Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
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Monaco 2010: Piloti vestiti di rosso, piedistalli e piloti vestiti di grigio che cadono dal piedistallo
C'era una volta un industriale del tabacco che rispondeva al nome di Anthony Noghès, che inventò il Gran Premio di Montecarlo e il rally di Montecarlo.
C'era una volta Jenson Button che si perdeva e non riusciva a raggiungere il parc fermé. Non è chiaro dove abbia parcheggiato l'anno scorso, ma ormai è appunto l'anno scorso e, dopo il Gran Premio di Montecarlo di quest'anno, a nessuno importa più niente di Button, la cui gara è finita mestamente anzitempo.
Non solo la sua gara è terminata anzitempo, ma addirittura ha perso la vetta della classifica a vantaggio del vincitore della gara; vincitore della gara che fino a due gran premi fa era più o meno ottavo in classifica generale. Di certo quest'anno non ci si può lamentare per come vanno le cose: siamo passati dalle lamentele dell'anno scorso per il mondiale vinto "in luglio" dalla Brawn GP (poi va beh, ha vinto a ottobre, ma questo non è fondamentale, tanto ci siamo lamentati lo stesso non solo fino a luglio ma anche fino a ottobre), quest'anno la classifica cambia gara dopo gara.
Vorrei comunque complimentarmi con Button per quello che ha fatto finora: è stato l'unico pilota McLaren che sia stato in testa alla classifica, finora, in questo campionato, notizia che Hamilton avrà sicuramente accolto così:
"Meno male che non c'è più mio padre tra le scatole, non farebbe altro che ripetermi che è un disonore essere spodestato da questo incompetente."
"Io non sono incompetente, a meno che non si tratti di parcheggiare."
"Hai vinto solo perché guidavi una Brawn GP. Pensi che avresti vinto lo stesso il titolo con una Virgin?"
"Perché, tu pensi per caso che l'avresti vinto?"
"Certo, le Virgin sono velocissime. Non hai visto come Di Gratis abbia tenuto testa al Ferrari Man?"
"Aspetta, poppante, non capisco una cosa... Siamo all'inizio del commento al gran premio, quindi l'hai letto nella sfera di cristallo?"
"Io non sono un poppante."
"Ho seri dubbi. Non hai una barba elegante come la mia."
"Perché dobbiamo parlare di barbe? Siamo nel 2010 e Heidfeld non sta guidando. Le sue speranze di vincere un gran premio, di conseguenza, sono nulle."
"Esattamente come quando era al volante..."
"Come sei KaTTiVo, Jenson. Non c'è bisogno di sbattergli in faccia il fatto che noi stiamo vincendo dei gran premi, mentre lui no."
"Sul NOI ho qualche dubbio. Che cos'avresti vinto tu quest'anno?"
"Nulla, perché segretamente nessuno di noi ha vinto nulla. Il vincitore morale di ogni singolo gran premio disputato quest'anno è Chandy."
"Secondo me dovremmo smetterla di prenderlo per i fondelli. Arriva ultimo. Ci fa un favore, a tutti quanti, perché quel disonore non spetta a nessuno di noi."
"Come sei diventato improvvisamente saggio... l'anno scorso quando eri in testa al mondiale ti comportavi da bulletto."
"Era un onore che riservavo a te."
"Sei KaTTiVo. Dirò a Rosberg di non lasciarti più parcheggiare sotto casa sua come l'anno scorso."
"Quest'anno andrò al parc fermé, non avrò bisogno del filo di Arianna per orientarmi."
"Veramente la tua gara durerà troppo poco per arrivare al parc fermé e, soprattutto, anche per quel poco che rimarrai in pista non darai nessun segnale di potere competere per le posizioni che contano."
"La sfera di cristallo è un omaggio che tuo padre ti ha lasciato prima di abbandonarti?"
"No, è un regalo che faccio all'Autrice(C), svelandole parte del risultato del gran premio prima ancora che il gran premio stesso venga commentato."
L'Autrice(C), però, ne ha abbastanza di questa trafila e, dopo avere messo un cerotto sulla bocca a entrambi i piloti della McLaren, iniziando a sentirne immediatamente la mancanza, si appresta a parlare di quella che sembrava essere la cavalcata trionfale del Ferrari Man.
Prima di passare al Ferrari Man, completiamo il discorso McLaren: sui volanti e sui caschi dei piloti sono stati applicati dei diamanti per volontà di uno sponsor. Il casco di Hamilton, inoltre, aveva una livrea celebrativa, che raffigurava una roulette con il numero 44, numero che non esiste nella roulette, abbiamo appreso in telecronaca, ma che è il numero di gara che Hamilton aveva in occasione della sua prima vittoria (genericamente, non so su quale genere di mezzo). Nel casco di Liuzzi, invece, c'erano plastificate delle banconote da 100, 200 e 500 euro, non ho capito se vere o finte.
