Ho trent'anni e ricordo bene l'epoca in cui non c'erano i social network e in cui si usava internet molto meno che al giorno d'oggi, quando la maggioranza delle persone ce l'hanno anche sul cellulare e hanno app che consentono loro di accedere facilmente specie ai social network.
Per quanto al giorno d'oggi internet faccia parte della mia vita quotidiana, non è sempre stato così... per quanto io utilizzi internet fin da quando avevo quattordici/ quindici anni, per tanti lunghi anni non l'ho usato quotidianamente.
Per intenderci: quando avevo quindici anni c'era la connessione a 56k, che era lenta al punto tale che per scaricare un'email con allegate due o tre foto di gattini appena nati o di pulcini (certe cose erano trend anche all'epoca) ci volevano dieci minuti. Ci si connetteva a internet tramite la presa del telefono fisso, con conseguenti lamentele da parte dei familiari che dovevano usare il telefono. Si pagava nella bolletta del telefono fisso e, per chi viveva in una famiglia in cui si telefonava poco, costituiva gran parte della spesa della bolletta, con conseguenti lamentele da parte dei familiari. A partire dalle 18.00 costava di meno, quindi il tacito accordo vigente in molte famiglie in cui si usava la 56k era quello di potere utilizzare internet alla sera, per poco e non tutte le sere.
Giusto per chiarire il concetto: guardare i gran premi del passato su Youtube non era una cosa fattibile. Anzi, a dire la verità non c'era nemmeno Youtube. Ogni tanto si trovava qualche sito random sul quale scaricare qualche video di Formula 1. Una volta misi a scaricare un video di highlights della Formula 1 1992. Durava due minuti e c'era una canzone di Bonjovi come sottofondo. Viste le tempistiche della 56k, lo misi a scaricare, andai in bagno, mi feci la doccia, mi lavai i capelli e quando tornai davanti al computer era circa a metà.
Dal punto di vista dell'appassionato di motori, l'epoca attuale è infinitamente più favorevole rispetto a quella di un tempo. Sono fermamente convinta che l'utilizzo dei social network e l'uso quasi costante di internet abbiano i loro lati negativi tanto decantati dalle generazioni più anziane (le stesse generazioni più anziane che poi magari ai pranzi di famiglia fanno vedere ai presenti le meme che hanno ricevuto su Wattsapp, ma nevermind) ma anche i loro lati positivi. Seriamente parlando, vi piacerebbe vivere in un mondo in cui è impossibile prendere per i fondelli Vettel per la sua assenza dai social network in quanto, non esistendo i social network, nessun altro pilota è sui social network e non ci siete nemmeno voi stessi? Oppure, per farla più seria, vi piacerebbe vivere in un mondo in cui non potete vedere in internet gare o highlights? Vi piacerebbe non avere la più pallida idea di quale sia la personalità dei piloti? Vi piacerebbe non avere la possibilità di scrivere un messaggio d'auguri a qualche pilota a caso nella speranza di ricevere un like? Vi piacerebbe, se non conoscete dal vivo nessun appassionato di Formula 1, non potere avere interazioni in tema con nessuno?
A me non piacerebbe affatto, così come non mi piacerebbe non potere scrivere un blog sulla Formula 1...
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...e il bello, in tutto ciò, è che sto scrivendo un post in cui il mio intento è quello di spiegare come mai la frequentazione di fandom motoristici e la mia attività di blogger sia diventata, per me, a un certo punto quasi esasperante.
Non passo tanto tempo sui social network: solo un po' su Twitter, avendo ormai abbandonato Tumblr da tempo immemore (faccio solo qualche ricerca, per andare a scovare cose interessanti, di tanto in tanto), eppure quel poco tempo che ci passo basta e avanza per vedere discorsi da bar di tutti i tipi.
Uno dei grossi problemi dei "bar virtuali" è che, diversamente dal bar in cui ti ascoltano solo una ristretta cerchia di persone, chiunque può leggere quello che scrivi.
