Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
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Bahrein 2010: A volte ritornano
A volte succedono cose che tutti si aspettavano, cose di cui si parlava da anni (Alonso, Ferrari, non so se sono sufficienti, come indizi). Succedono e, nonostante prima pensassimo che ci avrebbe fatto un effetto molto strano, quando succedono è tutto regolare: il passato è passato, il presente è presente. Non sempre ciò che non faceva parte del passato non può far parte nemmeno del presente.
Qualcuno ha smesso di vestirsi di rosso e si è dato alla macchia, andando a gareggiare in un altro campionato (Raikkonen, rally, se servono degli indizi): pare che una delle ragioni per cui Iceman l'ha fatto sia che, se avesse trovato un altro ingaggio in F1, la penale incassata dalla Ferrari sarebbe stata minore che se fosse rimasto a piedi, devo ammettere che provo una certa considerazione per la sua mente diabolica.
Tornando al catalizzatore di attenzione, qualcuno ha iniziato a vestirsi di rosso, dopo avere abbandonato la tuta gialla e arancione, dopo anni passati dove sembrava non contare più, facendo finta che chi si vestiva di rosso l'anno scorso contasse davvero qualcosa.
Tutto cambia.
I cambiamenti fanno parte della vita.
Non sono nemmeno sicura, in fondo al cuore, che avrei preferito che non ci fossero cambiamenti.
Ogni cosa ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi, ogni cosa ha il suo momento.
Il momento che ho da dedicare nella mia introduzione agli uomini in rosso, peraltro, è già terminato. Ci sono altre questioni di cui occuparci.
Torniamo ai cambiamenti.
Torniamo al fatto che ciascuno ha il suo momento.
Ogni pilota ha la sua epoca, ogni pilota ha il suo tempo...
...
...
...o forse no, e non parlo del ritorno di De La Rosa.
Mi rendo conto che DLR merita rispetto e infatti parlerò anche di lui a tempo debito, se ne capiterà l'occasione, ma quello che ha fatto scalpore è stato l'altro "vecchio", quello che indossa una tuta grigia (Schumacher, Mercedes, se servono degli indizi).
A dicembre, quando iniziavano a circolare i primi rumour, speravo che non fosse vero. Non so perché avessi questa speranza, forse perché sono davvero convinta che ciascuno debba fare il proprio tempo e, quando il tempo finisce, andare via e inventarsi una nuova vita.
Siamo nel 2010.
Ho 21 anni.
Ne avrò 22 tra pochi mesi.
Tra qualche mese mi conquisterò una laurea triennale e, con un po' di fortuna, quando finirà il campionato sarò iscritta a un corso di laurea magistrale.
Non so come sentirmi: se come un'eterna Peter Pan, che vede gareggiare uno dei piloti che gareggiavano quando frequentava la scuola materna, oppure se come una bambina che non si rassegnerà a sentire le voci che diranno, prima o poi, se non dovesse fare sfaceli, che quello specifico pilota è ormai un vecchio irrilevante.
I tempi passano.
Le cose cambiano.
Quelli che se ne vanno, se ne vanno.
Quelli che tornano, tornano...
...
...
...
...tornano e nulla sarà mai più come prima, e forse non parlo solo di colui che ha fatto indignare intere gang di ferraristi perché al giorno d'oggi indossa una tuta della Mercedes.
In generale non ho ben capito tutta questa indignazione. Per caso vincere una vasta serie di titoli mondiali rende i piloti diversi da tutti gli altri? Impedisce loro di gareggiare per chi vogliono? nella serie in cui vogliono? Oppure continuare ad andare a terra a bordo di una moto è consentito, mentre accasarsi presso il team che l'anno scorso ha "rubato il mondiale alla Ferrari", per il semplice fatto che la Ferrari stava lottando per il terzo posto in classifica peraltro senza successo, non lo è? Che dicano tutti quello che vogliono, io continuerò sempre a credere nel libero arbitrio, almeno finché non sarà accertato che il libero arbitrio non esiste, in F1, e che tutto dipende dall'effetto uguale o contrario di quello che Mazzoni dice durante le telecronache.
