domenica 9 marzo 2025

Race of Champion 2025: vince Sebastien Loeb, dopo essersi imposto anche nella Nation Cup in coppia con Victor Martins

L'ultima volta in cui Sebastien Loeb aveva vinto la Race of Champions, il fanbase della Formula 1 gli dava del vecchio pensionato allo scopo di perculare Sebastian Vettel per avere perso in finale contro uno come lui. Correva l'anno 2022 e devo ammettere che ho visto seri progressi, perché non mi sono capitate sotto gli occhi polemiche così trash in proposito.
La ROC si è svolta a Sydney, con la Nation Cup il 7 e la gara individuale l'8 marzo. Non ho capito molto bene la mossa di iniziare di venerdì, come se la gente non lavorasse, ma del resto non essendoci uno streaming gratis su Youtube non ci sarebbe stato verso di vederla nemmeno se si fosse svolta tra sabato e domenica. La Francia, in cui Loeb faceva coppia con Victor Martins, ha battuto l'Australia di Brodie Kostecki e Will Brown.


I piloti, il giorno dopo, erano suddivisi tra sterrato (tra i quali anche un ex formulista come Heikki Kovalainen) e circuito, in gruppi di dieci. Siccome c'erano dei quarti di finale a tre, in ciascun gruppo uno è stato sorteggiato come qualificato ai quarti di default, ciò è accaduto a Loeb e a Mick Schumacher.
Tra gli altri piloti di Formula 1 c'erano Sebastian Vettel, Valtteri Bottas e David Coulthard. Quest'ultimo purtroppo non è passato ai quarti e la cosa è terribile, perché ci siamo persi un potenziale scontro tra il Mascellone e il Piccolo Mascellino. Solo Vettel è passato ai quarti, tra le nostre vecchie conoscenze di Formula 1 e sia lui sia il suo fanboy hanno perso contro gli australiani Chaz Mostert e il già citato Brown.
Mostert è uscito vincente da questa sfida semifinale ed è andato in finale contro Loeb che aveva affrontato Oliver Solberg. Come già specificato, la vittoria finale è andata a Loeb, che diventa così recordman assoluto con cinque ROC conquistate.



sabato 8 marzo 2025

I campionati misti che esistevano nel 2017 non esistono più, l'ha detto Sophia Florsch

"Le griglie miste erano possibili nel 2017", scrive Sophia Florsch, pubblicando un collage di fotografie delle uniche apparizioni sul podio della sua lunga carriera open wheel, due terzi posti in Formula 4 ADAC. "Nel 2025, le donne gareggiano separatamente. 3-4 secondi dietro agli uomini. Non abbiamo bisogno di giorni di test femminili e serie femminili. Abbiamo bisogno di supporto al livello dei ragazzi. La realtà." Un post molto interessante, che ha ricevuto, ovviamente, un certo numero di like. Peccato che l'abbia scritto con tre mesi di ritardo. Infatti oggi è l'8 Marzo, Festa Internazionale della Donna. Se l'avesse scritto l'8 Dicembre, giorno dell'Immacolata, e avesse offerto in abbinato l'acquisto di una linea personale di panettoni, magari avrebbe preso due piccioni con una fava.
Da circa dieci anni a questa parte, infatti, costei ha l'abitudine - oserei dire per certi versi anche ammirevole - di convincere orde di fan in acclamazione che tutto ciò che dice è vero. Per intenderci, nel lontano 2020, riuscì perfino ad affermare che in questo secolo nessuna donna avesse mai effettuato un vero test al volante di una Formula 1, nonostante per un incidente in un vero test al volante di una Formula 1, Maria De Villota ci avesse rimesso un occhio, riportato danni cerebrali permanenti e infine fosse morta per i postumi dell'incidente stesso. È anche riuscita a convincere un sacco di gente che un discreto numero di suoi avversari siano dei piloti scarsissimi e indegni di un volante... il che magari è anche vero, ma essenzialmente tutti costoro, nessuno escluso, avevano al momento delle sue critiche un palmares di maggiore spessore rispetto al suo.

Non lo so se la realtà sia che le ragazze non ricevono lo stesso supporto dei ragazzi. Certo è che, dopo avere conquistato sei punti in un totale di tre stagioni di Formula 3, con un settimo posto come unico risultato in zona punti, l'unico supporto che riceverebbe un ragazzo sarebbe probabilmente un sonoro calcio nel culo, a meno che non sia figlio del titolare della squadra o dello sponsor. E anche in questo caso, è molto probabile che il padre, pur risparmiandogli il calcio nel culo, gli chiederebbe: "sei proprio sicuro di volere fare il pilota di open wheel? non so, magari non è che piuttosto ti piacerebbe andare invece a studiare Filosofia all'università di Harvard?"
Questa ragazza, tuttavia, da un decennio a questa parte vende la propria immagine di supercampionessa, dopo risultati spesso di gran lunga al di sotto della media e scelte di carriera che, invece di metterla in una luce migliore, hanno messo in risalto, numeri alla mano, le sue pecche. Ha infatti lasciato la Formula 4 per passare alla Formula 3 Europea proprio quando iniziava a ottenere qualche risultato degno di nota (vedi i due piazzamenti a podio), quando con una terza stagione avrebbe probabilmente potuto puntare almeno a qualche occasionale vittoria. Svanita nel nulla la Formula 3 Europea per come la conoscevamo, ha fatto una sola stagione in quella Formula Regional con griglia estremamente ridotta. Con una seconda stagione avrebbe potuto magari ambire a qualcosa di buono (e a battere la tanto screditata Jamie Chadwick), invece è passata in Formula 3 internazionale, con risultati disastrosi.
Abbandonate le open wheel per altre categorie, nelle quali avrebbe potuto costruirsi una carriera di tutto rispetto, ha deciso di tornare in Formula 3 per altre due stagioni. In una ha ottenuto quel tanto sudato settimo posto. Nell'altra ha concluso penultima, arrivando undicesima nel suo giorno migliore. Poi sia chiaro, se lo si chiede a lei scomoderà la iella e quant'altro. Sicuramente qualche disgrazia c'è stata. Però se l'unica volta in cui potevi fare punti è successa una disgrazia, significa che in tutte le altre occasioni eri assolutamente lontana dall'obiettivo.

Nel vendere l'immagine di supercampionessa, Florsch ha anche la pessima abitudine, a suo dire IN NOME DEI DIRITTI DELLE DONNE, di screditare qualunque donna non sia lei, oppure non condivida nella totalità le sue visioni del motorsport. Per intenderci, adesso sostiene che le ragazze meriterebbero lo stesso supporto dei ragazzi. Qualche anno fa, invece, durante una polemica su Twitter con una collega che gareggiava nella W Series (Alice Powell), ha sbeffeggiato quest'ultima per non avere sponsor, affermando di non avere bisogno di sponsor per correre, concludendo con un "I have money".
Nella sua guerra alle serie femminili non si è mai concentrata solo sul format in sé, come invece hanno fatto altre voci contrarie, ma ha screditato incondizionatamente chi vi prendesse parte, indipendentemente dalle ragioni che le avevano spinte a intraprendere quella strada, in certi casi dettata dall'assenza di sponsor e di supporto economico, quel supporto che tuttavia vorrebbe per se stessa. Per chi aveva visto la propria carriera finire per mancanza di sponsor, ovviamente, il discorso non si applicava (giusto per chiarire il concetto, la già citata Powell aveva lasciato le competizioni da qualche anno e lavorava come idraulico nell'impresa edile di famiglia, mentre Emma Kimilainen in una condizione simile aveva aperto un forno/pasticceria, stiamo parlando proprio di persone che sembravano definitivamente fuori dai giochi e che hanno intrapreso l'unica strada possibile per gareggiare, peraltro con risultati di tutto rispetto al confronto con le dirette avversarie).

In sintesi ultima, Sophia Florsch ha sempre raccontato la propria storia, poca importanza aveva raccontare cose vere. Anche nel suo tweet di oggi l'ha fatto. Il suo riferimento alla Formula Academy è evidente, ma l'affermazione secondo cui nel 2025 le griglie miste non esistano è TOTALMENTE FALSA. Nella Formula Winter Series, che finirà in questo fine settimana, tra i trentanove piloti che hanno disputato almeno un evento della stagione, undici sono ragazze. Una di queste (Nina Gademan) ha ottenuto cinque top-ten su nove gare finora disputate. Un'altra delle presenti (Alisha Palmowski) nel 2024 ha chiuso da runner-up una categoria minore open wheel.
Il fatto che la Formula Academy gareggi su auto tre/quattro secondi più lente di quelle dei ragazzi significa tutto e niente. Immagino che stia confrontando i tempi con quelli delle altre categorie che gareggiano sugli stessi circuiti. Quindi sta confrontando delle vetture di Formula 4 con quelle della Formula 3, sostenendo che alle ragazze vengano fatte guidare vetture inferiori, omettendo il non trascurabile dettaglio che la Formula Academy non sia una categoria di Formula 3.
Sul fatto che Sophia non abbia bisogno di serie femminili, l'ha dimostrato. È l'unica cosa vera che ha scritto nel tweet. Però aggiunge che non c'è bisogno di TEST FEMMINILI, quando solo pochi mesi fa avrebbe dovuto disputare con Nissan la giornata del test femminile della Formula E. La ragione per cui non vi ha preso parte? L'alluvione in Spagna, che ha fatto posticipare il test. Dal momento che Florsch in quei giorni era in America per un test di IndyNXT, non ha preso parte al test femminile.
Non escludo che in qualità di membro del junior team Alpine quel test possa esserle stato imposto, del resto l'altra Nissan era sempre del junior team Alpine, oppure che in seguito possa essere stata delusa dal fatto che nessuna delle ragazze che hanno disputato il test sia andata neanche lontanamente vicina a essere considerata per un volante, ma a mio parere screditare un test al quale avrebbe dovuto prendere parte FINGENDO INDIRETTAMENTE CHE LA SUA PARTECIPAZIONE A TALE TEST NON FOSSE MAI STATA PREVISTA mi sembra solo l'ennesimo tentativo di rigirare la realtà che tanto menziona a proprio piacimento...

