DISCLAIMER: questa è una parodia di un’ipotetica presentazione di una
fangirl immaginaria di Tumblr appassionata di Formula. Che poi io mi sia
vagamente ispirata in parte a fatti che accadono giorno dopo giorno, è un altro
discorso.
Ciao, sono Chiquita, sono originaria della Colombia ma sono
cresciuta al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, sono una donna adulta cisgender
demisessuale e panromantica[1]. Trovo un insulto definirmi ispanica o
latino-americana o il fatto che le mie origini non vengano citate ogni tre
secondi contati, io sono un’americana di origini diversamente europee. In realtà
non essendo né un’americana bianca né un’afroamericana, io non esisto
nemmeno... ma non ha importanza. Parlando della mia famiglia odio il fidanzato
di mia madre senza una ragione precisa e spero che muoia tra le sofferenze più
atroci e in realtà odio anche mia madre perché talvolta non ha apprezzato le
mie scelte sentimentali, mentre io ho sempre difeso a spada tratta le sue. La spada,
ovviamente, la puntavo alla gola del suo fidanzato. In realtà c’è una ragione
per cui lo odio: è venezuelano e io, pur non essendo razzista, odio i
venezuelani perché hanno pessime abitudini, tipo quella di voler correre in
Formula 1 anche se non sono attraenti.
Ho 17 anni[2] e un giorno di due anni fa sono andata al
cinema insieme al mio fidanzato dell’epoca cisgender eterosessuale (ovverosia
un omofobo che vede le donne come meri oggetti sessuali), a un nostro comune
amico cisgender omosessuale (ovvero un misogino che discrimina le donne) e a
una nostra comune amica cisgender che si sente donna (colpevole di non opporsi
a una società patriarcale vestendosi e acconciandosi come gli uomini si
aspettano da lei). Siamo finiti nella sala sbagliata e, anziché vedere un film
della Disney che avrei sicuramente criticato perché i personaggi femminili
sarebbero stati troppo sessualmente espliciti[3], ci siamo ritrovati davanti
alla proiezione di “Rush”. Non avevo idea di che cosa fosse la Formula 1 all’epoca,
ma ho capito tre cose fondamentali: 1) l’attore che interpreta James Hunt è
fighissimo; 2) detesto gli uomini che andrebbero a letto con qualunque donna
respiri, ma sono perdonati se sono incredibilmente fighi; 3) mi metterò a
guardare la Formula 1 sperando di vedere piloti fascinosi che facciano ardere
il mio cuore, eventualmente ardendo tra le fiamme all’interno delle loro
monoposto.
Da allora ho iniziato a seguire la Formula 1. Come tutti
gli appassionati di Formula 1 anch’io ho i miei pochi piloti preferiti. Tra il
2013 e oggi ho tifato, a seconda delle occasioni: Sebastian Vettel, Mark
Webber, Lewis Hamilton, Nico Rosberg, Fernando Alonso, Felipe Massa, Kimi
Raikkonen, Romain Grosjean, Jenson Button, Sergio Perez, Adrian Sutil, Paul Di
Resta, Jean Eric Vergne, Daniel Ricciardo, Valtteri Bottas, Max Chilton, Jules
Bianchi, Charles Pic, Giedo Van Der Garde, Esteban Gutierrez, Marcus Ericsson,
Kamui Kobayashi, Andre Lotterer, Felipe Nasr, Kevin Magnussen, Will Stevens,
Roberto Merhi, Daniil Kvyat, Max Verstappen, Carlos Sainz[4], ma non perché sia
stata attratta dalla loro figaggine, sia chiaro, solo ed esclusivamente per il
loro talento... ooooohhhhhh mio Diooooo, mi sono scordata il più figo... ehm,
talentuoso di tutti, Nico Hulkenberg. Che poi, non sono sicura di poter
scrivere “Oh mio Dio”, siccome nella mia vita ho conosciuto un fanatico
religioso, do per scontato che chiunque creda in una religione sia un fanatico
religioso e che quindi qualcuno potrebbe scambiare me per una fanatica
religiosa, a meno che non sia membro di una minoranza e in quanto tale non
possa essere criticato per via del principio di tolleranza, quello che io uso
con tutti, tranne con chi la pensa diversamente da me.
