lunedì 16 agosto 2021

Indycar 2021: Gran Premio di Indianapolis Road Course (Big Machine Spiked Coolers Grand Prix)

Il campionato di Indycar è ricominciato una settimana fa dopo oltre un mese di stop e subito è iniziato con un triple header, stavolta con una Saturday Race avvenuta sull'Indianapolis Road Course, che domenica ospitava per la prima volta una gara di NASCAR su questo layout (gara di NASCAR che pare essere stata la versione stock car del GP di Nashville di Indycar della scorsa settimna, solo più caotica). Si trattava della seconda gara disputata in questa stagione all'Indy Road Course, dopo quella ormai consueta che si svolge in maggio due settimana prima della Indy 500. Stavolta siamo saliti da ventisette vetture a ventotto, con due novità: il team Rahal ha schierato Christian Lundgaard (pilota di Formula 2) come one-off al posto di Santino Ferrucci, mentre ha fatto il proprio esordio il team Top Gun Racing, quello che non si era qualificato per la Indy 500, con al volante R.C. Enerson (destinato a ritirarsi in pitlane nell'anonimato più totale).

Il weekend è iniziato con la pole position di O'Ward, seguito da Power, che su questo tracciato ha vinto diverse volte, Grosjean e un sorprendente Lundgaard che ha immediatamente scatenato un grande interesse e una quantità di sostenitori che non ho mai visto nei suoi confronti durante la Formula 2. Fatto sta che quando è iniziata la gara (che ho recuperato domenica tramite l'extended highlight di mezz'ora) ha perso una posizione, venendo superato da Herta, ma ha comunque viaggiato in top-5 per tutta la durata del primo stint, nonostante subisse gli effetti di un'intossicazione alimentare, che faceva tanto Gran Premio di Singapore. Tra parentesi, stando all'aspetto che la maggior parte del cibo americano aveva nelle pubblicità onnipresenti quando guardavo le gare in streaming, mi stupisce come le intossicazioni alimentari tra i piloti che corrono negli States non siano più frequenti.

Non sono qui né per parlare di hamburger estremamente unti né di pizze alla banana con candeline tipo torta di compleanno, quindi possiamo passare oltre e tornare in topic: dopo la prima sosta, Lundgaard ha iniziato a perdere posizioni e ha viaggiato per un po' di tempo nella zona bassa della top-ten, per poi uscire anche da quella. L'entusiasmo nei suoi confronti si è almeno in parte spento, così come si spegnevano le speranze di vittoria di O'Ward. Dopo la prima sosta è scivolato alle spalle di Power, per poi perdere nel corso della gara - una gara piuttosto tranquilla in cui nessuno faceva cose strane, al massimo mettevano le ruote sull'erba ma senza provocare danni - altre posizioni nei confronti di Hrrta, Grosjean e Palou, nonostante quest'ultimo a inizio gara si fosse lamentato di un "no power" alla radio. I problemi a inizio gara si sono presentati in formato più eclatante nella fase conclusiva, quando è stato costretto al ritiro per un guasto al motore. O'Ward, che era stato superato anche da Rossi, ne ha approfittato per tornare in top-5.

La vettura ferma di Palou ha provocato la prima caution della giornata. Al restart Power, nonostante prima avesse progressivamente visto il proprio margine nei confronti di Herta accorciarsi, è riuscito a mantenere la leadership, che avrebbe conservato fino alla bandiera a scacchi, mentre è stato proprio Herta a perdere una posizione, venendo superato da Grosjean. Il pilota franco-svizzero era destinato ad arrivare secondo e ad essere acclamato a fine gara dalla moglie e dai tre figli che in America hanno definitivamente accantonato il sacchetto di carta venendo occasionalmente inquadrati dalle telecamere. Herta si è ripreso dalla delusione della scorsa gara (finito a muro quando era in zona podio) giungendo terzo, mentre in quella fase di gara è scoppiato un acceso duello tra Rossi e O'Ward. Quest'ultimo ha tentato di superare l'omonimo di Valentino, che tuttavia si è ripreso la posizione, che ha poi conservato.

Da come l'ho raccontata sembra che tutto si sia messo tranquillo, ma non è esattamente così, perché a una decina di giri dalla fine c'è stato anche un vero e proprio incidente, indicativamente dopo la top-15: Veekay è finito in testacoda dopo essere stato tamponato da McLaughlin, il che ha provocato l'ingresso della safety car. Per fortuna c'erano abbastanza giri da percorrere da non portare alla decisione trash di redflaggare la gara per questioni di spettacolo e si è ripreso in modo piuttosto normale, con gli ultimi giri in regime di green flag. Nulla è cambiato nelle posizioni della top-5, confermando il risultato che ho già anticipato e con Grosjean a podio a una sola settimana di distanza da quando avverrà il suo debutto su un ovale, nel prossimo fine settimana, ovviamente acclamato come avviene costantemente da quando è passato in Indycar.

RISULTATO: 1. Will Power (Penske), 2. Romain Grosjean (Coyne), 3. Colton Herta (Andretti), 4. Alexander Rossi (Andretti), 5. Pato O'Ward (Arrow McLaren), 6. Jack Harvey (Shank), 7. Graham Rahal (Rahal), 8. Josef Newgarden (Penske), 9. Marcus Ericsson (Ganassi), 10. Takuma Sato (Rahal), 11. Conor Daly (Carpenter), 12. Christian Lundgaard (Rahal), 13. Felix Rosenqvist (Arrow McLaren), 14. Ed Jones (Coyne), 15. Sebastien Bourdais (Foyt), 16. Simon Pagenaud (Penske), 17. Scott Dixon (Ganassi), 18. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 19. Jimmie Johnson (Ganassi), 20. Max Chilton (Carlin), 21. Helio Castroneves (Shank), 22. James Hinchcliffe (Andretti), 23. Scott McLaughlin (Penske), 24. Rinus Veekay (Carpenter), 25. Cody Ware (Coyne), 26. Dalton Kellett (Foyt), 27. Alex Palou (Ganassi), 28. R.C. Enerson (Top Gun).



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Milly Sunshine