...e la cosa mi dispiace, lo ammetto.
Sophia Florsch è esattamente quella voce fuori dal coro senza peli sulla lingua capace di dire ciò che gli altri non dicono. È un personaggio con il quale non concordo quasi mai, ma che probabilmente troverei illuminante ascoltare, se fosse capace di intavolare un dibattito senza autoesaltarsi e senza riempirlo di affermazioni fasulle che possano dare sostegno alla sua retorica.
Il sessismo nel motorsport sicuramente esiste. Mi dispiace dirlo, ma Florsch non combatte il sessismo. Piuttosto sfrutta il sessismo per autopromuoversi come paladina dei diritti delle donne. Nessuno ha il dovere morale di fare l'attivista, ma sarebbe doveroso, per chi lo fa, combattere davvero per una causa, invece che sbracciarsi per dire "ehi, sono qui, mettimi qualche like in più".


venerdì 7 marzo 2025

Indycar 2025: #1 Gran Premio di St.Petersburg

2 Marzo - parte il campionato di Indycar 2025 con il Gran Premio di St.Petersburg. Ci sono ventisette vetture al via, con l'ingresso del team italiano Prema, i cui piloti sono due nostre vecchie conoscenze, ovvero Callum Ilott, che abbiamo già visto in passato con il team Juncos, e Robert Shwartzman, che avevamo visto con i colori della Prema in Formula 2 qualche anno fa.

Scott McLaughlin ha conquistato la pole position, precedendo Colton Herta, Felix Rosenqvist, Marcus Armstrong, Christian Lundgaard, Scott Dixon, Marcus Ericsson, Alex Palou, Kyle Kirkwood e Felix Newgarden, con quest'ultimo a completare la top-ten.
La gara è iniziata con un incidente tra Will Power, Nolan Siegel e Louis Foster, con Power che ha tamponato Siegel e Foster che si è ritrovato accidentalmente in mezzo, ma nel proseguimento è stata decisamente più tranquilla e senza eccessivi colpi di scena. Nelle posizioni di primo piano, è stata una gara di strategia.
Il poleman McLaughlin è stato leader nella parte iniziale della gara, ma dopo due soste si è ritrovato in quarta piazza alle spalle di Palou, Newgarden e Dixon.
Palou è rimasto in testa fino al termine della gara, mentre Dixon si è avvicinato progressivamente e all'ultimo giro ha ultimato un sorpasso per la seconda posizione ai danni di Newgarden, un ottimo risultato considerato che ha disputato quasi interamente la gara con un'avaria alla radio.
Entrambe le Prema sono riuscite ad arrivare al traguardo, con Ilott 19° e Shwartzman 20°. Oltre ai tre piloti coinvolti nell'incidente, anche un quarto "fortunato" non è giunto al traguardo e si tratta di Marcus Armstrong, ritirato a causa di un guasto.


RISULTATO: 1. Alex Palou (Chip Ganassi), 2. Scott Dixon (Chip Ganassi), 3. Josef Newgarden (Team Penske), 4. Scott McLaughlin (Team Penske), 5. Kyle Kirkwood (Andretti Global), 6. Marcus Ericsson (Andretti Global), 7. Felix Rosenqvist (Meyer Shank), 8. Christian Lundgaard (Arrow McLaren), 9. Rinus Veekay (Dale Coyne), 10. Alexander Rossi (Ed Carpenter), 11. Pato O’Ward (Arrow McLaren), 12. Graham Rahal (Rahal Letterman Lanigan), 13. David Malukas (A.J. Foyt), 14. Santino Ferrucci (A.J. Foyt), 15. Christian Rasmussen (Ed Carpenter), 16. Colton Herta (Andretti Global), 17. Conor Daly (Juncos Hollinger), 18. Kyffin Simpson (Chip Ganassi), 19. Callum Ilott (Prema), 20. Robert Shwartzman (Prema), 21. Sting Ray Robb (Juncos Hollinger), 22. Devlin DeFrancesco (Rahal Letterman Lanigan), 23. Jacob Abel (Dale Coyne), DNF. Marcus Armstrong (Meyer Shank), DNF. Nolan Siegel (Arrow McLaren), DNF. Will Power (Team Penske), DNF. Louis Foster (Rahal Letterman Lanigan).

Il campionato tornerà tra tre settimane (poco più di due nel momento in cui scrivo), il 23 Marzo, con la gara a Thermal Club, sede che l'anno scorso ospitò la non championship race. Ammetto che avevo praticamente rimosso dalla mia memoria quell'evento trashissimo, ma mi consola sapere che quest'anno ci sarà un evento normale!


mercoledì 5 marzo 2025

Formula Regional e Formula 4 Middle East 2025: Evan Giltaire e Emanuele Olivieri vincono i titoli

Il campionato di Formula Regional Middle East (discendente diretto della Formula Regional Asiatica) è terminato nello scorso fine settimana dopo una serie di cinque eventi comprendenti tre gare ciascuno disputati ad Abu Dhabi, Dubai e Lusail. Ad Abu Dhabi si è gareggiato tre volte, di cui due volte sul layout "standard" e una volta sul layout corkscrew.
Il campionato è stato vinto dal francese Evan Giltaire, che in corso d'opera ha vinto tre gare, e ha preceduto il britannico Freddie Slater che ne ha vinto quattro. Sono stati gli unici due piloti ad avere conquistato più di una vittoria. Hanno concluso al primo posto soltanto in un'occasione i piloti che hanno chiuso in top-5: lo statunitense Ugo Ugochukwu (il cui nome completo è Ugo Ugochukwu Orlandi e ha origini italiane da parte di padre), l'italiano Brando Badoer (figlio di Luca) e il francese Enzo Deligny.
L'emiratino (si dice così?) Rashid Al Dhaderi e il francese Theophile Nael hanno chiuso sesto e settimo senza vittorie, nel caso di Nael disputando soltanto tre eventi stagionali, mentre hanno vinto una gara ciascuno l'ottavo e il decimo classificato, entrambi giapponesi, Kanato Le e Jin Nakamura, in mezzo ai quali ha chiuso nono il messicano Ernesto Rivera.
Hanno vinto una gara ciascuno anche il russo con licenza italiana Nikita Bedrin che ha disputato solo due eventi, l'australiano Jack Beeton e l'indiano Akshay Bohra, rispettivamente undicesimo, tredicesimo e quattordicesimo in classifica piloti. Dodicesimo si è classificato invece, senza vittorie, il giapponese con licenza francese Taito Kato.
L'unica presenza femminile è stata quella di Doriane Pin, che ha disputato due soli eventi, classificandosi sedicesima in gara in due occasioni come migliore risultato.

Negli stessi fine settimana, sugli stessi circuiti, si è svolto anche il campionato di Formula 4, vinto dall'italiano Emanuele Olivieri, dopo avere ottenuto sei vittorie, una di più rispetto al non troppo vicino inseguitore, lo statunitense Alex Powell, che ha preceduto di pochi punti Kean Nakamura-Berta.
Il lettone Tomass Stolcermanis e l'olandese Reno Francot hanno chiuso quarto e quinto con una vittoria a testa, mentre non sono mai saliti sul gradino più alto del podio i diretti inseguitori, il colombiano Salim Hanna e lo statunitense di origini britanniche Sebastian Wheldon (figlio di Dan). Ha ottenuto invece una vittoria il pilota emiratino August Raber, che ha concluso la stagione in ottava piazza. Solo i primi otto in classifica hanno chiuso almeno una volta sul podio.
Come presenze femminili abbiamo svuto Emily Cotty, miglior risultato un undicesimo posto, e one-off l'eroina di casa Hamda Al Qubaisi, che non ha ottenuto molto successo, avendo concluso una sola gara con un ventesimo posto, prima di collezionare un ritiro e un DNS.



lunedì 3 marzo 2025

A sostegno di Marion Grosjean ♡

Non è mia abitudine fare post sulle WAGS o fare la gossippara (in realtà sì, faccio tantissimo la gossippara, ma non scrivo post *interamente* di gossip), ma stavolta non si tratta di gossip. Voglio semplicemente augurare alla signora Grosjean (Marion, che curiosamente è l'anagramma di Romain) di riprendersi presto, dato che ha avuto un incidente piuttosto serio in bicicletta la scorsa settimana e si trova ricoverata in ospedale.
Sul suo profilo instagram ha raccontato l'accaduto mettendo foto in cui si vedono le ferite alla testa, al viso e alle gambe, ma preferisco scendere giù e condividere uno screenshot di immagini in cui la signora Marion appare serena e sorridente in cui compaiono peraltro miniature di RoGro, del loro gatto Petrus, del romanzo di cui è autrice...
Le auguro di tornare presto a casa da Romain, con il quale sembra formare una coppia meravigliosa, e dai loro figli Sacha, Simon e Camille, che solo pochi anni fa hanno visto il papà praticamente andare a fuoco in diretta televisiva e adesso vedono la mamma in queste condizioni. :-////


EDIT - 04/03: come emerge dai profili social di entrambi i coniugi Grosjean, Marion è stata dimessa dall'ospedale oggi.

venerdì 28 febbraio 2025

Blackout, pioggia nel deserto, vetri rotti e pullman stile Yeongan: tre movimentati giorni di test

Veniamo da tre giorni di test in Bahrein, nei quali è dedotto che la Ferrari ha il mondiale in tasca. Oppure che farà pietà. Entrambe le cose succederanno al contempo, ovviamente. Però Hamilton diventerà il pilota più vincente della storia, cosa che al momento non è, avendo ottenuto solo vittorie poco importanti, ovvero non al volante della Ferrari. E farà da zerbino a Leclerc, dato che è il modo migliore per concludere la propria carriera.
Poi arriverà il giorno in cui arriverà ai gestori del circuito la bolletta della luce. Azz, è già arrivata e non hanno pagato! Il Day 1 dei test infatti ha visto una scena che mi ricorda i vecchi tempi in cui lavoravo come impiegata di magazzino e di tanto in tanto capitava che l'impianto elettrico saltasse.


