venerdì 13 agosto 2021

Gli angusti e tortuosi rewatch: GP Monaco 1981 (Montecarlo on fire... in senso letterale)

Il recap di oggi appartenente alla serie dei recap dei vecchi gran premi di Montecarlo è quello dell'edizione 1981, forse una delle gare più travagliate degli anni '80. Passato alla storia per la vittoria di Gilles Villeneuve, destinata a rimanere l'ultima vittoria Ferrari nel Principato di Monaco fino agli anni '90 inoltrati, in realtà sono accadute molte cose non solo prima della bandiera a scacchi, ma anche prima che si accendessero i semafori. Infatti un'ora prima dell'orario previsto per la partenza, è scoppiato un incendio in un albergo attiguo al circuito, circuito divenuto a sua volta poco praticabile in quanto gli idranti dei pompieri hanno allagato il tunnel dove c'erano anche pericoli di crollo. Inizialmente pare che l'orario della partenza non fosse nemmeno stato rimandato, ma alla fine non c'è stato nulla da fare, il gran premio è partito ben più tardi di quando avrebbe dovuto partire. Se il buon giorno si vede dal mattino, per fortuna questi eventi si stavano svolgendo di pomeriggio.

Come al solito la regola aurea era la presenza di sole venti vetture per questioni di sicurezza (perché giustamente correre su un circuito dove ci sono pericoli di crollo è perfettamente okay, ma ventisei monoposto sono pericolose), quindi una serie di piloti se n'erano già andati a casa da tempo. I primi, non prequalificati, erano stati Slim Borgudd (ATS), Derek Daly ed Eliseo Salazar (March), Brian Henton e Derek Warwick (Toleman), mentre avevano dovuto attendere le qualifiche Keke Rosberg e Chico Serra (Copersucar), Jean-Pierre Jabouille (Ligier), Piercarlo Ghinzani e Beppe Gabbiani (Osella). Manca qualcuno? Beh, in realtà qualcuno sì, ma per paura che qualche suo parente possa leggere il mio post e provare imbarazzo vorrei evitare di scrivere il suo nome. Per dovere di cronaca, comunque, lo farò: l'altro pilota non qualificato è stato Hector Rebaque, pilota della Brabham ovvero compagno di squadra di Nelson Piquet che partiva dalla pole position. Aggiungo che Rebaque non era neanche il primo degli esclusi.

La gara è partita in modo piuttosto tranquillo. Nel senso, non essendoci Derek Daly in pista, questo non ha spiccato il volo quando si è acceso il semaforo verde (se non sapete di cosa sto parlando vi invito a farvi una cultura, o quantomeno ad attendere il mio prossimo recap sull'edizione 1980). Comunque c'è stato un incidente e le vetture erano inquadrate da dietro, quindi Poltronieri ha faticato e non poco, anche in assenza della grafica, a identificare chi fossero i piloti. Sembravano comunque una McLaren e un'Alfa Romeo, caratterizzate da colori molto simili in quanto entrambe avevano la livrea Marlboro, e i piloti sono stati in seguito identificati come Andrea De Cesaris (che quel giorno compiva ventidue anni) e Mario Andretti. Raggiunto ai box dall'inviato della Rai e invitato a dare la propria versione dei fatti, De Cesaris ha iniziato a lamentarsi della manovra azzardata con cui, a suo dire, Prost l'aveva spinto addosso ad Andretti. Credo sia la prima volta in cui ho sentito De Cesaris lamentarsi della guida di altri e non altri lamentarsi della guida di De Cesaris, credo che questo sia un grande progresso.

Le due vetture semi-gemelle Marlboro sono state abbandonate a bordo pista, cosa accaduta anche a molte altre vetture in un momento successivo, anche se nei giri immediatamente seguenti non ci sono stati ritiri. Il successivo è stato, ma ai box(?) per un guasto, quello di Siegfried Stohr, pilota della Arrows che, contrariamente a quanto il nome suggerisca, è nato a Rimini e ha un evidente accento romagnolo, che ha sfoggiato quando più tardi ha raggiunto Poltronieri in cabina di commento... sempre ammesso che Poltronieri - che ha raccontato più volte di come i telecronisti lavorassero a Montecarlo in condizioni piuttosto scadenti - fosse in un'effettiva cabina di commento e non dietro una tenda nel bel mezzo del paddock. Frattanto Piquet era in testa seguito da Villeneuve, i due erano partiti dalla prima fila, e dietro di loro c'erano le Williams alle spalle della Lotus di Nigel Mansell, futuro best friend forever di Piquet. Mansell non ha comunque avuto una gara molto lunga, in quanto è venuto a contatto con Carlos Reutemann, cosa che ha provocato il suo ritiro immediato.

