lunedì 26 settembre 2016

Da ottobre a marzo, da marzo a ottobre: 16 anni di Sepang

Tra una settimana anche il Gran Premio della Malesia sarà archiviato, in una stagione sempre più vicina alla fine, in una stagione che terminando ci priverà di Jenson Button e Felipe Massa.
La Formula 1, comunque, non ha sempre avuto Jenson Button e Felipe Massa tra i propri protagonisti e, quando il Gran Premio della Malesia fece il proprio ingresso nel calendario, perfino Button doveva ancora debuttare.

Era il mese di ottobre del 1999 e quello di Sepang, che sorge vicino alla città di Kuala Lumpur (e, l’ho scoperto ora grazie a Wikipedia, anche vicino a Putrajaya), fu il primo circuito di nuova generazione inserito nel campionato di Formula 1. Il circuito, di recente costruzione, fu sede del penultimo gran premio della stagione, che coincise anche con il ritorno di Michael Schumacher dopo l’infortunio rimediato qualche mese prima al gran premio di Gran Bretagna.
A vincere la gara fu Eddie Irvine, all’epoca in lotta per il titolo, proprio davanti al compagno di squadra e a Mika Hakkinen. Quando entrambe le Ferrari furono squalificate per un’irregolarità tecnica, sembrava che la vittoria e il titolo fossero ormai andati a Mika Hakkinen. La Ferrari, però, vinse l’appello e venne ripristinato il risultato iniziale. Per Hakkinen si trattò solo di aspettare due settimane e, con la vittoria in Giappone, si confermò campione del mondo. Il titolo costruttori andò invece alla Ferrari.
Un anno dopo il gran premio era ancora collocato alla fine della stagione, stavolta addirittura come ultimo gran premio stagionale. Michael Schumacher, che aveva già vinto aritmeticamente il titolo nel gran premio precedente, conquistò la vittoria davanti a David Coulthard e Rubens Barrichello. Entrambi i Ferraristi, così come Ross Brawn, si presentarono sul podio con parrucche rosse di dubbio gusto, parrucche che si erano già viste anche due settimane prima a Suzuka. Più o meno in quel periodo gli Schulthard si chiarirono dopo le polemiche che c’erano state tra di loro nel corso della stagione.
L’anno seguente fu doppietta Ferrari, con Schumacher che vinse con un elevato gap su Barrichello dopo una gara bagnata che in certi momenti aveva visto in testa alla gara anche piloti improbabili, oltre che anche una lunga serie di peripezie, comprese uscite di pista e pit-stop abbastanza disastrosi. Fu anche l’ultimo anno in cui il Gran Premio della Malesia fu disputato in ottobre... l’ultimo prima di quello del 2016, ovviamente.

Dal 2002 al 2015 a Sepang si gareggiò sempre all’inizio della stagione, alla fine di marzo oppure in aprile, per evitare le piogge torrenziali tipiche della stagione autunnale. Non che in marzo/aprile non ci siano mai state piogge torrenziali, ma questo è un altro discorso.
Nel 2002, comunque, tutto andò per il meglio: non ci furono temporali monsonici durante la gara e ciò che fece più effetto fu forse un incidente tra Michael Schumacher e Juan Pablo Montoya alla partenza, che viene tuttora ricordato anche perché storicamente fu il primo incidente per cui un pilota, JPM in questo caso, fu penalizzato con un drive through in tutta la storia della Formula 1. Per onore di cronaca, i due finirono sul podio, con vincitore Ralf Schumacher. La vittoria della Williams fu la prima vittoria non Ferrari della storia del GP della Malesia.
Anche l’edizione 2003 era destinata ad essere ricordata nel tempo, fin dal sabato, quando Fernando Alonso conquistò la prima pole position della propria carriera. Vinse Kimi Raikkonen e, anche nel suo caso, si trattava della prima vittoria in carriera. Sul podio c’erano oltre a lui Barrichello e Alonso.
Un anno dopo la Ferrari, Michael Schumacher nello specifico, ritornò alla vittoria, davanti a Juan Pablo Montoya e a nientemeno che alla BAR di Jenson Button, al primo podio in carriera. Dopodiché arrivarono i due anni della Renault: Alonso vinse nel 2005 davanti a Trulli e Heidfeld, mentre nel 2006 fu la volta di Fisichella (ad oggi è l’ultima vittoria conquistata in Formula 1 da un pilota italiano) davanti allo stesso Alonso e a Button.

Il Gran Premio della Malesia 2007 è il primo, storicamente, in cui le diverse mescole di gomme furono differenziate da una banda laterale di colore diverso in modo da rendere più chiaro chi fosse su una mescola e chi sull’altra. Ricordo che all’epoca criticai il fatto perché mi sembrava una cosa ridicola, il che è un atteggiamento da facepalm.
Quel gran premio terminò con una doppietta McLaren (ed è tuttora l’ultima vittoria della McLaren al Gran Premio della Malesia), con Alonso davanti a Hamilton e con la Ferrari di Raikkonen a completare il podio. Raikkonen vinse per la seconda volta a Sepang un anno più tardi, davanti alla BMW-Sauber di Kubica e alla McLaren di Kovalainen.
L’edizione del 2009 è forse la più esilarante da ricordare, per un paio di scene piuttosto gloriose destinate a rimanere impresse nella memoria collettiva. Era l’anno di dominio Brawn GP (dominio almeno nella prima parte della stagione, in cui il Gran Premio della Malesia fu disputato), con Ferrari e McLaren in difficoltà. Non si può dire, però, che i piloti Ferrari passarono inosservati in quell’edizione.
Vi fu pioggia torrenziale, tanto che la gara fu redflaggata. Nell’attesa di un restart che in realtà non ci fu mai, Felipe Massa si lamentò via radio, sulla griglia di partenza, delle difficoltà nel vederci con una visiera scura anziché trasparente. La risposta del suo ingegnere Rob Smedley, “Felipe baby stay cool”, è tuttora considerata una delle citazioni più pittoresche del secolo. Anche Raikkonen, comunque, non sfigurò: ormai ritirato, riuscì nell’eroica impresa di essere immortalato dalle telecamere mentre mangiava un gelato, altro evento considerato tra i più pittoreschi del secolo.
Per onore di cronaca, vinse Button con la Brawn, davanti alla BMW-Sauber di Heidfeld e alla Toyota di Glock. Se le Brawn fossero state squalificate per la questione del “buco”, il vincitore del gran premio sarebbe stato nientemeno che Heidfeld. Bonus: fu assegnato punteggio dimezzato e Trulli, Webber e Rosberg, che si erano classificati rispettivamente quarto, sesto e ottavo si portarono dietro per tutta la stagione un mezzo punto. Fu una cosa che detestai profondamente.

