1) Gran Premio d'Australia (parte 1 - parte 2) - Jenson Button (McLaren)
2) Gran Premio della Malesia (parte 1 - parte 2) - Fernando Alonso (Ferrari)
3) Gran Premio della Cina (parte 1 - parte 2) - Nico Rosberg (Mercedes)
4) Gran Premio del Bahrein - Sebastian Vettel (Redbull)
5) Gran Premio di Spagna (parte 1 - parte 2) - Pastor Maldonado (Williams)
6) Gran Premio di Montecarlo (parte 1 - parte 2) - Mark Webber (Redbull)
7) Gran Premio del Canada - Lewis Hamilton (McLaren)
8) Gran Premio d'Europa - Fernando Alonso (Ferrari)
9) Gran Premio di Gran Bretagna (parte 1 - parte 2)- Mark Webber (Redbull)
10) Gran Premio di Germania - Fernando Alonso (Ferrari)
11) Gran Premio d'Ungheria - Lewis Hamilton (McLaren)
12) Gran Premio del Belgio - Jenson Button (McLaren)
13) Gran Premio d'Italia - Lewis Hamilton (McLaren)
14) Gran Premio di Singapore (parte 1 - parte 2) - Sebastian Vettel (Redbull)
15) Gran Premio del Giappone (parte 1 - parte 2) - Sebastian Vettel (Redbull)
16) Gran Premio della Corea (parte 1 - parte 2) - Sebastian Vettel (Redbull)
17) Gran Premio d'India - Sebastian Vettel (Redbull)
18) Gran Premio di Abu Dhabi (parte 1 - parte 2) - Kimi Raikkonen (Lotus)
19) Gran Premio degli Stati Uniti - Lewis Hamilton (McLaren)
20) Gran Premio del Brasile (parte 1 - parte 2) - Jenson Button (McLaren)
http://sunshine-on-f1.blogspot.it/search/label/Commenti%20ai%20GP?updated-max=2012-10-07T11:00:00%2B02:00&max-results=20&start=43&by-date=false
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
lunedì 31 dicembre 2012
venerdì 28 dicembre 2012
SUNSHINE-ON-F1: Puntata #2
SUNSHINE-ON-F1: HRT,
Caterham e Force India
Puntata #2:
Venerdì 28/12/2012
Cari lettori, bisogna ammettere che non sono capitate
tante cose in quest’ultima settimana nel panorama motoristico, perciò ancora
una volta ho deciso di tornare sulla Accaerretì,
unico tormentone attuale, di cui però sembra che nessuno si stia preoccupando.
Iniziano a girare su Twitter, ma non solo, notizie un po’
meno traumatiche: qualora qualche compratore si facesse avanti, questo team
potrebbe salvarsi ed essere presente sulla griglia di partenza della prossima
stagione (ammettendo l’eventualità, per nulla scontata, di stare dentro al
107%).
So che è difficile, ma la mia espressione è questa:
*____________*
Toglietemi tutto, ma non la HRT!
È vero, qualcuno mi prenderà per pazza, ma fin dal primo
momento ho provato un’innata simpatia per il team spagnolo, non per un motivo
preciso... ma fin dai tempi in cui si sarebbe dovuta chiamare Campos Meta – che
avevo simpaticamente soprannominato Campos Senza Meta – aveva iniziato ad
allettarmi particolarmente, più degli altri “nuovi team” (che all’epoca, lo
ricordo, erano la Virgin/Manor/Marussia o come la volete chiamare e la USf1,
altrimenti detto il team che non ha mai prodotto vetture, oltre che la Lotus “made
in Malesia” nonché Caterham che venne ammessa in F1 soltanto successivamente
rispetto al momento in cui vennero annunciati gli altri tre team).
Insomma, credo che ci sia poco da dire, stavolta, ma
qualora dovesse farsi avanti un compratore, c’è tuttora una minima eventualità
di vedere la HRT nel mondiale 2013.
Io la chiamo così, questa notizia: #EPICWIN!
Intanto c’è la Force India che deve ancora annunciare i
propri piloti, si parla di Paul Di Resta (che sembra ormai sicuro), Adrian
Sutil, Jules Bianchi e non so chi altro, forse addirittura di Vitaly Petrov,
perché ho già letto commenti di chi lo considera il peggior pilota di sempre
per il fatto che è un pilota pagante, come del resto era Perez fino a quest’anno
eppure veniva considerato un grande talento.
Puntualizziamo: non metto Petrov sullo stesso piano di
Perez, riconosco che il messicano è il più grande talento emergente (al secondo
posto ci metterei Hulkenberg), anche se nel finale di stagione è stato tutt’altro
che brillante... Però dai, non si può dire che Petrov sia un pilota scarso. Anche
la storia che ha ottenuto in una stagione intera – nel 2011 – più o meno gli
stessi punti che Heidfeld aveva ottenuto in mezza stagione è una favola per
gente che non vuole vedere la realtà: quando Heidfeld fu rimpiazzato da Bruno
Senna, aveva soltanto due punti in più di Petrov, diciamo che entrambi ne
avevano una trentina e che la Renault aveva intorno ai 65 punti (non ricordo la
quantità esatta). Se non vado errata in totale, con entrambi i piloti, nella
seconda parte di stagione ha conquistato non più di sei o sette punti, ma è
anche vero che nella prima parte di stagione i suoi piloti accedevano alla top
ten con facilità (sia Heidfeld sia Petrov), mentre nella fase conclusiva
lottavano per arrivare in Q2 (sia Petrov sia Senna). Quindi basta con le
cazzate: Petrov non aveva così tanti punti in meno di Heidfeld, quando Heidfeld
venne messo a piedi, ed entrambi furono peraltro autori di un podio. Poi che la
Renault si sia persa per strada è un dato di fatto. Nessuno dice che Rosberg
non vale nulla perché su una Mercedes performante ha vinto un gran premio
mentre su una Mercedes che arrancava non ha preso punti per più di due mesi.
