martedì 19 gennaio 2021

Dalla F4 danese alla F4 americana: Juju Noda cambia continente

In questi giorni stanno circolando un bel po' di notizie sugli ingaggi nelle formule minori, con molti piloti che vengono annunciati non solo per i campionati imminenti, ma anche e soprattutto per quelli che si svolgeranno a partire dai mesi primaverili.
In questo contesto ieri sera è arrivato l'annuncio che molti stavano aspettando in quanto destava parecchia curiosità, visto di chi stiamo parlando: Juju Noda. La quattordicenne giapponese, ormai prossima ai quindici anni, ha gareggiato nella scorsa stagione in Formula 4 Danese, unica serie che glielo permetteva vista la sua età, e per questa stagione si apprestava a cambiare categoria, questo lo sapevamo.

Fallito il tentativo di qualificarsi per la FDA durante le selezioni dell'evento Girls On Track (iniziato qualche mese fa, probabilmente a breve dovremmo scoprire chi, tra le quattro finaliste, sia la prescelta - la Noda era stata scartata con il secondo taglio, da otto a quattro), ci si aspettava comunque di vederla gareggiare in un campionato di Formula 4. Quello che, almeno personalmente, per me è stato un po' uno shock, è stato l'annuncio che gareggerà nella Formula 4 degli Stati Uniti.
Non che sia la prima volta che, di fatto, Juju Noda gareggia oltreoceano. All'età di tredici anni, prima del suo debutto ufficiale, sembra avere preso parte ad almeno un evento o due della Lucas Oil Racing School, dove pare gareggino alcuni baby piloti come fase intermedia tra il mondo dei kart e quello della Formula 4. Non sarà la prima volta, tuttavia, ma personalmente mi sarei aspettata molto di più un proseguimento di carriera in Europa, dove di campionati di F4 ce ne sono diversi di alto livello.

Al momento non saprei come inquadrare questa notizia, se la F4 americana sia una fase intermedia prima di puntare a un nuovo ritorno in Europa, oppure se l'obiettivo sia quello di allargarsi verso altri orizzonti, nello specifico un futuro nella Road to Indy e il tentativo di arrivare, tra qualche anno, non in Formula 1 ma in Indycar.
Potrebbe essere uno scenario meno suggestivo ai nostri occhi, ma ugualmente interessante, specie al giorno d'oggi, in cui la presenza femminile nelle corse americane open-wheel sembra essersi ridotta e non di poco nel corso degli ultimi anni. Poi la Noda è giapponese e ha il suo perché, incrocio le dita per lei, chissà che un giorno non possa bombardare Indianapolis nel giorno del Memorial Day!

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