martedì 4 dicembre 2012

FANFIC DEMENZIALE: Il Mistero di Singapore Flyer


Questa fan-fiction che trovate anche sul mio portfolio e su F1GC è un crossover alquanto folle, in cui si intreccia l’ispirazione a un romanzo (“Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie) e al mondo della Formula 1.

Per chi non conoscesse il romanzo, la trama è in breve la seguente: dieci persone vengono invitate da uno sconosciuto a una vacanza su un’isola deserta. Dentro la casa in cui sono ospitate trovano dieci statuette e una poesia che parla di dieci individui che muoiono ad uno ad uno, oltre che una registrazione in cui tutti i presenti vengono accusati di avere in passato commesso crimini rimasti impuniti. Anche i protagonisti iniziano ad essere uccisi ad uno ad uno, da quello che si è macchiato della colpa più lieve fino a chi ha commesso le atrocità peggiori, in maniera che richiama la poesia, e ogni volta ciascuna delle statuette che li rappresentano scompare.

Mi sono chiesta: ma se scrivessi una fanfic in cui dieci personaggi ispirati a piloti vengono invitati su un’isola deserta e capita una storia simile? E così è nata questa pazzia. :D

Buona lettura! *-*

NB. Visto che la storia dura 10 capitoli e non mi andava di "sprecare" 10 post per una cosa così tanto demenziale, in bella vista trovate il primo capitolo poi, se decidete di continuare la lettura, non vi resta che cliccare sul link che invita a proseguire. ^^


IL MISTERO DI SINGAPORE FLYER

Capitolo 1.
Hammiiii scese dal traghetto che l’aveva scaricato sulla quasi irraggiungibile isola di Grand Chelem e rilesse per l’ennesima volta l’invito che aveva ricevuto qualche tempo prima a trascorrere diversi giorni in quel luogo. Lo sconosciuto che gli aveva spedito la lettera sosteneva di chiamarsi Singapore Flyer, proprio come una ruota panoramica che svettava in un cielo d’Oriente, che aveva ventotto cabine e che percorreva il proprio giro in una quarantina di minuti.
Hammiiii si guardò intorno, notando che non vi era nulla a parte un’abitazione piuttosto lussuosa.
«Sembra un bel posto» si disse, avviandosi verso la casa, trascinando con sé le valigie che gli aveva preparato la sua fidanzata la sera precedente.
Era un luogo tanto gradevole alla vista quanto silenzioso e Hammiiii ne rimase parzialmente stupito. Singapore Flyer, chiunque fosse colui che rispondeva a quel nome, gli aveva assicurato che si sarebbe ritrovato in un luogo piuttosto affollato, che sarebbe riuscito a distrarlo in quella breve vacanza che poteva prendersi durante la sospensione del campionato.
Mentre pensava, tra sé e sé, non si accorse di un altro individuo che gli stava davanti e andò a sbattergli contro. Non era l’unico sbadato, in quanto fu immediatamente urtato da qualcuno alle sue spalle. I tre caddero a terra e Hammiiii si rialzò a fatica e imprecando, dal momento che uno dei due si trovava proprio sopra di lui.
Spinto da parte quello che gli stava sopra, riuscì finalmente a ritrovarsi in piedi, e guardò attentamente colui che l’aveva urtato.
«Maldiiii?» esclamò, con una certa sorpresa. «Maldiiii, che cosa ci fai qui? Possibile che non ti basti venirmi addosso solo in pista, ma che tu debba farlo anche qui in vacanza mentre cammini?»
L’altro, colui che era stato travolto da Hammiiii, si alzò in piedi a sua volta.
«Hammiiii?!» si stupì. «Anche tu qui, Hammiiii?»
Hammiiii fece un salto all’indietro per la sorpresa.
«Feliiii? Possibile che tu sia sempre lungo la mia strada?»
Feliiii replicò: «Non sono sempre sulla tua strada, sei tu che mi vieni addosso!»
«È colpa di Maldiiii» si difese Hammiiii. «Se non ci fosse stato lui a distrarmi, io non ti sarei mai venuto addosso.»
«Non dire cavolate» ribatté Feliiii. «Tu mi sei sempre venuto addosso, anche quando Maldiiii era lontano anni luce.»
«Piuttosto, che cosa ci fate qui?» volle sapere Hammiiii.
«Siamo stati invitati da un certo Singapore Flyer» lo informò Maldiiii. «Ci ha chiesto via lettera di trascorrere una vacanza qui e abbiamo accettato, ignari che avremmo incontrato dei nostri colleghi. Ma se vuoi entrare in casa, Hammiiii, ti possiamo offrire un cremino Algida, se Icemaaaan non se li è già mangiati tutti.»
«Icemaaaan? Non mi dire che c’è anche Icemaaaan qui!»
«Proprio così» rispose Maldiiii. «Dopo avere avuto un incidente con un pianista che l’ha inseguito fin sotto casa tenendo in mano una bottiglia rotta, ha trovato in buchetta una lettera da parte di Singapore Flyer, quindi ha deciso di rifugiarsi qui per evitare di essere preso a bottigliate.»
«Ora mi è tutto chiaro» declamò Hammiiii. «Chiaro come la carnagione di Kovaaaa.»
«Chi mi chiama?» domandò qualcuno alle loro spalle, con un marcato accento finlandese.
I tre si girarono.
«Kovaaaa!» esclamò Feliiii. «Che cosa ti porta da queste parti?»
«Che cosa porta voi da queste parti piuttosto?» ribatté Kovaaaa. «Sono io che sono stato invitato a trascorrere una vacanza su questo atollo.»
«Da un certo Singapore Flyer?» volle sapere Maldiiii.
«Proprio così» confermò Kovaaaa. «Perché, per caso ha invitato anche voi?»
«Ovvio che ci ha invitati» ribatté Hammiiii. «Se no non saremmo qui. E se avessi saputo che c’erano anche Maldiii e Feliiii non sarei mai venuto qui!»
In quel momento la porta della casa si spalancò e ne uscì un loro conoscente, che correva tenendo in mano una scatola di gelati.
«E Sebbiiii che cosa ci fa qui?» si sorprese Hammiiii. «Nessuno mi aveva detto che ci fosse anche lui.»
«Sebbiiii sta cercando di rubare i gelati a Icemaaaan» disse Feliiii. «Quel ghiacciolo non si rende conto che non ha lui l’esclusiva su tutti i prodotti Algida contenuti nel congelatore. Pensa che quando eravamo compagni di squadra alla Ferraglia una volta si è messo a urlarmi contro perché avevo osato mangiare un Magnum.»
«Icemaaaan che urla?» Hammiiii spalancò gli occhi per lo stupore. «Ma non è possibile, Icemaaaan è muto! Perfino quella volta che l’ho tamponato nella corsia dei box a Montreal non ha battuto ciglio!»
«Se tu mi avessi tamponato così dal nulla, io ti avrei seguito incavolato nero fino al box della McSpy, come ho fatto molti anni fa con un certo mascellone» intervenne un nuovo arrivato.
Hammiiii si meravigliò ancora una volta.
«Schumiiii, cosa ci fai qui?» chiese, guardando i capelli brizzolati di colui che gli stava davanti. «Non credevo che ci fosse anche la zona ospizio su quest’isola.»
«Non prendermi in giro, ragazzino, che quando tu andavi in prima elementare io correvo per la scuderia di zio Flavio come compagno di squadra del padre di un folle che ha la passione per andare a schiantarsi contro i muri.»
«E tu non prendere in giro me, che batterò i tuoi record quando tu sarai troppo vecchio anche per gareggiare nelle corse dell’ospizio insieme a Rubinhoooo e al mascellone di cui parlavi pochi minuti fa.»
«Ah ah, non farmi ridere. Io non sarò mai troppo vecchio per mettermi al volante.»
Hammiiii proferì in una profonda risata, finché Feliiii non gli fece presente: «Sono stato io stesso a suggerire a Schumiiii di accettare l’invito di Singapore Flyer, chiunque sia questo sconosciuto, e non permetterò a te di criticarlo.»
«Stai zitto, bambino do Brasil! Mentre tu vagavi per le strade di Sao Paulo durante il carnevale sperando di incontrare qualche bella ballerina, io mi facevo adottare da un certo Ron e lo convincevo a farmi debuttare alla McSpy un giorno!»
«Ma non dire cavolate! Mentre tu venivi adottato da Ron, io andavo già in banca a ridere a crepapelle nel vedere le espressioni degli organizzatori del gran premio di Singapore nel momento in cui pagavano la bolletta della luce!»
«Questo lo posso confermare» disse una voce dall’accento francese. «Io ci lavoravo, in quella banca.»
Tutti rimasero piuttosto stupiti nel vedere Grosjiiii e iniziarono a tremare al solo pensiero di tutti gli incidenti che aveva innescato nelle sue spericolate partenze.
«Ma in quanti ci siamo su quest’isola?» si meravigliò Hammiiii.
«Per il momento in nove» rispose Feliiii. «Io, tu, Grosjiiii, Maldiiii, Schumiiii, Sebbiiii, Kovaaaa, poi Icemaaaan che è dentro insieme a Kobyyyy, che è stato ingaggiato da Singapore Flyer, chiunque esso sia, come cuoco.»
«La cosa è sorprendente» osservò Hammiiii. «È una situazione piuttosto strana.»
«Già» confermò Feliiii. «E, pensa, ho l’impressione che non siamo ancora al completo.»
In quel momento il cielo si coprì di nubi e all’improvviso, dopo una serie di tuoni che produssero boati ad alto volume, iniziò un temporale simile a quelli che arrivavano all’improvviso a Interlagos nel bel mezzo del gran premio. Proprio ripensando a un acquazzone scrosciato giù dai cieli brasiliani Hammiiii e Feliiii si scambiarono un’occhiataccia, mentre gli altri presenti si recavano correndo all’interno della casa.
«È una soddisfazione ritrovarti qui» declamò Feliiii. «Sono sicuro che riuscirò a schiacciarti molto presto.»
«Sì, può darsi» convenne Hammiiii, fischiettando con aria indifferente. «Io però sono sicuro dell’esatto contrario.»
«Ognuno ha le sue certezze» replicò Feliiii. «Non si può sempre pretendere che gli altri le condividano. Piuttosto, che ne dici, entriamo in casa anche noi?»
«Non ho problemi a rimanere qui fuori a bagnarmi» ribatté Hammiiii. «Tu, piuttosto, potresti avere qualche effetto collaterale e metterti a girare come una trottola.»
«Sì, certo, mi metterò a girare come una trottola in cerca di una gru con cui tirarti fuori dal fango quando sarai completamente sprofondato.»
«Ma quale gru? È più facile vedere Winkyyyy in testa all’unico gran premio della sua carriera, piuttosto che me impantanato mentre vengo ripescato da una gru.»
La pioggia nel frattempo aveva preso a scrosciare ancora più copiosa, inzuppando completamente i due piloti, che però non si decidevano a rientrare.
Nel frattempo, all’interno dell’abitazione, Icemaaaan stava inseguendo Sebbiiii nel tentativo di riprendersi la confezione dei gelati, ma l’impresa si era rivelata più ardua del previsto, specie per lui che aveva l’hobby di rimanere immobile senza dare segni di vita, invece di correre ovunque per dare la caccia ai ladri di prodotti Algida.
All’improvviso, vedendosi Icemaaaan ormai appresso, Sebbiiii si infilò dentro un salone in cui fino ad allora nessuno si era ancora inoltrato. Spalancata la porta, rimase immediatamente spiazzato: al centro della stanza vi era un enorme tavolo sul quale vi erano dieci statuette di cera, raffiguranti individui in tuta della Accaerretì con caschi con i colori della bandiera indiana.
«È sconvolgente» esclamò Sebbiiii, lasciando cadere i gelati. «C’è una lunga serie di Karthyyyy in miniatura!»
«Già, è pazzesco» concordò Icemaaaan. «Non ho mai visto nulla di così strano.»
Nel corridoio sopraggiungeva Kovaaaa, così Icemaaaan lo mandò a chiamare anche tutti gli altri perché venissero a vedere quella scoperta eclatante. Kobyyyy, Grosjiiii, Maldiiii e Schumiiii arrivarono subito e anche loro, ammaliati, ammirarono le statuette che rappresentavano il più veloce indiano che avesse mai visto la luce.
«Guardate» osservò Maldiiii. «C’è anche una cornice appesa alla parete.»
Tutti si avvicinarono, osservando che all’interno era contenuta una pergamena sulla quale qualcuno, con penna d’oca e calamaio, aveva scritto un testo carico di significato.

Dieci piloti sull’isola arrivarono
E i figli all’asilo accompagnarono,
Uno col bavaglino per strozzarsi finì
E soltanto in nove rimasero lì.

Nove piloti dalle pelli abbronzate
Andarono in spiaggia essendo estate,
Il più bianco col sole si ustionò
E gli altri otto da soli lasciò.

Otto piloti, a ora più avanzata
Si sedettero a una tavola apparecchiata,
Uno si soffocò col sushi giapponese
Rimasero in sette, lui ne fece le spese.

Sette piloti, per fare incontri
Andarono a svagarsi sugli autoscontri,
Uno fuori pista fu presto sbalzato
Gli altri sei rimasero senza fiato.

Sei piloti sconvolti e ammutoliti
Fissarono con gli sguardi rapiti
Uno disperato che si autoeliminò
E gli altri cinque da soli abbandonò.

Cinque piloti per dimenticare
Decisero di andarsi a ubriacare,
Uno di loro finì in coma etilico
Così in quattro rimasero in bilico.

Quattro piloti con piume in testa
Per carnevale diedero una festa,
Uno ballò la samba fino allo sfinimento,
Restarono in tre con immenso sgomento.

Tre piloti dal fornaio andarono
E pane appena sfornato acquistarono,
Uno di loro a colpi di baguette fu ucciso
E i due rimasti si fissarono con un sorriso.

Due piloti in sella a una moto
Andarono incontro a un destino ignoto,
Uno cadde a terra e si ruppe il collo
Solo uno di loro rimase sull’atollo.

L’ultimo pilota vinta la sua sfida
Si immaginò in mezzo a una corrida,
Ma a quel punto un toro lo incornò
E sull’isola deserta più nessuno restò.

«È spettacolare!» osservò Kobyyyy. «Sembra proprio la nostra storia, se non fosse che siamo ancora tutti vivi e vegeti.»
«E siamo anche soltanto in nove» ribatté Schumiiii. «I conti non tornano. Non penso che questa poesiola si riferisca a noi.»
«Magari arriverà anche una decima persona» propose Maldiiii.
«Speriamo che sia Danicaaaa, in tal caso» intervenne Grosjiiii. «Siamo tutti uomini, almeno una presenza femminile per allietare il panorama è d’obbligo.»
«Concordo in pieno» convenne Kobyyyy. «Ehi, ma non hanno suonato al campanello?»
«Saranno Hammiiii e Feliiii che si sono decisi a tornare» suggerì Schumiiii. «Quando siamo rientrati la porta si è richiusa con la corrente.»
Kobyyyy schizzò fuori dal salone.
«Vado ad aprirli.»
Si recò all’ingresso e spalancò l’uscio. Con sua enorme sorpresa non si ritrovò davanti due, ma ben tre individui, uno dei quali reggeva un ampio ombrello al di sotto del quale si erano riparati anche Hammiiii e Feliiii, zuppi d’acqua.
Kobyyyy guardò attentamente colui che reggeva l’ombrello e riuscì a trattenere a stento un grido di stupore.
«F-Ferniiii?» balbettò a quel punto. «Che cosa ci fai qui, Ferniiii?»

Se volete leggere i capitoli seguenti, sapete dove cliccare. U.U
Ve lo consiglio, se no convincerò il direttore della banca del vostro paese ad assumere Grosjean! :-P
 


Capitolo 2.
«Come cosa ci faccio qui?!» chiese Ferniiii. «Piuttosto, che cosa ci fate tutti voi? Un certo Singapore Flyer, che mi ha invitato qui a trascorrere una breve vacanza, mi aveva assicurato che non avrei incontrato nessuno dei miei colleghi... invece non solo mi ritrovo questi due rompiscatole...» Indicò Hammiiii e Feliiii. «...ma ci sei anche tu! E dimmi, c’è anche quell’impostore del tuo compagno di squadra che ha cercato senza successo di strapparmi una meritata vittoria qualche mese fa in Malesia?»
«No, Sergiño non c’è» lo rassicurò Kobyyyy. «È andato in Messico a procurarsi dei peperoncini da infilarti di nascosto dentro lo champagne la prossima volta che salirai sul podio.»
Ferniiii chiuse l’ombrello, tutto rosso con sopra lo stemma della Ferraglia, ed entrò in casa, seguito da Hammiiii e Feliiii.
Andarono a raggiungere gli altri in salone, eccetto Kobyyyy che si recò in cucina a preparare il pranzo. Dopo due ore passate ai fornelli servì finalmente in tavola le portate e chiamò gli altri a gran voce.
«FINITELA DI RESTARVENE LÌ A PENSARE ALLE CURVE DEL CIRCUITO DI INDIANAPOLIS E A QUELLE DI DANICAAAA! I PIATTI SONO IN TAVOLA!»
Tutti quanti si recarono in sala da pranzo, a parte Icemaaaan che non aveva molta fame avendo trascorso l’intera mattinata a gustare gelati Algida e oltre a non avere fame aveva anche un certo peso sullo stomaco. Si sedettero e iniziarono a mangiare. Per tutto il tempo spettegolarono di gossip relativi a loro colleghi e cercarono di estorcere a Feliiii notizie di primaria importanza, come ad esempio chi sarebbe stato il pilota che avrebbe preso il suo posto alla Ferraglia nel 2013 e quale fosse il colore delle sue mutande portafortuna che portava ai tempi d’oro in cui poteva permettersi di lottare per il titolo e di insultare Ferniiii in mondovisione.
Proprio mentre Hammiiii proponeva la teoria secondo la quale sarebbe stato Kovaaaa a prendere il posto di Feliiii e il finlandese si rifiutava di rispondere nascondendosi sotto al tavolo, si sentì all’improvviso una voce dal tono piuttosto misterioso.

«Fate tutti quanti attenzione.»

I dieci piloti spalancarono gli occhi.
«Chi ha parlato?» domandò Kobyyyy. «Non c’è anima viva oltre a noi su questa isola, nemmeno dei tifosi da bar che insultano le nostre capacità giorno dopo giorno.»
«Io non vengo insultato dai tifosi da bar» ribatté Ferniiii.
«Si vede che non ti ricordi di quando eri alla McSpy» ipotizzò Schumiiii. «All’epoca gli insulti contro di te fioccavano.»
«Sciocchezze!» ribatté Ferniiii. «Tutti mi amano fin dal 2001.»
All’improvviso la voce riprese:

«Non troverete nessuno, questa è una registrazione. Voi, pilotuncoli da quattro soldi, siete finalmente chiamati a prendervi le vostre responsabilità. Avete passato gli anni a sentire tifosi che urlavano a gran voce i vostri nomi, ma ora è il momento di pagare per le vostre colpe.»

«Questo è folle» decretò Maldiiii. «Di che colpe sta parlando?»
«È quello che mi chiedo anch’io» convenne Feliiii. «Certo che l’erba indiana fa proprio male, questo se ne deve essere fumata parecchia.»
«Appunto» intervenne Kovaaaa. «Non ci siamo proprio.»
I commenti proseguirono per parecchi minuti, mentre Icemaaaan se ne rimaneva in completo silenzio. Le parole che udì, però, sconvolsero anche lui.

«Uno di voi il 25 maggio 2008, lungo le anguste stradine di Montecarlo, ha attentato a quello che poteva essere il miglior risultato in carriera di un pianista tedesco di origini uruguayane... ed è soddisfatto di questa losca azione. Icemaaaan, nato a Espoo il 17 ottobre 1979, cos’hai da dire a tuo favore prima che i ghiacci della Finlandia ti congelino?»

Per quanto già fosse bianco al naturale, Icemaaaan sbiancò.
«Ma è assurdo!» ribatté. «Io non ho mai attentato all’incolumità di alcun pianista!»
Si nascose sotto al tavolo, terrorizzato dall’idea di vederlo ricomparire, stavolta a piedi e armato di bottiglia rotta, ma non accadde nulla.
«Kimi, vieni fuori» gli suggerì Grosjiiii, suo compagno di squadra alla Lotteria. «Non c’è più alcun pericolo.»
«Dici che posso?» Icemaaaan era perplesso. «Non c’è nessuna presenza pericolosa?»
«No, esci pure. Non corri alcun pericolo.»
La voce riprese a parlare proprio in quel momento, e stavolta fu Grosjiiii a impallidire.

