Nel 2007/2008 nascevano i commenti ai Gran Premi, quando ancora guardavo il web come spettatrice.
In quegli anni si svolgevano due bellissimi campionati, ma ci sono stati dei bei campionati anche dopo e ho deciso di continuare a rivedere e commentare i gran premi del passato recente, procedendo con la stagione 2009. Poi è arrivato il momento della stagione 2010.
#RiviviamoICommentiAiGranPremi con commenti ai gran premi del 2010 scritti nel 2018, ma fingendo di essere nel 2010.
***
Brasile 2010: A volte si può essere eroi per un giorno, ma se quel giorno è sabato allora era il giorno sbagliato
Quando è sabato e a Interlagos la pista si sta asciugando, potrebbero succedere tante cose.
Potrebbero succedere tante cose, ma non succedono.
La Q1 non dà risultati che vanno oltre le aspettative:
24° Senna
23° Klien
22° Di Grassi
21° Kovalainen
20° Trulli
19° Glock
18° Sutil
Non c'è più Yamamoto.
Non è chiaro dove sia andato a finire. Forse non aveva abbastanza sponsor per finire la stagione, quindi gli è venuto un altro attacco di diarrea.
Sutil retrocesso di cinque posizioni per l'incidente con Kobayashi a Yeongam.
Si passa alla Q2. Anche stavolta non è che si vada poi così tanto oltre le aspettative:
17° Liuzzi
16° Heidfeld
15° Buemi
14° Alguersuari
13° Rosberg
12° Kobayashi
11° Button
Anche Buemi viene retrocesso di cinque posizioni, per l'incidente con Glock a Yeongan.
Ad ogni modo è appena successa una cosa di un certo livello: una sola Mercedes è passata in Q3 e si tratta della Mercedes di Schumacher!
In Q3 la pista è asciutta abbastanza che qualcuno potrebbe azzardare, passando alle gomme slick invece che alle intermedie.
Solo Hulkenberg, di fatto, decide di passar alle slick.
Il mondo ride di lui.
10° Petrov
9° Massa
8° Schumacher
7° Kubica
6° Barrichello
5° Alonso
4° Hamilton
3° Webber
2° Vettel...
...
...
...
...ed è esattamente adesso, quando Hulkenberg stacca Vettel di oltre un secondo e si porta in testa alla classifica, che il mondo smette di ridere.
Cose che in Formula 1 raramente succedono, ma che comunque possono succedere: mentre i contendenti al titolo cercano di accaparrarsi un'ambita pole, arriva un ragazzino che rischia di essere a piedi tra appena una settimana che, al volante di una Williams motorizzata Cosworth, mette in fila tutti.
Qualcuno potrebbe osservare che è una storia bellissima, una di quelle che un giorno racconteremo ai nostri figli.
No.
No.
No.
Non possiamo raccontare nulla di tutto ciò ai nostri figli.
Non possiamo traumatizzare dei bambini raccontandogli: sai, un sabato di tanti anni fa un certo Nicolas Hulkenberg ottenne una pole position. Il giorno dopo partì davanti a tutti, con la consapevolezza di non avere nessuna chance e che tanti piloti avrebbero terminato la gara davanti a lui.
La pole position di Hulkenberg è l'ennesima prova che la teoria di Leopardi secondo cui la cosa più bella della domenica è il sabato corrispondesse a verità.
Arriva la domenica.
Arriva il tardo pomeriggio.
Arriva l'ora del gran premio del Brasile, stavolta senza pioggia.
Si parte e Vettel va in testa.
Hulkenberg ha anche provato a sbarrargli la strada, ma penso che in quel momento Vettel gli abbia suggerito di andare a comprare una crema che fa scomparire i brufoli o qualcosa del genere.
Poco dopo tocca a Webber.
Hulkenberg si accomoda al terzo posto, con la consapevolezza che il prossimo è nientemeno che Fernando Alonso, eroe dei ferraristi.
Ha passato Hamilton, in qualche momento, ma eravamo tutti troppo impegnati a seguire le gesta di Hulkenberg per prenderlo in considerazione.
