Siamo a fine giugno e, come se fosse la prima settimana di marzo, siamo vicini al giorno in cui il mondiale finalmente inizierà. Non ci sono dubbi sul fatto che ormai sentiamo i motori nell'aria... e infatti si sono risvegliate anche le solite Leclettel war, ma grazie al cielo sarà l'ultimo anno, perché a fine stagione Vettel leverà le tende e allora non ci sarà più niente e nessuno a provocare indirettamente le continue rotture tra i fanboy ferraristi che affollano gli spazi web (e probabilmente non solo gli spazi web, ma è dura incontrare molta gente con cui parlare di Formula 1, fuori dal web).
Sono contenta ovviamente che il momento in cui lo split si concretizzerà sia sempre più vicino, perché con esso coinciderà il ritorno alla normalità nel fandom (o almeno spero), ma purtroppo ci sarà una stagione lunga e intrisa di eventi in cui ci toccherà ancora versare molto sangue. Da un lato ci sono i fanboy di Leclerc che tacciano chiunque non segua i loro istinti di essere un fan di Vettel e di fatto un traditore. Dall'altro ci sono i fanboy di Vettel che si pongono allo stesso livello blaterando qualcosa a proposito di mondiali vinti in passato per mettere a tacere gli altri.
Quello che nessuno sembra avere capito è che in realtà Vettel e Leclerc non hanno niente in comune a parte il fatto di indossare una tuta dello stesso colore ed essere nello stesso momento piloti dello stesso team. Non che questa sia roba da poco, questo no, ma quello che la gente sembra non capire è che lo status dell'uno non dipende necessariamente dallo status dell'altro. Giusto per chiarire il concetto, quando Vettel debuttava in Formula 1, Leclerc doveva ancora compiere dieci anni. Non sono piloti della stessa epoca, o quantomeno non lo saranno per gran parte, così come per gran parte delle loro carriere non c'è stato o non ci sarà un grosso punto di contatto tra di loro.
Per dirla in altri termini, i Leclettel sono due "estranei" destinati a incontrarsi e a scontrarsi per l'arco temporale ridotto di due anni. Non sappiamo quanto durerà la carriera dell'uno e quella dell'altro, ma sappiamo che quella che sta per iniziare è la quattordicesima stagione in Formula 1 di Vettel. Quindi per almeno dodici stagioni, Vettel non è stato in diretto contrasto con Leclerc. Idem per quest'ultimo, a meno che non si ritiri a fine stagione con soli tre anni di carriera all'attivo.
Così come una volta, l'estate scorsa, quando mio padre disse che i titoli di Vettel non valevano niente *perché* è un pilota inferiore a Leclerc gli ricordai che quell'argomentazione non poteva reggere in quanto ai tempi dell'ultimo titolo di Vettel, Leclerc doveva avere all'incirca sedici anni e correre in Formula Renault, un giorno i risultati di Leclerc non potranno essere valutati sulla base di quelli di Vettel. Mi spiego meglio: quando la gente parla della carriera *di Leclerc*, va a scomodare argomenti come Turchia 2010 e il confronto con Ricciardo nel 2014. Eppure sono cose che non riguardano neanche minimamente la carriera di Leclerc, che non hanno alcuna influenza sui suoi risultati e che non ne devono avere.
Vettel è uno che non ha vinto un fico secco in carriera? Può darsi (e dopo vi spiego perché questa affermazione può tranquillamente corrispondere a verità). Però il fatto che Vettel abbia o non abbia vinto un fico secco in carriera, di per sé, non dice molto sul valore di Leclerc. Anzi, in un prossimo futuro, un giorno Leclerc potrebbe essere ricordato meglio se questo fosse percepito come un confronto tra vincenti.
Dopotutto in passato Schumacher vinceva perché "non aveva rivali", tra qualche anno si dirà lo stesso di Hamilton e poi di quelli che verranno dopo.
