MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
venerdì 16 novembre 2018
Formula Parody: come non si dovrebbe mai scrivere una fan fiction | Capitolo 3
Capitolo 3: Le feste organizzate il sabato sera nel paddock sono fantastiche, ci si diverte un sacco e il giorno dopo i piloti guidano con un tasso alcolico di gran lunga superiore a quello di James Hunt ubriaco e inizio a credere che sia questa la ragione per cui anche un kebabbaro qualsiasi può vincere un gran premio!!11!!!1!! Comunque ho perdonato Bloody Merhi e ora è di nuovo il mio best friend forever!!11!!!
Il sabato fu un giorno normale: come al solito il rapper e la principessa della Mercedes si appropriarono della vetta della classifica e presero a litigare via stampa.
Io raccolsi le loro interviste:
«Lewissss, chi è stato il migliore tra te e Princessberg in questo weekend?»
«Io, anche se Nico ha cercato di barare, nascondendo l’asso di briscola.»
«Orrorehhhhh!»
«Esatto, orrorehhhhh! Per riprendermi dallo shock, ho rinchiuso Gutierrezzzz in un cesso e ho intenzione di lasciarlo lì per tutta la sera.»
«A proposito, non dovresti comportarti così con il piccolo Estebaby. È un bambino così adorabile e puccioso.»
«È un bambino che merita di essere soppresso! Ora scusami, devo andare a insultare Nico ai microfoni della Rai.»
L’intervista con Nico fu, se possibile, ancora peggiore:
«Buenas dia, señora.»
«No, guarda, io non sono spagnola.»
«Oh, I’m sorry.»
«Nemmeno inglese.»
«Etes-vous française?»
«Nemmeno. Nico, capisco che tu sia rintronato e che tu voglia mostrarmi di conoscere tante lingue, ma non ce n’è bisogno. L’unica lingua che non conoscerai mai è la mia.»
«Sono certo che, se lo volessi, riuscirei a limonarti in due minuti contati. Se ti piace perfino quell’essere immondo con gli occhiali, non potrai resistere al mio fascino.»
«A proposito, oggi sei andato più piano di Hammertime.»
«Esatto, ma mi sono ripreso.»
«In che modo?»
«Sono andato in bagno a rompere il naso a Gutierrezzzz. Ora mi sento rinato. Ah, ovviamente l’ho di nuovo chiuso dentro. Mi sento davvero al top. Domani spaccherò il culo a tutti, metaforicamente. Nel caso di Gutierrezzzz, invece, lo farò materialmente. Auf wiedersehen, sweetie.»
Era stata una giornata terribile e avevo un bisogno incredibile di ingurgitare litri d’alcool per riprendermi dallo shock e, talmente presa com’ero da quel pensiero, mi dimenticai che sarebbe stato molto più normale da parte mia andare a soccorrere il povero Estebaby.
Andai in giro per il paddock a cercare il mio adorabile Checohhhh, che purtroppo non aveva ottenuto la pole position.
Lo trovai e lo invitai ad andare a mangiare una piadina al Manor Marussia Kebab Paddock Shop, dove stavolta non c’erano piadine e nemmeno kebab, ma soltanto wurstel e patatine fritte, oltre che litri e litri di ogni sostanza alcolica mai inventata.
Mi guardai intorno e notai che non c’era Pastoronehhhhh. Vidi Jolly Palmahhhhh che piangeva in un angolo e chiesi delucidazioni a lui e Jolly mi disse che in quel momento Pastoronehhhh era in ospedale ad assistere la povera Carmelina che era stata aggredita nel paddock il giorno precedente. Io mi commossi, anche se poi mi ricordai che l’artefice di tutto ciò ero io. #BrunaWins. Me ne compiacqui profondamente, specie nell’avere l’impressione che Jolly stesse piangendo perché le condizioni di Carmelina si erano aggravate. Scoprii un istante più tardi, però, che Carmelina invece stava migliorando, purtroppo, e che Jolly era profondamente depresso perché in quel momento accanto a lei c’era Pastoronehhhh invece che lui stesso.
Parlai a lungo con Jolly, nonostante sembrasse non avere l’intenzione di ascoltarmi, al punto che si allontanò con una scusa insieme a Checohhhh e lo vidi più tardi nascosto dietro a una pianta ornamentale che gli somigliava parecchio (infatti era una palma), nel probabile tentativo di evitarmi.
La serata fu movimentata da un certo Adriannnn Sutillll, pilota di riserva della Williams, che propose di organizzare un torneo di lancio delle bottiglie. Io fui la reginetta della serata e tutti rimasero impressionati quando, tirando una bottiglia dall’altro lato del Kebab Shop, colpii in pieno il naso del mio amichetto Roberto Bloody Merhi, cosa di cui fui molto felice, visto che aveva scommesso sulla vittoria della Carmelina durante la rissa del giorno precedente.