Un altro dei grossi problemi dei "bar virtuali" è che la gente che li frequenta per certi argomenti è interessata solamente a quelli.
In una conversazione a tu per tu, se c'è disaccordo sull'argomento in questione è molto probabile che ci sia qualche punto di contatto su qualcos'altro. In una conversazione virtuale non c'è.
Come scrissi molto tempo fa in un'altra sede, un discorso tra tifosi di Formula 1 al bar potrebbe andare più o meno così:
"Oggi X ha fatto una gara stupenda."
"X è uno stronzo che ha rubato la vittoria a Y e i tifosi di X sono tutti delle merde, tu compreso/a. Parlando di cose serie, ti è arrivato il volantino delle offerte dell'Ipercoop?"
"Sì, stamattina, ma non l'ho ancora sfogliato."
In una conversazione virtuale sui social network, ci si ferma al punto in cui tutti i tifosi di X sono delle merde, voce parlante compresa. Non c'è nessun volantino delle offerte dell'Ipercoop a unire ciò che le divergenze di opinioni sul motorsport hanno diviso. Ogni tentativo di intavolare qualunque altro genere di conversazione finirà sempre allo stesso punto.
Non vale solo per il motorsport, vale forse per qualsiasi argomento, l'unica differenza è che non seguo quasi per niente altri "fandom", rigorosamente tra virgolette, perché anche tematiche serie sui social vengono in genere trattate come se fossero argomenti da fandom.
Nel corso degli anni, anche per via del facile accesso ai social da cellulare, certi luoghi virtuali stanno iniziando a diventare arcaici. Amministro un forum a tematica Formula 1 e, al giorno d'oggi, le cose non funzionano più come una volta. Gli utenti ci passano sempre meno tempo, perché tanto si parla di Formula 1 anche sui gruppi Facebook. Un tempo, magari, loro stessi consideravano i gruppi Facebook a tematica Formula 1 un luogo di ritrovo per fanboy, mentre adesso li mettono in primo piano. I tempi cambiano, forse è giusto così.
In generale penso che ogni forma di "fandom" abbia i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Iscrivermi a Facebook non è una priorità, così come non è una mia priorità sbandierare ai quattro venti il mio vero nome e cognome (se mi chiamassi Maria Rossi magari non avrei problemi a farlo, il punto è che non mi chiamo affatto Maria Rossi, che non ho mai conosciuto una sola persona che portasse il mio stesso first-name e che, se la trovassi, di certo il cognome sarebbe molto diverso), magari parlando di Formula 1 con gente che parla a caso. Con questo non dico che gestire un forum sia una cosa semplice. Non lo è affatto, così come in certe circostanze è difficile far capire agli utenti di un forum (non solo a tematica motoristica, ne amministro anche uno su tutt'altro argomento) che un amministratore di un forum amatoriale è semplicemente un utente come gli altri che si è accollato il compito di gestire il forum affinché sia lo staff sia gli utenti possano usufruirne. È anche difficile far passare il messaggio che l'opinione mia su uno specifico argomento legato alla F1 non è vincolante per gli altri. Poi, in generale, nell'interazione con altri è anche difficile far passare certe cose che, tecnicamente, prenderei per scontate: in certi momenti la sensazione principale è il desiderio di scappare a gambe levate.
