giovedì 12 agosto 2021

Gli angusti e tortuosi rewatch: GP Monaco 1983 (ovvero la vittoria del boscaiolo con i baffi)

Quando ho scritto che avrei fatto una serie di post raccontando di edizioni vintage del Gran Premio di Montecarlo non stavo scherzando e, dopo avere iniziato dal 1984, non mi resta che tornare indietro nel tempo al 1983, per narrarvi di un'altra edizione tormentata dal meteo... e prima che diciate che non è stata tormentata tanto quella del 1984, vi pregherei di non soffermarvi soltanto sulla domenica, ma anche sui giorni precedenti. Per esempio è venuto a piovere durante la sessione di qualifica del sabato, impedendo alle McLaren, guidate da Niki Lauda e John Watson, di migliorare i propri tempi della sessione di qualifica del venerdì, in cui si erano piazzati oltre la ventesima posizione. Come già specificato, negli anni '80 in griglia a Montecarlo andavano solo venti vetture, il che significa che anche due piloti illustri come loro la domenica si sono guardati la gara o dai box o alla TV, un po' come la "gente qualsiasi", nello specifico Bruno Giacomelli su una delle Toleman, entrambi i piloti Osella ovvero Piercarlo Ghinzani e Corrado Fabi, Eliseo Salazar sulla RAM, nonché Johnny Cecotto e Roberto Guerrero che a bordo delle Theodore non avevano superato nemmeno le prequalifiche.

La pioggia ha deciso di riprendere a scendere la domenica mattina, per poi iniziare a calare e far sì che la gara iniziasse con pista bagnata ma non troppo, con la possibilità di scegliere due diverse strategie: partire sulle gomme da bagnato e poi dovere passare inevitabilmente alle slick, oppure partire su gomme slick sperando di non finire dentro una pozzanghera. Tra le squadre che hanno optato per la seconda soluzione c'era la Williams, con le vetture di Keke Rosberg (che soffriva di sintomi influenzali in quel fine settimana) e Jacques Laffite che partivano rispettivamente dalla quinta e dall'ottava posizione. Si è rivelata la strategia vincente, in quanto i Rosfitte (inventare ship name random è sempre un must) si sono ritrovati in prima e seconda posizione in tempi relativamente brevi e sembravano del tutto inarrestabili. Rosberg era leader e Laffite era piuttosto lontano al secondo posto, ma nevermind, avendo superato indenne un contatto con la Ferrari di René Arnoux a seguito del quale quest'ultimo aveva proseguito per i box girando su tre ruote (venendo paragonato a Villeneuve da Poltronieri), riuscendo a uscire dai box per fermarsi poco dopo in pista in modo random.

La gara proseguiva tranquilla... beh in realtà non troppo, avevamo già perso per strada molti piloti o per dirla alla Poltronieri molti "concorrenti". I primi erano stati Nigel Mansell (Lotus) e Michele Alboreto (Tyrrell) per una collisione al via, commentata da Alboreto al microfono dell'inviato Rai, ha commentato candidamente che Mansell l'aveva speronato e quando si erano parlati dopo l'incidente aveva negato di avere innescato l'incidente lui stesso. Dopodiché soltanto dopo tre giri di gara un altro incidente aveva messo fuori gioco Raoul Boesel (Ligier) e Manfred Winkelhock (ATS). Poi era stata la volta del già citato Arnoux e a quel punto la situazione si era stabilizzata senza altri ritiri per incidente con i soli ritiri per problemi tecnici di Andrea De Cesaris (Alfa Romeo), Jean-Pierre Jarier (Ligier) ed Eddie Cheever (Renault) altresì noto come "l'americano di Roma", che aveva occupato a lungo la settima piazza ma si era dovuto fermare per un guasto al motore dopo una trentina di giri (interpellato dall'inviato Rai su quale fosse stata la causa precisa, ha risposto testualmente di non saperlo essendo un pilota e non un meccanico).

La gara proseguiva tranquilla, dicevamo, con le due Williams che facevano gara a sé e con dietro di loro un trenino composto da cinque vetture: Marc Surer sulla Arrows, Derek Warwick sulla Toleman quando stare in zona punti a Montecarlo su una Toleman non era fescion, Nelson Piquet sulla Brabham, Alain Prost sulla Renault (partito dalla pole e poi superato da Rosberg, aveva fatto un pitstop per passare alle slick ritrovandosi in quella posizione) nonché Eddie Cheever, almeno prima del suo ritiro. Le inquadrature non sono andate quasi mai, per lungo tempo, su Surer, tanto che Poltronieri l'ha definito "il fantasma di questa gara". Seguito da vicino da Warwick, proprio come il collega non sembrava per niente intimidito dall'avere i due principali championship contenders Piquet e Prost alle proprie spalle. Anzi, sembrava destinato a un grande risultato, tanto che veniva elogiato in tutte le salse, anche durante le interviste "esterne", nello specifico quando un inviato Rai (non quello presente ai box, penso questo fosse fuori dal circuito) intervistava Beppe Gabbiani, pilota che aveva disputato il mondiale 1982 per poi andare a gareggiare nel 1983 in Formula 2.

