venerdì 16 novembre 2018

Formula Parody: come non si dovrebbe mai scrivere una fan fiction | Capitolo 4


Capitolo 4: WTF?! Una gang di bulletti ultratrentenni mi ha rapita e rinchiusa in uno stanzino... ma non c’è niente di cui preoccuparsi, perché qui con me c’è il bellissimo vincitore del concorso di Mister Maglietta Bagnata edizione Monaco 2015!!111!!111!!!11! Chissà se sarà così gentile da darmi il suo contatto Wattsap????2222???222???
Il Gran Premio del Bahrein e quello di Spagna furono i peggiori in assoluto, almeno per quanto mi riguarda, non certo per le statistiche. I risultati di entrambi furono alquanto incredibili, dal momento che ci furono ben due doppiette Mercedes, cosa che mi sorprese profondamente. Io, ovviamente, non ne fui soddisfatta, dato che continuavo a sperare che il mio amato messicano potesse vincere, ma fui ancora meno soddisfatta dal fatto che Kimiiii e i suoi amici bulli avessero pubblicato sui loro profili twitter, facebook, instagram e snapchat l’immagine che ritraeva me, Checohhhh e le mutande di Roberto Bloody Merhi.
Io e Checohhhh passammo tutto il weekend del gran premio di Bahrein a litigare per stabilire di chi fosse la colpa di quanto accaduto e in quello di Spagna decretammo finalmente che la colpa era di Bloody Merhi. Alla gara di lancio di bottiglie del festino organizzato al Manor Marussia Kebab Paddock Shop dopo le qualifiche, gli tirai un'altra bottiglia in faccia. Poi io e Checohhhh ci scambiammo il nostro primo bacio, che purtroppo non riuscii mai a ricordare molto bene, dato che ero ubriaca più del bullo imbalsamato. A quel punto mi ricordai del mio fidanzato cassiere dell’Esselunga e lo lasciai con un tweet. Luiz si sfogò scrivendo ai quattro venti su Twitter che i piloti paganti erano dei privilegiati che trascorrevano la propria esistenza sopra le monoposto altrui e, quando smettevano di guidare, anche sopra le fidanzate altrui. Concluse sostenendo che il prezzo della benzina era troppo alto e che voleva indire uno sciopero per quella ragione e, a quest’ultimo tweet, misi un like.
Giunse finalmente il momento di Montecarlo, in cui speravo di trascorrere molto più tempo insieme al mio amato Checohhhh e di rimanere finalmente un po’ da sola con lui, ma i miei piani erano destinati ad essere stravolti.
Al venerdì Sky mi fece fare un servizio di oltre mezz’ora in cui, per fortuna, non inventai che Will-who’s-that-guy aveva ottenuto il miglior tempo. Mi concentrai piuttosto sugli ultimi gossip del paddock e sul fatto che lì si nascondeva uno scrittore depresso che aveva appena pubblicato una raccolta di poesie intitolata “Versi d’amore non corrisposto di un poeta maledetto friendzonato da una pornoattrice spagnola”, autore Jolly Palmahhhh. Si narrava che passasse tutto il giorno a struggersi per l’assenza della sua amata e che fosse sul punto di convertirsi al cinema pornografico clandestino, al fine di entrare come terzo membro di un threesome nel sequel di “Cinquanta sfumature di Jordonado”.
A proposito di “Cinquanta sfumature di Jordonado”, c’è un curioso aneddoto: quella sera io e Checohhhh ci trovammo nella mia stanza per guardarci un film. Avevamo scelto di vedere “Driven”, per immaginarci che al posto dei millemila piloti che cappottano ci fossero i vari bulli che perseguitavano Gutierrezzzz e che scattavano fotografie compromettenti a piloti ubriachi e feriti che indossavano biancheria intima di dubbio gusto. Purtroppo sbagliai DVD e fu così che ci guardammo “Cinquanta sfumature di Jordonado”.
Le urla di Carmelina mi fecero impazzire per l’eccitazione e sperai che un giorno un cavaliere errante mi facesse provare le stesse emozioni che lei aveva provato in quei momenti bollenti.
Del tutto casualmente Checohhhh mi venne letteralmente sopra, probabilmente immaginando di essere un modello venezuelano superdotato.
Io, intanto, sfogliavo petalo per petalo una margherita immaginaria: “gliela do, non gliela do, gliela do, non gliela do, gliela do, non gliela do...”
Checohhhh mi distrasse quando ormai eravamo arrivati all’ultimo petalo, per raccontarmi una storiella strappalacrime che non mi sarei mai aspettata.
«Lo sai che un tempo io e Pastoronehhhh eravamo amici inseparabili?»
«Oh, anche in pista siete inseparabili» gli assicurai. «Non si capisce mai dove inizi uno e dove finisca l’altro.»
«È sempre colpa sua, naturalmente» puntualizzò Checohhhh. «Io non provoco mai incidenti, dato che sono il bravo ragazzo della situazione.»
«No, certo.»
«E non è nemmeno colpa mia se Pastoronehhhh non è più il mio best friend forever!!11!!!!1!!! e non ci spediamo più cuoricini trafitti da frecce su twitter.»
Spalancai gli occhi.
«Davvero vi spedivate cuoricini trafitti da frecce su twitter?»
«Certo. È stato il lato più bello della nostra amicizia. Poi, quando stavo per vincere un concorso come latin lover del paddock, che avrebbe avviato la mia carriera di pornoattore al fianco della Carmelina, lui ha corrotto la giuria per appropriarsi del mio posto.»
Nel sentire narrare quel triste evento mi scese una lacrima. Anche Checohhhh scoppiò a piangere come una fontana, rivelandomi che la sua vita era perfetta, ma sentiva la mancanza dei cuoricini trafitti da frecce su Twitter da parte di Pastoronehhhh. Era un momento molto commovente... ma, dannazione, i momenti molto commoventi dovevano per forza avvenire quando eravamo sul punto di copulare?
Ovviamente quella serata finì in un nulla di fatto e non potei fare altro che sperare che quella successiva fosse migliore.
Dal punto di vista sessuale non lo fu, perché mentre il venerdì sera era dedicato al sesso sfrenato il sabato era invece dedicato alle feste nel team dei kebabbari (che in occasione di questo gran premio non avevano né kebab né piadine ma avevano superato se stessi organizzando un barbecue, chiedendo in prestito il combustibile al team McLaren, che aveva portato motori che andavano a fuoco in due minuti contati), dove tutti dimenticavamo l’esistenza del sesso perché l’alcool era indubbiamente ciò che andava per la maggiore e permetteva a tutti quanti di rivelare la nostra vera essenza.
