domenica 25 aprile 2021

Un quarantenne come teen-crush

Non saprei dire perché, quando ero una ragazzina, mi ha colpita proprio lui, forse mi sentivo vicina a lui perché anch'io ero una mediocre che voleva farsi strada in mezzo a gente migliore. Non so perché, ma so che sono rimasta sui miei passi sempre e comunque e che oggi il suo debutto odierno in Stock Car Brasil in concomitanza con il sio quarantesimo compleanno non mi lascia indifferente, anche se molte cose sono cambiate e alla fine gli idoli adolescenziali sono destinati a rimanere tali. 
Il mio idolo adolescenziale è sempre stato nel mezzo, autore di performance di spessore e di gare discutibili, ambivalente dall'inizio alla fine, valutato sempre e comunque sulla base di frasi fatte e della volontà di dipingerlo bene o male.

È quel pilota che a inizio carriera è stato appiedato a fine stagione perché faceva troppi danni e a fine carriera è stato invocato di gareggiare un altro anno, dopo il suo ritiro.
È quel pilota che in Sauber faceva gli stessi punti di Villeneuve ormai criticato da tutti e in Williams faceva gli stessi punti di Bottas poi ingaggiato dalla Mercedes.
È quel pilota che una volta in Malesia è finito fuori da solo dopo avere perso la prima posizione e una volta a Singapore ha fatto un sorpasso memorabile nelle ultime posizioni.
È quel pilota che una volta in Formula 1 ha fatto una gara terribile dopo essere partito dalla pole a Monaco, dove poi ha ottenuto un podio a caso in Formula E.
È quel pilota che una volta in Cina mentre lottava per il campionato ha gareggiato come quelli che in gara potevano ambire a un settimo posto, mentre in Brasile anni dopo ha difeso un settimo posto come se stesse lottando per il mondiale.
Ambiguo sempre e comunque, tanto da fare meno della metà dei punti del suo compagno di squadra al primo anno in Ferrari ma poi fare una pole al primo anno in Williams in un mondiale dominato dalla Mercedes.
È quel pilota che una volta in Francia ha subito un overcut mentre era in testa, mentre anni dopo in Gran Bretagna al via ha superato tutti portandosi in testa per il primo stint di gara.
È quel pilota in Gran Bretagna ha fatto tanti testacoda nel corso della gara, ma un paio d'anni dopo in Germania stava davanti a tutti, al punto che la sua leadership serviva ad altri.

È quel pilota che di performance negative ne ha avute tante, così come di performance positive, ma al quale è stata applicata una linea di spartiacque, un prima e un dopo, un prima con soli eventi positivi selezionati, un dopo con soli eventi negativi.
Ho voluto fare fare il contrario, eventi negativi pre-2009 e positivi post-2009, per dimostrare che, a seconda di come vogliamo vedere le cose, selezioniamo volutamente solo ciò che fa comodo alla nostra retorica. Perché non ci sono linee di spartiacque: a volte, semplicemente, nasci in una grande terra di mezzo, né performante abbastanza da diventare un campione, né scadente abbastanza dall'essere costantemente surclassato da chi lo diventa.
Andrò sempre controcorrente, forse perché facevo caso a lui anche prima: per me Felipe Massa è sempre stato così, non c'è un prima o un dopo. Dicono che una molla in testa ha cambiato la sua essenza, ma io non vedo grossi cambiamenti né ne ho mai visti in passato.

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Milly Sunshine