mercoledì 30 aprile 2025

Come una serie di avvisaglie non hanno aperto gli occhi abbastanza prima del GP di San Marino 1994

AI generated - ChatGPT
Il 30 Aprile 1994 ho perso la mia "innocenza motoristica" quando per la prima volta, per me, il motorsport ha smesso di essere solo un mix di monoposto colorate e di piloti che, a fine gara, sbevazzavano champagne buttando cappelli giù dal podio. La triste fine di Roland Ratzenberger ("un pilota giovane", la risposta di mio padre al mio chiedere delucidazioni su chi fosse il pilota morto, mentre la TV mostrava i replay dell'incidente) è stata la prima giornata terribile della storia della Formula 1 che ho vissuto. Era troppo presto per capire, vivevo ancora il motorsport come se fosse un film, probabilmente senza capire che a morire fossero persone vere. Allo stesso modo in cui io non capivo pienamente cosa fosse successo, penso che in tanti non avessero capito pienamente che lo spettro della morte, che si riteneva così lontano dai circuiti, in realtà era ben presente, si era solo nascosto molto bene.
Alla fine, se certe cose possono succedere per caso, non è che dipenda tutto dal caso. Una serie di importanti modifiche regolamentari ha preceduto la stagione 1994 e ha portato con sé una serie di conseguenze. Già in precedenza c'era stata a mio avviso molta fortuna. A ripensare al 1994 trentun anni dopo, più che stupirsi per due incidenti mortali viene quasi da stupirsi dei tanti sopravvissuti.

Nei test prestagionali J.J.Lehto ha riportato un infortunio al collo, verosimilmente il primo incidente veramente serio dell'anno. Avrebbe dovuto disputare la stagione con la Benetton, ma ha perso i primi due gran premi stagionali, Brasile e Pacifico. Tornato in pista proprio nel corso del weekend del GP di San Marino, più avanti nel corso della stagione sarebbe stato declassato a riserva per non essersi ripreso pienamente dall'infortunio riportato nel pre-season.
Un episodio simile è accaduto a Jean Alesi: il pilota della Ferrari ha avuto un incidente in una sessione di test avvenuta tra il primo e il secondo gran premio della stagione. Ha riportato un infortunio al collo (ricordo che, intervistato sulla Rai nel 2009, in relazione all'incidente avuto in moto da Michael Schumacher e alle sue lesioni e potenziali tempi di recupero, Alesi ha detto che in quell'incidente del 1994 ha riportato una microfrattura a una vertebra) dovendo saltare i GP del Pacifico e di San Marino.
Sebbene in quel caso la causa sia stata una manovra decisamente ottimista di Eddie Irvine, anche nell'evento di Interlagos si è avuto un incidente che avrebbe potuto avere conseguenze devastanti. Il pilota della Jordan, infatti, ha speronato la Benetton di Jos Verstappen, il quale è finito sull'erba ed è rimbalzato piovendo addosso alla McLaren di Martin Brundle, con anche la Ligier di Eric Bernard coinvolta, ma con un ruolo molto minore.
Brundle ha rischiato parecchio in quell'incidente, essendosi praticamente preso una ruotata sul casco. Ha in seguito dichiarato di avere perso conoscenza e di non avere ricordi di quell'incidente. Questa era la premessa e, come si può notare, c'erano già state diverse circostanze in cui ci si era appigliati alla fortuna, prima del GP di San Marino.

Non che non fosse accaduto negli anni precedenti, sia chiaro. La leggenda metropolitana secondo cui la Formula 1 era sicura perché non era più morto nessuno dal 1986 non teneva conto del fatto che di incidenti seri ce n'erano stati vari, ma semplicemente non c'erano state conseguenze gravi. O per meglio dire, non c'erano stati *morti*, perché comunque ci sono stati piloti che in quell'arco temporale hanno visto la loro carriera finire a causa di incidenti (nel caso di Philippe Streiff - incidente nei test nel 1989 - restando addirittura paralizzato).
Il progresso della sicurezza sicuramente c'era stato, ma a mio avviso spesso la semplice fortuna è stata bollata come "progresso della sicurezza", giungendo a sottovalutare una serie di fattori. Nel 1994, con il cambio regolamentare, la situazione è di gran lunga peggiorata. Le vetture non erano adatte ai circuiti e la bolla pronta a esplodere è esplosa. Quando l'ha fatto, tuttavia, l'ha fatto in modo soft, illudendo ancora una volta che si fossero fatti passi in avanti enormi.
Venerdi 29 Aprile una vettura arrivata a troppa velocità ha preso un "sausage kerb", ha spiccato il volo e si è ribaltata sulle barriere. I soccorritori hanno girato la vettura senza delicatezza alcuna, il che paradossalmente ha consentito un intervento immediato sul pilota che, incosciente, rischiava di venire soffocato dalla propria lingua. Il bilancio è stato molto clemente: una frattura al setto nasale, un'altra a un polso, qualche costola incrinata.
Il pilota in questione non solo è sopravvissuto, ma ha gareggiato fino al 2011 in Formula 1 portando a casa undici vittorie, e ha avuto due figli divenuti piloti. Ancora oggi è in attività: quando manca un mese al suo 53° compleanno, Rubens Barrichello gareggia in Stock Car Brasil, dove uno dei suoi avversari è il suo figlio maggiore Eduardo.

Facilissimo fare due più due: era innegabile che potessero esserci incidenti molto pesanti. Però, se Rubinho ne era uscito con conseguenze molto soft, allora significava che la morte e gli infortuni potenzialmente mortali o invalidanti appartenevano al passato.
Invece no, non è andata così. Se Barrichello, da pilota più giovane in griglia è rimasto a lungo abbastanza da diventare per un certo periodo anche il più vecchio (stagione 2009), purtroppo Roland Ratzenberger non solo non ha avuto la stessa fortuna, ma appena un giorno più tardi non ha avuto scampo. Arrivato in Formula 1 non più giovanissimo (aveva trentatré anni, anche se l'età "ufficiale" ai tempi era trentuno) era comunque destinato a rimanere per sempre giovane.
Era un backmarker, gareggiava per una squadra esordiente, aveva anche mancato la qualifica in Brasile, mentre a Okayama si era qualificato ultimo e aveva concluso la gara ultimo. La mattina dopo c'era chi affermava che bisognerebbe fare più attenzione a chi si fa entrare in Formula 1, che nulla succede per caso e che, in estrema sintesi, la colpa è sempre del morto.
Non era così e il fatto che Ayrton Senna abbia fatto la stessa fine l'indomani ha forse aperto definitivamente gli occhi sui temi legati alla sicurezza. Questa, però, è un'altra storia e ne parleremo domani.


martedì 29 aprile 2025

Ho visto "Alboreto" (documentario indipendente 2025): le mie impressioni

Qualche giorno fa, in occasione del suo anniversario di morte, è uscito su un canale youtube chiamato @benjiconstant un documentario dedicato a Michele Alboreto, che a quanto ho capito è interamente fanmade. L'avevo già adocchiato nei giorni scorsi e, come spesso accade quando vedo un documentario, ho deciso di parlarvene, oltre che di consigliarvelo.
Il documentario, come spiegato nella descrizione, è un "collage" realizzato tramite video reperibili su Youtube che vengono citate nei credits. Alla luce del fatto che tali video siano in gran parte provenienti da "canali non ufficiali", vi consiglio di guardarlo quanto prima, perché ho forti dubbi sulla lunga permanenza di questo video.
Al di là di queste sottigliezze, possiamo entrare nel vivo e partire con il recap di quanto ho visto nel 99 minuti di durata del documentario.

Si parte da Las Vegas 1982. Del resto è la prima vittoria di Alboreto in Formula 1, non poteva mancare, così come non poteva mancare il podio al cospetto di Diana Ross. L'inizio a mio vedere è un po' macchinoso: si parte con la telecronaca che annuncia come Keke Rosberg, John Watson e Niki Lauda siano ancora in lotta per il titolo, cosa alla quale non verrà data alcuna spiegazione (ve la do io, ed è che Lauda, pur escluso dalla classifica, aveva fatto ricorso per una squalifica avvenuta millemila mesi prima e, se avesse vinto la gara e vinto il ricorso, avrebbe potuto vincere il mondiale).
Si fa a questo punto un passo indietro, con la presenza della moglie, conosciuta all'età di sedici anni, e con il fratello. C'è una piccola digressione all'epoca delle formule minori e perfino una premonizione: in una breve intervista ai tempi della Formula 2(?) compare Alboreto con un outfit profetico: indossa infatti un maglione rosso. E parla anche di Alain Prost in McLaren, giusto per non farsi mancare nulla.

Si torna al 1982, ovvero al GP Las Vegas al quale un'intera stagione fa da contorno. La parte dedicata alla Tyrrell non è eccessivamente lunga, seppure compaia ovviamente anche la seconda vittoria, conquistata a Detroit nel 1983.
La parte più importante, alla quale viene dedicato maggiore spazio, sono gli anni in Ferrari, squadra alla quale approda nel 1984 e in cui resterà per cinque stagioni. Conquisterà tre vittorie, la prima delle quali nel 1984 a Zolder, dopo essere partito per la prima volta dalla pole position, dove conclude con 40+ secondi di vantaggio sul secondo classificato Derek Warwick.
Se nel 1984 c'è una sola vittoria all'attivo, le cose vanno meglio nel 1985, stagioni sulla quale c'è il maggiore approfondimento in assoluto, non solo delle gare vinte. Viene dedicato parecchio spazio al GP di Montecarlo, in cui Michele era secondo alle spalle della Lotus di Ayrton Senna e, dopo il ritiro di costui per un guasto al motore, leader. Uscito vincente da un duello con Prost, la necessità di un pitstop l'ha fatto precipitare terzo dietro all'altra Lotus di Elio De Angelis e a seguito di un'intensa rimonta risale secondo.