A proposito di soldi, curiosità per quanto riguarda Kovalainen e il team manager della Lotus, tale Fernandez. Quest'ultimo come scherzo a Kovalainen gli ha fatto credere di volere acquistare un gioiello a un'asta di beneficienza e ha mandato Kovalainen a comparire al posto suo. Kovalainen se l'è aggiudicato per trecentomila euro, dopodiché Fernandez si è tirato indietro e pare che il pilota della Lotus abbia dovuto sborsare quei soldi.
Se dite che era meglio continuare a occuparci della scalata al successo del Ferrari Man, non credo che abbiate tutti i torti, quindi procediamo.
Giovedì mattina: miglior tempo.
Giovedì pomeriggio: miglior tempo.
Non si gira al venerdì, a Montecarlo, e per il Ferrari Man sarebbe stato meglio non girare nemmeno di sabato.
Nelle prove libere è andato a sbattere, mentre in qualifica per lui è stato un po' come se fosse stato venerdì: non è sceso in pista.
Mi rendo conto che avere una Ferrari che parte dall'ultima casella della griglia di partenza (anzi, dai box) su un circuito angusto e tortuoso [cit.] che non favorisce i sorpassi sia un po' un trauma, però la mia impressione è che la faccenda sia stata molto ingigantita.
Mi spiego meglio: sicuramente per il Ferrari Man non è stato positivo partire da là dietro, ma mi sembra che si sia un po' esagerato nel parlare dell'intralcio a lui provocato da quei tanti signori nessuno che, guidando una vettura che prende cinque o sei secondi al giro se non di più, erano destinati a cadere nel dimenticatoio nel giro di poche tornate.
Evidentemente no, non è andata così.
Si è parlato a lungo dei doppiati che intralciano.
Solo che a volte non sono doppiati e, per ragioni a molti oscure, tipo quella di non essere doppiati appunto, scelgono di non comportarsi come tali.
Parleremo più avanti della poca considerazione che è stata riservata a Di Grassi... anzi, sarebbe meglio dire della TROPPA considerazione che gli è stata riservata: di solito nessuno se lo fila.
A proposito di costui, preferirei soffermarmi un attimo a raccontare la storia della sua vita.
La sua biografia non è ricca di dettagli tipo la residenza in Bahrein, come invece avviene per Buemi, oppure la residenza della nonna accanto a un circuito, come avviene invece per Barrichello, né per quanto ne sappiamo suona uno strumento musicale, diversamente da Sutil, ma la sua biografia si arricchisce di dettagli: è di Sao Paulo (esattamente come altri tre piloti presenti sulla griglia di partenza), ha doppia cittadinanza brasiliana e italiana, suo padre si chiama Vito Di Grassi, è di origini pugliesi ed è il titolare di una filiale di una banca di Sao Paulo.
Mi rendo conto che i miei commenti ai gran premi sono fatti anche e soprattutto per parlare della biografia di Di Grassi, ma purtroppo dobbiamo passare anche ad altro, per esempio al fatto che la leadership della classifica di Jenson Button era sempre più in bilico.
Già in Spagna la Redbull si era dimostrata più veloce di tutti sia in qualifica sia in gara, anche a Montecarlo la cosa si è ripetuta. La Redbull ha ottenuto quindi l'ennesima pole position e, nello specifico, l'ha ottenuta colui che a suo tempo venne a gareggiare in Europa grazie a un prestito ottenuto da David Campese, capitano della nazionale australiana di rugby. La cosa più bella di tutte le storielle sui piloti è che ormai le conosco a memoria e ne posso parlare ogni volta che lo desidero nei commenti: stavolta non ricordo che se ne sia parlato in telecronaca, infatti, così come mi sembra che si sia dato molto meno rilievo dell'anno scorso al fatto che Rosberg abita accanto al circuito.
Ora, premesso che a nessuno di noi importa dove abiti Rosberg, ma che a tutti noi importa della griglia di partenza, credo sia meglio tornare sui nostri passi e dare spazio a chi se l'è conquistato sul campo, sia nel bene sia nel male:
1^ fila: Webber - Kubica
2^ fila: Vettel - Massa
3^ fila: Hamilton - Rosberg
4^ fila: Schumacher - Button
5^ fila: Barrichello - Liuzzi
6^ fila: Hulkenberg - Sutil
7^ fila: Buemi - Petrov
8^ fila: De La Rosa - Kobayashi
9^ fila: Alguersuari - Kovalainen
10^ fila: Trulli - Glock
11^ fila: Di Grassi - Senna
12^ fila: Chandhok - Alonso
Non ci sono stati stravolgimenti sulla griglia di partenza, se non che Hulkenberg è rimasto fermo durante il giro di formazione, di conseguenza ha preso il via nelle retrovie, in compagnia di Chandy.