La sessione è stata redflaggata nel tardo pomeriggio, in attesa che la situazione tornasse alla normalità, ma non sarebbe stata la sola bandiera rossa improbabile di quesi tre giorni, tutte circostanze che avrebbero fatto gridare allo scandalo... perfino quelle dettate semplicemente dalle leggi della natura.
Il Day 2, infatti, ha avuto come spunto di riflessione trainante: è ovvio che se vai a fare i test in Bahrein, poi ci sono bandiere rosse per la pioggia. Wait, wait, wait, il Bahrein è proprio uno di quei posti in cui andare per essere abbastanza sicuro che non piova. Ci sono mediamente venti giorni di pioggia all'anno, tanto che quasi nessuno è sceso in pista con le intermedie, perché quasi nessun team le aveva portate.
Al meteo non si comanda. Al buonsenso però sì e magari si potrebbe evitare di affermare che se i test invernali si facessero nell'Europa settentrionale, i cui circuiti innevati vengono occasionalmente immortalati in tutte le salse, allora non ci sarebbero problemi.
Il Day 3, tuttavia, c'è stata una netta inversione di tendenza con ben due redflag dettate da ragioni quantomeno pittoresche. A un certo punto si sono rotte le vetrate del gabbiotto del direttore di gara, riversando vetro in pista. Ma l'apoteosi è arrivata quando Al Sahkir è diventato improvvisamente Yeongan con la sessione redflaggata perché un pullman - lo ripeto, un pullman! - stava transitando alla cazzum sul circuito.
In tutto ciò la Ferrari non ha fatto il miglior tempo assoluto nemmeno in una delle tre giornate. Non che abbia qualche genere di rilevanza, ma dopo che mercoledì e giovedì avevano portato a casa i fastest lap giornalieri McLaren (Norris) e Williams (Sainz), sarebbe stato bello se al venerdì la Rossa avesse completato la tripletta dei team storici. Invece no, il miglior crono del giorno se l'è procacciata la Mercedes (Russell) che come al solito rubahhhh la gloriahhhh.


mercoledì 26 febbraio 2025

Dudu Barrichello, Mick Schumacher e i post attira-interazioni

Da diversi giorni, ormai senza sosta, vedo pagine Zuckenbook pubblicare in tutte le salse, senza citare i credits, una foto condivisa qualche giorno fa sulla pagina instagram ufficiale del WEC, che ritrae Eduardo Barrichello, altresì noto come Dudu, e Mick Schumacher. L'hanno fatto tutti, quindi lo faccio anch'io, perché obiettivamente credo di avere una riflessione profonda da fare in proposito.
Non neghiamolo, nessuno di noi è nato ieri, la pagina ufficiale del WEC ha puntato sulla strategia clickbait (no, non è questa la riflessione profonda, che segnalerò quando ci arriveremo), perché detto onestamente who kers, neanche fossero avversari diretti, gareggiano in due diverse categorie di vetture. Però alla pagina ufficiale del WEC va senz'altro riconosciuto che ha una propria credibilità e diverse migliaia di follower, la foto strappalacrime dei piccoli Barrichello e Schumacher è aolo un surplus, che va a inserirsi tra le decine di post che vengono pubblicati.

Non si può dire lo stesso delle pagine sensazionaliste, quelle che prelevano la foto e la ripubblicano senza credits incuranti del fatto che altre centinaia di pagine analoghe faranno la stessa cosa. Ovviamente queste pagine puntano tutte alla stessa cosa: cuoricini, cuoricini (cit.), e soprattutto commenti stereotipati oppure indignati.
Eh, ma nonna Isaura che abita accanto al circuitohhhh. Grandissima stronzata, per due motivi: 1) la casa vicina al circuito era dei nonni paterni, mentre Isaura era la nonna materna, 2) come annunciato ai tempi da Barrichello, nonna Isaura è morta almeno sette anni fa.
Eh, ma corrono nel WEC solo perché sono figli di Barrichello e Schumacher. A onore del vero Barrichello ha anche un figlio che non corre nel WEC, mentre Schumacher ha una figlia che corre a cavallo. E allo stesso modo ci sono nel WEC diverse decine di piloti che corrono lì anche senza essere figli di Schumacher e Barrichello (almeno per quanto ne sappiamo, poi può darsi anche che Michael e Rubens segretamente abbiano generato un'intera griglia di partenza, ma non è la soluzione più probabile).
Eh, ma tra i due Barrichello Jr è quello bravohhhh e Schumacher Jr è quello skarsohhhh. Questo a dire il vero è uno spunto molto interessante, considerato che Mick ha vinto la Formula 3 Europea e la Formula 2 ed è arrivato a gareggiare in Formula 1, mentre Dudu ha chiuso undicesimo la sua seconda stagione in Formula Regional (erede della F3 Europea) con un podio all'attivo e nessuna vittoria, oltre che un numero piuttosto esiguo di vittorie in altre categorie junior e ben lontano dalla possibilità di procacciarsi la Superlicenza. Mi piacerebbe su quali basi i due vengano confrontati.
Eh, chissà chi sarà il più veloce dei due. Tra i due è Schumacher quello che guida una hypercar, quindi suggerisco di passare di default al prossimo dubbio esistenziale.

Il dubbio esistenziale è, nello specifico, ma perché è così necessario rompere i coglioni e fare caciara, quando parliamo di due piloti tutt'altro che mediatici e propensi alla caciara. Hanno un impatto emozionale? Sicuramente, però a dire il vero a me non è dispiaciuto vedere quel post, specie ricordando di quando diversi anni fa al GP del Brasile il piccolo Barrichello pubblicava insta-stories che ritraevano Mick Schumacher sulla griglia.
Anzi, oserei dire che trovo questa foto piuttosto carina, specie considerato che gli Schumachello Originali probabilmente si sono sempre apprezzati molto meno di quanto dessero a che vedere da compagni di squadra. Quella volta in Ungheria, Schumacher ha praticamente tentato di spalmare Barrichello su un muro. E Barrichello ormai da diversi anni ha lasciato intendere che le cose non fossero esattamente rose e fiori tra di loro, nonostante in numerose occasioni abbia espresso solidarietà nei confronti di Schumacher dopo l'incidente sciistico di quest'ultimo (il che è a mio parere normale per chiunque sia dotato della capacità di interazioni civili anche con le persone che non ritiene best friends forever e possieda almeno un minimo di empatia, ma certa gente sui social mi sta facendo dubitare che ciò che considero normale sia così scontato). Vedere i loro eredi fianco a fianco sinceramente mi ispira solo dolcezza, così come in diverse occasioni mi ha ispirato dolcezza vedere foto di Mick Schumacher insieme a ex colleghi del padre, specie considerato che per età potrebbe tranquillamente essere anche figlio loro.

Concludiamo con la riflessione profonda a cui avevo accennato. Lo scorso anno Dudu Barrichello correva in Stock Car Pro in Brasile, e anche con risultati migliori rispetto a quando era nelle monoposto. In passato in quella categoria vi era una gara in cui due piloti gareggiavano in coppia, con i titolari affiancati da un guest driver (in una di queste occasioni Felipe Massa ha gareggiato insieme a Timo Glock a Interlagos e Massa sarebbe stato nella posizione di assegnare a Glock la pole da reverse grid, se la macchina non avesse dato forfait alla Junçao, proprio laddove nel 2008 era avvenuto il celebre sorpasso da parte di Lewis Hamilton).
Sarebbe fighissimo vedere i piccoli Schumachello gareggiare in coppia, con Mick come guest driver di Dudu. Non dico che sarebbero la coppia più bella di sempre - circa dieci anni fa abbiamo avuto il duo Bruno Senna e Nico Prost - ma sarebbero pur sempre molto più poesia di chi fa caciara sui social.

giovedì 20 febbraio 2025

La Ferrari SF-25 e gli alberi di Fiorano

Dopo la presentazione delle livree nella serata del 18 febbraio, nella mattinata del 19 la Ferrari si è svelata con la vettura del 2025, denominata SF-25, ma invece di parlare del mondialehhhh in tascahhhh come ogni anno, l'argomento principale di discussione è il tifoso che si è messo a tagliare alberi e rami che ostruivano la visuale mentre la monoposto girava a Fiorano.
Ci sono state reazioni contrastanti a questo fatto. A chi, giustamente, ha fatto notare che mettersi a tagliare alberi a random è illegale (e per questa ragione pare che in seguito sia stato multato), c'è invece chi ha acclamato il tizio come un eroe. In giro per il mondo c'è chi parlava di quanto siano appassionatihhhh i tifosihhhh italianihhhh e non mi stupirebbe se ci fosse chi ne ha approfittato per dire che è sintomo di affetto per questo o quell'altro pilota.
Io preferirei soffermarmi sul fatto che un tifoso, per quanto appassionatohhhh, che va a vedere la Ferrari che gira difficilmente porta con sé una sega o attrezzi per la potatura. Mi viene quindi da pensare che questa mossa sia piuttosto quella di un attention seeker che aveva la chiara consapevolezza di essere destinato a essere filmato e a diventare virale. In sintesi non si sta acclamando dandogli del Ferrirista Eroe semplicemente un tale che ha tagliato alberi di proprietà altrui a random senza permessi rilasciati dal comune, ma anche un tale che ha come massima espressione del tifo quella di mettere in mostra se stesso proprio nel giorno in cui dovrebbe essere la monoposto a stare al centro della scena.



Immagini: screenshot del video pubblicato dalla Ferrari su "Xwitter".
Ho un commento da fare e sarà molto calmo e pacato: AMOHHHH L'HALO ROSSOHHHH!!!111!!11!!!!

mercoledì 19 febbraio 2025

Presentazione collettiva delle livree 2025: l'Eurofestival della Formula 1

Nella serata del 18 febbraio, per la prima volta nella storia tutti i team hanno presentato le loro livree a un evento elegant-... ah no. La presentazione è avvenuta a una trashata in cui c'erano cantanti sconosciuti, ballerini, pubblico che fischiava e, a fare da contorno, anche qualche monoposto inquadrata per pochi minuti.
Ho seguito a tratti mentre facevo altro, per vedere le livree delle monoposto, con la netta impressione che fosse la versione motoristica dell'Eurovision Song Contest. Per vostra informazione, l'Eurovision Song Contest è una di quelle cose che mi suscitano orticaria a pelle. Potete immaginare che gioia, da parte mia, nell'assistere a un simile spettacolo dedicato ai "nuovi fan". Ciò conferma la mia teoria secondo cui per nuovi fan si intende un'orda di tumblrer teledipendenti, ovvero gente che fino a un decennio fa, quando frequentavo Tumblr, seguiva comunque la Formula 1 per effetto della Rush-mania.
Dato che "Rush" aveva insegnato ai ragazzini che due piloti possono essere avversari senza che ci sia un buonohhhh e un kattivohhhh, rimpiango fortemente i vecchi tempi, ma purtroppo non torneranno mai più.