Arrivano due vittorie, a Montreal e al Nürburgring. In Canada fa anche doppietta insieme a Stefan Johansson. È il principale avversario di Prost e potrebbe giocarsi il mondiale. In Ferrari, tuttavia, decidono di cambiare fornitore di turbine, sospettando il loro fornitore tedesco di essere in combutta con Porsche, motorista della McLaren, e autore di sabotaggi. L'inseguire il #NonCieloDikono potrà sicuramente soddisfare molti cuggggini insaider, ma si rivela un flop e il mondiale viene vinto anzitempo dalla McLaren e da Prost.
Gli anni seguenti va molto peggio. La Ferrari non vincerà più una gara fino alla fine del 1987, ma a ottenere due vittorie consecutive sarà Gerhard Berger. L'avventura di Alboreto alla Rossa si conclude nel 1988, stagione dominata dal duo Prost/ Senna con la McLaren. Quando Senna cozza su un doppiato al GP d'Italia, poche settimane dopo la morte di Enzo Ferrari, il duo Berger/ Alboreto fa doppietta. Michele è ormai in rotta con il team e pare gli venga data la comunicazione fasulla che sta esaurendo la benzina, in modo che non intacchi la leadership di Berger.

Tra il 1989 e il 1993, Alboreto gareggia per Tyrrell, Lola Larrousse, Arrows/ Footwork - restando protagonista di un notevole schianto a Imola - e Lola Scuderia Italia. Viene dato pochissimo spazio a questi anni (eccetto il citato incidente), tranne per il 1993 in cui proprio non ne viene dato nessuno.
Nel 1994 c'è il passaggio in Minardi, l'interesse per la sicurezza dopo il tragico GP di San Marino e, dopo che nello stesso gran premio ha perso una ruota in pitlane, la decisione di entrare ai box a 50 kmh perché ritiene che la successiva imposizione di 80 kmh sia comunque ancora troppo pericolosa.
C'è un solo arrivo a punti, a Montecarlo, dopodiché l'addio alla Formula 1, spaziando in altre categorie. Ho apprezzato il fatto che, oltre DTM ed endurance venga menzionato il breve periodo trascorso in Indy Racing League, anche se molto out of context dato che non si parla dello split.

Insieme all'ex compagno di squadra della Formula 1 Johanssen e a Tom Kristensen, Alboreto vince la 24 Ore di Le Mans nel 1997, all'età di quarant'anni. Continua a gareggiare in endurance sia in Europa sia negli States, con la vittoria a Sebring nel 2001.
Solo qualche mese più tardi, il 25 aprile, perde la vita al Lausitzring durante un test con Audi. Il documentario sceglie di raccontare questa parte tramite estratti di telegiornali dell'epoca, oltre che con interviste rilasciate ai tempi da personaggi del motorsport.
Si conclude così questo viaggio nella storia di Michele Alboreto. Vi consiglio assolutamente di vedere questo documentario (dimenticavo: è in inglese, con parti in italiano), che personalmente ho apprezzato. Se posso menzionare un lato stonato, tuttavia, è l'avere dedicato davvero pochissimo spazio agli anni trascorsi in squadre non altolocate della Formula 1.


giovedì 24 aprile 2025

24.04.2005: il duello Alonso vs Schumacher al GP di San Marino

Il 24 Aprile 2005 la Formula 1 approda in Europa per il GP di Imola, destinato a entrare nella storia per un intenso duello per la vittoria tra Fernando Alonso e Michael Schumacher nel corso degli ultimi dodici giri di gara, che curiosamente si sarebbe ripetuto a parti invertite nell'edizione successiva. Oggi è però il ventennale dell'evento del 2005, non di quello del 2006, quindi ripercorriamolo iniziando dalla pole position di Kimi Raikkonen.
Il pilota della McLaren - la cui gara durerà nove giri prima di ritirarsi per un problema tecnico - precede la Renault di Alonso e la B.A.R. di Jenson Button, nonché una serie di soggetti random e solo in nona e dodicesima piazza le Ferrari di Barrichello e Schumacher. Rubens festeggia il suo 200° gran premio in questa circostanza che in realtà è l'entry numero 203, avendo all'attivo un DNQ e due DNS. Però per queste statistiche di solito si contano le partenze, quindi mi dispiace Rubinho, ma il numero 200 è oggi e in quanto tale porterà con sé l'aura nefasta dei gran premi con celebrazione: ritiro al 19° giro per un problema tecnico.
Anche in casa Renault perdono un pilota per strada, anzi, l'hanno già perso, perché Giancarlo Fisichella è stato il primo ritirato al 6° giro.

Michael Schumacher sembra lontano dalla vetta, ma una diversa pitstop window gli consente di andare avanti più a lungo degli avversari in occasione di entrambe le soste e, di conseguenza, di rimontare. Risale al terzo posto, dietro ad Alonso e Button, dopo la prima sosta.
Nel corso del secondo stint riesce anche a superare Button e, dopo la sua ultima sosta, è secondo alle spalle di Alonso. Il gap di mezzo minuto che Fernando aveva nei suoi confronti a un certo punto della gara è ridotto a una manciata di secondi e, quando siamo a 50 giri di gara già percorsi, Michael si porta a meno di un secondo.
I due sono incollati l'uno all'altro negli ultimi dodici giri, Schumacher tenta l'attacco, ma Alonso si difende bene. Non ci sono sorpassihhhh a ogni soffio di vento, la posizione dei due non muta mai, nonostante qualche attacco, però questo duello coglie bene non solo l'essenza della Formula 1 di vent'anni fa, ma anche la storyline del pilota giovane dal radioso futuro alle porte che batte il veterano plurititolato e sembra pronto a rubargli la scena. A volte ci si riesce anche senza fare polemica!


Sul gradino più basso del podio sale Button. Sia lui sia il compagno di squadra Takuma Sato, quinto al traguardo, hanno ottenuto un ottimo risultato, per una B.A.R. che solitamente si rompe ogni tre per due e che, da quando è succeduta alla Tyrrell, ci ha spesso mostrato fumate di motore niente male.
Ecco, appunto, è succeduta alla Tyrrell e decide di onorarne la storia: si fa cogliere sul fatto per essere sottopeso e, nello specifico, per avere attuato un escamotage che consenta di correre sottopeso una parte di gara, grazie a un serbatoio aggiuntivo.
La sanzione, che verrà decretata una decina di giorni dopo, è la doppia squalifica e due gran premi di ban. Sul podio non è salito fisicamente, ma il terzo posto viene assegnato ad Alexander Wurz che, senza più scarpe spaiate perché in McLaren lo vogliono sobrio, sostituisce Pedro De La Rosa come sostituto di Juan Pablo Montoya, che tempo prima si era infortunato a una spalla a bordo di una moto da cros-... volevo dire, durante una partita di tennis.
Per Wurz è il secondo podio, il primo avvenuto nel lontano 1997 quando sostituiva Gerhard Berger alla Benetton in quanto questo era assente per problemi di salute.

Plot twist: dopo avere spesso fatto finire in fumo le gare di Jacques Villeneuve, la B.A.R. con la doppia squalifica gli ha offerto un quarto posto su un piatto d'argento, un risultato di tutto rispetto per la Sauber.
Precede le Toyota di Jarno Trulli e Ralf Schumacher, ma quest'ultimo perde la zona punti a causa di una penalità per unsafe release applicata dopo la gara. Al sesto e settimo posto si classificano quindi le Williams di Nick Heidfeld e Mark Webber.
La squalifica delle due B.A.R. e la penalità di Ralf fa risalire all'ottavo posto colui che si era classificato undicesimo: l'esordiente Vitantonio Liuzzi, che nel corso della stagione si alternerà con Christian Klien al volante della seconda Redbull, al fianco di David Coulthard.



lunedì 21 aprile 2025

Formula 1 2025: #5 Commento al Gran Premio dell'Arabia Saudita

Mentre scrivo queste parole, che usciranno sicuramente domani perché sulla TV dei povery il gran premio finirà in tarda serata, è il 20 Aprile ed è il giorno di Pasqua, così come lo era il 20 Aprile del 2003. Anche quel giorno era Race Day e a Imola i fratelli Schumacher condividevano la prima fila nel giorno della morte della loro madre Elizabeth. Prima di passare ai fatti accaduti in questo fine settimana in Arabia Saudita, vorrei quindi concedermi un piccolo discorso motivazionale.
Ve lo ricordate tutti di come quel giorno Michael Schumacher partisse davanti a tutti e sia arrivato davanti a tutti. Ha sfoderato una prestazione robotica per la quale viene definito "più umano", che ha fatto passare in secondo piano il fatto che ci sia chi davvero, quel giorno, ha fatto una performance più umana. Quel giorno, per caso, qualcuno di voi ha avuto il coraggio di sbeffeggiare Ralf perché non era all'altezza del fratello? Se la risposta è no, allora perché non cerchiamo tutti di ricordarci di cos'è la civiltà? Perché dobbiamo sbandierare ai quattro venti il sadismo con cui desideriamo che tutti i vari Jack Doohan di turno perdano il volante? O che tutti i secondi piloti Redbull falliscano? O che la macchina vincente sia dichiarata illegale? O che i suoi piloti sbattano, si facciano male e vengano sostituiti da altri? O che succeda lo stesso nelle retrovie a chi non si è fatto abbastanza da parte durante un doppiaggio?
Fine del messaggio motivazionale. Immagino che il concetto sia abbastanza chiaro, per chi vuole capirlo. Forse i miei lettori comprenderanno cosa intendo, dato che dubito che i fanatici dell'insulto galoppante leggano il mio blog. Però, dato che è così facile lasciarsi trascinare dalla morsa dell'insulto galoppante senza nemmeno accorgersene (e vi assicuro che ci sono passata più volte) anche per chi non vive per i like, specie se questo atteggiamento consente di allacciare amicizie, penso che nessuno di noi debba sentirsi al di sopra di questo.

Adesso andiamo a Jeddah, dove Max Verstappen si è procacciato la pole position davanti a Oscar Piastri, George Russell, Charles Leclerc, Kimi Antonelli, Carlos Sainz, Lewis Hamilton, Yuki Tsunoda, Pierre Gasly e solo decimo Lando Norris, autore di un incidente in Q3. A seguire - cioè in precedenza, dato che erano usciti in Q2 e in Q1 - si sono classificati Alexander Albon, Liam Lawson, Fernando Alonso, Isack Hadjar, Ollie Bearman, Lance Stroll, Jack Doohan, Nico Hulkenberg, Esteban Ocon e Gabriel Bortoleto.