La sua gara, tuttavia, non è durata molto a lungo: il pilota della Williams, infatti, è andato a sbattere già al primo giro, facendo entrare la safety car. Frattanto Webber aveva mantenuto la leadership, mentre Kubica aveva perso la seconda posizione a vantaggio di Vettel. Seguivano Massa, Hamilton e Schumacher. Sì, sì, c'è scritto proprio quello che avete letto. Button, che si trovava qualche posizione più indietro, si è ritirato pochi giri dopo con la vettura in fumo...
Poi è arrivata un po' di calma, sono arrivati alcuni sorpassi di Alonso accolti con grande entusiasmo in telecronaca anche se, a conti fatti, stava prevalentemente superando delle vetture senza speranze.
Di Grassi è rimasto aggrappato alla posizione finché ha potuto. Soltanto verso il 15° giro ha ceduto, venendo superato dal Ferrari Man. Quest'ultimo non ha gradito affatto la mancanza del tappeto rosso e ha espresso la poca soddisfazione che provava facendo un poco elegante saluto al pilota della Virgin.
Parte dei commenti post gara era destinata ad essere incentrata su questo episodio. Secondo Jean Alesi i piloti che prendono cinque o sei secondi al giro "rompono le palle a chi può vincere il mondiale" sono "vergognosi" e "cafoni". Con tutto il rispetto che posso provare per Alesi, che rimane pur sempre uno dei miei preferiti, a "Pole Position", ammetto di essere totalmente in disaccordo con il suo parere in proposito.
Di Grassi stava facendo la sua gara.
Ovviamente non poteva resistere a lungo, davanti ad Alonso...
Però, adesso, vorrei chiedermi/ chiedervi: nel 2001, quando Coulthard passò numerosi giri relegato dietro a nientemeno che Bernoldi, qualcuno si indignò? No, perché a me pare che sia un momento che viene ricordato con qualche risata, non con indignazione. Questa teoria secondo cui, velatamente, chiunque debba cedere il passo ai piloti Ferrari sta iniziando un po' a stancarmi.
Con un caro saluto a Di Grassi, che si è reso protagonista a modo suo del gran premio, passerei oltre. Come da copione, dopo una ventina di giri, si è ritirato De La Rosa per problemi tecnici. Non è stato il solo: qualche giro più tardi è toccato anche a Glock, mentre gli accidenti che il Ferrari Man ha tirato a "Di Gratis" hanno fatto il loro effetto, dato che il successivo ritirato è stato proprio lui, dopo avere perso una ruota(?). Intanto, davanti, i piloti di testa si stavano fermando ai box per i loro pitstop.
Poco prima della metà della gara Barrichello ha fatto un gran botto contro le barriere. Pare che avesse danneggiato la vettura su un tombino. È entrata la safety car e Barrichello è stato inquadrato mentre tornava ai box a piedi in compagnia di Kobayashi:
"Che cosa ci fai qui? Anche tu hai tenuto fede alla tua nazionalità e hai praticato l'arte giapponese dello schianto contro ai muri?"
"No, ma la mia vettura ha tenuto fede alla sua identità di Sauber e mi ha lasciato a piedi. Chissà, probabilmente mi ha anche scambiato per De La Rosa."
"No, non credo, non può averti scambiato per quel vecchiaccio."
"Parla il giovincello..."
"Certo che sono giovane, non lo metterai in dubbio."
Non sapremo mai fino a che punto Kobayashi metteva in dubbio la giovane età di El Barry, tutto quello che sappiamo è che in seguito c'è stata un'ulteriore safety car, qualche giro più tardi: stavolta il motivo era appunto il tombino scoperchiato, che necessitava di essere sistemato prima che altre vetture facessero la stessa fine di quella di Barrichello.
Nel frattempo i primi cinque erano ancora Webber, Vettel, Kubica, Massa e Hamilton, mentre Alonso era risalito fino alla sesta posizione e si trovava davanti alle Mercedes.
Finita la "pausa" per la riparazione del tombino, tutto è filato liscio per un bel po'. Soltanto, a meno di venti giri dalla fine, si sono ritirati in breve tempo, uno dietro l'altro, per problemi tecnici, Bruno Senna e Kovalainen. I loro compagni di squadra erano destinati a dare spettacolo, ma non lo sapevamo ancora, dato che a tre giri dalla fine sono stati protagonisti di un ulteriore colpo di scena.