Nel 2015 ho coronato il sogno di tutte le ragazze di
umili origini: mi sono iscritta a un collegio svizzero per la modica cifra di
20'000 euro a quadrimestre, trasferendomi finalmente in Europa. Ho scelto
proprio la Svizzera perché è la patria natale di Romain Grosjean, un bellissimo
ragazzo con gli occhi azzurri, e perché la Svizzera è vicina alla Francia,
paese d’origine di Jean Eric Vergne. Nonostante mi sia accorta che la vita in
Svizzera è molto diversa dalla vita in Messico e negli Stati Uniti, la cosa non
mi tocca minimamente: do per scontato che la gente abbia una mentalità
statunitense (sì, va bene, io vivevo sul territorio messicano, ma siccome il Messico
è famoso soltanto per il cibo piccante e per gli occhiali del bellissimo Esteban
Gutierrez, non fa figo dire che vengo dal Messico) anche in Svizzera. Dopotutto
gli USA sono il centro del mondo, no? È là che sono state inventate tutte le
cose più importanti al mondo, tipo una poltiglia di patate, pomodori crudi e
tofu a cui è stato dato l’astruso nome di “lasagne alla bolognese”. Ed è là che
la gente si scandalizza se un europeo indossa un kimono per andare a una festa
di carnevale. Dopotutto io non capisco i Giapponesi. Si tratta di
appropriazione culturale, al solo scopo di sbeffeggiare il loro paese, come può
una cosa del genere passare inosservata? I giapponesi meritano rispetto
e......... ehi, cosa sta succedendo?! Ero a metà della frase, quando ho visto
una sagoma verde che faceva strike. Kobayashi, samurai incapace, tornatene a
cucinare sushi invece di appestare la Formula 1! ...........Ehm... dicevamo?
Ah, sì, i giapponesi non meritano di essere visti come individui stereotipati
con gli occhi a mandorla, che portano il kimono, che scattano fotografie e che
causano incidenti durante gare di Formula 1.
Ho scoperto che in Svizzera non vengono disputate
competizioni automobilistiche. Non ne conosco la ragione, ma spero che sia perché,
in quanto paese più avanzato del Messico (non degli USA, perché quelli sono il
centro del mondo, è bene ricordarlo), si oppongono alla politica di
sessualizzazione della donna. Vi pare giusto vedere il collo e le ginocchia
delle grid girls? Ci pensate a quello che potrebbe succedere? Il mio innocente
fratellino di quattro anni, vedendo quella robaccia, penserà che sia più che
opportuno, nonché corretto, molestare le proprie amiche. Che poi sì, le sue
amiche vanno all’asilo indossando gonne scozzesi che mostrano le ginocchia
abbinate a calzettoni di lana e maglioncini termici, quindi sono piccole sexy sostenitrici
del patriarcato.[5]
Ovviamente il problema delle grid girls è il peggiore
problema della Formula 1, così come il fatto che Lewis Hamilton abbia spruzzato
dello champagne in faccia a una donna... ah già, in qualità di nero britannico
si tratta di un’appartenente a una minoranza etnica e soltanto un razzista
oserebbe criticarlo. Quindi la Formula 1 ha un solo problema: le grid girls. Tutto
il resto sono sottigliezze, soprattutto il fatto che negli ultimi anni due team
siano falliti, uno abbia rischiato di fallire e una buona metà rischi il
dissesto finanziario. Non importa che i team falliscano, un giorno rimarranno
solo dieci vetture, ma pazienza. Quei venticinque piloti di età compresa tra i
15 e i 17 anni che tifo sperando di vedere in Formula 1 a breve troveranno
tutti un volante il giorno in cui quel vecchio fossile di Felipe Massa
appenderà il casco al chiodo.
Secondo problema: Susie Wolff, la migliore pilota donna
di questo millennio, che ha tenuto alta l’immagine della donna nel mondo (poi
sì, va beh, mio fratello non sa della sua esistenza, ma non fa niente), ha concrete
chance di debuttare in Formula 1 nell’immediato, ma la gente non lo riconosce e
si ostina a credere che in Formula 1 non farà mai altro che sorridere. Che sessisti.
Non si rendono conto che la Wolff non è piena di brufoli come quell’usurpatrice
che in Formula E ha tentato di rubare la scena a Vergne o come quella
disgraziata che ha leso l’immagine della donna finendo la benzina dieci giri
troppo presto per riuscire a vincere la 500 miglia di Indianapolis. Che poi,
vogliamo parlare di quella gara in cui 33 vetture girano in tondo e dove ci
sono tanti piloti di età superiore a 35 anni, tra cui un mio conterraneo? Quella
è robaccia, ci sono meno piloti fighi che nella World Series By Renault e in
GP2 e sono decisamente più vecchi. Poi il mio conterraneo non è figo, non ha
gli occhi azzurri e ricorda vagamente l’Innominabile, ma senza aria da
trollone. Tra l’altro non capisco perché Jolyon Palmer non sia al volante al
posto dell’Innominabile, in fondo Palmer ha vinto un campionato di GP2![6]
Tornando a Susie Wolff, per me è una role model, ma mica perché io speri di
sposarmi con l’azionista di maggioranza di un team di Formula 1, sia chiaro.