«Uno di voi, che in passato ha anche lavorato come bancario, in varie occasioni tra il mese di marzo e il mese di luglio del 2012, ha interpretato nel modo errato la propria professione, credendo che lo spegnersi delle luci rosse significasse andare addosso a chiunque si avesse accanto. Grosjiiii, nato a Ginevra il 17 aprile 1986, hai da dire qualcosa in tua difesa prima che la ghigliottina ti tagli la testa?»

«Io non sono mai andato addosso a nessuno» protestò Grosjiiii, guadagnandosi occhiatacce intense in particolare da Maldiiii e da Schumiiii.
«Ah, no?» insisté il venezuelano. «Grosjiiii, tu sei un serial killer delle partenze, hai messo fuori gioco tutti alla prima curva! Come puoi negarlo?»
«Ma è proprio quello che lo spegnersi delle luci rosse significa» ribatté Grosjiiii. «Solo tu, Maldiiii, puoi ignorare la cosa. E poi anche tu ne hai combinate di tutti i colori.»
«Chi, io? Starai scherzando, spero! La mia condotta di gara è immune da errori.»
Hammiiii si schiarì la voce.
«Come no.»
«Vuoi metterlo in discussione?»
Maldiiii si alzò di scatto con aria minacciosa, con il solo risultato che urtò il tavolo e fece cadere una bottiglia d’acqua addosso all’avversario.
«Ma fare un po’ di attenzione no?» replicò Hammiiii.
«Non conosco il significato della parola attenzione, proprio come tu non conosci i regolamenti.»
Hammiiii spalancò gli occhi.
«Io non conosco i regolamenti? È pazzia, questa!»
La discussione fu interrotta dall’arcana voce, che riprese:

«Uno di voi il 12 maggio 2012 a Montmelò ha finto di non conoscere il regolamento delle qualifiche, in modo da essere retrocesso e quindi non dover partire accanto a un collega che gli stava antipatico, seppure questo significasse perdere la prima fila. Ha quindi falsato il risultato della propria gara, evitando un ritiro certo. Hammiiii, nato a Stevenage il 7 gennaio 1985, prima di essere raccolto da una gru e buttato in mare, puoi dire qualcosa per contestare questa pesante accusa?»

Hammiiii naturalmente non sbiancò, anche perché gli sarebbe stato palesemente difficile, e si limitò a pronosticare: «Anche quell’individuo da cui ho tentato di sfuggire ha i suoi scheletri nell’armadio, e sono sicuro che ben presto usciranno allo scoperto.»
Nessuna previsione fu più azzeccata.

«Uno di voi il 22 luglio 2012 a Hockenheim ha centrato in pieno la vettura di un coltivatore messicano di peperoncini, accusandolo di avergli rubato un sombrero che aveva acquistato lo scorso carnevale per travestirsi da Speedy Gonzales. Maldiiii, nato a Maracay il 9 marzo 1985, puoi negare di avere commesso questa azione infamante, prima di morire per indigestione di peperoncini piccanti?»

«Certo che posso negarlo!» esclamò Maldiiii. «Lo scorso carnevale mi sono travestito da Topo Gigio, non da Speedy Gonzales, e quello non porta il sombrero.»
«Non è vero» replicò Kobyyyy. «Sergiño mi ha comunicato che sono proprio queste le ragioni per cui hai deciso di andargli addosso.»
«Non sono andato addosso a nessuno» si difese Maldiiii, ma invano. Tutti erano al corrente delle sue malefatte. Si prese comunque una minima soddisfazione quando la voce riprese:

«Uno di voi, il 18 ottobre 2009, a Interlagos è entrato in collisione con un compatriota per vendicarsi di una banale discussione che aveva per oggetto “chi di noi due è più attraente vestito da samurai”. Kobyyyy, nato ad Amagasaki il 13 settembre 1986, cos’hai da dire in proposito? Prima di suicidarti facendo harakiri pensi di poterti difendere?»

Kobyyyy, piuttosto sconvolto, spalancò gli occhi tanto che questi assunsero un taglio occidentale.
«Naka-gata stava sulla mia strada, non ho potuto fare a meno di eliminarlo» ribatté. «Queste accuse sono completamente infondate. It’s ridicolous!»
Quasi come fosse stata scatenata dalle parole “it’s ridicolous”, la voce proseguì imperterrita il proprio obiettivo.

«Uno di voi il 28 settembre 2008 lungo le strade di Singapore ha approfittato delle manie suicide del proprio compagno di squadra per avvantaggiarsi della safety car entrata a causa di un suo incidente e ha vinto illegittimamente la gara. Ferniiii, nato a Oviedo il 29 luglio 1981, prima di morire per un’indigestione di paella valenciana pensando alla tua vittoria a Valencia nel 2012, pensi di poter giustificare il tuo tremendo misfatto?»

Ferniiii strabuzzò gli occhi.
«Ma come? È assurdo, come si può accusarmi di avere fatto qualcosa del genere? Va bene che uso i compagni di squadra come zerbini, ma...»
La voce, però, non si placò.

«Sempre il 28 settembre 2008 uno di voi ha tentato di travolgere il già citato pianista con un bocchettone per il rifornimento di benzina sotto il vigile controllo della Singapore Flyer. Feliiii, nato a Sao Paulo il 25 aprile 1981, pensi di poter contestare questa accusa prima che la “Lambada” venga suonata come marcia funebre al tuo funerale?»

«Veramente al mio funerale preferirei una canzone tipo “La cucaracha”» obiettò Feliiii.
Icemaaaan intervenne: «Tu hai tentato di eliminare il pianista, e non potevi farlo! Quello è compito mio!»
Feliiii replicò: «Non è certo colpa mia se i miei meccanici mi hanno dato il via mezz’ora prima di finire il pit-stop mandandomi a vagare per la pit-lane col tubo della benzina inserito! E non è certo colpa mia nemmeno se il pianista mi stava passando di fianco!»
«Il pianista avrebbe dovuto prenderti a bottigliate» decretò Icemaaaan, rompendo un bicchiere sopra al tavolo e puntandolo verso Feliiii, che era proprio di fronte a lui. Poi si mise le mani tra i capelli. «Noooo! Ho rotto un preziosissimo bicchiere che avrebbe potuto contenere fiumi di vodka! Che tristezza!»
Schumiiii non riuscì a trattenere un sorriso.
«Oltre ad avere scheletri nell’armadio, come molti di voi, non sei neanche in grado di maneggiare oggetti di vetro senza fare danni.»
«Che cosa vuoi, nonnetto?» ribatté Icemaaaan. «Prima o poi arriverà anche il tuo turno...»
In realtà arrivò invece il turno di Kovaaaa.

«Uno di voi, il 27 maggio 2012, lungo il tortuoso tracciato del principato di Monaco, ha osato tenere testa a un paracarro al volante di una McSpy così come se niente fosse, nonostante avesse a disposizione una vettura di velocità molto più elevata, e ha festeggiato il fatto passando tutta la serata a giocare ad “Angry Birds”. Kovaaaa, nato a Suomussalmi il 19 ottobre 1981, cos’hai da dire a tua discolpa prima che di affondare tra i ghiacci dissolti del Circolo Polare Artico?»

«E sentiamo, che cosa c’è di male nel giocare ad “Angry Birds”?» sbottò il pallido finlandese. «E poi Jensiiii se lo meritava, dato che nel 2009 la McSpy mi ha messo a piedi per ingaggiare lui per la stagione successiva. Sì, lo ammetto, mi sono divertito nel vedere Jensiiii che si ritirava!»
Tutti strabuzzarono gli occhi: Kovaaaa era il primo che ammetteva le proprie responsabilità.
Sebbiiii iniziò nel frattempo a guardarsi intorno con aria circospetta.
«Che c’è?» gli chiese Hammiiii. «Hai paura che sia il tuo turno?»
«Oh, no, io sono un bambino innocente» ribatté Sebbiiii. «Non credo proprio che tocchi a me.»
In realtà si sbagliava di grosso.

«Uno di voi il 25 marzo 2012, dopo un incidente con il più veloce indiano del pianeta, ha insultato per mezzo stampa tale pilota paragonandolo a un ortaggio. Sebbiiii, nato a Heppenheim il 3 luglio 1987, prima di morire soffocato ingoiando il tuo ciuccio, pensi di poterti difendere da questa infamante accusa?»

«Ho solo paragonato Karthyyyy a un cavolo» ribatté Sebbiiii. «Che sarà mai? Non mi pare così grave rispetto a quello che avete combinato voi.»
Le sue parole si fermarono all’improvviso, nell’udire nuovamente la misteriosa voce, che riprese:

«Ora siete stati tutti quanti messi di fronte alle vostre responsabilità, nessuno escluso. Pensateci bene, siete sicuri di essere così innocenti come credete? Icemaaaan, Grosjiiii, Hammiiii, Maldiiii, Kobyyyy, Ferniiii, Feliiii, Kovaaaa, Sebbiiii, voi siete colpevoli, e pagherete per questo.»

Schumiiii, che aveva ascoltato con un sorriso divertito, ora rideva a crepapelle.
«Ah ah, ragazzini, voi credete di avere il mondo tra le mani, mentre invece sono io quello che ancora domina. Voi siete dei malfattori, io invece sono stato santificato.»
«Si vede che il tizio che ha fatto quella registrazione non è un ferrarista “da bar”» ribatté Ferniiii. «Se no ti avrebbe accusato di essere un traditore della società e avrebbe santificato me, invece di accusarmi di cose che non stanno in cielo né in terra.»
A quel punto un sibilo attraversò l’aria.

«Oh, dimenticavo.»

Tutti si guardarono l’un l’altro, terrorizzati. La voce aveva ripreso a parlare e non avevano idea di che cosa stesse per dire.

«Gli eventi passati tendono ad essere cancellati dai nostri ricordi, ma all’improvviso sono stato folgorato. La luce di un lampo mi ha attraversato e mi ha riportato a Jerez De La Frontera il 26 ottobre 1997. Uno di voi c’era o sbaglio?»

L’aria si fermò. Nove persone, sedute intorno a quel tavolo, tirarono un sospiro di sollievo: almeno per loro era finita.

«Non sbaglio. Uno di voi quel giorno pensò di vincere il mondiale, peraltro fallendo miseramente, andando addosso nel tentativo di buttarlo fuori strada un canadese dall’elevato talento canoro. Schumiiii, nato a Hürth-Hermülheim il 3 gennaio 1969, prima di morire di vecchiaia pensi di poter contestare questa affermazione?»

«Se la contesto?» ribatté Schumiiii, senza scomporsi e senza perdere il sorriso. «La contesto eccome! Dopotutto non mi si sta accusando di essere andato addosso a qualcuno dotato di un particolare talento canoro? Beh, ecco, a me quello non sembrava poi così tanto portato per la musica...»
Icemaaaan, nell’udire quelle parole, afferrò il bicchiere di Feliiii e ruppe anche quello.
«Ehi, ma che ti prende?» esclamò il brasiliano. «Icemaaaan, la finisci di fracassare tutte le stoviglie? Ti vedrei bene in uno di quei film insensati dove c’è sempre qualcuno che in un raptus di rabbia strappa la tovaglia dal tavolo ribaltando tutto. E lì mi sono sempre chiesto: ma non c’è mai nessuno appoggiato alla tavola? Con tante persone appoggiate sopra è impossibile togliere la tovaglia!»
«Taci» gli ordinò Ferniiii. «Sbaglio o stavamo parlando delle losche azioni compiute da un certo anziano qui presente? Credo proprio che mi piacerebbe molto portare avanti questo delizioso discorso. Che ne dici, Schumiiii?»

Capitolo 3.
«Non ho niente da dire» insisté Schumiiii. «Naturalmente, come avete fatto quasi tutti quanti voi, contesto in pieno quelle accuse, una dopo l’altra. Qualunque persona con un minimo d’intelligenza si renderebbe conto che sono solo fandonie e che non ho fatto nulla di male, né a Jerez quella volta, né in nessun altro luogo.»
«Come no!» ribatté Ferniiii. «Ti devo ricordare che tu sei stato il pilota più sanzionato di tutti i tempi? Se non sbaglio ne avevamo già parlato nel lontano e piuttosto vicino 2006.»
«Quando?» intervenne Feliiii. «Quella volta in cui dicesti che avevi paura che io ti venissi addosso perché appartenevo alla Ferraglia, uno dei team più scorretti di sempre?»
«Non ho detto niente di tutto ciò» replicò Ferniiii. «È stato il mio gemello crudele a dirlo, quello che correva per la Renault e per la McSpy.»
«Non dire scemenze, tu non hai nessun gemello crudele!» intervenne Hammiiii. «Sei lo stesso che è stato mio compagno di squadra in McSpy e te la posso dire una cosa? Eri insopportabile! Con tutti gli altri miei compagni di squadra, invece, ci sono andato d’accordissimo. Per esempio quando ero compagno di squadra di Kovaaaa mi sarebbe piaciuto passare le vacanze insieme a lui ai Tropici invece di andarci con Nicole. Peccato che, mentre io potevo stare al sole tutto il giorno, Kovaaaa non sarebbe riuscito a rimanerci, a meno che non si fosse immerso in una vasca piena di crema solare con protezione numero cinquanta per proteggere la sua pelle dal colore cadaverico.»
«Io non sono cadaverico» ribatté Kovaaaa. «Mi chiedo come si possano dire queste cose! Gli Angry Birds mi vendicheranno.»
«Purtroppo per te non lo faranno, invece» gli comunicò Icemaaaan, alzandosi in piedi e andando a prendere fuori un gelato dal freezer – per l’esattezza un Magnum Algida. «Ora gli Angry Birds assistono me!»
«Sì, ma ben presto tu sarai costretto a precipitarti in bagno, non appena faranno effetto i millemila quintali di gelato ricoperti di cioccolato dolce e un po’ salato che ti sei mangiato oggi, con l’eterna benedizione di Pupo.»
«Fandonie!» decretò Icemaaaan. «Sono immune agli effetti dell’indigestione. Quegli effetti ce li hanno solo i piloti più improbabili, che mangiano cibo avariato prima del gran premio di Singapore e che poi sono costretti ad essere sostituiti da altri in vista del gran premio. Quella cosa capitò a Yammiiii quando correva per la Accaerretì.»
«Capitò anche a me» ammise Grosjiiii. «La Renault voleva sostituirmi con Di Gratis, ma nonostante la mia necessità di correre al cesso ogni cinque minuti decisi di farmi forza e di correre ugualmente indossando un pannolino rubato a Sebbiiii.»
«Ho smesso da tempo immemore di portare il pannolino» replicò Sebbiiii, ma nessuno lo ascoltò.
«Posso svelarvi un segreto?» s’intromise Feliiii. «A una festa in stile carnevale brasiliano a cui ho partecipato con Barrinho, Bruninho e Digrassinho prima di partire per questa isola, Bruninho mi ha rivelato un segreto scottante sulla Accaerretì: mi ha confidato che è stato il titolare del team, stanco di avere Yammiiii tra le scatole, a fargli mangiare cibo avariato per levarselo di torno.»
«Buono a sapersi» osservò Schumiiii. «Temevo che a Singapore fossero specializzati nel produrre cibo specifico per l’avvelenamento dei piloti. Oltre a non riconoscere la luce dalle tenebre, mi stavo preoccupando di non riconoscere gli alimenti sani da quelli avariati!»
Tutti i piloti furono travolti da un pensiero piuttosto cupo: quello di arrivare all’avanzata età di Schumiiii e di non essere più in grado a loro volta di distinguere il giorno dalla notte.
A quel punto Grosjiiii, stanco di avere idee deprimenti per la testa, indietreggiò sulla sua sedia, alzandosi di scatto, facendo ribaltare i piloti che gli stavano accanto dalle loro sedie e rischiando di fracassare il tavolo.
«Che ne dite di sparecchiare e poi di prepararci per andare a esplorare questa meravigliosa isola?»
«Ottima idea» concordò Feliiii. «Però assolutamente non sparecchiare tu, che non vorrei che dovessimo trascorrere il resto della giornata a raccogliere cocci. Quindi, Grosjiiii, fammi il piacere di andare a vedere “Forum” in TV e di non stare tra le scatole a nessuno!»
Grosjiiii uscì dalla stanza e si recò nella sala in cui si trovava il televisore.
«Attento a non rovesciare nulla» gli raccomandò Feliiii, spaventato dall’idea che la magnifica TV al plasma subisse danni inaspettati.

Un’ora più tardi i dieci vacanzieri si recarono finalmente all’esterno. Aveva smesso di piovere e il sole brillava alto nel cielo dell’isola di Grand Chelem.
«La causa che c’era a “Forum” era interessantissima» riferì Grosjiiii. «È un vero peccato non sapere come sia andata a finire. C’era un tizio a cui era stata fatta causa perché aveva innescato un maxi-ingorgo lungo la strada coinvolgendo decine di automobili. Mi sono immedesimato molto in lui.»
«Chissà perché» ribatté Ferniiii, ridendo amaramente.
«Anch’io credo che mi sarei immedesimato parecchio in un tipo del genere» ammise Maldiiii. «Questo però non ha importanza: godiamoci le bellezze di questo paesaggio. È davvero molto suggestivo, non trovate?»
«Sarebbe molto più suggestivo se ci fosse una ruota panoramica con ventotto cabine» lo contraddisse Hammiiii.
«Sì, ma non si può avere tutto dalla vita. Cosa pretendi ora, che quella ruota panoramica faccia anche il proprio giro in una quarantina di minuti?»
«Esatto» confermò Hammiiii. «Ci sarebbe qualcosa di male?»
«No, niente affatto» intervenne Schumiiii. «A parte la scarsa visibilità del luogo.»
«La finite di chiacchierare a vuoto?» sbottò Icemaaaan. «Non capisco perché abbiate sempre tutta questa voglia di sgolarvi, quando in realtà il silenzio è la virtù dei silenziosi.»
«E il caos è la virtù dei caotici» osservò Grosjiiii.
«Mentre lo zerbinaggio è la virtù degli zerbini» precisò Feliiii.
«Infine la santanderizzazione è la virtù dei santanderizzati» concluse Ferniiii.
«Mah, io non so cosa vi fumate» osservò Kobyyyy. «Quintali di erba indo-brasiliana, immagino.»
«Esatto» convenne Hammiiii. «La coltivavano Chandy e Bruninho insieme quando erano compagni di squadra in GP2 e alla Accaerretì!»
Nel pensare a un glorioso team come la Accaerretì gli occhi di tutti presero a brillare come luci intermittenti dell’albero di Natale.
«Ehi, guardate!» esclamò Kovaaaa all’improvviso. «C’è una spiaggia spettacolare, laggiù. Mi piacerebbe andare a prenderci il sole... ma finirei per scottarmi a quest’ora. Meglio che ci andiamo più tardi quando il sole è calato... calato da non confondersi con Calado, quello corre in GP2!»
«Che palle!» esclamò Hammiiii. «Io volevo andarci subito in spiaggia, e mettermi a fare un castello di sabbia insieme a Sebbiiii!»
«Che figata!» concordò Sebbiiii. «Il lato di bambino che è in me e che non mi abbandonerà mai non vede l’ora di mettersi all’opera! Sarà un castello meraviglioso!»
«Attenti» li avvertì Kovaaaa. «Potrebbe mettersi in mezzo qualcuno e distruggere per sbaglio la vostra opera mentre è di passaggio.»
«Di chi parli?» chiese Grosjiiii, incuriosito.
«Di una mina vagante che per fortuna dispone di una vettura migliore della mia e che quindi difficilmente mi partirà di fianco.»
«Non capisco proprio di chi tu stia parlando.»
«Ma quell’edificio cos’è?» domandò Sebbiiii, indicando un rudere nascosto dietro a una folta boscaglia. «Sembra la scuola materna che frequentavo qualche anno fa!»
«Potremmo andare a vedere» propose Feliiii.
Si addentrarono quindi verso quel luogo, ma non scoprirono nulla di interessante, se non un vecchio edificio fatiscente, che non somigliava per nulla all’Hotel a sette stelle dove tutti quanti alloggiavano durante il weekend del gran premio di Abu Dhabi.
«Che ne dite, ce ne andiamo finalmente in spiaggia?» propose Maldiiii, quindi, più tardi.
«Ottima idea» concordò Kovaaaa. «Non vedo l’ora di mettermi a prendere il sole indossando il mio bellissimo perizoma leopardato!»
«Prendere il sole! Che attività assurda!» intervenne Hammiiii. «È molto più figo fare castelli di sabbia. Vero Sebbiiii?»
Sebbiiii, però, non gli rispose, cosa che deluse prontamente Hammiiii, che per riprendersi dallo shock fece lo sgambetto a Feliiii facendolo cadere a terra.
Feliiii si alzò di scatto, pulendo dalla terra la bandiera brasiliana che aveva avvolta in vita come pareo.
«Nooooo!» esclamò. «La bandiera si è logorata come le slick di Glockiiii sotto la pioggia a Interlagos! Pagherai per questo! Convincerò Maldiiii a venirti addosso.»
«Non c’è bisogno che lo convinci» ribatté Hammiiii. «Credo che faccia parte della sua natura. È scritto nel suo DNA che deve sempre venire addosso a me.»
«Ti sbagli» replicò Maldiiii. «Nel mio DNA c’è scritto che devo andare addosso a Sergiño... ma dato che mi ha minacciato di uccidermi se continuerò a travolgerlo con questa frequenza, per par condicio ho pensato che tu e lui poteste essere intercambiabili.»
Seguì un’interminabile discussione tra Feliiii, Hammiiii e Maldiiii a proposito di tamponamenti, che naturalmente Icemaaaan non ascoltò affatto. Stava pensando al perizoma tigrato che avrebbe mostrato a tutti una volta sopraggiunti in spiaggia, che avrebbe fatto tremare d’invidia perfino Kovaaaa.
Una volta giunti in spiaggia i due infatti si spogliarono e, rimasti in mutande, si sorpresero incredibilmente del fatto che nessuno si complimentò con loro per il loro buongusto.
«Per riprendermi devo assolutamente cercare di scoprire come trasformarmi io stesso in un Angry Bird» decretò Kovaaaa.
«E io devo fare assolutamente una partita a backgammon con Sebbiiii» rispose Icemaaaan. «A proposito... Sebbiiii dov’è?»
«Appunto!» esclamò Kovaaaa. «Sebbiiii è scomparso!»
Icemaaaan si guardò intorno: c’erano tutti, ma mancava proprio Sebbiiii. Così si diresse nel gruppetto degli altri piloti, dove Hammiiii si stava trattenendo a stento dall’insultare Maldiiii che l’aveva urtato facendolo cadere a terra, e li informò della sparizione.
«Quel poppante sarà andato a casa a prendere il suo biberon» propose Schumiiii.
«Già, può darsi» convenne Ferniiii. «Non è il caso di andare a controllare, però?»
«Ottima idea» decretò Icemaaaan.
A malincuore si rivestì, nonostante il suo micro-costume tigrato gli donasse parecchio, e si rivolse a Kovaaaa: «Ehi! Che cosa ci fai lì ancora a prendere il sole? Dobbiamo accertarci di dove sia sparito Sebbiiii!»
«Ma dai, non rompergli le scatole» ribatté Feliiii. «È bianco come un cadavere, lascia che prenda un po’ di colore. Ci andiamo noi a raccattare il bambino.»

