano ai box per la prima sosta in quei frangenti.
La seconda rimonta
di Bottas: in una gara piuttosto tranquilla, il pilota della Williams fa
ancora parlare di sé quando, dopo essere precipitato in 16^ posizione per l’incidente,
al 19° giro è di nuovo in zona punti e prima ancora di metà gara è 9°. Al 36°
giro supererà di nuovo Raikkonen.
Affidabilità: ci
sono di nuovo dei problemi e stavolta (29°) è la volta di Ericsson, che rimane
fermo a lato della pista. Seguiranno anche i ritiri delle Lotus di Maldonado
(due giri più tardi) e Grosjean (a 12 giri dalla fine), al culmine di un
weekend nero per il team di Enstone che, rispetto all’anno scorso, ha fatto
molti passi indietro. Per onore di cronaca, i due erano entrambi fuori dalla
top-ten al momento del ritiro.
Secondo giro di
pit-stop: la seconda sosta avviene intorno al 35-40° giro per la maggior
parte dei piloti e, a parte il fatto che Button rimonta alcune posizioni e che
Alonso si ritrova davanti a Hulkenberg, dietro al quale era stato per tutta la
gara, fino a quel momento, ben poco è cambiato. La top-ten è così composta:
Rosberg, Ricciardo, Magnussen, Button, Alonso, Hulkenberg, Vergne, Bottas,
Raikkonen, Kvyat.
Il finale: ancora
una volta Bottas è inarrestabile e con il sorpasso su Vergne al 47° giro e su
Hulkenberg al 51° risale in sesta posizione, mentre anche Raikkonen riesce
finalmente a superare la Toro Rosso che lo precede.
Dopo qualche giro “infiammato” in cui il gap tra un
sorprendente Ricciardo e un ancora più sorprendente Magnussen è piuttosto basso,
la bandiera a scacchi congela finalmente le posizioni dando al pilota di casa
la 2^ posizione, per ora...
Post-gara: per
un’irregolarità legata al quantitativo di benzina consumata, Ricciardo viene
squalificato, facendo sì che risalgano Magnussen al secondo e Button al terzo
posto. Completano la top-ten Alonso, Bottas, Hulkenberg, Raikkonen, Vergne,
Kvyat e Perez.
Chiudono doppiate di un giro le Sauber e di due giri l’unica
Marussia superstite, quella di Chilton, che conquista una “storica” 13^
posizione.
Risultato
1. N.Rosberg
Mercedes 1:32:58.710
2. K.Magnussen
McLaren +26.777
3. J.Button
McLaren +30.027 +3.250
4. F.Alonso
Ferrari +35.284 +5.257
5. V.Bottas
Williams +47.639 +12.355
6. N.Hulkenberg
Force India +50.718 +3.079
7. K.Raikkonen
Ferrari +57.675 +6.957
8. J.Vergne Toro
Rosso +1:00.441 +2.766
9. D.Kvyat Toro
Rosso +1:03.585 +3.144
10. S.Perez Force
India +1:25.916 +22.331
11. A.Sutil
Sauber +1 Giro
12. E.Gutiérrez
Sauber +1 Giro
13. M.Chilton Marussia +2 Giri
RIT. J.Bianchi
Marussia +8 Giri
RIT. R.Grosjean
Lotus +14 Giri
RIT. P.Maldonado
Lotus +28 Giri
RIT. M.Ericsson
Caterham +30 Giri
RIT. S.Vettel Red
Bull +54 Giri
RIT. L.Hamilton
Mercedes +55 Giri
RIT. F.Massa
Williams +57 Giri
RIT. K.Kobayashi
Caterham +57 Giri
DSQ. D.Ricciardo
Red Bull
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