La gara è partita con un duello Verstappen vs Piastri al via, con Max che tagliava per le vie di fuga e manteneva la posizione. Il Vanz ha affermato varie volte "ci sarà da discutere", ma la vera "discussione" è stata tra Gasly e Tsunoda che si sono sportellati. Tsunoda è finito nelle retrovie a dare la caccia ai Pokemon, ma Pokemon non ce n'erano a causa del ritiro di Gasly. Immagino che Tsunoda sia andato a proseguire la caccia ai box, dato che poco dopo si è ritirato a propria volta.
Bernd Maylander ha fatto il proprio ingresso trionfale, mentre è arrivata la penalità di cinque secondi per Verstappen. Piastri è rimasto dietro per tutto il primo stint, per poi prendersi la posizione con il giro di soste, quando Verstappen ha scontato la penalità. Nella prima parte di gara, dopo che si erano liberati di Sainz, Hamilton e Norris hanno duellato per la posizione, con il Papata Boy che ha finalizzato il sorpasso dopo una serie di due precedenti sorpassi e controsorpassi, per poi andare in seguito a prendere anche Antonelli.
Leclerc e Norris hanno rimandato la sosta, il primo su gomme medium, il secondo unico della top-ten partito su gomme hard. Il Vanz si è interrogato su cosa avrebbe fatto Norris quando Piastri si fosse presentato nei suoi scarichi, cosa che ha ipotizzato avvenire in pochi giri, ma venti minuti più tardi Norris aveva ancora un gap tale da non esserci bisogno di queste riflessioni. Unito al fatto che su gomme medium Leclerc sia andato avanti decisamente più a lungo dei colleghi senza che i tempi crollassero, mi sono interrogata sulle ragioni che avessero portato tutti gli altri a rientrare in branco molto prima.
Piastri, Verstappen e Russell erano i primi tre dopo la sosta, distanziati gli uni dagli altri. Leclerc ricorreva Russell ed è riuscito a superare sia lui sia tutte le sue -L procacciandosi il podio. Norris, la cui uscita dalla pitlane era stata brevemente messa sotto indagine (con tanto di osservazione sorprendentemente sensata in cabina di commento, ovvero che con una sola inquadratura laterale dell'uscita di Norris, nella quale non si vedeva la linea bianca, era impossibile determinare se fosse sopra la linea bianca) ha preso ad avvicinarsi molto a a Leclerc, il che significa che aveva superato Russell a propria volta, ma mi sono dimenticata di specificarlo.


Le prime sette posizioni erano "riservate" ai big, dato che 6/7 c'erano Antonelli e Hamilton, mentre dietro era tutto un battagliare per posizioni di poco spessore, scambiarsi posizioni tra compagni di squadra (Haas, Sauber) e duelli audaci, tipo Bortoleto che sportellava Alonso nonostante questo sia un membro del suo management!
Il meglio, però, era laddove venivano giocati gli ultimi punti, ovvero la bassa top-ten, perché in Williams hanno messo in atto una strategia magistrale per bullizzare il povero Hadjar! Ora, strategia magistrale è un termine sicuramente esagerato, se consideriamo i fasti della coppia Double Trouble in Haas, in cui Magnussen faceva la raccolta punti di penalità per tutelare la zona punti di Hulkenberg, ma direi che non possiamo lamentarci di Sainz che ha aspettato Albon e gli ha dato DRS per fare in modo che questo si difendesse da Hadjar che gli stava negli scarichi.
Il Vanz da buon complottista ha immaginato una polemica anche qui, traducendo male un team radio e affermando che a Sainz fosse stato chiesto uno swap, ma una delle altre voci della telecronaca ha avuto l'accortezza di spiegargli che uno swap non è esattamente la cosa più agevole se c'è un terzo incomodo a mezzo secondo, pertanto era altamente improbabile che ciò potesse accadere a random.

RISULTATO: 1. Piastri/ McLaren, 2. Verstappen/ Redbull, 3. Leclerc/ Ferrari, 4. Norris/ McLaren, 5. Russell/ Mercedes, 6. Antonelli/ Mercedes, 7. Hamilton/ Ferrari, 8. Sainz/ Williams, 9. Albon/ Williams, 10. Hadjar/ Racing Bulls, 11. Alonso/ Aston Martin, 12. Lawson/ Racing Bulls, 13. Bearman/ Haas, 14. Esteban Ocon/ Haas, 15. Nico Hulkenberg/ Kick Sauber, 16. Lance Stroll/ Aston Martin, 17. Jack Doohan/ Alpine, 18. Gabriel Bortoleto/ Kick Sauber, Rit. Yuki Tsunoda/ Racing Bulls, Rit. Pierre Gasly/ Alpine.


NB. Lo schizzo della piantina del Jeddah Croniche è uscito abbastanza male, ne sono consapevole. :-////



domenica 20 aprile 2025

Formula Academy 2025: Lloyd e Weug vincono a Jeddah

Dopo uno scoppiettante inizio di stagione a Shanghai, la Formula Academy è tornata in pista a Jeddah Corniche.
Facendo un breve recap, Alisha Palmowski in Cina ha conquistato la prima vittoria stagionale dopo la iella occorsa a Nina Gademan mentre si trovava in testa, mentre il giorno dopo Doriane Pin ha vinto la seconda gara, quella la cui griglia è stilata sulla qualifica e non sulla reverse grid. Pin è arrivata in Arabia Saudita come leader della classifica, davanti a Weug e Chambers, le uniche due che in Cina erano andate a podio in entrambe le occasioni, seppure invertendosi sui gradini più bassi.

Nell giornata di venerdì, Chambers (Campos) ha conquistato la pole position precedendo Pin (Prema livrea Mercedes), con Weug (MP Motorsport livrea Ferrari) e Palmowski (Campos livrea Redbull) in seconda fila. Alba Hurup Larsen (MP Motorsport), Tina Hausmann (Prema livrea Aston Martin), Ella Lloyd (Rodin livrea McLaren) ed Emma Felbermayr (Rodin livrea Sauber) hanno completato la zona reverse grid: quest'ultima era destinata a scattare dalla pole position nella gara del sabato.
Gademan (Prema livrea Alpine) è rimasta esclusa dalla zona reverse grid e si è classificata nona davanti a Chloe Chong (Rodin), Ciconte (MP Motorsport), Aurelia Nobels (ART), Raffaela Ferreira (Campos livrea Racing Bulls), Courtney Crone (ART livrea Haas), Nicole Havdra (Hitech), Aiva Anagnostiadis (Hitech) e la wildcard (Hitech) hanno completato la griglia in termini di tempi cronometrati, infine Lia Block (ART livrea Williams) non aveva un tempo cronometrato.

La wildcard in questione è Farah Al Yousef, che ha sfoderato un discorso motivazionale sul fatto che spera di incoraggiare le ragazze saudite a perseguire una carriera nel motorsport... quindi mi auguro non intraprendere la sua strada, perché mi viene da dubitare che Al Yousef abbia effettivamente una carriera nel motorsport. Al venerdì, infatti, ha preso più distacco dalla penultima di quanto la penultima ne avesse dalla pole, ma il meglio doveva ancora venire.
Nella gara del sabato è riuscita a 1) procacciarsi uno stop and go per starting procedure, 2) prendere diversi secondi al giro dalle penultime, 3) ritrovarsi ultima nonostante un incidente tra Block, Crone, Havdra e Chong, 4) scontata la penalità dopo la safety car entrata per rimuovere la vettura della Chong, era a un minuto e cinque secondi dalla vetta, con pista libera davanti a sé è riuscita a chiudere a un minuto e mezzo, 5) al quale sono stati aggiunti cinque secondi di penalità per false start, 6) mentre era sotto indagine anche per safety car infringiment.


Scattata benissimo al via, Lloyd si è portata in testa alla gara, mentre Felbermeyr dopo una breve parentesi in seconda piazza è stata risucchiata dalle inseguitrici già prima dell'ingresso della safety car. Dopo il restart, la si è vista in trenino insieme a Palmowski e Weug, quest'ultima in precedenza uscita vincente da un duello con Larsen.
Dietro al trio Lloyd/ Palmowski/ Weug si è avvicinata Pin dopo essersi liberata di Hausmann e della stessa Larsen subito dopo il restart. Si è avvicinata al podio, ma senza riuscire a coglierlo. Weug, invece, ha superato Palmowski per il secondo posto e si è messa negli scarichi di Lloyd, tentando un attacco finale, il quale, tuttavia, non è riuscito.

RISULTATO GARA 1: Lloyd, Weug, Palmowski, Pin, Larsen, Hausmann, Chambers, Gademan, Felbermeyr, Nobels, Ciconte, Block, Ferreira, Anagnostiadis, Havdra, Al Yousef.

La gara della domenica ha visto Chambers scattare dalla pole position, con Weug che ha strappato la seconda piazza a Pin e ha iniziato a insidiare la testa della gara. Nel frattempo, mettendole un attimo da parte, abbiamo assistito a un contatto tra Ferreira e Felbermeyr.
Quest'ultima è finita in testacoda ritrovandosi ultima... anzi, penultima dato che la wildcard era già ben lontana dalle ragazze che la precedevano. Ho visto anche Nobels perdere qualche posizione, ma non ho capito se fosse coinvolta. Ferreira non ha perso posizioni, restando in bassa top-ten, ma sarebbe stata penalizzata alla fine della gara.
Torniamo a Chambers e Weug, perché tra le due c'è stato un acceso duello, terminato con Chambers che tagliava la strada all'avversaria. Weug è finita per vie di fuga, ha perso una posizione nei confronti di Pin, ma in seguito l'ha recuperata portandosi seconda. Chambers è stata penalizzata post-gara per la manovra, perdendo cinque secondi e la vittoria nei confronti di Weug, dopo avere tagliato per prima il traguardo. Maya si è portata in testa alla classifica piloti, facendo scivolare Pin in seconda posizione.


RISULTATO: Weug, Chambers, Pin, Palmowski, Larsen, Hausmann, Gademan, Lloyd, Ciconte, Chong, Nobels, Crone, Ferreira, Block, Felbermeyr, Havdra, Anagnostiadis, Al Yousef.