Quello tra Trulli e Chandhok (o Chandy, o Chandcock, come lo chiamano a volte in studio, sempre ammesso che in studio parlino di Chandhok, cosa che capita molto di rado) è stato un gran botto: una vettura quasi sopra l'altra, ritiro immediato e, curiosamente, non erano nemmeno destinati ad essere gli ultimi due piloti a ritirarsi (pur venendo classificati per avere completato più del 90% di gara): mancavano infatti appena tre giri al termine, anche se i due erano comunque doppiati di diversi giri. L'altro ritirato è stato Petrov, che si è rifugiato ai box per non uscirne più, mentre la safety car era ancora in pista.
La gara era destinata a terminare dietro la safety car...
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...anzi, no, o meglio, sì e no. Sul finire della gara è accaduta una cosa strana e ho voluto accertarmi di come la cosa strana sia stata accolta dalla BBC, per vedere fino a che punto la materia oscura con cui ci siamo scontrati nel finale di gara fosse oscura. Oserei dire che era oscura abbastanza perché, quando è stato annunciato che la safety car sarebbe rientrata ai box mentre l'ultimo giro si apprestava a terminare, i telecronisti britannici erano convinti che superare dopo la safety car line e prima della linea del traguardo fosse consentito.
In pista c'era chi apparentemente ne era del tutto inconsapevole, come ad esempio il Ferrari Man che, in sesta posizione, credeva di essere sicuro della sua sesta posizione.
C'era, però, anche chi era consapevole della cosa e, incredibile ma vero, Nonno Michael ha fatto il sorpasso dell'anno, asfaltando il Ferrari Man appena oltrepassata la safety car line.
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...festeggiamenti...
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...festeggiamenti, perché era la prima volta nel corso della stagione che si vedeva Nonno Michael così deciso e determinato, pronto a darci l'illusione che non sia possibile diventare irrilevanti da un giorno all'altro, ma che tutto sia destinato a durare vita natural durante...
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...festeggiamenti, festeggiamenti, festeggiamenti, che però sono durati molto poco, dato che il sorpasso è stato messo immediatamente sotto indagine.
Sulla TV britannica nessuno aveva la più pallida idea di quale fosse il motivo per cui il sorpasso era sotto indagine. Secondo il telecronista, prima che arrivassero numerosi replay, esisteva la possibilità che il sorpasso fosse avvenuto PRIMA della safety car line.
Non era così.
Non era quella la ragione e, una volta che ne è stata divulgata la ragione, alla fine non c'era ombra di dubbio sull'irregolarità del sorpasso. Tuttavia in giro per il mondo sono molte di più le persone che hanno preferito fare mille polemiche e scomodare il fatto che uno dei commissari era Damon Hill.
Vogliamo specificare una cosa: sono convintissima che Damon Hill non stesse nella pelle per la soddisfazione, quando gli è piovuta su un piatto d'argento la possibilità di penalizzare il suo vecchio rivale (dove per "vecchio" si intende "di vecchia data", se il confronto è con Hill, MSC è ancora un giovincello), ma il regolamento non prevedeva nulla di diverso.
La cosa su cui bisognerebbe polemizzare, e anche tanto, è piuttosto il fatto che, apparentemente NESSUNO sapeva se fosse consentito o no superare dopo la safety car line e prima della linea del traguardo nel corso dell'ultimo giro. Il regolamento prevede infatti che sia consentito superare dopo la safety car line, senza aspettare la linea del traguardo, una volta che la SC leva le tende, ma non all'ultimo giro.
Al di là del sorpasso in sé trovo abbastanza preoccupante che, dopo la safety car line, i piloti si siano ritrovati la bandiera verde in un momento in cui non era affatto consentito sorpassare. Trovo ancora più preoccupante che, se fosse accertato quello che Ross Brawn ha dichiarato, durante la safety car in Mercedes hanno chiesto al direttore di gara se fosse consentito superare all'ultimo giro, in caso la SC rientrasse ai box e il direttore di gara ha detto di sì.
Com'è possibile che l'unica persona, in tutto il paddock, che sembrava essere al corrente del regolamento fosse Stefano Domenicali, che così ha dichiarato durante le interviste, sia sulla Rai sia sulla BBC?
Essenzialmente ciò che è successo è questo: MSC ha superato Alonso dove non poteva senza sapere di non poterlo fare, senza che il suo team sapesse che non era consentito e che addirittura nemmeno il direttore di gara lo sapesse! Non facciamo finta che tutto ciò sia normale, perché non lo è.
