sabato 24 novembre 2018

Formula Parody: come non si dovrebbe mai scrivere una fan fiction | Capitolo 11


Capitolo 11: OMG, siamo arrivati ormai alla fine della trashfyccina e, ora che siamo al penultimo capitolo, vediamo finalmente di andare a scovare il teppista con gli occhi azzurri! Prima, però, assistiamo a un momento strappalacrime... Avrei messo un titolo più lungo, ma purtroppo devo scappare a gambe levate, perché un’auto stradale con una targa polacca si sta esibendo in una serie di cappottamenti multipli a tre passi dalla mia tenda. Credo che la colpa sia tutta del fatto che la tenda è canadese!
Fuggii.
In realtà non mi allontanai nemmeno più di tanto, perché potevo coronare la trashfyccina salvando la vita di un perfetto sconosciuto.
Quando la macchina proveniente dalla Polonia terminò il suo vertiginoso cappottamento, mi affrettai ad andare a tirare fuori il guidatore, che mi guardò con aria stralunata e mi domandò: «Per caso qui siamo a Yas Marina?»
«Esatto» confermai, «E, per tua informazione, mi sono persa la conferenza stampa del gran premio, che si è da poco concluso con il trionfo inaspettato di Estebaby Gutierrezzzz, primo campione del mondo della storia della Ferrari.»
«Beato lui» ribatté il probabile sfasciacarrozze. «Molta gente sta ancora cercando di recuperare i soldi delle scommesse che avevano fatto all’epoca in cui puntavano su di me come futuro pilota Ferrari.»
Spalancai gli occhi.
«Tu saresti un pilota?»
«Lo ero» mi confidò lui. «Poi ho capito che, se fossi entrato in seminario e mi fossi fatto prete, forse la mia vita sarebbe durata più a lungo. A proposito, sono venuto qui per celebrare il matrimonio tra un certo Lewis Hammertime e una certa Nicoletta Princessberg. Hai idea di dove siano andati a finire?»
«Mhm...» riflettei. «Credo che abbiano perso gli anelli e che li stiano cercando dappertutto, perché altrimenti non saprebbero cosa scambiarsi durante la cerimonia.»

NICOLETTA’S POV
«Non ci posso credere!» sbottai, all’indirizzo del mio futuro consorte. «Ti avevo detto che fare custodire gli anelli a Niki Launt non era una buona idea!»
Il mio futuro consorte, che in quel momento era intento a sistemarsi la catena da bicicletta al collo in vista della cerimonia, replicò: «Possiamo fare anche a meno degli anelli. Abbiamo altre cose da scambiarci.»
«Per esempio?»
«I cappellini.»
Strabuzzai gli occhi.
«Vuoi dire che io dovrei indossare il tuo cappellino così tamarro?! Non se ne parla! Piuttosto mi raso i capelli a zero.»
«Non lo faresti mai» ribatté Lewis, ed effettivamente aveva ragione. «Ora sbrigati, però. Non possiamo lasciare Robert da solo, finirebbe per sfasciare qualche macchina, in nostra assenza.»
Solo in quel momento mi ricordai di Robert. C’erano tante preziose automobili in pericolo, così come c’era il serio rischio che si fratturasse qualche osso, e non potevo permetterlo. Dopo avere controllato con cura che il cappellino di Lewis non fosse sporco di forfora, avrei provveduto a indossarlo sui miei rigogliosi capelli che in quel momento avevano un’acconciatura principesca e altolocata... cosa del resto ovvia, perché i miei capelli mi danno sempre l’aria principesca e altolocata. In realtà io sono principesca fino all’ultima goccia di sangue e Lewis mi aveva appunto promesso che, non appena ci saremmo uniti in matrimonio, mi avrebbe aiutato ad attuare un colpo di stato per permettermi di diventare principessa di Monaco.
Quasi quasi avrei accettato il suo cappellino anche se fosse stato completamente pieno di forfora, invece di tirarglielo indietro come avevo progettato fino a quel momento. Diventare principessa di Monaco era sempre stato il mio sogno e finalmente ero sul punto di coronarlo. Gli one-one-one iniziarono a uscirmi dagli occhi e, dopo avere raccattato Jensonnnn perché ci facesse da testimone, ci recammo nel deserto, dove trovammo Bruna Astrali alla quale attribuimmo l’incarico di altra testimone.