Schumiiii fu il primo ad entrare in casa, alla disperata ricerca del suo pupillo.
«Non c’è nessuno» osservò. «Sebbiiii è altrove.»
«Prova a chiamarlo con un megafono, no?» gli propose Kobyyyy.
«Ma non abbiamo nessun megafono!»
«Ah, già.»
«Avete controllato nel salone?» propose Hammiiii. «Quello delle dieci statuette che raffigurano Karthyyyy...»
«Ottima idea» osservò Ferniiii.
Si addentrò immediatamente in quella stanza, si avvicinò alle statuette e immediatamente osservò un’anomalia.
«Ehi, ne sono rimaste soltanto nove!»
Entrò all’improvviso Feliiii.
«Ferniiii, sei sicuro di essere in grado di contare? Abbiamo visto tutti che erano dieci, stamattina.»
«Sì, ma ora sono nove. Per chi mi hai preso? Pensi che non sappia nemmeno contare fino a nove, che tra parentesi è il numero storico che aveva la Arrows negli anni ’90?»
Feliiii si avvicinò.
«Eh già, sono proprio nove.» Alzò gli occhi verso la pergamena. «Ehi, Ferniiii, leggi qui: “dieci piloti sull’isola arrivarono e i figli all’asilo accompagnarono, uno col bavaglino per strozzarsi finì e soltanto in nove rimasero lì”.»
Ferniiii iniziò a tremare.
«Ehi, ma... Sebbiiii è l’unico tra noi che porta ancora il bavaglino! Dobbiamo immediatamente avvertire gli altri!» urlò. «Dobbiamo andare a cercarlo nel rudere che sembrava la sua vecchia scuola materna!»
«Stai calmo, Ferniiii» gli suggerì Feliiii, mentre Maldiiii, Icemaaaan, Hammiiii, Grosjiiii, Kobyyyy e Schumiiii attirati dagli schiamazzi entravano nel salone. «Troveremo Sebbiiii. È impossibile che si sia strozzato col bavaglino, no? Non ce l’aveva indosso, se l’è tolto dopo pranzo.»
«Hai ragione» concordò Ferniiii. «Comunque sono preoccupato. Questa storia inizia a non piacermi: prima uno sconosciuto ci invita qui, poi troviamo le statuette, la pergamena con questi versi che parlano di noi, sentiamo quella voce inquietante che ci accusa di avere commesso delle atrocità... E adesso non solo Sebbiiii scompare, ma cosa ancora più grave anche una delle statue che raffigurano Karthyyyy sparisce nel nulla!»
«Io e Hammiiii andiamo a cercare Sebbiiii dal vecchio rudere» propose Maldiiii.
«Cercate di non trascorrere troppo tempo a litigare per motivi inutili» li avvertì Kobyyyy. «Non è il momento per parlare di tamponamenti.»
«Non ce n’è motivo, infatti» dichiarò Maldiiii. «Ho mai tamponato qualcuno, io?»
«Oh, no, nessuno» ribatté Hammiiii, ironico.
«Va beh, ho già capito» replicò Kobyyyy. «A controllare se Sebbiiii è rimasto là ci vado io. Voi restatevene qui.» Si rivolse agli altri: «E voi teneteli d’occhio, se volete evitare che si uccidano a vicenda.»
«Non accadrà mai» intervenne Ferniiii. «Tra Hammiiii e Maldiiii è stato amore a prima vista.»
Kobyyyy uscì di scatto, diretto verso il luogo in cui avevano visto Sebbiiii per l’ultima volta.
Icemaaaan andò a controllare le statuette, pensando tra sé e sé al cremino Algida che aveva intenzione di mangiare il prima possibile, in quanto costituiva la sua principale fonte di nutrimento.
«Ma non sono nove!» esclamò.
Ferniiii replicò: «Sì che lo sono. Anche tu metti in discussione il fatto che io sappia contare?»
«Certo che lo metto in discussione. Queste sono otto, il numero che avevi tu nel tuo primo anno in Ferraglia.»
Ferniiii spalancò gli occhi.
«È vero! Sono otto! E ora anche noi siamo in otto.»
«Per forza» intervenne Hammiiii. «Kovaaaa è rimasto sulla spiaggia.»
Tremando come una foglia Ferniiii andò a leggere i versi della pergamena.
«Secondo me è il caso di preoccuparsi: “Nove piloti dalle pelli abbronzate andarono in spiaggia essendo estate, il più bianco col sole si ustionò e gli altri otto da soli lasciò”
«Tutto ciò è agghiacciante» decretò Hammiiii. «Credo proprio che sia il caso di andare a cercare anche Kovaaaa.»
«Possiamo andarci io e te» gli propose Maldiiii.

Capitolo 4.
Nella penombra Icemaaaan rovistava nel freezer alla ricerca di un Magnum Algida quando udì dei passi alle sue spalle. Convinto che fosse un assalitore pronto ad abbatterlo a colpi di baguette e a sottrargli quel prezioso gelato si girò di scatto.
«Ehi, ma cos’è tutto questo grigio?» esclamò sconvolto.
Strabuzzò gli occhi guardando con attenzione quell’immagine suggestiva che aveva davanti: un uomo vestito di grigio argento con i capelli grigio argento e gli occhi grigi... ah, no, erano verdi!
«E tu chi sei?» domandò Icemaaaan, a cui la testa iniziava a girare dal momento che prima del Magnum si era scolato alcuni litri di vodka.
«Ma come, non mi riconosci?» si sorprese l’altro. «Sono Schumiiii, il prossimo vincitore dei futuri venti campionati! Di un po’, hai di nuovo confuso la bottiglia dell’acqua con quella della vodka?»
«Può darsi» ammise Icemaaaan. «Mi dovevo preparare moralmente ad andare in bagno a farmi una doccia e a utilizzare uno shampoo antiforfora che purificherà i miei capelli e ho bevuto più del dovuto! Ora ho tracce di alcool nel sangue.»
«O magari di tracce di sangue nell’alcool» ribatté Schumiiii.
«A proposito?» domandò Icemaaaan. «Sono già tornati Kobyyyy, Maldiiii e Hammiiii portandoci notizie sui due scomparsi?»
«Non credo proprio. Kobyyyy sarà da qualche parte a pensare al sushi che ci cucinerà stasera, mentre Maldiii e Hammiiii saranno ancora in cortile a litigare per via di qualche incidente.»
«Non credo: Maldiiii e Hammiiii non hanno mai avuto incidenti.»
«Okay, questa è la prova: hai bevuto troppo.»
Anche Schumiiii prese fuori un gelato dal freezer, per l’esattezza un ghiacciolo all’amarena di colore rosso. Si guardò intorno: temeva che ci fossero delle telecamere nascoste e che qualcuno lo vedesse mangiare un gelato di quel colore, accusandolo di continuare a utilizzare a sproposito il nome della Ferraglia, così lo ripose e prese fuori un ghiacciolo alla menta. Quello era verde, più o meno dello stesso colore dello sponsor malese che sborsava soldi per il suo team che produceva vetture che consumavano quantità industriali di gomme soft, medium, hard, intermedie, full wet e heavy rain.
Mentre i due mangiavano gelati Ferniiii stava ancora tenendo sotto stretta sorveglianza le statuette raffiguranti Karthyyyy custodite nel salone. Accanto a lui c’erano Feliiii e Grosjiiii.
«È davvero sorprendente che siano scomparse nel nulla due statue» decretò il francese. «Ce n’est pas possible!»
«Sono d’accordo» convenne Ferniiii. «È più probabile che io scenda e Hammiiii salga, piuttosto che degli oggetti inanimati spariscano nel nulla.»
«E se non fossero inanimati?» propose Feliiii. «Dopotutto anche il kers della vettura di Webbiiii e il DRS di quella di Schumiiii sono dotati di vita propria, potrebbero esserlo anche queste miniature del più veloce indiano di sempre.»
«Hai ragione» concordò Grosjiiii, avvicinandosi per dare un’occhiata.
Ferniiii e Feliiii iniziarono a tremare per lo spavento, piazzandosi davanti alle statuette.
«Non farlo» lo pregò Ferniiii. «La tua presenza potrebbe essere pericolosa per l’immunità di questo oggetti. Se fossero viventi non vorrei che ci inseguissero tutti quanti armati di machete, pronti a mettere fine alle nostre vite allo stesso modo in cui le nostre gare terminano nel momento esatto in cui incrociamo la tua traiettoria!»
Grosjiiii, offeso dal fatto che i due mettessero in dubbio la sua capacità di preservare l’integrità di oggetti fragili, uscì dalla stanza.
Ferniiii e Feliiii udirono un certo frastuono all’esterno, simile a quello di qualche oggetto che si ribaltava a terra, ma non se ne preoccuparono eccessivamente: quello che contavano erano i mini-Karthyyyy e il loro significato simbolico.
Improvvisamente anche quella necessità perse però d’importanza.
«Mi stavo dimenticando che ho portato una videocamera con me» ricordò Ferniiii. «Che ne diresti di andare fuori a fare qualche ripresa del posto, così quando finiscono le vacanze possiamo farle vedere ai nostri colleghi che si sono persi lo spettacolo?»
«Ottima idea!» esclamò Feliiii, festante come un tifoso dodicenne di Ferniiii in occasione di una vittoria di Ferniiii, con i punti esclamativi e gli one-one-one che gli uscivano dagli occhi. «Sono sicuro che Rosbiiii, Webbiiii, Jensiiii, Sergiño, Bruninho, Glockiiii e Carletto Piccolo ci invidieranno di brutto!»
«Eh già. Corro a prendere la videocamera! Andiamo!»
Ferniiii si precipitò su per le scale rischiando di inciampare diverse volte a causa delle infradito di plastica raffiguranti Winnie the Pooh che indossava. Entrò nella propria stanza, prelevò ciò che gli serviva e scese nuovamente alla velocità di un fulmine urlando: «Andale, andale, arriba arriba!»
«Ferniiiiiiiiii!» gridò Feliiii, sconcertato. «Ferniiii, non mi dire che sei posseduto da Sergiño!»
«No, non preoccuparti! Io sono sempre il sommo e inimitabile Ferniiii, e vengo associato a Hulk e Superman!»
«Ma come?!» si sorprese Feliiii. «Tu vieni associato a Hulk, l’usurpatore del sedile della più stucchevole e spassosa scuderia indiana di tutti i tempi? È Chandyyyy che deve avere quel posto, qualsiasi cosa ne pensi DJ Mallya, l’uomo che indossa mille anelli!»
«Hai ragione, non posso essere associato a Hulk» concordò Ferniiii. «E nemmeno a Superman! Sono tutte fandonie che viaggia alla velocità della luce! L’unica verità è che ha una mascella di dimensioni sovrabbondanti!»
«Chi è che parla di mascelle sovrabbondanti?» domandò Schumiiii, comparendo all’improvviso succhiando quanto rimaneva del suo ghiacciolo alla menta. «State parlando di un certo David Mascella, per caso?»
«Proprio così» confermò Ferniiii. «Stiamo parlando di quella volta che indossò un mantello da Superman nello stesso gran premio in cui tu e quest’altro individuo inutile partiste in ultima fila!»
«Attento a quello che dici!» replicò Feliiii. «Se mi chiami ancora “individuo inutile” ti rovino le inquadrature con le mie espressioni da photobomber!»
«Photobomber tu?» chiese Schumiiii, spalancando gli occhi. «Non scherziamo! Solo io, Chandyyyy e Bruninho siamo photobomber validi!»
«Vuoi mettermi alla prova?»
«Sì, certo. Andiamo fuori.»
I due corsero fuori con Ferniiii che li seguiva a fatica: quell’andatura era difficile da raggiungere in ciabatte, a meno che non si volesse accettare la casualità di fratturarsi una gamba in corso d’opera. Ma dal momento che non vi era un pronto soccorso sull’isola di Grand Chelem non era una prospettiva auspicabile.
Ferniiii accese la videocamera e si mise a fare riprese alla mega-villa, che somigliava a quella di Flavio Gregoraccio in Kenya, oltre che al suggestivo panorama che sarebbe stato completato magnificamente da una ruota panoramica che purtroppo non c’era.
«FELIIIII FOR THE WIN!» urlò a quel punto il brasiliano, che sembrava completamente impazzito e stava lanciando oggetti ovunque.
Schumiiii corse via nel tentativo di schivare gli oggetti, ma Feliiii non si diede per vinto e, presa fuori una penna da una tasca interna del proprio pareo con i colori della bandiera brasiliana – che si era logorata nella caduta provocata dalla vicinanza di Hammiiii – gliela lanciò addosso, mandandola a impattare contro il suo mento acuminato.
«Siete fantastici!» esclamò Ferniiii, anche lui euforico come un dodicenne truzzo fan di Ferniiii dopo una vittoria di Ferniiii. «Vi ho ripresi, siete spettacolari! Altro che mostrarla a tutto il paddock, questa la metto come minimo su Youtube!»
A quel punto corse in casa a mostrare il capolavoro a Icemaaaan e Grosjiiii, intenti a rimediare i danni che avevano prodotto: Grosjiiii era entrato in bagno urtando Icemaaaan che teneva in mano un flacone di shampoo antiforfora, che era caduto a terra allagando il pavimento.
I due lasciarono però a metà la loro opera di sistemazione del danno e corsero a commentare il filmato, Icemaaaan a gesti e monosillabi, Grosjiiii con esclamazioni francesi insensate – le stesse che pronunciano i professori di francese durante le loro ore di lezione, anche nei momenti in cui non stanno affatto parlando francese, venendo per questo presi per i fondelli alle spalle da intere classi di studenti svogliati – che nessuno capì.
Notando l’entusiasmo incredibile dei due colleghi, che sprizzavano punti esclamativi e one-one-one da tutti i pori, Ferniiii decise di andare a vedere un po’ di TV: a quell’ora iniziava StudioSport e forse, dopo una mezz’ora di calcio, gli sarebbero stati riservati i canonici trenta secondi di elogi, naturalmente nel caso, peraltro improbabile, in cui i trenta secondi non fossero stati impiegati per screditare le prestazioni di Schumiiii.
Proprio mentre formulava questo pensiero, la porta d’ingresso si spalancò come se fosse stata sfondata da un aereo da guerra giapponese ed entrò Kobyyyy.
«È SUCCESSO UN DISASTRO!» urlò il giapponese, con gli occhi spalancati in modo tale da sembrare un occidentale. «È L’INIZIO DELLA FINE! QUALE PERDITA PER LA NOSTRA SOCIETÀ! PER CONTRASTARE IL NOSTRO FALLIMENTO, I BAMBINI PAGHERANNO CON LA VITA! BANZAAAAAAAI!»
“Okay, questo è andato!” pensò Ferniiii. “Ora è il caso di andare a vedere un po’ di TV, non vorrei mai perdermi qualche servizio intrippante su fotografi che hanno problemi con la legge e showgirl argentine, ovvero le notizie principali che ciascuno di noi dovrebbe assimilare giornalmente.”
Il suo pensiero venne interrotto da una penna vagante lanciata da Feliiii che era appena rientrato sfruttando la scia lasciata da Kobyyyy.
«Ehi, brasileiro, come ti permetti di attentare alla mia incolumità?» esclamò Ferniiii, quando vide la penna sfiorare la sua barbetta incolta che non veniva rasata da giorni. «Ora per vendicarmi come minimo mi farò spuntare i baffi, come ho già fatto nel lontano o piuttosto vicino 2011 alla presentazione della Ferraglia.»
«Io allora mi farò crescere la barba, come avevo fatto nel 2010 in un’occasione similare» propose Feliiii. «Sì, mi hai dato un’ottima idea!»
«Vi prego, risparmiateci questo spettacolo agghiacciante e andatevi a rasare» ribatté Grosjiiii. «Se vi lasciaste crescere dei peli incolti, perdereste molte posizioni nelle classifiche di bellezza dei piloti stilate dalle più autorevoli fangirl!»
«È un rischio da non correre» ammise Ferniiii. «Io adoro le fangirl che giorno dopo giorno mettono in dubbio la mia eterosessualità e mi mettono in coppia con qualunque pilota! Feliiii, vuoi essere tu il prossimo?»
Feliiii schizzò a nascondersi sotto al tavolo della cucina, dove con estrema sorpresa trovò Icemaaaan intento a divorare un ennesimo gelato.
«Mi volete ascoltare?» sbottò Kobyyyy. «È successo un fatto terrificante, non potete rimanere impassibili!»
«Cos’è successo?» chiese Ferniiii. «Per caso Feliiii ha rotto le sue mutande portafortuna?»
«O magari Icemaaaan ha rotto il suo orribile perizoma tigrato?» propose Grosjiiii.
Icemaaaan schizzò fuori dal suo nascondiglio, inferocito.
«Come osi?! Dopo quello che hai detto ti farò perdere punti per le selezioni del vincitore del Grosdonato Throphy!»
«E che cosa sarebbe?» chiese Ferniiii.
«Ma è semplice: un premio attribuito a chi fa più incidenti.»
Kobyyyy prese un vaso di porcellana, al cui interno erano stati messi dei fiori di ibisco – fiore tipico della Malesia – e lo fracassò a terra.
Tutti si girarono verso di lui.
«Che succede?» chiese Ferniiii. «Perché ti sei messo a spaccare vasi?»
«Perché non c’era altro modo di attirare la vostra attenzione. Vi avevo detto che era capitato un fatto terribile, no? Ed è così! Sono stato a cercare Sebbiiii al vecchio rudere... e ho scoperto che qualcuno l’ha strangolato!»
Tutti lo fissarono ammutoliti.
Icemaaaan ruppe il silenzio dopo circa venti minuti di stupore generale.
«S-Sebbiiii strangolato?»
«Proprio così» confermò Kobyyyy. «Ho provato a risvegliarlo facendogli un massaggio cardiaco, ma era troppo tardi. A quel punto, pensando che giustificare la presenza di un cadavere sull’isola sarebbe stato complicato, l’ho trascinato fino alla scogliera e l’ho buttato in mare. Ho perfino rischiato di inciampare e fracassarmi la testa. Scalare gli scogli in ciabatte non è l’ideale!»
«Già» concordò Ferniiii. «Poi le tue non hanno neanche i disegni di Winnie the Pooh.»
«Purtroppo no.»
Dalla porta aperta entrarono in quel momento Hammiiii e Maldiiii piuttosto trafelati. Sorprendentemente nonostante la concitazione degli eventi i due non si urtarono nemmeno una volta, non caddero e riuscirono ad arrivare davanti agli altri sulle proprie gambe. Feliiii, che era ancora sotto al tavolo, uscì carico di stupore e, per verificare la situazione, si avvicinò a Hammiiii: non si sfiorarono nemmeno.
«Miracolo!» esclamò.
Hammiiii e Maldiiii, per nulla eccitati da quanto di straordinario stava succedendo, fissarono i loro colleghi con cupe espressioni da funerale che ricordavano vagamente quelle di Ferniiii sul podio quando si classificava secondo o terzo.
«È mio dovere informare anche voi di un disastro che è capitato sull’isola» iniziò Kobyyyy, venendo subito interrotto.
«No, è dovere nostro informare voi» lo contraddisse Hammiiii. «Abbiamo trovato Kova, ma...»
Maldiiii proseguì: «Qualcuno l’ha gettato in un secchio d’acqua bollente. Abbiamo rischiato di ustionarci per estrarlo, ma non c’è stato niente da fare.»
«Già» concordò Hammiiii. «Abbiamo dovuto gettarlo tra le acque del mare per far sparire un cadavere imbarazzante.»
Se al momento in cui avevano ricevuto la notizia data da Kobyyyy tutti erano terrorizzati, adesso erano tutti bianchi come panni lavati, con l’ovvia eccezione di Hammiiii, che sbiancava soltanto nel vedere fotomontaggi che lo ritraevano mentre indossava una tuta della Mercedes.
«Questo significa una sola cosa» osservò Ferniiii, riprendendo un minimo di colore. «C’è qualcuno in giro sull’isola che si è messo in testa di sopprimerci.»