Penso che sia chiaro a tutti che ho standard molto personali relativamente all’“importanza” dei risultati dei gran premi, quindi dopo questa doverosa premessa non posso fare a meno di rimarcare come il Gran Premio della Malesia 2010 sia stata una pietra miliare nella storia della Formula 1. La pioggia nelle qualifiche mescolò le carte in tavola e anche di parecchio, entrambe le Ferrari ed entrambe le McLaren ebbero un triste destino, con il solo Button che passò in Q2 grazie ai tempi ottenuti, ma che non poté girare dopo l’incidente in Q1. Quella fu la prima occasione in cui vetture dei “piccoli team” passarono in Q2: l’onore toccò a Heikki Kovalainen (Lotus Team Malesia, la Caterham, per intenderci) e Timo Glock (Virgin, la Manor/Marussia, per intenderci). La gara terminò con una doppietta Redbull: Vettel precedette al traguardo il compagno di squadra Webber e la Mercedes di Rosberg. Vettel vinse anche nel 2011, stavolta davanti alla McLaren di Button e alla Renault di Heidfeld.

Nel 2012 ci fu di nuovo pioggia torrenziale, ci fu di nuovo una bandiera rossa ma stavolta fu possibile riprendere la gara, che al termine vide Fernando Alonso vincitore con la Ferrari. Eroe indimenticato della giornata fu comunque Sergio Perez, secondo classificato con la Sauber, che se non avesse commesso una piccola sbavatura avrebbe potuto addirittura riuscire a vincere. Qualcuno disse che quella sbavatura l’aveva commessa apposta, visti i rumor che lo volevano in Ferrari la stagione successiva. Si iniziò a parlare di complotti tra scuderie. Poi, ovviamente, di lì a poco a nessuno importò più nulla.
L’edizione 2012 è quella che tuttora mi rimane più impressa. Fu una delle occasioni in cui mi sentii dire “ma la gente a cui non piace Alonso, che si era così eccitata per Perez, lo sa che Perez è un pilota Ferrari?” e fu forse la ragione per cui l’articolo che volevo scrivere a proposito delle congetture sui complotti tra team non venne mai alla luce.
Al giorno d’oggi, a ripensarci, mi sembra che quella frase riassuma, con tutto il rispetto per la persona che la scrisse, a cui concedo tutte le scusanti del caso per la giovane età che aveva all’epoca, un concetto molto semplice. La interpreto indirettamente come “alla fine tutti sono tifosi da bar e sono delusa dal fatto che chi ha apprezzato il risultato di Perez non si sia comportato come tale”.
In una sola frase il non provare particolare simpatia per un pilota venne trasformato nell’odiare la squadra per cui gareggiava e l’essere entusiasti per il fatto che un outsider avesse lottato per la vittoria divenne qualcosa da fare solo per dare contro a qualcuno. Quest’ultimo, in particolare, è un concetto che secondo me svilisce molto la questione. Allo stesso modo credo che ipotizzare che Perez quel giorno avesse venduto l’anima alla Ferrari rinunciando a quella che avrebbe potuto essere la sua unica vittoria in carriera sia altrettanto svilente.

Il Gran Premio della Malesia 2013 ebbe un risultato che sconvolse l’ordine delle cose in Formula 1, in quanto, si sarebbe scoperto a fine stagione. Il tredicesimo posto di Jules Bianchi era destinato infatti a rimanere il miglior risultato ottenuto da una vettura di un “piccolo team” per tutto il 2013 e di fatto sancì il decimo posto in classifica della Marussia, che spodestò la Caterham, reginetta incontrastata delle retrovie nelle tre stagioni precedenti.
Non accadde null’altro, vero, quell’anno?
Ho in mente qualcosa che ha a che vedere con certe polemiche a proposito di ordini di scuderia, ma sicuramente ho fatto confusione io.
L’ordine di scuderia più pittoresco, comunque, arrivò la stagione successiva nelle fasi conclusive della gara, e arrivò in Williams. I miei vivissimi complimenti all’ingegnere di Massa, che scelse accuratamente le parole: “Valtteri is faster than you”. Contrariamente a tutte le aspettative, Massa non confermò di avere compreso il messaggio e rimase esattamente lì dov’era, permettendo a Bottas di ammirare il retrotreno della sua monoposto fino al traguardo. Vinse Hamilton davanti a Rosberg e a Vettel, mentre un anno, ovvero l’anno scorso, più tardi vinse Vettel davanti a Hamilton e Rosberg. Fu la prima vittoria di Vettel dopo il suo passaggio in Ferrari. Fu anche la prima gara a cui Merhi prese parte, ma ho il sospetto che questo interessi a pochi...

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