Ciao Leclerc, è stato bello parlare di te e del tuo roseo futuro (anche se le voci di mercato davano più per "roseo" in termini di Racing Point il futuro di altri), ora parliamo del curriculum vitae di Vettel, di quello di Raikkonen-ritorno in Ferrari e del perché, nonostante i numeri in effetti non suggeriscano esattamente questo, il ritorno di Raikkonen sia visto come un successo e quello di Vettel no (Ice-nation, so che state per premere sulla X e per bloccarmi, ma sto per dire qualcosa a sostegno del vostro idolo e non a sostegno di Vettel, quindi se ve ne andate ora vi perderete proprio quello che vorreste leggere).
Essenzialmente Raikkonen è tornato nel 2014, ha avuto un confronto con Alonso tale da far rivalutare Massa, ha avuto un confronto decisamente più presentabile nei confronti di Vettel... e basta. Ha ottenuto una vittoria in cinque anni. Lo ribadisco: UNA vittoria in cinque anni, cioè in un numero di gran premi compreso tra i novanta e i cento. Anche Vettel è stato in Ferrari per cinque anni dal 2015 in poi. Non avrà battuto il record di velocità massima a Monza, però ha vinto quattordici gare, quindi se non vado errata *appena* tredici in più di Raikkonen. Eppure, tra i due, chi viene visto come il maggiore fallimento? ...e la responsabilità è sua.
Se c'è una cosa che conta sicuramente, nella percezione di un pilota, sono gli obiettivi che lui stesso si dà e fino a che punto riesca a realizzare questi obiettivi. Cos'ha detto Raikkonen al suo ritorno in Ferrari? Niente, credo. A parte qualche "bwoah" e qualche altra cosa che ha fatto sorridere la gente di più di quanto abbia sorriso lui stesso in tutta la sua vita. Non ha detto che avrebbe vinto il mondiale, non ha detto che avrebbe fatto sfaceli. È stato lì cinque anni, ha ottenuto qualche performance di spessore, ha vissuto di rendita in tutte le altre occasioni, ha dichiarato che la Ferrari era il suo ultimo team, quando è arrivato il momento di andare via ha detto che non era pronto per il ritiro... e basta. Non ha mai parlato di obiettivi, non si è mai posto degli scogli da superare, non ha mai detto che un titolo vinto in passato non gli bastava per sentirsi completo.
Mentre Raikkonen andava avanti a "bwoah" e a monosillabi, Vettel ci raccontava che un titolo vinto in Ferrari vale sicuramente di più di quattro titoli vinti in Redbull e che solo un titolo in Ferrari l'avrebbe reso una persona completa. Ogni volta in cui qualcuno afferma che i titoli vinti da Vettel in passato non valgono, non fa altro che affermare la stessa identica cosa che lui stesso ha affermato più di una volta tra le righe.
Se non vuoi avere addosso l'aura del perdente te ne devi sapere costruire una diversa e Vettel non è mai stato in grado di farlo, fin dal primo momento in cui ha lasciato la Redbull. Se lui stesso si fosse posto in modo diverso, i suoi fallimenti verrebbero visti in chiave molto meno negativa. Non verrebbe visto come una pagina imbarazzante della storia della Ferrari, quanto piuttosto come un male necessario, un traghettatore tra un passato e un futuro fatti entrambi di successo.