Capitolo 5.
Mentre si faceva sera, dopo che tutti si furono vestiti di nero in segno di lutto per la triste scomparsa dei loro due colleghi, ma soprattutto per essersi persi StudioAperto e StudioSport, programmi necessari alla sopravvivenza del genere umano nella sua interezza, si sedettero a tavola. Kobyyyy uscì dalla cucina e si tolse il grembiule a fiori da casalinga e il cappello da cuoco e iniziò a servire la cena, che consisteva in una mega-porzione di sushi.
Naturalmente più maturava in loro la convinzione che qualcuno volesse eliminarli e più si facevano seri e cupi. Soltanto Icemaaaan era l’unico sul quale non si notavano particolari differenze di umore e, anzi, sembrava quasi più sereno dopo avere finalmente raggiunto uno dei primari obiettivi della sua esistenza: eliminare la forfora tra i suoi capelli grazie a uno shampoo innovativo del quale ormai non poteva più fare a meno.
«Che ne dite?» chiese a un certo punto Feliiii, lanciando per aria una penna Bic che andò a finire proprio dentro al bicchiere di Hammiiii. «Potremmo fare un giro di perlustrazione della casa per vedere se qualcuno si nasconde nell’ombra per attentare alle nostre vite.»
«Ottima idea» confermò Ferniiii. «È sorprendente come ti vengano così tante buone idee ultimamente.»
«Già... deve avermi contagiato Stefiiii. Lui ha sempre un sacco di buone idee su come arrivare alla vittoria: numerosi successi della McSpy e della Mucca Rossa sono attribuibili a lui.»
«Però non possiamo andarcene così come se niente fosse a caccia di un assassino standocene disarmati» obiettò Icemaaaan. «Cioè, potrebbe seviziarci, ucciderci o addirittura sporcarci i capelli!»
«Hai ragione» convenne Feliiii, «Ma le bottiglie di vetro e i bicchieri che cosa li hanno inventate da fare? SUTIL RULES!»
Tutti quanti si armarono di bicchieri e bottiglie, pronti ad utilizzarli per ferire un eventuale assalitore, pronti a perlustrare la casa da cima a fondo.
«SUTIL RULES!» urlò anche Ferniiii, con gli one-one-one che gli uscivano dagli occhi come gli stemmi del dollaro da quelli di Paperone. «Tunz tunz tunz! Nessuno può killarci!»
«THE POWER OF MALDIIII!» gridò il venezuelano, senza che nessuno l’avesse interpellato. «Nessun tifoso da bar affetto dalla sindrome della santificazione alternata può spaventarci! UNITI PER LA VITTORIA! TUTTI ADDOSSO AI TIFOSI DA BAR!»
Grosjiiii si unì all’urlo: «TUTTI ADDOSSO A TUTTI! THE POWER OF CRASH! LIBERTÉ, ÉGALITÉ, FRATERNITÉ! VIVE LA FRANCE ET LA SUISSE! Tunz tunz tunz! ...Ma a proposito, che cos’è la sindrome della santificazione alternata?»
Tutti spalancarono gli occhi.
«Ma come, Grosjiiii?» si sorprese Kobyyyy. «Tutti conoscono la sindrome della santificazione alternata!» Spalancando gli occhi per la meraviglia, con un tono da maestra delle scuole elementari spiegò a Grosjiiii: «La sindrome della santificazione alternata è stato lo stadio della malattia del tifoso da bar che ha seguito la fase denominata “SçHùMì My LòVè àLòNsO KùLòNsO!!!111!!!!1111!!!!!” e che ha preceduto quella chiamata “àLòNsO mY LòVè SçHùMì tRàDìTòRè!!!111!!!1111!!!!” – Scusate se la mia pronuncia non è stata chiara ma non me la cavo molto bene con i codici segreti.»
«Ah, ora mi è tutto chiaro!» esclamò Grosjiiii. «La sindrome della santificazione alternata è stata quella presente tra il 2007 e il 2009, che consisteva nell’idolatrare Icemaaaaan e insultare Feliiii in caso di vittoria di Icemaaaan, idolatrare Feliiii e insultare Icemaaaan in caso di vittoria di Feliiii e nell’insultare entrambi idolatrando Schumiiii in caso di vittoria di qualunque pilota non fosse Icemaaaan o Feliiii! È tutto chiaro come la luce emanata dai lampioni di Singapore!»
«I lampioni di Singapore non emanano luce» obiettò Schumiiii. «Anzi, là si corre in pieno giorno, diversamente dagli altri circuiti, sui quali gareggiamo di notte.»
«Esattamente, proprio così» confermò Feliiii, ridacchiando. «Vorrei però ricordarvi che non siamo qui per rasare la barba a Heidiiii, ma per dare la caccia a un potenziale e pericoloso serial killer di piloti!»
«Giusto» confermò Grosjiiii, agitando la bottiglia, che gli sfuggì di mano e andò a schiantarsi a terra, non prima di avere centrato Maldiiii in pieno volto con una forza tale da farlo stramazzare al suolo.
«Che il killer dei piloti ti dia in pasto alle tigri!» imprecò Maldiiii, rialzandosi e pulendosi il sangue che gli colava dal naso sulla maglia di Hammiiii, che disgustato si fece indietro.
«Scusate se ve lo dico, ma secondo me voi fumate troppo» intervenne Schumiiii. «Un tempo quando noi vecchietti eravamo giovani c’erano piloti molto più seri.»
«Ma non dire scemenze» ribatté Feliiii. «Mi hai raccontato tu stesso che tu e Barryyyy e Baddyyyy nascondevate sempre le banane a Rosso Marrone!»
«Sì, ma lui le trovava sempre.»
«Eh beh, per forza, gliele nascondevate sempre sotto la sua sedia, non mi sembra molto complicato trovarle!»
«Comunque sono sicuro che il figlio di Baddyyyy ogni sera vada a letto pensando a me e ogni mattina si svegli pensando a me» intervenne Ferniiii. «Lui desidera diventare me.»
«Mio figlio invece sogna di diventare Grosjiiii» gli confidò Feliiii. «La cosa è preoccupante, a forza di andare a sbattere da tutte le parti mi ha ormai demolito la casa.»
«Vi state di nuovo perdendo in chiacchiere» ribatté Grosjiiii, strappando di mano la bottiglia a Maldiiii e iniziando ad agitarla, mentre tutti cercavano di ripararsi dietro ai mobili e dietro alle porte. «DOBBIAMO ELIMINARE LO SPIETATO KILLER DI PILOTI!»
«YEAH!» urlò Icemaaaan, di rimando. «TUNZ TUNZ TUNZ! ONE-ONE-ONE! SÌ ALLA VODKA, NO ALLA FORFORA!»
Tutti si misero a festeggiare, mentre una voce metallica, la stessa che avevano già sentito in occasione del precedente pasto, riprese a parlare, facendo gelare loro in sangue nelle vene.

«E il toro uh, la mucca mu, la capra me, l’agnello beh, il cane baubau, il gatto miao, il piccione trrrr, il tacchino glugluglu, il gallo rococò, la gallina co e il pulcino pio, e il pulcino pio, e il pulcino pio... Ah, no, scusate, ho sbagliato argomento. Sappiamo tutti che Grosjiiii guidava il trattore che ha messo fine all’esistenza di questo sventurato pulcino, ma per quanto riguarda voi iniziate a tremare, piloti da quattro soldi insultati ogni giorno della vostra esistenza dai tifosi da bar! Non troverete mai ciò che state cercando, le vostre speranze finiranno... e pagherete per quello che avete fatto approfittando della vostra posizione di piloti idolatrati da chiunque!»

«Sì, ma deciditi!» replicò Ferniiii, rivolto alla voce. «O tutti ci insultano oppure siamo idolatrati da tutti, le due cose non possono coesistere.»
«Ti sei mai chiesto cosa pensasse la gente di te quando guidavi la McSpy invece della Ferraglia?» gli chiese Grosjiiii. «Le due cose coesistono eccome. Per esempio, metti che nel prossimo gran premio del Belgio io ti venissi addosso e ti mettessi fuori gara, tutti inizierebbero a insultarmi. Però se un giorno io fossi al volante di una Ferraglia e tu altrove, tutti idolatrerebbero me!»
«Il tuo ragionamento non fa una piega» ammise Ferniiii, «Però ti ricordo che io sono il pilota più amato di tutti i millenni, i secoli, i decenni, gli anni, i mesi, i giorni, i minuti, i secondi e i decimi di secondo. Tutti hanno iniziato a sostenermi nel lontano 2001, quando in Formula 1 c’era ancora la Arrows tutta colorata di arancione!»
«Che cosa vuoi che sia?» intervenne Schumiiii. «La gente sostiene me dal 1991, mi adorava già quando l’Andrea Moda era tutta colorata di nero, la Brabham era mezza rosa, la Simtek di blu e di viola, la Pacific era color carta di uovo di Pasqua, la Forti era gialla e la guidava Baddyyyy, la Footwork sembrava un’ambulanza, mentre Ukyyyyyo guidava la Tyrrell, Herbiiii era il mio compagno di squadra in un team che produceva maglioni di lana, l’attuale manager di Carletto Piccolo debuttava al volante di una Ligier, la McSpy era bianca e rossa e non era costretta a mettere il codice a barre, la Ferraglia aveva il numero 27, Verstiiii non finiva in carcere, il cantante canadese aveva i capelli platinati mentre ora è senza capelli, Barryyyy debuttava in Formula 1 e Hulk si iscriveva in prima elementare! Era un’epoca molto migliore di quella odierna, dove il correttore di Word sottolinea in rosso Brabham, Tyrrell, Ligier, Footwork, Simtek e Pacific!»
«Tu sei un traditore della Ferraglia!» lo accusò Ferniiii. «Non come me che all’epoca giocavo solo con macchinine rosse e non volevo vedere le altre!»
«Ferniiii, non mentire!» intervenne Feliiii. «Quando mi hai invitato a casa tua per mostrarmi che è più bella e spaziosa della mia mi hai mostrato le tue foto da piccolo e ce n’era una dove eri circondato di macchinine bianche e rosse, indossavi maglietta e cappellino della McSpy e avevi un’espressione da trollface!»
«È vero» fu costretto ad ammettere Ferniiii. «Stavo pensando alle mutande della McSpy che mi ero appena fatto regalare per il mio compleanno. Erano bellissime!» Gli one-one-one iniziarono ad uscirgli dagli occhi, ma non si scompose e, agitando un bicchiere in aria, urlò: «NESSUN KILLER CI FERMERÀ!»
Finalmente dopo un’altra mezz’ora, mentre il sushi aspettava invano di essere mangiato, decisero che era il caso di perlustrare l’abitazione in ogni suo singolo metro.
Si ritrovarono dopo un quarto d’ora davanti al tavolo.
«Non c’è nessuno» decretò Maldiiii, mentre Hammiiii, Icemaaaan e Feliiii andavano a sprangare la porta e a chiudere tutte le finestre.
Dopo qualche minuto tutti andarono a sedersi senza alcun genere di intoppo, se non che Grosjiiii rischiò di cadere dalla sedia e, per mantenere l’equilibrio, ribaltò quella accanto alla sua, sulla quale stava per sedersi Maldiiii che precipitò a terra come un sacco di patate e si rialzò fulminando Grosjiiii con lo sguardo.
«Bene, ora direi che possiamo gustarci il sushi che ho preparato con autentica ricetta giapponese» esclamò Kobyyyy, piuttosto soddisfatto.
Non era l’unico a essere euforico, tutti quanti erano lieti di avere riscontrato che non vi era alcun danno per la loro incolumità. Soltanto Icemaaaan era piuttosto provato dal corso degli eventi: con estremo disappunto aveva scoperto che il gusto sushi non somigliava neanche lontanamente a quello della sua pietanza preferita, il cremino Algida.
Kobyyyy assaggiò la pietanza preparata da lui stesso e fece una smorfia di disgusto.
«Ehi, ma...»
«Che cosa c’è?» gli chiese Schumiiii, che era seduto di fronte a lui. «Non ti soddisfa a pieno?»
«Non proprio. Più che da sushi mi sembra che sappia da cianuro!»
«Strano, a me non fa questo effetto.»
«A me...»
Le parole di Kobyyyy si spensero. Un istante più tardi stramazzava a terra assumendo una colorazione violacea.
Schumiiii schizzò in piedi, come se fosse stato morso da un criceto carnivoro.
«Ça n’est pas possible!»
Tutti spalancarono gli occhi.
«Schumiiii? Schumiiii, perché parli francese?» gli chiese Hammiiii. «Sei sicuro di sentirti bene?»
«No, non ne sono affatto sicuro... e che cavolo, cos’è questa puzza da cianuro che si è fatta? Qualcuno vada ad aprire la finestra!»
«Non mi aspettavo che tu fossi così insensibile!» lo rimproverò Ferniiii. «Ti pare il momento di pensare ad aprire la finestra? Ti rendi conto di quello che è appena successo? Te ne rendi conto?! Mi sono appena ricordato di quando da bambino mentre giocavo con le mie macchinine bianche e rosse una finì giù dal balcone sfracellandosi a terra! È stato terrificante! Non ho mai visto nulla di così agghiacciante nel corso della mia esistenza!»
Feliiii si commosse.
«Che esperienza terribile.»
«Sono d’accordo» concordò Hammiiii. «Deve essere stata una perdita davvero insostenibile.»
«Certo!»
Grosjiiii indicò il cadavere a terra.
«Scusate, non credete anche voi che sia il caso di sbarazzarcene in qualche modo?»
«Hai ragione» osservò Maldiiii. «Metti che venga a trovarci qui sull’isola Carletto Piccolo... non possiamo sottoporre i suoi occhi da bambino a uno spettacolo del genere, no?»
«Appunto» concordò Grosjiiii. «Certo, potremmo portarlo subito davanti alla TV ad accrescere la propria cultura davanti a una puntata del “Grande Bordello”, ma rischierebbe di sentire l’odore di cianuro e di insospettirsi. Sarebbe difficile spiegargli che c’è un killer che agisce nell’ombra e che ci vuole eliminare uno ad uno.»
«Giusto» confermò Feliiii. «Potrebbe addirittura arrivare a sospettare che siamo stati noi a uccidere Kobyyyy.»
Ferniiii esplose in un grido disperato: «NOOOOOOOOOOOOO!»
«F-Ferniiii, tutto bene?» gli chiese Hammiiii, preoccupato.
«Tutto bene un corno! Mi sono rivisto la scena della mia piccola, dolce e pucciosa McLaren in scala 1:43 che andava a volare giù dal balcone... Sono disperato! Credo che per riprendermi dovrò sgranchirmi le gambe un po’, facendo due passi lungo il corridoio e rimirando l’immagine della mia deliziosa barbetta in tutti gli specchi!»
«Non ci sono specchi, non siamo a Versailles» gli ricordò Icemaaaan.
«Ah, già... Ehi, ma...»
Ferniiii scattò in piedi, colto da un terribile sospetto. Schizzò nella sala in cui si trovavano le statuette e andò a contarle.
«Una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette... SONO SETTE! Sette, come i titoli vinti da Schumiiii!»
Attirato dalla citazione sulle sue vittorie passate, Schumiiii entrò nella stanza.
«Che succede, Ferniiii?»
Lo spagnolo, tremante, gli indicò i mini-Karthyyyy.
«Ne manca un altro» sussurrò, con la voce talmente bassa che non gli sarebbe stata sufficiente per farsi sentire durante un team radio in italiano con il proprio box.
Schumiiii si avvicinò alla pergamena.
«Senti qui: “otto piloti, a ora più avanzata si sedettero a una tavola apparecchiata, uno si soffocò col sushi giapponese, rimasero in sette, lui ne fece le spese”. Sembra proprio riferito a quanto è accaduto al povero Kobyyyy.»
Anche Schumiiii iniziò a tremare.
«Ferniiii, credo di non sentirmi troppo bene.»
«Nemmeno io.»
«State tranquilli» li rassicurò Maldiiii, entrando nella stanza. «Qualcuno verrà a salvarvi al volante di una Footwork dai colori dell’ambulanza.» È inutile dire che le sue parole non furono sufficienti per rincuorare i due. Decise quindi di passare a informarli d’altro. «Icemaaaan e Feliiii stanno pensando allo smaltimento del cadavere. Sono sicuro che faranno un buon lavoro, anche se per il momento stanno litigando per decretare chi dei due sia stato il favorito dai tifosi da bar durante la fase della santificazione alternata.»
«Speriamo bene» concluse Ferniiii. «Ora comunque credo che me ne andrò a letto, è stata una giornata stancante.»
«Mi raccomando, chiuditi a chiave e tieni una bottiglia rotta a portata di mano» gli suggerì Maldiiii. «È probabile che sarà proprio quella a salvarti la vita.»
«Non lo metto in dubbio» rispose Ferniiii. «Se solo potessi riportare in vita anche il mio vecchio modellino di una McSpy del 1996!»
«McSpy del 1996?» si sconvolse Schumiiii.
«Sì, quello che mi cadde dal balcone.»
«Quindi tu a quindici anni giocavi con i modellini della McSpy sul balcone?»
Ferniiii annuì.
«Sì, certo. Ma l’anno dopo ho smesso. Dopotutto non riuscivo a tollerare che le McSpy fossero grigie anziché biancorosse!»

