Credo sia giunto il momento di tornare a occuparci del Gran Premio di Montecarlo, edizioni vintage, stavolta facendo tappa nel 1978 (il più vecchio che ho trovato completo, per il momento), in cui ancora una volta è caduta una lieve pioggia prima della gara ma niente pioggia durante la gara stessa. Prima però vorrei chiedere ai miei lettori dotati di prole di mettere a letto i bambini e soprattutto eventuali figli adolescenti driverstosurvivers, perché potrebbero rimanere traumatizzati a vita dalla vittoria di Patrick Depailler, se lo googlassero e scoprissero che, quando non era al volante, aveva la sigaretta in bocca ogni tre per due. Poi va beh, i driverstosurvivers indignati dal fumo hanno probabilmente qualche parente o conoscente fumatore (alcuni driverstosurvivers sono probabilmente fumatori o fumatrici a loro volta), oppure i genitori stessi, ma si sa che a dare il buon esempio ai driverstosurvivers non devono essere i familiari ma i piloti.
Era il 1978, solo venti vetture andavano in pista, quindi si iniziava ben presto a mandare a casa qualcuno. Le prequalifiche hanno mandato a casa, precisamente, la Theodore di Keke Rosberg (nooooohhhhh, ora sono una fungirl infelice), la Hesketh di Derek Daly, futuro acrobata del tracciato monegasco, René Arnoux al volante di una vettura del team Martini, Hector Rebaque al volante di una terza Lotus (giusto, c'erano ancora eventuali terze vetture ai tempi), una terza McLaren guidata da Brett Lunger e infine Arturo Merzario al volante di una monoposto dell'omonimo team. Poi è stata la volta dei non qualificati, ovvero le ATS di Jochen Mass e Jean-Pierre Jarier, la Shadow di Clay Regazzoni e la Surtees di Vittorio Brambilla. Tutto quello che conta delle qualifiche, comunque, è che non siano state qualifiche falsate, in quanto la pole position è stata ottenuta da un pilota della Ferrari, nello specifico Carlos Reutemann.
Siccome erano ancora bei tempi in cui si poteva speronare una vettura senza che venisse invocata la decapitazione di chi l'aveva fatto, Niki Lauda al volante di una delle due Brabham alla partenza ha agito da verohhhh traditorehhhh della patriahhhh tamponando lievemente Reutemann, ma abbastanza per provocargli una foratura(?) e costringerlo a rientrare ai box e a perdere quasi un giro. A rendere la cosa ancora più oltraggiosahhhh, a passare in testa è stato proprio il compagno di squadra di Lauda, John Watson, seguito dalla Tyrrell di Patrick Depailler e dal traditorehhhh della patriahhhh stesso. Chissà, magari qualcuno al bar avrà anche detto "è ingiusto che i piloti che tamponano non vengano penalizzati mentre chi viene fatto ripartire a spinta ai box venga squalificato", ma le chiacchiere da bar erano fatte per essere fugaci e raggiungere solo i presenti al bar, non per essere ripetute ossessivamente 24/7 sui social per le due settimane successive.
In un primo momento Reutemann stava davanti a tutti e fuggiva, ma non perché fosse in testa, quanto piuttosto per non essere doppiato. Nel frattempo la Williams di Alan Jones, convinta che nessuno avrebbe preso in considerazione il suo pilota, ha deciso di fare l'attention seeker iniziando a perdere fumo dal posteriore. Mi immaginavo un ritiro immediato per un guasto al motore, invece no, Jones ha proseguito almeno per una ventina di giri prima di essere poi costretto al ritiro. Non è stato il primo a ritirarsi: prima di lui abbiamo perso di strada la Surtees di Rupert Keegan, la Ligier di Jacques Laffite (indicato come "Lafitte" dalla grafica che a inizio gara riportava l'intera griglia di partenza) e la Shadow di Hans-Joachim Stuck. Le inquadrature dedicate a tutti costoro sono state ovviamente molto limitate, se non addirittura inesistenti.
