venerdì 2 novembre 2018

Ho aspettato dieci anni... e posso aspettare ancora

Ci sono due caratteristiche abbastanza comuni tra gli appassionati di motori che vedo in giro per il web, che sinceramente mi fanno un po’ sorridere. La prima è la mancanza totale di capacità di apprezzare il singolo risultato: ci sono persone che, quando vince il pilota o il team per il quale tifano, non sono soddisfatte perché era solo la vittoria di un gran premio e non certo la vittoria di un mondiale, alla cui assegnazione magari mancano ancora mesi e mesi. La seconda è la poca pazienza: il pilota o il team che sostengono non vince abbastanza spesso? Allora passano al piano B, ovvero fingere di non avere mai tifato per quel pilota o quel team, con critiche abbastanza pesanti in proposito.
Vorrei chiederglielo: come fate? Come fate a mettere sempre e comunque il risultato prima di ogni altra cosa? Come fate a non apprezzare mai nulla di ciò che vedere, a condizione che non si tratti di due o tre titoli vinti uno dietro l’altro? Sono certa che, con un po’ d’esercizio, riuscireste ad avere pazienza. Non ve lo dico per mettermi su un piedistallo, è l’ultima delle ragioni per cui lo farei, ma com’è possibile che a volte non riusciate a resistere nemmeno per due o tre mesi? Ve lo dico dall’alto della mia esperienza: resistere è possibile... e quello di non vedere le vittorie come fini a sé stesse è un problema che io stessa vorrei tanto non avere avuto.
Correva il 2 Novembre 2008, esattamente dieci anni fa: il pilota per cui tifavo si apprestava, per quella che sarebbe stata l’ultima volta in carriera, a vincere un gran premio di Formula 1. Pioveva a dirotto e stava vincendo un gran premio proprio lui che, quando pioveva a dirotto, in genere andava in giro per prati. Vorrei tornare indietro solo per potergli prestare un po’ di attenzione, invece no, quel giorno avevamo tutti - io compresa - gli occhi su Hamilton che inseguiva un quinto posto che gli era appena sfuggito, obiettivo riprendersi la posizione su Vettel in due giri di gara. Non riprese la posizione su Vettel, ma presero entrambi la posizione su Glock, in uno dei finali di stagione più folli di sempre. Montezemolo aveva detto che non voleva vedere la Ferrari vincere il mondiale all’ultima curva dell’ultimo gran premio stagionale... e, per quanto quello che successe non fosse quello che intendeva lui, fu comunque un’altra interpretazione di quel concetto.
Quel giorno speravo con tutte le mie forze che Massa potesse vincere il mondiale, anche se con la lucidità di oggi mi rendo conto che, per come si erano messe le cose nel corso della stagione, già il fatto di essere ancora in lotta per il titolo a Interlagos era molto di più di quanto si potesse pensare, specie dopo due occasioni perse come Ungheria e Singapore. Quando la mia speranza non si concretizzò, il mio unico pensiero fu che ci fosse comunque un’altra stagione. Non pensai nemmeno per un attimo non solo che forse Massa non sarebbe mai più arrivato a lottare per un titolo mondiale, ma addirittura non mi sfiorò nemmeno il pensiero che potesse non vincere più un solo gran premio. Non so nemmeno esattamente quando iniziai a capacitarmene: forse nel 2016, quando Massa guidava una vettura con cui era molto improbabile arrivare a podio e aveva già annunciato il suo imminente ritiro dalle competizioni (che poi non fu imminente).

Ad ogni modo non ho ancora perso le speranze: sono passati dieci anni, so che non potrà mai più vincere una gara di Formula 1, ma chissà, magari vincerà una gara di qualcos’altro, prima o poi...
In attesa che ciò accada, per il momento, mi accontento delle sue comparse random attuali: di recente ne ha fatta una (che non chiamerei proprio comparsa, si tratta di un video di mezz’ora) sul profilo Youtube di Rosberg in una sorta di intervista.
È stato un video molto bello da vedere, anche se secondo me il titolo “Hamilton vs Schumacher vs Alonso” non sintetizza affatto quello che si vede in quel video. Dei tre soggetti menzionati nel titolo del video si parla in prevalenza di Schumacher, mentre Hamilton viene nominato due volte e Alonso addirittura una volta soltanto.
Così, di primo impatto, prima di immergermi in quello che veniva detto nel video, a prima cosa che mi è saltata all’occhio era l’apparente diversa percezione della temperatura tra Rosberg e Massa: Massa era un mezze maniche, peraltro con una scollatura a V abbastanza ampia, Rosberg indossava una giacca di pelle. Una volta ricordo di avere visto su GPUpdate una foto in cui indossava una giacca a vento mentre era in mezzo a gente in mezze maniche. Anche a me succedono queste cose, ogni tanto! ...e comunque vista la loro provenienza geografica mi sarei aspettata piuttosto il contrario. Altra cosa che saltava all’occhio, nel guardare un video così lungo e nel vedere Massa inquadrato in primo piano per una mezz’ora, era vedere da vicino gli strascichi del suo incidente di nove anni fa: quando alza le sopracciglia, in realtà solo un sopracciglio si alza, quando aggrotta la fronte, dalla parte dell’incidente rimane completamente liscia.
Venendo al video in sé, pare essere stato girato in Svezia mentre assistevano al finale di un campionato di kart: è bella questa cosa di essere vicini di casa ma di ritrovarsi in Svezia. Un altro video dimostra che c’erano andati insieme, dato che erano a bordo dello stesso aereo, quindi non è stylish come un incontro casuale, ma non si può avere tutto dalla vita. Nella prima parte hanno parlato di Formula E, dove Massa si appresta a debuttare il prossimo mese. Hanno parlato della vettura, che anche Rosberg ha guidato in una demo, del fatto che il volante sia duro, dei circuiti sui quali, in Formula 1, il volante è più duro e quant’altro. Poi sono passati a parlare di Schumacher... ma attenzione, ne hanno parlato in modo abbastanza inedito, dato che non hanno parlato né dei suoi risultati, né della sua personalità, quanto piuttosto dell’approccio che aveva con ciò che faceva, del rapporto che instaurava con la squadra e della dedizione assoluta che aveva per le competizioni.
Infine, piccola postilla su Hamilton e Alonso. Di Hamilton discutevano del fatto che fosse o non fosse sotto pressione dopo avere vinto vari gran premi dietro fila: secondo Massa no perché a quel punto un pilota non è più sotto pressione, secondo Rosberg sì, perché la pressione rimane molto alta viste le aspettative a seguito di varie vittorie consecutive. Così, sulla fiducia, avrei voluto credere a Massa. Il problema è che considerando fine 2015/inizio 2016 Rosberg ha vinto sette gran premi di fila, mentre Massa al massimo si è fermato a due. Su Alonso, invece, c’è stata solo una piccolissima allusione: Massa lo pone esattamente allo stesso livello di Schumacher, a quanto pare anche nel rapporto che instaurava con la squadra. Non è l’impressione che dava a me, però visto il gap di risultati, se fossi al posto di Massa probabilmente mi sarei convinta che sia il pilota più forte di tutti i tempi...


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