lunedì 28 luglio 2025

GP Germania 2002: un podio DoubleSchumontoya... e un curioso ordine di scuderia in Sauber!

28 luglio 2002 // è il giorno del GP di Germania e che cosa c'è di meglio di avere il pilota di casa in pole position? Avere i due piloti di casa entrambi in prima fila: Michael e Ralf Schumacher sono 1/2, dietro di loro Barrichello e Montoya. Rubens scatta bene e si accoda terzo, Juan Pablo scivola dietro alla McLaren di Raikkonen. Una Arrows rimane sulla griglia: è fermo Frentzen. Considerando che H.H. è a sua volta pilota di casa, la cosa va a controbilanciare la presenza dei fratelli Schumacher 1/2. Nel frattempo in casa Williams, JPM supera Kimi nel corso del primo stint riportandosi quarto. Le due McLaren si ritrovano dopo breve tempo 5/6 quando David Coulthard risale al sesto posto.
Il gap tra i fratelli Schumacher diminuisce, ma anche Rubens nel frattempo si avvicina a Ralf. Con il primo pitstop, tuttavia, le cose non cambiano tra di loro e allo stesso modo non cambia il resto della top-6.
Frentzen nel frattempo è stato inquadrato ritirarsi(?) ai box... quindi per una parte del primo stint è stato in gara. Si può comunque ripetere di nuovo la formula magica: è fermo Frentzen.

Passiamo alle cose serie: una vettura con motore giapponese si è ritirata in una nuvola di fumo. Non è una B.A.R. Honda, molto sorprendentemente, ma la Toyota di Allan McNish. Il leader della gara non finisce fuori pista quindi a nessuno importa un fico secco di McNish. In compenso una B.A.R. la si vede ritirata ai box, è quella di Jacques Villeneuve.
Nel frattempo capita un po' di *drama* in casa Sauber, ma lo terrei in sospeso fino alla fine perché è top quality non nel 2002, ma lo diventerà in un successivo momento. Torniamo alla B.A.R. perché Olivahhhh Panis risale sesto quando Raikkonen fora ed è costretto a farsi un breve tratto su tre ruote prima di raggiungere la pitlane (nel momento stesso in cui Jarno Trulli va a sbattere, ritirandosi - è la seconda Renault a uscire di scena dato che Jenson Button ha rotto il motore).
Con la notizia del caro Olivier in zona punti immagino vi sentirete molto sollevati. Io lo sono, ma non tanto, perché sto scrivendo questa cronaca passo passo e non ricordo se sia arrivato al traguardo, quindi temo una sfumazzata di motore da un momento all'altro...
...
...
...e difatti, giusto il tempo di scriverlo ed ecco che lo troviamo ritirato a causa di un guasto.

Nella seconda sosta qualcosa va storto per Barrichello, rimane fermo oltre venti secondi e perde la terza piazza a vantaggio di Montoya. Mi dispiace per Rubinho, ma aaaawwww stiamo per avere un podio Double Schumontoya. *-*
Enrique Bernoldi, frattanto, si ritira con un fumo bianco che esce dalla Arrows e si riversa verso la McLaren che sopraggiunge. Ho pensato che potesse essere Coulthard e che Bernoldi fosse doppiato, ma in realtà, doppiato o meno, era penultimo(?) davanti a Raikkonen, quindi è probabile che fosse Kimi e non Davidone.
Kimi sbatte, lo vediamo ritirarsi, in una gara con elevato attrition rate. Coulthard giunge quinto, primo dei doppiati. Causa terza sosta di Ralf, il podio è così cambiato: MSC/ JPM/ RSC, mentre Barrichello arriva quarto.
Siamo nel 2002 quindi solo in sei prendono punti. L'ultimo dei pochi eletti è Nick Heidfeld. Ricordate, vero, che vi avevo anticipato qualcosa di frizzante in casa Sauber?


A metà gara, in casa Sauber c'è stato un ordine di scuderia.
Hanno chiesto al compagno di squadra di Heidfeld di farlo passare in quanto più veloce di lui.
Il compagno di squadra in questione è Felipe Massa.
Il gran premio in questione è quello di Germania a Hockenheim.
Can you confirm you understood this is poetic cinema?


domenica 27 luglio 2025

Formula 1 2025: #13 Commento al Gran Premio del Belgio

27.07.2025 // sul finire del mese di luglio, ma non ancora in epoca di pausa estiva, è tornato il mondiale di Formula 1 con il tredicesimo evento della stagione disputato a Spa Francorchamps, corredato di sprint e di previsioni del tempo che davano pioggia.
Oscar Piastri, Max Verstappen, Lando Norris, Charles Leclerc, Esteban Ocon, Carlos Sainz, Oliver Bearman, Pierre Gasly, Isack Hadjar, Gabriel Bortoleto, Liam Lawson, Yuki Tsunoda, George Russell, Fernando Alonso, Lance Stroll, Alexander Albon, Nico Hulkenberg, Lewis Hamilton, Franco Colapinto e Kimi Antonelli, questo è stato il responso della shootout qualifying, trasmessa dalla TV dei povery in diretta, incurante del fatto che alle 16.30 di venerdì noi povery stiamo ancora lavorando.
Dopo avere declamato il giorno precedente che non voleva diventare il nuovo Vettel, Hamilton ha rifiutato l'aiuto di una rana comparsa all'improvviso. Ha messo le zampe sul volante, chiedendogli: "Ne sei proprio sicuro? Guarda che, quando guidavo io, Sebastian ha ottenuto ben tredici vittorie con la Rossa."
Lewis ha scacciato la rana ed è finito in una sbinnata. Ma who kers, vedere un sette volte campione del mondo è grave tanto quanto che a fare lo stesso errore sia un ragazzino a cui non è ancora spuntata la barba, quindi preoccupatevi di quel brokkohhhh di Antonelli e urlate al kompl8!!!11!!11!!
Visto che l'analfabetismo funzionale è dilagante, vorrei specificare che non ho nulla contro Hamilton. Però non posso negare che, in generale, non stia affatto raggiungendo le mie aspettative prestagionali. Dopo avere vinto sette mondiali ed essere stato acclamato come il salvatorehhhh della patriahhhh, se sei quasi sempre dietro a Leclerc (che NON considero minimamente "il migliore al pari di Verstappen") forse qualcosa non sta funzionando e invece di andare a dire che, diversamente da "Raikkonen, Alonso e Vettel" tu vincerai il mondiale in Ferrari, magari faresti più bella figura a ridimensionare le tue aspettative. E a rinfrescarti la memoria, perché va bene che l'età avanza, ma dovresti ricordarti che un mondiale Kimi l'ha vinto. Per dire, io di anni ne ho trentasette che non sono tanti di meno quaranta, ma nonostante l'età mi ricordo ancora di quel campionato pur non essendo io ad averlo perso per un punto...

In giorno di sprint, la TV dei povery trasmette in diretta sia le qualifiche del sabato. Alle 12.00 mi sono quindi piazzata davanti a TV8 per vedere la scalata delle Alpine. Però Colapinto partiva dalla pitlane, ed era già un passo avanti rispetto a Gasly, che avrebbe chiuso la mattinata con un DNS se la squadra non avesse deciso in seguito di fargli fare qualche giro a random come test per poi farlo rientrare.
Ho visto quindi Verstappen e Leclerc procacciarsi entrambi una posizione nei confronti delle papaye... che poi, papaya anche basta, i soprannomi cool vanno bene finché si trolleggia, ma continuare a oltranza quando sei in testa al mondiale magari è un po' esagerato.
Norris è riuscito in seguito a riprendere la posizione su Leclerc, Piastri non ha fatto lo stesso con Verstappen. Ci siamo ritrovati quindi Verstappen, Piastri e Norris in un trenino di DRS con il mondo intero sorpreso dal fatto che nessuno fosse nelle condizioni di tentare un sorpasso. Ci siamo ormai dimenticati di quando Sainz a questa maniera ci vinse un gran premio? Ma del resto Sainz è lo stesso che a inizio anno ha ricevuto gli elogi della squadra perché, dopo essersi insabbiato sotto la pioggia, ha osservato: "se anziché improvvisare e andare a sensazione, io andassi fuori dal box a vedere se sta piovendo, magari potrei ricavarne dettagli utili per la gara di Albon." Il fatto che venga descritto come un genio per essere arrivato all'ovvio è un indizio al sostegno del fatto che ci siano pochissimi individui vagamente senzienti che si muovono in un mondo di rimbambiti.
In gara non è successo granché, quindi il Vanz ha potuto fare una telecronaca in linea con i suoi standard: "La Source, la sorgente. Eau Rouge. Raidillon. Kemmel. La Source, la sorgente. Eau Rouge. La Source. Eau Rouge. La Source. Le nuove sospensioni della Ferrari. La Source. L'uomo contro la macchina. La Source. L'uomo contro la macchina. Vincehhhh lahhhh sprint. Norris non esulta."
LN: "Questo è quando otterrò la pole dopo le qualifiche pomeridiane."
L'Autrice(C): "Sì, ma volevo mettere un colpo di scena a random, dato che il sorpasso di Hamilton su Albon tecnicamente non dovrebbe essere tale."

Risultato sprint: Verstappen, Piastri, Norris, Leclerc, Ocon, Sainz, Bearman e Hadjar hanno completato la zona punti. Seguivano Bortoleto, Lawson, Tsunoda, Russell, Stroll, Alonso, Hamilton, Albon, Antonelli, Hulkenberg e Colapinto.

Le qualifiche hanno visto Antonelli uscire in Q1 per il secondo giorno di fila, mentre Hamilton è passato in Q2 in extremis, almeno finché i track limits non gli hanno fatto una pernacchia e il suo tempo valevole il passaggio alla manche successiva non è stato cancellato. Questa è stata la griglia: Norris, Piastri, Leclerc, Verstappen, Albon, Russell, Tsunoda, Hadjar, Lawson, Bortoleto, Ocon, Bearman, Gasly, Hulkenberg, Sainz, Hamilton, Antonelli, Colapinto, Stroll.
O almeno, doveva essere la griglia, dato che poi Sainz, Hamilton, Antonelli e Alonso sono partiti dalla pitlane alle 15.00 della domenica, o meglio, avrebbero dovuto partire dalla pitlane, perché dopo un formation lap dietro la safety car si è deciso che c'era troppo bagnato per partire, considerato che le gomme full wet non si possono usare perché sollevano troppa acqua.
La partenza è stata rimandata alle 16.20, un'ora e venti nella real life, solo mezz'ora sulla TV dei povery, dove una parte dell'attesa è stata tagliata. Le vetture sono uscite dalla pitlane dietro la safety car dietro alla quale hanno proseguito per quattro giri per poi fare una partenza lanciata. I piloti che in linea teorica dovevano partire dai box sono partiti quindi dietro tutti gli altri.


Non appena la safety car si è levata di mezzo, Piastri si è attaccato al posteriore di Norris andando a prendersi a breve la prima piazza. Dai distacchi, pare ci sia stato un duello tra Sainz e Stroll, con questo brevemente superato da vari dei piloti che lo seguivano.
GR: "Questi sono duelli da povery, adesso arrivo io che supero Albon insieme a tutte le mie -L."
Mentre il Vanz urlava per i sorpassi di Hamilton, prima su Sainz poi Colapinto poi altri fino a risalire tredicesimo, i Leclestappen hanno deciso di catalizzare l'attenzione mettendosi a duellare, dando la possibilità al Vanz di urlare un "EAU ROUGE" in occasione di un momento molto ravvicinato.
Al 12° giro Hamilton è stato il primo a rientrare ai box seguito a ruota da tutto il resto della griglia. Tutti hanno messo le medium tranne Norris che, rientrando un giro dopo, ha messo le hard. Il gap tra i due piloti McLaren è nel frattempo incrementato, mentre i primi dieci erano Piastri, Norris, Leclerc, Verstappen, Russell, Albon, Hamilton, Lawson, Hulkenberg e Bortoleto che poi ha beneficiato di un driver swap. In sintesi, Tsunoda era uscito dalla zona punti ed era dodicesimo dietro a Gasly.
In sintesi, sembrava che tutti volessero andare fino al 44° indipendentemente dal tipo di mescola, ma intorno a metà gara nelle retrovie c'era chi si lamentava del degrado gomme, con alcuni piloti che in un secondo momento hanno iniziato a fermarsi, tra cui il solo Hulkenberg di quelli in top-ten.
Intanto in cabina di commento si discuteva di chi fosse la maggiore sorpresa della gara. Io propongo questa come miglior sorpresa dell'intero fine settimana: non ho visto nessun post in stile "Spa for her vs Spa for him".
LN: "Va bene, facciamo che mi avvicino a Piastri perché così questo argomento di conversazione finisce."
MV: "E io mi avvicino a Leclerc così i vanzené potranno essere ancora più convinti mentre urlano al mirakolohhhh quando finirà la gara sul podio."
In ultima sintesi, mentre in cabina di commento si facevano illazioni su quanti secondi avrebbe guadagnato Norris su Piastri se non si fosse fermato a starnutire o a grattarsi il fondoschiena, si faceva di tutto tranne che tentare di capire se ci fosse un'effettiva differenza di passo e una concreta possibilità che i due, lì e in quel momento, anziché in un universo alternativo, si ritrovassero vicini alla fine.
Non è accaduto. Nel finale, ormai palese l'impossibilità di fare di più che un secondo posto, Norris ha amministrato il vantaggio su chi lo seguiva. Il Vanz, finalmente, ha potuto giungere alle sue conclusioni: "Piastri vincerà, ma non esulterà".
Leclerc ha conservato la posizione su Verstappen, mentre l'ascesa mirakolosahhhh di Hamilton si è interrotta passando tutto il secondo stint dietro ad Albon. Però poteva andargli peggio, tipo essere Tsunoda e farsi superare da una Haas prima che la gara fosse finita. E anche da Hulkenberg, pare, leggendo il risultato.