Sììììì, snobbiamo Alonso per Hulkenberg: almeno per cinque minuti ci possiamo permettere di farlo e acclamare a nostro eroe uno che fino a poco più di ventiquattro ore fa non prendevamo neanche in considerazione!
Per la questione della mia gerarchia di preferenze, per l'identità del prossimo campione del mondo, in cima alle quali non sta sicuramente il Ferrari Man, sono anche soddisfatta di quello che vedo.
Ad Alonso tocca aspettare fino al settimo giro, per prendersi il terzo posto. Nel frattempo Hulkenberg cerca di rimanere aggrappato a quella posizione più che può.
Poi, quando lo passa Alonso, è l'inizio della fine, quella fine che in realtà è già iniziata quando si sono spente le luci rosse e la gara ha avuto inizio.
Quello successivo è Hamilton.
Dopo di Hamilton ne verranno altri.
Ormai, comunque, a nessuno importa più niente di Hulkenberg: l'unica gara che sembra degna di essere seguita è quella che va in scena davanti, dove le Redbull sono in prima e seconda posizione, con Alonso terzo a inseguire.
La situazione sembra stabile, davanti. Tutto lascia pensare che Webber vincerà e che Alonso arriverà terzo. Alonso resterebbe in testa alla classifica, ma con appena un punto di margine.
Nel frattempo la gara procede tranquilla, senza particolari colpi di scena. Si segnala che:
> Button e Massa anticipano la sosta, fermandosi dopo pochi giri di gara;
> dopo il pitstop Massa deve rientrare per una ruota non fissata bene, tornando in pista nelle retrovie;
> a Button le cose vanno bene e, nel corso della gara, si porterà al quinto posto con un sorpasso su nientemeno che Kobayashi (che però concluderà la gara ai margini della top-ten;
> entra la safety car dopo una cinquantina di giri per un incidente di Liuzzi;
> oltre a Liuzzi non si ritira nessuno, anche se si segnala che Klien è partito con alcuni giri di ritardo dai box per problemi tecnici e che non è chiaro che cosa succeda a Di Grassi, che è ancora in pista al termine del gran premio, ma che non ha completato il 90% della percorrenza.
La situazione davanti è ancora stabile.
È un po' troppo stabile per le aspettative mie e di tutti.
Vettel.
Webber.
Alonso.
Non succede nulla.
Non succede quello che, in un modo o nell'altro, dovrebbe succedere.
È la penultima gara della stagione.
È la gara in cui a Vettel dovrebbe capitare qualche genere di problema campato in aria e in cui qualcuno dovrebbe dirgli che deve risparmiare carburante e rallentare.
La Redbull fa doppietta e porta a casa il campionato costruttori.
Webber, che avrebbe potuto essere ad appena 1 punto di distacco da Alonso, è più indietro di 8 punti. Vettel è staccato di 15 punti e, ironia della sorte, anche Hamilton è ancora in lotta per il titolo, perché ha 24 punti di meno di Alonso. Ad Abu Dhabi il titolo se lo giocheranno in quattro, o almeno questo è quanto dice la matematica.
ALONSO VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara o arriva secondo;
> arriva terzo o quarto e Webber non vince;
> arriva quinto e la gara non viene vinta da Webber o Vettel;
> arriva sesto, se Webber e Vettel non vincono e Webber non arriva secondo;
> arriva settimo o ottavo, se Webber arriva dalla quarta posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva nono, se Webber arriva dalla quinta posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva decimo, se Webber arriva dalla sesta posizione in poi e Vettel né vince e arriva secondo;
> non arriva a punti, se Webber arriva dalla sesta posizione in poi, Vettel dalla quarta posizione in poi e Hamilton non vince;
WEBBER VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara con Alonso dalla terza posizione in poi;
> arriva secondo, con Alonso dalla sesta posizione in poi, e Vettel non vince;
> arriva terzo, con Alonso dalla settima posizione in poi, e Vettel non vince;
> arriva quarto, se Alonso arriva dall'ottava posizione in poi e Vettel non vince;
> arriva quinto, se Alonso arriva dalla nona posizione in poi e Vettel non vince o non arriva secondo;
VETTEL VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara, con Alonso quinto o peggio;
> arriva secondo, se Alonso arriva dalla nona posizione in poi e Webber non vince;
HAMILTON VINCE IL MONDIALE SE:
> vince la gara, Alonso non arriva a punti, Webber arriva dalla settima posizione in poi e Vettel non arriva secondo...
