giovedì 15 novembre 2018

Formula Parody: come non si dovrebbe mai scrivere una fan fiction | Capitolo 2


Capitolo 2: Credevo che il mondo della Formula 1 fosse tutto rose e fiori, invece ci sono dei maleducati che maltrattano gli scoiattoli nerd!!111!!!!11!! e non solo, cercano anche di scroccare piadine a Will-come-si-chiama andandosene via dal Manor Marussia Paddock Kebab Shop senza pagare!!111!!!1! Io, intanto, spacco il culo a Carmelina e dimostro che la reginetta del paddock sono io!!111!!! oltre che reggiana, sono anche reginetta!!111!!!
Vennero tempi difficili, infatti non riuscivo mai a ricordarmeli e in un servizio in diretta annunciai che Will Stevens aveva battuto tutti, staccando di dodici secondi le Mercedes. Avrei rischiato di perdere la mia credibilità, se si fosse trattato di qualcun altro, ma fortunatamente nessuno era al corrente dell’esistenza di Will Stevens, quindi nessuno ci fece caso. A proposito, Will Stevens, chi era costui?
Lasciando da parte i dubbi esistenziali, al termine delle prove libere del venerdì venne organizzato un mega-torneo di shanghai, dove tutti si dilettarono nel far cadere da tutte le parti delle bacchette che non avevano nulla di più bello rispetto alle tessere del jenga.
Dal momento che nessuno mi invitava a giocare a jenga, pensai di andare a cercare il bellissimo vincitore del torneo di shanghai. Non dico che fosse bello quanto il modello di perizomi leopardati, e forse non arrivava nemmeno al livello di Checohhhh, ma aveva un fascino nerd di tutto rispetto, oltre che due graziosi sopracciglioni simili a quelli dell’ex marito di Ashley Judd, un tale che in passato si dilettava a girare in tondo così tanto per fare qualcosa. Naturalmente questo era anche giovane e sexy, aveva due occhiali magnifici e portava una tuta rossa, non perché effettivamente dovesse mettersi al volante di una vettura, ma perché era stato ingaggiato dalla Ferrari al solo scopo di indossare tute rosse, oltre che per vincere il campionato internazionale di shanghai a cui il gran premio di Shanghai faceva da contorno. Si chiamava Estebaby Gutierrezzzz ed era il giocatore di shanghai migliore di tutti i tempi, o almeno erano quelle le voci di corridoio che avevo udito quel giorno a pranzo, mentre cercavo di impedire che un quintetto di individui sgraziati derubassero il povero Will delle sue piadine, con l’aiuto di Roberto Bloody Merhi, che li aveva inseguiti armato di scopa.
Mi diressi fischiettando verso il box della Ferrari, dove Estebaby si stava facendo i selfie con in mano il trofeo vinto a shanghai, da pubblicare sul suo profilo Instagram nella speranza di ricevere almeno trentacinque like nel primo minuto e... orrorehhhhhhhhhhhhhh! C’erano proprio quei cinque individui sgraziati, che stavano circondando il povero Estebaby!
Un tipo con l’aria da principessa e uno che aveva i capelli raccolti in un codino da truzzo, che nel tempo libero si dilettava a ignorare piccoli fanboy spagnoli che minacciavano di tagliarsi le vene se gli avesse negato un autografo, lo stavano tenendo fermo mentre un rapper con una catena da bicicletta appesa al collo gli strappava di mano il trofeo.
Un altro che sorrideva senza un motivo ben preciso, probabilmente testimonial di un marchio di dentifricio, gli stava rubando gli occhiali e, ORROREHHHHH DEGLI ORRORIHHHHH, un altro dall’aria imbalsamata lo stava prendendo a calci nel culo urlandogli insulti in qualche lingua incomprensibile, probabilmente il dialetto di Helsinki.
Proprio quando pensavo che non ci fosse limite al peggio, notai altri due individui che, in disparte, se la ridevano assistendo alla scena. Erano i compagni di squadra del truzzo e dell’imbalsamato, a giudicare dalle tute che indossavano.
A quel punto feci la mia entrata trionfale e mi misi a imprecare contro l’imbalsamato che, per tutta risposta, mi guardò con aria impassibile, per poi replicare: “Leave me alone, I know what I’m doing.”
Know what I’m doing ‘sticavoli, come si permetteva quel teppistello di attentare all’incolumità del bellissimo Estebaby?
Afferrai per un braccio il piccolo messicano campione del mondo di shanghai che protestava perché non trovava più i suoi occhiali, che in quel momento venivano calpestati dal teppista sorridente, tra l’ilarità di tutti. L’unico che non rideva era l’imbalsamato, che continuava a ripetere a intervalli regolari “leave me alone” e tutto il resto della storiella.
Estebaby mi propose di validare la nostra nascente amicizia con un selfie, che postò su twitter e che subito retwittai.
Luiz, il mio fidanzato cassiere dell’Esselunga fu il primo a mettermi un like e mi pregò di salutargli Gutierrezzzz e di augurargli buona fortuna, affinché trovasse un volante invece di finire a lavorare in un supermercato.
Estebaby era incredulo.
«Cosa, cosa, cosa?! Tu sei la fidanzata di Luiz Raziaaaahhhh?»
«Sì, proprio così» confermai. «Mi ha conosciuto durante un viaggio in Italia e ha deciso di trasferirsi lì per amore.»
«Ottima cosa. Spero anch’io di trovare la mia anima gemella, prima o poi. A proposito, conosci Carmelina? Magari riesci a metterci una buona parola?»
Spalancai gli occhi.
«Non vorrai metterti insieme a una pornoattrice!»
«Perché no? Magari ha qualche aggancio per farmi debuttare nel cinema a luci rosse. Alcuni tra i piloti più vincenti hanno fatto film porno. Il campione del mondo in carica, Kamuiiii, per esempio, ha recitato come co-protagonista nel film “Brazilian fuckboy”, o almeno è quello che mi ha raccontato Checohhhh.»
Come a confermare che la legge del caso non può mai essere smentita, Checohhhh fece la sua comparsa proprio in quel momento, mettendosi a sbraitare contro il povero Estebaby, colpevole di essersi fatto seviziare dal quintetto dei badboy.
«Te l’ho detto mille volte! Tu sei lo schiavetto mio e di Pastoronehhhh! Solo noi possiamo seviziarti!»
Estebaby si nascose dietro di me.
«Perdonami, illustrissimo Checooooh!»