Bloody Merhi si accasciò al suolo e, a peggiorare la situazione, lasciò cadere la scopa in mezzo alle gambe di Will il kebabbaro, che inciampò ribaltando un vassoio carico di patatine.
Adriannnn mi si avvicinò agitando festosamente una bottiglia e si complimentò subito con me.
«Non ho mai visto un lancio così bello. Se tu fossi un po’ più fotogenica non ci penserei due volte a lasciare Jennifer e a mettermi insieme a te.»
Ero lusingata.
Ancora più lusingata lo fui quando il vecchio Felipehhhh, quello stempiato, insomma, venne a farmi i complimenti a sua volta, riferendomi che una volta, l’anno precedente, avrebbe gradito lanciare una bottiglia in faccia a Checohhhh.
Ciò mi scandalizzò. Checohhhh era così tanto un precious babe, com’era possibile che qualcuno volesse fargli del male?
Oh, a proposito... il mio povero amichetto Bloody Merhi era ancora steso a terra come un sacco di patate, senza che nessuno si preoccupasse minimamente di lui. Anzi, Will il piadinaro stava inveendo nei suoi confronti, perché non si levava di mezzo e l’aveva fatto inciampare.
ROBERTO’S POV
Nel mio nome era scritto il mio destino. Mi chiamavo Bloody Merhi e in quel momento ero tutto inzuppato di sangue, colpa di quei pazzi ubriachi che lanciavano bottiglie. Perché non bevevano quantità industriali di Redbull, come facevano quei due bambini che non presenziavano alla festa perché i loro padri li avevano mandati a letto alle dieci di sera? Carlitohhhh mi aveva riferito, però, che avrebbero trascorso la serata a giocare di nascosto con le bambole e infatti li avevo intravisti in compagnia di due grid girl piuttosto gnocche.
In quel momento, però, non potevo pensare alla figa, prima di tutto perché ero segretamente innamorato di Bruna Astrali che però mi aveva friendzonato perché non sapeva che, essendo i miei genitori due brasiliani emigrati in Spagna, mi scorreva sangue latino-americano nelle vene, e in secondo luogo perché secondo la mia autodiagnosi avevo un trauma cranico, uno zigomo rotto, il setto nasale deviato e numerosi tagli sanguinanti.
Riaprii a fatica gli occhi, con le gocce di sangue che mi correvano sulla punta delle ciglia. Nonostante la mia visuale non fosse delle migliori, intravidi comunque lei. Bruna stava venendo verso di me.
Fu gentilissima.
Nonostante pesassi almeno venti chili più di lei mi sollevò senza problemi e, dopo un lungo tragitto, mi depose finalmente su un letto, dove mi spogliò e io mi vergognai profondamente, dato che quella sera indossavo un paio di mutande di Winnie the Pooh che mi aveva regalato mia nonna per il mio precedente compleanno, ignorando che avessi ventiquattro anni anziché quattro. Mi addormentai profondamente, sperando che ovunque fossimo esistesse un bagno in cui lavarmi il mattino seguente. Oh, e magari anche che si materializzassero da nulla il mio spazzolino da denti e il mio rasoio. Ovviamente speravo anche di svegliarmi, il mattino seguente, invece di morire per le ferite riportate nell’incidente della bottiglia.
Mi svegliai cinque minuti più tardi, quando Bruna tentò di medicarmi e io mi misi a urlare per il dolore, pregandola di smetterla di seviziare la mia faccia.
BRUNA’S POV
Fu difficile far riaddormentare il mio dolcissimo amico Bloody Merhi.
Fu ancora più difficile trovare un posto in cui dormire io, dato che nel mio letto c’era lui.
Fu ancora più difficile calmare i bollenti spiriti di Checohhhh quando entrò nella mia stanza dopo essersi imbottito di caipirinha mescolata con trito di peperoncino (io non c’ero, ma siccome l’Autrice© di una fyccina trash non si pone questi dubbi, lo sapevo ugualmente).
Voleva fare sesso selvaggio tipo nei film di Pastoronehhhh e della Carmelina, però non c’era un letto disponibile e nemmeno una vettura su cui appoggiarci.
La cosa lo disturbò profondamente, tanto che iniziò a buttare in aria tutta la stanza... e già che c’era buttò anche Roberto giù dal letto.
«Nooooooooo!» urlai. «Dopo tutta la fatica che avevo fatto per farlo addormentare! Ho dovuto cantargli una ninnananna in spagnolo, non so se hai un’idea... La sua risposta è stata, nel frattempo: “No, nonna, smettila di cantare quella robaccia.” Lo capisci?! Mi ha scambiato per sua nonna. Secondo me la botta in testa gli ha fatto più male del previsto.»
«Non so cosa farci, avresti dovuto pensarci prima di tirargli una bottiglia!» ribatté Checohhhh. «Credo che dovremmo portarlo in ospedale.»
Spalancai gli occhi.
