Da circa dieci anni a questa parte, infatti, costei ha l'abitudine - oserei dire per certi versi anche ammirevole - di convincere orde di fan in acclamazione che tutto ciò che dice è vero. Per intenderci, nel lontano 2020, riuscì perfino ad affermare che in questo secolo nessuna donna avesse mai effettuato un vero test al volante di una Formula 1, nonostante per un incidente in un vero test al volante di una Formula 1, Maria De Villota ci avesse rimesso un occhio, riportato danni cerebrali permanenti e infine fosse morta per i postumi dell'incidente stesso. È anche riuscita a convincere un sacco di gente che un discreto numero di suoi avversari siano dei piloti scarsissimi e indegni di un volante... il che magari è anche vero, ma essenzialmente tutti costoro, nessuno escluso, avevano al momento delle sue critiche un palmares di maggiore spessore rispetto al suo.
Non lo so se la realtà sia che le ragazze non ricevono lo stesso supporto dei ragazzi. Certo è che, dopo avere conquistato sei punti in un totale di tre stagioni di Formula 3, con un settimo posto come unico risultato in zona punti, l'unico supporto che riceverebbe un ragazzo sarebbe probabilmente un sonoro calcio nel culo, a meno che non sia figlio del titolare della squadra o dello sponsor. E anche in questo caso, è molto probabile che il padre, pur risparmiandogli il calcio nel culo, gli chiederebbe: "sei proprio sicuro di volere fare il pilota di open wheel? non so, magari non è che piuttosto ti piacerebbe andare invece a studiare Filosofia all'università di Harvard?"
Questa ragazza, tuttavia, da un decennio a questa parte vende la propria immagine di supercampionessa, dopo risultati spesso di gran lunga al di sotto della media e scelte di carriera che, invece di metterla in una luce migliore, hanno messo in risalto, numeri alla mano, le sue pecche. Ha infatti lasciato la Formula 4 per passare alla Formula 3 Europea proprio quando iniziava a ottenere qualche risultato degno di nota (vedi i due piazzamenti a podio), quando con una terza stagione avrebbe probabilmente potuto puntare almeno a qualche occasionale vittoria. Svanita nel nulla la Formula 3 Europea per come la conoscevamo, ha fatto una sola stagione in quella Formula Regional con griglia estremamente ridotta. Con una seconda stagione avrebbe potuto magari ambire a qualcosa di buono (e a battere la tanto screditata Jamie Chadwick), invece è passata in Formula 3 internazionale, con risultati disastrosi.
Abbandonate le open wheel per altre categorie, nelle quali avrebbe potuto costruirsi una carriera di tutto rispetto, ha deciso di tornare in Formula 3 per altre due stagioni. In una ha ottenuto quel tanto sudato settimo posto. Nell'altra ha concluso penultima, arrivando undicesima nel suo giorno migliore. Poi sia chiaro, se lo si chiede a lei scomoderà la iella e quant'altro. Sicuramente qualche disgrazia c'è stata. Però se l'unica volta in cui potevi fare punti è successa una disgrazia, significa che in tutte le altre occasioni eri assolutamente lontana dall'obiettivo.
Nel vendere l'immagine di supercampionessa, Florsch ha anche la pessima abitudine, a suo dire IN NOME DEI DIRITTI DELLE DONNE, di screditare qualunque donna non sia lei, oppure non condivida nella totalità le sue visioni del motorsport. Per intenderci, adesso sostiene che le ragazze meriterebbero lo stesso supporto dei ragazzi. Qualche anno fa, invece, durante una polemica su Twitter con una collega che gareggiava nella W Series (Alice Powell), ha sbeffeggiato quest'ultima per non avere sponsor, affermando di non avere bisogno di sponsor per correre, concludendo con un "I have money".