Capitolo 6.
«E ora che cosa si fa?» chiese Icemaaaan, al Cremino che teneva in mano. «Tu cosa suggerisci?» Aspettò la risposta del cremino e, quando gli parve di averla udita, riferì ai colleghi: «Esimi piloti criticati dai tifosi da bar, che ne dite di cercare di incontrare il killer che ci terrorizza e di proporgli un accordo? Non so, per esempio di salvare le nostre vite e di uccidere in cambio i nostri tifosi... Ehi, Ferniiii, parlo anche con te, mi ascolti?»
«Sì, certamente!» rispose Ferniiii. «Non ti riferisci a me, dato che nessun tifoso da bar oserebbe insultarmi, al giorno d’oggi, almeno finché non sarò vecchio e poco vincente in un team diverso dalla Ferraglia...» Lo spagnolo lanciò un’eloquente occhiata a Schumiiii. «Ciò non toglie, comunque, che ti sto ascoltando e che mi sto rendendo conto che quello che è accaduto ti ha fatto davvero male. Insomma, dopo un fatto così drammatico...»
«Esatto!» confermò Icemaaaan. «L’incidente nel bagno, in cui Grosjiiii mi ha ribaltato lo shampoo, ha avuto conseguenze terrificanti. In quel momento ero completamente nudo con un asciugamano avvolto intorno alla vita, e l’asciugamano è caduto a terra. È stato imbarazzante.»
«È imbarazzante che tu dia la colpa a me» replicò Grosjiiii. «Tu non sei esente da responsabilità, è bene che te ne rendi conto, prima che sia troppo tardi. Tipo, se per esempio al via del gran premio del Giappone che ci sarà in ottobre, Ferniiii facesse un errore alla partenza e aveste un contatto, la stampa italiana si schiererebbe a suo favore, nonostante al di fuori dei confini italiani anziché santificare Ferniiii considerandolo una vittima innocente si spingano a ipotizzare che un minimo di responsabilità ce le abbia anche lui.»
«Io non sono responsabile di alcun incidente» ribatté Ferniiii. «Insinuarlo è il reato più agghiacciante che si possa commettere.»
«Come dicevo, esimi colleghi» riprese Icemaaaan, «Sono capitati alcuni drammatici episodi che hanno stravolto il senso delle nostre esistenze. La mia proposta era questa, appunto: perlustrare l’isola, cercando di scoprire dove si nasconde colui che sta tentando di eliminarci uno dopo l’altro.»
«E se fosse Ideeee, per vendicarsi del fatto che noi abbiamo ancora la Superlicenza e lui no?» propose Feliiii. «In tal caso sarebbe la fine.»
«Oh, no, è impossibile» ribatté Maldiiii. «Si vocifera che Ideeee sia stato ucciso da Albeeeeerssss dopo quel loro storico incidente.»
«Ti assicuro che l’ho visto vivo dopo quel momento» replicò Hammiiii, al solo scopo di contraddirlo.
«Ma se non eri nemmeno in Formula 1 all’epoca!» sbottò Ferniiii. «Sei arrivato un anno dopo a rompere le scatole a me!»
«Sei tu che mi hai rotto le scatole! Se non ho vinto il titolo, è stata colpa tua!»
«Non avresti mai vinto quel titolo! Era mio, solo io lo meritavo! È colpa tua se nessuno di noi due l’ha vinto!»
«No, è colpa tua!»
«Smettetela!» li interruppe Icemaaaan. «A proposito, chi l’ha vinto quel titolo?»
«Bella domanda» osservò Hammiiii. «Sai che non mi ricordo?»
«Nemmeno io» ammise Ferniiii.
Icemaaaan convenne: «Neanch’io saprei dirlo. Che strano.»
Feliiii osservò: «Io me lo ricordo perfettamente, invece.»
«Perfetto» disse Icemaaaan. «Però ci scommetto che nessuno di noi vuole saperlo, in particolare Hammiiii e Ferniiii.»
«Lo vorrei sapere io!» intervenne Maldiiii.
Hammiiii lo fulminò con lo sguardo.
«Non ci pensare nemmeno! Se Feliiii si lascia scappare quel nome, se la vedrà con me!» Si rivolse a Feliiii. «Hai capito, bambino do Brasil che si pronuncia “du Brasiu” con grande stravolgimento di una certa autrice di fanfic? Se riveli al mondo che Icemaaaan ha vinto il mondiale 2007, non rispondo più delle mie azioni e ti tampono!»
«Ehi, ma avevi detto che non ti ricordavi che io avevo vinto quel titolo» obiettò Icemaaaan. «Sei un impostore!»
«Sei tu che hai vinto al mio posto: sei tu l’impostore!»
Molto sorpresi dal fatto che Ferniiii non stesse prendendo parte alla discussione, i due si misero a guardarsi intorno, non vedendo da nessuna parte il loro carissimo amico spagnolo.
«Ferniiii?» lo chiamò Hammiiii. «Ferniiii, ti dove sei nascosto?»
Tutti iniziarono a guardarsi intorno, a parte Schumiiii che aveva difficoltà a vederci, dato che stava scendendo la sera.
«FERNÌÌÌÌ!» urlò Grosjiiii, con accento francese. «Fernìììì, tu est ou? Liberté, égalité, fraternité! Vive la France et les baguettes!»
Con una certa apprensione, il franco-svizzero (nel senso di francese di origine svizzere, non di moneta circolante in Svizzera) corse a controllare che non mancasse alcuna statuetta di Karthyyyy. Per fortuna non vi erano assenze in tal senso e, proprio mentre pensava di contattare la polizia per denunciare la scomparsa dell’ex compagno di squadra, si ricordò che sull’isola di Grand Chelem non c’era la polizia; anzi, non c’era nulla a parte loro e forse un pazzo che li voleva uccidere uno dopo l’altro. Nel pensare a questa prospettiva Grosjiiii rabbrividì e poi immediatamente imprecò: uscendo dal salone delle statuette degli indiani era andato a sbattere contro lo stipite della porta.
Con una certa sorpresa, quando tornò a radunarsi insieme ai propri colleghi, si ritrovò davanti proprio Ferniiii.
«E tu da dove sbuchi?»
«Ero uscito a vedere se c’era qualcosa di nuovo» lo informò Ferniiii, estremamente soddisfatto, talmente tanto da sembrare un dodicenne truzzo fan di Ferniiii dopo una vittoria del titolo da parte di Ferniiii, con gli one-one-one che gli uscivano dagli occhi e gli occhi che urlavano “tunz tunz tunz” sconvolgendo tutti quanti perché nessuno di solito parla con gli occhi. «È capitata una cosa bellissima! Ho fatto una scoperta eclatante! FéRnì Tì LòVvO tRòPìXìMò!!!111!!!!111oneoneone!!!111 Ehm... dicevamo? Ah, già, ho scoperto qualcosa di estremamente stiloso e spettacolare!»
«Che cosa?» si sorprese Hammiiii. «Un’orda di donne-pilota assetate di sesso?»
«No, qualcosa di molto più eclatante. Seguitemi e scoprirete tutto.»
In preda all’eccitazione più totale, Feliiii, Icemaaaan, Grosjiiii, Hammiiii, Maldiiii e Schumiiii seguirono Ferniiii, che li condusse davanti a una pista per autoscontri che aveva scovato nel mezzo di una fitta boscaglia, a poche centinaia di metri dalla villa in cui alloggiavano.
«Troppo bello!» urlò Feliiii, lanciando un ululato. «Mi sento come se fossi Karthyyyy al gran premio dell’India!»
«Esatto, è la stessa sensazione che ho provato io nel fare questa scoperta» ammise Ferniiii. «Però ti rivelo un segreto, Feliiii. Se tu non mi avessi chiesto di fare una passeggiata romantica nel bosco stanotte, all’insaputa di tutti, io non sarei mai venuto qui a perlustrare il territorio.»
«Una passeggiata romantica?» si sorprese Hammiiii. «Ferniiii, da quando fai passeggiate romantiche insieme a Feliiii?»
«Non sono affari tuoi.»
«Oh, sì che lo sono, e vi tamponerò entrambi per vendicarmi di esserne stato tenuto all’insaputa!»
«No, sarò io a tamponare Feliiii!»
Gli occhi di Feliiii brillarono.
«Sì! Ferniiii, tamponami subito!»
Salirono tutti sulla pista per autoscontri e si infilarono all’interno dei mezzi che trovarono: Feliiii salì su un autoscontro con i colori della bandiera del Brasile, Maldiiii ne scelse uno con i colori del Venezuela, Hammiiii uno con i colori dell’Union Jack, Icemaaaan uno con il logo dell’Algida, Schumiiii uno grigio argento, colore dei suoi capelli se non li avesse tinti oltre che della sua vettura, mentre Grosjiiii e Ferniiii si misero a litigare per un autoscontro sul quale era scritto a caratteri cubitali il nome di una banca. Minacciando lo spagnolo di prenderlo a colpi di baguette, il francese riuscì a impossessarsi di ciò che più gli premeva e per Ferniiii non restò che infilarsi in un mezzo con i colori della Mucca Rossa. Un po’ riluttante si preparò mentalmente il discorso che avrebbe fatto di lì a qualche anno, nel caso in cui avesse lasciato la Ferraglia per la Mucca Rossa.
“Guidare per la Mucca Rossa era il mio sogno fin da bambino. Tutti gli altri giocavano con macchinine rosse, o al massimo bianco-rosse, mentre io giocavo con quelle della Mucca Rossa. Non esisteva ancora, ma io avevo già pronosticato il suo avvento nel mondiale di Formula 1. Perché Ferniiii può!!!111!!!oneone!!11!!!”
Parecchio soddisfatto dal suo discorso mentale, Ferniiii fu l’ultimo a infilare il proprio gettone – ce n’era un’intera fornitura e gli autoscontri per qualche strana ragione funzionavano senza che nessun addetto li azionasse – e vide che i suoi colleghi erano già pronti per andare addosso l’uno all’altro.
In particolare Hammiiii lanciò un urlo feroce, schiantandosi addosso a Feliiii.
«THE POWER OF HAMMIIIII!»
Era esaltato come un dodicenne truzzo fan di Ferniiii in occasione di una vittoria di Ferniiii, o come sarebbe stato lui stesso se avesse vinto il mondiale 2007 battendo Ferniiii.
«THE POWER OF MALDIIIII!» urlò Maldiiii, andando a impattare violentemente contro l’autoscontro di Hammiiii. «MEXICO FOR THE WIN!»
Tutti spalancarono gli occhi. Il miracolo si era compiuto: a forza di tamponamenti e incidenti con Sergiño, Maldiiii e il messicano erano diventati una cosa sola.
«È terrificante!» esclamò Ferniiii. «La trasformazione ipotizzata dalla Deviiiil durante un’intervista dopo le prove libere del gran premio d’Europa è divenuta realtà! Maldiiii è diventato un pilota della Sauber! Maldiiii è diventato lo Speedy Gonzales della Formula 1!»
«THE POWER OF MEXICAN CHILI PEPPER!» gridò Maldiii, prendendo fuori da una tasca una fornitura di peperoncini piccanti e lanciandoli in aria. «Il mondo è mio!»
Naturalmente tutti lo fissavano agghiacciati, chiedendosi cosa fosse accaduto.
«Ebbene sì!» confermò Maldiiii. «Voi pensavate tutti che Deviiiil fosse abbagliata dalla luce emanata da Carletto Piccolo e da Glockiiii, invece aveva intuito la verità! MEXICAN POWER!»
Proprio mentre Maldiiii rivelava al mondo la sua nuova identità, Hammiiii fu attraversato da un brivido, notando che sul suo autoscontro c’era qualcosa che non andava.
Cosa diceva il componimento in versi custodito dalle statuette di Karthyyy?

Sette piloti, per fare incontri
Andarono a svagarsi sugli autoscontri,
Uno fuori pista fu presto sbalzato
Gli altri sei rimasero senza fiato.

Sei piloti sconvolti e ammutoliti
Fissarono con gli sguardi rapiti
Uno disperato che si autoeliminò
E gli altri cinque da soli abbandonò.

Agghiacciato, ripensò che quanto accaduto fino a quel momento combaciava con il testo: volevano incontrare il killer, si erano invece ritrovati sugli autoscontri e qualcosa poteva ancora accadere. Infatti, proprio in quel momento, mentre Maldiiii lo tamponava per l’ultima volta, il suo autoscontro si ritrovò sbalzato in aria e, come un razzo, si staccò dalla pista e solcò i cieli che sovrastavano l’isola.
Hammiiii, disperato, si mise alla ricerca del paracadute che portava sempre con sé per ogni evenienza, ma non lo trovò. Rassegnato all’idea di precipitare in mare, si apprestò a uscire a nuoto da quello specchio d’acqua. Non fu così fortunato: quella trappola mortale andò a schiantarsi sugli scogli, mentre sulla pista Maldiiii scoppiò a piangere, carico di disperazione.
«NOOOOOOOOO!» urlò, stravolto. «Toglietemi tutto, ma non il mio Hammiiii!»
Anche Feliiii era piuttosto disperato.
«Un Hammiiii è per sempre.»
I sei superstiti si guardarono intorno.
«Che ne dite a questo punto di scendere dagli autoscontri e di andare a commemorare il nostro caro amico perduto?» propose Ferniiii. «È l’unica cosa che ci rimane da fare.»
«Ottima idea» convenne Maldiiii, facendo per scendere dall’autoscontro. «Dovremmo... Ehi, ma che cavolo sta succedendo?!»
Le parole gli si spensero in bocca, un attimo prima che anche il suo autoscontro si innalzasse in volo, proprio come quanto accaduto a Hammiiii poco prima.
«Non è possibile!» si disperò Grosjiiii, mentre Maldiiii faceva la stessa fine di uno dei molti compagni di tamponamenti che aveva avuto nel corso della sua carriera.
I cinque piloti rimasti scesero di scatto dagli autoscontri: era chiaro che non volevano trascorrere un istante di più in quel luogo. Si precipitarono tutti verso la villa, correndo più veloci che potevano. Era la fine: attendere avrebbe potuto significare una fulminea morte, e non era questa la maniera in cui pensavano di coronare quella vacanza.
Perfino Schumiiii, nonostante fosse buio, trovò la strada senza problemi, e fu anzi il primo ad arrivare davanti alla porta, ma non poté aprirla, dato che aveva dimenticato le chiavi.
«Eccomi qui!» disse Feliiii, sopraggiungendo col suo mazzo. «Entriamo e chiudiamoci dentro!»
I due si infilarono dentro, subito seguiti da Icemaaaan, Grosjiiii e Ferniiii.
Feliiii si precipitò nel salone e, quando Schumiiii vi penetrò, lo trovò agghiacciato.
«Che succede, brasileiro? Te la sei fatta sotto sporcando le tue mutande portafortuna?»
Feliiii gli indicò le statuette degli indiani.
«I mini-Karthyyyy stanno diminuendo a vista d’occhio!»
«Non è possibile» obiettò Schumiiii. «Prima erano sette, come le stelle a quattro punte del mio casco a partire dal gran premio di Spagna del 1994.»
«Ora sono cinque, però» gli fece notare Feliiii.
«Giusto, sono cinque, come le stelle a quattro punte del casco che indossai al gran premio di Francia del 1994, al solo scopo di far impazzire la gente per cercare di scoprire che senso avessero quelle stelle.»
«A proposito» intervenne Grosjiiii, entrando nella stanza, «Che significato hanno?»
«Devi sapere che un tempo, prima di debuttare in Formula 1, feci un sogno premonitore, in cui tu gareggiavi in Formula 1 e mi centravi spesso alla prima curva. Una voce, in sogno, mi suggeriva quante stelle mettere sul casco al fine di evitarlo.»
Icemaaaan spalancò gli occhi.
«Che bella storia!» esclamò. «Ora, però, sapete cosa si fa?»
«Cosa?» chiese Ferniiii. «Accendiamo un cero in memoria dei nostri due amici defunti?»
«Non abbiamo un cero» gli ricordò Schumiiii.
«Però un Cremino sì» ribatté Icemaaaan. «ICECREAM-TIME!»
Capitolo 7.
Dopo una serata trascorsa a mangiare cremini, Icemaaaan trascorse tutta la notte riflettendo seduto sul water. Com’era possibile che avesse avuto un’indigestione? I gelati Algida erano uno dei cibi più facilmente digeribili. Doveva esserci qualcosa che non tornava.
Quando finalmente riuscì ad alzarsi in piedi sentendosi alquanto svuotato, si avvicinò al flacone di shampoo antiforfora del quale non avrebbe potuto fare a meno.
«Tu che ne dici?» gli chiese. «C’è qualcosa che non torna, vero?»
Il flacone di shampoo non gli diede alcuna risposta in proposito, però gli domandò: «Come pensi che sarebbe, Icemaaaan, se tu riuscissi a vincere il gran premio di Abu Dhabi il prossimo novembre?»
Icemaaaan sognò per un attimo la situazione. Si immaginò, per l’esattezza, sul gradino più alto del podio con accanto a sé Ferniiii e Sebbiiii.
«Ah, già, Sebbiiii è stato strangolato» borbottò. «Va beh, vorrà dire che sul podio ci sarà qualcuno che somiglia a Sebbiiii. Io comunque vincerei il gran premio nonostante la pole position di Hammiiii... ah, già, Hammiiii è precipitato in mare con tutto l’autoscontro ieri sera! Va beh, allora in pole c’era qualcuno che somigliava molto a Hammiiii...»
«Esatto» confermò il barattolo dello shampoo.
Inebriato dall’idea di tenere tra le mani una bottiglia di champagne, Icemaaaan lanciò un urlo di disperazione.
«NOOOOOOOO!»
Gridò finché la gola non iniziò a fargli male, il che accadde abbastanza in fretta, vista la sua abitudine a parlare soltanto a monosillabi.
Improvvisamente si affacciò al bagno Schumiiii.
«Icemaaaan, perché stai facendo tutta questa confusione?» si sorprese.
«Ho appena avuto una premonizione» gli confidò Icemaaaan.
«Una premonizione!» esclamò Schumiiii, eccitato come un dodicenne truzzo che urlava “SçHùMì My LòVé àLòNsO KùLòNsO!!!111!!!111!!!” nel 2006 o come lo stesso dodicenne divenuto sedicenne che nel 2010 urlava “àLòNsO mY LòVè SçHùMì tRàDìTòRé!!!111!!!!111!!!!” Gli one-one-one iniziarono ad uscirgli dagli occhi che perdevano diottrie in corrispondenza di Singapore, nota città-stato dedita all’avvelenamento dei piloti. «Che bella cosa aver avuto una premonizione, purché sia diversa da quella che ho avuto io! Che cosa ti è successo?»
«Lo shampoo antiforfora del quale non posso fare a meno mi ha rivelato che vincerò ad Abu Dhabi, il che è agghiacciante» gli spiegò Icemaaaan. «Ti rendi conto che in due gran premi su diciotto c’è una bibita analcolica al posto dello champagne, e io vincerei proprio in quell’occasione?»
«E tu ti preoccupi per questo?» su stupì Schumiiii. «Mentre cercavo di addormentarmi, un paio di occhiali sono entrati nella mia stanza magicamente e mi hanno rivelato che a Singapore prenderò il volo sulla vettura di un pilota che ha la metà dei miei anni! Pensa, ho visto me stesso sotto la Singapore Flyer a chiedere l’elemosina esponendo un cartello con scritto “povero cieco”.»
«Che visione inquietante» osservò Icemaaaan. «Ma che fine hanno fatto gli occhiali, a proposito?»
«È una bella domanda» ammise Schumiiii. «Dato che tenevo accesa la luce artificiale, come quella che irradia il circuito di Singapore, non sono riuscito a vedere molto bene dove andassero.»
I due uscirono dal bagno e, senza dire una parola, si diressero entrambi nello stesso momento verso la stanza delle statuette di Karthyyyy.
«Sono ancora cinque» osservò Schumiiii. «Ciò significa una cosa sola: nessuno è morto nel sonno.»
«La cosa è positiva» confermò Icemaaaan. «Mi chiedo, però, chi sia il prossimo, che secondo questa poesia da quattro soldi avrà qualche disavventura con l’alcool.»
«Cinque piloti per dimenticare decisero di andarsi a ubriacare» lesse Schumiiii. «Uno di loro finì in coma etilico così in quattro rimasero in bilico. Tutto ciò è davvero molto inquietante. Credo che domani mattina dovremmo fare tutti quanti le valigie e scappare a gambe levate.»
Fu quello che progettarono per tutte le prime ore del mattino, insieme a Grosjiiii, Ferniiii e Feliiii, ma non riuscirono a trovare una via di fuga. L’isola di Singapore Flyer sembrava totalmente estranea dal resto del mondo e tutti iniziarono a chiedersi se per caso erano stati catapultati lì magicamente, invece di arrivarvi via mare.
«Dovremmo attraversare l’oceano a nuoto» propose Grosjiiii.
«E per andare dove?» ribatté Feliiii. «Non abbiamo idea di dove sia questa isola. Potrebbe essere al largo di Abu Dhabi così come nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico.»
«Ottima idea» osservò Ferniiii. «Si potrebbe organizzare una nuova edizione del gran premio del Pacifico, in onore di Schumiiii che nel 1995 vi vinse il suo secondo titolo mondiale.» Ferniiii arrossì vistosamente. «Oh, scusate, che cosa sto dicendo? Nel 1995 il mondiale l’ho vinto io, così come nel 1996, 1997, 1998... e così via fino ad arrivare a ora.»
«Ma se nel 1995 giocavi ancora con le macchinine bianche e rosse!» ribatté Schumiiii. «E meno male che è a una certa età che si iniziano ad avere vuoti di memoria...»
«Ho un vuoto di memoria già ora. Ho mai giocato con delle macchinine bianche e rosse? Mhm... no, le uniche con cui giocavo da bambino erano blu e bordeaux e raffiguravano dei tori. Mucca Rossa for the win!»
«Ferniiii, devo ricordarti che tu gareggi ancora per la Ferraglia?» gli chiese Feliiii. «Anzi, la Ferraglia è il tuo unico grande amore.»
«Mhm... sì, in effetti hai ragione, gareggio ancora per la Ferraglia... però c’è da dire che la Mucca Rossa al momento è il team che mette in pista le vetture più performanti e che Sebbiiii è stato strangolato proprio ieri, di conseguenza hanno bisogno di un pilota.»
Grosjiiii replicò: «Voglio andarci io alla Mucca Rossa. Con una vettura del genere chiunque vincerebbe il titolo.»
«Certo» confermò Ferniiii, con una risata. «Prova a finire fuori alla prima curva al volante di una Mucca Rossa e vediamo quale titolo vinci... forse quello di sfasciacarrozze dell’anno! No, aspetta, che cosa dico, dell’anno? Figuriamoci! Quello del secolo, magari!»
Grosjiiii spalancò gli occhi.
«Sfasciacarrozze io?!»
Si mise ad agitare minacciosamente la bottiglia rotta che portava per autodifesa da quando ben cinque suoi colleghi erano stati eliminati, così gli altri quattro andarono a rifugiarsi ovunque poterono per non esserne colpiti. Proprio come avevano pronosticato, infatti, la bottiglia finì ben presto a volteggiare in aria e addirittura, nonostante Schumiiii si fosse nascosto dietro a un albero, andò a impattare contro il suo mento pronunciato.
«Qualcuno abbatta Grosjiiii!» urlò, tornando fuori dal proprio nascondiglio.
«Abbiamo cose più importanti da fare» gli ricordò Feliiii.
«Cioè mangiare un Cremino?» si informò Icemaaaan, con gli occhi che gli brillavano come quelli di un dodicenne truzzo tifoso della Ferraglia il giorno in cui lui aveva vinto il titolo battendo Hammiiii e Ferniiii. «Ottima idea!»
«Rassegnati» rispose Ferniiii. «I cremini sono finiti!»
«Inoltre dobbiamo perlustrare l’isola» aggiunse Feliiii. «Dobbiamo individuare il feroce killer di piloti e vendicare i nostri cari colleghi prendendolo a bottigliate. Ehi, bottiglia rotta, op-op-oppa Sutil style!»
«I cremini sono finiti? È un’ingiustizia! L’Algida deve assolutamente consegnarcene una fornitura completa alla svelta, se no vado in crisi d’astinenza.»
Icemaaaan si sconvolse quando gli altri quattro ignorarono la sua pretesa e controvoglia li seguì in giro per l’isola.
Un paio d’ore più tardi i cinque rientrarono in casa, si sedettero al tavolo della sala da pranzo e Grosjiiii osservò, scoraggiato: «Non c’è nessuno sull’isola, a parte noi. Questo significa una cosa soltanto.»
Icemaaaan, che stava ancora pensando al Cremino, gli domandò: «A cosa ti riferisci?»
«Ma è semplice!» ribatté Grosjiiii urtando un bicchiere, che cadde a terra e stranamente non si ruppe. «Se non c’è nessun killer di piloti al di fuori... significa che il killer è uno di noi!»
«Ma non dire assurdità!» ribatté Feliiii. «Noi siamo tutti quanti persone rispettabili, non siamo dei criminali!»