«Sei pazzo?! Se lo portiamo in ospedale, non solo i festini verranno messi sotto accusa, ma domani si troverebbe nel reparto di rianimazione invece che al volante della sua monoposto. Non può saltare il gran premio, ha la vittoria in tasca.»
«Se lo dici tu...»
«Certo che ha la vittoria in tasca. Fidati di me.»
«No, domani vincerò io, non questo cadavere ambulante!» Checohhhh sferrò un calcio al povero Roberto, che si mise a rantolare. «Sono io che spaccherò il culo a tutti! #ChecohhhhWins! A proposito, non ce l’hai qualcosa da bere? Ho voglia di Bloody Mary.» Guardò il “cadavere ambulante”. «Oppure ho voglia di Bloody Merhi. Facciamo un threesome?»
Urlai di gioia, follemente attratta da quell’idea: «OH MY HALO OF MY HOLY FINNISH ALCOOL LOVER!
FUCK YEAHHHHHHH! Me lo chiedi anche? Certo che voglio fare un threesome! Però mi devi aiutare a trascinarlo sul letto.»
ROBERTO’S POV
Cosa fa una vera amica mentre stai per morire? Ovviamente cerca di coinvolgerti in un menage à troix insieme al suo pseudo-ragazzo.
Speravo che accadesse un plot twist qualsiasi, per esempio che mia nonna, preoccupata per il fatto che non le avessi ancora telefonato, denunciasse la mia scomparsa, ma sfortunatamente mia nonna era in Spagna e con tutta probabilità in quel momento stava giocando a tombola al centro anziani, incurante del fatto che io non l’avessi chiamata. Anzi, una mia telefonata l’avrebbe addirittura disturbata, perché si sarebbe persa la chiamata di alcuni numeri.
Non accadde il plot twist in cui speravo, ma fortunatamente Bruna e Checohhhh furono interrotti da un flash.
Mentre ero più di là che di qua li sentii imprecare contro un certo rapper e una certa principessa, colpevoli di essersi arrampicati su per una grondaia per scattare foto infamanti.
Mi svegliai di soprassalto, nel vero senso della parola, quando mi resi conto che nelle foto infamanti c’ero anch’io, che indossavo un paio di mutande raffiguranti un personaggio di un cartone animato!
Scattai in piedi e urlai: «ORROREHHHHHHHHHH!»
Bruna e Checohhhh, felicissimi di vedermi tornare in vita, proposero di fare un brindisi per celebrare l’evento e trascorsero il resto della notte a bere litri e litri di champagne.
Erano più o meno le cinque di mattina, quindi il nuovo giorno arrivò presto. L’alba mi fece dimenticare che ero mortalmente ferito e, quando mi guardai allo specchio, notai che ero quasi completamente guarito: avevo soltanto una piccola cicatrice su un sopracciglio. Oh, avevo perso anche un po’ di capelli ed ero leggermente più stempiato. Avrei potuto partecipare a una festa di carnevale travestito da Felipehhhh Massahhhh, cosa che appunto intendevo fare... oh, piccolo problema: quel giorno dovevo correre il gran premio d’Australia? Malesia? Bahrein? Dubai? Nuova Zelanda? Barbados? Ah, giusto, ero in Cina!
Lasciai perdere ogni intenzione di partecipare a feste di carnevale e mi concentrai su ciò che contava davvero nella vita.
«Bruna, oggi sono certa che vincerò!» informai la mia salvatrice, che in quel momento stava tentando di svegliare Checohhhh che, sdraiato sul pavimento completamente vestito, russava producendo fastidioso inquinamento acustico.
BRUNA’S POV
Fu una gara spettacolare. Partito dall’ultima posizione, Roberto si ritrovò primo dopo appena tre giri e trascorse tutta la gara in testa.
Una vettura degli stessi colori della sua, che si vociferava fosse guidata da un pilota senza una precisa identità, superò senza troppe difficoltà tutte le altre vetture risalendo fino ad arrivargli negli scarichi.
Purtroppo Roberto perse la leadership all’ultimo giro e fu costretto ad arrivare in seconda posizione, mentre dietro i due piloti della Mercedes litigavano per il terzo posto.
Princessberg vinse la posizione in pista, mentre Hammertime vinse la rissa post-gara, spettinando i capelli del suo avversario. A quel punto decisero di postare su tutti i social network la foto imbarazzante che avevano scattato la notte precedente (sì, mi rendo conto che non avrei dovuto saperlo, ma mixare il POV in prima persona e il narratore onnisciente è un must nelle trash fyccine).
In quel momento, però, non mi interessava nulla delle foto, perché ero troppo impegnata a notare come un certo Will Stevens venisse acclamato come vincitore.
«WHAT THE FUCK?!» esclamai, con una certa perplessità. «Qualcuno mi può spiegare chi cavolo è questo Will Stevens?»
Non ricevetti risposta.
Nessuno sapeva chi fosse Will Stevens. Lo riconobbi soltanto sul podio, dal grembiule da kebabbaro.
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