E cos'aveva detto Mazzoni, mentre il mondo attendeva l'annuncio del ritiro dalle competizioni di Michael Schumacher? Che Schumacher sarebbe tornato in Mercedes, insieme a Ross Brawn. Se questa non è stata una profezia, io non saprei in quale altro modo chiamarla.
Parliamo di cose serie. C'è anche qualcun altro che non sa come chiamare il proprio team: parlo della Campos Meta, da me ribattezzata in Campos Senza Meta appena ho visto com'era l'andazzo. Due settimane prima dell'inizio del campionato pareva che non avesse ancora pronta una monoposto. Alla fine la Campos Senza Meta è stata comprata da nuovi proprietari e ribattezzata Hispania Racing Team. La USf1, invece, proprio non la si è vista: anche quella non aveva ancora una vettura pronta e in Bahrein il team non è arrivato affatto.
La Manor adesso si chiama Virgin, mentre il team Malaysia si chiama Lotus. La BMW e la Toyota non ci sono più, ma la BMW è stata comprata dalla Sauber. Pareva che la Toyota potesse andare incontro a un simile destino, chiamarsi Stefan GP o qualcosa del genere e prendere parte a questo campionato, ma anche loro non sono arrivati in Bahrein e, diversamente dalla USf1, non sembrano neanche essersi mai iscritti al campionato. Se il team Stefan si fosse concretizzato in realtà, uno dei piloti sarebbe stato Kazuki Nakajima.
Kazuki Nakajima invece non c'è più, sacrificato alle oscure logiche del motorsport, dove per "oscure logiche del motorsport" si intende che se non fai neanche un punto mentre il tuo compagno di squadra ne fa una trentina, forse quanto vieni messo alla porta non c'è gente che fa i salti mortali per averti. Peccato per Nakajima, aveva un buon potenziale, parlando di osservazioni ironiche che sono sempre ben accette nei miei commenti ai gran premi.
Tornerà mai?
Non tornerà?
Per il momento non lo sapremo mai, ma siccome non sempre chi se ne va non fa mai ritorno, c'è sempre una speranza molto labile.
Intanto ci sono cinque nuovi debuttanti, tutti di provenienza GP2: Nicolas Hulkenberg (Williams) che ha vinto il titolo l'anno scorso e che si iscriveva in prima elementare all'epoca in cui il suo compagno di squadra Barrichello debuttava in Formula 1 (nozioni da telecronaca Rai), Lucas Di Grassi (Virgin) e Bruno Senna (HRT) che hanno ottenuto qualche vittoria negli anni scorsi, entrambi brasiliani, il primo ha doppio passaporto brasiliano e italiano, il secondo è il nipote di Ayrton Senna e ha debuttato in F1 diversamente da quanto accaduto a Roldan Rodriguez, Karun Chandhok (HRT), il secondo indiano a gareggiare in Formula 1 (anche se mi pare di avere letto un articolo in cui veniva definito il primo, della serie non abbiamo idea di chi sia Karthikeyan) e Vitaly Petrov (Renault), il primo pilota russo di sempre, che non hanno ancora fatto in tempo ad arrivare che già hanno la reputazione delle lumache. Oltre ad essere il primo pilota russo della storia della F1, è anche il pilota più alto (1,85, cit. Mazzoni) e ha una manager donna, tale Oksana Kosachenko.
È il 2010.
Ho 21 anni.
Ho già visto altri piloti di seconda generazione gareggiare in Formula 1.
Non ho mai visto, però, prima d'ora, piloti di seconda generazione di cui avevo visto gareggiare in Formula 1 la prima generazione.
Nelsinho Piquet è il figlio di uno che, da bambina, sapevo essere un pilota che si era ritirato di recente.
Kazuki Nakajima è il figlio di uno che, da bambina, non avevo nemmeno mai sentito nominare.
Adesso non funziona più così.
Forse la verità è che inizi a raggiungere l'età adulta quando vedi gareggiare in Formula 1 figli o nipoti di piloti che gareggiavano quando eri bambina. La cosa più curiosa è che, frattanto, in pista ci sono anche proprio piloti di quando ero bambina.