CHECO’S POV
Purtroppo l’Autrice©, con la scusa che tutte le fyccine che si rispettino saltano da un POV all’altro in prima persona, essenzialmente perché l’Autrice© non era in grado di gestire una narrazione in terza persona che sarebbe stata più adatta allo scopo, ha deciso che Bruna doveva andare a fare un giro per il paddock e che la narrazione doveva concentrarsi su di me.
Me lo sarei risparmiato volentieri, ma mi ha minacciato di farmi diventare il sexy-toy di Pastoronehhhh e sinceramente ne farei volentieri a meno.
Mentre Bruna se ne andava, notai per la prima volta che, pur essendo una ragazza bruttina e dall’aspetto del tutto indifferente (AKA “gran gnocca”), la trovavo affascinante quasi quanto la Carmelina... anzi, molto di più, perché io ho sempre preferito le brune (AKA “frase standard più educata del: chi se ne frega di che colore ha i capelli, basta che respiri”).
La osservai sfilare come se fosse stata su una passerella e cercai di immaginarmela in abito da sera alla sfilata di Amber Lounge di Montecarlo, a cui senz’altro non avrebbe partecipato, perché si sa che le ragazze acqua e sapone che non vogliono darla a nessuno e che poi te la danno in tre secondi contati, protagoniste tipiche delle fyccine, hanno l’abitudine di indossare, con qualunque tempo atmosferico, felpe dai colori strani, generalmente a righe, jeans a sigaretta e Converse con teschi, perline e stelline, abbigliamento poco adatto per Amber Lounge.
In qualità di uomo sessualmente attivo (anche se nel paddock si raccontava che passavo troppo tempo a litigare con i miei colleghi e troppo poco a provarci con delle donne) il mio più grande pensiero, però, non era quello di convincerla a indossare un abito da sera, bensì quello di convincerla a darmela. Avrei sfruttato tutto il mio fascino latino-americano, per arrivare a lei, sperando che Felipehhhh e l’Altro Felipehhhh non si mettessero in mezzo.
Stavo appunto riflettendo su quell’importante argomento, quando Estebaby mi guardò con aria supplichevole e mi scongiurò: «Vai a picchiare Dani-Smile! Mi ha rotto gli occhiali!»
Dato che non mi interessava un fico secco dei suoi occhiali, lo spinsi da parte mandandolo a sbattere contro Pastoronehhhh che passava da quelle parti, guardando tutti con l’aria di sufficienza di chi è certo che con uno schiocco di dita conquisterà il mondo.
Tutto ciò che si sarebbe conquistato da parte mia, decisi, era un calcio nelle parti intime, ma dal momento che temevo che si sarebbe vendicato venendomi addosso in pista, decisi per andare sul sicuro di sferrare il suddetto calcio a Estebaby, che si accasciò a terra dolorante, urlando che il mondo era ingiusto e che un giorno sarebbe diventato campione del mondo e avremmo dovuto leccare l’asfalto su cui transitava.
Concluse la sua invettiva con parole destinate a passare alla storia: «A proposito, Pastoronehhhh, non capisco come hai fatto a diventare un modello. Sei brutto come la fame.»
Pastoronehhhh fece una risata da trollface e io andai ad abbracciarlo dicendogli che era il mio best friend forever.
Sia chiaro, non lo pensavo davvero, ma l’Autrice© mi obbligò a farlo per esigenze di trama.
Pastoronehhhh ricambiò l’abbraccio e mi sussurrò in un orecchio una proposta indecente.
«Che cosa ne dici se domenica in gara affianchiamo Estebaby io da una parte e tu dall’altra e poi lo prendiamo a sportellate?»
Mi misi a saltellare con gli one-one-one!!11!!!11!! che mi uscivano dagli occhi, almeno finché non mi accorsi di avere avuto un vuoto di memoria simile a quelli di Bruna quando non si ricordava del fallimento della Caterham (tecnicamente non avrei dovuto saperlo, ma dato che le autrici di fyccine non sanno gestire il “point of view” nemmeno scrivendo in prima persona, l’Autrice© mi aveva preventivamente informato giusto per non fare un torto a nessuno).
«Pastoronehhhh, abbiamo un problema.»
«Non ci sono problemi che non si possano risolvere prendendo a sportellate gli avversari.»
«Il fatto è che Estebaby non ha una vettura da prendere a sportellate.»
«Ah, già... il mondo è ingiusto. Crashamo insieme per protesta.»
Si allontanò sconsolato, inciampando però in Estebaby che era ancora a terra, e mi cadde addosso.
Erano quelli i momenti in cui mi pentivo di essere diventato un pilota protagonista di fan fiction invece che un semplice fornaio.