Quest'ultima oggi non ha combinato danni, in termini di posizioni fuori piazzola o infrazioni varie, ma è riuscito nell'eroica impresa di chiudere la gara a circa un minuto e quaranta secondi dalla leadership e OLTRE UN MINUTO da Anagnostiadis che è arrivata penultima.



sabato 19 aprile 2025

Formula 2: gli eventi del Bahrain e dell'Arabia Saudita

Nelle qualifiche di Sakhir, Leonardo Fornaroli (Invicta), Victor Martins (ART), Luke Browning (Hitech), Alexander Dunne (Rodin), Roman Stanek (Invicta), Richard Verschoor (MP Motorsport), Sami Megetounif (Trident), Rafael Villagomez (Van Amersfoort), Dino Beganovic (Hitech) e Joshua Durksen (AIX) hanno ottenuto le prime dieci posizioni in classifica e completato la zona reverse grid per la gara sprint.

Al via, Durksen ha mantenuto la prima posizione, mentre un pilota non ben identificato abbatteva pannelli e Sebastian Montoya (Prema) si ritrovava in testacoda e subito dopo ritirato. Nel corso della gara Beganovic si è appropriato della prima piazza, mentre un incidente di Max Esterson (Trident) ha provocato l'ingresso della safety car.
Con il restart, abbiamo avuto un contatto Dunne vs Browning e in generale un po' di trambusto. Durksen si è ripreso la leadership, con Pepe Martí (Campos) che tuttavia, dopo essere risalito dall'undicesima piazza alla bassa top-5, è risalito fino alla testa della gara all'ultimo giro, con anche Verschoor risalito secondo. Durksen ha chiuso terzo ma è stato squalificato per irregolarità tecniche, con Beganovic che è stato quindi classificato terzo.
Oliver Goethe (MP Motorsport) e Arvin Lindblad (Campos) partiti 15/16 hanno completato la top-5, davanti a Villagomez, mentre Gabriele Minì (Prema) partito dodicesimo è giunto settimo davanti a Fornaroli.

Quest'ultimo l'indomani è stato il primo leader della feaure race, prima di essere soppiantato da Dunne, il quale ha conservato la prima posizione fino al termine della gara. Browning è succeduto a Fornaroli come runner-up mentre Leonardo ha dovuto accontentarsi della quarta piazza.
Anche in questa occasione Martí ha recuperato parecchie posizioni rispetto a quella di partenza, chiudendo quarto dopo essere uscito perdente dal duello con Fornaroli. Martins, Verschoor, Beganovic, Lindblad, Minì e Durksen hanno completato la zona punti, che nella gara della domenica è estesa ai primi dieci.
Alle loro spalle si sono classificati Goethe, Villagomez, Amaury Cordeel (Rodin), Ritomo Miyata (Trident), Megetounif, Jak Crawford (DAMS), Stanek, Kush Maini (DAMS), Montoya che si è peraltro procacciato una penalità per eccesso di velocità in pitlane, John Bennett (Van Amersfoort), Esterson e Cian Shields (AIX).

In questo fine settimana la Formula 2 è nuovamente in pista a Jeddah. Seguiranno quindi update in proposito.



EDIT 20.04.2025 // aggiorno questo post raccontando anche che cosa sia successo nell'evento di Jeddah, dove Crawford ha conquistato la pole position davanti a Martins, Fornaroli, Browning, Lindblad, Dunne, Martí, Minì, Verschoor e Stanek sono stati i primi dieci, ma quest'ultimo non è partito dalla pole nella sprint in quanto retrocesso di tre posizioni per impeding, la pole è andata invece a Verschoor.
Dietro a costoro si sono qualificati Goethe, Maini, Beganovic, Cordeel, Megetounif, Miyata, Montoya, Durksen, Esterson, Villagomez, Shields e Bennett. Shields è stato il primo a uscire di scena, pare per un contatto al via della sprint per Villagomez.
Nei primi giri di gara, Verschoor e Martí hanno duellato per la leadership, con Verschoor che ha spinto l'altro fuori dalla pista procacciandosi una penalità di cinque secondi.
Con Martí precipitato terzo dietro a Lindblad, Verschoor doveva nel frattempo allungare il più possibile, ma la safety car a gara inoltrata - quando Crawford si è girato dopo essersi toccato con Minì - ha fatto sì che in finale di gara il gruppo fosse piuttosto compatto. Verschoor ha tagliato per primo il traguardo, ma è scivolato al quarto posto e Lindblad (più giovane vincitore della categoria), Martí e Dunne sono andati sul podio. Stanek ha chiuso quinto, Minì sesto ha preceduto Fornaroli, mentre Martins si è portato a casa il punto finale dell'ottavo posto.

Nella feature race saudita, Crawford ha mantenuto la testa della gara al via e ha iniziato ad allungare nei confronti di Martins. Questo, a propria volta, allungava sugli inseguitori, ovvero il duo Fornaroli/ Browning che era protagonista di un acceso duello, che su è concluso con il sorpasso non solo di Browning, ma anche di Dunne su Fornaroli, che è stato uno dei primi a rientrare ai box.
C'è stata successivamente una virtual safety car per detriti e alcuni piloti ne hanno approfittato per il pitstop. Dopo la sosta, Crawford è uscito alle spalle di Martins e, dopo un duello, Jak si è ripreso la posizione, mentre Fornaroli era davanti a Browning, il quale è stato in seguito superato da Martí.
Su una diversa strategia, Verschoor è rimasto in testa piuttosto a lungo per inserirsi davanti a Martins e mettersi a caccia di Crawford.


Il sorpasso è arrivato all'ultimo giro, Verschoor (vettura arancione nella foto soprastante) è andato a prendersi quella vittoria che la penalità gli aveva tolto il giorno precedente, precedendo sul podio Crawford e Martins. Insieme alla vittoria è arrivata anche la leadership del campionato per il pluriveterano, giunto ormai alla sua quinta stagione nella categoria.
Fornaroli ha ottenuto il quarto posto, precedendo Martí, Browning, Lindblad, Dunne, Minì e Maini a completare i primi dieci.



martedì 15 aprile 2025

Formula 1 2025: #4 Commento al Gran Premio del Bahrain

13.04.2025 // Nella giornata di sabato Oscar Piastri, Charles Leclerc, George Russell, Pierre Gasly, Kimi Antonelli, Lando Norris, Max Verstappen, Carlos Sainz, Lewis Hamilton e Yuki Tsunoda si sono procacciati le prime dieci posizioni sulla griglia di partenza, con Russell e Antonelli che si erano piazzati rispettivamente secondo e quarto prima di essere retrocessi di una posizione per essere andati ad accodarsi all'uscita della pitlane in Q2 prima che venisse dato l'orario di ripartenza della sessione a seguito di una bandiera rossa.
Jack Doohan era stato il primo degli esclusi in Q2, davanti a Isack Hadjar e Fernando Alonso, questo al venerdì grande protagonista quando il volante della sua monoposto si è staccato mentre stava guidando, modello Vitaly Petrov al GP della Malesia 2010. La bandiera rossa in Q2 è stata provocata da un incidente di Esteban Ocon, poi classificato quattoricesimo in quanto dei quindici piloti che stavano disputando la sessione uno non sarebbe passato oltre la Q1 se gli fosse stato cancellato immediatamente il tempo per track limits.
In sintesi Alex Albon è stato mandato a giocare a briscola dopo la Q1, nonostante gli spettasse la Q2, venendo quindi promosso quindicesimo, mentre Nico Hulkenberg che in Q2 c'era andato ma poi gli è stato assegnato il sedicesimo tempo davanti a Liam Lawson, Gabriel Bortoleto, Lance Stroll e Oliver Bearman.

La gara si è svolta nella Domenica delle Palme, il che era curiosamente a tema con le palme che decorano il circuito di Al Sakhir, ed è iniziata con la notizia che quasi tutti partivano con le gomme soft, ma le Ferrari erano sulle medium. Ciò era già più che sufficiente per capire che partire con le soft fosse molto probabilmente la decisione corretta.
Leclerc ha avuto difficoltà in partenza, scivolando quarto dietro a Piastri, Russell e Norris. Quest'ultimo ha ricevuto elogi per la partenza dal Vanz per cinque minuti buoni. Quando è stato messo sotto indagine per false start, tuttavia, i telecronisti al gran completo hanno affermato di essersi accorti subito che fosse troppo avanti sulla griglia, quando in realtà nessuno di loro aveva notato il fatto nemmeno guardando il replay.
Antonelli al via ha perso un po' di posizioni, per poi riprenderne qualcuna, mentre Verstappen e Hamilton rimanevano imbottigliati in bassa top-ten. Verstappen è stato protagonista quando l'abbiamo visto duellare con Sainz e i due sono stati perfino messi sotto indagine perché... non preoccupiamoci del perché, evidentemente o Sainz non ha steso il tappeto rosso, o Verstappen ha messo mezza ruota fuori dalla pista.
Norris non ha perso posizioni nello scontare la penalità, mentre è stato chiaro fin dal primo momento che l'undercut era potentissimo, il che era assolutamente compatibile con il fatto che la strategia consistesse nel rientrare dopo rispetto a tutti gli altri.
Vanz: "Ma avete visto tutti che in McLaren hanno toccato la macchina di Norris durante la penalità, quindi sarà messo sotto indagine e penalizzato per avere scontato male la penalità."
Box McLaren: "Veramente non abbiamo toccato alcunché."
Vanz: "Invece sì, e per tutta la gara mi interrogherò sul perché non abbiamo più saputo niente di questa investigazione."
Non posso dirlo per certo, ma credo di non avere mai letto in sovrimpressione che quella sosta fosse sotto indagine. La mia sensazione è che si sia parlato per tutta la gara di un'investigazione mai accaduta nella realtà.