Ah, già, certe cose non si possono dire: la Mercedes non
era inguidabile nella seconda parte di stagione, era una scheggia e avrebbe
potuto puntare alla vittoria, se non fosse stata guidata da un pilota che non
ha mai vinto senza avere una vettura nettamente superiore alla concorrenza (ho
sentito anche questa -.-).
Anche la Caterham deve ancora annunciare il suo secondo
pilota, che sembra non sarà né Petrov né Kovalainen. Il nome più gettonato è
quello di Giedo Van Der Garde, ma si parla anche di Jaime Alguersuari, Bruno
Senna, Sebastien Buemi e qualcun altro che al momento non ricordo.
Però che tristezza... ç_ç Cioè, un campionato 2013 senza
nessun pilota che indossa il casco degli Angry Birds?! O.O Bisognerebbe fare una
petizione affinché il probabile nuovo pilota della Caterham abbia un casco
eclatante.
Va beh, per il momento vi abbandono.
Alla prossima!
E buon 2013.
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venerdì 21 dicembre 2012
SUNSHINE-ON-F1: Puntata #1
SUNSHINE-ON-F1: La
fine di un sogno spagnolo chiamato HRT
Puntata #1:
Venerdì 21/12/2012
Cari lettori, dato che Grosjiiii e Maldiiii non hanno innescato
la fine del mondo, siamo giunti alla prima puntata della nuova rubrica
“Sunshine-on-F1”, che si presume avrà frequenza settimanale. Al momento non mi
è ancora completamente chiara la struttura che le darò, ma è plausibile che,
quando la stagione inizierà, potranno esserci dei cambiamenti nelle date.
Manca ancora parecchio tempo comunque al mese di marzo,
perciò vediamo di non perderci in discorsi poco coerenti. D’altronde non siamo
qui per rasare la barba di Nick Heidfeld grazie all’aiuto dell’Uomo-Gillette,
noto supereroe brasiliano che ha perso il proprio volante in favore di un
finlandese di cui Mazzoni ha parlato in lungo e in largo nel corso degli anni...
Ehm, dunque, vediamo di finirla. U.U
Era mia intenzione dedicare i miei sforzi per la
produzione di questo primo post al potenziale ritorno di Adrian Sutil in
Formula 1, ma spero che Adrian non me ne vorrà qualora dovessi decidere – come
d’altronde ho deciso – di propendere verso un altro argomento. Per sicurezza mi
guarderò bene alle spalle, monitorando la presenza di individui loschi con
bottiglie rotte in mano.
Credo che, almeno per stavolta, ci sia chi merita uno
spazio maggiore, e si tratta stavolta della HRT. Il team in questione,
purtroppo, ha chiuso i battenti.
Tutto iniziò nel lontano 2009. All’epoca c’era Mosley che
voleva mettere il budget fisso per i team, cosa che avrebbe permesso a nuovi
team di entrare in Formula 1.
È mia intenzione sorvolare su tutto ciò che riguarda
quest’uomo controverso, così come mi asterrò dall’esprimere le mie opinioni sul
budget fisso. Però c’è una cosa che è stata sicuramente una cazzata: prima far
entrare team minori che con il tetto di spese massimo avrebbero potuto avere
risultati quantomeno accettabili, poi una volta che erano entrati non mettere
quel budget specifico.
Ricordo ai lettori che i team che si garantirono
l’accesso per il 2010 erano i seguenti:
- Campos Meta, AKA Hispania Racing, AKA HRT;
- Manor GP, AKA Virgin Racing, AKA Marussia;
- USF1, AKA quelli che sono falliti prima ancora di
iniziare il mondiale.
Successivamente si aggiunse un quarto team:
- Malaysia F1 Team, AKA Lotus, AKA Caterham.
Nel 2010, 2011 e 2012 abbiamo avuto modo poche volte di
vedere questi team mettersi in luce, in particolare ci rendevamo conto della
loro presenza specie nella Q1, dove tutti si ritrovavano a precipitare, venendo
messi fuori fin da subito.
C’è da dire che comunque vi sono stati anche alcuni colpi
di scena: Heikki Kovalainen è riuscito più di una volta, nel corso degli anni,
ad accedere alla Q2, mettendosi dietro talvolta nomi celebri in caso di
sfortune degli stessi, ma anche – in qualche caso – riuscendo a competere con
le Toro Rosso o altri team di livello medio-basso, mentre addirittura nel gran
premio di Malesia del 2010, il primo in cui Kovalainen giunse in Q2, anche
Glock con la Virgin, approfittando di una situazione particolare, riuscì ad
accedere alla seconda sessione.
Di fatto Caterham, Marussia e HRT ci sono sembrate unite
in un destino non troppo roseo, dal quale sarebbe stato molto arduo sollevarsi.
In particolare Marussia e HRT si contendevano le ultime
posizioni dello schieramento, mentre la Caterham sembrava messa un po’ meglio.
Anche all’inizio della stagione 2012, eccetto la mancata qualificazione delle
HRT alla gara inaugurale, sembrava che la HRT potesse competere con la
Marussia. Andando verso la fine del campionato, però, questa speranza iniziava
a calare sempre più.