BRUNA’S POV
Quella era stata una giornata estremamente faticosa ed estenuante, soprattutto perché mi toccò l’infausto compito di intervistare nientemeno che Kimiiii Leave Me Alone, altrimenti detto “il bullo imbalsamato” e non fu un lavoro semplice:
«Quali sono le impressioni dopo le prove libere?»
«Leave me alone.»
«Domani puntate alla prima fila?»
«I know what I’m doing.»
«Domenica potrete competere ad armi pari con le Mercedes?»
«Leave me alone...»
Fui io a completare la frase: «...I know what I’m doing.»
Erano quelli i momenti in cui mi pentivo di essere diventata giornalista sportiva, invece che pornoattrice (sì, lo so, non dovrei esprimermi allo stesso modo in cui si esprime Checooohh ma, ancora una volta, per non offendere nessuno è bene che l’Autrice© butti il POV da parte come se fosse un Estebaby qualsiasi, in nome del buon gusto delle fyccine).
Se Kimiiii avesse avuto la vaga parvenza di essere una persona normale, gli avrei anche suggerito di smetterla di rubare piadine a Will-who’s-that-guy e di tormentare Estebaby, ma Kimiiii non era una persona normale e, dopotutto, dato che Estebaby come ringraziamento mi aveva solo invitata a venire immortalata con lui in un selfie, invece di mettermi in bocca mezzo metro di lingua, si meritava di essere preso di mira da tutti quei delinquenti da quattro soldi.
Cercai di rilassarmi andando in giro per il paddock nella speranza di incontrare qualche altro figonehhhh da prendere in considerazione per la mia potenziale lista di futuri fidanzati (lista che recitava testualmente: 1. Checohhhh, 2. Pastoronehhhh, 3. Estebaby), ma non vidi nessuno, al punto tale che rischiai di inserire il mio best friend forever Roberto Bloody Merhi al quarto posto.
Non lo feci soltanto perché sbucò fuori dal nulla qualcuno che mi afferrò per i capelli... Dimenticavo! I miei capelli, che al naturale erano castano scuro, ma che tingevo rigorosamente di nero corvino, erano come al solito legati in una coda alta, con un elastico turchese, in tema con le stelline delle Converse blu. I teschi invece erano grigi.
Tornando a noi, la persona che mi aveva afferrata per i capelli, e che subito dopo mi buttò a terra, era una donna e parlava con accento spagnolo.
«Tutti i piloti latino-americani sono mieihhhhhhh! Non puoi metterti in mezzo così come se niente fosse! Pastoronehhhh è mio! Checohhhh è mio! Stai lontana da loro, zoccolonahhhhh!»
«Detto da un’attrice porno...»
«Io sono una zoccolona con il corpo, tu lo sei nell’anima.»
Non potevo sopportare quelle parole, pronunciate da Carmelina. Se io fossi stata selvaggiamente posseduta da un sex symbol sdraiata su una vettura, mi sarei guardata bene dall’andare in giro a infastidire altra gente: avrei cercato un modo per ritornare il più in fretta possibile al di sopra della vettura e al di sotto del mio cavaliere.
Era un affronto troppo grande, quindi scattai in piedi, la colsi di sorpresa, probabilmente mentre sognava ad occhi aperti Pastoronehhhh, e la pestai a sangue. #BrunaWins!
Tra parentesi mi offesi a morte con il mio best friend forever Bloody Merhi: scommettendo con Will-who’s-that-guy sul risultato della rissa, aveva puntato due euro (gli unici soldi che possedeva, dato che aveva utilizzato tutti gli altri per assicurarsi il posto) sulla vittoria di Carmelina e sulla mia sconfitta. Feci un nodo al fazzoletto: sarebbe stata la seconda persona che avrei picchiato.


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Milly Sunshine