Torinese, pilota di rally e di cronoscalata negli anni '50/60, collaboratore di Abarth, ha fondato Osella Corse, inizialmente attiva nelle formule minori, con l'esordio in Formula Ford negli anni '70.
Dopo alcune stagioni in Formula 2, con alcune vittorie per mano dell' "americano di Roma" Eddie Cheever nel 1979, Osella fa il proprio debutto in Formula 1 nel 1980, con davanti a sé una lunga storia: resterà infatti per ben undici stagioni, nel corso delle quali, a onore del vero, otterrà ben poche soddisfazioni.
Nella prima stagione schiera una sola vettura, motorizzata Cosworth: ha il numero 31 ed è guidata proprio da Cheever. Siamo in un'epoca in cui vengono ammesse in griglia meno vetture di quante tentino di qualificarsi, quindi le aspettative non possono essere molto alte. Su quattordici gran premi, la qualificazione arriva solo dieci volte. Arrivano nove ritiri, vedendo la bandiera a scacchi al GP d'Italia, con una dodicesima posizione finale.
Si segnala tuttavia come al GP di Spagna, declassato a non championship race nell'ambito della guerra FISA vs FOCA, a cui non partecipano i team della FISA, Cheever viaggiasse verso la terza piazza al momento del ritiro a gara inoltrata per un guasto al cambio.
Nel 1981 ci sono due vetture, la 31 e la 32. Beppe Gabbiani disputa l'intera stagione, parte sulla 32 e parte sulla 31, mentre al suo fianco si susseguono l'argentino Miguel-Angel Guerra, che resterà infortunato nel GP di San Marino, i nostri connazionali Piercarlo Ghinzani e Giorgio Francia, infine il francese Jean-Pierre Jarier.
La stagione non procede esattamente nel migliore dei modi: Gabbiani centra solo tre qualificazioni collezionando ritiri, Guerra va in griglia soltanto a Imola dove resta infortunato, Ghinzani porta a casa un tredicesimo posto e una mancata qualificazione, Francia non si qualifica nell'unico evento a cui partecipa... ma mesdames et messieurs, acclamate Jarier - che tra parentesi dalle foto sembra che portasse lo sponsor Candy sulla tuta - che si qualifica sette volte di fila e nelle quattro gare che completa si piazza due volte ottavo, una decima e una nono!
Purtroppo sembra che oltre le soddisfazioni in pista accadano anche disgrazie, dato che pare che nel weekend di Monza lasciando il circuito Jarier sia coinvolto in un incidente stradale nel quale muore una persona che si trovava in sella a una bicicletta.
Nel 1982, a fare coppia con Jarier è l'esordiente italiano Riccardo Paletti. Le vetture sono tante, ci sono anche le prequalifiche e nel suo caso si alternano alle mancate qualificazioni anche mancate prequalificazioni.
Nel caso di Jarier sembra andare meglio, nei primi cinque gran premi si qualifica sempre, ottenendo anche un nono posto in Brasile e soprattutto con il quarto posto a Imola - ottenuto anche grazie al fatto che, nell'ambito della guerra FISA vs FOCA, non siano presenti i team della FOCA - i primi punti della scuderia, che a fine stagione si classificherà dodicesima nel mondiale costruttori.
Paletti riesce a qualificarsi tre volte: a Imola, dove si ritira per un guasto, a Detroit dove non riesce a prendere il via, infine nel tragico GP del Canada, in cui rimane coinvolto in un terribile incidente in partenza nel quale perderà la vita a soli ventitré anni. Dopo la morte di Riccardo, la squadra schiera soltanto la vettura numero 31 per il resto della stagione.
Jarier riesce a disputare un totale di tredici gare su sedici appuntamenti, ma la sua stagione prosegue con una lunga serie di ritiri e riesce a rivedere il traguardo soltanto una volta con un quattordicesimo posto.
Nel 1983 si passa in corso d'opera dai motori Cosworth ai motori Alfa Romeo. I piloti sono Corrado Fabi e Piercarlo Ghinzani, che rimediano rispettivamente sei e otto DNQ. Il miglior gran premio è quello d'Austria: Fabi decimo, Ghinzani undicesimo. In Olanda, Fabi conclude in undicesima piazza: questi sono gli unici casi in cui arrivano al traguardo.