Dentro e fuori dai forum, in ogni caso, le cose non cambiano molto: non è facile trovare persone con cui comunicare sia davvero fattibile. A volte si arriva al livello di essere accusati di essere segretamente tifosi del pilota X o del pilota Y. Non cito né dove né quando, né chi fossero X e Y (frequento fandom motoristici da abbastanza anni da avere avuto diversi piloti a lottare per il titolo), ma una volta mi capitò di essere accusata di non essere abbastanza pro-X o abbastanza anti-Y nello scontro per il titolo, da persone che tifavano per piloti che non erano né X né Y. Niente, per qualche motivo si erano messi in testa che il mio dovere fosse quello di dare il buon esempio e dichiarare che X era un idolo e Y era una merdaccia. Poi venne il giorno in cui Y vinse il mondiale contro X, io mi impegnai con tutte le mie forze per non dare impressioni strane, ma alcune persone che mi avevano tacciata di non essere abbastanza anti-Y salirono sul carro del vincitore, dichiarandosi soddisfatte della vittoria di Y o quantomeno della sconfitta di X. Fu una delle ragioni che mi portò a realizzare che i fandom motoristici sono, in genere, un luogo di merda. Al bar la gente se ne sarebbe sbattuta altamente del titolo di Y, pensando piuttosto alle offerte dell'Ipercoop. Oppure, se avesse accusato qualcuno di non essere abbastanza pro-X o abbastanza anti-Y, a quel punto se ne sarebbe già dimenticata: quando ci si incontra faccia a faccia, le persone hanno la tendenza ad etichettarti con altri parametri, piuttosto che come presunto/a tifoso/a di uno specifico pilota.
Anche essere una blogger non è facile come un tempo. Un tempo pubblicare un post e condividerlo via Twitter era una questione di routine. Al giorno d'oggi ho un po' di paura: tra i miei follower ci sono persone che insultano sul mio dashboard gli avversari dei loro idoli. Mi ritengo più un'appassionata che una tifosa, ma al giorno d'oggi tifo per un pilota che mi ha colpita fin dalle serie minori oltre che per ragioni più "romantiche" e temo che, visto il suo futuro passaggio in un top-team (contro il quale c'è stata un'insurrezione popolare via social, tutte cose che non potevo certo prevedere un anno fa), questo possa provocarmi ripercussioni. Già in passato su Answers Yahoo venivo segnalata per il semplice motivo che agli utenti non piaceva il pilota di cui portavo un'immagine come avatar. Da certi soggetti non saprei proprio cosa aspettarmi.
Quando ho lasciato Tumblr, ho pensato che occuparmi maggiormente di questo blog sarebbe stata una bella idea, al punto che la frequenza dei miei post, a partire dal 2017, è più che raddoppiata rispetto agli anni precedenti. Il mio obiettivo era postare quotidianamente (magari abbozzando o preparando più post in una volta e pubblicandoli al momento opportuno - sono arrivata a programmare intere settimane, in certi momenti, quando non c'erano topic di quelli da scrivere di getto) e farlo per tutto quest'anno, ma credo che presto o tardi ci sarà un'inversione di tendenza, forse a partire dal 2019.
Nei tre giorni che sono intercorsi, lo scorso agosto, tra il passaggio dalla chiavetta al mini-modem dopo che la chiavetta aveva smesso di funzionare, sono cambiate un po' di cose. Essere rimasta chiusa fuori da internet e averlo vissuto, la prima sera (quando volevo aggiornare il blog per i giorni imminenti) come un enorme problema, mi ha fatto capire che forse stavo prendendo questo blog molto più sul serio di quanto avrei dovuto. Da lì ho iniziato a pensare di rallentare, tornare sui 15 post al mese, invece che 30/40. La grande quantità di serie sulle quali scrivo (cosa che sono felice di fare, perché tutto sommato anche la Formula 5 Danese e il pilota incappucciato meritano, così come un giorno probabilmente parlerò del fatto che ci sia un backmarker in non ricordo qualche serie asiatica che gareggia con il nome di Dragon) ha fatto sì che continuassero a venire fuori molti post e non dubito che succederà anche nell'immediato (nelle prossime due settimane termineranno ben 11 campionati di Formula 3/ Formula 4 nel mondo e mi piacerebbe approfondire l'argomento)... però, in generale, credo che nel 2019 ci sarà il preannunciato rallentamento, perché non penso proprio che sarei in grado di reggere i ritmi di quest'anno: ho sopravvalutato, e non di poco, non solo il grande impegno che il blog comporta, quanto soprattutto la mia capacità di entrare tutti i giorni in una giungla per trovare qualcosa di interessante di cui parlare.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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Milly Sunshine