«Non siete dei criminali, eh? Questo è da vedere.»

I cinque piloti spalancarono gli occhi, tremando. Ancora una volta quella voce metallica e misteriosa era intervenuta, facendo tremare tutti quanti, come se fossero al di sopra del Circolo Polare Artico e stessero mangiando Cremini all’interno di un igloo.
«Beh, in effetti questo è da vedere» concordò Grosjiiii, mentre la voce lasciava spazio alla melodia di un pianoforte che suonava. «Tra di noi c’è gente che si è macchiata di azioni efferate, tra cui qualcuno che molti anni fa ha attentato all’esistenza di un certo cantante canadese. Schumiiii, ti sei mai chiesto perché quel cantante ha iniziato a perdere così presto i suoi rigogliosi capelli tinti di colori strani?»
«E tu ti sei mai chiesto che cosa pensino di te tutti i piloti che hai buttato fuori in partenza?» ribatté Schumiiii, senza scomporsi. «Pensa, sei perfino riuscito ad avere un incidente con Baddyyyy, nella tua prima gara!» Schumiiii si commosse. «Povero Baddyyyy! È stato davvero un triste destino il suo... non solo non ha ottenuto neanche un risultato, ma si è ritrovato un pazzo come te sulla propria strada!»
«Concordo in pieno!» intervenne Icemaaaan, stranamente brioso nonostante l’assenza del cremino. «Baddyyyy non dorme più per causa tua!»
«Ascolta la registrazione» gli indicò Grosjiiii. «La melodia del piano non ti dice niente?»
«Che cosa dovrebbe dirmi?» si sorprese Icemaaaan.
«Nel caso tu non te ne sia accorto, stava suonando l’inno tedesco e ora ha preso a suonare l’inno dell’Uruguay, con il suono mescolato di cocci di bottiglia che si rompono.»
Icemaaaan impallidì.
«Nooooo! Il pianista mi ha trovato!»
«Non dire sciocchezze, non c’è nessun pianista nei dintorni» ribatté Grosjiiii. «Questo, però, significa che non hai la coscienza pulita.»
Icemaaaan si nascose sotto al tavolo.
«Risparmiami, pianista!» urlò.
«Che ne dite se preparo un tè?» propose Feliiii. «Secondo me ci starebbe bene adesso.»
«Sì, ottima idea» convenne Ferniiii. «Poi, finché sarà bollente, rovescialo in testa a questo finto santerellino!»
Icemaaaan schizzò fuori dal suo nascondiglio.
«Come osi?! Nessuno deve permettersi di rovesciarmi in testa nulla! I miei capelli rigogliosi non approverebbero! Lo shampoo antiforfora mi vendicherà, se dovesse accadere! E per quanto riguarda te, Ferniiii...» Icemaaaan si avvicinò allo spagnolo con aria minacciosa. «Ferniiii, credo che sia tu il finto santerellino!»
«Niente affatto» replicò Ferniiii. «Io non mi sono mai macchiato di alcuna azione infamante.»
Iceman si rivolse a Feliiii: «Non preparare il tè per me. Credo che mi berrò una vodka piuttosto.»
«Come vuoi» fu d’accordo Feliiii. «Ora, però, ti dispiacerebbe continuare il tuo discorso a proposito di Ferniiii? Sai per caso qualcosa su di lui che nessuno di noi sa?»
«Oh, no, so qualcosa che tutti sanno. Proprio di fronte alla Singapore Flyer, in un’epoca in cui Schumiiii ancora non era tornato alle competizioni, ma divideva il proprio tempo tra quello che trascorreva a bordo di una moto sfidando le leggi della gravità e dell’equilibrio e quello che invece passava a terra tentando di rialzarsi, e quindi non planava su vetture altrui nel bel mezzo del gran premio...»
Ferniiii lo interruppe: «Io non ho fatto nulla di fronte alla Singapore Flyer! Lo ammetto, altrove sarei pronto a tutto, ma di fronte a una ruota panoramica no.»
«Quindi stai negando che il tuo compagno di squadra ha avuto uno strano incidente e tu ne hai approfittato?» gli chiese Icemaaaan.
«Ma pensa piuttosto al tuo pianista!» ribatté Ferniiii. «A proposito di pianista, di fronte alla Singapore Flyer mi pare che qualcuno tentò di investirlo trascinando un bocchettone del rifornimento. Che ne dici, Feliiii?»
«Dico che il tè è ormai pronto» rispose il brasiliano.
«L’hai preparato alla velocità del suono. Strano: considerando la tua velocità nel fare il tè, mi sorprende che tu non sia altrettanto veloce in pista...» Ferniiii saltò indietro, mentre alcuni schizzi di liquido bollente gli arrivavano addosso. «Ehi, come osi attentare alla mia incolumità?»
«Oso eccome» ribatté Feliiii. «E poi non è certo colpa mia se al pit-stop mi hanno fatto partire in anticipo, quando in realtà a metà della sosta si erano fermati a bere un caffè!»
«Vallo a spiegare al pianista. Quando lo incontrerai con una bottiglia rotta in mano, quello sarà il momento migliore.»
Ferniiii fece un ulteriore salto all’indietro.
«Finiscila di rovesciarmi addosso il tè!»
«Infatti» intervenne Grosjiiii. «Non possiamo non berlo, la parte inglese che è in noi ci impone di scolarci litri di tè alle cinque del pomeriggio.»
«Tu sei francese e hai origini svizzere» gli ricordò Feliiii. «E poi non sono le cinque del pomeriggio.»
«Ah, già...»
«A proposito» aggiunse Icemaaaan, sorseggiando un bicchiere di vodka. «Non è che hai pensato di avvelenare qualcuno servendogli tè con l’arsenico?»
Feliiii spalancò gli occhi.
«Come ti viene un’idea del genere?»
«No, sai, questa vodka sa un po’ da arsenico, quindi mi è venuta questa idea...»
Grosjiii si stupì: «Come fai a sapere da cosa sa l’arsenico, Icemaaaan?»
«Beh, non sa né da vodka né da Cremino Algida» ribatté il finlandese, alzandosi in piedi e mettendosi a ballare in maniera frenetica. «Ehi, vodka e cremino, op-op-oppa Icemaaaan style!»
Non appena ebbe pronunciato quelle parole, però, inspiegabilmente cadde a terra e, dal pavimento, non diede alcun segno di vita.
«Icemaaaan!» urlò Grosjiiii, accorrendo in suo soccorso mettendo nel frattempo a soqquadro tutta la stanza. «Icemaaaan, svegliati!»
Ferniiii si avvicinò al corpo inerme.
«Ho l’impressione che sia morto.»
«M-morto?» balbettò Schumiiii. «E come?»
«Semplice, no?» ribatté Ferniiii. «L’ha detto lui stesso che la vodka aveva sapore di arsenico.»
«È scioccante» borbottò Grosjiiii. «Non ho mai visto niente di più scioccante di tutto ciò.»
«Magari gliel’ha messo lui, l’arsenico nella vodka» propose Ferniiii. «Un tempo, molti anni fa, mi ha rivelato di non avere mai giocato con macchinine bianche e rosse da bambino. Chi non ha fatto ciò, non ha mai veramente vissuto. Perfino le autrici di fanfic insensate, se non hanno mai giocato con macchinine bianche e rosse da bambine, rischiano la vita. Fortunatamente per noi una di loro da bambina possedeva anche un modellino della McSpy, ed era bianco e rosso.»
«Ciò dovrebbe rendermi sollevato?» chiese Grosjiiii.
«A proposito di sollevare» intervenne Feliiii, «Chi si offre per sollevare il cadavere da terra e andare a gettarlo in mare? Dobbiamo sbarazzarcene, in attesa dell’ipotetico arrivo di qualche bambino innocente come Carletto Piccolo.»
«E perché mai Carletto Piccolo dovrebbe arrivare su un’isola che non ha contatti con il mondo esterno, dove un killer agisce nell’ombra?» si stupì Schumiiii.
«A proposito, non stavamo dicendo che il killer è tra noi?» ricordò Grosjiiii.
Ferniiii guardò il cadavere.
«Magari era Icemaaaan, che si è suicidato non riuscendo ad accettare l’idea di avere messo fine all’esistenza di alcuni nostri colleghi.»
«No, è una spiegazione troppo semplice» ribatté Grosjiiii. «Ho come l’impressione che il killer sia uno di voi tre.»

Capitolo 8.
Sconvolto dall’affermazione di Grosjiiii, Ferniiii afferrò una bottiglia di vetro e la agitò davanti al franco-svizzero.
«E, sentiamo, per quale motivo il killer non potresti essere tu?»
«Beh, è semplice! Io non sono il killer, quindi so di non esserlo.»
«Anch’io so di non essere il killer, e so anche che il mio sogno fin da bambino era quello di prendere il posto di Icemaaaan alla Lotteria dopo la sua morte.»
«Non volevi guidare la Mucca Rossa nel prossimo futuro?» gli domandò Feliiii, con un certo stupore. «Non era quello il tuo sogno da bambino?»
«Sono tutte sottigliezze» declamò Ferniiii. «Io da bambino sognavo molto.»
«Sognavi anche di correre per la Accaerretì come compagno di squadra di Karthyyyy?» gli chiese Grosjiiii, con una certa meraviglia.
«Karthyyyy!» esclamò Feliiii, fiondandosi fuori dalla stanza.
Schumiiii lo guardò con aria perplessa.
«Qualcuno di voi ha idea di che cosa si sia fumato il brasileiro?»
Nessuno rispose, così Schumiiii lo seguì, mentre Grosjiiii e Ferniiii si avvicinarono al cadavere, cercando di capire quale fosse la maniera più semplice di trasportarlo all’esterno.
«Feliiii, dove sei?»
«Sono quattro!» urlò Feliiii. «Le statuette di Karthyyyy sono diminuite ancora una volta!»
Schumiiii spalancò gli occhi e per un attimo gli parve di avere dieci decimi.
«Siamo finiti! Karthyyyy ci sta sorvegliando di nascosto e ci sta uccidendo uno dopo l’altro! Non l’abbiamo trovato perché si rende invisibile... oppure perché ci vediamo poco!»
Tremando per lo spavento Schumiiii corse a nascondersi chiudendosi nel bagno.
Ferniiii si precipitò immediatamente alla porta della toilette, dove prese a bussare in modo frenetico.
«Esci da quel bagno, Schumiiii! Karthyyyy potrebbe essere nascosto nell’ombra e attentare alla tua vita di pensionato!»
Schumiiii spalancò la porta e ne uscì agitando il barattolo dello shampoo antiforfora di Icemaaaan.
«Pensionato lo dici a qualcun altro!»
Fissò Ferniiii con aria minacciosa e prese a colpirlo con lo shampoo.
In quel momento un intenso frastuono provenne da un’altra stanza.
«Ehi, ma che succede?» esclamò lo spagnolo, precipitandosi verso la fonte del rumore. «Grosjiiii, che cos’hai combinato?»
«Niente» rispose il francese, comparendo all’improvviso con delle luci intermittenti intorno al collo. «Avevo pensato di preparare l’albero di Natale con qualche mese d’anticipo, ma ho ribaltato tutto e distrutto il soggiorno in un attimo di distrazione mentre guardavo Studio Aperto.»
Nel sentire nominare Studio Aperto gli occhi di tutti presero a brillare.
«Come hai osato non chiamarci?» si lamentò Feliiii.
«Ammetto che volevo essere l’unico al corrente delle strabilianti notizie che ogni giorno ci arrivano per allettare la nostra esistenza di piloti insultati dai tifosi da bar. LIBERTÉ, EGALITÉ, FRATERNITÉ! VIVE LA FRANCE ET LA SUISSE!»
Mentre Grosjiiii urlava senza alcuna ragione precisa, Schumiiii osservò: «Questo tuo comportamento sconcertante mi fa pensare che tu possa avere seri problemi di salute mentale. Sei sicuro, Grosjiiii, di non essere tu il killer?»
«No, il killer sei tu» replicò Grosjiiii. «Sei deluso dal fatto che le nuove generazioni siano più performanti di te, nonno! Per questo hai deciso di eliminarci uno per uno, ma non te lo permetteremo!»
«Se volessi abbattere le nuove generazioni, avrei invitato gente tipo Carletto Piccolo e Sergiño.»
«Ma hai invitato Maldiiii» gli fece notare Feliiii, «E sappiamo perfettamente che era il gemello segreto dello Speedy Gonzales della Formula 1.»
«Io non ho invitato nessuno» ribatté Schumiiii. «È stato un losco individuo chiamato Singapore Flyer a chiamarci qui tutto quanti.»
«Mi sembra ovvio che non esiste alcun Singapore Flyer» obiettò Grosjiiii. «E se il killer in realtà fosse Feliiii, deluso dalle sue prestazioni?»
«Quindi avrei ucciso chiunque abbia prestazioni superiori alle mie?» si sorprese Feliiii. «Non mi pare che Kovaaaa alla McSpy fosse tanto brillante...»
«Non era brillante perché non usava lo shampoo antiforfora di Icemaaaan» gli ricordò Grosjiiii.
«Ah, già. Ora tutto ha una spiegazione. Chissà, magari in occasione del prossimo gran premio del Giappone mi laverò i capelli con lo shampoo di Icemaaaan e salirò sul podio insieme a Sebbiiii e a Kobyyyy...»
Ferniiii gli ricordò: «Sebbiiii e Kobyyyy sono stati soppressi proprio ieri, da un killer che si nasconde tra di noi. A questo proposito avrei una proposta. Chiunque sia il killer, tra di voi, vorrei riscattare la mia vita in cambio di tutti i miei modellini di auto bianche e rosse.»
«Ma tu non ne hai mai possedute» gli ricordò Grosjiiii.
«Ah, già...»
«E poi il killer sei tu, non ho più dubbi!»
«Non era Schumiiii due minuti fa e Feliiii l’ultima volta in cui hai parlato?»
«Sì, ma le luci intermittenti che mi sono messo tipo collana mi hanno suggerito di fare attenzione a te.»
Ferniiii spalancò gli occhi.
«Si può sapere perché tutti parlate con gelati, barattoli di shampoo e luci dell’albero di Natale e quando lo faccio io nessuno di quegli oggetti mi risponde?!»
«Non siamo tutti dei privilegiati» osservò Grosjiiii. «Tu non lo sei.»
«E non sono nemmeno un killer.»
«Questo, se permetti, è da vedere.»
Stanco di sentirli discutere su quell’argomento, Feliiii suggerì: «Che ne direste, per passarci un po’ il tempo, di organizzare una festa sulla spiaggia per stasera? Potremmo portare degli amplificatori e mettere musica brasiliana ad alto volume.»
«Ottima idea!» esclamò Schumiiii. «Ho voglia di ballare! Ehi, brasileiro, op-op-oppa samba style!»
Iniziarono quindi i preparativi e, quella sera, si recarono tutti sulla spiaggia. Per evitare che qualcuno vi andasse armato – non avevano dimenticato la possibilità che il killer fosse tra loro – decisero di perquisirsi a vicenda e di presentarsi sulla spiaggia vestiti in modo molto sobrio: reggiseno imbottito rosa con le perline e perizoma in tinta da ballerina del carnevale di Rio e piume in testa.
«Siamo proprio dei fighi!» esclamò Ferniiii, non appena giunsero sulla sabbia dorata dell’isola. «Siamo troppo stilosi!» Gli one-one-one gli uscivano per la felicità dagli occhi. «Siamo i piloti più stilosi di tutti i tempi e in particolare io sono il più stiloso di tutti! TUNZ-TUNZ-TUNZ! FérNì My LòVé!!!111!!! SçHùMì tRàDìTòRé!!!111!!!111!!!oneoneone!!!111!!11!!»
Il richiamo di Ferniiii risvegliò gli one-one-one anche in Schumiiii, i cui occhi si trasformarono nelle stelle a tre punte della Mercedes.
«I miei capelli argentati come la vettura che guido sono più stilosi di te!» dichiarò, con una certa soddisfazione. «Ma ora, Ferninho, che ne diresti di ballare una lambada insieme a me?»
Ferniiii accettò la proposta con una certa gioia e, mentre i due si davano alla pazza gioia, Grosjiiii lanciava addosso a entrambi secchiate di acqua di mare.
Quando la lambada terminò, Ferniiii osservò: «Feliiii sembra essere sparito nel nulla!»
Grosjiii rabbrividì.
«E se Feliiii fosse il killer e stesse preparando il suo assalto definitivo nei nostri confronti?»
«Dobbiamo cercarlo assolutamente e impedirglielo» propose Ferniiii. «E non dobbiamo mai separarci, per nessun motivo. Gli andremo incontro armati di bottiglie rotte!»
«Ma non abbiamo le bottiglie rotte» obiettò Schumiiii. «Come pensi di fare a farle apparire magicamente?»
«Giusto, non ci avevo pensato. Va beh, ci andremo disarmati. Ogni tanto dovremmo pur prenderci qualche rischio, no? L’unico caso in cui i rischi sono totalmente da evitare è quando Sebbiiii sta per vincere il titolo e l’unico modo che si ha per batterlo è rigirarsi i pollici in attesa che Petriiii ti faccia passare.»
«Ottima osservazione. Ora, però, fermiamo il killer do Brasil!»
I tre, senza separarsi nemmeno per un attimo, iniziarono a perlustrare tutta la spiaggia.