BRUNA’S POV
Non mi aspettavo una tale onorificenza, ma a quanto pareva prima di perdere la verginità dovevo svolgere un’altra funzione importante, ovvero quella di testimone al matrimonio dei futuri reali di Monaco. #BrunaWins!
La cerimonia fu strappalacrime, in particolare il momento in cui udii gli sposi mentre declamavano i propri voti matrimoniali:
«Io, Nicoletta, con questo cappellino ti sposo, per amarti e per onorarti in pole position e in ultima fila, con la vettura intatta e con il motore rotto, finché una sparatoria tra gangster rapper non ci separi.»
«E io, Lewis, con questo cappellino ti sposo, per amarti e per onorarti in ultima posizione e da ritirati, davanti a Sebbyyyy o dietro a Dani-Smile, finché uno pneumatico che ci piomberà in testa perché l’halo è troppo brutto esteticamente non ci separi.»
Applaudii e mi misi a fare urli da stadio, specie quando, non appena il prete li unì in matrimonio, Lewis si liberò della sua preziosa catena da rapper per offrirla a Nicoletta che la indossò prontamente, fingendosi anche soddisfatta, con gli one-one-one che gli uscivano dagli occhi.

NICOLETTA’S POV
La prima cosa che avrei fatto una volta che fossi diventata principessa di Monaco, ne ero certa, sarebbe stata mettere al bando le catene da rapper.
Inoltre, una volta che mi fossi trasferita a casa di Lewis, gli avrei svuotato l’armadio e l’avrei mandato a comprarsi qualcosa di decente da vestire.
...
...
...e no, Lewis, non pensare minimamente che ti permetta di andare a fare shopping insieme a Eddie Jordan, non voglio vederti andare in giro con pantaloni rosa e camicie a fiori.

LEWIS’S POV
Ma cosa vuole questa? Prima di sposarci non pensava ad altro che ai threesome tra me, lei e Jensonnnn, adesso invece non fa altro che rompere le palle?!

BRUNA’S POV
Lewis e Nicoletta iniziarono a scattarsi dei selfie, che pubblicarono immediatamente sui loro profili twitter e instagram, invitando anche Jensonnnn e il prete a posare insieme a loro. Tutto durò finché il prete non propose di celebrare organizzando un demolition derby. Fu quello che distrusse più automobili di tutti e fu proclamato vincitore.
Mi raccontò anche che una volta, durante la sua carriera di pilota, era cappottato nel corso del Gran Premio del Canada e che era stato soccorso da alcune marmotte. Con quelle marmotte aveva organizzato una gara l’anno successivo e l’aveva vinta.
A quel punto mi salutò con un “bienvenue au Quebec” e si allontanò, a piedi perché ormai non c’erano più automobili intatte con le quali tornarsene al suo paese natale.
A quel punto, ultimati i miei doveri di testimone di nozze, feci tanti auguri a Lewis e Nicoletta per il loro futuro e suggerii loro di adottare un figlio.

PASCAL’S POV
E qui mi verrebbe da chiederti, mia cara Bruna, non avevi un suggerimento migliore da dare a quei due invasati? Purtroppo per me, ti hanno presa alla lettera.

