lunedì 18 agosto 2025

GP Ungheria 2002: Barrichello vince davanti agli Schumi Bros

18 Agosto 2002: all'Hungaroring ci sono venti vetture allineate sulla griglia di partenza, il che potrebbe sembrare normale a noi rewatcher degli anni 2020, ma non lo era ai tempi. O meglio, non o era stato fino a quel momento, ma in Ungheria 2002 lo sta diventando, si tratta infatti del primo evento senza la Arrows, il che porterà per lunghi anni ad avere una Formula 1 con dieci squadre in griglia.

La prima fila della suddetta griglia è tutta rossa, con Rubens Barrichello in pole position davanti a Michael Schumacher, il quale si è già aggiudicato il titolo con largo anticipo due gran premi prima. Seguono le Williams, ma Ralf Schumacher rimane terzo, mentre Juan Pablo Montoya perde posizioni alla partenza ritrovandosi dietro alla Jordan di Giancarlo Fisichella, alla Sauber di Felipe Massa - aaaawwww! - e alla Renault di Jenson Button. Dietro di lui, le McLaren di Kimi Raikkonen e David Coulthard sono 8/10, con in mezzo la Renault di Jarno Trulli.
Le posizioni di testa rimangono a lungo invariate, è JPM a scombinare le carte in tavola, quando danneggia la vettura in un fuori pista ed è costretto ad anticipare la sosta ai box, cosa che lo farà precipitare nelle posizioni retrostanti. Nel secondo stint troviamo Button che si ritira per incidente, mentre le due McLaren sono entrambe davanti a Trulli. Nel terzo stint, le McLaren risalgono 4/5 (sono invariate le posizioni di Barrichello e dei fratelli Schumacher, 1/2/3), ritrovandosi anche davanti a Fisichella, che porta a casa l'ultimo punto disponibile (sesto posto, siamo nel 2002) e a Massa, che precede Trulli, la Sauber di Nick Heidfeld e la Jordan di Takuma Sato a completare i primi dieci.

Montoya si classifica soltanto undicesimo, precedendo la B.A.R. di Olivier Panis. A proposito di B.A.R., lascio alla vostra immaginazione il destino subito da Jacques Villeneuve. Non si segnalano tuttavia delle fumate, però c'è la gloria data dall'essere il primo ritirato della giornata, dopo avere percorso all'incirca un quarto di gara.
Un destino simile capita anche a Eddie Irvine sulla Jaguar, soltanto pochi giri più tardi, mentre sull'altra Jaguar, Pedro De La Rosa conclude la gara quattordicesimo al traguardo, ma risale tredicesimo a causa di una penalità altrui. Seguono le due Toyota, con Allan McNish e Mika Salo. Il nostro finlandese preferito sembra essersi conquistato venticinque secondi di penalità post-gara (l'equivalente di un drive through) per unsafe release. La sua penalità non impatta sulla posizione di Mark Webber: il pilota della Minardi sedicesimo era e sedicesimo rimane, mentre il suo compagno di squadra si ritira a causa di un testacoda.
So che siete dei malpensanti e la vostra mente va a Yoong, ma Alexone nostro è stato messo a piedi proprio alla vigilia di questa gara... chissà, magari potrebbe essere più veloce che in macchina! A rimpiazzarlo, Anthony Davidson, che nonostante il mesto finale è stato tranquillamente dentro al 107% in qualifica.

Veniamo agli Schumachello, perché vorrei complimentarmi con Rubinho per la lucidità che ha avuto in questa gara. C'è stato sicuramente un congelamento di posizioni in stile "bro, ormai hai vinto il titolo, quindi calma i tuoi bollenti spiriti", perché altrimenti non si spiegherebbe come mai Michael gli sia stato buono buono negli scarichi fino alla fine della gara senza mai tentare un attacco nonostante fossero a distanza ravvicinata. Però, se dietro di voi ci fosse uno squalo affamato a cui è stato detto di non divorarvi, voi stareste tranquilli? Io non tanto!




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Milly Sunshine