La mattina del giorno dopo

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Michael Schumacher che vinceva il titolo al Gran Premio del Giappone l'8 Ottobre 2000 fu una novità, per la mia generazione e anche per quelli che avevano qualche anno di più: la prima volta che vedi qualcosa ti fa un effetto più marcato e quella era la prima volta nella nostra vita che vedevamo un pilota della Ferrari che vinceva il titolo, con un leggendario gap ultraventennale dai tempi di Jody Scheckter, che molti di noi non avevano nemmeno mai sentito nominare (io sì, grazie a "Chi vuol essere miliardario", come avevo già raccontato in passato), che con la Rossa aveva vinto il titolo nel lontanissimo 1979, che mi appariva come passato profondo.
La mia compagna di banco (una telespettatrice di Formula 1 probabilmente più per interesse dei familiari che per altro, ma che ricordo come tifosa di Eddie Irvine) mi portò un giornale sportivo ricevuto da sua madre in omaggio con il giornale che comprava ogni giorno, a quanto ho capito. Dato che a sua madre non interessava, non ricordo se al lunedì o al martedì, me lo portò e me lo regalò: sapeva che ero pazzamente appassionata di Formula 1 e che avrei gradito senz'altro leggerlo, visto che quasi la metà delle pagine totali erano dedicate alla Formula 1. Credo di avere ancora alcuni articoli, conservati tra i ricordi dell'epoca e penso proprio che faranno parte delle cose che conserverò nei prossimi mesi quando dovrò traslocare. Probabilmente in quegli articoli ci saranno scritte anche tante cose su cui non concordo particolarmente, ma meritano di essere conservati.