A volte mi chiedo, esattamente, quale campionato io stia guardando. Credo di avere il sacrosanto diritto di non capirci nulla.
Quello che ho capito è che le qualifiche del Gran Premio del Bahrein non potevo vederle dall'inizio alla fine. Sono anche stata fortunata di avere visto la prima parte. Per il resto ho letto i risultati dopo, ed erano i seguenti:
1^ fila: Vettel - Massa
2^ fila: Alonso - Hamilton
3^ fila: Rosberg - Webber
4^ fila: Schumacher - Button
5^ fila: Kubica - Sutil
6^ fila: Barrichello - Liuzzi
7^ fila: Hulkenberg - De La Rosa
8^ fila: Buemi - Kobayashi
9^ fila: Petrov - Alguersuari
10^ fila: Glock - Trulli
11^ fila: Kovalainen - Di Grassi
12^ fila: Senna - Chandhok
Dalle qualifiche è emerso quello che già era emerso e che già era nell'aria:
> Redbull, Ferrari e McLaren sono le squadre messe meglio;
> la Mercedes non è assolutamente al livello della Brawn GP dell'anno scorso;
> dietro c'è un gruppetto composto dalle varie Renault, Force India, Williams e Toro Rosso;
> la Sauber non è messa tanto bene, ma neanche tanto male in confronto ad altri;
> la Virgin e il team malese che si fa chiamare Lotus prendono mediamente cinque o sei secondi di distacco dalla pole position;
> la HRT prende circa nove secondi dalla pole position, mentre Chandhok, che ha avuto anche dei problemi (oppure che ne ha creati lui stesso, potrebbe anche essere, dato che l'impressione che mi ha fatto quando l'ho visto al volante è stata quella di rivedere Yamamoto) ne ha presi addirittura dieci abbondanti.
Poi è arrivata la domenica.
Ho guardato la gara - la prima senza rifornimenti di benzina di questo secolo - a casa dalla nonna, insieme ai miei parenti.
Abbiamo acceso con un certo anticipo, beccandoci anche Jean Alesi che intervistava Gerhard Berger.
Non è stata una gara particolarmente ricca di emozioni o che abbia fatto fare molti salti sul divano: quarantanove giri di calma piatta, davanti, a parte un evento molto significativo, che ha cambiato l'esito della gara.
La partenza ha avuto il suo rilievo, anche se in quel momento non lo sapevamo ancora: Vettel ha mantenuto la prima posizione, mentre Massa non ha mantenuto la seconda, venendo sopravanzato da Alonso.
Avevamo davanti molti giri con Vettel in testa e le Ferrari a completare la top-3, mentre l'altra Redbull non stava esattamente facendo sfaceli.
Alla partenza ho visto sollevarsi della sabbia. Poi, tra i primi otto, ho visto che Webber, che aveva messo le ruote fuori pista, era esattamente ottavo: da lì non si è più schiodato.
Vettel è rimasto in testa fino al trentaquattresimo giro.
Poi ha avuto un problema al cambio.
Alonso l'ha sfilato.
Massa l'ha sfilato.
Poco dopo anche Hamilton l'ha sfilato.
Gli ultimi giri si sono susseguiti con Alonso, Massa e Hamilton nelle prime tre posizioni.
Mio padre e mio zio stavano seguendo la gara con moltissima attenzione. Dopo avere passato gran parte del tempo a parlare di tutt'altro, mio zio se ne è uscito, a pochi giri dalla fine, con "che cosa ci fanno Alonso e Massa primo e secondo?"
Vettel è rimasto aggrappato alla quarta posizione, a quel punto. Ha chiuso davanti alle Mercedes. Non so se trascrivere il commento di mio padre a proposito delle posizioni occupate dalle due Mercedes oppure no. Propenderei per il no.
Ferrari, McLaren, Redbull e Mercedes hanno completato in ordine sparso la top-8, con le gerarchie abbastanza prevedibili.
Sauber: non ne parliamo, nessuno dei due piloti ha visto la bandiera a scacchi e in realtà neanche metà gara.