Nel 1984 il team iscrive una sola vettura, guidata da Ghinzani, che manca la griglia una sola volta, giunge quinto a Dallas riportando l'Osella a punti, e ottiene alcuni risultati di spessore tra cui due settimi posti. A un certo punto, gli viene affiancato l'austriaco Jo Gardner, che ugualmente sforna belle prestazioni, tra cui un quinto posto al GP d'Italia. Però è una vettura extra e le vetture extra non prendono punti. Non vengono nemmeno assegnati a scalare, perché se i punti del quinto venissero assegnati al sesto e quelli del sesto al settimo stile formule minori contemporanee con i guest driver, almeno Ghinzani che è giunto settimo si porterebbe a casa un punto! Ancora una volta, i punti valgono il dodicesimo posto in classifica piloti.
Nel 1985 c'è una sola macchina, all'inizio la guida Ghinzani, poi passa alla Toleman e viene rimpiazzato dall'olandese Huub Rothengatter (che in futuro diventerà il manager di Jos Verstappen). Una sola mancata qualificazione, qualche gara terminata, ma il miglior risultato è solo un settimo posto per mano di Rothengatter, che non sarebbe neanche male, ma non vale punti.
Ghinzani torna nel 1986, sulla seconda macchina si alternano il tedesco Christian Danner, il canadese Allen Berg e l'italiano Alex Caffi. Il punto più basso è il doppio DNQ a Montecarlo, quello più alto un undicesimo posto ottenuto da Ghinzani.
Caffi diviene il pilota di punta per un 1987 devastante, a parte il dodicesimo posto a Imola, il resto sono tutti ritiri e due mancate qualificazioni. La seconda vettura c'è in quattro occasioni: l'italiano Gabriele Tarquini si aggiudica un ritiro, lo svizzero Franco Forini due ritiri e una mancata qualificazione.
Le monoposto hanno un nome che inizia con la sigla "FA1" alla quale si aggiunge una lettera progressiva, saltando la J e la K, perché noi siamo italiani quindi non ci servono. La macchina del 1988 si chiama quindi... FA1L! Siamo negli anni '80, non esistono chat e SMS, quindi non c'è nemmeno il linguaggio bimbominchiese, ma fa comunque abbastanza ridere. Il motore Alfa Romeo viene ribattezzato come motore Osella, dato che l'Alfa non vuole vedere il proprio marchio associato a una squadra dalle performance piuttosto deludenti.
Il pilota è l'italiano Nicola Larini, che colleziona tre DNQ, due DNPQ, una squalifica per irregolarità tecniche, molti ritiri, qualche volta giunge al traguardo e si porta a casa una nona piazza a Montecarlo! Larini nel 1989 - in cui si torna al motore Cosworth - si conferma il nostro bad boy preferito, dato che inizia la stagione con una squalifica per errata posizione sulla griglia. Per fortuna nei decenni a venire una simile infrazione è stata declassata, altrimenti Jules Bianchi e Pascal Wehrlein invece che punti con la Marussia/ Manor avrebbero collezionato bandiere nere.
Posizionarsi male sulla griglia, comunque, è già tanto se essendoci trentanove macchine non ti prequalifichi nella metà dei gran premi. Le monoposto quest'anno sono due, è tornato Ghinzani, che supera le prequalifiche appena tre volte. Nell'ultimo gran premio stagionale rimane infortunato in un incidente, è anche il suo ultimo gran premio in carriera.
Questa stagione vede nuovamente una sola vettura, stavolta guidata dal francese Olivier Grouillard. Le cose vanno leggermente meglio, forse perché ci sono meno macchine che tentano di prequalificarsi: solo due DNPQ. Attenzione, però, che non è finita, c'è anche lo scoglio delle qualifiche e per altre cinque volte Grouillard non vede la griglia di partenza.
Le performance in gara non sono brillanti, i migliori risultati due tredicesimi posti. È proprio con un tredicesimo posto che si conclude la stagione.
Il main sponsor Fondmetal, che già aveva una quota di proprietà, rileva la squadra: è la fine per Osella come scuderia, dopo undici anni, un quarto e due quinti posti in gara come migliori risultati e il memorabile risultato di non essere mai incappata in truffatori, santoni, pluriomicidi, finti principi e quant'altro, cosa che invece è spesso accaduta ad altre squadre di bassa classifica.