Nel secondo stint, a parità di medium, Leclerc si è avvicinato molto a Norris, l'ha superato, per poi subire immediatamente un controsorpasso. Nel frattempo un Verstappen in difficoltà era stato superato prima da Antonelli e poi da Hamilton.
Leclerc ha superato Norris nel momento in cui Hamilton superava Antonelli, risalendo rispettivamente terzo e settimo. Quinto c'era un ottimo Gasly, sesto c'era Ocon che era rientrato verosimilmente prima di chiunque undercuttando mezza griglia.
Hamilton ha superato anche Ocon, facendo sorgere effettivi dubbi sul fatto che la Ferrari potesse avere azzeccato la strategia.
Verstappen ha aperto le seconde soste dei big passando alle hard. Per la seconda volta e come visto anche in precedenza con Tsunoda, in Redbull hanno fatto un pitstop lungo perché sul semaforo utilizzato dai meccanici non scattava il verde e, in questa epoca ipertecnologica, se il semaforo accusa problemi non viene ovviamente presa in considerazione l'idea di utilizzare il lollipop.
MV: "Cos'è il lollipop?"
Voce fuori campo: "Niente, lascia stare, lo si utilizzava quando tu avevi ancora il ciuccio."
A proposito di ciucci, è rientrato Antonelli che ha messo le soft quando mancava ancora un bel po' di strada da percorrere... terza sosta in vista?
Plot twist poco dopo metà gara: è entrata in pista la safety car, così di botto! Pare che la ragione fossero detriti in pista, non si sa se causati da un lieve tamponamento di Tsunoda su Sainz, oppure se in un contatto tra Stroll e una Toro Rosso di Faenza che si sarebbe scoperto essere quella di Lawson dato che dopo è stato penalizzato.

Con l'improvvisa safety car, tutti sono andati ai box e in top-ten ci siamo trovati Piastri su medium, Russel su soft, Leclerc su hard, Norris su medium, Hamilton, Gasly e Ocon su hard, Vestappen su medium, Doohan e Sainz su hard e giusto per non farci mancare niente altri piloti su gomme alla cazzum fino alla ventesima piazza.
Il fatto che le Ferrari fossero su gomme hard lasciava pensare che non fosse la scelta azzeccata... e infatti non lo era, dato che quasi tutti i piloti sulle hard hanno avuto difficoltà.
Al restart un po' di trambusto con Norris che conservava la posizione su Hamilton fuori dalla pista ha portato alla restituzione della posizione e a un successivo sorpasso qualche giro più tardi, il tutto mentre questa gara così ballerina e così altalenante a seconda delle gomme scelte da farmi chiedere se fossimo nel 2012 e i Maya fossero tra di noi mi teneva seduta al tavolo della cucina incollata allo schermo nonostante un sempre più insistente bisogno fisiologico.
Autrice(C): "Adesso per cortesia stavene tutti tranquilli per due minuti, che devo andare a pisciare."
Tempo di svuotarmi la vescica e sono tornata con Sainz che inveiva via radio contro Tsunoda e stava ai box con uno squarcio sulla macchina. Considerato che Tsunoda era nono e che quando ero andata in bagno Sainz era quindicesimo(?) non ho idea di che cosa fosse successo, forse il contatto precedente?
LN: "Prima che la gara finisca, vado a superare Leclerc, così potrò andare a contemplare da vicino Russell con tutte le sue -L e il DRS aperto a random non in zona DRS."
Si è vociferato del fatto che Russell potesse essere penalizzato per atti osceni in luogo pubblico, nel post-gara, ma si è scoperto che il sistema si è attivato alla cazzum per problemi elettrici della centralina FIA. Un problema analogo è poi accaduto anche a Leclerc, a conferma che i problemi erano diffusi a macchia d'olio.
Verstappen ha infine superato Gasly all'ultimo giro, ottenendo una sesta piazza che tutto sommato non ha fatto sfigurare Tsunoda, che ha chiuso nono portando a punti la seconda Redbull.


RISULTATO: 1. Piastri (McLaren), 2. Russell (Mercedes), 3. Norris (McLaren), 4. Leclerc (Ferrari), 5. Hamilton (Ferrari), 6. Verstappen (Redbull), 7. Gasly (Alpine), 8. Ocon (Haas), 9. Tsunoda (Redbull), 10. Bearman (Haas), 11. Antonelli (Mercedes), 12. Albon (Williams), 13. Hadjar (Racing Bulls), 14. Doohan (Alpine), 15. Alonso (Aston Martin), 16. Lawson (Racing Bulls), 17. Stroll (Aston Martin), 18. Bortoleto (Kick Sauber), Rit. Sainz (Williams), DSQ Hulkenberg (Kick Sauber) squalificato per irregolarità tecniche aveva chiuso la gara tredicesimo.


lunedì 14 aprile 2025

Indycar 2025: #3 Gran Premio di Long Beach

Quello appena vissuto è stato un weekend piuttosto ricco, per le competizioni open wheel, e dall'altra parte dell'oceano si è svolto il terzo appuntamento del campionato di Indycar, sul circuito di Long Beach. La gara è iniziata mentre su TV8 si svolgeva la differita del GP del Bahrein, sul quale sarà incentrato il mio prossimo post, e dovrebbe essere finita praticamente a notte inoltrata in Europa.
Sono passati ormai anni da quando mi vedevo tutte (o quasi) le gare di Indycar in diretta, adesso nella maggior parte dei casi mi tocca aspettare il lunedì e di conseguenza la pubblicazione degli highlight di trenta minuti. Oggi, durante la mia pausa pranzo, gli highlight di trenta minuti non c'erano, però c'era un highlight da venti e direi che, tutto sommato, non mi posso lamentare troppo.
La gara, se vogliamo essere obiettivi, non è stata troppo movimentata, anche se non sono certa che si possa dirlo, perché è Indycar e in Indycar ci sono sempre i duellihhhh e i sorpassihhhh. L'unico lato negativo e che le probabilità che vinca una Ferrari sono nulle, ma non è troppo diverso che guardando la Formula 1.
Non sono successe cose strane (a parte qualche problema che ha costretto Newgarden a una lunga sosta ai box e Kirkwood ha leaderato tutta la gara, giri dei pitstop esclusi, dopo essere partito dalla pole position, contenendo bene Palou, che a due terzi di gara è andato abbastanza vicino a procacciarsi un undercut, ma ha dovuto accontentarsi della seconda posizione, dopo avere vinto le due gare inaugurali della stagione.
Si segnala che, in occasione delle soste, ci sono stati dei momenti stile "race leader Da Matta". Sono sicura di avere visto brevemente in testa... Robb? Ray Robb? Non ho ancora capito dove inizi il cognome. Ha anche chiuso nono, che eguaglia il suo miglior risultato in carriera!

RISULTATO: 1. Kyle Kirkwood (Andretti), 2. Alex Palou (Ganassi), 3. Christian Lundgaard (Arrow McLaren), 4. Felix Rosenqvist (Meyer Shank), 5. Will Power (Penske), 6. Scott McLahghlin (Penske), 7. Colton Herta (Andretti), 8. Scott Dixon (Ganassi), 9. Sting Ray Robb (Juncos), 10. Kyffin Simpson (Ganassi), 11. Santino Ferrucci (Foyt), 12. Marcus Ericsson (Andretti), 13. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 14. Marcus Armstrong (Meyer Shank), 15. Alexander Rossi (Carpenter), 16. Louis Foster (Rahal Letterman), 17. David Malukas (Foyt), 18. Robert Shwartzman (Prema), 19. Rinus Veekay (Coyne), 20. Nolan Siegel (Arrow McLaren), 21. Callum Ilott (Prema), 22. Graham Rahal (Rahal Letterman), 23. Christian Rasmussem (Carpenter), 24. Devlin DeFrancesco (Rahal Letterman), 25. Conor Daly (Juncos), 26. Jacob Abel (Coyne), 27. Josef Newgarden (Penske).



domenica 13 aprile 2025

Formula E 2025: #5 eprix di Miami

A distanza di due mesi dal precedente evento è tornata la Formula E questo sabato e l'ha fatto nella serata europea, dato che la gara si è svolta oltreoceano a Miami.
Quella seguente è stata la griglia di partenza, con la prima pole position di Nato (Nissan) e l'ultima posizione di Gunther dovuta a una retrocessione in griglia per incidente nello scorso evento (era comunque penultimo):

Norman Nato - Jake Dennis
Antonio Felix da Costa - Robin Frijns
Nyck De Vries - Stoffel Vandoorne
Lucas Di Grassi - David Beckmann
Pascal Wehrlein - Edoardo Mortara
Taylor Barnard - Sebastien Buemi
Nick Cassidy - Mitch Evans
Dan Ticktum - Oliver Rowland
Jean-Eric Vergne - Nico Muller
Sam Bird - Zane Maloney
Jack Hughes - Maximilian Gunther

Nelle fasi iniziali della gara Nato ha mantenuto la prima posizione, anche se in seguito è stato Da Costa (Porsche) a prendere il sopravvento, seguito dal compagno di squadra Wehrlein. Ovviamente l'attack mode ha contribuito a sorpassi e controsorpassi, ma avrebbe contribuito, molto curiosamente, anche alle penalità che poi hanno influenzato l'esito dell'eprix.
La gara, infatti, è stata redflaggata a causa di un incidente che ha coinvolto Hughes (Maserati), a seguito di un contatto con Buemi e Gunther in cui l'inglese è stato l'unico pilota costretto al ritiro.
C'è stato uno standing restart e una parte conclusiva della gara in cui Nato si è ripreso la testa della gara ma, come altri piloti, a causa della bandiera rossa non ha potuto attivare correttamente l'ultimo attack mode, risultando in una penalità.

Wehrlein, che ha tagliato il traguardo in seconda posizione, si è visto quindi assegnare la vittoria davanti a Di Grassi (Lola) e Da Costa, con anche Muller (Andretti) e Mortara (Maserati) che hanno concluso la gara davanti a Nato, scivolato al sesto posto. Tra gli altri front runner penalizzati troviamo anche Frijns (Envision) classificato ottavo alle spalle di Ticktum (Cupra), così come Rowland (Nissan) al quale è stata assegnata la decima piazza dietro a Dennis (Andretti).
De Vries (Mahindra), Vergne (DS Penske), Buemi (Envision), Vandoorne (Maserati), Cassidy (Jaguar), Evans (Jaguar), Gunther (DS Penske), Bird (McLaren), Maloney (Lola) e Barnard (McLaren) sono stati classificati tra l'undicesima e la ventesima posizione, mentre risulta non classificato Beckmann (Cupra) per avere percorso meno del 90% dei chilometri totali.

venerdì 11 aprile 2025

Formula E 2025: #3 e #4 - ripercorriamo l'eprix di Jeddah in attesa di Miami

Come ho già detto ieri, questo fine settimana tornerà la Formula E, quindi andiamo a ripercorrere gli eventi precedenti del campionato. L'ultimo si è svolto circa due mesi fa a Jeddah Croniche ed è stato un double header. La Formula E gareggia ormai da diversi anni in Arabia Saudita, ma per la prima volta si è svolta a Jeddah (e, se posso esprimere il mio spassionato parere, questo circuito pur non piacendomi per la Formula 1 non mi è dispiaciuto con le monoposto elettriche nella sua configurazione per la Formula E).



