domenica 6 novembre 2016

Te amo Brazil {pronuncia: ti amu braziu}

Interlagos è presente nel campionato di Formula 1 da abbastanza tempo perché io non abbia voglia di andare a ripercorrere tutte le passate edizioni, andando a ripescare i fatti di un certo livello capitati decenni fa.
Sta di fatto che fino al 2003 il GP del Brasile venne disputato a marzo/aprile, poi accadde quella celebre edizione sotto una pioggia torrenziale che venne vinta da Fisichella sulla Jordan senza che fosse nemmeno chiaro fin da subito chi avesse vinto. Ho già parlato, in passato, di quel gran premio. Fu una gara emozionante, per certi versi la definirei una gara bellissima, se non fosse che, al giorno d'oggi, con la lucidità che ho ora, sarei molto più felice se una buona metà delle cose che accaddero quel giorno non succedessero mai più.

Poi venne il 2004. Venne un gran premio che non vidi in diretta. Venne un gran premio che registrai, ma che poi per varie ragioni non guardai mai. Lo vidi finalmente nel 2012 su Dailymotion e gli dedicai anche un doveroso post, dopo essermi profondamente pentita di non averlo visto.
Era l'ultima gara stagionale, ma il mondiale se n'era già andato da tempo immemore, vinto da Michael Schumacher alla fine di agosto. Era stato un campionato molto Ferrari-centrico e anche in quell'occasione una Ferrari partiva in pole position. Era finalmente giunto il momento di gloria che in fondo al cuore tutti avremmo dovuto desiderare? Era finalmente arrivato il giorno in cui Barrichello, autore del miglior crono in qualifica, avrebbe ottenuto la tanto agognata vittoria nel gran premio di casa?
Gli eventi decisero che non era così e, seppure alla fine Barrichello portò a casa un podio, alle spalle di Montoya (vincitore) e di Raikkonen (secondo classificato), si vedeva che era ben altro che soddisfatto.
In quel gran premio avvennero altri fatti random di un certo livello: in un momento iniziale della gara, mentre tutti rientravano ai box per passare dalle gomme da pioggia a quelle da asciutto(?) Massa rimandando la sosta risalì per un paio di giri in prima posizione, poi le due Jaguar di Klien e Webber crasharono per i fatti loro, rendendo Webber protagonista involontario del primo incidente tra compagni di squadra della sua carriera in Formula 1. Stay tooned, perché parleremo anche del secondo.
Curiosità: quella di Montoya rimase per lungo tempo l'ultima vittoria della storia della Williams. Poi arrivò il 2012 e arrivò Maldonado, ma quella è un'altra storia e ne parleremo (forse) un'altra volta.

Dopo il 2004 venne il 2005 e il Gran Premio del Brasile era il terzultimo appuntamento stagionale. Dopo c'erano il Giappone e la Cina, se non vado errata. Comunque sia, nonostante tutto, fu effettivamente la prima occasione in cui il campionato mondiale si assegnò a Interlagos.
La cosa era già nell'aria: Alonso era in testa al campionato con un notevole margine su Raikkonen, quindi l'assegnazione matematica del titolo a suo favore era soltanto questione di tempo. Giunse terzo in Brasile, giunse terzo ma bastò per conquistare il primo titolo mondiale. Fu doppietta McLaren, con Montoya vincitore e Raikkonen secondo classificato. Fu l'ultima vittoria di Montoya in Formula 1.
Quel giorno rimase nella storia perché per la prima volta dopo tanti anni il campione del mondo in carica non fu più Michael Schumacher.