Lasciai il mio pseudo-fidanzato a tormentare il suo amico Estebaby, che stranamente durante quella serata non era ancora stato preso di mira da nessuno, quindi sentiva la mancanza di qualcuno che gli nascondesse gli occhiali, e mi diressi verso un individuo che indossava una strana maschera metallica, simile a quella indossata dal sosia di Nico Princessberg nel film “La maschera di ferro”.
Lo riconobbi dalla scopa.
«Bloody Merhi!»
«Bruna, che piacere rivederti!»
«Come mai te ne vai in giro mascherato a quel modo?»
«Per evitare nuovi traumi cranici o facciali dovuti al lancio di bottiglie. Domani voglio vincere la gara, quindi devo essere concentrato.»
Roberto era indubbiamente tra i favoriti, così come il venditore di kebab: non era un problema che lui e il suo compagno di squadra partissero così indietro, su un circuito come Montecarlo che favoriva i sorpassi non ci avrebbero messo che un battito di ciglia per risalire di almeno una ventina di posizioni.
«Ti capisco» lo rassicurai. «Effettivamente i lanci di bottiglie sono un po’ pericolosi. Adriannnn dovrebbe inventarsi un nuovo hobby meno traumatico.»
«Stai tranquilla, a quanto pare ci hanno già pensato altri.» Roberto mi indicò alcuni dei suoi colleghi, che si stavano tirando addosso secchiate d’acqua. «Almeno finché non passeranno a lanciarsi i secchi, non ci sarà nulla di cui preoccuparsi.»
Spalancai gli occhi, carica di eccitazione.
«Tutto ciò è stupendo! Chissà chi vincerà il titolo di Mister Maglietta Bagnata.»
Non c’era neanche da chiederselo, dato che tutte le donne presenti stavano correndo verso Pastoronehhhh urlando come scimmie in calore.
Anch’io lo seguii, quando lo vidi dirigersi verso il bagno, con il probabile intento di cambiarsi d’abito.
Lo beccai proprio mentre si toglieva la maglia e rimasi a bocca spalancata, del tutto incapace di muovermi, anche quando mi piombò addosso un terzetto di pazzi che mi misero in testa un sacchetto di carta, probabilmente sottratto al povero Romainnnn Grosjeannnn, al quale non rimaneva più niente per nascondere la testa del suo Petit Bebé Sachà.
Quando Pastoronehhhh ebbe terminato di indossare la maglia di ricambio, parve finalmente accorgersi che qualcosa non andava e che era circondato dagli altri membri della gang.
«Questa serata stava diventando troppo normale: donne ammaliate da me, che mi circondano e che vorrebbero saltarmi addosso. Finalmente adesso mi vogliono saltare addosso i miei colleghi armati di bottiglia rotta. A proposito, cosa vi ho fatto stavolta? Volete vendicare qualche muretto da me abbattuto di recente, per caso?»
Sorrise, e aveva un sorriso davvero perfetto, più o meno come Dani-Smile, il teppista australiano che nel tempo libero faceva il testimonial per la Mentadent, alla quale Marcussss Ericssonnnn continuava a mandare curriculum nella speranza di essere ingaggiato a sua volta, ma senza mai ottenere risposta.
Lewis Hammertime gli tirò una bottigliata in testa e Pastoronehhhh si mise a ridacchiare così come se niente fosse.
“Che adorabile trollone!” pensai, continuando a contemplarlo (sì, va bene, va bene, ero stata bendata con il sacchetto, ma non è una cosa rilevante, l’Autrice© potrà anche concedersi una licenza poetica, no? Quindi invece di criticare tacete, perché se siete così bravi perché non la scrivete voi questa trash-fyccina???22?? voglio proprio vedervi all’opera!!!11!!!11!!!1!!). “È troppo minichoupi! Peccato che, alla seconda bottigliata, smetterà di ridere.”
Invece no, Pastoronehhhh non smise, il che gli fece guadagnare una posizione nella classifica dei miei mariti ideali, guadagnando la leadership davanti a Checohhhh, Gutierrezzzz e Bloody Merhi. Non smise mai di mostrare al mondo la propria ilarità, nemmeno un istante prima di stramazzare al suolo dopo essere stato definitivamente stordito dall’ennesima bottigliata.
Fummo trascinati a forza in uno stanzino buio, dove i nostri aguzzini ci legarono. Credevo che la mia vita fosse sul punto di finire quella sera stessa, ma contrariamente alle mie aspettative ci lasciarono lì, perché uno dei bulli propose di andare tutti quanti a ubriacarsi, al grido di “leave me alone, I know what I’m drinking”.
Rimasi da sola con il mio amato. Non potevo crederci. Adoravo la bellezza statuaria di Pastoronehhhh Maldonadohhhh fin dal giorno in cui avevo visto i suoi scatti in cui indossava soltanto un perizoma leopardato e, seppure mi sentissi molto bene al fianco del mio fidanzato Checohhhh, raggiungere il mio idolo e avere una romantica liaison con lui avrebbe coronato ogni mio obiettivo. Chissà, avremmo potuto addirittura organizzare un threesome!
Mentre facevo questa intrigante riflessione, mi sdraiai contro Pastoronehhhh, che era ancora mezzo tramortito per le bottigliate ricevute in testa.
Mi strusciai contro di lui finché non iniziò a riprendersi.
Lo sentii vaneggiare qualcosa.
«Checohhhh... Checohhhh, sei tu?»
«Checohhhh?!» sbottai. «Ti sembro Checohhhh?»
«Dal modo in cui ti appoggi addosso a me, direi di sì.»
«OH MY HOLY FERNIIIII!!!!!111!!!11!!!!!» urlai, con gli one-one-one al massimo della potenza, sconcertata da quella rivelazione. «Cosa, cosa, cosa?!?!?! Tu e Checohhhh avevate l’abitudine di strusciarvi uno addosso all’altro? Quindi i vostri continui schianti non sono altro che una riproposizione di ciò che accadeva nel privato? Questo sì che è pittoresco, se solo lo sapessero i miei colleghi e potessero parlarne in telecronaca! Diventerebbe uno scoop ancora più intrigante di quello che ci ha intrattenuti per tutti gli anni ’90 e primi anni ’00, a proposito di..........”