La HRT inoltre era stata messa in vendita, entro la fine
di novembre un compratore avrebbe potuto salvare la sorte di questo team... ma
così non è stato: per la HRT la storia in Formula 1 è finita definitivamente,
senza che nulla possa cambiare le cose.
Ricapitoliamo la storia della HRT, in particolare i suoi
piloti.
2010:
- Bruno Senna, per tutto il 2010, eccetto un gran premio;
- Karun Chandhok, per la prima metà del 2010;
- Sakon Yamamoto, al posto di Senna nel gran premio che
saltò e successivamente al posto di Chandhok;
- Christian Klien, al posto di Yamamoto nella fase
conclusiva della stagione.
Da notare che:
- Senna venne messo a piedi per il GP di Gran Bretagna
perché aveva erroneamente inviato al titolare del team un’email indirizzata a
un altro destinatario, in cui insultava il suddetto titolare del team
(quest’uomo è epico – no, non il titolare del team);
- Yamamoto saltà il GP di Singapore perché messo KO da
un’intossicazione alimentare (visto quanto accaduto a Grosjean nel 2009 e a
Calado – pilota GP2 – nel 2012, oserei dire che anche i cuochi di Singapore
sono epici).
2011:
- Vitantonio Liuzzi, per tutta la stagione, eccetto un
gran premio;
- Narain Karthikeyan, per la prima metà della stagione;
- Daniel Ricciardo, per la seconda metà della stagione.
Karthikeyan tornò a gareggiare in occasione del GP
d’India, e prese per quell’occasione il posto di Liuzzi.
2012:
- Pedro De La Rosa, tutta la stagione;
- Narain Karthikeyan, tutta la stagione.
E ora come faremo
senza la HRT?! O.O
Sì, lo so, a molti di voi può sembrare assurdo, ma sono
dispiaciuta per l’assenza della HRT. Mi rendo conto che non avrebbe mai
ottenuto risultati di grande pregio, ma d’altronde non era fantastico avere la
HRT sulla griglia di partenza? Non era spettacolare sapere ogni volta chi
sarebbe arrivato ultimo? ;-)
Senza contare, poi, che per la HRT hanno gareggiato anche
piloti che apprezzo... Cioè, mettiamo le cose in chiaro: piloti che mi stanno
simpatici, forse è meglio; anche se devo ammettere che alcuni dei piloti della
HRT a mio parere, seppure non essendo dei campioni nati, hanno mostrato in
altre occasioni di potersela comunque cavare e di poter ottenere anche qualche
risultato positivo.
Preferisco sorvolare su chi siano i piloti in questione,
sia quelli per cui provo simpatia sia quelli che credo che non siano il peggio
del peggio – certi miei punti di vista potrebbero essere troppo impopolari per
essere accettati, dato che su un paio di questi piloti c’è l’abitudine
ricorrente di spargere quintali di merda, mentre si pratica regolarmente la
santificazione di certi altri piloti che a mio vedere – per la serie “X è un
pilota veloce, quindi non importa se ha una media di un incidente per gara,
quello che conta è che sia veloce, dopotutto può incidentarsi con chiunque,
finché non avrà un incidente con Alonso lo venereremo come una divinità” –
nonostante questi abbiano dimostrato di non meritarsi di essere considerati
così tanto eccezionali.
Soltanto su uno non me la sento di sorvolare. Si tratta
di Pedro De La Rosa. Il “nonnino” della Formula 1, che a quarant’anni suonati
ha mostrato di essere più veloce di Karthikeyan (casomai ci fosse stato ancora
qualche dubbio XD) aveva già un contratto per la prossima stagione. Con il
fallimento della HRT, significa che:
- Webber sarà il pilota più vecchio presente in pista;
- la carriera in Formula 1 di Pedro è definitivamente
finita.
Credo che, tutto sommato, De La Rosa non sia stato uno
dei peggiori piloti che la Formula 1 abbia mai visto e che, anzi, quando ha
avuto a disposizione vetture accettabili (la Sauber della prima parte del 2010
a mio vedere non lo era) abbia anche mostrato di essere un pilota discreto.
Mi riferisco in particolare al 2006, quando sostituì
Montoya alla McLaren e si mostrò comunque abbastanza competitivo. Arrivò anche
secondo al gran premio d’Ungheria, il che fu indubbiamente un buon risultato –
peraltro il miglior risultato della sua carriera – anche tenendo conto dei
danni che faceva Montoya prima di lui.
Che altro dire? Montoya non mi manca, DLR mi mancherà!
;-)
Ma non solo De La Rosa... detto sinceramente: CHE FORMULA
1 È SENZA KARTHY?! :-P Il sommo non può mancare! È ufficialmente il mio talento
indiano preferito! u.u
#SorryChandy.
Mhm... credo di essermi svelata un po’ troppo.
Ho espresso simpatia e ammirazione nei confronti di nonno
Pedro.
Ho espresso notevole ammirazione per i due “talenti
indiani”.
Ho definito l’uomo-Gillette epico.
Va beh, già che ci siamo posso anche dirvi che, a fine
stagione, mi sono resa conto che:
- Daniel Ricciardo è superiore al compagno di squadra
Vergne;
- non è sicuramente inferiore a Buemi;
- non è nemmeno inferiore ad Alguersuari;
- Ricciardo meritava di gran lunga la conferma per il
2013.