«Guardate qui!» urlò Grosjiiii, dopo una lunga e intensa ricerca.
«Che cos’è successo?» chiese Ferniiii, avvicinandosi.
Il franco-svizzero stava camminando sugli scogli, con una certa fatica per via dei tacchi a spillo che aveva indossato alcune ore prima abbinati alle piume e al bikini.
«Ci sono le piume di Feliiii imbrattate di sangue... o di succo di pomodoro, non ho ben capito che cosa sia, però dal momento che nelle vene non gli scorreva succo di pomodoro ho il forte sospetto che sia sangue.»
«Povero Feliiii!» esclamò Ferniiii. «Mio caro amato Feliiii! FéLì My LòVé!!!111!!!111!!! Non lasciarmi solo, FELIIII!»
«Non può risponderti» gli ricordò Grosjiiii. «A questo proposito stavo pensando di candidarmi come prossimo pilota della Ferraglia.»
«Tu?» Ferniiii spalancò gli occhi. «E, dimmi, che cosa avresti intenzione di fare nel caso in cui dovessi trovarti davanti a me in pista?»
«Mhm... non saprei. Frenare e farmi tamponare?»
Con quella risposta si guadagnò un calcio nei punti bassi da parte di Ferniiii.
«Schumiiii, aiutami!» urlò Grosjiiii. «Il killer è Ferniiii e mi sta evirando! SCHUMIIII!»
Schumiiii si avvicinò.
«Si può sapere che cosa state combinando voi due? Prendervi a calci nelle palle non è un comportamento molto edificante da tenere in questo momento di grande intensità!»
«Giusto» convenne Grosjiiii. «La cosa migliore da fare per commemorare la memoria di Feliiii è buttare le sue piume in mare, proprio dove si troverà sicuramente il suo cadavere in questo momento. Che cosa triste...»
«Condivido» concordò Ferniiii, lanciandole a terra. «Ora, però, faremmo sicuramente meglio a tornare a ballare la samba!»
«Sì!» urlò Schumiiii con gli one-one-one che gli uscivano dagli occhi. «SAMBA! SAMBA! SAMBA! SAMBA! SAMBA! SAMBA!»
Corsero tutti e tre via dagli scogli, rischiando di cadere a terra e fratturarsi le gambe a causa dei tacchi a spillo che tutti indossavano.
Sulla spiaggia, nel frattempo, iniziò a risuonare “Mas que nada” di Sergio Mendez.
Ballarono per ore e, a notte inoltrata, decisero di tornare a casa.
«Che ne pensate?» propose Schumiiii. «Andiamo tutti quanti a controllare se è scomparsa una nuova statuetta!»
«Vacci da solo!» propose Grosjiiii.
«Neanche per sogno! Dato che il killer è tra noi, abbiamo deciso di non separarci per nessun motivo al mondo.»
«Dovremmo dormire tutti e tre in un letto matrimoniale, quindi?» chiese Ferniiii, dubbioso.
Michael era dubbioso.
«Mhm... no, meglio che ci chiudiamo tutti quanti a chiave in camera e che ne usciamo tutti quanti alla stessa ora ben precisa.»
«Ottima idea» convenne Grosjiiii. «Dormire nello stesso letto insieme a voi due non è la mia massima aspirazione.»
«Nemmeno la mia» concordò Ferniiii. «Se si fosse trattato di Feliiii e di Hammiiii sarebbe stato diverso, ma con voi mai e poi mai!»
«Inoltre, per quanto mi riguarda, credo proprio che mi porterò a letto come portafortuna il flacone dello shampoo di Icemaaaan» aggiunse Schumiiii. «Immagino che nessuno di voi abbia niente in contrario.»
«Invece ho qualcosa in contrario» ribatté Grosjiiii. «Non ho alcuna intenzione di lasciarti il flacone dello shampoo! Sarei disposto a ucciderti per questo!»
«Quindi confessi di essere il killer?» domandò Ferniiii, spalancando gli occhi.
«No, non sono il killer» replicò Grosjiiii. «Come puoi pensare questo di me?»
«Lo penso eccome» insisté Ferniiii. «Avanti, confessa e non ti accadrà nulla. In fondo non hai fatto niente di male: hai soltanto eliminato alcuni inutili individui...»
«Li chiami inutili individui?» intervenne Schumiiii. «Dì un po’, non sarai tu il killer?»
«Niente affatto! Secondo me ad avere assassinato tutti i nostri colleghi sei stato tu.»
Schumiiii spalancò i suoi occhi verdi che si sospettava fossero miopi.
«Dì un po’, Ferniiii, non era Grosjiiii il killer un attimo fa? Hai cambiato idea così in fretta? Sei addirittura peggiorato rispetto a quando il tuo obiettivo era prima la McSpy e poi la Ferraglia!»
«Io non ho mai avuto la McSpy come obiettivo! Giocavo con le auto bianche e rosse giusto per fare qualcosa!»
«Va beh, lasciamo stare. Lo shampoo comunque è mio!» Schumiiii scattò velocemente verso il bagno e ne uscì con l’antiforfora di Icemaaaan. «È MIOOOO!»
«Va bene, tieni pure lo shampoo» concesse Ferniiii. «Ora però sbrighiamoci ad andare a vedere se ci sono le statuette di Karthyyyy.»
Finalmente i tre entrarono nel salone.
«La quarta statuetta è scomparsa» decretò Schumiiii.
«Ora vengo a controllare io» disse Grosjiii. «Tu ci vedi poco.»
«Anche tu ci vedi poco» gli fece notare Schumiiii. «Probabilmente è questo il motivo per cui centri ogni avversario.»
«Che esagerato...»
«Va beh» intervenne Ferniiii. «Ora controllo io.» Guardò attentamente le statuette. «Sì, sono proprio tre.»
Schumiiii sbuffò.
«Che cos’avevo detto io?»
«Guardate qui.» Grosjiiii indicò la poesia. «Non vi sembra un po’ premonitrice? Quattro piloti con piume in testa per carnevale diedero una festa, uno ballò la samba fino allo sfinimento, restarono in tre con immenso sgomento. Non vi pare che si riferisca proprio alla scomparsa del nostro caro piccolo dolce e puccioso bambino brasiliano?»
«Che cosa triste» mormorò Ferniiii. «Vediamo cosa dice dopo. Tre piloti dal fornaio andarono e pane appena sfornato acquistarono, uno di loro a colpi di baguette fu ucciso e i due rimasti si fissarono con un sorriso. Beh, da questo punto di vista siamo fortunati: non ci sono panetterie qui sull’isola di Singapore Flyer.»
«Hai ragione, c’è pur sempre un punto a nostro vantaggio» ammise Schumiiii. «Forse abbiamo ancora qualche possibilità di salvarci da un triste e cupo destino, nero come la carrozzeria della vecchia Minardi.»
«Ci salveremo» concordò Ferniiii. «Non ho alcuna intenzione di permettere a uno di voi due di uccidermi, quindi è ovvio che ci salveremo... o almeno io mi salverò!»
Schumiiii li guardò con aria di sfida.
«Io scoprirò chi di voi due è il killer, questo è poco ma sicuro.»
«Piuttosto vattene a dormire, nonno» ribatté Grosjiiii. «Il mondo è mio e qui comando io!»
Schumiiii insisté: «No, il mondo è mio!»
«TUNZ-TUNZ-TUNZ!» urlò Ferniiii. «Il mondo non è vostro! fErNì FòR tHé WìN!!!11!!11!!oneoneone!!11!!»
I due lo guardarono con occhi spalancati.
«L’illuminazione dei talenti indiani un giorno ti salverà dall’autodistruzione» decretò Schumiiii. «Non ci sono altre possibilità.»

Capitolo 9.
L’indomani si preannunciava come una giornata parecchio intensa per i tre superstiti, che ormai non riponevano più alcuna fiducia l’uno nell’altro. Soltanto la sera precedente erano convinti di poter sopravvivere, dal momento che non avrebbero potuto avere a che fare con alcun fornaio, come veniva citato dal tratto della poesia che ancora non si era verificato. Sotto la luce del giorno la prospettiva appariva però diversa, d’altronde niente di quanto era accaduto fino a quel momento sarebbe stato pronosticabile in partenza.
L’unica soluzione possibile era trascorrere tutto il tempo l’uno accanto all’altro, il che diveniva problematico specie quando era necessario andare in bagno. A peggiorare la situazione i gelati erano finiti da tempo immemorabile e, nel caso in cui volessero onorare Icemaaaan, non potevano fare altro che nutrirsi di shampoo antiforfora, che si scoprì però alquanto indigesto.
Dopo ore di forzata convivenza Grosjiiii esclamò: «Basta, non se ne può più! Non possiamo continuare a sospettare l’uno dell’altro, dobbiamo cercare il vero colpevole, nascosto da qualche parte dell’isola, e non permettergli di distruggerci uno dopo l’altro!»
«Allora insisti a non capire?» si sorprese Ferniiii. «Il colpevole non può essere altro che uno di noi, lo sappiamo perfettamente tutti quanti.»
Grosjiiii annuì, per quanto la consapevolezza fosse triste.
«In questi ultimi giorni ho perso vent’anni di vita. Vorrei tanto potermene tornare a casa. Sarei disposto a tornarmene a lavorare in banca!»
«Sì!» esclamò Ferniiii. «Perfetto! Il terrore dei circuiti diventerà il terrore del parcheggio della banca!»
Schumiiii sbuffò.
«Come potete pensare alle banche e ai parcheggi in un momento del genere? Vi rendete conto che forse moriremo tutti e non potrò mai più salire a bordo di una moto, nonostante le mie brillanti performance? Ora siamo tutti in una situazione di caduta libera.»
«Ecco, appunto, siamo in caduta libera» convenne Ferniiii. «Non è forse la stessa sensazione che provi quando sei in sella a una moto?»
«In effetti sì» ammise Schumiiii. «Vorrà dire che me la farò bastare.»
«Ecco, perfetto... a meno che, ovviamente, non sia proprio tu il killer spietato di piloti. In tal caso immagino che riusciresti a tornartene a casa e ad andartene in giro in sella a una moto senza troppe difficoltà.»
«Ovviamente... ma non sono il killer, mi dispiace. Nel corso della mia esistenza non ho mai tentato di uccidere nessuno, ho solo attentato all’esistenza di un cantante canadese a Jerez de la Frontera quindici anni fa e sono pronto ad ammetterlo.»
«Bene» osservò Grosjiiii. «Fino a ieri continuavi a fare il finto innocente.»
«Se ammettere la mia responsabilità è l’unico modo che ho per salvarmi, non ho problemi a farlo.»
«Anch’io ammetto la mia responsabilità: ho buttato fuori troppo spesso dei miei avversari alla partenza dei gran premi. Lo confesso, sperando che il killer che è in Ferniiii non abbia nulla in contrario a far continuare la mia dolce e pucciosa esistenza.»
«La tua dolce e pucciosa esistenza non dipende da me» replicò Ferniiii. «Mi pare di avervi già detto più di una volta che non sono io il killer e che non c’entro niente con questa storia, ma evidentemente per voi è difficile da capire. In ogni caso anch’io ammetto le mie responsabilità: ci ho goduto un casino quando Nelsinhoooo s’è andato a schiantare sotto la Singapore Flyer nella città nel leone, il cui nome deriva dal sanscrito “singapura” che significa appunto “città del leone”, e io ho vinto la gara. Nel momento in cui ho tagliato il traguardo dai miei occhi uscivano gli one-one-one e gridavo via radio “TUNZ-TUNZ-TUNZ-TUNZ!” sognando il giorno in cui avrei lasciato la Ferraglia per passare alla Mucca Rossa e per poi andare successivamente alla Accaerretì a terminare la mia carriera, una volta che fossi stato un anziano che non distingue più la luce dal buio. Sono colpevole! Sono colpevole di essere Ferniiii, l’unica divinità del mondo dei motori!»
«Solo per questo, se io fossi il killer, eviterei di ucciderti» osservò Schumiiii. «Non mi aspettavo queste dichiarazioni da parte tua.»
Ferniiii si guardò intorno con aria circospetta.
«Detto tra noi, credo che se qualcuno dovesse riferire queste parole, mi giustificherò sostenendo che è stato il mio gemello segreto a pronunciarle. D’altronde tutti abbiamo un gemello segreto, no?»
«Certo» concordò Grosjiiii. «Anch’io ho un gemello segreto... e non ha mai tamponato nessuna vettura!»
Schumiiii spalancò gli occhi.
«Questo è matematicamente impossibile!»
«No che non lo è! Anche il mio gemello segreto lavora in banca e a volte facciamo scambio di posto e viene lui a gareggiare per la Lotteria. Sono questi i casi in cui non ho alcun incidente.»
«Ecco, ora mi è tutto chiaro» rispose Schumiiii. «È tutto cristallino come la luce emanata dai lampioni della città del leone, nonché Singapore!»
«Ah, quegli stessi lampioni che tu non vedi! LIBERTÉ, EGALITÉ, FRATERNITÉ! VIVE LA FRANCE ET GROSJÌ! Grosjiiii for the win! Grosjì pour la victoire!»
Ferniiii osservò: «Strano, credevo che l’erba indo-brasiliana fosse quella migliore, ma evidentemente anche l’erba franco-svizzera non è male.»
«Oh, no, non lo è affatto» ammise Grosjiiii. «Ora però che ne dite di andare a fare un giro fuori a vedere che aria tira?»
«Senza separarci nemmeno stavolta?» chiese Ferniiii.
«Beh, mi sembra ovvio» convenne Schumiiii. «Non possiamo permettere che il killer che è tra di noi esca allo scoperto uccidendo gli altri due.»
Al pensiero che colui che aveva già ucciso sette loro colleghi fosse per forza di cose uno di loro tre, tutti furono scossi da un brivido gelido.
«Che situazione traumatica» osservò Ferniiii. «Non mi sono sentito così nemmeno quella volta in cui da bambino decisi che volevo guidare il Vitellino Rosso come compagno di squadra di Buemiiii!»
«Da bambino volevi guidare anche il Vitellino Rosso?» si sorprese Schumiiii. «Ma se nemmeno esisteva!»
«Esisteva nella mia mente e sarebbe stato partorito dalla Mucca Rossa in una realtà alternativa dove tutti siamo alati!»
Schumiiii spalancò gli occhi.
«È posseduto!»
«Chi, io o il Vitellino Rosso?»
Schumiiii non rispose e si affrettò a uscire di casa, subito seguito da Ferniiii, mentre Grosjiiii cercava di rimettere in piedi l’armadietto che aveva ribaltato passandovi accanto.
«Oh, guarda, ci sono due motorini parcheggiati qui davanti» osservò Schumiiii. «Che ne dici, Ferniiii, ce ne andiamo a fare un giro?»
«Ma ci sono solo due motorini!» replicò lo spagnolo. «Non possiamo andarcene in giro in tre su due soli motorini!»
«Possiamo caricare Grosjiiii. Facciamo così, lo carico io.»
«No, lo carico io. Tu potresti andare a ucciderlo.»
«O lui potrebbe uccidere me.»
Ferniiii spalancò gli occhi.
«Hai ragione, non ci avevo pensato. Se io non sono il killer, è per forza uno di voi e lasciarvi sullo stesso motorino potrebbe avere risvolti terrificanti. E poi Grosjiiii non salirebbe mai insieme a te su un mezzo a due ruote.»
«Che cosa non farei mai?» domandò Grosjiiii, affacciandosi alla porta.
Ferniiii gli indicò i motorini.
«Farti scarrozzare su uno di quei mezzi da Schumiiii.»
Grosjiiii svenne per lo spavento.
«Lo vedi che tu in sella a un mezzo a due ruote sei pericoloso?» insisté Ferniiii. «Povero Grosjiiii! Dobbiamo farlo rinvenire.»
«Andiamo a prendere un secchio d’acqua e rovesciamoglielo in testa!» propose Schumiiii.
«Ottima idea.»
I due si precipitarono in casa e si diressero a tutta velocità verso il bagno.
«Ehi, aspetta!» esclamò Ferniiii, transitando davanti al salone delle statuette. «Vai a prendere l’acqua, che io ho una cosa da fare!»
«Una cosa da fare? Cioè?»
«Non preoccuparti e vai a prendere il secchio d’acqua!»
«Come vuoi» concordò Schumiiii. «Ma se uccidi Grosjiiii farai una brutta fine! Ti sopprimerò io stesso!»
«Lo stesso accadrà a te qualora fossi tu a eliminarlo» puntualizzò Ferniiii. «Ti tengo sott’occhio.»
«Anch’io ti tengo sott’occhio, Ferniiii, e non sono così miope quanto dicono. Se lo fossi porterei gli occhiali sotto al casco come fa un certo pilota francese che ha ottenuto risultati brillanti di là dall’oceano ma che in Formula 1 otteneva prestazioni alquanto deludenti.»
«Comprendo, ma vai in bagno, sbrigati, che io ho da fare!»
Finalmente Schumiiii entrò nella toilette, pronto a portare fuori tutto il necessario per far riprendere i sensi a Grosjiiii.
“Ferniiii non me la racconta giusta” pensò. “C’è qualcosa che non torna.”
Guardò il secchio e gli domandò: «Che ne dici? Dovrei fidarmi di Grosjiiii e convincermi definitivamente che il killer sia Ferniiii?»
«Direi di no» rispose il secchio.
«Quindi è Grosjiiii il colpevole?»
«Nemmeno.»
Schumiiii lasciò cadere il secchio a terra.
«Come ti permetti di insinuare che sia stato io a uccidere tutti quei miei illustri colleghi continuamente insultati dai tifosi da bar? Sei un secchio traditore dell’umanità!»
«Sei tu il traditore dell’umanità» gli ricordò il secchio. «Hai colpito alle spalle l’intera popolazione mondiale, lasciando la Ferraglia.»
«La Ferraglia aveva già due piloti» obiettò Schumiiii. «Ora che Feliiii è morto, però, potrei prendere il suo posto.»
Il secchio rise.
«Io non ne sarei tanto sicuro.»
«Di prendere il posto di Feliiii?»
«Non solo di quello. Ci sono cose che non posso dirti, Schumiiii, dovrai capirle da solo, ma quando le capirai sarà troppo tardi: sarai già morto.»
Schumiiii si grattò le parti intime e finalmente riempì il secchio, mentre Ferniiii contemplava con un certo sconcerto le statuette raffiguranti Karthyyyy. Per un attimo temette di non essere più in grado di contare, ma la realtà era una e inequivocabile: le statuette erano soltanto due.
«Qui c’è davvero qualcosa che non quadra» si disse. «Tre piloti dal fornaio andarono e pane appena sfornato acquistarono, uno di loro a colpi di baguette fu ucciso e i due rimasti si fissarono con un sorriso. Schumiiii potrebbe essere morto... o forse è morto Grosjiiii!» Questo significava una cosa soltanto, però: «Non appena scoprirà chi è stato assassinato, saprò per certo anche chi è l’assassino! Ma vediamo piuttosto che cosa dovrebbe succedere dopo... Due piloti in sella a una moto andarono incontro a un destino ignoto, uno cadde a terra e si ruppe il collo, solo uno di loro rimase sull’atollo. Tutto ciò mi sembra alquanto inquietante.»
Schizzò fuori dalla sala, verso l’uscita. Rischiò di scontrarsi con Schumiiii, che teneva in mano un secchio che stava borbottando qualcosa di incomprensibile, e i due si precipitarono all’esterno.
«Grosjiiii!» esclamò Ferniiii. «Grosjiiii, quale perdita per la società!»
«L’hanno ucciso a sprangate» osservò Schumiiii. «Hanno anche sparso della farina lì intorno.»
«Già» convenne Ferniiii, «E immagino che tu sappia perfettamente chi è stato.»
«Questo sì» ribatté Schumiiii. «Non ci sono dubbi. Tutti i nodi nella barba di Heidiiii sono finalmente venuti al pettine.»
«Heidiiii si pettina la barba?» si sorprese Ferniiii.
«Questo mi sembra piuttosto irrilevante. Ora abbiamo qualcosa di più importante di cui occuparci. Se su quest’isola c’è un solo killer e siamo rimasti in due, entrambi conosciamo la verità.»
«Proprio così» confermò Ferniiii. «Dì la verità, Schumiiii, non vedevi l’ora che arrivasse questo momento...»
«O forse eri tu che non vedevi l’ora.»
«Ah ah, che bella trovata. Non vedevo l’ora di ritrovarmi davanti un vecchio pazzo che ha l’intento di uccidermi?»
«Te la sei cercata» ribatté Schumiiii. «Tu hai eliminato otto nostri colleghi insultati ogni giorno dai tifosi da bar e pretendi che non sia sorto in me il desiderio di mettere fine alla tua esistenza?»
«Ah, fai pure finta di non capire? Davanti all’evidenza stessa neghi di essere stato tu ad assassinare uno dopo l’altro tutti i nostri più cari amici? A causa tua ho perso Hammiiii, ho perso Feliiii, ho perso Sebbiiii e il suo biberon, ho perso Icemaaaan e tutti i suoi cremini...»
Schumiiii lo interruppe: «È una trovata davvero divertente... ma non fai ridere nessuno! Per te è finita, Ferniiii.»
«O forse è finita per te.»
Ferniiii sollevò la spranga insanguinata collocata accanto al cadavere di Grosjiiii e fece per colpire Schumiiii, che però scattò immediatamente a bordo di uno dei motorini, tutto grigio argento come il colore dei suoi capelli prima della tinta.
«Dove scappi?» lo chiamò Ferniiii. «Non puoi andartene così come se niente fosse! Ti troverò in capo al mondo, nonno Schumiiii!»
In quel momento si udì un boato agghiacciante, simile a quello del kers di una Williams che scoppiava ai box.
«Ma è pazzesco!» esclamò Ferniiii. Il motorino era esploso, il corpo di Schumiiii stava bruciando. «Sono solo sull’isola, è fantastico!»
Era giunto il momento di entrare in casa, adesso poteva andare a prepararsi una camomilla e magari già che c’era anche farsi una doccia.
«E poi c’è da sistemare il fatto delle statuette. Ce n’è una di troppo.»
Si diresse verso il salone e, quando giunse davanti ai mini-Karthyyyy, si rese conto che non ce n’era nemmeno uno.
«Ma che razza di sortilegio è questo?!»
Era veramente curioso. Che ci fosse l’influsso dei talenti indiani che un giorno avrebbero dominato la Formula 1? Non c’erano altre spiegazioni: era l’unico individuo vivo sull’intera isola, per quale dannata ragione le statuette avrebbero potuto sparire, altrimenti?
«Va beh, meglio se vado a prepararmi la camomilla, non ha più senso rimandare.»
Quando tornò in cucina la prima cosa che notò fu una statuetta di Karthyyyy sul tavolo.
«E tu come ci sei arrivata qui?» le chiese.
«Lo scoprirai tra poco» rispose la statuetta. «Guardati alle spalle, piuttosto.»
Ferniiii, felicissimo per aver finalmente parlato con un oggetto inanimato, si girò molto lentamente e spalancò gli occhi.
«NOOOOOOOOOO!» urlò, agghiacciato da quanto vedeva.
Sulla parete era stato attaccato un poster enorme che la ricopriva interamente, raffigurante una vettura gialla e nera guidata da un pilota russo, dietro alla quale c’era lui. A caratteri cubitali stava scritto, con una sostanza rossa che avrebbe addirittura potuto essere sangue – o passata di pomodoro – “PETRIIII IS FASTER THAN YOUUUUU!”
Uno strano presagio iniziò a insinuarsi nella mente di Ferniiii. Cosa dicevano gli ultimi versi della poesia? Qualcosa a proposito di un pilota che, durante una corrida abbatteva un toro? Sì, sicuramente era così.
Mentre rifletteva si girò lentamente. Sul tavolo non c’era più la statuetta di Karthyyyy, ma in compenso si era materializzata dal nulla una lattina di Redbull.
“No, il torero non abbatteva il toro” ricordò Ferniiii. “L’ultimo pilota vinta la sua sfida si immaginò in mezzo a una corrida, ma a quel punto un toro lo incornò e sull’isola deserta più nessuno restò. È questo che c’era scritto tra quei versi. Bisogna fare qualcosa.”
«Come ci si sente, Ferniiii, nel sapere che la morte è vicina?» gli chiese una voce a lui piuttosto conosciuta.
Ferniiii alzò gli occhi.
«M-ma... tu d-dovresti...» balbettò.
«Dovrei essere morto? Era questo che pensavi?» ribatté l’altro, afferrando una sedia, pronto a fracassargliela in testa. «Sono spiacente, Ferniiii, ma non saprai mai cos’è accaduto davvero sull’isola!»