Maximilian Gunther (DS Penske) ha ottenuto la pole position precedendo Pascal Wehrlein (Porsche), con quest'ultimo che tuttavia non ha mantenuto la seconda piazza al via, ma anzi, è stato risucchiato finendo indietro e si è toccato con Mitch Evans (Jaguar). È andata comunque peggio a Nico Muller (Andretti), che ha rotto l'ala anteriore in un contatto e ha fatto un gran volo contro le barriere. Dopo una safety car per questo incidente, è rientrata qualche giro dopo per la presenza di detriti.
Gunther ha allungato nei confronti di Oliver Rowland (Nissan), mentre dietro di loro Taylor Barnard (McLaren) e Nyck De Vries (Mahindra) lottavano per la terza piazza, mentre verso metà gara Rowland si è avvicinato a Gunther e si è preso la testa della gara.
Nel corso della gara sono avvenuti i pitstop obbligatori... sì, è una novità, soste per ricaricare rapidamente la batteria in 34 secondi, ma solonei double header e solo in una delle due gare. Dopo il giro di pitstop, Rowland era in testa davanti a Jake Hughes (Maserati) che poi ha perso diverse posizioni. Ci siamo ritrovati con Rowland, Gunther, Barnard e De Vries nelle prime quattro posizioni in trenino nelle fasi conclusive. Gunther ha superato Rowland nel corso dell'ultimo giro andando a prendersi la vittoria, con Barnard che ha chiuso il podio davanti a De Vries.
Hughes ha terminato quinto precedendo Jean-Eric Vergne (DS Penske), Edoardo Mortara (Mahindra), Sam Bird (McLaren), Antonio Felix Da Costa (Porsche) e Stoffel Vandoorne (Maserati) ultimi piloti a punti. A seguire si sono classificati Nick Cassidy (Jaguar), Sebastien Buemi (Envision), Robin Frijns (Envision), David Beckmann (Cupra) e soltanto quindicesimo Wehrlein. Evans invece ha chiuso ultimo alle spalle di Zane Maloney (Lola), Norman Nato (Nissan) e Dan Ticktum (Lola).
Jake Dennis (Andretti) non ha concluso la gara, mentre Lucas Di Grassi (Lola) è stato squalificato per eccessivo consumo di energia.
Fine della giornata, ma non certo fine del weekend: l'indomani si è svolto infatti il secondo evento saudita.


Barnard, già pilota più giovane sul podio nella storia della Formula E, è divenuto anche il poleman più giovane della categoria, venendo affiancato sulla griglia di partenza da Rowland. Gunther, invece, ha iniziato malissimo la gara, che per lui è anche durata pochissimo: incidente con Da Costa, ritiro per entrambi e penalità da scontare sulla griglia di partenza del prossimo eprix a Miami (ovvero domani sera).
Questa gara è stata più che altro un sorpassarsi e controsorpassarsi in regime di attack mode, con Barnard e Rowland impegnati nella lotta per la leadership. L'ha spuntata Rowland, che poi ha allungato, vincendo davanti a Barnard e a Hughes. Hanno completato la zona punti Dennis, Cassidy, Vandoorne, Vergne, Wehrlein, Ticktum, Mortara. Dall'undicesima posizione in poi si sono classificati invece Muller, Bird, De Vries, Frijns, Nato, Di Grassi, Beckmann, Maloney, Buemi e Evans.



giovedì 10 aprile 2025

Formula E 2025: #1 e #2, throwback agli eprix di Sao Paulo e Città del Messico

Si sta avvicinando il ritorno della Formula E, quindi mi sembra il momento più opportuno per andare a rievocare quello che è successo finora in questa stagione. Il campionato 2025 è iniziato in realtà a dicembre del 2024 a Sao Paulo, per poi proseguire a Città del Messico, con un double header a Jeddah. In questo post andiamo a ripercorrere i due eventi latino-americani.
A Sao Paulo, Pascal Wehrlein (Porsche) ha conquistato la pole position, affiancato in griglia da Oliver Rowland (Nissan), per una gara che non ha risparmiato colpi di scena, a cominciare dal DNS di Robin Frijns (Envision) per un problema tecnico. Diversi piloti sono usciti poi per incidente nelle fasi iniziali, si tratta di Jake Hughes (Maserati), Nico Muller (Andretti) e Lucas Di Grassi (ABT).


La gara è stata sospesa con bandiera rossa quando Jake Dennis (Andretti) è rimasto fermo per un guasto elettrico. La vettura era non solo ferma in mezzo alle scatole, ma bisognava anche evitare che qualcuno rimanesse folgorato. Se non fosse stata Formula E, ma il GP della Russia 2019, la cosa avrebbe potuto stimolare curiose teorie del kompl8. Se non ricordate di che cosa stia parlando, forse è meglio così!
Il restart è stato da fermi, perché giustamente cosa poteva mai andare storto? Stranamente niente è andato storto, nonostante la Formula E ci abbia abituato a momenti non troppo tranquilli. È bastato pazientare: il momento non troppo tranquillo è arrivato quando Wehrlein, che non si trovava più nelle primissime posizioni, si è toccato con Nick Cassidy (Jaguar) e ha fatto un volo che sembrava il cosplayer di se stesso alla Race of Champions - ve lo ricordate, vero? - con un'altra bandiera rossa.
Gli è andata bene, sbattendo di halo contro il muro sul quale si è ribaltato. È andata bene anche a noi: la caciara dei detrattori dell'halo è ormai terminata da anni, quindi nessuno ha detto che la gara sarebbe stata più divertente se Wehrlein avesse seriamente rischiato di rimetterci la testa.


Rowland, da leader che era stato, ha perso la posizione a causa di un drive through dovuto a un'irregolarità tecnica, si è ritrovato ultimo, quantomeno tra quelli che avrebbero potuto completare il 90% della gara. Pare che David Beckmann (Cupra) sia giunto al traguardo, ma senza giri sufficienti per essere classificato.
Mitch Evans (che era partito ultimo) è andato a vincere la gara davanti ad Antonio Felix da Costa (Porsche), Taylor Barnard (McLaren), Sam Bird (McLaren), Edoardo Mortara (Mahindra), Nyck De Vries (Mortara), Sebastien Buemi (Envision), Dan Ticktum (Cupra), Jean-Eric Vergne (DS Penske) e Stoffel Vandoorne (Maserati) a conquistare la zona punti. Hanno preceduto Maximilian Gunther (DS Penske), Zane Maloney (Lola), Norman Nato (Nissan) e il già citato Rowland, che avrebbe tuttavia avuto modo di riprendersi nel secondo evento stagionale a Città del Messico.


La gara messicana è stata più tranquilla, anche se ci sono state due safety car, per incidenti Beckmann vs Di Grassi e successivamente Evans vs Muller. Rowland, che aveva preso la testa della gara in corso d'opera, l'ha mantenuta fino alla bandiera a scacchi, conquistando la vittoria. Da Costa e Wehrlein, partiti dalla prima fila con Pascal in pole, hanno chiuso secondo e terzo.
Dennis, Vergne, Gunther, Vandoorne, De Vries, Muller e Hughes hanno conquistato le posizioni retrostanti della zona punti, con a seguire Frijns, Cassidy, Nato, Barnard, Maloney, Ticktum, Buemi, Bird, Mortara e Di Grassi, mentre Evans e Beckmann non hanno completato la gara.

domenica 6 aprile 2025

Formula 1 2025: #3 Commento al Gran Premio del Giappone

06.04.2025 - Max Verstappen, Lando Norris, Oscar Piastri, Charles Leclerc, George Russell, Kimi Antonelli, Isack Hadjar, Lewis Hamilton, Alexander Albon, Oliver Bearman, Pierre Gasly, Fernando Alonso, Liam Lawson, Yuki Tsunoda, Carlos Sainz (retrocesso da 12° a 15° per impeding su Hamilton), Nico Hulkenberg, Gabriel Bortoleto, Esteban Ocon, Jack Doohan, Lance Stroll, questa la griglia di partenza a Suzuka.
Dopo avere preso il posto di Lawson, Tsunoda è stato battuto dallo stesso Lawson, meglio qualificato con la Torohhhh Rossohhhh di Faenzahhhh rispetto a quanto stava in Redbull. I due sono stati abbondantemente battuti da Hadjar, che è andato in top-ten, mentre Verstappen ha fatto un giro da urlo conquistandosi la pole position... chissà cosa farebbe se venisse messo a random alla Torohhhh Rossohhhh!

Le prime dieci posizioni sono rimaste invariate alla partenza, con unico cambiamento qualche giro più tardi quando Hamilton è riuscito a superare Hadjar. Per il resto, i gap si sono fossilizzati sugli uno/due secondi, al punto che, quando le McLaren si sono avvicinate lievemente a Verstappen, il Vanz ha asserito che stavano iniziando a "rompere gli indugi": poetic Rai cinema.
Mentre Verstappen era in testa alla gara, Tsunoda stava davanti a Lawson che aveva superato nelle fasi iniziali, mentre i suoi familiari venivano inquadrati nel box della Redbull. Un po' più tardi l'abbiamo visto rimirare il posteriore di un'Alpine, quella di un altro pilota che in passato era stato cacciato dalla Redbull, il tutto mentre Albon era a bordo di una Williams nelle zone alte della top-ten.
YT: "Pokemon, posso farti una domanda?"
PG: "Certo, dimmi."
YT: "Non è che questa cosa della promozione in Redbull sia una truffa?"
PG: "Esatto, come hai fatto a indovinare?"
YT: "Non ne ho idea, perché effettivamente non c'è alcun indizio che supporti questa teoria."