Nonostante questo, però, per il resto mi ritengo neutrale
nei suoi confronti. Ovviamente non significa che ritengo che tutti i piloti che
ho menzionato sopra siano dei fenomeni, chiaramente. Il discorso precedente
riguardava la simpatia, e quei quattro, non posso negarlo, mi stanno simpatici,
a prescindere da quali siano le loro prestazioni. Infatti tra i quattro il mio
preferito in assoluto è il sommo Karthy, ma chiaramente in quanto a prestazioni
non è sicuramente un fenomeno. XD
Sono però perfettamente consapevole che tutti e quattro
siano stati sicuramente più memorabili per la Formula 1 rispetto a quanto non
lo sia stato Anthony Davidson. E ora vi voglio a chiedere “chi? O______O”, cosa
che mi farebbe capire che non sono la sola a pensare che Davidson sia stato uno
dei piloti più anonimi degli ultimi anni.
E ora la puntata è
finita.
VAI COL LANCIO DI
POMODORI! #Pomodori-Time!
...
...
...
...
...
...
Che poi, lancio di pomodori per così poco? Se un giorno,
allora, dovessi osare parlare di San Fernando da Oviedo, cosa potrebbe
accadere? Il pianeta Nibiru mi entrerebbe dalla finestra in volo facendomi
l’occhiolino come Schumacher sulla Mercedes rossa della pubblicità dicendomi
“Redbull ti mette le aliiiiii”? #MoltoProbabile. #OMG.
Va beh, ora direi che è proprio il caso di premere il
pulsante di invio e di far vedere la luce a questo post, e di nascondermi,
ovviamente, perché il lancio di pomodori è imminente! O.o La mia qualità
preferita, comunque sono i Piccadilly, perciò preferirei mi tiraste dietro di
quelli.
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giovedì 20 dicembre 2012
SUNSHINE-ON-F1, Puntata #0
Avverto i miei gentili lettori che, prossimamente, è mio intento realizzare settimanalmente (spero di riuscirci) una rubrica sull'andamento attuale della Formula 1.
Si chiamerà Sunshine-on-F1 e parlerà, in modo spiccatamente leggero e ironico, di ciò che accade in Formula 1 e, naturalmente, ora che la stagione non è più in corso, di ciò che accade fuori dai circuiti.
Si ricorda fin da ora che le puntate di questa rubrica saranno basate sul punto di vista dell'autrice e che, se ciò non vi sta bene, nessuno vi obbliga a leggere.
Si chiamerà Sunshine-on-F1 e parlerà, in modo spiccatamente leggero e ironico, di ciò che accade in Formula 1 e, naturalmente, ora che la stagione non è più in corso, di ciò che accade fuori dai circuiti.
Si ricorda fin da ora che le puntate di questa rubrica saranno basate sul punto di vista dell'autrice e che, se ciò non vi sta bene, nessuno vi obbliga a leggere.
martedì 18 dicembre 2012
21/12/2012: numerologia motoristica sulla fine del mondo
Il 21 dicembre 2012 si avvicina e alle 11.11 ora di
Greenwich, quindi le 12.11 per noi, finirà il tredicesimo ciclo del calendario
Maya. Secondo fonti attendibili, come "Voyager" e
"Mistero", il mondo finirà. Dal momento che Gianfranco Mazzoni non ha
mai detto nulla in proposito, però, esiste la possibilità consistente di poter
vedere l’alba del 22 dicembre.
Ma analizzando i numeri, 21-12-2012, abbiamo forse modo
di capire di quale morte dovremo morire e che cosa fare per scampare alla fine
che si abbatterà sul nostro pianeta, oltre che di capire per quale ragione i
complottisti riescano ad abbinare a qualunque fatto dei significati legati alla
numerologia. Vale sempre la regola che se alzi gli occhi al cielo e vuoi vedere
un ufo a tutti i costi, anche la luna piena ti può sembrare un ufo.
Partiamo dal numero 21 cercando di scoprire che cosa si
nasconde dietro queste due inquietanti cifre.
Innanzi tutto partiamo da un semplice calcolo: 1+2 = 3,
il numero dei titoli vinti da Sebastian Vettel. Ma l’1 e il 2 sono anche,
rispettivamente, il numero di titoli vinti da Raikkonen e da Alonso. Con un po’
di attenzione si può notare che questi tre piloti, nel mondiale 2012, si sono
classificati nelle prime tre posizioni.
Ancora più inquietante è il fatto che il 21 è anche il
numero di gara che aveva Bruno Senna nel 2010 e che stava scritto sul
cappellino blu che ha portato per tutta la stagione, che veniva a suo tempo
tagliuzzato in ogni capitolo delle fanfic su Chandy che scrivevo all’epoca.
In HRT Senna era il compagno di squadra proprio di
Chandhok, i due sono stati compagni di squadra anche precedentemente in GP2 e
che numeri avevano quell’anno? Senna aveva il 2, Chandhok aveva l’1. Si torna a
21.
21 inoltre è anche il numero degli anni di vita che si
stima che una persona normale (qualora ci fosse qualche persona normale che ora
sta leggendo) nello scoprire che il nome "Bruno" in portoghese
brasiliano viene pronunciato "Brunu".
Quindi, se Vettel, Alonso e Raikkonen non dovessero
essere i responsabili della fine del mondo, la responsabilità cadrebbe su Senna
e Chandhok. Da notare infatti come proprio nel 2012 la HRT, team per cui sono
stati compagni di squadra nel 2010, stagione del loro debutto, sia fallita.