Il pilota della Williams ha proseguito uscendo dai box doppiato e non mi è ben chiaro come funzionassero le regole a quei tempi, dato che veniva data bandiera blu ai piloti dai quali tentava di sdoppiarsi. Nel frattempo, mentre lui era nelle retrovie, il suo compagno di squadra Alan Jones, campione del mondo in carica nonché campione del mondo più ignorato della storia della Formula 1, si trovava in zona podio, poi ha superato Villeneuve e si è lanciato all'inseguimento di Piquet, arrivando in certi momenti molto vicino a lui. Reutemann in seguito si è dovuto ritirare per un problema al cambio, ma era comunque in ottima compagnia, vista la grande quantità di piloti che si stavano ritirando: Riccardo Patrese (Arrows - ha abbandonato la vettura a bordo pista per problemi tecnici), René Arnoux (Renault - incidente), Elio De Angelis (Lotus - guasto al motore), Alain Prost (Renault - motore), John Watson (McLaren - motore)... insomma, la gara perdeva un pilota dopo l'altro in modo poco traumatico. O molto, a seconda delle occasioni, a due terzi di gara la Tyrrell di Michele Alboreto è finita in testacoda e Bruno Giacomelli a bordo dell'Alfa Romeo gli è andato addosso.

Nonostante tutto non si sono generati ingorghi e tutto è proseguito tranquillamente, ma il colpo di scena era dietro l'angolo ed è arrivato quando Nelson Piquet è andato a sbattere mentre si trovava in testa, lasciando la leadership della gara ad Alan Jones. Poi, dopo parecchi giri, quando la gara si avvicinava ormai alle sue fasi finali, qualcuno deve avergliela tirata. Una cosa tipo: "come osi?! sei in testa e hai un vantaggio abissale nei confronti della vettura che ti segue, che è una Ferrari... meriti che il karma ti punisca per questo terribile affronto". La vettura di Jones si è ribellata, costringendolo a rientrare ai box e a uscirne con pochi secondi di vantaggio su Villeneuve. Non ha avuto secondi di vantaggio su Villeneuve molto a lungo ed è stato superato in tempi molto brevi dal ferrarista, per poi continuare a perdere terreno, tanto che avrà preso mezzo minuto di gap se non di più. In un video su Youtube un fanboy retrò ha affermato che Jones non aveva problemi, tacciando tra le righe Poltronieri di avere oltraggiato la storiahhhh della Ferrari sostenendo ciò. Ma questa gente che inventa polemiche dal nulla su gran premi di quarant'anni fa che problemi ha esattamente?

Torniamo a Jones, vi chiederete, dopo avere subito il sorpasso di Villeneuve e perso terreno, in quale posizione si trovasse e quante vetture lo stessero superando. Vi rispondo subito: da nessuna, perché per subire dei sorpassi bisogna anche che ci siano delle vetture in pista e in quel momento scarseggiavano. Non solo, erano tutti a distacchi molto abbondanti l'uno dall'altro. Il pilota Williams è arrivato tranquillamente secondo, conservando un vantaggio abbondante su Jacques Laffite (Ligier) salito sul gradino più basso del podio. Gli altri piloti che hanno visto la bandiera a scacchi sono stati Didier Pironi (Ferrari), Eddie Cheever (Tyrrell), Marc Surer (Arrows) e Patrick Tambay (Theodore) autori di gare evidentemente tranquille (beh, non proprio, a un certo punto Pironi e Cheever avevano cozzato l'uno contro l'altro venendo criticati da Stohr che in quel momento era in cabina di commento con Poltronieri). Siccome erano solo sette, alla fine la grafica con la classifica finale ha incluso anche il settimo classificato invece dei soliti sei, giusto per segnalare che Tambay aveva chiuso doppiato di quattro giri.

PS. Inquadrato in pitlane ho riconosciuto l'ex pilota Harald Ertl, già citato da Poltronieri in telecronaca in un altro evento. Ai tempi Ertl faceva l'inviato per qualche TV e apparentemente aveva trentadue anni nonostante la sua barba e i suoi baffi lo facessero sembrare un cinquantenne.


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Milly Sunshine