Mentre la TV britannica ha accolto il fatto come un normale evento di gara, l'opinione pubblica italiana non è stata affatto d'accordo. Sui giornali di lunedì è stata colta l'occasione per fare ciò che tutti gli addetti ai lavori stavano già facendo: sparare a zero contro Nonno Michael, colpevole non solo di avere commesso un sorpasso irregolare, ma di avere commesso questo sorpasso irregolare ai danni del Ferrari Man. Ciò è eresia...
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...anche se a lungo andare mi sto chiedendo quale sia la vera eresia, se non quella di un'opinione pubblica palesemente di parte.
Quest'anno è la prima volta che ci rifletto sul serio, perché ho avuto spunti che non pensavo di potere avere. Convivo molto tempo da un'opinione pubblica motoristica palesemente di parte che ha l'abitudine di portare su un piedistallo il pilota di punta della Ferrari.
Il problema enorme, che ho visto per la prima volta quest'anno, è uno: finché avevo sempre sentito o letto di opinionisti che portavano MSC su un piedistallo perché ai loro occhi era il salvatore dell'orgoglio ferrarista o finché avevo sempre sentito e letto di Alonso screditato e considerato la rovina dell'automobilismo, avevo sempre creduto che ci fossero molti soggetti palesemente di parte, ma che credessero davvero che MSC fosse il salvatore dell'orgoglio ferrarista e che Alonso fosse il male assoluto. Non ritenevo particolarmente corretto sbandierarlo ai quattro venti, ma non avrei mai pensato che tali convinzioni fossero solo di facciata. Ora MSC non indossa più una tuta rossa, ma una tuta grigia: bene, è il male assoluto. Qualunque cosa faccia deve essere screditata in lungo e in largo, mentre Alonso, che indossa una tuta rossa, viene santificato per il semplice fatto che esiste. È questo che mi è difficile mandare giù: la consapevolezza che chi è di parte non sia di parte in modo spontaneo, perché non ne può fare a meno, ma che sia di parte perché "bisogna essere di parte", qualunque cosa questo significhi. Finché sei di parte ma sei coerente con te stesso, puoi essere credibile. Quando sei di parte, ma dici il contrario di quanto hai affermato per anni, allora la tua credibilità crolla a picco, molto di più di quanto siano crollati a picco i risultati di MSC.
Per il resto, veniamo finalmente al punto: MSC è stato penalizzato, il Ferrari Man si è visto restituire la posizione, cosa che anche agli anti-ferraristi non è andata giù nonostante il regolamento fosse abbastanza chiaro in proposito e, di fatto, con MSC fuori dalla zona punti, anche altri piloti ci hanno guadagnato qualcosa, ma non deve passare in secondo piano Mark Webber: ha infatti ottenuto la seconda vittoria stagionale, portandosi in testa alla classifica piloti. Ha festeggiato tuffandosi in piscina in tuta, insieme a Chris Horner.
Numero delle persone che prendevano in considerazione Webber nei giorni successivi: zero.
Commento tipico alla gara: "aLoNsO Ti AmO! ScHuMaChEr E' 1 VeKkYo DeCrEpItO cHe PoRtA La dEnTiErA!"
Commento tipico a chi ha commentato la gara: "SoNo D'AcKoRdO Yo NoN L'Ho mAi TiFaTo NeMmEnO QuAnDo StAvA iN FeRrArY, TyFaVo GyA' PeR FeRnAnDo AnChE QuAnDo ErA iN ReNaUlT."
RISULTATO: 1. Mark Webber (Redbull), 2. Sebastian Vettel (Redbull), 3. Robert Kubica (Renault), 4. Felipe Massa (Ferrari), 5. Lewis Hamilton (McLaren), 6. Fernando Alonso (Ferrari), 7. Nico Rosberg (Mercedes), 8. Adrian Sutil (Force India), 9. Vitantonio Liuzzi (Force India), 10. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Michael Schumacher (Mercedes), 13. Vitaly Petrov (Renault), 14. Karun Chandhok (HRT), 15. Jarno Trulli (Lotus), RIT. Heikki Kovalainen (Lotus), RIT. Bruno Senna (HRT), RIT. Rubens Barrichello (Williams), RIT. Kamuy Kobayashi (Sauber), RIT. Lucas Di Grassi (Virgin), RIT. Timo Glock (Virgin), RIT. Pedro De La Rosa (Sauber), RIT. Jenson Button (McLaren), RIT. Nico Hulkenberg (Williams).
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
mercoledì 17 gennaio 2018
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Monaco 2010
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Milly Sunshine