Quest'ultimo nel 2006 si apprestava a lasciare la Formula 1 ed era ancora, aritmeticamente, in lotta per il titolo all'ultimo appuntamento stagionale in Brasile. Dopo il ritiro in Giappone né lui né la squadra ci credevano più: avrebbe potuto vincere il titolo solo in caso in cui avesse vinto e in contemporanea Alonso non avesse ottenuto nemmeno un punto, altrimenti in ogni caso sarebbe stato il pilota della Renault a portare a casa il secondo campionato consecutivo. Fun fact of the day: qualche giorno prima sul televideo lessi una gloriosissima intervista in cui veniva chiesto ai connazionali di MSC "se tu fossi in testa al GP del Brasile con Alonso ritirato e MSC fosse secondo, lo lasceresti passare?" Ovviamente tutti risposero di no, ma il fun fact è un altro, ovvero che qualcuno nel 2006 sia andato a chiedere a Ralf Schumacher, Rosberg e Heidfeld cos'avrebbero fatto se fossero stati in testa a un gran premio. Era la cosa più probabile di tutte, non c'è che dire. Per la cronaca, vinse Massa in tuta verde (ma dai, ci scommetto che nessuno se lo ricordava, l'ho solo ricordato a ogni soffio di vento), mentre MSC che aveva avuto problemi in qualifica arrivò quarto, dietro ad Alonso e a Button, dopo una lunga rimonta dovuta a una foratura iniziale causata da un contatto con Fisichella e questo è quanto.
Anzi, no, non è tutto, perché al primo giro ci fu una collisione in casa Williams tra Rosberg e Webber, secondo incidente tra compagni di squadra della carriera di Webber. A questo proposito, sono lieta di aggiungere che, da allora in poi, Webber non fu più speronato dai suoi compagni di squadra sul suolo brasiliano.

Venne il 2007, che era l'anno della spy story ed era l'anno in cui tutto si decideva tra Ferrari (rappresentata per l'occasione da Raikkonen) e McLaren (rappresentata da Hamilton e Alonso). Una lunga serie di eventi accaduti nei due gran premi precedenti aveva fatto sì che Raikkonen potesse ancora puntare al titolo, se avesse vinto la gara con Alonso non meglio che terzo e Hamilton non meglio che sesto.
Raikkonen vinse. Alonso arrivò terzo, alle spalle di Massa. Hamilton arrivò settimo, dopo essere stato protagonista, nelle fasi iniziali, di un non meglio precisabile (perché non voglio addentrarmi in spiegazioni tecniche a proposito di fatti che non ricordo) problema che l'aveva fatto precipitare nelle retrovie. Poi arrivò Ron Dennis a lamentarsi del fatto che le Williams e le BMW avevano usato carburanti irregolari e andavano squalificate. Guarda caso, Rosberg, Kubica e Heidfeld erano arrivati quarto, quinto e sesto. Eliminati loro, Hamilton sarebbe risalito in quarta posizione e Ron Dennis avrebbe portato il titolo in casa McLaren. Fu comunque liquidato con quattro risate e Raikkonen è, ad oggi, l'ultimo campione del mondo targato Ferrari.

Venne poi il 2008, in cui stavolta era Massa che poteva vincere il titolo se avesse vinto la gara e Hamilton non fosse arrivato meglio di sesto. La situazione comunque era molto più complessa, dal punto di vista della Ferrari, perché un conto è cercare di vincere un titolo quando il team avversario ha due galli che cercano di scannarsi tra di loro (sì, sì, qualcuno potrebbe essersene dimenticato, perché adesso Hamilton e Alonso passano le conferenze stampa del giovedì a cazzeggiare guardando il cellulare di Hamilton e ridendo, ma all'epoca andavano talmente d'accordo che Alonso cambiò team iniziando), un conto è cercare di vincerlo quando il team avversario deve fare UNA cosa: portare una macchina al traguardo in una posizione che si addice di gran lunga alle sue performance normali.
Curiosità: Hamilton rimase comunque in una posizione marginale, fu quinto per quasi tutta la gara, mentre Massa era agevolmente in testa. Poi a pochi giri dalla fine accadde quel plot-twist che non sconvolse l'esito della gara e del campionato, ma che consacrò alla storia della Formula 1 l'affermazione prestagionale di Montezemolo. "Non vogliamo vincere il mondiale all'ultima curva dell'ultimo gran premio stagionale." E infatti...
Scoppiò uno di quei temporali che di tanto in tanto scoppiano a Interlagos. Tutti rientrarono ai box a cambiare gomme, o meglio, tutti tranne le Toyota.
Massa era primo e tornò primo. Alonso era secondo e tornò secondo. Raikkonen era terzo e tornò terzo. Glock non si era fermato e risalì in quarta posizione. Dietro di lui c'erano Hamilton e Vettel, almeno finché Hamilton non si vide sopravanzare dalla Toro Rosso, precipitando in sesta posizione, sesta posizione che per lui non era sufficiente a vincere il titolo. Si mise a inseguire Vettel come un pazzo, rischiando anche di finire per prati senza la presunzione che costui l'avrebbe fatto passare (cosa che qualcun altro in altri luoghi si aspettava invece da qualcun altro) ma non c'era niente da fare. Poi la pioggia si intensificò e i tempi di Glock crollarono. Fu superato da Vettel e, all'ultima curva, anche da Hamilton che risalì quindi al quinto posto e vinse il suo primo titolo.