Il giro di pitstop non ha cambiato le posizioni tra i primi dieci, ma ci sono state alcune situazioni abbastanza frizzantine. I Norristappen hanno litigato all'uscita dalla pitlane, con Norris che tentava di stare davanti passando per l'erba, Antonelli ha fatto il figo stando in testa alla gara per avere rimandato il pitstop, ma poi ha mantenuto per un soffio la posizione su Hamilton, l'unico di loro partito sulle hard e passato alle medium anziché viceversa.
Nel frattempo accadevano altre faccende di ordinaria amministrazione, tipo Albon che per qualche motivo faceva polemica con il proprio ingegnere alla radio.
Mentre ci occupavamo di faccende di poco conto quali le gomme soft montate da Sainz e il suddetto giro più veloce provvisorio fatto da lui segnare, o il fatto che anche Lawson avesse montato le gomme soft, venendo tuttavia superato dallo stesso Sainz, Piastri ha deciso di andare a incollarsi negli scarichi di Norris aprendo l'ala mobile.
OP: "Ne approfitto per informarvi che oggi compio dodic-... ehm, volevo dire ventiquattro anni!"
MV: "Invece Norris quando aveva ventiquattro anni ne aveva solo undici. Dodici ce li ha adesso."
LN: "Ti ricordo che fino a qualche anno fa anche tu avevi lo status di bambino piccolo."
OP: "Quello che non capisco è perché il bambino piccolo sia io e non Antonelli."

Veniamo ad Antonelli. Dopo essere divenuto il più giovane race leader si è anche procacciato il giro più veloce, il più giovane della storia. Considerando che frequenta ancora le scuole (non ricordo il nome del suo corso di studi, ma ho scoperto che il diploma che prenderà è quello che ha sostituito il titolo di perito aziendale corrispondente in lingue estere, quindi diventerà un mio "collega") tra qualche mese diventerà il primo pilota della storia a diplomarsi dopo avere ottenuto un giro veloce.
Il miglior crono ha dimostrato che ai piloti delle retrovie non basta mettere le gomme soft per passare alla storia. Purtroppo l'andazzo generale ha dimostrato che secondo l'attuale stato delle cose le strategie veramente alternative, tipo gomme diverse per sperare di fare sorpassi, vengono tentate solo dai piloti che si trovano nelle retrovie, mentre gli altri si uniformano tutti. Purtroppo anche le stesse strategie alternative non sempre funzionano. Se Sainz almeno ha superato due vetture (Hulkenberg e Doohan), Lawson è rimasto esattamente dove si trovava, se non altro stavolta a bordo di una Toro Rosso.


Verstappen ha vinto, fatto dichiarazioni da bulletto ovviamente acclamate perché fatte contro Norris anziché contro i piloti della Ferrari, voci di corridoio narrano che il TG5 delle 20.00 abbia parlato della vittoria di Norris mettendoci una foto di Piastri. Quest'ultimo è diventato il settimo pilota della storia della Formula 1 dopo Chris Amon (secondo Gran Bretagna 1968/ venticinque anni), Carlos Pace (secondo Stati Uniti 1974/ trent'anni), James Hunt (vincitore Olanda 1976/ ventinove anni), Carlos Reutemann (secondo Argentina 1981/ trentanove anni), Jean Alesi (vincitore Canada 1995/ trentun anni) e Rubens Barrichello (Montecarlo 2004/ trentadue anni) a salire sul podio nel giorno del proprio compleanno.

RISULTATO: 1. Verstappen/ Redbull, 2. Norris/ McLaren, 3. Piastri/ McLaren, 4. Leclerc/ Ferrari, 5. Russell/ Mercedes, 6. Antonelli/ Mercedes, 7. Hamilton/ Ferrari, 8. Hadjar/ Racing Bulls, 9. Albon/ Williams, 10. Bearman/ Haas, 11. Alonso/ Aston Martin, 12. Tsunoda/ Racing Bulls, 13. Gasly/ Alpine, 14. Sainz/ Williams, 15. Doohan/ Alpine, 16. Hulkenberg/ Kick Sauber, 17. Lawson/ Racing Bulls, 18. Ocon/ Haas, 19. Bortoleto/ Kick Sauber, 20. Stroll/ Aston Martin.

Curiosità:
- Doohan ha iniziato il weekend con un botto spaventoso dovuto all'avere lasciato aperto il DRS in un tratto di pista in cui era impensabile, dato che al similatore aveva funzionato;
- molto criticato, è stato difeso da Villeneuve, il che a mio vedere è il minimo sindacale considerando che la mossa di Jacques di fare in pieno l'Eau Rouge per una scommessa con Zonta, con conseguente incidente di entrambi, mi pare ugualmente poco brillante;
- abbiamo il primo pilota che in questa stagione è stato multato per una cagata, ma proprio in senso letterale, dato che Sainz è arrivato in ritardo per l'inno nazionale dato che era in bagno.

sabato 5 aprile 2025

Ho chiesto all'intelligenza artificiale di raccontarmi il GP di Montecarlo 1982 partendo dalla fine... i risultati sono stati folli!

Ho deciso di mettere alla prova ChatGPT, per vedere se riuscisse a ricostruire un evento movimentato come uno dei miei gran premi preferiti, ma con un inizio in media res: "Raccontami gli eventi del GP di Montecarlo 1982, ma a ritroso partendo dalla fine".

La risposta di ChatGPT è stata molto interessante:

+++ Il Gran Premio di Monaco del 1982 è stato un evento memorabile, ricco di colpi di scena e sorprese. Ecco una cronaca a ritroso, partendo dalla fine:

La fine della gara:
La gara si è conclusa con una vittoria di Riccardo Patrese, che, alla guida della sua Alfa Romeo, ha ottenuto la sua prima vittoria in Formula 1. Patrese approfittò degli imprevisti che colpirono gli altri contendenti e di una serie di incidenti per tagliare il traguardo come vincitore.

La penultima parte della gara:
Al 70° giro, la corsa stava entrando nella fase finale. Patrese si trovava in testa, ma la tensione era alta con molti piloti che cercavano di rimanere in gara dopo vari incidenti e ritiri. La maggior parte dei favoriti, come Alain Prost e Nelson Piquet, erano ormai fuori causa a causa di problemi tecnici o errori strategici. La gara era quindi molto incerta, con diversi piloti che potevano approfittare della situazione.

Incidenti e ritiri:
Nel corso della gara, Didier Pironi (Ferrari), che stava lottando per la vittoria, fu costretto al ritiro a causa di un guasto meccanico. Pironi stava conducendo la gara quando la sua Ferrari si fermò improvvisamente. Niki Lauda, che stava lottando per il podio, fu coinvolto in un altro incidente, così come Keke Rosberg (Williams), che dovette ritirarsi a causa di un incidente all'80° giro. La gara divenne sempre più una lotta tra chi riusciva a rimanere in pista.

Situazione della gara a metà:
A metà gara, il leader della corsa era Alain Prost con la sua Renault, ma la sua gara fu compromessa da un problema alla sua vettura, che lo costrinse a fermarsi. Questo evento aprì la porta a una serie di sorpassi e cambiamenti al vertice della classifica.

I primi giri e le qualifiche:
Durante le qualifiche, Ayrton Senna, all'epoca pilota della Toleman, aveva sorpreso tutti con un'ottima prestazione, ma la sua vettura non aveva abbastanza velocità in gara per mantenere il ritmo dei top team. In partenza, Gilles Villeneuve (Ferrari) era una delle figure più attese, ma purtroppo la sua gara finì prematuramente. Anche il compagno di squadra di Patrese, Andrea de Cesaris, ebbe una gara difficile con la sua Alfa Romeo, ma riuscì a rimanere in gara a lungo.

In sintesi, il GP di Monaco del 1982 fu una gara caotica con molti ritiri e una vittoria inaspettata per Riccardo Patrese, che approfittò degli incidenti e dei problemi degli altri per cogliere il primo successo della sua carriera. +++

Sconcertata da una simile serie di cavolate, ho replicato: "Per favore, puoi riscrivere la cronaca? Ho letto non più di due frasi corrette."

ChatGPT ha raggiunto l'apoteosi (anche se quantomeno ha avuto la decenza di menzionare solo piloti viventi all'epoca dei fatti):

+++ Mi scuso per l'errore! Ecco la cronaca corretta, a ritroso, del Gran Premio di Monaco del 1982:

La fine della gara:
La gara si concluse con la vittoria di Stefan Bellof, ma il suo successo fu messo in discussione a causa di un incidente che coinvolse diversi piloti. Alla fine, Bellof si aggiudicò la vittoria, ma non senza una lunga e discussa battaglia con Nelson Piquet, che finì secondo. La gara fu segnata da una serie di incidenti e imprevisti che cambiarono rapidamente la classifica.

Gli ultimi giri:
L'ultimo tratto di gara fu caratterizzato dalla continua lotta tra Nelson Piquet e Stefan Bellof. Mentre Bellof era in testa, Piquet cercò di sorpassarlo, ma alla fine Bellof riuscì a mantenere la posizione e vinse la gara. Tuttavia, molti ritenevano che Piquet avesse avuto la possibilità di vincere, se non fosse stato per un errore nelle fasi finali.

La metà della gara:
A metà gara, la situazione era estremamente incerta. Il pilota Alain Prost, che stava facendo una buona gara con la Renault, fu costretto al ritiro a causa di un guasto tecnico. Niki Lauda, invece, stava combattendo per la posizione in top 5, ma un incidente lo costrinse a fermarsi prima della fine.

Gli incidenti di metà gara:
Nel corso della gara, ci furono numerosi ritiri e incidenti. Keke Rosberg, uno dei favoriti per la vittoria, dovette abbandonare la gara dopo aver avuto problemi al motore. Allo stesso modo, Didier Pironi, che stava facendo una buona gara con la Ferrari, fu costretto a fermarsi per un guasto meccanico.

