Appena saliti al primo piano, dove si trovava la mostra, ci si ritrovava di fronte due Minardi dalle livree giallo/ nere, immortalate in questo scatto:
A dividere c'era una Racing Bulls (la foto la metto più in basso, quando tornerò a parlarme) e colpiva moltissimo la differenza delle dimensioni. Le monoposto contemporanee sono enormi, con un progressivo incremento di dimensioni.
Non era quello che pensavo, ma quello che pensavo era l'altra monoposto presente. Ladies and gentlemen, ero al cospetto di "Julie", la Toro Rosso di Sebastian Vettel:
Solo in un secondo momento mi sono resa conto che si trattava dell'esatto anniversario della pole al GP d'Italia e che, di conseguenza, oggi che condivido le foto è l'anniversario della gara. È stato molto emozionante, perché va bene, non nego che le Minardi di Pierluigi Martini siano uno spettacolo piuttosto interessante, ma vedere la macchina del pilota che ha dato alla scuderia faentina la sua prima vittoria andava oltre ogni mia immaginazione.
A proposito di vittorie, la Racing Bulls esposta è stata scambiata da uno dei presenti per quella della vittoria a Monza di Pierre Gasly. Questo ha menzionato il fatto con l'altro visitatore che era con lui e ha fatto un mash-up colossale tra le edizioni del 2020 e del 2021, sostenendo che la vittoria sia arrivata dopo un incidente tra Hamilton e Verstappen.
In realtà la vittoria di Gasly è maturata a seguito di una penalità di Hamilton nelle prime fasi della gara del 2020, scontata al restart dopo una bandiera rossa, che ha reso Pierre leader per tutta la durata della gara davanti alla McLaren di Carlos Sainz. L'incidente tra Lewis e Max risale al 2021 e ha condotto a una doppietta McLaren per mano di Daniel Ricciardo e Lando Norris.
Non è la prima volta che sento confusione tra quelle due edizioni: in passato ho letto un articolo, su un sito di Formula 1 che ha anche un buon seguito, scritto da un detrattore di Sainz che lo criticava per essere stato battuto da Norris in una fantomatica doppietta McLaren avvenuta a Monza nel 2020. Avevo peraltro segnalato l'inaccuratezza della cosa su Twitter al sito interessato (e il fatto che, per assurdo, stessero attribuendo una vittoria a Norris, che ai tempi non aveva ancora vinto un gran premio), senza essere presa in considerazione e senza che l'articolo - di cui ho perso traccia - fosse corretto.
Probabilmente hanno pensato che, per fare una simile affermazione, fossi una sainzina indignata e magari, visto l'andazzo contemporaneo, potrebbero avere ritenuto che raccontare un fatto mai accaduto nella realtà fosse la cosa giusta da fare, se permetteva di portare avanti la loro narrativa. A chi si stesse chiedendo perché non ho mai desiderato scrivere di Formula 1 per lavoro, oltre che in parte perché il mio lavoro è un altro, la ragione più importante è questa: se parlo di un fatto accaduto allora deve essere accaduto davvero, se è un rumour, un'ipotesi o un mio parere ritengo corretto precisare che si tratta di un rumour, un'ipotesi o un parere, se scrivo qualcosa di fittizio allora specifico che si tratta di un alternate universe o di una fan fiction. Per molti sembra non funzionare così e questo non mi apparterrà mai.
Curiosamente ho "visitato" la Minardi nel 2005 e la Toro Rosso nel 2019, la Alpha Tauri nel 2023 e la Racing Bulls quest'anno... Giustamente tutte al medesimo indirizzo ma curiosamente tutte all'ultimo anno di esistenza... Perciò sono un gufo tremendo evidentemente... Vediamo se l'anno prossimo la Racing Bulls esisterà ancora.... Eh eh , detto ciò, da quando ho incrociato il tuo blog, rinnovo i miei complimenti per la tua altissima preparazione storica e tecnica e capisco la tua voglia di correggere altri siti con informazioni errate e mi verrebbe da dire in questo caso che hai citato che hai dato "perle ai porci" , sempre con ironia 😀
RispondiEliminaSe la Racing Bulls esisterà con un altro nome? XD Wait and see!
EliminaPer il resto, posso capire le imprecisioni, qualcosa può scappare, però il non prendere nemmeno nota degli errori e non correggerli sinceramente non mi piace.
Non costa così tanto ammettere di avere scritto una cazzata.