Venne il 2009, altrimenti noto come l'anno in cui Massa (al momento fermo per infortunio) sventolò la bandiera a scacchi, dopo avere pronosticato prima della gara una vittoria di Barrichello. Barrichello partiva dalla pole position ed era ancora in lotta per il titolo con Button e Vettel e sono certa che, se quel giorno fosse almeno riuscito a conquistare la vittoria tanto pronosticata da Massa, sarebbe stato soddisfatto forse anche di più che da un titolo. Accanto a lui c'era Webber, mentre in seconda fila c'erano Sutil e Trulli, che crasharono l'uno contro l'altro, con tanto di rissa sfiorata che ebbe un seguito, dato che nella conferenza stampa del giovedì del gran premio successivo, dopo una decina di giorni, si continuò a parlare dell'argomento, tra le risate trattenute a stento da Alonso e Raikkonen. E Raikkonen che trattiene le risate a stento dovrebbe fare intendere quanto ciò che succedeva fosse pittoresco!
A proposito di Raikkonen, nella pitlane a Interlagos ebbe un incontro ravvicinato del terzo tipo con Kovalainen e con il bocchettone del rifornimento rimasto attaccato alla vettura di quest'ultimo. Altro evento clou fu l'incidente Made in Japan tra Nakajima e Kobayashi, con quest'ultimo al debutto per la Toyota al posto dell'infortunato Glock.
La situazione per Barrichello iniziò a mettersi male fin dopo la prima sosta, uscì dietro a Webber e a Kubica, per poi peggiorare nel momento in cui forò, probabilmente per un lieve contatto tra lui e Hamilton mentre quest'ultimo lo stava superando.
Come prevedibile vinse Webber, davanti a Kubica e Hamilton, mentre il povero Barrichello colse un misero punto. Button ne conquistò abbastanza per diventare campione del mondo con una gara d'anticipo.

Il Gran Premio del Brasile 2010 iniziò con uno di quei colpi di scena che capitano molto raramente: Hulkenberg conquistò la pole position con la Williams. Poi in gara sprofondò lasciando che ad attirare l'attenzione fossero altri, ma rimane pur sempre uno dei momenti più eclatanti della carriera di Hulkenberg in Formula 1.
In gara ci fu doppietta Redbull, con Vettel davanti a Webber, senza ordini di scuderia nonostante fosse Webber il pilota messo meglio in classifica. Curiosamente quel mancato ordine di scuderia è una delle ragioni per cui il titolo, due settimane più tardi ad Abu Dhabi, se lo portò a casa Vettel e non Alonso. In Brasile Alonso chiuse al terzo posto, con Hamilton quarto, anche lui non matematicamente escluso dalla lotta per il titolo, anche se per sperare di vincerlo avrebbe dovuto vincere il GP di Abu Dhabi con Vettel, Webber e Alonso ritirati. Insomma, era decisamente molto improbabile.

Anche nel 2011, in cui Interlagos era stavolta l'ultima gara stagionale, ci fu una doppietta Redbull, stavolta con Webber davanti a Vettel. Quest'ultimo, già campione del mondo da tempo, partì dalla pole position, ma un problema al cambio lo rallentò nel corso della gara, con tanto di voci di corridoio pronte ad affermare che il problema fosse stato simulato dalla squadra affinché Webber potesse conquistare l'unica vittoria stagionale.
Fu un'edizione del gran premio del Brasile senza eccessivi colpi di scena, che si concluse con Button al terzo posto, parecchio lontano dal leader della gara ma anche da Vettel, e con le Ferrari di Alonso e Massa a completare la top-5.
Curiosità: fu l'ultimo gran premio in carriera sia per Barrichello sia per Trulli.