Come se non bastasse Bruno Senna è nato a Sao Paulo,
città d’origine della nonna di Barrichello e del Gufo di Interlagos.
Una coincidenza maggiormente inquietante è inoltre che
nel 1995 era Pedro Diniz a portare il numero 21 sulla Forti e che anche Diniz è
originario di Sao Paulo.
Quindi anche Diniz è un concittadino sia del Gufo di
Interlagos, sia della nonna di Barrichello.
A rendere ulteriormente più inquietante Pedro Diniz è che
il suo casco era ispirato a quello di Carlos Pace. A Carlos Pace è dedicato il
circuito di Interlagos, luogo di residenza del Gufo di Interlagos nonché nell’estrema
prossimità della casa della nonna di Barrichello, dove Rubens ha trascorso la
sua prima infanzia nel corso della quale si arrampicava sui muretti del
circuito ["Grande Mazzoni!" CIT. ing. Bruno, GP del Brasile 2011].
Veniamo al numero 12. Anch’esso è costituito da 1+2 = 3 e
per questo valgono tutte le considerazioni precedentemente narrate.
Il 12, però, ha ulteriori implicazioni: è infatti il
numero storico della Lotus negli anni ‘80-’90 e il numero che la Lotus portava
fino al 1994, quando ha chiuso i battenti a fine stagione.
Il fallimento della Lotus, correlato al numero 12, è
indicativo della fine, ma come se non bastasse nel 1995 il numero 12 si trovava
sulla Simtek, che è fallita dopo pochi mesi. Quindi il numero 12 è collegato a
due fallimenti molto vicini l’uno all’altro!
Non solo: il numero 12 è anche il numero che Nicolas
Hulkenberg portava in questa stagione, che si è rivelato nefasto quando Nico si
è ritrovato in testa a un gran premio e, dopo aver sfiorato la vittoria o il
podio, ha chiuso soltanto in quinta posizione. E’ inutile dire che si trattava
del gran premio del Brasile a Interlagos!
Il dodicesimo gran premio stagionale inoltre è stato
quello del Belgio, dove la partenza è stata apocalittica. Questo è un ulteriore
segnale che la fine è vicina. Quindi il prossimo 21 dicembre siate molto cauti
nell’uscire di casa: potreste incontrare Grosjean.
Inoltre se vi ritrovaste a un attraversamento pedonale a
un semaforo fate di nuovo attenzione: qualcuno, magari qualcuno che parla con
un forte accento venezuelano, potrebbe partire col semaforo ancora rosso e
falciarvi.
A proposito: come se non bastasse Grosjean per rendere l’apocalisse
imminente, nella collisione in partenza furono coinvolti anche Maldonado e
Perez, che si toccarono l’uno con l’altro, anche questo dettaglio dovrebbe
farvi accapponare la pelle.
Torniamo sul 1+2 = 3. Notiamo che il 3 era anche il
numero che portava Felipe Massa nel 2009, e si torna sempre a Sao Paulo, città
d’origine non solo di Massa, ma anche del Gufo di Interlagos e della nonna di
Barrichello.
Inoltre nel 2009 il dodicesimo gran premio stagionale fu
quello del Belgio, ultima apparizione in Formula 1 di Luca Badoer, il pilota
che ha fatto più gare senza prendere neanche un punto.
Una nota curiosa è che Badoer aveva debuttato nel 1993
alla Lola, i cui numeri erano 21 e 22. Dal momento che Badoer aveva il numero
22 e che i risultati sono stati condizionati dalla sfiga all’inverosimile,
questo è un indicatore di malaugurio: non vedremo l’alba del 22 dicembre, a
meno che Hamilton e Button non intervengano in nostro aiuto, dato che entrambi
hanno vinto il mondiale con il numero 22 (a Interlagos). Ma sono troppo
impegnati a unfollowarsi su Twitter, specie ora che non sono più compagni di
squadra, per intervenire in nostro aiuto!
12 è inoltre il numero dei team che ci sono stati in
questa stagione, e che a causa del fallimento della HRT si sono ritrovati ad essere
solo 11. Questo riporta alle fantomatiche 11.11 (ora di Greenwich), ma ne
riparleremo più avanti.
Veniamo al 2012. In questa stagione ben otto piloti hanno
ottenuto almeno una vittoria stagionale, e 8 è anche il numero che dovrebbe
portare Hamilton nella prossima stagione. E’ inoltre il numero che ha portato
Rosberg quest’anno in Mercedes, rifiutato da Michael Schumacher perché
sosteneva che i numeri pari gli portano sfortuna, avendo debuttato con il
numero 32 ed essendosi ritirato in quella gara. Fortunatamente dopo ha avuto
solo numeri pari, non come lo sfortunato Taki Inoue, che ha debuttato a sua
volta col 32 (sulla Simtek sponsorizzata dalla Korean Air e di conseguenza
collegata a Psy e a "Gangnam Style"), ma che ha portato solo numeri
pari nel 1995 non potendo mostrare a pieno le proprie potenzialità.
Quindi l’8 in quanto numero pari è numero del malaugurio,
e il Gufo è ritenuto da taluni l’uccello del malaugurio.
Inoltre sommando 3+5 = 8, e 35 è il numero che portava
Perry McCarthy sull’Andrea Moda, quindi collegato a Top Gear, a The Stig quello
originale, ma soprattutto al fatto di non essersi qualificato nemmeno una volta
in tutta la sua carriera. Il suo compagno di squadra Roberto Moreno
(brasiliano... ma sfortunatamente ai fini di questa analisi non di Sao Paulo),
invece, ci riuscì in un’occasione (Montecarlo 1992), ma si ritirò al 12° giro,
che richiama il mese di dicembre e il 2012.