Tornando alla mia vita privata, che racconto mediamente a
migliaia di persone in internet, il mio sogno è quello di diventare giornalista
sportiva, però sono indecisa, perché vorrei studiare ingegneria meccanica per
contrastare la società patriarcale che mi ha inculcato in testa il concetto che
se sei una ragazza non vale la pena di studiare le materie scientifiche, cosa
che fanno i genitori di tutto il mondo[7]. In realtà, comunque, penso che farò
la giornalista sportiva, non perché mi piaccia scrivere o perché mi piaccia il
giornalismo, sia chiaro, ma perché mi piacerebbe poter incontrare Mark Webber e
intervistarlo, chiedendogli se lui e Fernando Alonso abbiano mai avuto una
relazione erotica e, in tal caso, chi facesse l’uomo e chi la donna, oppure se
entrambi si ritenessero genderqueer.
Spero che nel frattempo si siano risolti certi grossi
problemi dell’umanità, tipo l’egemonia della Ferrari nel campionato di Formula
1[8], perché non si può vedere un team che solo perché sta in Formula 1 da 60
anni pensa di potere costruire vetture di Formula 1 meglio della Haas! Di sicuro
barano, è meglio che tornino a cucinare spaghetti con le meetball, cosa che
fanno tutti in Italia. Altro grosso problema è il complotto esistente contro
Lewis Hamilton: di sicuro avrete notato anche voi che Vettel e Rosberg parlando
in inglese, a volte si mettono a parlare in tedesco tra di loro. Non è un
problema sentire Rosberg e Massa parlare in italiano, invece, parlare in
italiano non è “cultural appropriation”, dato che in Italia non esiste la
cultura e che a scuola studiano fan fiction come le mie, scritte da un fanboy
del Duecento che sognava di andarsene in giro per l’Inferno e il Purgatorio
insieme al suo poeta preferito e per il Paradiso insieme alla sua amata. Il fatto
che le mie fan fiction non siano scritte in terzine di endecasillabi e che non
compongano un poema costituito da cento canti non ha importanza. Quello che
conta è che ci siano scene sessuali inserite a caso, cosa che nella letteratura
classica non c’è. Infine c’è la questione più importante: il povero Max
Verstappen, che alcuni mesi fa criticavo perché aveva rubato il volante al
prezioso rotolo di cannella troppo bello per essere vero[9], si è dimostrato un
pilota veloce, talentuoso e completamente soggetto agli sbalzi d’umore del
padre. Qualcuno dovrebbe chiamare urgentemente il telefono azzurro.
Con questo si chiude la mia presentazione. Sappiate solo
che Chiquita vi sorveglia sempre, pronta a scoprire se dietro la vostra
apparenza innocua si nascondano individui non politically correct: il pilota
che voterete per il fanboost è un indizio fondamentale.
[1]: Chiquita non si è mai sottoposta a terapie di transizione
o interventi chirurgici per cambiare sesso, prova attrazione sessuale soltanto
per persone di cui è innamorata e le piacciono persone di qualsiasi sesso senza
essere attratta dal loro essere uomini o essere donne ma soltanto dal fatto che
la loro personalità ha il potere di farla innamorare, con cui vuole avere
relazioni platoniche.
[2]: l’età adulta coincide con quella ritenuta
sufficiente per mettersi al volante di una Formula 1, in qualità di coetanea di
Max Verstappen, Chiquita è da ritenersi adulta.
[3]: al personaggio di un cartone animato basta avere le
forme femminili per essere sessualmente esplicito.
[4]: tutti, tranne Maldonado.
[5]: non si sa cosa si siano fumate le madri snaturate di
tali bambine per fare indossare loro tali indumenti in Messico, forse non sanno
che il caldo finirà per uccidere i loro neuroni.
[6]: anche l’Innominabile ha vinto un campionato di GP2,
ma essendo capitato diversi anni prima dell’uscita di “Rush”, all’epoca Chiquita
non era al corrente dell’esistenza dell’automobilismo si può dedurre che in
realtà non è mai capitato.
[7]: Chiquita non è al corrente del fatto che al mondo
esistano anche molti genitori normali per nulla felici se le loro figlie hanno
la media del 2 in matematica.
[8]: Non è chiaro da dove venga fuori la convinzione di
Chiquita che la Ferrari stia dominando in Formula 1, dato che dopo l’uscita di “Rush”
ha vinto due gare in croce.
[9]: in questo caso, Vergne.
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Milly Sunshine