RISULTATO: 1. Piastri/ McLaren, 2. Norris/ McLaren, 3. Leclerc/ Ferrari, 4. Verstappen/ Redbull, 5. Russell/ Mercedes, 6. Albon/ Williams, 7. Hamilton/ Ferrari, 8. Lawson/ Racing Bulls, 9. Bortoleto/ Kick Sauber, 10. Gasly/ Alpine, 11. Bearman/ Haas, 12. Hulkenberg/ Kick Sauber, 13. Tsunoda/ Redbull, 14. Stroll/ Aston Martin, 15. Ocon/ Haas, 16. Antonelli/ Mercedes, 17. Alonso/ Aston Martin, 18. Sainz/ Williams, 19. Colapinto/ Alpine, 20. Hadjar/ Racing Bulls.


mercoledì 23 luglio 2025

GP Belgio 2005: l'ultimo punto della Jordan dopo il clamoroso incidente tra Montoya e il doppiato Pizzonia

Fino a pochi anni fa il GP del Belgio si svolgeva a fine agosto al ritorno dalla pausa estiva, anziché a fine luglio come al giorno d'oggi. È esistito, tuttavia, anche un periodo in cui il Belgio chiudeva i gran premi europei, come per esempio nel 2005, quando si è svolto l'11 settembre, una settimana più tardi rispetto al GP d'Italia.
In una giornata piovosa, con varie bandiere olandesi sulle tribune, probabilmente tifosi dei due piloti della Minardi, Christijan Albers e Robert Doornbos, le due McLaren di Juan Pablo Montoya e Kimi Raikkonen scattavano dalla prima fila. Il terzo tempo era per la Renault di Giancarlo Fisichella, retrocesso di dieci posizioni per la sostituzione del motore, quindi in seconda fila sono partiti Jarno Trulli con la Toyota e Fernando Alonso con la Renault.
A dire il vero, aveva smesso di piovere, ma era in vigore lo status di gara bagnata quindi 1) tutti scattavano con gomme rain, 2) decadeva il divieto di cambi gomme.

I primi quattro sono rimasti invariati al via, al quinto posto si è installata la Ferrari di Michael Schumacher, poi a seguire le due B.A.R. di Takuma Sato e Jenson Button, con questo che ha tuttavia subito un sorpasso da parte di Ralf Schumacher su Toyota dopo qualche giro.
Anche Fisichella ha superato Button, ma a un quarto di gara, quando qualcuno stava già rientrando per rifornire, il pilota romano è andato a sbattere violentemente contro le barriere all'Eau Rouge, con conseguente ingresso della safety car. Chi non era rientrato ai box prima, è rientrato adesso - tutti o quasi. Michael Schumacher e Sato sono anche passati alle gomme da asciutto, salvo poi accorgersi che non era il caso e tornare ai box per mettere le gomme da bagnato.
Poi, poco dopo il restart, Sato ha tamponato Schumacher mettendo fine alla gara di entrambi. Sceso dalla macchina, Michael si è avvicinato a Takuma e ha iniziato a gesticolare, indispettito per la manovra azzardata.



JPM era ancora leader, seguito dalla Sauber di Jacques Villeneuve che non si era fermato ai box, ma in breve sopravanzato da Ralf Schumacher (che di era fermato ai box prima della safety car) e Raikkonen - si sarebbe fermato in un secondo momento.
Mentre la gara proseguiva tranquilla, contornata dal ritiro della Redbull di David Coulthard per problemi al motore, RSC si è lanciato all'inseguimento dell'ex team mate Montoya, salvo poi uscire dalla lotta per le posizioni di rilievo quando ha provato a montare le gomme da asciutto ed è stato costretto a un ulteriore pitstop per tornare sulle rain.
A tre quarti di gara o giù di lì, intanto, i McLaren Bros erano molto vicini. Montoya si è fermato ai box per l'ultima sosta prima di Raikkonen, che l'ha superato di overcut portandosi in testa con qualche secondo di vantaggio. Mentre Trulli era precipitato indietro dopo il primo stint, poi uscito per incidente, Alonso era terzo a debita distanza, prima del plot twist!



Abbiamo visto Montoya ritirato a quattro giri dalla fine, per poi scoprire che era stato speronato dalla Williams di Antonio Pizzonia, doppiato. Il doppio ritiro ha fatto sì che Alonso risalisse secondo (conservando 25 punti di vantaggio in classifica), che Button portasse a casa il gradino più basso del podio e soprattutto che capitasse un altro evento piuttosto epocale.
In quarta piazza stazionava la Williams di Mark Webber, quinta la Ferrari di Rubens Barrichello, dopodiche Jacques Villeneuve sesto e Ralf Schumacher settimo... in ottava piazza è risalito nientemeno che Tiago Monteiro - curiosamente protagonista di un contatto con Montoya da doppiato due gran premi prima in Turchia - sulla Jordan!
Per la squadra sponsorizzata "Be on edge" per camuffate un noto sponsor di tabacco è stato l'unico punto conquistato al di fuori di Indianapolis nel 2005. Dietro alla Redbull di Christian Klien e alla Sauber di Felipe Massa autore di un azzardato passaggio alle slick come quelli in precedenza menzionati, undicesima l'altra Jordan di Narain Karthikeyan, poi a seguire le Minardi di Albers e Doornbos.


martedì 22 luglio 2025

La karrierahhhh di Vettel è finita a Hockenheim nel 2018!!!11!!!11!! mi ha detto un capiscer che non ha imparato a imparare

Una delle cose che trovo disdicevoli del modo di fare informazione a proposito di Formula 1 è che ci sia una linea di pensiero imposta che deve essere assolutamente rispettata, altrimenti gli ultrà ti attaccano come se fossimo ai tempi di Answers Yahoo. Altrimenti quelli che ritieni utenti seri e con cui pensi di avere un rapporto di amicizia magari ti ghostano, perché li hai triggerati. Se dici certe cose sei considerato un eretico da censurare.
Non sto parlando di affermazioni fuori luogo, ma anche di semplici opinioni quali: "Sebastian Vettel faceva cappellate anche prima del GP di Germania 2018, così come dopo ha fatto buone gare, non è cambiato niente in lui, è cambiato semplicemente il modo in cui è stato descritto su reti televisive e giornali". Era esattamente sette anni fa, il 22 luglio, e penso che sappiate tutti a quale episodio io mi stia riferendo. Se non lo sapete, vi invito caldamente a imparare a imparare, giusto per citare un altro fatto accaduto il 22 luglio, ma del 2007.
Ovviamente ciò che ho appena scritto tra virgolette, se fosse il mio pensiero, sarebbe considerato inaccettabile, un po' come se affermassi che Felipe Massa ha fatto cappellate micidiali anche prima della molla in testa, così come dopo ha fatto occasionali performance da urlo, quale per esempio una pole position con la Williams.

Guess what? Penso davvero quello che ho scritto. Lo penso sia di Vettel, sia di Massa, anche se devo ammettere che utilizzare un infortunio grave come discriminante che mette fine al periodo di massimo splendore di un pilota mi sembra un'argomentazione quantomeno sensata, oltre che supportata dalle classifiche. La mia opinione è che siano intervenuti anche molti altri fattori nel suo declino, il quale peraltro non è perdurato fino alla fine della sua carriera, vista l'inversione di tendenza al momento del suo arrivo alla Williams (con la quale, addirittura, nel GP dell'Azerbaijan 2007, prima di ritirarsi per un problema tecnico, si trovava davanti a tutti i piloti che hanno terminato la gara sul podio).
La differenza tra il caso Massa e il caso Vettel è che nel primo caso ci sono stati un infortunio grave e un lungo stop, circostanze che hanno comunque degli effetti, anche se non sempre vita naturale durante. Per Vettel non è accaduto nulla di tutto ciò: è andato a sbattere mentre era in testa a un gran premio, ha urlato dei "fuck", la settimana dopo c'era un altro gran premio e ha continuato a ottenere un numero di podi e vittorie ragionevole in proporzione alla vettura che guidava. Sullo stesso circuito, l'anno seguente, ha anche fatto un podio partendo dall'ultima posizione dopo un problema tecnico durante le qualifiche, una delle sue più grandi rimonte (forse la più grande in assoluto, se si considera che l'altra volta in cui era risalito dall'ultima posizione al podio era su una vettura molto più dominante).
Il problema, a mio avviso, è tutto di narrazione. Stiamo parlando dello stesso pilota che, in precedenza, aveva fatto a sportellate con Max Verstappen ogni tre per due, oppure che aveva tirato la famosa ruotata di Baku a Lewis Hamilton. Il punto è che, prima del GP di Germania 2018, qualunque azione dubbia compiuta da "Crazy Frog" aveva trovato ampia giustificazione almeno nell'universo Ferrari-centrico. Aveva sicuramente ricevuto critiche, ma aveva dalla sua parte un supporto tale che chiunque parlasse contro di lui veniva fatto tranquillamente passare per un rosicone pro-Mercedes o per un bimbominchia pro-Verstappen.

Nell'estate 2018, tuttavia, qualcosa stava cambiando. La narrazione pro-Vettel si stava scontrando sempre più con i rumour a proposito di Charles Leclerc come futuro pilota Ferrari. Inizialmente c'era molto malcontento popolare (qualcuno tirava fuori perfino la storiella di Nicolas Todt come manager), ma è bastato poco affinché divenisse il Nuovo Eroe(C). Ricordo che perfino un'importante testata sportiva aveva scritto che Leclerc aveva battuto i tempi di Vettel in un test, quindi era la prova ultima del fatto che fosse il migliore pilota tra i due.
Il problema è che, se c'era stato un test comparativo tra i due, questo deve essere rimasto ben segreto, dato che sembra non esisterne traccia (e che durante la stagione sono vietati i test). In ultima sintesi, in quel caso e in molti altri, si è scritto o si è detto che Leclerc fosse più veloce di Vettel e in generale un pilota migliore senza che vi fosse ancora stato un confronto diretto.
Nel 2019 si è insistito tantissimo sul fatto che Leclerc stesse avendo risultati migliori di Vettel e sul fatto che Vettel, invece di comportarsi da seconda guida, focalizzato sui propri risultati. Tutto ciò è iniziato in marzo, ovvero parecchi mesi prima che Leclerc superasse Vettel in classifica piloti, cosa avvenuta in concomitanza con il GP d'Italia, disputato in settembre. Per cinque mesi e mezzo, Vettel è stato criticato perché non reggeva il confronto con Leclerc, nonostante in quel momento gli fosse davanti in classifica. È bastato dire e scrivere qualcosa 24/7 e ripeterlo allo sfinimento per convincere una vastità di appassionati di Formula 1 che ciò che si diceva e si scriveva fosse vero. Ciò ha fatto nascere un forte sentimento anti-Vettel, che ha risparmiato quasi soltanto i bimbiminchia che lo tifavano di default. Anche molti ferraristi che negli ultimi anni hanno rivalutato la figura di Vettel sono stati in larga parte suoi hater accaniti, anche se adesso lo negano. Anche in questo caso basta dire che loro l'hanno sempre amato e supportato perché diventi vero.

Personalmente sono stata una grande critica di Vettel in Ferrari e sono abbastanza convinta di essere nel giusto nelle mie valutazioni negative. L'unica cosa che sento di avere toppato è stata la mia certezza, esistente ai tempi, che un pilota migliore di Vettel avrebbe vinto il mondiale nel 2017 e nel 2018, o almeno uno dei due. Al giorno d'oggi non ne sono affatto sicura, anzi, ritengo molto probabile che, chiunque ci fosse stato al posto di Vettel, non avrebbe vinto quel mondiale.
Obiettivamente parlando, con la sola eccezione degli anni 2000, essere un pilota Ferrari ed essere messo nelle condizioni di non avere speranze di vincere il titolo è un meccanismo che va avanti da 45+ anni e non sono affatto convinta che essere un pilota migliore di Vettel fosse sufficiente per un'inversione di tendenza.
Aggiungerei che, dopo la fine della sua epoca vincente e dopo che ha messo al mondo dei figli senza nome ben coperti dal sacchetto di carta, la sua immagine pubblica è cambiata e che da enfant prodige altezzoso è passato molto ad avere l'aria da persona comune.
Capisco in gran parte l'atteggiamento favorevole nei suoi confronti, anche se, come in altre circostanze, preferirei di gran lunga che si dicesse "quando stava in Ferrari lo schifavo, ma ho cambiato idea" piuttosto che dire "l'ho sempre sostenuto" quando si è fatto l'esatto contrario ai tempi in cui era da colti schifare Vettel piuttosto che incensarlo.