Le qualifiche:
Durante le qualifiche, Ayrton Senna sorprese tutti con una prestazione straordinaria, qualificandosi nelle posizioni alte nonostante la sua Toleman non fosse tra le auto più competitive. Questo fece presagire che la gara sarebbe stata molto combattuta.
La gara del GP di Monaco del 1982 è ricordata per il suo carattere imprevedibile e per il numero di incidenti che coinvolsero molti dei piloti favoriti. Nonostante le difficoltà, la vittoria finale andò a Stefan Bellof, un pilota che si distinse in quel GP per la sua determinazione. +++


Niente, ancora una volta ChatGPT ha deciso di scrivere cose alla cazzum. L'intelligenza artificiale è perdonata solo ed esclusivamente per avere fatto comparire in pista dal nulla Bellof e attribuirgli d'ufficio la vittoria! *-*


venerdì 4 aprile 2025

Eurocup 3 Spanish Winter championship 2025: Maciej Gladysz vince il titolo

Nello scorso fine settimana è terminato l'ultimo dei campionati minori invernali, nel quale si sono svolti tre eventi, tra febbraio e la fine di marzo, sui circuiti di Jerez, Algarve e Aragon, con un totale di otto gare, dato che nell'ultimo evento se ne sono svolte solamente due, anziché tre come in quello precedenti (non si è svolta quella con reverse grid).
Maciej Gladysz, pilota polacco che aveva concluso terzo nella Formula 4 spagnola 2024, ha conquistato la vittoria del campionato. Ha vinto due gare, esattamente come l'italiano Mattia Colnaghi, che invece ha chiuso la stagione in seconda posizione, precedendo lo statunitense James Egozi, ugualmente due volte sul gradino più alto del podio, di cui in una delle gare da reverse grid.
Ha chiuso quarto il peruviano Andres Cardenas, che ha vinto l'altra gara da reverse grid, mentre si segnala un altro italiano al quinto posto in classifica piloti, ovvero Valerio Rinicella, che ha disputato due eventi esordendo con una vittoria. Hanno completato la top-ten Emerson Fittipaldi Jr, Jules Caranta, Jesse Carrasquedo e due piloti part-time, ovvero Lucas Fluxa e Juan Cota. 
Ci sono state parecchi partecipanti, con 20+ vetture al via di ogni gara, arrivando anche a 25+, quindi un'ottima partecipazione.



giovedì 3 aprile 2025

03.04.2005: vent'anni fa in Bahrein il gran premio più caldo della storia

Il 3 Aprile 2005 si è svolto il gran premio più caldo della storia: la temperatura dell'atmosfera ad Al Sakhir era di 42,5 gradi. Nel corso di quell'evento è stato anche fatto registrare il giro più veloce del circuito, che resiste fino al giorno d'oggi. A suo tempo non ho visto la gara, perché non era stata trasmessa in diretta Rai a seguito della morte avvenuta il giorno precedente del Papa Woytila.
Ho scoperto solo di recente che era stata successivamente trasmessa l'indomani in terza serata, quindi la prima volta in cui l'ho vista è stata qualche anno fa mi pare su dailymotion. L'ho rivista una seconda volta in questi giorni per rinfrescarmi la memoria prima di scrivere questo post. Ricordavo la pole position di Fernando Alonso, che ha preceduto Michael Schumacher, la Toyota di Jarno Trulli, le Williams di Nick Heidfeld e Mark Webber, dopodiché l'altra Toyota di Ralf Schumacher.

Mentre la Renault di Alonso manteneva la prima posizione, il compagno di squadra Giancarlo Fisichella è stato ben presto costretto al ritiro a causa di un guasto al motore. Michael Schumacher è rimasto in seconda posizione per diversi giri, salvo poi effettuare un testacoda, probabilmente causato da un problema meccanico dato che è subito dopo rientrato ai box per ritirarsi. È stato il suo primo ritiro per un problema tecnico dal GP di Germania 2001.
Trulli si è ritrovato dunque in seconda posizione, con Webber terzo, mentre Heidfeld è stato costretto al ritiro per la rottura del motore. Nel corso del secondo stint, a causa di un testacoda, Webber avrebbe perso due posizioni, a vantaggio di Kimi Raikkonen e Ralf Schumacher. Il pilota della McLaren quindi otteneva un'ambita terza piazza, ma purtroppo per lui era in terra di podio analcolico.
Sull'unica Ferrari rimasta in corsa, Rubens Barrichello stava avendo una gara abbastanza difficile, tallonato da Pedro De La Rosa, che poco prima del secondo rifornimento avrebbe segnato il giro più veloce - quello che resiste tuttora - qui immortalato in sovrimpressione, mentre l'immagine mostra la Ferrari di Rubinho con il musetto nero in segno di lutto per la scomparsa del pontefice.


Il pilota spagnolo gareggiava sulla seconda McLaren, mentre Juan Pablo Montoya si era infortunato a una spalla giocando a tennis. Questa, almeno, era la versione ufficiale, pare che l'infortunio fosse invece avvenuto a seguito di una caduta mentre, all'insaputa della squadra di Woking, stava provando una moto da cross. Da buon rivale di Michael Schumacher, molto probabilmente era all'insaputa del fatto che i mezzi a due ruote abbiano la necessità di rimanere in equilibrio!
I commenti trovati su youtube si complimentato per la velocità sul giro secco di De La Rosa, ma sostengono che la performance in gara non sia stata troppo brillante. Mi permetto di dire che, avendo alla fine strappato la quinta piazza a Webber, il risultato finale può essere considerato buono. Detto questo, Webber ha preceduto al traguardo Felipe Massa, che nel terzo e ultimo stint aveva relegato Barrichello all'ottavo posto, celebrando con i punti del settimo il gran premio numero 200 della storia della Sauber.
Rubinho è stato superato anche dalla Redbull di David Coulthard, quindi ha chiuso nono, nonché fuori dai punti: l'ultima volta che la Ferrari non aveva visto neanche un punto era stata il GP del Brasile 2003, dove Schumacher era uscito per incidente e Barrichello era rimasto senza benzina.


Doppio ritiro per la B.A.R., di cui quello di Jenson Button qui immortalato all'uscita della pitlane, fermo per un guasto dopo peraltro una sosta interminabile e caotica, con attrezzature finite a terra. Anche Takuma Sato era stato messo out da un problema tecnico, ma incredibilmente per nessuno dei due si è trattato di una fumata di motore.
Per la squadra sponsorizzata Lucky Strike, tuttavia, sarebbero presto venuti tempi miglior-... ah no. Button sarebbe salito sul terzo gradino del podio fisicamente nel gran premio seguente, ma quel risultato sarebbe poi stato attribuito ad Alex Wurz, nuovo sostituto di Montoya. Questa, tuttavia, è un'altra storia e ne parleremo quando sarà ora di dedicare spazio al GP di San Marino.


mercoledì 2 aprile 2025

Quando i fan deliranti si augurano incidenti mortali memando(?) su veri incidenti mortali

In questi ultimi giorni ho notato che si è parlato tanto di un/una tiktoker che avrebbe fatto un video molto sgradevole, dando a costui/costei anche troppo spazio. Tuttavia, come sempre, quando ci sono pagine famose che scrivono allo scopo di fare tante interazioni, ci sono state tante interazioni, alcune delle quali mi hanno lasciato perplessa.
Non sono su tiktok e non ho visto il video, ma è stato raccontato così: il filmato dell'incidente in cui morì Jules Bianchi, con la scritta in sovrimpressione che il prossimo weekend a Suzuka dovrebbe accadere la stessa identica cosa anche a Lando Norris.

Non so se l'ho mai raccontato, ma quando ero in prima media - sì, avevamo undici anni - io e la mia compagna di banco di tanto in tanto parlavamo di Formula 1. Era la mia epoca "tifosa da bar" quindi non disdegnavo di augurare disgrazie ai piloti che non mi piacevano, ma erano disgrazie quali rotture del motore e vittoria del Benehhhh Assolutohhhh o cose simili. L'altra ragazzina menzionò ipotetici incidenti e disse: "speriamo che (pilota che non le piaceva) muoia".
Per fortuna ai tempi non esistevano i social e l'unica persona che sentì quelle parole fui io. Ma le trovai maledettamente stonate. Tutto ciò che posso dedurre e che non avesse mai visto un incidente mortale. Perché va bene, ero una tifosa da bar, ma mai e poi mai avrei desiderato vedere qualcuno morire di nuovo.
Credo che, oltre a non dare alla vita il valore che danno ai like e alle condivisioni (perché poi uno che augura la morte a un pilota mettendoci come sfondo l'incidente in cui è morto un altro pilota dovrebbe ricevere like e condivisioni, o commenti che non siano "fatti curare"?), certi soggetti non si rendano conto che il motorsport non è un film e che i piloti non sono personaggi di fantasia.

La cosa che mi lascia basita, tuttavia, è che tra le reazioni viste sulle millemila pagine con seguito che ne hanno parlato, è che ci sia chi giustifichi un simile atteggiamento con affermazioni tipo "è normale insultare i piloti", "succede anche ad altri", "Norris guida la migliore macchina pur non essendo il migliore pilota, quindi se lo merita".
Forse non si rendono conto che il problema non è Norris, né qualsiasi altro pilota, chiunque fosse quello preso di mira sarebbe la stessa cosa. Premesso che l'insulto a mio vedere dovrebbe sempre evitato, c'è comunque modo e modo di insultare. Augurare a un pilota di morire perché... non ti piace come guida? non ti sta simpatico? sta in testa alla classifica piloti e non concepisci la correlazione tra questo e i risultati ottenuti nei primi due gran premi? non mi sembra un comportamento edificante e ragionevole. Ma addirittura arrivare a farlo PUBBLICANDO IL VIDEO DI UN *VERO* INCIDENTE MORTALE?!?!?! E magari cercare di buttarla in "era un meme"?
Penso che a tutto debba esserci un limite e che il "normale insultare i piloti" sia interpretato in maniera molto sbagliata.

Aggiungo con alcune considerazioni: 1) chi ha fatto quel post è un bimbominchia/ una bimbaminchia incapace di comprendere che il motorsport non è un reality show o una serie televisiva, 2) non trovo Norris affascinante, ma molte ragazzine a quanto pare sì, mentre Bianchi era un bel ragazzo, quindi non mi stupirei che chi ha scritto il post sia un incel che sfoga così il proprio odio nei confronti di chi ha/ aveva più successo di lui, 3) quelli che invocano incidenti mortali, molto probabilmente se dovesse avvenire la morte che invocavano, poi finirebbero per mettersi la foto del defunto come avatar come se fosse una sorta di badge per gli autoproclamati influencer.