Il 2012 è stato inoltre l’ultimo anno della HRT, e
sommando tutte le cifre si ottiene 2+0+1+2 = 5, nonché numero che portava
Fernando Alonso. Dal momento che Alonso ha perso il mondiale all’ultima gara a
Interlagos, questo è un altro segnale inquietante di una fine imminente.
5 è inoltre il numero massimo di titoli vinti consecutivamente
da Michael Schumacher e costituisce un record. Quando ha vinto quei cinque
titoli il suo compagno di squadra era Rubens Barrichello, conterraneo del Gufo
di Interlagos nonché cresciuto tra i muretti di tale circuito.
Torniamo in Brasile e in particolare a Sao Paulo: nel
2008 al gran premio di Silverstone, Massa fece ben 5 testacoda.
Il 5 è anche strettamente collegato ai numeri di gara di
Taki Inoue:
- alla Simtek portava il numero 32, dove 3+2 = 5;
- alla Footwork portava il numero 10, che è il doppio di
5.
Analizziamo inoltre i numeri 21 e 12 nella loro
scomposizione in fattori, alla ricerca di altre inquietanti coincidenze.
21 = 3x7, si nota come il 3 e il 7 siano i numeri di
titoli mondiali vinti rispettivamente da Sebastian Vettel e Michael Schumacher,
che hanno in comune il fatto di essere gli unici piloti tedeschi ad essere
diventati campioni del mondo nella storia della Formula 1.
12 = 2x6, si nota come il 2 e il 6 siano numeri portati
da Felipe Massa in diversi momenti della sua carriera, e si ricorda che Massa è
nato a Sao Paulo e quindi è concittadino del Gufo di Interlagos.
12 = anche 3x4, e il 3 e il 4 sono i numeri che portavano
Massa e Raikkonen in Ferrari nel 2009 loro ultima stagione da compagni di
squadra, così come quelli che portavano Schumacher e Barrichello nel 2000 prima
stagione da compagni di squadra; e qui c’è da dire che anche Barrichello è di
Sao Paulo.
21/12 = 21+12 = 33, che è il numero di Paul Belmondo
quando era alla Pacific nel 1994. Dato che per tutta la stagione Belmondo è
stato abbonato all’ultima posizione ed è riuscito a qualificarsi soltanto due
volte perché c’erano meno vetture di quelle che avrebbero dovuto esserci, è
evidente come il numero 33 sia un numero di malaugurio. Un segnale inquietante
è al suo primo appuntamento con il numero 33, nel gran premio del Brasile, a
Interlagos quindi patria del Gufo, su due sessioni di qualifiche, Belmondo non
fu nemmeno in grado di far cronometrare un tempo.
2+1 + 1+2 = 6, torniamo al numero che aveva Massa in
questa stagione, quindi torniamo in Brasile, patria del Gufo di Interlagos.
2+1 + 1+2 + 1+2 = 9, il numero di Kimi Raikkonen in
questa stagione, nonché numero che porterà nella prossima stagione.
Inoltre si può notare che 2+1, 1+2, 1+2, presi uno per
uno danno 3, 3, 3, che letto tutto di seguito potrebbe essere 333.
333 è l’esatta metà del numero 666, il cosiddetto numero
della Bestia. In dialetto bolognese si usa indicare i bovini con un termine che
tradotto significa "le bestie", quindi indicando i bovini il numero
della Bestia può indicare la Redbull, che peraltro ha vinto gli ultimi tre
mondiali.
Sì, ma 333 è la metà di 666. Appunto: metà della Redbull,
che implicherebbe che soltanto metà della Redbull è vincente. Infatti tra
Vettel e Webber soltanto Vettel lo è.
2+1 + 1+2 + 2+0+1+2 = 11, che peraltro corrisponde all’orario
delle 11.11 ora di Greenwich in cui il mondo dovrebbe finire.
11 è il numero che portava Paul Di Resta in questa
stagione, e Paul Di Resta essendo nato in Scozia è nato in un luogo in cui il
fuso orario in uso è quello di Greenwich.
Di Resta inoltre è nato il 16 aprile, e quindi festeggia
il compleanno lo stesso giorno di Christian Albers, colui che sperimentò l’arte
di volare nei cieli imolesi dopo un incontro ravvicinato del terzo tipo con
Yuji Ide, uno dei tre giapponesi che hanno guidato per la Super Aguri (e qui
ritorniamo al numero 3).
11 è inoltre il numero storico della Lotus degli anni ‘80-’90,
nonché numero che aveva la Lotus fino al 1994, anno in cui ha chiuso i
battenti.
Nel 1995 il numero 11 lo portava la Simtek, e quindi era
il numero che portava Schiattarella quando a Montecarlo si esibì nei suoi
molteplici testacoda ripetuti, in una performance che tentava di imitare
Ricardo Rosset (che neanche a dirlo è nato a Sao Paulo).
È anche il numero che avrebbe dovuto portare Hideki Noda
se la Simtek non fosse fallita, dal momento che doveva disputare la seconda
parte della stagione al posto di Schiattarella.
Noda non ha più gareggiato da allora ed è rimasto fermo a
un totale di 3 gran premi disputati (con la Larrousse prima che fallisse –
tanto per stare in tema di fallimenti, che preannunciano un imminente fine
della nostra galassia... infatti come si può vivere in un mondo dove non ci
sono la Larrousse e la Simtek?), e con questo si torna alle statistiche sul
numero 3.