La scaletta della serata prevedeva che, tra esibizioni di pseudo-cantanti e coreografie varie, in ordine contrario alla classifica costruttori della stagione 2024, le squadre iniziassero a mostrare i loro colori.
La prima è stata la Sauber, che per mostrare il proprio verde fluo è stata circondata da percussionisti armati di tamburi:


Fortunatamente è arrivata un inaspettato sprazzo di sobrietà. La Williams ha mostrato un video evocativo del proprio passato, per poi arrivare a rivelare la propria vettura blu:


La Visa Cash App RB (si chiama ancora così?) altresì nota come Toro Rosso di Faenza si è presentata con una nuova livrea che mi pare di avere già visto da qualche parte.
Sbaglio o una cosa del genere la si era vista addosso a una Redbull in occasione di non so quale occasione avesse necessitato di una livrea celebrativa? Somigliava molto a questa, se ricordo bene:


La Haas, di cui era girato un leak nei giorni scorsi, è stata preceduta da un tizio che parlava, per poi mostrarsi in colori molto simili a quelli già visti nelle passate stagioni:


L'Alpine quest'anno non alternerà due livree iniziando da quella rosa... anche perché, se ben ricordo, da un certo punto in poi nel 2024 il rosa è tornato in corso d'opera. Di fatto, avremo una monoposto equamente rosa e blu, così potremo continuare a chiamarla Pink Panther.
Questa specifica presentazione ha lasciato notevoli dubbi sull'esistenza di una monoposto, perché è passato un bel po' prima che venisse mostrata:


Gli standard non sono cambiati più di tanto con l'Aston Martin, sono stati necessari parecchi minuti per vedere una livrea verde molto simile a quella già vista:


Dopo tutte le discussioni Mercedes grigia vs Mercedes nera che ogni pre-stagione danno vita a titoloni clickbait perché a quanto pare la livrea della Mercedes è l'unica cosa di cui parlare, abbiamo scoperto che la Mercedes è grigia, ma ugualmente non dipinta in molti punti, tanto da apparire parzialmente nera:


Mi sono cadute abbastanza le braccia prima che la Redbull facesse capolino in mezzo a quella che sembrava un'esibizione di artisti di strada. La vettura di per sé non ha nulla di diverso da solito, quindi se tutta quella gente fosse rimasta a casa non sarebbe stato così terribile:


Poi, finalmente, un po' di sana sobrietà. Non sono certa che la presentazione della livrea Ferrari (con un po' troppo bianco) sia stata davvero quella cosa meravigliosa che è apparsa. Però, dopo avere visto la trashata della Redbull, sembrava di vedere la luce.
Il video molto evocativo della propria storia sembrava una netta inversione di tendenza, infine è arrivata la monoposto in livrea 2025:


Anche la McLaren ha scelto un approccio vintage, omaggiando la propria storia, così come fatto da Ferrari e Williams. Se non altro almeno la chiusura ha avuto il suo fascino... e poi eccola, la vettura color papaya:


In sintesi, va bene, i V3KkY devono morire e lasciare spazio ai nuovi fan, ma siamo sicuri che tutto ciò che è vecchio stile sia il male? Oppure qualcosa, come le vecchie presentazioni individuali, è durato così a lungo semplicemente perché si adattava bene a ogni epoca? Forse non è necessario sempre cambiare di default.

Fonte delle immagini: screenshot fatti durante la live su Youtube.


domenica 16 febbraio 2025

Breaking News: ChatGPT si è inventata di sana pianta un pilota vintage, con tanto di biografia

Dopo una conversazione con il "collega" autore del canale Motor Stories a proposito di ChatGPT, che restituisce risultati improbabili se interrogato a proposito di gran premi del passato, ho deciso di fare un esperimento, facendo una domanda facile, ovvero: Qual era l'entry list del GP di Montecarlo 1981?

ChatGPT ha scritto una risposta contorta, menzionando venti piloti poi divenuti ventisei, rimescolando piloti da una squadra all'altra in maniera random, duplicando numeri di vettura, duplicando piloti, mettendo piloti alla cazzum, cambiando first name a Martin Donnelly e a Jan Lammers...
La risposta è stata questa:

+++ L'entry list del Gran Premio di Monaco del 1981, che si è corso il 24 maggio 1981, includeva 20 piloti, rappresentanti 13 squadre. Ecco la lista completa dei piloti che parteciparono a quella gara:

Ferrari
27: Gilles Villeneuve
28: John Watson

Tyrrell
3: Jean-Pierre Jarier
4: Derek Daly

Renault
15: René Arnoux
16: Jean-Pierre Jabouille

Alfa Romeo
5: Mario Andretti
6: Bruno Giacomelli

Williams
2: Carlos Reutemann
6: Keke Rosberg

Lotus
9: Elio de Angelis
10: Nigel Mansell

McLaren
11: John Watson
12: Andrea de Cesaris

Brabham
3: Niki Lauda
4: Riccardo Patrese

Arrows
28: Mike Donnelly
29: Jochen Mass

Osella
23: Giorgio Francia
24: Piercarlo Ghinzani

March
12: Ruud Lammers
14: Marc Surer

Ligier
25: Jacques Laffite
26: Didier Pironi

Shadow
30: Alan Jones
31: Didi Kvasnička

Questi erano i piloti e le rispettive squadre per il GP di Montecarlo del 1981, una delle edizioni memorabili della Formula 1 in quanto segnò un altro capitolo della rivalità tra Ferrari, Renault e le altre scuderie. +++

Wait, wait, wait, chi sarebbe l'ultimo pilota citato? Sono andata per curiosità su Google a cercare se fosse mai esistito un uomo (o una donna) con quel nome, pilota o meno che fosse. Zero risultati, sembra che non sia mai esistita una persona con quel nome.
Ho chiesto: Parlami della carriera di Didi Kvasnička.

ChatGPT è riuscito a INVENTARSI letteralmente la biografia di un pilotamai esistito nella realtà:

+++ Didi Kvasnička è stato un pilota di Formula 1 ceco, noto soprattutto per la sua breve carriera nella massima serie automobilistica negli anni '80. Nacque il 9 ottobre 1954 a Zlín, in Cecoslovacchia (ora Repubblica Ceca). La sua carriera in Formula 1 è stata piuttosto limitata e non è mai decollata come quella di altri suoi contemporanei.
Kvasnička ha fatto il suo debutto in Formula 1 nel 1981 come pilota per la scuderia Shadow. Durante quel periodo, la Shadow era in difficoltà finanziarie e tecniche, e Kvasnička non ha avuto molte opportunità per dimostrare il suo valore.

Esordio in F1 // Il suo esordio avvenne al Gran Premio di Monaco del 1981, come compagno di squadra di Alan Jones. A Monaco, Kvasnička si trovò a guidare una macchina non competitiva, con prestazioni inferiori rispetto ai piloti di squadre più forti. Sebbene non fosse riuscito a qualificarsi per molte gare, la sua partecipazione a Montecarlo ha segnato il suo ingresso nel mondo della Formula 1.

La sua carriera post-Formula 1 // Kvasnička ha avuto una carriera limitata in Formula 1, partecipando solo a poche gare nel 1981, senza mai riuscire a ottenere punti o una qualifica significativa. Dopo la sua esperienza in F1, non riuscì mai a trovare un posto stabile in una squadra di Formula 1. Nonostante ciò, continuò la sua carriera nelle competizioni automobilistiche, principalmente nelle categorie inferiori, ma senza ottenere risultati di grande rilievo.

Altre esperienze // Dopo la sua breve parentesi in Formula 1, Didi Kvasnička ha partecipato a gare in altre categorie, ma non ha mai raggiunto i riflettori della massima serie. Ha corso in eventi minori e competizioni automobilistiche incentrate su circuiti più brevi e meno esposti.

Carriera e impatto // Sebbene la carriera di Kvasnička in Formula 1 sia stata estremamente breve e non molto significativa in termini di risultati, la sua esperienza rappresenta la storia di molti piloti che non sono riusciti a imporsi in un campionato molto competitivo come la Formula 1 degli anni '80. Didi Kvasnička rimane un esempio di come, in quegli anni, molti piloti provenienti da piccoli team o con poche risorse avessero difficoltà a emergere in un ambiente dominato da squadre più potenti. +++

Ero curiosa, volevo sapere che cosa ne fosse stato di lui, quindi ho chiesto: È ancora vivo?

ChatGPT ha dato il triste annuncio:
+++ No, Didi Kvasnička è deceduto. È morto il 10 luglio 2011 all'età di 56 anni. La causa della sua morte non è stata ampiamente divulgata, ma è stato un addio relativamente silenzioso per un pilota che ha avuto un impatto limitato nella Formula 1. Nonostante la sua carriera non sia stata lunga o di grande successo nel massimo campionato automobilistico, Kvasnička rimane una figura di interesse per gli appassionati delle corse e della storia della Formula 1. +++

Vorrei concludere con un piccolo suggerimento: usate le AI consapevolmente. Finché si tratta di chiedere suggerimenti per post divertenti, come quelli che ho fatto nei giorni scorsi chiedendo come sarebbero stati i telecronisti di Formula 1 come direttori artistici del Festival di Sanremo, ha il suo perché.
Però non prendete per serio quello che dice, quando si tratta di fare domande sui veri fatti del motorsport. Come vedete, ha una fantasia galoppante e, a meno che non vogliate scrivere un racconto fittizio con un pilota cecoslovacco degli anni '80 come protagonista, vi consiglio di andarci cauti.
Infine, se volete scrivere un racconto su un personaggio di fantasia, da autrice amatoriale vi consiglio di limitarvi a usare l'AI prima della stesura. Personalmente la uso occasionalmente per *visualizzare* scene che ho in mente e rendermi conto di come potrebbero apparire in una narrazione. Da questo punto di vista posso dire che tendenzialmente ne escono elaborazioni scritte in modo molto puerile e che, a meno che non siate degli sgrammaticati, sicuramente saprete scrivere molto meglio se lo fate da soli.

sabato 15 febbraio 2025

Quando la McLaren si è svelata a sorpresa in livrea one-off

Se la Williams è stato il primo team a fare una presentazione ufficiale, con tanto di data dell'evento e teli che venivano tolti dalla macchina, il giorno precedente era stata tuttavia mostrata la McLaren con cui Lando Norris e Oscar Piastri cercheranno di difendere il titolo costruttori conquistato lo scorso dicembre.
La vettura è scesa in pista con una livrea one-off, per rispettare la regola aurea secondo cui le vere livree non possono essere mostrate fino al 18 febbraio, giorno della presentazione collettiva. Oserei dire che questa livrea non è propriamente di mio gusto, da quello che si intravede, ma quello che conta davvero è vedere le nuove vetture. *-*

Fonte dello screenshot: profilo xwitter della Formula 1.



venerdì 14 febbraio 2025

Ignorare la presentazione della Williams per protesta contro l'ingaggio di Sainz è ciò che ogni vero appassionato di Formula 1 dovrebbe fare: vi spiego perché