Dopo il 2011 venne il 2012, con Interlagos ancora ultimo gran premio stagionale. Stavolta, sotto una pioggia lieve, c'erano Vettel e Alonso in lotta per il titolo, con Vettel in testa al mondiale. Partito dalla seconda fila, dietro alle McLaren e al compagno di squadra, la sua gara si complicò immediatamente, quando fu tamponato da Bruno Senna, a sua volta tamponato da Perez. Senna e Perez si ritirarono, mentre Vettel riuscì a proseguire, ritrovandosi nelle retrovie.
Hamilton e Button si ritrovarono in lotta per la prima posizione, posizione che Button strappò al compagno di squadra, con la Force India di Hulkenberg che si avvicinava a entrambi.
Fu un po' un casino e, in mezzo a tale casino, Vettel recuperò abbastanza in fretta la top-ten. C'era chi andava a cambiare gomme, chi montava le slick, chi tornava sulle intermedie... Button e Hulkenberg scelsero di non fermarsi, rimanendo primo e secondo e mettendo un notevole gap tra loro e gli altri. Poi Hulkenberg superò Button portandosi in testa alla gara, rimanendo primo anche dopo la prima sosta. Dietro a lui c'era Button e poi c'era un abisso... abisso che svanì nel momento in cui Rosberg forò una gomma dopo avere preso un detrito ed entrò la safety car affinché si potesse ripulire la pista che per un terzo di gara era stata piena di detriti senza che nessuno battesse ciglio.
Dopo il restart Hamilton superò Button per il secondo posto e tra lui e Hulkenberg iniziò un duello per la leadership che si concluse con un incidente: ritirato Hamilton, penalizzato Hulkenberg, addio sogni di vittoria per la Force India, costretta ad accontentarsi di una top-5.
Schumacher, all'ultima gara in carriera, era precipitato nelle retrovie dopo una foratura iniziale e, grazie all'ingresso della safety car, era riuscito a sdoppiarsi. Risalì fino alla settima posizione, mentre curiosamente salivano sul podio, in ordine inverso (Button - Alonso - Massa) gli stessi piloti che erano stati presenti sul podio nel suo "primo" ultimo gran premio, quello del 2006. Vettel arrivò sesto, conquistando il titolo.
Momenti di un certo livello: un intenso duello tra Petrov e Pic si concluse con l'11° posto di Petrov, che consacrò la Caterham alla decima posizione in classifica.

Il gran premio del Brasile 2013 vide l'ennesima vittoria di Vettel (la nona consecutiva), già campione del mondo da parecchi gran premi, davanti al compagno di squadra Webber, arrivato all'ultimo gran premio in carriera. Non fu comunque una gara esattamente indolore, in quanto accaddero un po' di casini nel box della Redbull, con entrambi i piloti che persero parecchio tempo. Il gap che avevano l'uno nei confronti dell'altro e nei confronti di chi li seguiva permise comunque a tutti e due di mantenere la prima e la seconda posizione, con Alonso che giunse terzo al traguardo. Button arrivò quarto e fu il miglior risultato stagionale per la McLaren.
Curiosità: completando anche quel gran premio, Chilton divenne il primo debuttante ad avere visto il traguardo di tutti i gran premi della sua stagione d'esordio.

Nel 2014 l'eroe di casa catalizzò l'attenzione: Massa si classificò terzo alle spalle delle Mercedes di Rosberg e Hamilton e mantenne quella posizione fino al traguardo, nonostante una serie di pitstop traumatici: nel primo superò il limite di velocità consentito, nel secondo scontò uno stop and go per la suddetta infrazione, nel terzo sbagliò piazzola fermandosi nel box della McLaren... Il mondiale, quell'anno, si decise ad Abu Double.

Nel 2015 il mondiale si era già deciso e il gran premio del Brasile, penultimo gran premio stagionale, in realtà fu abbastanza sprovvisto di colpi di scena. Rosberg ottenne la pole davanti a Hamilton, Vettel e Raikkonen e arrivarono al traguardo esattamente in quelle posizioni, senza nessuna variazione nonostante Raikkonen avesse tentato una strategia diversa che, di fatto, in termini di posizioni d'arrivo non influenzò il suo risultato.

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Milly Sunshine