HHHHHHHHHHHHH FRENTZEN’S POV
No!
No!
Nooooooo!
Bastahhhhhhhhh!
Perché questa gente deve farsi i fatti miei a ogni ora del giorno e della notte?
Blame on you, Corinnahhhhhh! Invece di metterti insieme a un altro pilota, avresti dovuto metterti insieme a qualcuno che non fosse così popolare. Non potevi sposarti con un calzolaio, per esempio?

CORINNAHHHHHHH’S POV
Ma io sono veramente sposata con un calzolaio!
Oppure no?
Ora sono davvero confusa...

BRUNA’S POV
Mi dimenticai di quello che stavo dicendo, dato che Pastoronehhhh e Checohhhh che si strusciavano l’uno contro l’altro mi suggerivano tante belle cose, per esempio il threesome a cui avevo pensato pochi istanti prima.
Decisi comunque di limitarmi a sognare, per il momento, e di approfittare della vicinanza del bellissimo modello.
«Non sono Checohhhh» lo informai, «Sono Bruna, la giornalista che ti ha intervistato ieri dopo le prove libere.»
«Quella che mi ha chiesto cosa mi era successo e alla quale ho detto che, siccome mi stavo annoiando, ho deciso di andare a guardare da vicino una barriera?»
«Esatto!»
«Baciare quella barriera è stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Chissà come sarebbe baciare te.»
Fu quello il momento in cui andai in brodo di giuggiole e capii che scrivere fan fiction è il modo migliore per vedere i propri sogni realizzati. #BrunaKissesTheModel.

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Milly Sunshine