Inoltre il fatto che la Simtek fosse sponsorizzata dalla
Korean Air è un legame indiretto con la Corea, luogo in cui nella sua prima
edizione del 2010 (sono state disputate in totale 3 edizioni, e si torna al
numero 3), Massa che arrivò terzo (e si torna al numero 3), inciampò sui
gradini che conducevano al podio.
Nel 1996 il numero 11 ce l’aveva Barrichello alla Jordan,
e quindi torniamo nuovamente in Brasile. Abbiamo anche a che fare, seppure
molto alla lontana e arrampicandoci sugli specchi, con l’India, in quanto alla
Jordan nel 2005 ha debuttato Karthikeyan, dove ha ottenuto il miglior risultato
in carriera a Indianapolis, gara che fu vinta da Schumacher. Quando Schumacher
ha vinto il gran premio di Indy in cui Karthikeyan arrivò quarto, erano passati
circa 11 anni dal suo primo titolo.
Il numero 11 è ugualmente inquietante in quanto in
occasione dell’undicesima vittoria della Benetton, che avvenne a Montecarlo nel
1994, Michael Schumacher ottenne il suo primo grand chelem.
Inoltre l’11 luglio di cinque anni dopo (che si ricollega
al 2+0+1+2 = 5) inoltre si fratturò una gamba in un incidente al gran premio di
Silverstone, sullo stesso circuito in cui Massa fece cinque testacoda diversi
anni più tardi. E anche qui torniamo in Brasile.
Nel 1999, anno dell’incidente in cui Schumacher si ruppe
la gamba, vinse il titolo Hakkinen, che aveva debuttato alla Lotus con il numero
11.
Ma l’orario è 11.11, ovvero 11+11 ovvero 22. Qui ci
colleghiamo a Hamilton e Button che hanno vinto il mondiale, entrambi in Brasile
e battendo piloti brasiliani, con il numero 22. I due sono entrambi inglesi e
nati in un luogo in cui si usa il fuso orario di Greenwich.
E non è tutto. Il Brasile e il numero 11 hanno un ulteriore
inquietante collegamento, indicatore del fatto che l’apocalisse è imminente:
- Massa ha vinto un totale di 11 gran premi;
- Barrichello ha vinto un totale di 11 gran premi;
- 11 e 11, i gran premi vinti da Massa e da Barrichello,
danno il risultato 11.11, orario della fine del mondo.
Ma non è tutto nemmeno questo: dov’è avvenuta l’11^
vittoria di Massa? A Interlagos! Di Barrichello ovviamente non si può dire lo
stesso, dato che a Interlagos è sempre stato affetto da una sfiga cosmica, dato
che finalmente soltanto nel 2004 è riuscito a vedere la luce del podio. Era la
12^ volta che gareggiava su quel circuito, il che si collega al mese di
dicembre e all’anno 2012.
Qual è l’inquietante conclusione di questa approfondita
analisi? Come avrete notato, tutto sembra ruotare intorno al Brasile. Sembra quindi
evidente che per convincersi dell’imminente fine sia necessario avere fumato
quintali di erba brasiliana! Visti i soggetti che sono già stati menzionati è
necessario però unirla a erba indiana, erba messico-venezuelana, litri di vodka
finlandese e birra tedesca. Una volta unito il tutto, si può tranquillamente
ballare la samba suonata dalle cornamuse, omaggio di Di Resta.
A questo punto vi sarete convinti che la fine del mondo è
solo una leggenda metropolitana... ma attenzione! Negli ultimi gran premi
stagionali Massa aveva la tendenza ad andare più veloce di Alonso. E se questo
fosse un VERO segnale di una fine imminente?
Sì, lo so, vi state chiedendo "ma Milù Sunshine è tornata solo per queste cazzate?"
venerdì 7 dicembre 2012
martedì 4 dicembre 2012
#20 Commento al Gran Premio del Brasile (23-24-25 Nov. 2012)
Ebbene, ho deciso di tirare fuori come un coniglio da un
cappello da prestigiatore un nuovo commento che farà rigirare Dante Alighieri
nella tomba. U.U
Nel mezzo del cammino dell’inverno
Mi sentii affranta e desolata:
Il campionato non durò in eterno
Ma decisi che era alla mia portata
Celebrare in versi il suo finale:
parlerò di una fine semi-bagnata.
La gara sembrò ben presto epocale
Fin da quando due alate vetture
In terra d’Interlagos partirono male;
Urlarono a raffica, senza sfumature
I telecronisti Rai a quel punto,
Pronosticarono disgrazie future
Quando il Rasoio fu sopraggiunto,
Per evitar l’ingorgo si toccò le pa...BEEEP!
{censura}
Ma centrò Sebbiii e con disappunto
Vide Perez arrivargli alle spalle
E utilizzarlo come sua ultima meta:
Volarono fuori come farfalle.
L’indiano più veloce del pianeta
Agli specchietti lanciò un’occhiata,
Al posto della scia come una cometa
Vide un avversario alla sua portata.
«Io, il più veloce tra i talenti indiani,
Ho dietro una Redbull, che figata!»