Ricordate quando qualche mese fa ci si indignava per via della presentazione collettiva delle livree, che ci sarà la prossima settimana? E ricordate quando negli anni passati ci si lamentava dei render, delle livree nuove sulle vecchie vetture e di quant'altro?
Tutto faceva pensare che una presentazione ufficiale, con tanto di vettura del 2025, anche se con una livrea one-off dato che è proibito svelare quella nuova prima dell'evento collettivo, potesse essere accolta con grande soddisfazione. Ma è andata davvero così?
Non proprio, a dire il vero. Ho visto commenti del tipo: a cosa serve presentare la nuova macchina se non c'è la nuova livrea? Oppure: a cosa serve presentare una vettura, se poi si arriva ultimi? Per non parlare del silenzio totale sui social che vi hanno riservato certi profili che negli anni passati facevano invettive contro le presentazioni fake. O delle critiche per essere andati "contro il regolamento", facendo una presentazione con le carte in regola.
Se mi è concesso essere sincera in tale senso, non mi sembra che perfino molti di quelli che si spacciano per appassionati seri e ben lontani dalla drivertosurviverizzazione galoppante siano tanto più culturalmente elevati di ciò che hanno sempre criticato. Un lato di me vuole sperare che quello che sta succedendo sia effetto della damnatio memoriae a cui la Williams, colpevole di avere affiancato Carlos Sainz ad Alexander Albon anziché il solito pilota pagante, è stata condannata dalle dure leggi dell'Appassionato Serio Di Motorsport(C). Però, a conti fatti, non sono convinta che sia una spiegazione migliore della driverstosurviverizzazione galoppante, anche se permette di scrivere ottimi titoli clickbait, come quello che ho scelto per questo post.

Fonte della foto nello screenshot: profilo Xwitter della Williams.




giovedì 13 febbraio 2025

Se i telecronisti di Formula 1 fossero direttori artistici e conduttori del Festival

Ho chiesto a ChatGPT: Immagina i telecronisti della Formula 1 attuali e passati sul palco dell'Ariston. Come sarebbe un Festival di Sanremo con Carlo Vanzini come direttore artistico e conduttore e Marc Gené come co-conduttore? Quali sarebbero le principali differenze con la precedente direzione artistica di Gianfranco Mazzoni/ co-conduttore Ivan Capelli, o con quella ancora precedente di Mario Poltronieri con co-conduttore Clay Regazzoni?

ChatGPT ha detto:
+++ Immaginare un Festival di Sanremo con Carlo Vanzini come direttore artistico e conduttore, affiancato da Marc Gené, è un’idea piuttosto affascinante! Entrambi hanno un forte legame con il mondo della Formula 1 e porterebbero una carica di energia, tecnica e passione in un contesto inedito per loro, come quello del Festival della Canzone Italiana. Ecco come potrebbe essere:

Con Carlo Vanzini come direttore artistico e conduttore:
Carlo Vanzini, noto per la sua capacità di gestire situazioni dinamiche e adrenaliniche come quelle delle telecronache di F1, potrebbe portare un approccio più "veloce" e incisivo al Festival. Potremmo immaginare un ritmo accelerato nelle introduzioni degli artisti, con una certa teatralità nella sua conduzione, con battute veloci e spunti sulla cultura della velocità e della precisione. La sua esperienza nel mondo della televisione e delle dirette gli permetterebbe di essere un padrone di casa brillante, con l’aggiunta di un’ironia raffinata e mai troppo sopra le righe.

Con Marc Gené come co-conduttore, il duo si completerebbe perfettamente: Gené, essendo anche un ex pilota e commentatore tecnico, potrebbe portare un tocco di serietà e competenza, ma con un linguaggio più accessibile, perfetto per un pubblico vasto. Potrebbe, per esempio, fare delle analogie tra il mondo della musica e quello della F1, parlando di "performances", "strategia" e "adrenalina". Inoltre, Gené potrebbe rendere il Festival meno formale, con un approccio più amichevole e rilassato, mentre Vanzini aggiungerebbe quella "spinta" tipica dei commentatori sportivi.

Differenze rispetto alla direzione artistica di Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli:
Gianfranco Mazzoni è stato un grande interprete del commento sportivo, ma la sua direzione artistica e la presenza di Ivan Capelli come co-conduttore avrebbero avuto un approccio più tradizionale. Mazzoni, pur con un'immensa esperienza, era più di un "narratore" della scena, un tipo di commentatore che tendeva a mantenere un'atmosfera più sobria e professionale, rispettando le tradizioni del Festival. Ivan Capelli, pur avendo grande carisma e simpatia, avrebbe avuto un ruolo da "spalla" più serio e sobrio rispetto a un Vanzini e Gené, proprio per l’approccio più istituzionale della sua conduzione.

Differenze rispetto a Mario Poltronieri e Clay Regazzoni:
La coppia Mario Poltronieri e Clay Regazzoni aveva una personalità ancora più legata al mondo della F1, ma con un tono quasi più "romantico" e un po' nostalgico. Poltronieri, che era anche un ex pilota e commentatore, portava una certa aura di autorità e competenza, mentre Regazzoni, sempre legato al mondo delle corse, aveva un carisma che tendeva a conquistare il pubblico più anziano e appassionato. Il loro approccio era più tecnico e meno “televisivo”, rispetto a quello di Vanzini e Gené, che sarebbero più pronti a sfruttare ogni momento per suscitare emozioni o suscitare ilarità.

In sintesi, un Sanremo con Carlo Vanzini e Marc Gené sarebbe molto più dinamico, "pieno di adrenalina", con toni più moderni e freschi. Mentre la coppia Mazzoni-Capelli o Poltronieri-Regazzoni, pur brillando per competenza e passione, si sarebbe concentrata più sull’approfondimento e sul rispetto delle tradizioni. +++

Ho chiesto: Sotto ciascuna conduzione artistica, quali avrebbero potuto essere i cantanti in gara, la durata (numero di ore) delle serate, i principali generi musicali e le principali tematiche trattate dalle canzoni?

ChatGPT ha detto:
+++ Immaginare le diverse edizioni di Sanremo sotto le direzioni artistiche di Carlo Vanzini & Marc Gené, Gianfranco Mazzoni & Ivan Capelli, e Mario Poltronieri & Clay Regazzoni permette di ipotizzare come i cantanti, la durata delle serate, i generi musicali e le tematiche delle canzoni sarebbero stati influenzati dalla personalità e dall'approccio di ciascuna coppia di conduttori. Ecco un'analisi approfondita:

1. Carlo Vanzini e Marc Gené (Sanremo ad alta velocità)
Cantanti in gara: Con la presenza di Vanzini e Gené, potremmo immaginare una selezione di artisti giovani, freschi, ma anche quelli con un legame con l'innovazione. Ci sarebbero nomi della scena pop contemporanea, ma anche artisti legati al mondo della musica elettronica, del rock alternativo e del pop più sofisticato. La F1 e la velocità potrebbero portare ad un “Sanremo 2.0”, con talenti provenienti dal mondo dei social media e delle nuove piattaforme digitali.

Artisti come Mahmood, Achille Lauro, Elisa, Måneskin (già noti per il loro mix di rock e pop) potrebbero essere rappresentativi di un Festival con un’atmosfera innovativa, ma anche con spazi per l'indie e l'alternative.

Durata delle serate: Le serate sarebbero probabilmente più rapide, con un ritmo serrato, come un Gran Premio. La durata potrebbe essere di circa 2,5-3 ore a serata, con pochi intervalli e molta concentrazione sullo spettacolo e la performance. La presenza di Vanzini, esperto in dirette sportive, suggerirebbe un Sanremo "agile", privo di eccessive lungaggini.

Generi musicali: Il pop contemporaneo sarebbe sicuramente predominante, ma anche il rock, l'elettronica e il trap potrebbero ritagliarsi spazi importanti. Non mancherebbe una buona dose di sperimentazione sonora, con aperture a nuove tendenze musicali, in linea con la "velocità" del presente.

Tematiche trattate dalle canzoni: Le tematiche trattate dalle canzoni sarebbero probabilmente più moderne e dinamiche. Potremmo vedere brani che parlano di crescita, cambiamento, adrenalina, relazioni complicate, ma anche di temi più sociali e politici come la lotta contro l'inquinamento, la sostenibilità, e l'equilibrio tra tecnologia e umanità.

2. Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli (Sanremo tra tradizione e sportività)
Cantanti in gara: Mazzoni e Capelli, con la loro esperienza televisiva e legame con il mondo dello sport, avrebbero probabilmente scelto una selezione di artisti più tradizionale, con una predilezione per la melodia italiana classica, ma anche per i giovani talenti provenienti dai talent show. Potremmo vedere cantanti come Francesco Renga, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Elisa, ma anche alcuni artisti più giovani come Irama, Ermal Meta, o Levante.

Durata delle serate: La durata delle serate sarebbe stata probabilmente più lunga rispetto a quella immaginata per Vanzini e Gené, in linea con la tradizione del Festival di Sanremo, che poteva arrivare anche a 4-5 ore a serata. Con Mazzoni e Capelli, le serate avrebbero avuto un ritmo più disteso, con maggiore spazio per momenti di riflessione e approfondimento musicale.

Generi musicali: Il pop melodico e la canzone d'autore sarebbero stati i protagonisti, ma non mancherebbe il rock melodico e le influenze provenienti dalla musica da film. L'approccio alla musica sarebbe stato più "storicizzato", con una maggiore attenzione alla tradizione e alla capacità di trasmettere emozioni universali attraverso la canzone.

Tematiche trattate dalle canzoni: Le tematiche sarebbero state più intime e universali, come l'amore, la famiglia, le emozioni forti, il legame con le radici e il senso di appartenenza. La canzone d'autore, con riflessioni sulla vita, la memoria storica e l’identità, avrebbe sicuramente avuto un ruolo preminente. Inoltre, tematiche di solidarietà e speranza, anche legate al mondo dello sport, avrebbero trovato il loro spazio.

3. Mario Poltronieri e Clay Regazzoni (Sanremo di classe e passione)
Cantanti in gara: Con Poltronieri e Regazzoni, il Festival avrebbe avuto un'impronta più elegante e nostalgica, ma sempre con un forte spirito di passione. Gli artisti in gara sarebbero stati tra i più celebri e amati del panorama musicale italiano, tra cui Mina, Lucio Dalla, Adriano Celentano, e Paolo Conte. La selezione avrebbe potuto includere anche giovani artisti con un forte legame con la tradizione, come Giorgia o Noemi.