Purtroppo, da molto tempo a questa parte, sembra che, se si è rilevanti abbastanza da avere un pubblico, basti poco per imporre una narrazione. Basta filtrare le informazioni, scrivere solo quello che serve per indurre a formulare un certo pensiero.
Esempio estemporaneo, che nulla ha a che vedere con Vettel: è stato di recente il compleanno di Giovanna Amati e, in qualità di ultima donna in Formula 1, la sua carriera è stata ripercorsa in innumerevoli post. La sua presenza nella massima categoria è tendenzialmente così sintetizzata: "al volante della modesta Brabham, prese parte a tre gran premi senza riuscire a qualificarsi, prima di essere sostituita da Damon Hill, che ugualmente non si qualificò in sei occasioni su otto".
Esprimendo tutto il rispetto possibile nei confronti di Giovanna Amati - dei cui esordi purtroppo si trova poco e niente, visto che si parla di formule minori dei primi anni '80, mentre si trova parecchio sulla Formula 3000, nella quale non sembra abbia mostrato risultati che facessero pensare che fosse pronta per la Formula 1 (un settimo posto in gara come miglior risultato e nessun punto in quattro stagioni) - trovo molto fuorviante lasciare pensare che le sue prestazioni si equivalessero con quelle di un pilota che poi ha ottenuto oltre venti vittorie e un titolo mondiale.
La stessa Amati dovrebbe avere affermato che la monoposto che guidava era più scadente di quella del compagno di squadra Eric Van De Poele, quindi non vorrei stare a sindacare sulle ragioni per cui nei tre tentativi di qualifica abbia sempre preso tra i tre e i cinque secondi di distacco da lui. Tuttavia vorrei segnalare che, quando Hill è salito sulla stessa macchina che la Amati aveva guidato, nella peggiore delle occasioni è stato battuto di un secondo e mezzo, mediamente il gap tra i due era piuttosto equilibrato e non è che fosse un confronto a senso unico (tanto che, se Van De Poele è andato in griglia una volta ai tempi in cui faceva coppia con la Amati, Hill è andato in griglia una volta in cui Van De Poele non era qualificato come sempre). Non è che non qualificarsi con un tempo rispettabile e non qualificarsi faticando sistematicamente a tenere la vettura in strada sia esattamente la stessa cosa, ma vedo che è molto diffuso dipingerlo come tale.


lunedì 21 luglio 2025

Indycar 2025: #13 Gran Premio di Toronto

Nel corso del fine settimana si è svolto l'appuntamento canadese del campionato di Indycar, con Colton Herta a scattare dalla pole position, precedendo il leader del campionato Alex Palou, dopodiché Marcus Armstrong, Will Power, Graham Rahal, Kyle Kirkwood, Louis Foster, Marcus Ericsson, Rinus Veekay e Pato O'Ward a completare i primi dieci. Seguivano Scott Dixon, Callum Ilott, Nolan Siegel, Kyffin Simpson, Scott McLaughlin, David Malukas, Felix Rosenqvist, Josef Newgarden, Christian Lundgaard, Robert Shwartzman, Conor Daly, Christian Rasmussen, Alexander Rossi, Sting Ray Robb, Devlin Defrancesco e Jacob Abel per un totale di ventisei vetture in griglia.


Herta ha mantenuto la posizione alla partenza, seguito da Armstrong e da un ottimo Kirkwood, mentre Palou è scivolato in quarta piazza. I primi tre sono rientrati ai box in occasione della prima caution, avvenuta dopo pochissimi giri quando McLaughlin è andato a sbattere dopo avere perso una ruota fissata male, lasciando Palou in testa alla gara davanti a Veekay e a Foster.
La gara è proseguita non priva di intoppi, dato che poi sono venuti a contatto Power e Rasmussen, con ulteriore caution. E poi è andato a sbattere Rossi... e niente, la safety car ha avuto nel frattempo un'avaria, giusto per non farci mancare niente.
Il meglio, comunque, doveva ancora avvenire, ed è arrivato non con Kirkwood comunque in testacoda in pitlane, ma con un restart ignorante nel quale abbiamo avuto Abel in aria sopra un'altra vettura e un potenziale ingorgo niente male. Le altre vetture danneggiate nel contatto sono state quelle di Newgarden e Defrancesco... e non eravamo neanche a metà gara!


Palou, che aveva rimandato la sosta ai box, è dovuto rientrare a quel punto, così come Dixon che si trovava dietro di lui sulla stessa strategia. Veekay a quel punto ha preso la testa della gara, per subire tuttavia in occasione della successiva sosta ha subito un overcut da parte di O'Ward risalito fino a quel momento al secondo posto.
Dopo una serie di contatti senza conseguenze, a pochi giri dal termine abbiamo avuto un altro incidente da caution, stavolta tra Siegel e Rosenqvist, che ha fatto sì che la gara terminasse dietro safety car.

RISULTATO: 1. O'Ward (Arrow McLaren), 2. Veekay (Coyne), 3. Simpson (Ganassi), 4. Herta (Andretti), 5. Ericsson (Andretti), 6. Kirkwood (Andretti), 7. Rahal (Rahal Letterman), 8. Ilott (Prema), 9. Malukas (Foyt), 10. Dixon (Ganassi), 11. Power (Penske), 12. Palou (Ganassi), 13. Lundgaard (Arrow McLaren), 14. Armstrong (Meyer Shank), 15. Daly (Juncos), 16. Shwartzman (Prema), 17. Robb (Juncos), 18. Siegel (Arrow McLaren), 19. Rosenqvist (Meyer Shank), 20. Rasmussen (Carpenter), 21. Foster (Rahal Letterman), 22. Defrancesco (Rahal Letterman), 23. Abel (Coyne), 24. Newgarden (Penske), 25. Rossi (Carpenter), 26. McLaughlin (Penske). Seppure qualificato 23°, Santino Ferrucci (Foyt) non ha preso parte alla gara per danni riportati alla vettura in un incidente nella sessione di prove libere antecedente alla gara.



domenica 20 luglio 2025

GP Turchia e Italia 2005: la McLaren gioca le sue ultime carte

Anno 2005: il mese di luglio è stato piuttosto lungo e intenso, con quattro gran premi disputati in cinque fine settimana e un gap di ventisei punti tra il leader della classifica Fernando Alonso e il runner up Kimi Raikkonen. I due sono letteralmente imprendibili, anche se, incredibilmente considerando la stagione poco altisonante della Ferrari, al momento Michael Schumacher si trova in terza piazza a soli sei punti dal pilota della McLaren.
Per quanto riguarda la Rossa, nel frattempo, ai primi di agosto viene annunciato che nell'anno a venire il posto di Rubens Barrichello verrà preso da Felipe Massa. Purtroppo per Massa, al momento gli tocca ancora di guidare una Sauber, quindo sarà irrilevante nonostante il ritorno della Formula 1 dopo la pausa estiva avvenga proprio su quello che diventerà il suo circuito ideale: l'Istanbul Park, al suo esordio nel mondiale.

Nel weekend del 21 agosto, tutto inizia nel migliore dei modi per la McLaren: Raikkonen si procaccia infatti la pole position davanti alle Renault e al compagno di squadra Montoya. Al via, però, non va proprio benissimo, dato che Giancarlo Fisichella, che scatta dalla seconda posizione, si prende la testa della gara... anche se per appena mezzo giro. Raikkonen torna in testa, Fisichella viene superato anche da Alonso, con il quale a onore del vero non tenta resistenza alcuna.
Le McLaren allungano il primo stint, il che consentirà a Montoya di portarsi secondo dopo un overcut nei confronti di Alonso e Fisichella. I due piloti della McLaren resteranno 1/2 anche dopo la seconda sosta. Tutto lascia pensare a una doppietta imminente, ma Juan Pablo resta coinvolto in un incidente con il doppiato Tiago Monteiro sulla Jordan. Riuscito a rimanere in pista, si ritrova Alonso negli scarichi, che approfitterà di un suo svarione al penultimo giro per salire secondo.

Raikkonen, Alonso, Montoya, questo è il podio, mentre Fisichella chiude in quarta piazza precedendo la B.A.R. di Jenson Button, la Toyota di Jarno Trulli e le Redbull di David Coulthard e Christian Klien a completare la zona punti. In nona piazza giunge Takuma Sato con la B.A.R., precedendo l'unica Ferrari al traguardo, quella di Barrichello.
Schumacher è stato protagonista di un incidente con Mark Webber nel primo stint, quando il pilota della Williams era tuttavia doppiato dopo una foratura(?) nelle prime fasi di gara. Nonostante i danni alla vettura, Michael è stato rimandato in pista a girare a random, per migliorare la propria posizione di uscita in qualifica al successivo gran premio, per poi ritirarsi in corso d'opera quando nessun miglioramento ulteriore sarebbe più stato possibile.

Si segnala che entrambe le Williams, quella di Webber e anche quella di Heidfeld, si sono ritirate per forature, con la squadra ben poco soddisfatta dal fornitore Michelin, tanto che nel 2006 sarebbe passata a Bridgestone. Curiosità: Heidfeld era stato protagonista di un contatto con Massa al via, che aveva fatto sì che Felipe precipitasse nelle retrovie, risalendo di qualche posizione prima di ritirarsi intorno a metà gara per un guasto al motore.
Sarebbe stato l'ultimo gran premio per Nick alla Williams, sostituito a Monza da Antonio Pizzonia dopo avere riportato un infortunio in una sessione di test la settimana antecedente il gran premio. Più avanti, mentre era a casa infortunato, sarebbe stato investito da una moto mentre si trovava in bicicletta, saltando il resto della stagione. Ai tempi, c'erano teorie del complotto sul fatto che la Williams avesse deciso di appiedarlo anzitempo dopo il suo ingaggio dalla BMW Sauber per le stagioni a venire.

Al GP d'Italia, disputato il 4 settembre, dopo avere ottenuto il miglior tempo in qualifica, Raikkonen ha scontato una retrocessione di dieci posizioni in griglia, partendo undicesimo per la sostituzione del motore e lasciando la pole a Montoya, tenendo la prima posizione davanti ad Alonso e alle B.A.R. di Button e Sato, con a seguire Barrichello, Trulli, Michael Schumacher e Fisichella.
Le B.A.R. e le Ferrari hanno perso terreno con la prima sosta, quando peraltro anche Raikkonen, che puntava a un unico pitstop, è risalito in seconda piazza. Una foratura, tuttavia, l'avrebbe costretto a una seconda sosta ritrovandosi fuori top ten, per poi risalire a pitstop ultimati.
Montoya, Alonso, Fisichella, questi sono i primi tre a soste ultimate e lo rimarranno anche se JPM rallenta nel finale di gara per risparmiare le gomme ed evitare spiacevoli sorprese.

Persa la quarta piazza a vantaggio di Trulli dopo un testacoda, Raikkonen supera la Toyota tornando quarto - ventisette punti lo separano da Alonso, ne ha adesso ventuno sul diretto inseguitore MSC - e relegando il pilota abruzzese quinto, davanti al compagno di squadra Ralf Schumacher, mentre Pizzonia e Button chiudono la zona punti, mentre a proposito di B.A.R., Sato è precipitato già da tempo nel nulla cosmico senza che nessuno se lo fili.
Sauber > Ferrari, dato che Massa è nono e precede Michael Schumacher. Rubinho, che nel secondo stint si era difeso sagli attacchi del compagno di squadra per una posizione allora valevole di un punto, fa una sosta in più e chiude dodicesimo, davanti a lui c'è Jacques Villeneuve, quindi di nuovo Sauber > Ferrari.
Tra parentesi, ho un ricordo dell'epoca, di Barrichello intervistato sulla Rai nel post-gara, che si diceva emozionato per la sua ultima gara a Monza con la Ferrari, con tanto di lacrime agli occhi.


venerdì 18 luglio 2025

Sei il telecronista della Formula 1? Mi presenti Sainz? - semicitazione

"Avrei potuto fare a pezzi la Ferrari" ha scritto la Gazzetta dello Sport in un post su Instagram, attribuendo la citazione a Carlos Sainz jr, il quale pare non avere pronunciato le parole citate, estrapolate e parafrasate da una lunga intervista nel quale raccontava la sua stagione 2024 da separato in casa.
Non è una novità, nell'epoca contemporanea, che vengano fatti titoloni altisonanti. Non sono una grande fan di tutto ciò, ma entro certi limiti posso comprendere la necessità di attirare l'attenzione. Ciò che invece è a mio parere incomprensibile è il mettere TRA VIRGOLETTE, segno di punteggiatura che indica discorso diretto, quindi le vere parole pronunciate da qualcuno, ciò che NON è una citazione di qualcuno, ma un'interpretazione personale di ciò che qualcuno ha detto.
C'è naturalmente chi ha difeso questo titolo - tutti leclerchini possessori di account Xwitter incentrati interamente sul loro idolo, ovviamente - secondo cui, visto che Sainz e suo padre hanno il potere di influenzare la stampa, allora la Gazzetta non ha fatto niente di scorretto. Senza offesa, costoro non hanno capito niente di come funziona il giornalismo.
Il fatto che Sainz vada a fare dichiarazioni ambigue sui giornali di fiducia che decidono di dargli spazio RIPORTANDO LE SUE DICHIARAZIONI non significa che i giornali non compiacenti siano autorizzati a INVENTARE SUE DICHIARAZIONI per controbilanciare e ristabilire l'ordine naturale delle cose. Sinceramente questa cosa mi ricorda quella volta in cui su Tumblr c'era gente che acclamava un giornale che aveva inventato di sana pianta una dichiarazione altisonante di Helmut Marko, perché Helmut Marko ha fatto in altri casi dichiarazioni altisonanti e di conseguenza tutto ciò che può scatenargli addosso insulti e merda varia è legittimo.
Si sta perdendo di vista il fatto che chi scrive per mestiere debba INFORMARE, non inventarsi fatti mai successi per dare agli hater di un personaggio qualcosa su cui farsi delle fantasie erotiche. In questo caso, il personaggio in questione è intervenuto in prima persona per tacciare la Gazzetta di scrivere clickbait:


In tutto ciò, Carlo Vanzini era intervenuto e aveva scritto un "ok", che significava tutto e niente.
Criticava la Gazzetta? Criticava Sainz per le proprie presunte dichiarazioni? Dal "ciao" che gli ha scritto Carlito, sembra che quest'ultima sia l'interpretazione del diretto interessato:


In sintesi, oserei dire che non hanno fatto una bella figura né la Gazzetta né il nostro telecronista, anche se c'è chi su xwitter scrive che il Vanz si rivolgeva sicuramente alla Gazzetta e che quindi a prendere una cantonata è stato Sainz.
Personalmente non so cosa intendesse il Vanz, quindi preferirei evitare di psicanalizzarne le intenzioni come qualcuno sta facendo. Tuttavia vorrei osservare come un "ok", che ci mancava poco fosse un "ok boomer", non è esattamente un linguaggio giornalistico. Quando ci si presta a un modo di comunicare da tifosi da bar, si va incontro al rischio di essere percepiti come tali, specie se non ci si è distinti, nel corso degli anni, per imparzialità, o se al posto di un modo di comunicare strettamente giornalistico si è adottata la cosiddetta narrazione pop.




giovedì 17 luglio 2025

In ricordo di Jules Bianchi (03.08.1989 - 17.07.2015) nel suo decimo anniversario di morte

È strano pensare a come certi piloti ci restino nel cuore, ma solo per le ragioni sbagliate. È strano pensarci proprio oggi, che sono trascorsi dieci anni esatti dal 17 luglio 2015, il giorno della morte di Jules Bianchi, un intero decennio, eppure sembra ancora dietro l'angolo, sensazione che spero durerà il più a lungo possibile, perché almeno vorrà dire che nessuno ha subito la sua stessa sorte, almeno non nello stesso campionato.
Credo sia difficile far capire che cosa questo pilota abbia significato per me, così come che cos'abbiano significato anche altri, in tutti questi anni in cui sono stata un'appassionata di Formula 1, ma almeno gli altri sono vivi e forse risulta più comprensibile, perché sono percepiti più come umani che come una sorta di creature mistiche da menzionare una volta all'anno, anzi due, perché di fatto morire dopo nove mesi di coma significa avere due anniversari di morte, l'uno il 5 ottobre e l'altro il 17 luglio.

Penso sia stato ai tempi in cui era terzo pilota della Force India che è nato tutto. Erano i tempi in cui tutti detestavano Felipe Massa ("il vero campione del mondo 2008", sarebbe stato descritto, di lì a qualche anno, prima dell'approdo di Lewis Hamilton in Ferrari), il cui manager era Nicolas Todt. E allora ecco che, in modo totalmente random, tutti accusavano Jules Bianchi di essere un raccomandato con un posto in Formula 1 grazie al suo manager.
Spoiler alert, i piloti titolari della Force India erano quel Paul Di Resta che oggi fa commenti soporiferi per la televisione britannica e quel Nico Hulkenberg il cui recente podio con la Sauber è stato la versione meno "da poveri" dei punti di Bianchi con la Marussia.
Io ero una fangirl di Massa, ai tempi in cui non si parlava d'altro che di Nicolas Todt che apparentemente distribuiva posti in Formula 1 a piloti ritenuti incapaci dal tifoso medio, ma solo se non c'era altro da dire su di loro, perché mettiamo che un pilota fosse seguito da Todt Jr, ma fosse anche molto propenso agli incidenti e amico del Presidente del Venezuela, allora non si parlava del suo manager - sì, l'ho scritto, anche Pastor Maldonado era uno dei "piloti di Todt".

Il mio sogno nel cassetto era che qualcuno, un giorno, potesse mettere a tacere quegli hater. C'era un solo modo in cui poteva succedere, pensavo, ed era che Bianchi arrivasse in Formula 1 e che la sua storia una volta giunto nella massima categoria mettesse quei fanboy nella condizione di doversi rimangiare le proprie parole.
E poi, dato che si vociferava di un suo possibile futuro in Ferrari, un giorno, c'era sempre quell'opzione: che finisse per indossare quella tuta rossa che generalmente costringe il fanboy medio a cambiare radicalmente punto di vista, dato che averla indossata semplicemente per dei test non era abbastanza, anzi, era un furtohhhh nei confronti dei piloti più meritevoli, quelli che un giorno al volante della Rossa avrebbero potuto contrastare il dominio di Sebastian Vettel.
Poveri illusi, non sapevano ancora che la Ferrari aveva solo un modo per interrompere il dominio di Vettel, ovvero ingaggiarlo. Una coppia Vettel/ Bianchi, comunque, l'avrei trovata top, solo per fare venire l'orticaria ai fanboy.

L'occasione è arrivata con la piccola Marussia, uno dei "nuovi team", quelli che uscivano puntualmente in Q1 al sabato e che non avevano chance di prendere punti la domenica. Era già stato annunciato Luiz Razia a fare coppia con Max Chilton, poi lo sponsor di Razia si è tirato indietro, la Ferrari è stata annunciata come fornitore di motori per la stagione successiva e Bianchi, scartato dalla Force India che a Di Resta ha affiancato Adrian Sutil, è divenuto il nuovo pilota della Marussia.
Ricordo a tale proposito un articolo pieno di veleno nei suoi confronti, sul sito derapate.it, nel quale gli davano del raccomandato che rubava il volante ai piloti meritevoli, il tutto mentre Razia sarebbe stato un pilota pagante e l'altro titolare Chilton, era visto come uno dei peggiori della griglia.
Lo scrivo perché certi fatti mi sono rimasti impressi, e non mi sembra di avere mai sentito qualcuno dire "ho cambiato idea e ho rivalutato i suoi risultati", né prima del GP del Giappone 2014, né tra questo e il mese di luglio 2015, e neanche a posteriori.

Pilota vivo => tifoso medio hater.
Pilota in coma => tifoso medio pronto a divenire fan.
Pilota morto => tifoso medio fan sfegatato.

Le piccole soddisfazioni sono arrivate con un misero tredicesimo posto in Malesia 2013, quella volta in cui Vettel si è tirato i piatti con Mark Webber catalizzando tutta l'attenzione. Roba da poco, si può dire, ma non troppo, perché per la prima volta la Marussia ha battuto la Caterham in classifica piloti, grazie a quel risultato. Valeva la decima posizione nel mondiale costruttori, quindi l'ultima che valeva la ripartizione degli introiti dei diritti televisivi.
Poi è arrivato il 2014, risalente a inizio stagione ho trovato un topic su Forum Autosport nel quale veniva criticato per non fare la differenza rispetto a Chilton, che era considerato uno scarso, quindi doveva essere uno scarso lui stesso. Credo che quel nono posto ottenuto al GP di Montecarlo sia stata la giusta risposta alle critiche, in un'epoca in cui le critiche rimanevano comunque limitate ai forum, ai social network e ai siti gestiti a livello meno giornalistico... in estrema sintesi, non era la bolgia da cui siamo circondati al giorno d'oggi, ma di qualcosa in cui il singolo individuo rimaneva solo ed esclusivamente un singolo individuo e non un role model.

Sono poche le performance che mi sono arrivate dritte fino al cuore e quei punti conquistati alla quinta stagione di una squadra che fino ad allora non aveva mai visto la top-ten sono a mio avviso una piccola poesia meritevole di essere considerata parte della storia.
Forse esiste una regola non scritta secondo cui le performance eroiche sono controbilanciate dall'esatto opposto e la gara seguente si è conclusa con un tamponamento di Chilton, arrivato a cannone giusto per interrompere il proprio record di pilota con più gran premi finiti consecutivamente dopo io debutto travolgendo il proprio compagno di squadra.
Qualcos'altro di positivo è successo: delle Q2, qualche momento di spessore come una P10 provvisoria a un certo punto al GP di Gran Bretagna, prima di scivolare nuovamente nelle retrovie... e una Marussia nona in classifica costruttori, davanti perfino a una squadra di maggiore prestigio come la Sauber.

Poi i rumour, l'idea che sarebbe stato lui a prendere il posto di Fernando Alonso, che di punto in bianco era in aria di addio alla Ferrari a fine stagione. Non sarebbe stato lui, perché poi al sabato, giorno delle qualifiche del GP del Giappone, è stato annunciato che Vettel avrebbe lasciato la Redbull.
Non sarebbe stato lui in ogni caso, perché l'indomani è uscito di pista su un rivolo d'acqua alla stessa curva di Sutil, finendo contro al trattore che rimuoveva la Sauber incidentata, la dinamica alla quale, per una questione di centimetri, Martin Brundle era scampato nello stesso tratto di pista, in simili condizioni meteo, esattamente vent'anni prima.
Allora è stato così che all'improvviso, di punto in bianco, tutti l'avrebbero voluto in Ferrari. È stato così che anche molti suoi hater hanno iniziato a prepararsi a diventare suoi tifosi postumi, come sarebbe accaduto ufficialmente nove mesi più tardi.

Immagine generata con ChatGPT

Chiedo scusa per la schiettezza con cui mi sono espressa in questo post, ma penso sia arrivato il momento giusto per dire certe cose, per far notare come la questione Nicolas Todt sia stata usata per screditare Jules Bianchi per tutto il tempo della sua carriera in Formula 1 e poi accantonata, di comodo, dopo la sua morte.
L'atteggiamento ambivalente nei suoi confronti - il non dire "mi sbagliavo a criticarlo" invece che "l'ho sempre ammirato" - è una delle cose che trovo più irritanti. Una delle, ho detto. L'altra è considerarlo una sorta di profeta venuto ad annunciare la futura venuta di Charles Leclerc, o il fare coincidere quest'ultimo con la figura di Bianchi sulla base dell'amicizia tra le loro famiglie e una presunta somiglianza fisica (che personalmente avevo notato le vedendo le foto di Leclerc ai tempi dell'Alfa Romeo).
Sia chiaro, non ho nulla contro il menzionare il legame tra Bianchi e Leclerc, se succede in maniera pertinente, ma ho moltissimo contro il considerare Bianchi non come un pilota e una persona a sé stante, ma solo ed esclusivamente in funzione di Leclerc, che ai tempi in cui Bianchi conquistava quel risultato eroico a Montecarlo neanche sapevamo chi fosse.




mercoledì 16 luglio 2025

16.07.1955: il terzo titolo di Fangio e la prima vittoria di Moss (con relative teorie del complotto)

Mentre pubblico questo post è il 16 luglio 2025, quindi il settantesimo anniversario del giorno in cui Juan Manuel Fangio ha, almeno tecnicamente, vinto il suo terzo titolo. Correva l'anno 1955, l'argentino era ai tempi un pilota della Mercedes, aveva quarantaquattro anni, quindi almeno quindici in meno rispetto a quelli di Sonny Hayes quando ha vinto il GP di Abu Dhabi sulla Apex nel film "F1 - the movie", e avrebbe vinto due ulteriori titoli negli anni successivi.
Per ironia della sorte, Fangio sarebbe poi deceduto proprio all'indomani del quarantennale di uno dei suoi titoli, ovvero il 17 luglio 1995. Domani sarà quindi il trentesimo anniversario della sua scomparsa. :-(((

La vittoria del campionato è arrivata a seguito del secondo posto conquistato nel GP di Gran Bretagna, evento disputato ad Aintree e penultimo della stagione, dopo che diversi eventi sono stati cancellati a seguito del disastro di Le Mans avvenuto nel mese di giugno. Il mondiale, infatti, sarebbe finito due mesi più tardi, ma mancava solo un ulteriore evento, quello di Monza previsto per settembre. Non mi è del tutto chiaro se i gran premi di Germania, Svizzera e Spagna, previsti nel mezzo, fossero già stati tutti cancellati, e quindi il 16 luglio Fangio già sapesse di avere vinto il titolo, oppure se le cancellazioni siano state successive e, a posteriori, Aintree sia diventata la gara che ha assegnato il titolo.
Di questa gara esiste un video di sintesi su youtube. Erano gli anni '50 quindi non si può avere tanto, ma già avere delle immagini nitide di gara è qualcosa che non capita tutti i giorni!