BRUNA’S POV
Ignorando le proteste del figlio adottivo di Lewis e Nicoletta mi avviai verso il paddock, dove si stava festeggiando con un festino ad alto contenuto alcolico il termine del campionato e il titolo conquistato da Estebaby Gutierrezzzzz, che aveva finalmente dimostrato ai bulli che non era più il loro zimbello, ma un pilota di grande spessore e rilievo. Qualcuno tentò di rompergli gli occhiali, nel corso della serata, ma gli occhiali di Estebaby rimasero intatti. Qualche osso di chi aveva tentato di romperglieli, invece, rimase spezzato quando Estebaby, in stile nerd che nei telefilm americani per adolescenti si vendica dei bulli, li picchiò tutti uno dopo l’altro, a parte Verstappino, perché era troppo piccolo. Però andò a riferire a suo padre che Verstappino era ancora sveglio nonostante fossero già passate da parecchio le otto di sera e voci di corridoio narrano che ci abbia pensato suo padre a picchiarlo per avere infranto una così importante regola del campionato di Formula 1.
Ho tuttora qualche dubbio su come siano andate veramente le cose: ero troppo ubriaca anche solo per ricordarmi chi fossi e chi fossero i miei uomini ideali...

VOCE FUORI CAMPO’S POV
Bruna, posso farti notare che eravate tutti ad Abu Dhabi e che ad Abu Dhabi l’alcool è vietato per legge? Come avete fatto a organizzare un festino ad alto contenuto alcolico in bella vista senza finire in carcere o senza essere espulsi seduta stante dal paese?

BRUNA’S POV
Purtroppo le voci fuori campo si pongono troppi dubbi inutili e a volte impediscono all’Autrice© di arrivare al punto.
Sta di fatto che ricordavo soltanto una persona, ovvero il mio salvatore, il teppista con gli occhi azzurri che qualche mese prima era comparso nella mia vita per qualcosa come tre secondi contati, ma che non avrei mai dimenticato.

CHECOHHHH’S POV
Quella sera ero particolarmente depresso. Non solo Estebaby aveva vinto il titolo e aveva deciso che da quel momento in poi non sarebbe più stato lo schiavetto mio e di Pastoronehhhh, ma Bruna sembrava non prendermi minimamente in considerazione. Non mi consolava nemmeno il fatto che Pastoronehhhh venisse ugualmente ignorato. Anzi, Pastoronehhhh in quel momento se la cavava meglio di me, dato che era a tu per tu con la Carmelina.

CARMELINA’S POV
Finalmente Jolly Palmaahhhhh era andato a fare la pianta ornamentale da qualche altra parte, quindi io ero a tu per tu con Pastoronehhhh. Era giunto il momento di fargli una rivelazione di grandissima importanza, ma non ero certa che avrei trovato le parole giuste...
Alla fine decisi di essere romantica.
«Hai presente che un paio di settimane fa ti si è rotto il preservativo?»
Fu quello il modo in cui introdussi la questione dell’esistenza di una nostra piccola erede, al quale avevo deciso di attribuire il nome di Victoriahhhh, in onore delle tante vittorie che avevo conquistato durante la mia brillante carriera nel mondo dell’automobilismo.

CHECOHHHH’S POV
Alla fine, mentre Bruna tracannava litri e litri di alcool, andai ad aiutare Bloody Merhi a spazzare il pavimento del Manor Marussia Kebab Paddock Shop, nel tentativo di ricavare qualche piccola soddisfazione.
In effetti qualcosa di soddisfacente lo ricavai: passammo la serata a spettegolare a proposito della Carmelina, che a quanto pareva era ancora la donna dei suoi sogni.
«E Bruna?» gli chiesi. «Non era lei, attualmente, la donna dei tuoi sogni?»
«Mhm... sì, è carina» ammise Bloody Merhi, «Ma preferisco la Carmelina. Credo che dovremmo mettere fine all’organizzazione Spasimanti di Bruna, anche perché a quanto ho capito il suo mandato di presidente della FIA è scaduto oggi e non verrà rinnovato, quindi non la vedremo più il prossimo anno.»
Non ricordai a Bloody Merhi che l’anno successivo con tutta probabilità non avrei rivisto nemmeno lui: non mi sembrava educato stroncare così sul nascere tutti i suoi sogni di procacciarsi un volante per la stagione a venire.
Dopo avere messo una pietra sopra alla donna dei nostri sogni, un dubbio esistenziale iniziò a tormentarmi, così ne parlai con il mio novello confidente:
«Dov’è Will?»
«Chi?»
«Il kebabbaro tuo compagno di squadra.»
Roberto Bloody Merhi mi guardò con aria frastornata e, completamente sobrio e nel pieno delle sue facoltà mentali, rispose con chiarezza: «Non ho la più pallida idea di chi tu stia parlando.»