Durata delle serate: Le serate sarebbero state un po' più "classiche" rispetto a quelle di Vanzini, ma non tanto lunghe quanto quelle con Mazzoni e Capelli. La durata ideale sarebbe stata di circa 3,5-4 ore, con un ritmo rilassato, ma senza eccedere. La presenza di Regazzoni avrebbe portato un'atmosfera più distesa, mentre Poltronieri avrebbe introdotto momenti di approfondimento.

Generi musicali: I generi musicali sarebbero stati il pop melodico, la canzone d'autore, ma anche jazz, swing e musica da film, in linea con il gusto sofisticato e la cultura dell'epoca. Potremmo vedere anche il ritorno di alcuni elementi di musica classica e operistica in stile "Sanremo d'altri tempi".

Tematiche trattate dalle canzoni: Le canzoni avrebbero trattato temi legati alla passione, alla nostalgia, al cuore e alla bellezza della vita quotidiana. Le storie d'amore, la lotta per il sogno, l'idea di bellezza ideale e la riflessione sulla condizione umana sarebbero stati temi centrali. Inoltre, una certa attenzione a temi sociali e di giustizia, ma con una poesia più romantica e nostalgica.

Conclusioni:
Carlo Vanzini e Marc Gené avrebbero portato un Sanremo dinamico, moderno e fresco, con un mix di pop contemporaneo, elettronica e rock alternativo. Il ritmo sarebbe stato veloce, ma senza sacrificare la qualità musicale. Le tematiche sarebbero state più attuali e orientate verso il cambiamento.

Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli avrebbero reso il Festival più tradizionale, ma comunque con uno spazio per i giovani talenti e il rock melodico. La durata delle serate sarebbe stata più lunga, con un focus sulle emozioni universali e la canzone d'autore.

Mario Poltronieri e Clay Regazzoni avrebbero creato un'atmosfera elegante, nostalgica e passionale, con una selezione musicale che avrebbe celebrato la canzone italiana classica e d'autore, trattando temi universali come l'amore e la bellezza della vita. +++


mercoledì 12 febbraio 2025

Se i piloti fossero stati cantanti del Festival

Ho chiesto a ChatGPT: In un alternate universe in cui i piloti di Formula 1 sono cantanti, chi avrebbe vinto il Festival di Sanremo ogni anno? Immagina una hall of fame con dei piloti che gareggiavano in quelle stagioni.

ChatGPT ha detto:
+++ Immaginare i piloti di Formula 1 come cantanti vincitori di Sanremo è un esercizio davvero divertente! Vediamo un’ipotetica Hall of Fame, in cui ogni pilota di F1, grazie alla sua personalità e ai suoi "talenti" vocali, riesce a vincere la kermesse musicale italiana. Ecco alcuni esempi:

1950 (prima edizione) – Juan Manuel Fangio
Fangio, con la sua classe e carisma, avrebbe incantato Sanremo con una ballata elegante, perfetta per un debutto. La sua vittoria avrebbe segnato l'inizio della storia, con il pubblico già rapito dal suo stile.

1951 – Alberto Ascari
Ascari, il primo pilota italiano campione del mondo, avrebbe conquistato Sanremo con un pezzo che unisce il suo spirito competitivo e la sua intima passione per l’Italia. Probabilmente una canzone dal tono malinconico, in grado di esprimere forza e vulnerabilità.

1960 – Stirling Moss
Moss, sempre elegante e carismatico, avrebbe portato sul palco una canzone sofisticata, forse un jazz o un pop raffinato. Il suo stile da gentleman avrebbe reso la sua esibizione memorabile.

1964 – Jim Clark
Clark, calmo e introspettivo, sarebbe stato l’interprete perfetto per una ballata che gioca con la profondità emotiva, magari una canzone di quelle che toccano il cuore e rimangono nella memoria. Sarebbe stato un vincitore tranquillo ma potente.

1971 – Jackie Stewart
Con la sua personalità vivace e il suo spirito di squadra, Stewart avrebbe portato una canzone che spinge verso il cambiamento. La sua vittoria sarebbe stata accompagnata da un pezzo energico, che trasmette ottimismo e determinazione.

1980 – Niki Lauda
Lauda, con la sua tenacia e la sua determinazione, avrebbe scelto un brano che parla di sfide, di vittorie su se stessi e di coraggio. La sua voce sarebbe stata sincera e forte, perfetta per raccontare una storia di rivincita.

1992 – Ayrton Senna
Senna, oltre a essere un genio in pista, aveva una spiritualità unica. La sua canzone sarebbe stata profonda, quasi mistica, con un testo che parla di destinazione e di lotta. Sarebbe stato un trionfo emotivo.

1995 – Michael Schumacher
Schumacher, con il suo spirito di perfezionismo e la sua energia, avrebbe scelto una canzone molto tecnica, con arrangiamenti raffinati, ma anche un forte impatto emotivo. Un brano che parla di resilienza, e che farebbe breccia nel cuore del pubblico.

2006 – Fernando Alonso
Il pilota spagnolo avrebbe vinto con un pezzo che mixa passione e forza. Probabilmente un brano dal ritmo latino, che rappresenta il suo spirito combattivo e la sua determinazione.

2010 – Sebastian Vettel
Vettel, con la sua personalità giovane e travolgente, avrebbe portato una canzone energica e ottimista, che parla di sogni, successi e futuro. La sua vittoria sarebbe stata simbolo di una nuova era per la Formula 1.

2016 – Lewis Hamilton
Hamilton, con il suo carisma e il suo impegno sociale, avrebbe vinto con un pezzo che unisce pop, soul e messaggi di cambiamento. La sua canzone sarebbe stata intensa e riflessiva, con un forte messaggio di uguaglianza e speranza.

2020 – Charles Leclerc
Leclerc, giovane e intraprendente, avrebbe portato un brano moderno, pop e ritmato, ma con una melodia che resta nella testa. La sua energia avrebbe conquistato il pubblico, con una performance fresca e innovativa.

Questa "Hall of Fame" immaginaria si arricchisce di un mix di stili e storie, proprio come le stagioni della Formula 1, sempre diverse e affascinanti! Ogni pilota avrebbe portato la sua personalità unica nel mondo della musica, conquistando Sanremo a modo suo. +++

Ho chiesto: Per tutte le edizioni citate, quali sarebbero stati i titoli delle canzoni vincenti?

ChatGPT ha detto:
+++ Ecco una lista immaginaria dei titoli delle canzoni vincitrici di Sanremo, ispirate ai piloti di Formula 1 e alla loro personalità o alle loro caratteristiche. Ogni canzone sarebbe il riflesso del pilota stesso, del periodo in cui gareggiava e della sua "filosofia" di vita:

1950 – Juan Manuel Fangio
Canzone: "Eleganza nella Vittoria" Descrizione: Una ballata sofisticata, che parla della classe e della determinazione di un campione. Un brano che celebra la vittoria come un'arte, in pieno stile Fangio.

1951 – Alberto Ascari
Canzone: "Cuore Italiano" Descrizione: Una canzone che racconta la passione e l'amore per la sua terra d'origine, l'Italia, e le sfide che il pilota affronta con determinazione. Un omaggio al cuore e al coraggio degli italiani.

1960 – Stirling Moss
Canzone: "Un Viaggio Senza Fine" Descrizione: Un pezzo raffinato, che evoca il fascino e l'avventura del viaggio senza fine, una metafora del percorso di Moss nella sua carriera e nelle sue esperienze di vita.

1964 – Jim Clark
Canzone: "Sotto il Cielo Sereno" Descrizione: Una ballata calma e serena, che riflette la personalità introversa e silenziosa di Clark. Una canzone che parla di trovare pace e consapevolezza dentro di sé, nonostante le sfide esterne.

1971 – Jackie Stewart
Canzone: "Siamo Tutti Uniti" Descrizione: Un pezzo energico e positivo, con un forte messaggio di unione e solidarietà. La canzone rappresenta lo spirito di squadra che Stewart ha sempre difeso nella sua carriera e la sua lotta per la sicurezza in pista.

1980 – Niki Lauda
Canzone: "Vivere il Rischio" Descrizione: Un brano che parla di sfide e superamento delle paure, come la sua lotta dopo l’incidente del 1976. Un tema di resilienza, forza e coraggio.

1992 – Ayrton Senna
Canzone: "Destinazione Infinita" Descrizione: Una canzone mistica, che esplora la spiritualità e il destino. Un pezzo che riflette la visione di Senna della vita e delle corse, con un sottile richiamo al suo forte legame con la fede e la ricerca di un significato più profondo.

1995 – Michael Schumacher
Canzone: "Fino all'Ultimo Respiro" Descrizione: Un pezzo potente e motivante che racconta la determinazione di non mollare mai. Un brano che celebra la sua carriera fatta di perfezione e impegno costante, sempre alla ricerca della vittoria.

2006 – Fernando Alonso
Canzone: "Onda Latina" Descrizione: Una canzone dal ritmo energico, che mixa sonorità latine con un testo che celebra la passione e la forza di chi non si arrende. Un omaggio alle sue vittorie e al suo spirito combattivo.

2010 – Sebastian Vettel
Canzone: "Inizia il Futuro" Descrizione: Un brano giovanile e ottimista, che parla delle speranze e delle opportunità che si aprono con la vittoria. Un pezzo che incarna la freschezza e la determinazione di un pilota in ascesa, pronto a dominare la scena.

2016 – Lewis Hamilton
Canzone: "Voci del Mondo" Descrizione: Una canzone pop e riflessiva che tocca temi di uguaglianza, cambiamento e consapevolezza sociale. Un brano che racconta le sue battaglie fuori dalla pista e l’impegno per un mondo migliore.

2020 – Charles Leclerc
Canzone: "Futuro di Luce" Descrizione: Una canzone fresca, con sonorità moderne e un messaggio positivo. Il brano parla di sogni, speranza e possibilità infinite, riflettendo il suo approccio giovane e determinato alla carriera.