Perché quando sei un pilota Ferrari e affermi "quest'anno vincerò il mondiale", se non vuoi perdere la faccia devi o mantenere la promessa fatta, oppure non essere mai stato credibile. Nessuno ha mai preso sul serio Barrichello e Massa, quando affermavano che avrebbero vinto il titolo, nonostante uno dei due ci sia andato molto vicino al volante di una Ferrari. Ciò fa sì che entrambi siano ricordati in modo abbastanza positivo, forse più dopo la loro uscita di scena che prima. Questo non accadrà mai a Vettel, per il semplice fatto che, quando ha detto che avrebbe vinto il mondiale, la gente non ha riso alle sue spalle ma gli ha creduto. E mentre qualsiasi errore avvenuto al volante è perdonabile, forse è questo l'errore che non lo sarà mai: non solo ha assicurato che avrebbe ottenuto dei risultati che non ha mai ottenuto, ma ha anche e soprattutto deciso di mettere in ombra i suoi risultati passati, in nome di qualcosa che non è mai arrivato. A peggiorare la situazione, non è mai tornato sui propri passi, almeno finora, cosa che sarebbe avvenuta se avesse messo da parte il proprio obiettivo dichiarato in nome di un altro obiettivo.
Anche cose semplici del tipo "Bernd Schneider è sempre stato il mio idolo, quindi il mio sogno è prendere parte ad almeno un evento one-off del DTM come wildcard". Anche un eventuale affermare, se la sua carriera in F1 dovesse andare oltre il 2020, che aiutare la Force India o la Haas ad arrivare in top-ten è un obiettivo che non può essere sottovalutato e che spera che il suo contributo possa essere d'aiuto a una squadra in difficoltà. Per ironia della sorte, sia che risollevi la squadra sia che non lo faccia, a nessuno importerà così tanto da giudicarlo in negativo qualora il tentativo non andasse in porto.
Credo che Vettel e Raikkonen siano, seppure in modo molto diverso l'uno dall'altro, la dimostrazione che in Formula 1 finisci per diventare, in termini di reputazione e di status, esattamente chi decidi di essere. Se Raikkonen è diventato un figo a cui non importa niente della classifica finale e, anzi, non arrivare in top-3 significa non dovere andare al gala, Vettel non è riuscito neanche da lontano ad eguagliare un simile risultato. Fin dal primo giorno in cui è passato in Ferrari ha voluto porsi come uno che non aveva mai vinto niente di serio prima e che doveva a tutti i costi risollevare la propria carriera... ed è diventato esattamente questo, uno che non ha mai vinto niente di serio prima, i cui campionati sono costantemente messi in discussione. E ne ha vinti quattro, non uno solo come i vari Damon Hill che sono stati tacciati di non meritarsene nemmeno uno.
Fin dal primo giorno a Maranello, Vettel avrebbe avuto in mano le carte necessarie per non passare come il peggiore fallimento della storia della Ferrari, invece ha fatto l'opposto. Non mi sembra così strano che, alla fine, così in tanti ci abbiano marciato sopra. I suoi detrattori di un tempo non vedevano l'ora di demolirlo... ed è stato lui il primo ad affermare che vincere un mondiale solo in Ferrari era più importante di vincerne quattro in Redbull.
Su questo si basa tutto quello che è venuto dopo, ovvero la stampa all'unanimità contro di lui, gli opinionisti televisivi contro di lui e perfino il profilo ufficiale della Formula 1 che ha deciso di trasmettere come F1 replay contemporanei quasi solo gare in cui ha collezionato ritiri, errori o incidenti random. Su questo si basa il fatto che la maggior parte dei tifosi della Ferrari lo schifino al momento e che, con tutta probabilità, se ne sbatteranno altamente le palle di lui qualora passasse in un altro team. Su questo si basano i flame che appestano da anni i vari fandom motoristici e l'invivibilità di molti di essi.
Attenzione, non sto dicendo che la responsabilità *diretta* delle azioni altrui sia di Vettel. Sto solo dicendo che, se in prima persona ti dipingi come un perdente, non c'è niente di più banale e scontato di essere considerato tale. Raikkonen-il ritorno non è mai caduto in questa trappola, Vettel sì: questa è la ragione per cui agli occhi di molti di noi Vettel è una vergogna per il motorsport per non avere vinto il mondiale in Ferrari, mentre Raikkonen è un idolo per avere vinto una gara a parità di vettura.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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