Nella sua guerra alle serie femminili non si è mai concentrata solo sul format in sé, come invece hanno fatto altre voci contrarie, ma ha screditato incondizionatamente chi vi prendesse parte, indipendentemente dalle ragioni che le avevano spinte a intraprendere quella strada, in certi casi dettata dall'assenza di sponsor e di supporto economico, quel supporto che tuttavia vorrebbe per se stessa. Per chi aveva visto la propria carriera finire per mancanza di sponsor, ovviamente, il discorso non si applicava (giusto per chiarire il concetto, la già citata Powell aveva lasciato le competizioni da qualche anno e lavorava come idraulico nell'impresa edile di famiglia, mentre Emma Kimilainen in una condizione simile aveva aperto un forno/pasticceria, stiamo parlando proprio di persone che sembravano definitivamente fuori dai giochi e che hanno intrapreso l'unica strada possibile per gareggiare, peraltro con risultati di tutto rispetto al confronto con le dirette avversarie).
In sintesi ultima, Sophia Florsch ha sempre raccontato la propria storia, poca importanza aveva raccontare cose vere. Anche nel suo tweet di oggi l'ha fatto. Il suo riferimento alla Formula Academy è evidente, ma l'affermazione secondo cui nel 2025 le griglie miste non esistano è TOTALMENTE FALSA. Nella Formula Winter Series, che finirà in questo fine settimana, tra i trentanove piloti che hanno disputato almeno un evento della stagione, undici sono ragazze. Una di queste (Nina Gademan) ha ottenuto cinque top-ten su nove gare finora disputate. Un'altra delle presenti (Alisha Palmowski) nel 2024 ha chiuso da runner-up una categoria minore open wheel.
Il fatto che la Formula Academy gareggi su auto tre/quattro secondi più lente di quelle dei ragazzi significa tutto e niente. Immagino che stia confrontando i tempi con quelli delle altre categorie che gareggiano sugli stessi circuiti. Quindi sta confrontando delle vetture di Formula 4 con quelle della Formula 3, sostenendo che alle ragazze vengano fatte guidare vetture inferiori, omettendo il non trascurabile dettaglio che la Formula Academy non sia una categoria di Formula 3.
Sul fatto che Sophia non abbia bisogno di serie femminili, l'ha dimostrato. È l'unica cosa vera che ha scritto nel tweet. Però aggiunge che non c'è bisogno di TEST FEMMINILI, quando solo pochi mesi fa avrebbe dovuto disputare con Nissan la giornata del test femminile della Formula E. La ragione per cui non vi ha preso parte? L'alluvione in Spagna, che ha fatto posticipare il test. Dal momento che Florsch in quei giorni era in America per un test di IndyNXT, non ha preso parte al test femminile.
Non escludo che in qualità di membro del junior team Alpine quel test possa esserle stato imposto, del resto l'altra Nissan era sempre del junior team Alpine, oppure che in seguito possa essere stata delusa dal fatto che nessuna delle ragazze che hanno disputato il test sia andata neanche lontanamente vicina a essere considerata per un volante, ma a mio parere screditare un test al quale avrebbe dovuto prendere parte FINGENDO INDIRETTAMENTE CHE LA SUA PARTECIPAZIONE A TALE TEST NON FOSSE MAI STATA PREVISTA mi sembra solo l'ennesimo tentativo di rigirare la realtà che tanto menziona a proprio piacimento...
...e la cosa mi dispiace, lo ammetto.
Sophia Florsch è esattamente quella voce fuori dal coro senza peli sulla lingua capace di dire ciò che gli altri non dicono. È un personaggio con il quale non concordo quasi mai, ma che probabilmente troverei illuminante ascoltare, se fosse capace di intavolare un dibattito senza autoesaltarsi e senza riempirlo di affermazioni fasulle che possano dare sostegno alla sua retorica.
Il sessismo nel motorsport sicuramente esiste. Mi dispiace dirlo, ma Florsch non combatte il sessismo. Piuttosto sfrutta il sessismo per autopromuoversi come paladina dei diritti delle donne. Nessuno ha il dovere morale di fare l'attivista, ma sarebbe doveroso, per chi lo fa, combattere davvero per una causa, invece che sbracciarsi per dire "ehi, sono qui, mettimi qualche like in più".
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