Ogni canzone, come il pilota stesso, avrebbe avuto il suo stile unico, una riflessione della sua vita e della sua carriera, e sarebbe diventata un simbolo di quell’epoca della Formula 1. +++

GRAZIE CHATGPT PER QUESTO VIAGGIO MUSICALE MERAVIGLIOSO!

lunedì 10 febbraio 2025

Il mistero di Robert O'Brien, il pilota tacciato di essere un agente segreto

La Formula 1 del passato è piena di piloti one-off pressoché sconosciuti e, cercando gli anniversari del giorno, mi sono imbattuta in uno di questi. Il 10 febbraio 1987 moriva infatti all'età di settantotto anni un certo Robert O'Brien, pilota statunitense che nel 1952 aveva disputato un evento del campionato di Formula 1, il Gran Premio del Belgio, forse uno dei piloti più misteriosi della storia.
Al volante di una Simca Gordini, il distacco preso in qualifica era abissale: ultimo con un tempo di qualifica che era il 126% della pole position. A suo favore va comunque detto che con gli standard odierni, dal stato in poi sarebbero stati tutti fuori dal 107%! Guardando il lap by lap, ne emerge che O'Brien in gara ha occupato per tutto il tempo la penultima posizione davanti alla HWM di Tony Gaze. In quella posizione ha anche terminato e, con i ritiri di altri piloti, è bastato per classificarsi quattordicesimo e penultimo.
Non è chiaro da dove fosse saltato fuori costui, ma è accertata una sua precedente partecipazione, nello stesso anno, alla 12 Ore di Sebring, e a un paio di eventi di Formula 2 in Europa.
Su Forum Autorsports, circa una ventina d'anni fa, quando in apparenza non esistevano fotografie di Robert O'Brien (su StatsF1 ce n'è una piuttosto sgranata) si discuteva di un rumour piuttosto particolare su di lui, che attualmente è riportato seppure in maniera poco esaustiva su StatsF1 e a dire il vero anche su Wikipedia in inglese.
Pare che Robert O'Brien potesse essere uno pseudonimo e vi erano teorie, apparentemente diffuse in Germania, secondo cui O'Brien fosse un agente segreto della CIA, giunto in Europa per tenere sotto sorveglianza cittadini della Germania Est che si trovavano fuori dai confini nazionali, e che la carriera di pilota fosse just for fun. Pare tuttavia non esservi non solo alcuna prova di ciò, ma soltanto rumour su Forum Autosport, che è fonte di storie interessanti e di ricostruzioni su chi fossero i piloti meno celebri del passato, ma che di basa molto sul passaparola e sui cuggggini insaider.

Fonte dello screenshot con foto: Forum Autosport



domenica 9 febbraio 2025

Formula Regional Oceania 2025: Arvid Lindblad vince il titolo

La Formula Regional Oceania (quella che un tempo si chiamava Toyota Racing Series) si è svolta negli ultimi cinque settimana du una serie di circuiti della Nuova Zelanda e ha visto la partecipazione di un totale di diciannove piloti, di cui quindici hanno gareggiato full time.
Il titolo è andato al britannico Arvid Lindblad vincitore di sei gare sulle quindici disputate e a podio in altre sei occasioni, con un solo risultato fuori dalla top-ten e un solo ritiro. Il vantaggio nei confronti del diretto inseguitore neozelandese, il rookie Zack Scoular, che ha vinto la gara inaugurale della stagione e in seguito una da reverse grid, gli ha permesso di essere incoronato campione dopo la prima gara del quinto fine settimana.
Lo statunitense Nikita Johnson e l'australiano Patrick Heuzenroeder hanno concluso rispettivamente terzo e quarto con una vittoria a testa, il primo in una gara da reverse grid e il secondo in una gara con normale griglia di partenza, mentre la top-5 è stata completata dal peruviano Matias Zagazeta, che ha vinto due volte, di cui una da reverse grid.
Due gare da reverse grid sono state vinte anche dal neozelandese Sebastian Manson che si è classificato sesto nella classifica piloti, precedendo lo statunitense Josh Pierson assente all'ultimo evento stagionale, il coreano Michael Shin e l'altro statunitense Shawn Rashid e il part time australiano Will Brown che in finale di stagione ha vinto l'ultima gara da griglia tradizionale.
I piazzamenti a podio sono stati ottenuti quasi esclusivamente dai piloti sopra citati, con la sola eccezione di un secondo posto da reverse grid ottenuto dal brasiliano Nicholas Monteiro, dodicesimo in classifica dietro al taiwanese Enzo Yeh.


La FROC è il primo campionato minore invernale a terminare, ma non certo l'unico che si sta svolgendo in questo periodo. A
Sono infatti in corso i campionati Middle East di Formula Regional e Formula 4, oltre che Eurocup Winter Series in Spagna. Tornerò prossimamente a parlare di formule minori quando tali campionati giungeranno a fine stagione.

Foto credits: dal sito ufficiale della FROC


sabato 1 febbraio 2025

Il ritorno di Marione alla Lotus(?) partendo da Long Beach: WTF?!

Come avrete notato, in questo periodo di vuoto, anziché impacchettare fake news spacciandole per vere, mi sono sbizzarrita nell'esaminare la spiccata fantasia delle intelligenze artificiali. Stavolta ho deciso di darle corda, di fingere che quello che mi diceva fosse corretto, istigandola a proseguire per vedere fino a che punto potessero arrivare le sue castronerie.
Ho scelto un gran premio a caso, quello in cui Riccardo Patrese fece pole position con la Arrows, ma poi in gara la Williams fece doppietta con Alan Jones e Carlos Reutemann. Ho chiesto a ChatGPT: "Parla del GP degli Stati Uniti Ovest 1981".

La risposta è stata la seguente:
+++ Il Gran Premio degli Stati Uniti Ovest del 1981 si è svolto sul circuito di Long Beach, in California, il 5 aprile 1981. Fu la terza gara della stagione di Formula 1, ed è rimasto nella memoria come un evento caratterizzato da sorprese e da un'accesa competizione tra i protagonisti della stagione.
La pole position fu conquistata da John Watson, pilota della McLaren, ma la gara si rivelò particolarmente difficile per diversi motivi. Al via, Watson mantenne la prima posizione, ma presto fu superato dal brasiliano Nelson Piquet della Brabham, che avrebbe poi vinto la gara.
Un altro protagonista fu il giovane Michele Alboreto, che ottenne il suo primo podio in carriera, con un brillante secondo posto. Questo risultato rappresentò un'importante svolta per la sua carriera. Al terzo posto si classificò invece il britannico Nigel Mansell, che stava cominciando a farsi notare in Formula 1.
La gara fu segnata anche da numerosi ritiri, tra cui quelli di piloti di grande esperienza come Niki Lauda e Mario Andretti. La corsa fu anche caratterizzata da diverse strategie di gomme e pit stop, che cambiarono l'andamento della gara.
Nel complesso, il Gran Premio degli Stati Uniti Ovest del 1981 fu un evento interessante che evidenziò il dominio di Piquet con la Brabham, ma anche la competitività crescente di altri piloti, come Alboreto e Mansell.
+++

Sono rimasta impressionata di fronte a un tale carico di imprecisioni. Neanche la data: era il 15 marzo. Neanche la posizione in calendario: era l'esordio stagionale. Neanche il podio: Piquet c'era, ma era terzo, e in quanto agli altri, sarebbe passato ancora qualche gran premio prima che Mansell salisse sul podio. Alboreto, poi, in Formula 1 non aveva ancora esordito, sarebbe arrivato nel 1981, ma a stagione in corso. E per quanto avrebbe ottenuto nei suoi anni in Tyrrell un terzo posto e due vittorie, non avrebbe mai ottenuto un secondo posto, che gli viene qui attribuito, fino al 1984. Nessun ritiro per Andretti, che è arrivato quarto in questo evento, mentre Lauda... non gareggiava in Formula 1 nel mondiale 1981!
Avrebbe dovuto bastarmi per vedere l'inaccuratezza di ChatGPT, ma volevo di più, quindi ho posto questo interrogativo, nella speranza di vederne delle belle:
"È tutto molto preciso e interessante, ma potresti raccontarmi qualcosa di più preciso su Lauda: con che team disputò quel gran premio? E per quali squadre gareggiavano Alboreto, Mansell e Andretti?"

L'AI ha risposto:
+++ Certo, posso darti qualche dettaglio in più su questi piloti!
Nel Gran Premio degli Stati Uniti Ovest del 1981, Niki Lauda gareggiava per la McLaren. Era al suo ritorno in Formula 1 dopo il ritiro (annunciato nel 1979), ed era diventato compagno di squadra di John Watson. Lauda aveva già vinto tre titoli mondiali (1975, 1977 e 1984), ma nel 1981, pur essendo ancora competitivo, il team McLaren non aveva ancora la stessa forza di alcune delle rivali, come la Ferrari o la Brabham. Durante la gara di Long Beach, Lauda fu costretto al ritiro, in parte a causa di problemi tecnici sulla sua macchina.
Passiamo agli altri piloti che hai menzionato:
- Michele Alboreto gareggiava per la Tyrrell. Era il suo secondo anno in Formula 1, e il 1981 fu una stagione in cui cominciò a farsi notare per la sua velocità e per i suoi risultati costanti. Il suo secondo posto a Long Beach rappresentò una delle sue prime grandi performance, che gli permisero di emergere come uno dei talenti promettenti della F1.
- Nigel Mansell era un pilota della Lotus, un team che all'epoca aveva ancora un buon potenziale ma stava attraversando un periodo di alti e bassi. Mansell era all'inizio della sua carriera in Formula 1 e si stava facendo un nome come pilota veloce e aggressivo. Anche se nel 1981 non ottenne ancora risultati clamorosi, il suo terzo posto a Long Beach dimostrò la sua determinazione.
- Mario Andretti, leggenda del motorsport, gareggiava per la Ferrari nel 1981. Dopo aver vinto il titolo mondiale nel 1978, Andretti cercò di riportare la Ferrari ai vertici, ma il team stava vivendo un periodo di transizione. La Ferrari aveva un'auto molto potente, ma non sempre affidabile. Andretti fu costretto al ritiro durante la gara di Long Beach a causa di problemi meccanici.
Spero che queste informazioni ti siano utili per avere un quadro completo di quella gara!
+++

Cosa dire? Il ritorno di Lauda con un anno d'anticipo ci sta tutto, d'altronde uno che nel 1981 aveva già vinto il mondiale 1984 ha sicuramente qualcosa in più. Sono rimasta un po' delusa dal fatto che Alboreto e Mansell siano stati piazzati nelle giuste scuderie, anche se per quanto riguarda il nostro connazionale il suo esordio è stato ricostruito totalmente alla cazzum.
Ma... Marione in Ferrari?!?! anziché in Alfa Romeo?!?!?! Questo aspetto necessitava di ulteriore approfondimento. Quindi ho chiesto, mettendoci di mezzo una trollata: "L'intento di Andretti di riportare la Ferrari ai vertici è un'azione da vero maschio alfa! Mi racconti la sua stagione 1981 in Ferrari?"