...
...
...Hamilton: "Praticamente mi stai dicendo che ho il mondiale in tasca."
L'Autrice(C): "In un certo senso..."
Hamilton: "Dopotutto è facilissimo che succeda tutto quello che hai esposto all'ultimo punto. Ad ogni modo se Alonso, Webber e Vettel arrivassero in quelle posizioni, non vedo chi altro potrebbe vincere la gara."
Button: "Ci sono io."
Hamilton: "Non so perché, ma non mi ispiri fiducia."
Button: "Neanche al resto della popolazione mondiale, purtroppo."
Hamilton: "Va beh, c'è di peggio."
Button: "Del tipo?"
Hamilton: "La posizione finale di Hulk."
Button: "Deve essere l'effetto degli accidenti che gli abbiamo tirato tutti quanti in branco per averci ridicolizzati ieri. Quel poppante dovrebbe stare al posto suo."
Hamilton: "Ovvero?"
Button: "Ovvero la scuola materna."
Hamilton: "Ho sempre saputo che sotto sotto sei ancora un bullo e che hai l'abitudine di maltrattare i bambini piccoli."
Button: "E l'anno scorsi eri anche tu un bambino piccolo."
Hamilton: "Non è vero."
Button: "Lo sei ancora."
Hamilton: "Noi bambini piccoli veniamo maltrattati da tutto il paddock."
Schumacher: "A me pare che ci sia anche qualche bambino piccolo che maltratta noi anziani."
Button: "Taci, nonno."
Hamilton: "Vedo che fai il bullo proprio con tutti... devi averla come abitudine."
Button: "Sì, perché io sono figo e voi no."
Hulk: "Perché non la smettete di parlare e non state a sentire che cos'ha da dire il vero eroe di questo campionato?"
Button: "Saresti tu?"
Hulk: "No, non sono io, ma il gallo cedrone."
Kova: "Perché dovrei avere qualcosa da dire? Io voglio solo andare a bere alcool e a rintanarmi in una sauna."
Hulk: "Smettila di comportarti come se fossi Iceman!"
Kova: "A proposito, chissà dov'è Iceman..."
Hulk: "A nessuno importa niente di quel pupazzo di neve."
Hamilton: "A me importa tanto, invece. A parte avermi sottratto un mondiale, quando ero un bambino piccolo mi ha sempre rispettato. Di solito preferiva tacere, piuttosto che criticarmi perché non mi era ancora spuntata la barba."
Hulk: "Cos'è la barba?"
Heidfeld: "Se vuoi te lo spiego io."
E mentre Heidfeld prova a spiegare a Hulkenberg che cosa sia la barba, non mi resta altro da fare che darvi appuntamento al Gran Premio di Abu Dhabi!
RISULTATO: 1. Sebastian Vettel (Redbull), 2. Mark Webber (Redbull), 3. Fernando Alonso (Ferrari), 4. Lewis Hamilton (McLaren), 5. Jenson Button (McLaren), 6. Nico Rosberg (Mercedes), 7. Michael Schumacher (Mercedes), 8. Nico Hulkenberg (Williams), 9. Robert Kubica (Renault), 10. Kamui Kobayashi (Sauber), 11. Jaime Alguersuari (Toro Rosso), 12. Adrian Sutil (Force India), 13. Sebastien Buemi (Toro Rosso), 14. Rubens Barrichello (Williams), 15. Felipe Massa (Ferrari), 16. Vitaly Petrov (Renault), 17. Nick Heidfeld (Sauber), 18. Heikki Kovalainen (Lotus), 19. Jarno Trulli (Lotus), 20. Timo Glock (Virgin), 21. Bruno Senna (HRT), 22. Christian Klien (HRT), 23. Lucas Di Grassi (Virgin), Rit. Vitantonio Liuzzi (Force India).
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
domenica 28 gennaio 2018
Riviviamo i Commenti ai Gran Premi: Brasile 2010
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Milly Sunshine