C'erano quattro Mercedes nelle prime cinque caselle della griglia: 1/2 Stirling Moss precedeva Fangio, terzo c'era Jean Behra su Maserati, poi seguivano 4/5 Karl Kling e Piero Taruffi. Era una griglia di partenza estremamente falsatahhhh, dato che la meglio posizionata delle Ferrari, quella di Eugenio Castellotti, era in decima piazza. :-PPPP
Il ritiro di Behra per un problema tecnico e poi anche del suo compagno di squadra Roberto Mieres che partiva sesto, ha fatto sì che la Mercedes ottenesse una quadrupletta(?) con Moss, Fangio, Kling e Taruffi nelle prime quattro posizioni, con Luigi Musso su Maserati quinto a completare la zona punti.
All'epoca non c'erano punti per il sesto classificato, ma c'era la possibilità di cambiare pilota in corso d'opera: la meglio classificata delle Ferrari è giunta sesta, con uno shared drive in cui Mike Hawthorn ha dovuto cedere la macchina a Castellotti, dopo che questo era stato costretto al ritiro con l'auto sulla quale aveva iniziato la gara.
Il podio con tre Mercedes è anche stato l'ultimo podio interamente motorizzato Mercedes prima del GP della Cina 2010, quando Nico Rosberg avrebbe vinto su Mercedes davanti alle due McLaren motorizzate Mercedes.

Questa gara, inoltre, porta con sé una mezza teoria del kompl8, della quale, facendo ricerche, a onore del vero sembra si trovino quasi solo articoli recenti e quasi nulla che vada oltre tre o quattro anni fa, anche se ho trovato un accenno a ciò in un thread su Forum Autosport, risalente al 2002, e tuttavia incentrato su un commento di Moss agli ordini di scuderia del GP d'Austria.
Negli ultimi anni sono comparsi articoli secondo cui Fangio - che sarebbe comunque diventato campione del mondo quel giorno, dice qualcuno, il che sarebbe in contrasto con il fatto che il titolo potrebbe essere stato assegnato in un secondo momento - avrebbe deliberatamente, all'insaputa del team e del compagno di squadra, lasciato a Moss la vittoria del gran premio di casa, che sarebbe stata la prima della sua carriera in Formula 1. Pare che lo stesso Moss fosse convinto che Fangio avesse il passo per vincere, ma Fangio avrebbe sempre negato tutto ciò, sostenendo che in quell'occasione Moss sia stato più veloce di lui.

Guardando il lap by lap, emerge che Fangio ha leaderato i primi due giri, per poi essere sopravanzato da Moss. Tornato in testa, è stato superato nuovamente da Moss prima che un terzo di gara fosse completato. Nel finale, Fangio ha concluso a +0,2 di gap dal pilota inglese. C'è chi scrive che Fangio avrebbe avuto l'opportunità di superare Moss praticamente sul traguardo, ma non l'avrebbe fatto, praticamente auto-congelando le posizioni nonostante fosse prima guida del team.
A mio parere è difficile stabilire dove stia il confine tra realtà e leggenda metropolitana, specie quando "posizioni congelate" viene reso di fatto sinonimo di "posizioni invertite" e viene dato per scontato che chi è dietro, se fosse/ si sentisse libero di attaccare, porterebbe *sicuramente* a casa il risultato. Tutto quello che possiamo affermare per certo è che la Mercedes ha indubbiamente dominato, quel giorno di settant'anni fa.


lunedì 14 luglio 2025

Indycar 2025: #11 e #12 Iowa Speedway

Nel corso del fine settimana del 12/13 Luglio il campionato di Indycar ha gareggiato allo Iowa Speedway con un doppio appuntamento.
Dopo 275 giri di gara, sabato è stato Pato O'Ward (Arrow McLaren) a imporsi, mentre nella gara della domenica la vittoria è andata ad Alex Palou (Ganassi).

Josef Newgarden (Penske) si apprestava a partire davanti a tutti precedendo Conor Daly (Juncos) e Felix Rosenqvist (Meyer Shank) quando la bandiera verde è stata rimandata di diversi giri dopo un testacoda di Colton Herta (Andretti) mentre la gara si apprestava a scattare. Quando finalmente è arrivato lo start, Newgarden ha mantenuto la posizione, così come Daly la seconda, mentre Rosenqvist sarebbe stato superato da Palou prima di perdere ulteriori posizioni nelle fasi seguenti.
Al 75° giro un incidente di Jacob Abel (Coyne) ha fatto entrare la safety car, in presenza della quale si sono svolti i pitstop. La sosta di Daly è stata lenta, si è ritrovato quinto superato non solo da Palou ma anche dal vincitore dello scorso evento Scott Dixon (Ganassi), da O'Ward e da Will Power (Penske). O'Ward e Daly sono i piloti per i quali il restart è andato meglio, ritrovandosi in breve tempo 2/3.

Al 153° abbiamo avuto un altro incidente, stavolta di Kyle Kirkwood (Andretti), a seguito del quale ci sono stati nuovamente i pitstop in regime di safety car, con Newgarden ancora in testa alla gara, seguito da O'Ward e Palou, con Daly al quarto posto, dietro di loro Power a lottare con Nolan Siegel (Arrow McLaren) per la quinta piazza, che poi si è procacciato.
La successiva sosta è stata effettuata a una quarantina di giri dal termine, stavolta in bandiera verde, e ci siamo ritrovati con O'Ward uscito davanti a Newgarden, con Power risalito al terzo posto davanti al compagno di squadra Scott McLaughlin che era partito dalle retrovie. Palou si trovava invece al quinto posto, quando un incidente di Siegel - che poi non avrebbe preso parte alla gara della domenica - ha determinato una bandiera rossa per rimettere a posto il muro.
A quindici giri dalla fine, il restart, seguito immediatamente da un incidente di Callum Ilott (Prema) che ha nuovamente neutralizzato la gara fino a dieci giri dalla conclusione.

Nonostante il gap molto ravvicinato, O'Ward ha mantenuto la prima posizione andando a vincere davanti a Newgarden, Power e McLaughlin, con Palou a completare la top-5. Christian Rasmussen (Carpenter) ha portato a casa il sesto posto, precedendo Daly uscito vincente da un duello per il 7/8 posto con Santino Ferrucci (Foyt) con il quale è stato protagonista nei giorni scorsi di una polemica. Marcus Armstrong (Meyer Shank) ha chiuso nono, mentre Dixon ha completato la top-ten.
Seguivano Graham Rahal (Rahal Letterman) e David Malukas (Foyt), poi Herta che ha completato la gara tredicesimo. Dietro di lui Louis Foster (Rahal Letterman), Marcus Ericsson (Andretti), Rinus Veekay (Coyne), solo diciassettesimo Rosenqvist, poi Kyffin Simpson (Ganassi), Devlin Defrancesco (Rahal Letterman), Robert Shwartzman (Prema), Christian Lundgaard (Arrow McLaren) e Sting Ray Robb (Juncos).
Oltre ai piloti sopracitati in occasione di incidenti vari, anche Alexander Rossi (Carpenter) non è arrivato a vedere la bandiera a scacchi.

Nella gara della domenica Palou è partito dalla pole position e la gara è stata immediatamente neutralizzata per un incidente che ha coinvolto Defrancesco e McLaughlin. Al restart, Palou leaderava davanti a Rosenqvist, Newgarden, Malukas e Power, con Newgarden e Power che hanno recuperato ciascuno una posizione, anche se poco dopo la gara di Will è terminata per un guasto.
Al 50° c'è stato un incidente di Robb, seguito da pitstop in regime di safety car, a seguito dei quali Palou era in testa davanti a Newgarden e Malukas. Josef si è preso la testa della gara, mentre più avanti avremmo assistito a un duello piuttosto acceso tra Alex e David per la seconda posizione, con Palou che ne è uscito vincente.
Newgarden ha perso la leadership quando, poco dopo la sua successiva sosta, al 132° un incidente di Ericsson ha fatto sì che gli avversari rifornissero in regime di safety car.

Palou, Malukas e O'Ward erano i primi tre quando a un centinaio di giri dal termine Ilott è andato a sbattere provocando il successivo ingresso della safety car con tanto di pitstop dei piloti di testa. Non si è fermato Kirkwood e l'abbiamo visto duellare per la prima posizione con O'Ward che poi si è riappropriato della leadership. Kirkwood invece è stato velocemente risucchiato perdendo posizioni.
Newgarden nel frattempo era in rimonta, tanto da raggiungere il terzo posto dietro a Palou e O'Ward, per poi risalire ulteriormente ritrovandosi al 240° in testa alla gara.
Ancora una volta, tuttavia, si è fermato prima di altri - anche se stavolta non era il solo - e, quando Herta è andato a sbattere ed è entrata la safety car, Palou ha potuto approfittarne per portarsi in testa alla gara restandoci dopo la sosta in regime di SC. Precedeva Armstrong, Dixon, Shwartzman e Lundgaard.
Palou ha mantenuto la leadership vincendo davanti a Dixon, Armstrong, Malukas, O'Ward, Lundgaard, Rosenqvist, Shwartzman e Newgarden a completare la top-ten. Seguivano Abel, Veekay, Simpson, Foster, Ferrucci, Daly, Rossi, Kirkwood e Rahal. Oltre ai piloti già citati, Ericsson risulta ritirato.


sabato 12 luglio 2025

Indycar 2025: #10 Gran Premio di Mid-Ohio

Domenica scorsa, mentre eravamo tutti preso dal primo podio in Formula 1 di Nico Hulkenberg, dall'altra parte dell'oceano  i svolgeva il decimo appuntamento della stagione di Indycar, sul circuito di Mid-Ohio, in cui il poleman Alex Palou (Ganassi) sembrava il favorito per la vittoria, per poi essere battuto nelle fasi finali della gara dal compagno di squadra Scott Dixon, che dopo essere scattato dalla nona posizione era su una strategia alternativa.

Palou precedeva sulla griglia Christian Lundgaard (Arrow McLaren), Kyffin Simpson (Ganassi), Nolan Siegel (Arrow McLaren), Colton Herta (Andretti), Louis Foster (Rahal Letterman), Kyle Kirkwood (Andretti) e Marcus Armstrong (Meyer Shank) a completare le prime quattro file. Mentre Palou ha mantenuto la leadership al via, Simpson si è preso la seconda piazza, che tuttavia Lundgaard avrebbe riconquistato al restart avvenuto di lì a pochi giri dopo la safety car entrata per l'incidente di Josef Newgarden (Penske)finito in testacoda alla partenza, toccandosi anche con altre vetture che sono riuscite a proseguire. Simpson sarebbe tuttavia sprofondato decisamente più indietro in seguito a causa di problemi alla vettura. Tutti i piloti erano su una strategia a due soste... tutti eccetto Dixon che, dopo avere rimandato la prima rimanendo in testa quando tutti gli altri si erano fermati, ha rimandato anche la seconda ritrovandosi in un'ottima seconda posizione nella parte finale della gara dopo che Palou era rientrato ai box per la terza sosta. Soltanto nelle ultime fasi della gara (era l'85° giro su un totale di 90), dopo un fuoripista di Alex, Scott si è appropriato della prima piazza ed è successivamente andato a vincere precedendo lo stesso Palou.

Dietro al duo Dixon/ Palou giunto molto ravvicinato sul traguardo, come un Hulkenberg qualsiasi Lundgaard è salito sul gradino più basso del podio e Herta quarto a precedere Pato O'Ward (Arrow McLaren), mentre Felix Rosenqvist (Meyer Shank) ha preceduto il compagno di squadra Armstrong e Kirkwood. Rinus Veekay (Coyne) è giunto nono, mentre Simpson ha completato la top-ten davanti a Siegel, Marcus Ericsson (Andretti), Callum Ilott (Prema) e Foster soltanto quattordicesimo dopo la partenza in sesta fila. Seguivano Alexander Rossi (Carpenter), Santino Ferrucci (Foyt), David Malukas (Foyt), Sting Ray Robb (Juncos), Conor Daly (Juncos), Devlin DeFrancesco (Rahal Letterman), Robert Shwartzman (Prema), Jacob Abel (Coyne), Scott McLaughlin (Penske) e Graham Rahal (Rahal Letterman). Oltre al già citato Newgarden, non hanno visto il traguardo né il suo compagno di squadra Will Power, né Christian Rasmussen (Carpenter) ritirati a causa di guasti.

martedì 8 luglio 2025

Formula 1 2025: #12 Commento al Gran Premio di Gran Bretagna

06.07.2025 // a Silverstone si è scritta la storia, ma non potevamo saperlo alle 16.00 ora italiana, le 15.00 ora inglese, quando ci siamo messi a guardare la gara. O per meglio dire, era già stata scritta, ma ancora non lo sapevamo, quando noi povery ci siamo messi a guardare la gara alle 19.00 sulla TV a noi dedicata. Torniamo quindi indietro e andiamo a ricostruire i fatti che ci hanno condotto al momento che tutti stavamo aspettando da anni e anni, al punto tale da considerarlo impossibile.
Max Verstappen, Oscar Piastri, Lando Norris, George Russell, Lewis Hamilton, Charles Leclerc, Fernando Alonso, Pierre Gasly, Carlos Sainz, Kimi Antonelli (+3 posizioni di penalità per incidente nello scorso gran premio), Yuki Tsunoda, Isack Hadjar, Alexander Albon, Esteban Ocon, Liam Lawson, Gabriel Bortoleto, Lance Stroll, Oliver Bearman (+10 posizioni per redflag infringiment al venerdì), Nico Hulkenberg, Franco Colapinto: così si è andata a comporre la griglia di partenza, dopo una qualifica redflaggata in Q1 dopo che Colapinto aveva abbattuto dei pannelli in un incidente.
Per tutta la durata della qualifica dalla Q1 alla Q3, tagliata nella parte della bandiera rossa nella differita della TV dei povery, il Vanz ha pronunciato il nome "Copse" solamente due volte e senza urlarlo, anche se va notato come l'abbia menzionata due volte nell'arco di circa dieci secondi. In compenso in gara durante il formation lap ha raccontato dell'incidente del 2021 tra Verstappen e Hamilton.