WHO’S THAT GUY’S POV
Ero in bagno.
Attaccato alla parete c’era uno specchio.
Dentro lo specchio c’era riflesso un individuo alto un metro e un tappo e io non avevo la più pallida idea di chi fosse.

CHECOHHHH’S POV
Mi resi conto che nemmeno io sapevo chi fosse il venditore di kebab compagno di squadra di Bloody Merhi: forse me l’ero immaginato o forse ero nel bel mezzo di un trip allucinogeno, quindi non potevo fare altro che peggiorare la situazione.
«Ora è arrivato il momento per fare ciò che avrebbe fatto Hunt al posto nostro, ovvero tracannare alcool in quantità industriale.»
«Sono d’accordo» confermò Bloody Merhi. «Voglio perdere completamente il lume della ragione, come Bruna che sta urlando a gran voce che ha voglia di sesso e che è disposta a darla al primo uomo fascinoso che le capiterà a tiro.»

BRUNA’S POV
Non avevo la più pallida idea di che cosa stesse capitando, almeno finché non vidi lui. Non avrei saputo dire se fosse l’alcool, ma notai nuovamente il tipo con l’aria da teppista con gli occhi azzurri che mi aveva salvata mesi prima.
«No» declamai. «Non la darò a nessun uomo attraente, se non a lui.»
Mi avvicinai e lo salutai con un cenno della mano. Lui non si accorse di me, stava barcollando per il troppo alcool entrato nel suo corpo. Non era il solo a barcollare o ad avere bevuto troppo. Avevo la testa che mi scoppiava e avevo una gran voglia di vomitare perfino il mio stesso intestino, ma sapevo che la presenza del mio cavaliere avrebbe cambiato radicalmente le cose.
Lo portai nella tenda canadese.
Mi spogliai.
Lui si spogliò.
#SESSOOOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHH!
Continuammo a copulare come due ricci e a tracannare alcool che avevamo portato per ogni evenienza per ore e ore, almeno finché il sonno non ci colse.
Il mattino seguente mi svegliai con la testa che mi faceva ancora più male e il terrore che l’uomo che avevo accanto non fosse il teppista con gli occhi azzurri.
Lo guardai e riconobbi che era proprio lui.
Scattai in piedi e mi misi a saltellare, con gli one-one-one che mi uscivano dagli occhi. In quel momento non c’era più nulla che mi preoccupasse, nemmeno il fatto che il mio incarico non fosse stato confermato e che a partire dal giorno successivo avrei dovuto pregare Luizzzz di metterci una buona parola affinché avessi qualche chance di andare almeno a fare le pulizie all’Esselunga.
Il mio cavaliere ricambiava il mio sguardo, ma purtroppo non saltellava. Si limitava a chiedersi (ma sì, anche al penultimo capitolo mandiamo il POV a quel paese e mettiamoci a leggere nella mente altrui) come fosse finito a letto con me.
Fui io a ricordarmi che c’era ancora qualcosa di poco chiaro in tutta la vicenda, quindi decisi che fare le presentazioni del caso sarebbe stato utile.
Ci stringemmo la mano.
«Bruna Astrali, piacere di conoscerti.»
«Piacere mio, il mio nome è Theboss Verstappen.»


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Milly Sunshine