Con tanto di esclamazione iniziale, ChatGPT ha riferito:
+++ Ah, Mario Andretti nel 1981 con la Ferrari è un capitolo davvero affascinante della storia della Formula 1! Andretti, un pilota di enorme talento e carisma, aveva una carriera straordinaria, e il suo periodo con la Ferrari, purtroppo, non fu dei più fortunati, ma sicuramente segnò un momento importante della sua vita sportiva.
Nel 1981, Andretti aveva 41 anni, ma era ancora un pilota di grande esperienza e con un’incredibile voglia di vincere. La Ferrari, dal canto suo, non viveva uno dei suoi momenti più brillanti. L'auto che Andretti guidava era la Ferrari 126C, una vettura con un motore turbo che aveva il potenziale per essere competitiva, ma che soffriva di problemi di affidabilità e di sviluppo. La stagione 1981 era una sorta di periodo di transizione per il team di Maranello, che non riusciva a trovare la giusta formula per essere competitivo ai massimi livelli.
Andretti, purtroppo, non riuscì a lottare per il titolo. La sua stagione fu segnata da diverse difficoltà tecniche, tra cui motori che soffrivano di problemi di fiammabilità e un generale scarso ritmo di gara. La Ferrari non riuscì mai ad adattarsi completamente al turbo, e questo penalizzò Andretti nelle gare più lunghe e difficili. La 126C era veloce in alcuni tratti, ma non abbastanza affidabile e consistente per competere con le vetture rivali, come la Brabham di Piquet, la Renault o la McLaren.
Nonostante le difficoltà, Andretti riuscì a mostrare il suo carattere e la sua classe. In alcune gare, come il Gran Premio di Monaco, riuscì a far emergere il suo talento e la sua capacità di sfruttare le circostanze, ma anche in queste occasioni il potenziale della vettura fu compromesso da guasti tecnici. Andretti terminò la stagione 1981 senza vittorie e senza podi, ma sempre con la consapevolezza che stava cercando di portare la Ferrari al vertice con determinazione e leadership.
A fine stagione, Andretti lasciò la Ferrari, e questo fu un punto di svolta per entrambi: per lui, che passò alla Lotus, e per la Ferrari, che dopo un periodo di transizione si concentrò su nuove prospettive, con l'arrivo di piloti come Michele Alboreto.
La stagione 1981 di Andretti con la Ferrari, quindi, è un mix di sfortuna, abilità di guida e determinazione, ma anche un chiaro esempio di come il motorsport a volte sia crudele con i più grandi talenti, nonostante tutto il loro impegno.
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Vedo che Alboreto in questo universo ha bruciato molte tappe, di questo passo sarebbe potuto arrivare Minardi già nel 1988, ma c'erano questioni di maggiore importanza da definire, tipo questa: "Com'è andata per Andretti in Lotus nel 1982?"

L'oracolo ha affermato, anticipando anche di qualche mese la dipartita di Chapman:
+++ La stagione 1982 di Mario Andretti con la Lotus è una delle più turbolente e drammatiche della sua carriera. Dopo aver lasciato la Ferrari alla fine del 1981, Andretti si unì al team Lotus, un team che negli anni precedenti aveva avuto molto successo grazie alla visione e alla guida di Colin Chapman. Lotus stava cercando di risollevarsi dopo la morte di Chapman nel 1982, ma la macchina, la Lotus 91, non era perfetta, e il team stava attraversando un periodo di transizione.
Il 1982 per Andretti iniziò con grandi aspettative, visto che la Lotus era considerata una delle squadre più innovative e aveva una macchina che poteva avere buone prestazioni. Tuttavia, la stagione fu segnata da alti e bassi, con Andretti che si trovò spesso a lottare non solo con le difficoltà tecniche della vettura, ma anche con un ambiente che stava vivendo grandi cambiamenti.
Nel corso dell'anno, Andretti affrontò numerosi problemi, sia con la Lotus 91 che con la Lotus 92 (che fu introdotta più tardi nella stagione). La Lotus 91, in particolare, soffriva di problemi di equilibrio e di instabilità, mentre la 92, pur migliorata, non riusciva a garantire un passo costante in gara.
Nonostante le difficoltà, Andretti mostrò il suo talento, ma la sua stagione fu segnata da una serie di ritiri e risultati deludenti. Il fatto che il 1982 fosse una delle stagioni più pericolose e imprevedibili della Formula 1 (a causa di numerosi incidenti e cambiamenti nel regolamento) non fece altro che aumentare la pressione sui piloti e sulle squadre.
Uno dei momenti più drammatici fu il Gran Premio di San Marino, quando Andretti fu coinvolto in un incidente con il compagno di squadra, Elio de Angelis, e si ritirò dalla gara. La Lotus, in generale, faticò a trovare la giusta messa a punto per le sue vetture, e Andretti non riuscì mai a salire sul podio in quell'anno. Nonostante ciò, fu uno dei piloti più rispettati nel paddock per la sua dedizione e il suo spirito competitivo.
A fine stagione, Andretti non riuscì a conquistare nemmeno una vittoria, ma la sua stagione con la Lotus rappresentò anche un periodo di adattamento difficile per il team, che avrebbe poi trovato un maggiore successo con altri piloti nei successivi anni.
Quindi, nel complesso, la stagione 1982 di Andretti fu deludente sotto il profilo dei risultati, ma non intaccò la sua fama come uno dei grandi del motorsport. La combinazione di una macchina non competitiva e di un ambiente instabile fece sì che il suo ritorno alla Lotus non fosse il coronamento della carriera che forse molti si aspettavano.
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In sintesi, finale triste in cui per due anni di fila Marione ha belle speranze, ma non sale mai sul gradino più alto del podio. :-/// Pazienza, non si può avere tutto nella vita, può consolarsi di essere stato pilota della Ferrari e della Lotus, invece di essere un bot che suggerisce alternate universe spacciandoli per realtà.


Ammetto di essere, in generale, abbastanza basita, non tanto dalle prime informazioni sbagliate, ma soprattutto dal fatto che, facendo le giuste domande (o quelle sbagliate?) fosse possibile allontanare ancora di più ChatGPT dalla realtà. L'AI è arrivata a inventarsi *totalmente* delle vicende mai accadute, rendendole tuttavia plausibili per chi non avesse idea di cosa fosse successo in Formula 1 in quegli anni, cadendo nella palese contraddizione solo quando nel 1981 Lauda aveva già vinto il titolo 1984.


venerdì 31 gennaio 2025

Quando le nuvole si sono radunate per Derek Daly

Ho chiesto all'AI: "Sintetizza il GP di Montecarlo 1980 raccontando tutti gli episodi salienti". Cosa potrebbe mai andare storto?
ChatGPT ha scritto:

+++ Il Gran Premio di Monaco 1980, disputato il 18 maggio, è stato uno degli eventi più memorabili nella storia della Formula 1 per le sue condizioni climatiche e gli imprevisti che hanno caratterizzato la gara.
La gara si svolse su un tracciato cittadino noto per la sua difficoltà, dove le nuvole si erano radunate sin dal mattino, creando un’atmosfera di incertezza. A causa della pioggia che cadde prima della gara, la partenza fu ritardata e si decise di partire dietro la safety car per i primi giri.
La gara iniziò con la Ferrari di Jody Scheckter che riuscì a mantenere la testa della corsa, ma non passò molto prima che il suo compagno di squadra, Gilles Villeneuve, fosse costretto al ritiro per un problema tecnico. La pioggia fece spesso il suo ritorno durante il Gran Premio, con diversi piloti che lottavano per mantenere il controllo delle loro vetture su un asfalto scivoloso
Il momento clou del GP di Monaco 1980 fu il duello tra il giovane Alan Jones, alla guida della Williams, e lo scatenato René Arnoux, che difendeva la sua posizione alla guida della Renault. I due si scambiarono diverse volte la posizione, ma alla fine fu Alan Jones a prevalere, nonostante qualche difficoltà nell’affrontare il tracciato bagnato.
Jones vinse la gara, un risultato che consolidò la sua leadership nel campionato mondiale. La vittoria di Williams a Monaco fu la prima nella storia del team, e Jones si aggiudicò il successo dopo una gara piena di imprevisti, segnata anche dai ritiri di altri contendenti come Carlos Reutemann e Nelson Piquet.
In sintesi, il GP di Monaco 1980 fu una gara ricca di sorprese, con condizioni meteorologiche variabili e un finale teso, che premiò la determinazione di Alan Jones e la costanza della Williams.
+++

Di fronte a una simile scena, con risultati totalmente alla cazzum, avrei dovuto cliccare sulla X in alto a destra, ma ammetto che di fronte alle nuvole che *si sono radunate* ho deciso di trollare l'AI al fine di chiederle di parlare di un episodio saliente.

Ho detto: "È stato tutto molto bello e realistico, potresti aggiungere anche un piccolo accenno all'incidente di Daly e alla reazione dello sponsor Candy?"
ChatGPT gli ha risposto, cambiando tra le altre cose anche il first name a Daly:

+++ Certo! Un altro episodio saliente del GP di Monaco 1980 fu l'incidente che coinvolse John Daly, il pilota britannico che correva per la scuderia Ensign. Daly, in una gara molto complicata e resa ancora più difficile dalle condizioni meteo, fu vittima di un incidente mentre stava tentando di completare il primo giro. La sua vettura si schiantò contro le barriere, causando il ritiro immediato dal Gran Premio.
Questo incidente ebbe una ripercussione anche fuori dalla pista, poiché il suo sponsor principale, la Candy, che supportava la Ensign, non prese affatto bene l’accaduto. La reazione fu particolarmente negativa, in quanto lo sponsor si aspettavano prestazioni migliori dalla squadra. Questo episodio contribuì a rendere ancora più difficile il rapporto tra la scuderia e i suoi sostenitori commerciali.
Nonostante il ritiro di Daly, il GP rimase un evento indimenticabile, segnato non solo da episodi tecnici e sportivi, ma anche da queste tensioni extra-pista, che contribuirono a rendere la giornata ancora più carica di emozioni.
+++

Niente, cosa dire? Non so se sia meglio scappare a gambe levate o apprezzare la poesia trash che ChatGPT riesce occasionalmente a regalare. Nel dubbio, in attesa di ricominciare a scrivere qualche seria - o meno seria - considerazione sul motorsport odierno, oppure vintage chi può dirlo, ho deciso di permettere all'AI di dare sfogo alla propria pazzia.