sabato 8 maggio 2021

Formula E 2021: eprix di Montecarlo

Ho già espresso in passato la mia perplessità sul pubblico target della Formula E, ma le perplessità non arrivano mai da sole. La mia perplessità riguarda il perché, invece di puntare al tifoso medio magari con la passione delle auto elettriche, si sia scelto come obiettivo l'ecologista medio, dove non si intende l"ecologista *appassionato di automobilismo* medio, ma proprio ecologista medio, punto e basta. Essenzialmente il pubblico target della Formula E sembra una fetta di popolazione a cui non importa quasi un fico secco di corse automobilistiche. La nuova perplessità è sempre legata al tifoso medio: questo, a parole, vuole i duellihhhh e i sorpassihhhh, con cambi di posizione ogni trenta secondi contati, poco importa la loro naturalezza. Incredibile ma vero, con l'ingresso dell'attack mode, la Formula E, serie che non ha come obiettivo il tifoso medio, ha realizzato e confezionato proprio il prodotto che il tifoso medio sostiene di desiderare, con la sola falla del rumore.

Succede così che Antonio Felix Da Costa parta dalla pole position e trascorra la gara a lottare con Robin Frijns e Mitch Evans, con sorpassi ripetuti e continuati, che tuttavia sono in genere il frutto di un allargamento per attivare l'attack mode e poi sfruttando la potenza dell'attack mode stesso... oppure, all'occorrenza, anche solo l'allargamento altrui.
Succede che passi in testa Frijns, poi di nuovo Da Costa, poi Evans, poi Da Costa nel finale, che anche Frijns sorpassi Evans proprio a fine gara... non fraintendete, non è che tutto questo sia frutto di attack mode, ma l'attack mode è ciò che equipara il sorpasso fake al sorpasso conquistato, e soprattutto essendo obbligatorio attivarlo due volte a gara in corso, è ciò che obbliga il pilota ad andare fuori traiettoria per attivarlo.
Qual è il male, vi chiederete, se conduce a una gara piena di sorpassi per le posizioni di spessore a Montecarlo, sullo stesso identico tracciato della Formula 1... Il male c'è ed è enorme: la glorificazione del duellohhhh e del sorpassohhhh non tiene conto di quei tanti duelli che non si traducono in un sorpasso. Non so se mo spiego, tipo Bottas vs Vettel in Russia 2017 o Vettel vs Bottas in Bahrein 2018. Immaginate un pilota che deve impostare una difesa da chi ha di fatto negli scarichi, ma che al contempo deve attivare l'attack mode per forza, pena 30 secondi o giù di lì applicati al risultato di gara, un pilota che invece di chiudere la porta a chi gli sta dietro gliela deve spalancare, per poi sperare che venga spalancata a lui poco dopo.

Succede questo, un eprix di Montecarlo che di fatto non è neanche tanto male, anche se la regia lascia un po' desiderare e spesso non si capisce il motivo delle bandiere gialle. Il prodotto finito è okay, anche perché gareggiare lungo le strade di Montecarlo è forse più fattibile che gareggiare tra le buche dell'Eur, ma qualcosa è stato snaturato e apparentemente è proprio quello che in tanti desiderano. Forse sono io che sto diventando una "purista", non lo so, ma da quando ho iniziato ad apprezzare il Gran Premio di Montecarlo, mi sono accorta che la ragione principale delle emozioni, in quel luogo, è che tutto può accadere, anche se forse non accadrà niente. Ed è proprio allora che magari qualcuno fa una pazzia, si infila tra la vettura di un avversario e le barriere della Rascasse, azione che finirà o con un sorpasso micidiale o con un incidente.

La Montecarlo della Formula E è bel lontana dall'offrire questo tipo di emozione, anche se come ho già detto stavolta non è andata così male. Vittoria per Da Costa, a podio Frijns ed Evans, poi a seguire tra i primi dieci Vergne, Gunther, Rowland, Bird, Cassidy, Lynn e Di Grassi, che undici anni fa veniva accusato di essere un cafone da Alesi per avere cercato, mentre era a pieni giri, di tenere testa ad Alonso. Niente punti per Buemi, Mortara, Nato, Blomqvist, Sette-Camara, Dennis, Lotterer, Muller e Turvey, non arrivati al traguardo De Vries, Wehrlein, Vandoorne, Rast e Sims.
I sorpassi di testa li abbiamo visti, dietro ce ne sono stati sicuramente altri meno considerati, ma vale lo stesso discorso che per là davanti. Lo spettacolo, per essere tale, deve essere genuino, non sembrare costruito... e ancora una volta questa Formula E riesce, seppure meno che altrove e in altri momenti, a sembrare almeno in parte costruita, nonostante sia forse arrivata nel luogo più tradizionale di quelli che va a visitare nel corso della stagione. Qualcuno, in alto, forse dovrebbe iniziare a pensarci un po' su.


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Milly Sunshine