Faccio una piccola digressione, dei Surwick tornerò a parlarne tra un po', per specificare che in quei frangenti è venuta a farci visita un'altra delle storielle che tanto piacciono alla gente di oggi. L'intervistatore, infatti, nel bel mezzo dell'intervista a Gabbiani ha lasciato in sospeso il discorso per rivolgersi a Poltronieri e chiedere al telecronista cosa pensasse del circuito di Montecarlo, se fosse obsoleto e meritasse di essere depennato dal calendario. Fermi tutti, in che anno siamo? Nel 1983 o negli anni 2020? Non contento, in un successivo collegamento, ha posto la stessa domanda pure a Beppe Gabbiani, il quale si è schierato a favore del gran premio stesso. Nel frattempo, però, dobbiamo tornare a parlare di Warwick che si avvicinava sempre più a Surer, il quale non più "fantasma" veniva ora inquadrato sempre più spesso e sembrava destinato a portare a casa un risultato piuttosto memorabile, così come il pilota che aveva alle proprie spalle. Poi il suddetto pilota, Warwick, ha tentato di superarlo senza riuscirci. Nel senso che l'ha mandato in testacoda addosso alle barriere. Surer si è ritirato all'istante, mentre Warwick ha proseguito verso i box, il che era senz'altro meglio che essere inseguito lì sul posto da un inferocito Surer. Non che Surer sembrasse particolarmente inferocito, ma mai dire mai.

Nel frattempo la gara continuava a mietere le proprie vittime, per questioni di affidabilità: più o meno in contemporanea con l'incidente dei Surwick, sulla Lotus di Elio De Angelis si è rotto un semiasse, guasto che l'ha costretto al ritiro. All'inviato della Rai ai box ha detto che, dopo essere stato costretto a tre precedenti pitstop per problemi di gomme, si riteneva fortunato che fosse intervenuto quel problema, altrimenti la gara sarebbe proseguita inevitabilmente con ulteriori problemi. Ritirato per un guasto anche Riccardo Patrese sulla Brabham (indicato finalmente dalla grafica con il nome scritto giusto e non più "Ricardo" come nelle edizioni precedenti), ma soprattutto Jacques Laffite che aveva occupato fino a quel momento la seconda posizione. Il suo ritiro ha lasciato Rosberg con un vantaggio enorme - circa un minuto - nei confronti di Piquet e Prost che nel frattempo si ritrovavano in zona podio. Costretto a rallentare in seguito, il boscaiolo errante ha comunque concluso la gara con venti secondi di margine nei confronti del suo più diretto inseguitore. Solo quattro piloti hanno completato la gara a pieni giri, il quarto dei quali è stato Patrick Tambay sulla Ferrari, mentre doppiati di ben due giri hanno concluso Danny Sullivan (Tyrrell), Mauro Baldi (Alfa Romeo) e, settimo e ultimo classificato, Chico Serra, il compagno di squadra di Surer.

Vincitore dello stesso gran premio che anche suo figlio avrebbe vinto trent'anni più tardi e anche più di una volta, il campione del mondo in carica è stato descritto dall'inviato Rai ai box Ezio Zermiani come "un gattone che si liscia i baffi" mentre si apprestava a salire sul podio e trovo tutto ciò estremamente pittoresco. Poltronieri nel frattempo parlava di come un circuito come Montecarlo potesse permettere anche a piloti che non disponevano delle vetture con i motori migliori. Ecco, questa è la ragione perché l'inviato "esterno" considerava il Gran Premio di Montecarlo da depennare: perché a suo dire contava troppo il pilota e troppo poco la macchina. Con questo credo di potervi salutare e dare appuntamento al prossimo appuntamento con questo review dei vecchi gran premi del Principato, anch'esso visto con la telecronaca di Poltronieri: sarà quello del 1981, perché quello del 1982 l'ho visto e commentato l'anno scorso (e comunque se lo trovassi con telecronaca italiana credo che me lo guarderei volentieri - su Youtube dovrebbe esserci intero solo con telecronaca brasiliana).


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