Causa pioggia prima della gara, tutti hanno messo gomme intermedie, mentre sei piloti dopo il giro di formazione si sono presentati in pitlane per mettere le slick e partire dalla corsia dei box. Erano Russell, Leclerc, Hadjar, Bortoleto, Bearman e Colapinto. O almeno, cinque piloti hanno messo le slick, Colapinto proprio non è uscito per un problema al cambio senza essere né considerato né inquadrato. Il fatto che uno dei piloti con la strategia jolly fosse Leclerc, lasciava sospettare che fosse una strategia azzardata e non destinata a dare frutti.
Verstappen, Piastri, Norris, Hamilton, Gasly, Alonso, Sainz, Antonelli, Albon e Tsunoda, questi i primi dieci mentre un botto tra Ocon e Lawson ha fatto sì che questo non completasse il primo giro e arrivasse una virtual safety car. Poco dopo a causa di un crash di Bortoleto è entrata anche la safety car e Antonelli ne ha approfittato per rientrare ai box. Il suo restart sulle slick non è stato dei migliori e per un po' quelli su gomme intermedie se la sono cavata meglio.
All'arrivo dell'asciutto sono capitati due fatti di spicco: Piastri ha superato Verstappen dopo un acceso duello, mentre in casa Aston Martin hanno azzeccato bene il timing della sosta di Strollino: messe le slick nel momento ideale si è ritrovato in bassa top-ten, per non parlare di come abbiano azzeccato anche il timing della sosta per tornare alle intermedie, mentre invece Alonso si lamentava via radio che le strategie peggiori spettavano sempre a lui.
Al ritorno della pioggia Verstappen faticava, si è avvicinato Norris, quando Max ha messo le ruote sull'erba Norris è passato, ma Verstappen sarebbe tornato davanti grazie a una sosta lenta in casa McLaren quando chiunque non fosse sulle intermedie è andato a metterle, non perché fosse una doppia sosta ma perché proprio è stata lenta. Il responso a quel punto è stato: Piastri, Verstappen, Norris, Stroll!!!11!!!11!! e poi Hulkenberg e Gasly che non si erano ancora fermati.
L'incrementare della pioggia ha fatto sì che la direzione gara decidesse di far entrare la safety car per questioni di visibilità. Almeno in fase di safety car, il Vanz ha evitato di citare la Copse ogniqualvolta qualcuno vi arrivasse, il che è andato a compensare il fatto che fosse stata menzionata millemila volte nei minuti precedenti.

Quando la safety car si è tolta di mezzo eravamo a circa un terzo di gara, e a quel punto si è avuta l'apoteosi: mentre era in atto un duello tra Hamilton e Russell, nelle ultime posizioni Hadjar ha tamponato Antonelli e poi è andato a sbattere, il che non sarebbe un evento di estremo spicco, di per sé, ma la location: INCIDENTE A COPSE!!!111!!!11!!
È entrata di nuovo la safety car, Antonelli ha continuato, per poi fare una sosta ai box. Poi mi sono andata un attimo nel retrocucina a prendere i piatti, dato che stavo apparecchiando, e Verstappen ne ha approfittato per affiancare Piastri prima che la safety car si togliesse di mezzo. La direzione gara ha deciso che Oscar aveva rallentato a random non prima che l'uomo contro la macchina l'avesse sbinnata. Verstappen si è ritrovato in bassa top-ten a lottare con le Williams.
I primi cinque erano Piastri, Norris, Stroll, Hulkenberg e Gasly, ma dopo essere uscito vincente da un lungo duello con Russell, Hamilton ne ha superato le -L e si è cacciato all'inseguimento di Pedro Gaseoso (cit.), ha catturato un Pokemon ed è andato ad aggiungerai alla lotta per il podio.
Stroll faticava, a due terzi di gara ha iniziato a non riuscire più a contenere gli attacchi di chi gli stava dietro. Le trombe dell'Apocalisse hanno iniziato a suonare e NICOLAS HULKENBERG DETTO NICO SI È PORTATO IN TERZA POSIZIONE, NON VI STO TROLLANDO, ANDATE A CHIAMARE TUTTI I VOSTRI AMICI E PARENTI CHE NON STANNO SEGUENDO LA GARA. Hamilton frattanto si avvicinava minaccioso a Strollino, lo superava in tempi brevi e si avvicinav-... ah no. La gara proseguiva e tutto lasciava credere che non fosse così inconcepibile l'idea di quel podio mistico che tutti stavamo aspettando.
Qualche giro più tardi, Alonso è rientrato per le slick. Non sembrava una scelta azzeccata, ma in Mercedes hanno pensato bene di copiarla con Russell, unico pilota presente in pista dato che Antonelli si era ritirato per i danni riportati nell'incidente con Hadjar. Qualche giro dopo le cose sono cambiate, Hamilton è andato ai box, ne è uscito, ha fatto una mezza sbinnata, i piloti Haas si sono scontrati e hanno fatto un testacoda in perfetta sincronia, le slick erano ormai le gomme ideale quindi tutti sono rientrati, non inquadrato dalle telecamere Leclerc ha fatto una sbinnata e ha portato il suo vecchio compagno di scorribande Sainz con sé, Piastri ha scontato la penalità di dieci secondi, Norris è passato in testa, Hulkenberg nonostante problemi con una ruota che non voleva saperne di andare su aveva un vantaggio di vari secondi nei confronti del suo diretto inseguitore e viaggiava verso il podio, Verstappen era sesto e avrebbe superato Stroll (che sarebbe stato sorpassato anche da Gasly a dire il vero) prima della fine della gara, Leclerc era penultimo in mezzo al nulla, ma aveva oltre mezzo minuto di vantaggio su Tsunoda che era ultimo e che, a parte una penalità di dieci secondi per un contatto con Bearman, nessuno aveva capito come potesse essere così tanto indietro.
La gara viaggiava ormai verso la conclusione, un finale al cardiopalma, con Norris che ormai se lo filava solo sua madre, con Piastri distante a sufficienza da essere tagliato fuori per la vittoria, con Hulkenberg che andava a prendere quello storico podio che gli mancava da sempre e che mancava alla Sauber dal GP del Giappone 2012 (giusto per contestualizzare, erano passati tre giorni dall'annuncio di Michael Schumacher di lasciare la Formula 1 a fine stagione). In sintesi, un risultato perfetto, acclamato da tutti e degno di un finale musicale, non prima di avere segnalato la presenza dell'ex partner in crime di Hulkenberg, Kevin Magnussen, come ospite nel box della Sauber. *_____* Mettete tanti like e tanti cuoricini a tutto ciò!


Oggi mi sento un'Aston Martin se un'Alpine mi afferra,
con lo sguardo dentro in tasca, ma il mondiale è per terra,
se ho molte -L impazzisco come una Mercedes,
ci sto male - male, male, male,
vorrei svagarmi, ma oggi una Q3
e poi domani un temporale - e la Papaya è impopolare.

E mi hai buttato via in un sabato non sprint
mentre andavi in cerca di uno slancio di modernità,
Liberty vuole solo cuoricini, cuoricini,
pensava solo ai cuoricini, cuoricini,
stramaledetti cuoricini, cuoricini
che ti tolgono il gusto di inseguire Hulk,
poi mi uccidi, poi mi uccidi
quegli occhi sono due sainzini, due sainzini
Che sparano sui leclerchini, leclerchini
persino sotto alla notizia "terzo posto".

Una squadra e due piloti, è la tomba dei fanboy,
ce l'ha detto anche Ham-Soy
porta un chilo di prosciutto e poi nel dubbio passa a Copse
e almeno un urlo, COPSE!
e se oggi ho le Haas davanti all'anteriore
non mi giudicare - male, male, male
che dovrei dire io che la sbinnavo
e tu nemmeno ti mettevi a imprecare?

Tu mettevi solo cuoricini, cuoricini
pensavi solo ai cuoricini, cuoricini
stramaledetti cuoricini, cuoricini
che mi tolgono il gusto di inseguire Hulk,
poi mi uccidi, poi mi uccidi
quegli occhi sono due sainzini, due sainzini
che sparano sui leclerchini, leclerchini
persino sotto alla notizia "terzo posto".

Ma fortunatamente un domenica qualunque
ci hai portati via da tutta quanta la modernità
ma dove scappi senza cuoricini, cuoricini,
per Hulk sul podio, cuoricini, cuoricini,
c'è Kmag, cuoricini, cuoricini
che non tolgono il gusto di succhiare palle.

Poi li uccidi, poi li uccidi
si fottano quei due sainzini, due sainzini
che sparano sui leclerchini, leclerchini,
persino sotto alla notizia "terzo posto"
e i prosciuttini, i verstappini,
i piastrini, i norrisini,
chi se li fila, alla notizia "terzo posto"!


RISULTATO: 1. Norris/ McLaren, 2. Piastri/ McLaren, 3. Hulkenberg/ Kick Sauber, 4. Hamilton/ Mercedes, 5. Verstappen/ Redbull, 6. Gasly/ Alpine, 7. Stroll/ Aston Martin, 8. Albon/ Williams, 9. Alonso/ Aston Martin, 10. Russell/ Mercedes, 11. Bearman/ Haas, 12. Sainz/ Williams, 13. Ocon/ Haas, 14. Leclerc/ Ferrari, 15. Tsunoda/ Redbull, Rit. Antonelli/ Mercedes, Rit. Hadjar/ Racing Bulls, Rit. Bortoleto/ Kick Sauber, Rit. Lawson/ Racing Bulls, DNS. Colapinto/ Alpine.

domenica 6 luglio 2025

Formula 2 2025: Redbullring e Silverstone

Nei weekend dei gran premi di Austria e Gran Bretagna, nell'ultimo fine settimana di giugno e nel primo di luglio, è tornata la Formula 2 come evento di contorno della Formula 1.

Al Redbullring l'italiano Leonardo Fornaroli (Invicta) ha conquistato la pole position, precedendo Victor Martins (AIX), Richard Verschoor (MP Motorsport), Gabriele Minì (Prema), Amaury Cordeel (Rodin), Roman Stanek (Invicta), Alex Dunne (Rodin), Joshua Durksen (AIX), Pepe Martí (Campos), e John Bennett (Van Amersfoort) a completare la zona reverse grid.
Bennett è partito dalla pole nella gara di sabato, (con ventuno vetture al via causa DNS di Jak Crawford/ DAMS), ma è stato immediatamente superato da Durksen che ha preso la testa della gara, che è iniziata nella massima tranquillità durata all'incirca due o tre minuti, perché nel corso del secondo giro abbiamo avuto una bandiera rossa, dopo un botto agghiacciante, protagonisti Sami Meguetounif (Trident), Arvin Lindblad (Campos) e Luke Browning (Hitech).
Meguetounif ha tentato l'attacco su Lindblad, che a sua volta era in lotta con Browning, ma dopo un contatto ha spiccato il volo, si è ribaltato, la sua macchina ha centrato dall'alto quella di Browning, con contatto rollbar contro rollbar, per poi atterrare ribaltata.


Quando la gara è ripartita, abbiamo avuto subito una safety car dovuta alla vettura di Dino Beganovic (Hitech), ferma dopo un incidente. Durksen nel frattempo era ancora in testa davanti a Martí, che tuttavia oltre metà gara si è appropriato della leadership. Seguivano Stanek e Cordeel, ma quest'ultimo aveva in serbo per noi un colpo di scena: all'ultimo giro è finito in testacoda a random innescando un tamponamento a catena con Minì, Fornaroli e Bennett, che ha provocato il ritiro di tutti e quattro.
Martí ha conquistato la vittoria davanti a Durksen, Stanek, mentre seguivano Verschoor, Sebastian Montoya (Prema), Alex Dunne (Rodin), Martins e Ritomo Miyata (ART) a completare la zona punti, estesa ai soli primi otto. Seguivano Rafael Villagomez (Van Amersfoort), Max Esterson (Trident), Oliver Goethe (MP Motorsport) Cian Shields (AIX), mentre Kush Maini (DAMS) che era doppiato è stato classificato dietro agli ultimi ritirati.