Capitolo 10.
Nella villetta di sua nonna Isaurinha, collocata accanto al circuito di Interlagos, Barrinho stava facendo pronostici per il proseguimento della stagione 2012, ignaro che dieci suoi ex colleghi avevano perso la vita sull’isola di Grand Chelem. Per l’occasione aveva invitato a casa sua i suoi amici Digrassinho e Bruninho e nel bel mezzo dei pronostici si mise a divagare, raccontando loro fatti legati alla sua infanzia: «Quando ero bambino mi arrampicavo sempre sui muretti del circuito per vedere le auto gareggiare e trascorrevo il mio tempo insieme a Barrosinho, cosa che il telecronista della Rai Mazzoninho ha ripetuto incessantemente al 1997 al 2011 e che probabilmente ripeterà anche nel 2012 nonostante la mia assenza...»
«Lo sappiamo perfettamente» lo interruppe Digrassinho. «E sappiamo anche che nel 2003 sei andato da tua nonna a chiederle che tempo avrebbe fatto per il gran premio.»
In quel momento entrò nella stanza nonna Isaurinha, che raccontò: «Io allora ho scrutato il cielo e gli ho detto “oggi non pioverà”.»
«Sì, ma poi è sceso il diluvio» obiettò Digrassinho.
«Infatti» convenne Bruninho. «Forse era meglio guardare le previsioni del tempo.»
«State per caso mettendo in dubbio le doti meteorologiche di mia nonna?» si stupì Barrinho, iniziando ad agitare una bottiglia di vetro. «Lei è il guru della meteorologia.»
Digrassino ribatté, preparandosi a schivare una bottigliata: «O il gufo della meteorologia?»
In quel momento, dalla finestra aperta entrò un proprio gufo in carne, ossa e piume.
«E questo?» si sorprese Digrassinho.
«Questo è il gufo che vive a Interlagos» gli spiegò Barrinho. «L’ha allevato mia nonna e l’ha mandato a tenere sotto controllo il circuito e tutti i laghi da cui è circondato.»
Il gufo, che teneva una busta nel becco, si andò a posare su una spalla a nonna Isaurinha, che iniziò ad accarezzare le sue piume.
«Dimmi, Gufo, è accaduto qualcosa?» gli chiese Isaurinha. «C’è qualcosa di cui dovremmo essere informati?»
Il gufo volò verso Barrinho.
«Questa lettera è per te» gli comunicò il pennuto. «È molto importante che tu possa leggerla. Contiene la spiegazione al mistero di Singapore Flyer.»
«Ah, viene da Singapore?» domandò Barrinho, perplesso. «Me l’ha mandata Schumiiii in un momento di notevoli difficoltà visive?»
«No, non viene da Singapore» rispose il gufo, prima di volare oltre la finestra.
«E adesso?» chiese Barrinho.
«Beh, la cosa più normale da fare è leggere la lettera, non trovi?» gli suggerì sua nonna. «Hai il dovere morale di tenerti aggiornato su quanto accade nel mondo.»
«Hai ragione» confermò Barrinho. «Ora la leggerò.»
«Poi informa anche noi» lo pregò Digrassinho.
«Appunto» concordò Bruninho. «Abbiamo anche noi il dovere morale di sapere cosa accade nel mondo dei motori, e nel caso siano brutte notizie abbiamo sempre l’opzione di tagliarci le vene con un rasoio che io stesso fornirò. A proposito di rasoi, non pensate che dipingerne uno sul mio casco potrebbe conferirmi molto stile?»
«Sì, certo, saresti stilosissimo» confermò Barrinho. «Hai avuto veramente un’ottima idea! Peccato che Heidiiii non abbia avuto mai nessuna intuizione del genere.»
«Che ci vuoi fare?» ribatté Bruninho. «Heidiiii sembra ignorare quali siano le funzioni che un rasoio può svolgere. Ehi, barba folta, op-op-oppa Heidiiii style!»
Ripensando con nostalgia ai momenti della sua infanzia, in cui sperava un giorno di divenire un importante scalatore di muretti dei circuiti, aprì la busta e si mise a leggere, riconoscendo immediatamente la grafia del suo amico Feliiii.

Caro Barrinho,
ti scrivo questa lettera perché ho bisogno che qualcuno capisca cos’è accaduto sull’isola di Grand Chelem, dove dieci individui in apparenza rispettabili hanno trovato la fine. Non c’è motivo di sconvolgersi, credo di avere optato per la soluzione migliore, liberando il mondo di certi soggetti.
Parlo di apparenze: non sempre chi è apparentemente rispettabile lo è davvero e ho raccolto individui che si sono macchiati di atroci delitti.
Chi l’avrebbe mai detto che un bambino dall’aria innocente come Sebbiiii, che beve ancora il latte dal biberon e si pulisce la bocca col bavaglino, potesse essersi macchiato di un terribile delitto? Eppure è così, ha insultato nientemeno che un talento indiano di prima qualità in occasione di un tamponamento che li ha coinvolti, il che mi sembra una colpa troppo gravosa per poter avere la coscienza pulita.
Chi l’avrebbe detto, inoltre, che un individuo rispettabile come Kovaaaa, sempre circondato dai suoi Angry Birds, fosse capace di seminare il panico lungo le anguste stradine del Principato [CIT. Mazzoninho], che vanno a costituire un tracciato tortuoso [CIT. Mazzoninho], dove ci sono sia la curva più veloce sia quella più lenta del mondiale [CIT. Mazzoninho], vero Ivaninho? [sempre CIT. Mazzoninho] Kovaaaa su quelle stradine ha preso a sportellate Jensiiii approfittando di un suo momento di difficoltà e a rimetterci di più è stato proprio Jensiiii che non solo si è dovuto ritirare, ma ci ha anche fatto una gran figuraccia per essere stato incapace di superare un pilota che guidava una vettura più lenta di sei secondi al giro.
Ma non è finita qui: Kobyyyy ha buttato fuori pista Naka-gata al suo esordio, Hammiiii e Maldiiii hanno diversi scheletri nell’armadio, Icemaaaan ha ostruito la scalata verso il successo di un pianista distruttore di bottiglie, Grosjiiii ha buttato fuori parecchi avversari in partenza, per non parlare di Schumiiii e Ferniiii che sono quelli che hanno più scheletri nell’armadio di tutti.
È anche per colpa di soggetti del genere che io non riesco mai a vedere la luce della vittoria e un giorno in cui il mio compagno di squadra mi aveva doppiato mi sono deciso: dovevo fare qualcosa per stravolgere la situazione. Mi è venuta un’idea lampante: convocare tutti su un’isola deserta e metterli di fronte, uno dopo l’altro, alle loro responsabilità.
È questa la ragione per cui, spacciandomi per un anonimo individuo che risponde al nome di Singapore Flyer, ho invitato tutti i miei illustri colleghi. Proprio come mi aspettavo nessuno è riuscito a resistere al fascino di un simile nome. In onore della ruota panoramica di Singapore che effettua il proprio giro in una quarantina di minuti secondo Mazzoninho e trentasette minuti secondo Wikipedia, si sono presentati tutti quanti. A quel punto non mi restava che fingere di essere io stesso stato invitato da uno sconosciuto, era l’unico modo che avevo per mettere in atto il mio piano.
Ho deciso di eliminare per primi gli individui che si erano macchiati delle responsabilità minori, affinché potessero morire senza prima conoscere la vera tensione, quella che deriva dal sapere che fai parte di un gruppo in cui si nasconde un killer assetato di sangue. È questo il motivo per cui ho iniziato da Sebbiiii, un bambino innocente che frequentava ancora la scuola materna. Probabilmente non aveva nemmeno fatto caso all’importanza delle sue parole, quando ha insultato un grandioso talento indiano come è Karthyyyy, il futuro miglior pilota di tutti i tempi presenti, passati, futuri, imperfetti, congiuntivi, condizionali e imperativi. Questa, però, non era una giustificazione. Ho fatto in modo di convocare tutti nei pressi di un edificio fatiscente che somigliava a un asilo e ho strangolato Sebbiiii senza che nessuno se ne accorgesse. A quel punto, poi, ci siamo trasferiti tutti quanti sulla spiaggia.
Mentre Kovaaaa faceva il FìGhEtTìNòOòOò mostrandosi nel suo stilosissimo perizoma leopardato, dopo avere ricoperto di crema solare ad alta protezione la sua pelle del colore di un panno lavato, sono riuscito a convincerlo a seguirmi e l’ho fatto precipitare in un barile di acqua bollente, eliminando anche lui. Sebbene il suo incidente con Jensiiii lungo le tortuose stradine di Montecarlo fosse stato involontario non potevo tollerarlo. So cosa significa arrivare quindicesimo quando il tuo compagno di squadra lotta per il podio, per questo Jensiiii meritava vendetta.
Nessuno aveva ancora capito, dopo avere rinvenuto i cadaveri, che un killer si nascondeva tra di noi, tutti erano convinti che ci fosse una minaccia esterna e che si potesse eliminare. Non è cambiata molto, la situazione, quando Kobyyyy è stramazzato al suolo a causa del veleno che gli avevo messo nel sushi durante le nostre ricerche. Si continuava a credere a un killer esterno, così come nessuno si accorgeva delle macabre coincidenze che stavano capitando.
Avevo scritto un componimento in versi che richiamava quanto stava accadendo e l’avevo corredato da dieci statuette di piloti della HRT con il casco di Karthyyyy. A ogni delitto toglievo una statuina, con grande sconvolgimento dei miei colleghi, che però sembravano continuare a cadere dalle nuvole. Addirittura quando ho proposto a tutti di uscire e abbiamo trovato la pista degli autoscontri davanti a noi, il solo desiderio di tutti è stato quello di salirvi a bordo e di darsi al Grosjiiii-style. Fortunatamente avevo fatto le cose a dovere e, nel bel mezzo della serata, prima l’autoscontro di Hammiiii e poi quello di Maldiiii si sono magicamente innalzati in volo andandosi a schiantare sulla scogliera che circondava l’isola.
Eravamo in cinque e una consapevolezza iniziava ad accumularsi dentro di noi: non c’era nessun altro sull’isola. Ebbene sì, i miei colleghi superstiti si stavano rendendo conto, finalmente, che c’era un assassino tra di noi e che qualunque azione avrebbe potuto rivelarsi, a posteriori, pericolosa.
Il meglio, comunque, doveva ancora venire. Ho proposto a tutti di preparare un tè, il giorno successivo alla morte dei nostri esimi colleghi, e proprio come sospettavo Icemaaaan ha rifiutato, preferendo scolarsi della vodka come di consueto. L’avevo avvelenata e ci siamo liberati di lui, mentre non è accaduto nulla a chi ha bevuto il tè. Non ero certo così imbranato da farmi scoprire così facilmente!
A quel punto ho iniziato a divertirmi sul serio. Non mi restava che simulare la mia morte e agire nell’ombra. Ho quindi convocato, in serata, tutti sulla spiaggia a ballare, travestiti da ballerine brasiliane del carnevale di Rio. Ad un tratto mi sono allontanato di soppiatto, sono salito sugli scogli, mi sono tolto le piume che tenevo in testa e le ho imbrattate con un barattolo di sugo di pomodoro che avevo nascosto tra l’imbottitura del reggiseno prima di uscire. Ho abbandonato le piume e mi sono tuffato in mare, dopodiché ho percorso a nuoto qualche centinaio di metri.
Dopo avere scoperto della mia presunta morte, Schumiiii, Grosjiiii e Ferniiii hanno preso a sospettare ancora più fortemente l’uno dell’altro. Era proprio quello che desideravo. Non mi restava che aspettare l’indomani per completare l’opera e, mentre dormivano tutti chiusi a chiave nelle loro stanze, sono entrato in casa di soppiatto a vestirmi in maniera più adeguata, dato che indossavo un bikini rosa da ballerina del carnevale di Rio.
È stato incredibile assistere al più grande colpo di fortuna della mia vita, evidentemente doveva essere una ricompensa per tutte le sfighe che ho avuto in pista nel corso della mia esistenza. Quando ho fatto trovare due motorini davanti a casa e Schumiiii ha progettato di salirvi a bordo, Grosjiiii è improvvisamente svenuto e i due superstiti non hanno trovato altro da fare che andare a prendere un secchio d’acqua da rovesciargli in testa per farlo rinvenire.
Avevo lasciato spalancata la porta della sala contenente le statuette di Karthyyyy, che ormai erano solo due, dal momento che avevo già tolto anche quella di Grosjiiii. Ho visto Ferniiii entrare lì dentro, dividendosi da Schumiiii. Era un ulteriore colpo di fortuna. Sono corso da Grosjiiii e gli ho sfondato il cranio, dopodiché mi sono nascosto dietro a un cespuglio per assistere alla scena: Schumiiii era convinto che fosse Ferniiii il colpevole, mentre Ferniiii pensava esattamente l’opposto. Questo li ha messi uno contro l’altro e, viste le minacce di Ferniiii, Schumiiii ha pensato bene di salire su un motorino. Peccato che fosse carico di esplosivo e che dopo pochi secondi sia esploso.
Ferniiii non credeva ai propri occhi, ovviamente: era convinto che il colpevole fosse accidentalmente morto e che non ci fosse alcun pericolo per lui. Non mi restava che passare alla fase più bella dell’intero piano, che avevo progettato con grande intensità emotiva nelle settimane antecedenti. Mi sono infilato in cucina e, nella stessa parete in cui c’era l’ingresso nella stanza, in modo che Ferniiii non lo vedesse subito, ho appeso un poster che lo rappresentava in pista ad Abu Dhabi alle spalle di Petriiii. Ho messo anche l’unica statuetta superstite sul tavolo.
Ferniiii era sconvolto. Si è messo a parlare con la statuetta e poi, quando ha visto cosa stava succedendo non ha potuto fare a meno di girarsi verso il poster. Era agghiacciato come mai l’avevo visto prima e ne ho approfittato per mettergli sul tavolo una lattina di Redbull.
A quel punto gli ho chiesto, testualmente: «Come ci si sente, Ferniiii, nel sapere che la morte è vicina?»
Mi ha guardato con gli occhi strabuzzati, chiedendomi se non avrei dovuto essere io, piuttosto, ad essere morto.
Ho faticato a trattenere le risate: non potevo ridere così come se niente fosse in un momento del genere, mi sarei distratto e sarebbe andato a monte il mio piano.
Ho afferrato una sedia e, quando l’ho visto totalmente bianco per il terrore, ho preso a colpirlo ripetutamente, fino a spaccargli la testa.
Era finita. Mi sono complimentato con me stesso, ad alta voce, dicendomi: «Niente male per un numero due!»
È stato in quel momento che mi è venuto da pensare a Webbiiii. E non solo: mi è venuto in mente anche Jensiiii, così come ho pensato Rosbiiii, Sergiño e a tutti i miei colleghi ancora vivi. E se l’averne eliminati nove non avesse significato niente? Se anche senza di loro non fossi stato in grado di puntare alla vittoria? L’avrei trovato decisamente troppo imbarazzante.
Mi sono deciso: anche la mia vita doveva finire. Sarà proprio così. Non appena avrò affidato questa lettera a un pennuto che possa recapitartela, mio caro Barrinho, tornerò sugli scogli, indossando per l’occasione il bikini da ballerina del carnevale di Rio, mi tufferò e stavolta mi lascerò trascinare dalle acque. Nel farlo mi ripeterò le profetiche parole di Webbiiii: perché dopotutto per essere un numero due me la sono cavata molto bene e si può dire che sono fiero di me stesso.

Adeus Barrinho.
Saluta tua nonna Isaurinha da parte mia e ricordale di scrutare sempre il cielo.

Feliiii.

Nel leggere la lettera gli occhi di Barrinho si riempirono di commozione, proprio come quando aveva vinto il suo primo gran premio e in milioni di altre occasioni.
Feliiii era un perfetto esempio di allievo che batteva il maestro: non solo aveva appreso perfettamente da Barrinho l’arte dello zerbinaggio, ma era anche riuscito a fare qualcosa di eclatante, che era stato ormai consacrato alla storia delle quattro ruote.
Nel frattempo un’isola abbandonata in mezzo all’oceano custodiva troppi cadaveri e troppi segreti.

FINE


6 agosto 2012 - 14 novembre 2012

Da notare: ho finito questa storia nell'anniversario del Gran Premio di Abu Dhabi... e nel capitolo precedente a quello conclusivo avevo parlato di Petrov. O.o

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Milly Sunshine