Penso che siano ben pochi gli appassionati di motori che non hanno mai sentito parlare di "Grand Prix", film del 1966, prodotto dal regista statunitense John Frankenheimer. Questo film è spesso usato come termine di paragone, specie allo scopo di sminuire gli altri film, talvolta da persone che l'hanno visto, talvolta da persone che ripetono a pappagallo quello che hanno sentito dire da altri. Questa è una delle ragioni per cui non ho mai parlato di "Grand Prix" finora: perché non l'avevo mai visto e, finché non fossi riuscita a guardarlo, non avrei voluto esprimere il mio punto di vista in proposito.
Adesso quel momento è arrivato, la scorsa settimana ho avuto modo di guardare il film, e finalmente sono pronta per parlarne.
Voglio tuttavia fare alcune precisazioni: prima di tutto questa non è da ritenersi una vera e propria recensione e, in secondo luogo, da ignorante in materia di cinema (dopotutto scrivo commenti ironici ai gran premi, quando sono in giro per il web, non mi faccio una cultura cinematografica), non saprei giudicare attori per le loro qualità di recitazione o quant'altro e sinceramente il nome del regista e i nomi degli attori, quando li ho letti, mi sono sembrati semplicemente dei nomi, non sapevo di chi si trattasse.
Finite le precisazioni, andiamo con quello che conta davvero.
Il film fu realizzato con la collaborazione di vari team di Formula 1 e piloti. Tra i team si segnalano BRM, Ferrari.
Per le scene di gara vennero utilizzati in parte filmati di vere gare e, per il resto, scene registrate utilizzando vetture di Formula 3. Ci furono anche inquadrature on-board e inquadrature dall'alto e, tenendo conto dei tempi (si tratta pur sempre di un film di oltre mezzo secolo fa), fu qualcosa di molto innovativo.
Nel film apparivano i circuiti di Monaco, Clermont-Ferrandi, Spa, Brands Hatch e Monza.
Il film segue le vicende, legate alle competizioni e alla vita privata, di quattro piloti: un veterano italo-francese e un giovane italiano che gareggiano per la Ferrari, un britannico pilota della BMR che si infortuna all'inizio del film e ritorna in gara sul finale, nonché un americano ingaggiato da un team giapponese tale Yamura (per tale team furono utilizzate delle McLaren ridipinte).
Alla fine tutti e quattro sono ancora in lotta per il titolo: l'italo-francese ha un incidente mortale mentre sta rimontando dalle retrovie, il suo compagno di squadra non finisce la gara in quanto il team si ritira e rimangono il britannico e l'americano a duellare fino all'ultima curva: la vittoria va all'americano e, nel corso dei festeggiamenti (ai quali come in ogni film sul motorsport che si rispetti partecipa con gioia anche il secondo classificato), giunge la notizia della morte del loro collega.
La parte del film dedicata alle gare è a mio parere molto ben fatta e, da questo punto di vista, condivido in pieno il giudizio che va per la maggiore: non solo è ben fatta, ma è anche molto coinvolgente. Il film si apre con diversi minuti ambientati nel corso del gran premio di Montecarlo e ciò affascina... a mio parere un po' di più della vita privata dei protagonisti: quella parte l'ho trovata a lungo andare un po' pesante, specie alla luce del fatto che il film dura tre ore e la parte sul privato sembra avere come unico scopo quello di mostrare che i piloti non riescono ad avere un matrimonio/ fidanzamento felice, tuttavia preferiscono essere infelici dal punto di vista sentimentale, ma avere necessariamente una moglie o una fidanzata fissa. In più il pilota americano ha anche una breve relazione con la moglie del britannico, suo ex compagno di squadra, nella parte iniziale del film.
In sintesi, film molto ben fatto per la parte legata alle gare, trama non troppo coinvolgente per il resto. Come ultima nota negativa aggiungerei che i risultati del campionato non sono molto chiari. Mi è parso di capire che tutto il film sia ambientato nella stessa stagione. Tuttavia il pilota che si infortunava all'inizio, è in lotta per il titolo fino all'ultima curva dell'ultimo gran premio stagionale, e questo aspetto non l'ho compreso molto bene.
In sintesi: ottimo film, ma un po' troppo lungo ed estenuante per i miei standard. Non sono una grande fan dei film che durano tre ore.
EDIT. Si ringrazia il mio lettore S.C. per avermi fatto notare che il pilota inglese ha vinto al Nurburgring e a Watkins Glen, alle quali si accenna soltanto.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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