Nella gara della domenica, trasmessa in diretta sulla TV dei povery, Fornaroli è uscito vincente da un duello al via con Verschoor, dietro di loro si è accodato Martins, mentre poco dopo abbiamo assistito al ritiro di Minì con il motore in fumo, destino simile a quello che sarebbe toccato più tardi a Cordeel. Nel frattempo, poco dopo un contatto con Bennett ha fatto precipitare Montoya nelle retrovie.
Martins ha undercuttato Verschoor che ha undercuttato Fornaroli, che abbiamo trovato a duellare prima con Martí e poi Dunne.
Quest'ultimo nella parte centrale della gara era il più veloce in pista, ed è andato a superare Martins per poi lanciarsi all'inseguimento di Verschoor, leader virtuale in attesa che Montoya e Maini andassero ai box. Con le posizioni di Verschoor e Dunne ormai consolidate (avrebbero finito 1/2), si è acceso il duello per il terzo posto, tra Martins, Fornaroli e Martí. Inizialmente vicino al sorpasso su Martins, Fornaroli si è visto superare da Martí, per poi approfittare di un contatto Martí vs Martins per risalire terzo. Quarto al traguardo, Martí ha avuto una penalità per quanto accaduto, scivolando più indietro.
Martins ha trascorso la parte conclusiva della gara duellando con Browning, Crawford e chiunque gli capitasse a tiro. Montoya dopo la sosta ne ha approfittato per superare tutto il gruppo eccetto Crawford. Hanno chiuso quindi tra la quarta e la decima posizione Crawford, Montoya, Browning, Martins, Stanek e Beganovic, ma successivamente Dunne è stato squalificato per irregolarità tecniche. Di conseguenza Fornaroli e Crawford risultano 2/3 e tutti i piloti sopracitati hanno migliorato di una posizione, con Meguetounif risalito in zona punti.
Hanno completato l'ordine d'arrivo, Villagomez, Lindblad, Durksen, Bennett, Esterson e Maini, questi due protagonisti di un contatto dopo la sosta di Maini. Goethe si è invece ritirato all'ultimo giro per un incidente con Lindblad.

Silverstone // la pole position è andata a Martins, che ha preceduto Dunne, Crawford, Stanek, Montoya, Durksen, Verschoor, Beganovic, Maini e Fornaroli, con l'italiano che si è di conseguenza aggiudicato la pole position da reverse grid, mentre il connazionale Minì aveva invece il sedicesimo tempo, valevole per l'una e per l'altra gara.
Beganovic è dovuto partire dai box per la sprint di sabato. Maini ha strappato la leadership a Fornaroli al via, Leonardo tuttavia si è ripreso la posizione dopo un duello... alla Copse. XDXDXD Montoya nel frattempo si era accodato in terza piazza e si avvicinava a Maini.
Mentre avevamo un italiano in testa, Minì stava rimontando ed è rimasto in seguito coinvolto in un contatto con Dunne, il quale è stato costretto ad andare ai box su tre ruote ritrovandosi nelle retrovie e più tardi verso la fine della gara si è ritirato. Minì ha ricevuto invece una penalità.
Montoya in corso d'opera si è procacciato la seconda posizione, iniziando ad allungare su Maini, dietro al quale si è formato un trenino. Stanek è riuscito a passarlo, anche se con il dubbio che avesse messo le ruote fuori dalla pista nell'effettuare la manovra, ha tuttavia mantenuto il risultato, quindi a podio Fornaroli, Maini e Stanek.
All'ultimo giro un contatto tra Browning e Martins ha fatto sì che questo fosse passato da Verschoor, nella parte bassa della zona punti. Maini, Durksen, Crawford, Verschoor e Martins hanno completato la top-8 dopo, questi ultimi due risaliti dopo la penalità ricevuta da Browning, precipitato quindi dodicesimo dietro a Lindblad, Martí e Goethe. Seguivano Meguetounif, Minì penalizzato per il contatto con Dunne, dopodiché Bennett, Villagomez, Shields, Beganovic, Cordeel, Miyata, Esterson.

Nella feature della domenica la pista era umida e i piloti sono partiti sulle gomme da bagnato. Martins ha fatto una pessima partenza, venendo superato da Crawford e Dunne, ritrovandosi terzo davanti a Stanek. Fornaroli nel frattempo nella prima parte di gara è stato impegnato a duellare con Lindblad, il quale ha poi ricevuto un warning(?) per essere andato a zigzag.
Browning è risalito fino a ridosso della zona podio e ha anche superato Martins in corso d'opera mentre la pista andava via via asciugandosi, ma non abbastanza per le slick: Minì ci ha provato, ma è finito in testacoda e ha cozzato contro Goethe. In seguito è finito fuori pista con conseguente virtual safety car, divenuta poi safety car quando Stanek è rimasto fermo.
Browning era rientrato per il pitstop obbligatorio prima di questi fatti, Crawford e i piloti a seguire dopo. Le posizioni della top-5 al restart, a due giri dalla fine, erano Crawford, Dunne, Browning, Durksen e Martins. Un testacoda di Durksen rimasto poi piantato nel bel mezzo della pista ha fatto sì che la gara finisse in safety car, mentre Martins che aveva perso molte posizioni causa ala anteriore danneggiata, è rientrato ai box.
Crawford ha quindi vinto davanti a Dunne, Browning, Beganovic, Montoya, Fornaroli, Verschoor, Lindblad, Martí e Villagomez a completare la zona punti. Seguivano Goethe, Bennett, Esterson, Shields, Miyata, Maini, Cordeel e Meguetounif.
Verschoor 122, Crawford 116, Dunne 108, Fornaroli 104, Browning 98.


giovedì 3 luglio 2025

GP Francia, Gran Bretagna, Germania, Ungheria 2005: quattro gran premi in un mese

Il mese di luglio è spesso piuttosto intenso per la Formula 1 e quello del 2005 ha visto ben quattro gran premi venire disputati in cinque fine settimana. Ai tempi non esistevano ancora i triple header, quindi abbiamo avuto gare nei primi due e negli ultimi due weekend del mese. A Magny Cours, il ritorno di Fernando Alonso alla vittoria, a Silverstone la prima vittoria di Juan Pablo Montoya con la McLaren, a Hockenheim la rincorsa al titolo di Kimi Raikkonen subisce un brusco stop con il ritiro mentre era in testa, mentre all'Hungaroring va in scena quello che si rivelerà l'ultimo duello tra i fratelli Schumacher.

GP FRANCIA - 3 luglio // il leader del mondiale su Renault scatta dalla pole position, precede la Toyota di Jarno Trulli, le Ferrari di Michael Schumacher e Rubens Barrichello su stategie splittate, nonché la B.A.R. di un ottimo Takuma Sato che comunque uscirà molto in fretta dalle posizioni che contano.
Alonso accumula vantaggio, Schumacher sta negli scarichi di Trulli, ma deve aspettare la prima sosta per liberarsi di lui. Le McLaren allungano il primo stint: Raikkonen partiva tredicesimo per la sostituzione del motore, Montoya in bassa top-ten, dopo essersi fermati i due sono 2/3, anche se Montoya si ritirerà per un problema tecnico.
Le posizioni dei primi tre sono ormai consolidate, Fernando, Kimi e Michael, quest'ultimo sul podio proprio nel giorno in cui il suo piccolo fanboy Sebastian Vettel compie diciotto anni.
Jenson Button si piazza quarto, per la B.A.R. sono i primi effettivi punti stagionali, dopo quelli depennati a Imola, Trulli arriva quinto, dietro di lui Giancarlo Fisichella su Renault, Ralf Schumacher su Toyota e Jacques Villeneuve su Sauber a completare la top-8, con a seguire Barrichello che ha effettuato tre soste anziché due e David Coulthard su una Redbull meno performante che a inizio stagione.

GRAN BRETAGNA - 10 luglio // ancora una penalità per sostituzione del motore per Raikkonen e ancora Alonso in pole position, ma è Montoya a spuntarla portandosi in testa - il tutto mentre Sato resta fermo e verrà fatto partire a spinta - posizione che manterrà, seppure a fatica, all'uscita di Alonso dalla pitlane per la prima sosta, vicinissimo all'overcut.
Button, Barrichello e Fisichella stavano nelle posizioni immediatamente retrostanti a inizio gara, ma Rubinho ancora una volta è su una strategia alternativa essendo più scarico di benzina e farà una sosta in più. Button scivolerà invece alle spalle di Fisichella. Raikkonen supera Button dopo la seconda sosta e, insieme a un problema al pitstop per Fisichella, questo gli consegna il podio.
Montoya allunga su Alonso, che deve vedersela anche con qualche doppiato turbolento, Raikkonen giunge terzo seguono Fisichella, Button, Michael Schumacher, Barrichello e Ralf Schumacher in zona punti. Dietro di loro Trulli precede la Sauber di Felipe Massa, dopodiché le Williams, per il secondo gran premio di seguito in difficoltà.

A Silverstone avviene l'ultima apparizione di Patrick Friesacher in Formula 1, miglior risultato in carriera una sesta piazza, peccato che corressero solo in sei, era infatti il GP dell'Indy-gate, in cui le Ferrari hanno fatto una poco memorabile doppietta, le Jordan 3/4 con Tiago Monteiro e Narain Karthikeyan e Friesacher sesto battuto anche da Christijan Albers.
Preparatevi psicologicamente perché non vi sto per dare una semplice notizia di mercato piloti, ma perché siamo di fronte a un gossippone epico che a suo tempo venne riferito da Mazzoni durante una telecronaca. Poi aggiungerò un altro gossippone che sono andata a stanare da sola!
Il sostituto di Friesacher è Robert Doornbos, connazionale di Albers con il quale ha un rapporto piuttosto burrascoso. Secondo quanto riferito da Mazzoni, i loro contrasti risalirebbero ai tempi in cui uno dei due era fidanzato con la sorella dell'altro!
Sembrerebbe che la sorella fosse quella di Doornbos e che quindi l'ex fidanzato fosse Albers. Questo si è poi sposato con una certa Liselore, figlia di un certo Kooijman, possessore di un sacco di big money, che invece di suggerire al genero di cambiare mestiere, ha investito nella Midland/ Spyker perché potesse accaparrarsi un volante. Curiosità: nel 2005 ci sono stati dei rumour su un passaggio di Doornbos alla Midland, quindi Albers pare anche avere avuto un ingaggio a discapito dell'ex cognato!

GERMANIA - 24 luglio // Raikkonen parte dalla pole e conserva la posizione davanti ad Alonso, ma le cose andranno malissimo poco dopo la metà della gara, quando il motore lo abbandonerà. Ereditata la leadership, Alonso è ormai incontrastato, infatti andrà a vincere senza troppe preoccupazioni.
Una Ferrari in difficoltà vedere Michael Schumacher vedersela con Button, il pilota della B.A.R. gli strappa la seconda piazza, che diventerà terza una volta in cui entrambi subiranno overcut da parte di Montoya, partito ultimo per la sostituzione del motore e secondo al traguardo. Se Jenson si consola con il gradino più basso del podio, Michael giunge solo quinto, in quanto verrà superato anche da Fisichella. Coulthard e Massa completano la zona punti, mentre Barrichello partito attardato giunge solo decimo dietro a Christian Klien dopo avere dubito il sorpasso del pilota della Redbull.
Continuano i problemi in casa Williams: Nick Heidfeld giunge soltanto undicesimo, mentre Mark Webber finisce a millemila giri in quanto ha avuto problemi, ma è stato rimandato in pista nella speranza di percorrere chilometri che gli dessero una posizione di uscita decente alle successive qualifiche, in quanto l'ordine di qualifica è inverso all'ordine d'arrivo del gran premio precedente.
Reminiscenze mazzoniane: secondo il Sommo Gianfranco, pare che anche i webbfeld non fossero proprio best friends forever, ma non trovo alcuna conferma googlandoli.

UNGHERIA - 31 luglio // Michael Schumacher parte dalla pole position e Raikkonen, partito quarto, gli si mette negli scarichi, portandosi dietro Montoya. Dietro ci sono le Toyota di Trulli e Ralf, quest'ultimo viene tamponato da Alonso che perde l'ala anteriore. Ci sono vari contatti, Barrichello danneggia la macchina, ma va peggio ai Redbull: Klien addirittura cappotta, mentre Coulthard rompe una sospensione prendendo l'alettone perduto di Alonso. Questo si fermerà ai box, così come Rubinho, e gli finirà la gara dietro, solo undicesimo.
Schumacher e Raikkonen sono 1/2 ma su una strategia a tre soste, Montoya terzo e poco distante, ma prevede due pitstop. Ne farà solo uno, quando un guasto metterà fine alla sua gara.
Raikkonen fa una seconda sosta breve e prende la leadership, allungando su Michael Schumacher che, pur fermandosi molto dopo per la terza, rimane distante e, anzi, si ritrova negli scarichi il fratello. Ralf si avvicina a meno di un secondo, ma rimane terzo. Seguono Trulli, Button, finalmente Heidfeld e Webber, Sato porta a casa l'ultimo punto e la Renault resta a secco, visto che il meglio classificato è Fisichella solo nono.
Al parc fermé e sul podio i fratelli Schumacher sono meno espansivi l'uno con l'altro di quanto alla fangirl che è in me piacerebbe. :-(((( No problem, si rifaranno in occasione del loro prossimo podio insiem-... ah no, questo resterà l'ultimo.

martedì 1 luglio 2025

Ho visto il documentario "Andrea Moda Formula, la scuderia più folle di sempre": la mia recensione

Avevo ovviamente sentito parlare del documentario sull'Andrea Moda uscito lo scorso anno, tuttavia non avendo dimestichezza con le varie piattaforme (ovvero non avendo abbonamenti vari) non ho avuto occasione di vederlo fintanto che non è passato in TV su Motor Trend, nella serata del 30 Giugno. Il documentario, della durata complessiva di più di due ore, era uscito a puntate, mentre nella sua versione televisiva è stato trasmesso integralmente a partire dalle 22.15.
Ero molto curiosa di vederlo, da appassionata di storie di Formula 1 vintage e di piccoli team. Ne avevo sentito parlare su Zuckerbook nel corso dei mesi e adesso che l'ho visto ovviamente ne parlo anche io stessa.
Prima di partire vorrei complimentarmi con Zoofactory, produttore di "Andrea Moda Formula, la scuderia più folle di sempre" per avere deciso di fare conoscere la storia di questa piccola squadra, che ha fatto parlare di sé nel corso del 1992 e che fa tuttora parlare di sé.