Lotus: Kovalainen ha raggiunto il traguardo in ultima posizione, anche se si è classificato davanti a Buemi e Trulli. Sia il pilota "di casa" (risiede in Bahrein a casa di uno zio), sia l'altra Lotus hanno completato oltre il 90% di gara prima di ritirarsi per problemi tecnici.
Virgin e HRT: nessuno di loro ha visto il traguardo, dopo una quindicina di giri erano tutti ritirati, con Chandhok che è stato il primo e che, peraltro, è l'unico che ha avuto il disonore di ritirarsi per un testacoda e non per problemi tecnici.
Debuttanti: Hulkenberg, autore di un testacoda in gara, è stato l'unico debuttante che è arrivato in fondo, con Chandhok ritirato per testacoda e i vari Di Grassi, Petrov e Senna ritirati per problemi tecnici.
La grafica è cambiata.
Non si vedono più i giri ancora da disputare, ma il numero del giro in corso.
Quando è apparso 49/49, Mazzoni ha annunciato la vittoria di Alonso e la doppietta Ferrari.
Però era appena l'inizio del 49° giro, c'era appunto l'ultimo da percorrere, quindi questa è stata una notevole gaffe.
Poi anche quel giro è terminato.
La Ferrari ha effettivamente iniziato il campionato con una doppietta.
Cose del tipo:
"Sono figo e finalmente l'ho dimostrato."
"Credo che ti convenga abbassare la cresta."
"Non sono Iceman. Non ho la cresta."
"Pensavo che fosse bello essermi liberato di lui, ma inizio a rimpiangerlo. Con lui potevo godermi il silenzio in santa pace, mentre tu parli sempre!"
"Anch'io pensavo che fosse bello essere finalmente il tuo compagno di squadra, ma adesso che ci penso non potremo più insultarci davanti alle telecamere."
"Ne sei proprio sicuro?"
"Certo, e il mio parere conta più del tuo..."
"Vinci e dici cose così? Vinci e dici cose così?"
"Lascia perdere, Feli, non c'è Ron Dennis ad ascoltarci pensando che parliamo in spagnolo, non vale la pena di litigare davanti alle telecamere..."
"Però c'è il figlio adottivo di Ron Dennis."
"Giusto."
"Sta iniziando a diventare grande. Penso che tra un po' gli spunterà la barba."
"Hai ragione."
"E Vettel smetterà di usare il biberon..."
"Anche questo è vero."
"Mentre a noi verranno i capelli bianchi..."
"Non essere così drastico, Feli: ci sono dei vecchiacci tipo Nonno Michael e Nonno Pedro, noi siamo ancora dei giovincelli."
A proposito di Alonso e Massa, stavolta non hanno litigato davanti alle telecamere. Anzi, si sono anche abbracciati con passione cosa che mio zio ha notato e ha osservato che era strano. Io ho già capito da tempo come funzionano queste cose e gli ho ricordato che era il primo gran premio della stagione. Non sempre quelli che si sono abbracciati al primo gran premio stagionale continueranno a farlo più avanti nel corso della stagione, ma spesso quelli che hanno litigato a metà stagione si abbracciavano con passione nel mese di marzo...
RISULTATO: 1. Fernando Alonso (Ferrari), 2. Felipe Massa (Ferrari), 3. Lewis Hamilton (McLaren), 4. Sebastian Vettel (Redbull), 5. Nico Rosberg (Mercedes), 6. Michael Schumacher (Mercedes), 7. Jenson Button (McLaren), 8. Mark Webber (Redbull), 9. Vitantonio Liuzzi (Force India), 10. Rubens Barrichello (Williams), 11. Robert Kubica (Renault), 12. Adrian Sutil (Force India), 13. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 14. Nico Hulkenberg (Williams), 15. Heikki Kovalainen (Lotus), 16. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 17. Jarno Trulli (Lotus), Rit. Pedro De La Rosa (Sauber), Rit. Bruno Senna (HRT), Rit. Timo Glock (Virgin), Rit. Vitaly Petrov (Renault), Rit. Kamui Kobayashi (Sauber), Rit. Lucas Di Grassi (Virgin), Rit. Karun Chandhok (HRT).
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
domenica 14 gennaio 2018
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Bahrein 2010
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Milly Sunshine