Ma come in tutti i casi strani
Sebbiiii raggiunse l’indiano talentuoso,
Gli sforzi suoi e d’altri furono vani
E il bambino sull’asfalto scivoloso
Ricominciò la sua risalita intensa
Mentre a causa del tempo piovoso
Ma con l’acqua non troppo densa
Le strategie complicò davvero molto,
Hammiiii si disse tra sé e sé “ma pensa,
L’istante giusto ho certamente colto
Per le intermedie: intuito sopraffino!”,
Ma di fatto non diede raccolto:
In pole position era partito Gigino
Con Jensiiii che in gara lo seguiva,
Davanti a Hulk e all’essere divino,
Jensiiii senza cambiare gomme fuggiva
E suscitando una certa emozione
Sempre più da vicino Hulk lo inseguiva.
I due di fatto nel finale di stagione
Intentarono una mossa azzardata
E dimostrarono di avere ragione.
Per gli altri la seconda sosta fu arrivata
Mentre Hulkkk il leader sorpassava,
E tutti guardarono a bocca spalancata
Un’indiana vettura che allora girava
Davanti a tutti i suoi avversari,
Ma poi Rosbiiii una gomma forava...
Sulla pista c’erano detriti vari
E quando essi apparvero alla vista
La safety car cancellò i divari.
Ciò Hulkkk e Jensiiii certo rattrista
E quest’ultimo non si compiace
Di Hammiiii che grazie a una sua svista
Di superarlo ben presto è capace.
Procede la gara a poco a poco
E il finlandese che sempre tace
Vedendo il circuito fin troppo fioco
Mentre vagava con fare incerto
Sentì la vodka trasformarsi in fuoco:
«Oh, che peccato, non è il deserto
E ciò implica tra le altre cose
Che se tra i primi tre fossi di certo
Non dovrei bere dell’acqua di rose!»
La pista a fatica riuscì a ritrovare,
Le speranze d’un risultato già corrose.
«Va beh, almeno non si può negare
Che non sono il solo sottotono,
Webbiiii prima non sapendo che fare
Anziché andare alla velocità del suono
Per due volte un kamikaze giapponese
Ha tamponato con gran frastuono
Facendone lui stesso le spese.»
Per Webbiiii tutto ciò è sconcertante:
Tante volte in cu... BEEP! {censura} lo
prese
Ma in quest’occasione importante
Utilizzando tutto il suo acume
Vuole fare un risultato inquietante.
«Della pioggia calerà il volume»
Disse MeteoFrance con gran ardore,
Tutti s’attesero dell’acqua un fiume
Che ricadesse col suo chiarore,
Hulkkk lo sguardo dietro sé volse
E spalancò gli occhi per il terrore
Hammiiii a lui presto si rivolse:
«Hulkino caro, fatti coraggio,
Ti supererò»; Hulkkk si sconvolse,
Quando lo passò, urlò: «oltraggio!»
E colse subito la cieca sfida
Dandosi a un inseguimento selvaggio
Sembrando un toro in una corrida,
Hammiiii urlò: «Hulkino, vattene via!»
Poi invocò: «Qualcuno lo uccida!»
Rispose Hulkkk: «Che vuoi che sia?
Ho soltanto messo fine alla tua gara
Mentre di pioggia s’alzava una scia!»
Giacché la fine non fosse amara
Tutti sulle intermedie tornarono,
Per chi ritardò, la sorte fu avara
E di varie posizioni arretrarono
Mentre Jensiiii al comando avanzava
D’Hulk col drive through si liberarono
Ferniiii allora terzo si trovava
Ma secondo fu grazie a uno zerbino
E dietro di lui Webbiiii arrivava.
Non bastò quello scatto felino,
Da settimo a sesto Sebbiiii salì
E poi facendogli l’occhiolino
Si accontentò di rimanere lì
Senza che nulla, di fatto cambiasse
Quando la gara poco dopo finì.
Jensiiii vinse, come se non bastasse,
Ferniiii e Feliiii sul podio salirono,
Giunse Webbiiii e come se sognasse
Hulkkk i cui sogni di vittoria finirono,
poi Sebbiii e Schumiiii dietro a venire,
la strada al toro francese aprirono
In nona posizione venne a finire
La Sauber di Kobyyyy il samurai,
Poi Kimiiii e poi... sto per svenire!
Petriiii undicesimo presto notai!
Pic dodicesimo riuscì a tenere:
Caterham sempre, Marussia mai!
A bandiere giallo-rosse può accadere
Di diventar solo gialle così per incanto
Specie se è Mazzoniiii a vedere,
Poi ne uscirono di gialle e verdi intanto
Oh, osservatore, che verdetto vien fuori?
Del risultato sei lieto oppure affranto?
In me
pare che un sospetto affiori:
Hai detto che Redbull ti mette le ali,
Ma se tu proprio non conosci i colori...
Direi che un oculista ti mette gli occhiali!
Il risultato della
gara:
1. Button (McLaren), 2. Alonso (Ferrari), 3. Massa
(Ferrari)
4. Webber (Redbull), 5. Hulkenberg (Force India), 6.
Vettel (Redbull), 7. Schumacher (Mercedes), 8. Vergne (Toro Rosso), 9.
Kobayashi (Sauber); +1giro: 10. Raikkonen (Lotus), 11. Petrov (Caterham), 12.
Pic (Marussia), 13. Ricciardo (Toro Rosso), 14. Kovalainen (Caterham), 15. Rosberg
(Mercedes), 16. Glock (Marussia); +2giri 17. De La Rosa, 18. Karthikeyan, +3giri:
Di Resta (Force India) OUT
RIT. Hamilton (McLaren), Grosjean (Lotus), Maldonado
(Williams), Senna (Williams), Perez (Sauber)
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