Tutto nasce dall'idea di Andrea Sassetti, un piccolo imprenditore marchigiano produttore di scarpe (con la passione per i motori derivante dai trattori che da bambino vedeva nelle campagne dalle sue parti) il cui brand Andrea Moda è divenuto di punto in bianco celebre e fonte di grosse entrate economiche. E che cosa c'è di meglio da fare, quando si ha improvvisamente un'enorme disponibilità economica? Ovviamente comprarsi una squadra di Formula 1! Del resto, cosa potrà mai andare storto?
E in effetti va proprio così: Sassetti acquista gli asset della scuderia Coloni, i test si svolgono in una zona industriale del marchigiano, e salta i gran premi di Sudafrica e Messico perché 1) non ha pagato la tassa di iscrizione, 2) le monoposto della stagione precedente della Coloni non sono costruite da Andrea Moda e ciascun costruttore deve costruire le proprie monoposto.
Bene ma non benissimo. I piloti Enrico Bertaggia (amico della famiglia Antonelli che in seguito avrebbe deciso che Kimi doveva essere il middle name di "AKA") e Alex Caffi decidono di scappare a gambe levate e al loro posto vengono ingaggiati Roberto Moreno e Perry McCarthy.
I due sono entrambi lungamente presenti nel documentario. Moreno parla esattamente come il mio tecnico di computer di fiducia di origini brasiliane, mentre McCarthy ha quel tono eccessivamente entusiasta che hanno certi professori madrelingua durante le lezioni di lingue straniere, direttamente proporzionale alla loro volontà di incentrare le lezioni sul parlare di tematiche leggere in lingua o alla traduzione di testi di canzoni pop, piuttosto che su lunghi pipponi a proposito di argomenti colti.

Le nuove monoposto sono progettate dalla Simtek Research, in base a un progetto del 1990 per la BMW, che poi ha rinunciato all'intenzione di entrare in Formula 1. Quindi non è che siano proprio all'avanguardia, in più possiamo affermare che la squadra stessa non sia propriamente all'avanguardia.
A quanto pare, sembra che Bernie Ecclestone proponga a Sassetti di entrare con una sola macchina, ma questo rifiuta perché "la Ferrari corre con due macchine". Inutile dire che i mezzi a disposizione sono un po' diversi, ma nevermind. In Brasile, McCarthy non ha ancora la Superlicenza, mentre Moreno può scendere in pista. Percorre appena tre giri, ma intanto la nera vettura marchigiana è uscita dalla pitlane! Non si prequalifica, ma questi sono dettagli, accadrà molto spesso di non prequalificarsi, anzi pressoché sempre. Piccolo dettaglio: non siamo più ai tempi in cui c'erano trentanove macchine, adesso ce ne sono solo trentadue, di cui trenta passano in qualifica. In estrema sintesi, le Venturi, la seconda Footwork e la seconda Fondmetal hanno la certezza quasi matematica di potere almeno passare alla sessione di qualifica, in cui ventisei piloti su trenta si procacceranno una posizione in griglia.
In Spagna anche McCarthy riesce a salire in macchina e a percorrere... quindici metri. Le cose non cambiano nell'immediato futuro ed essere secondo pilota dell'Andrea Moda sembra leggermente peggio che essere secondo pilota in un top team!

A Montecarlo, poi, succede un evento che ha del miracoloso: su sei piloti presenti alle prequalifiche, Moreno strappa il terzo tempo e supera brillantemente il primo scoglio a spese della Venturi di Ukyo Katayama (mentre McCarthy non è pervenuto per palese inguidabilità del mezzo, ma questo non lo diciamo per non perdere la magia del momento).
Incredibile ma vero, in qualifica Robertone nostro ottiene una gloriosa ventiseiesima piazza, che nonostante problemi tecnici nella fase finale della sessione rimane imbattuta dalle Brabham, da una Fondmetal e da una March. La gara dura appena dodici giri: Judd non fornisce nuovi motori, quindi non ci sono speranze. Il motivo per cui non fornisce nuovi motori è che a quanto pare la squadra è indietro con i pagamenti.
La gara di Moreno finisce in fumo, ma può dire di avere disputato una gara con l'Andrea Moda, cosa che non è mai accaduta prima nella storia e che mai più succederà. Segnalo che, secondo quanto detto nel documentario, Moreno avrebbe girato "più veloce delle Ferrari", cosa che tuttavia stride con il quarto e l'ottavo posto in griglia ottenuti da Jean Alesi e Ivan Capelli.
Il documentario racconta un retroscena curioso: una certa Valerie Jorquera che lavorava per la Elf, avrebbe fornito carburante più performante, lo stesso che potevano permettersi i top team, secondo Moreno in cambio di un profumo di Chanel.
Inoltre prima del GP di Montecarlo il team aveva fatto un test serio dopo avere affittato un kartodromo, il che ha contribuito all'essere pronti per affrontare le stradine del Principato.

Si tratta di un acuto che non viene ripetuto, si va di nuovo in pista con il solo Moreno, non ci si prequalifica, in Francia il camion del team non riesce ad arrivare a causa delle strade bloccate per uno sciopero su scala nazionale degli autotrasportatori francesi... Viene intervistato l'allora camionista del team, che racconta l'accaduto, e a tale proposito è doveroso specificare che anche altre squadre hanno avuto problemi logistici a portare il proprio materiale a quel gran premio, ma Andrea Moda è stata l'unica squadra le cui monoposto non sono arrivate.
Poi si va in Gran Bretagna, a casa di McCarthy... ecco, per McCarthy sarebbe stato meglio andarsene direttamente a casa. Per la sua macchina non ci sono gomme nuove, perché è quello quello che succede quando si è indietro con i pagamenti alla Goodyear. Quindi cosa si fa? Ma ovviamente si montano sulla macchina le gomme usate di Moreno. Da pioggia. In Inghilterra piove spesso, ma non in questa occasione. McCarthy completa il giro di prequalifica ai due all'ora, ma è già tanto per gli standard a cui è stato abituato.
Nel successivo evento in Germania, Perry completa un giro, ovviamente valevole dell'ultimo tempo in prequalifica, ma non si ferma alle operazioni di peso e viene escluso dall'evento, cosa che comunque non cambia l'andazzo.

Non viene citato nel documentario, ma al GP d'Ungheria una Brabham prossima al fallimento schiera una sola monoposto, facendo sì che solo cinque vetture prendano parte alle prequalifiche. In questo caso Moreno quindi si prequalifica, ma ovviamente ha il trentesimo tempo al sabato e non va in griglia.
Con il fallimento della Brabham a partire dal GP del Belgio non ci saranno più le prequalifiche. Anche questo non è citato, così come non è citato che l'incidente di Erik Comas riduce da trenta a ventinove i piloti che tentano di qualificarsi: 28/29esimo tempo.
Sono tuttavia altri i fatti che spiccano del weekend belga, l'inizio della fine per l'Andrea Moda. Dal punto di vista agonistico, Moreno racconta di come la sua macchina non curvasse per problemi di sterzo. Tutto questo passa comunque in secondo piano quando Sassetti viene arrestato nel paddock a causa di una vicenda legata a fatture non pagate, per la quale viene accusato di avere falsificato dei documenti. Viene rilasciato due giorni dopo e, secondo quanto riferisce, sarebbe un complotto di Bernie Ecclestone nei suoi confronti.

Curiosità: questo gran premio è lo stesso nel quale Michael Schumacher conquista la prima vittoria in Formula 1, cosa che viene anche citata nel documentario. Questa considerazione la aggiungo io: trovo tutto ciò estremamente poetico dal punto di vista etimologico, non sarà che le stelle si sono allineate e hanno voluto mandare un messaggio subliminale? Una cosa tipo: "non è meglio che torni a produrre scarpe?"
Il danno, comunque, ormai è fatto e per l'Andrea Moda è finita: al GP d'Italia, la squadra non viene accettata e viene radiata per avere danneggiato la reputazione della Formula 1. È definitivamente la fine e il sogno di Sassetti di fare il team owner svanisce mestamente.
Le due monoposto rimarranno in suo possesso per anni, saranno esposte a fiere e sagre marchigiane e le guiderà lui stesso occasionalmente sul circuito di Misano. Una delle due pare essere stata confiscata per un provvedimento giudiziario, mentre l'altra secondo Sassetti è sparita. Secondo quanto riportato dal video, è stata ridipinta dal suo nuovo proprietario come una Williams con livrea Rothmans... che detto sinceramente mi pare un'idea abbastanza malsana.

In sintesi, il documentario racconta la vera storia dell'Andrea Moda, allontanando certe leggende metropolitane quali presunti operai del calzaturificio improvvisati come meccanici in Formula 1. Ciò non trova alcun riscontro nel documentario.
Detto questo, ho trovato molto avvincente questo racconto di una scuderia di Formula 1 nata praticamente in un capannone nelle campagne e di come quello che è stato dipinto per anni come il peggiore team della storia fosse in realtà una squadra che ha avuto sfortuna e che ha avuto tutti contro. Ritengo tuttavia che sia molto facile arrivare a questa conclusione, se si intervistano solo il fondatore, i vertici del team e soggetti che dal team non hanno subito alcun danno. Ci sono infatti testimonianze da parte di Ivan Capelli, Nigel Mansell, Stefano Domenicali giusto per citare i soggetti più altisonanti.
Si menzionano spesso mancati pagamenti e non sono sicura che i fornitori dell'Andrea Moda condividerebbero il ritratto totalmente positivo e favorevole che viene tracciato durante la narrazione. Allo stesso modo, trovando abbastanza semplicistica l'accusa di complotto contro una squadra che stava "cambiando la Formula 1" e che spaventava (qualificandosi mezza volta? chissà che terrore incutevano...) sarebbe stato bello sentire anche qualcuno che contestasse questa accusa, invece di limitarsi a elevare l'ipotesi di complotto a verità ineluttabile.

Per quanto riguarda Sassetti, non conosco il personaggio se non per quanto riguarda la sua breve esperienza in Formula 1. Sostiene di essere sempre stato pulito e gli do fiducia, non avendo mezzi per farmi un'idea. Però deve essere una persona molto sfortunata, a questo punto, dato che ha avuto guai con la legge in almeno altre due occasioni, tra cui una condanna per bancarotta.
In più, la faccenda dello sterzo danneggiato del GP del Belgio è stata raccontata, anche in altre sedi e pare anche dallo stesso McCarthy in un modo diverso dal "ahahah, che team rustico, Moreno guidava e la macchina non curvava, pura poesia!" Pare che la monoposto di McCarthy venisse utilizzata in primis per avere pezzi di ricambio per quella di Moreno e che, di conseguenza, il piantone malfunzionante sia stato consapevolmente montato sulla macchina di Perry e questo sia stato mandato in pista, dove ha avuto un incidente all'Eau Rouge.
Quello che posso dire è che una volta sono rimasta con il volante bloccato a bordo della Punto dei miei genitori mentre ero in un tratto rettilineo della provinciale e non è stata una bella esperienza percorrere i quindici chilometri che mi separavano da casa con il volante che praticamente non girava. Penso che sia decisamente peggio se succede su una monoposto di Formula 1 all'Eau Rouge-Radillon.
Se quanto si racconta in altre sedi è vero, ammetto di non approvare molto la scelta di ometterlo. Se è falso, mi aspetterei invece che venisse smentito, come sono state smentite altre dicerie.

Tornando a noi, a questo punto non mi resta che esprimere il mio parere su questo documentario: a mio parere è ottimo e si sarebbe meritato di passare su un canale ben più altisonante di Motor Trend. L'ho trovato molto un documentario per nerd, ma d'altronde bisogna essere molto nerd per interessarsi all'Andrea Moda.
Mi è parso molto ben fatto e contenente video piuttosto interessanti. Il grande lavoro di ricerca che c'è stato dietro appare molto evidente e il prodotto finale è molto godibile. Nonostante fosse stato ideato per essere visto in tre puntate, la visione completa non è pesante, nonostante la durata superiore alle due ore.
L'unico lato che non ho apprezzato, è la totale assenza di contradditorio e l'immagine estremamente candida che viene data di una squadra che, palesemente, ha avuto grossi problemi di gestione e organizzazione, dettati in gran parte dall'inesperienza nel settore e dall'eccessiva ambizione del suo fondatore... Ma dato che ho faticato perfino a comprendere la santificazione a oltranza di Ayrton Senna da parte del famoso documentario di Asif Kapadia, ritengo si possa capire se ho dei dubbi sul glorificare senza alcuna esitazione il "che bello debuttare in Formula 1 perché sì".