La regia sembrava infatti avere preso una decisione alquanto drastica: cercare di convincerci che a quella gara stessero partecipando soltanto tre vetture, in modo da tutelarsi qualora ci fosse stato un attrition rate elevato al punto tale da avere presenti in pista soltanto tre vetture. Ci siamo ritrovati infatti con le telecamere sempre puntate sul trenino composto da Watson, Depailler e Lauda. Ogni tanto appariva la grafica a ricordarci che c'erano anche altri piloti presenti in pista e curiosamente la grafica invece di indicare i primi sei indicava i primi otto. Ogni tanto appariva anche qualche doppiato a ricordarci che c'erano altri piloti in pista e in particolare ne sono comparsi due su delle vetture gialle, con Watson che approfittando dei doppiaggi è riuscito a incrementare in parte il vantaggio su Depailler e Lauda.
Il colpo di scena con relativo cambio di leadership è arrivato verso metà percorrenza, quando Watson è andato lungo, forse per un problema sulla sua vettura, e ha perso due posizioni, venendo superato sia da Depailler sia da Lauda. Nel frattempo altre vetture venivano costrette al ritiro: la Ensign di Jacky Icks, la Arrows di Rolf Stommelen e la McLaren di James Hunt. Quest'ultimo lo si era visto al via precipitare in ultima posizione dopo essere stato toccato da un'altra vettura(?) e avere verniciato il muretto. Lo si era visto alla partenza, appunto, ma non lo si era visto più di tanto in gara, così come tutti gli altri, adesso le inquadrature erano tutte per Depailler e Lauda. Quest'ultimo è poi costretto a effettuare una sosta ai box, tornando in pista in sesta posizione. I primi due erano adesso Depailleur e Watson, ben distanti l'uno dall'altro, terzo c'era Jody Scheckter sulla Wolf, che fino a quel momento era stato imbottigliato dietro alla Lotus di Mario Andretti, poi rientrato ai box, seguivano poi la Lotus di Ronnie Peterson e la Ferrari di Gilles Villeneuve.
Questi ultimi due erano destinati a ritirarsi in seguito, Lauda nel frattempo era il pilota più veloce in pista e si avvicinava progressivamente a Scheckter. Il pilota della Wolf è poi risalito in seconda posizione quando Watson è andato lungo un'altra volta, perdendo terreno. Non solo: Watson ha anche perso il podio, venendo trollato dal suo stesso compagno di squadra e venendo relegato al quarto posto, dove sarebbe rimasto fino alla fine della gara. Lauda ha continuato a inseguire e stalkerare Scheckter, raggiungendolo e superandolo infine quando mancavano cinque giri alla bandiera a scacchi. Ben lontano da Depailler è stato quindi lui a taglire il traguardo in seconda posizione, con Scheckter terzo. Dei primi tre soltanto il vincitore si è diretto verso il podio "disorganizzato" di Montecarlo, al cospetto del Principe Ranieri, della Principessa Grace e della fascia tenuta in testa da quest'ultima durante la cerimonia di premiazione.
Il più grande plot-twist di questa gara credo fosse arrivato quando Jody Schetker si è messo in mezzo alla lotta per il podio, costringendo la vettura a inquadrare anche una quarta vettura al posto delle solite tre. Perché di fatto in realtà di vetture a Montecarlo quel giorno in pista ce n'erano ancora, e anche più di metà rispetto a quelle partite. Hanno completato la zona punti in quinta e sesta posizione Didier Pironi sulla Tyrrell e Riccardo Patrese sulla Arrows... o almeno così c'era scritto nella grafica, perché sono abbastanza sicura che non siano mai stati inquadrati. Stesso discorso per Patrick Tambay (McLaren), giunto settimo, mentre Carlos Reutemann, ottavo, lo si è visto quando tentava di non farsi doppiare. Hanno completato la gara anche Emerson Fittipaldi (Copersucar) e Jean-Pierre Jabouille (Renault) che si sono classificati nelle ultime due posizioni della top-ten, mentre staccato di diversi giri a causa di quel problema che l'aveva costretto a una lunga sosta ai box, c'era ultimo classificato Marione Andretti, futuro campione del mondo di quella stagione.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
sabato 21 agosto 2021
Gli angusti e tortuosi rewatch: GP Monaco 1978 (ovvero quando la Tyrrell vinceva, ma purtroppo ormai aveva solo quattro ruote)
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