lunedì 19 giugno 2023

19 giugno 1960 // in ricordo di Chris Bristow e Alan Stacey

Oggi è il 19 giugno, anniversario di uno dei fine settimana peggiori della storia della Formula 1. Si svolgeva infatti il 19 giugno 1960 il GP del Belgio, sul circuito di Spa Francorschamps, che ai tempi aveva un layout diverso da quello attuale. Il circuito era lungo oltre 14 km, circa il doppio di quello attuale, ed era considerato uno dei circuiti più pericolosi al mondo. Il fine settimana iniziò piuttosto male, con Stirling Moss protagonista di un serio incidente in una delle prime sessioni, nel quale si fratturò entrambe le gambe. Non fu l'unico ad avere un incidente serio: toccò anche a Mike Taylor, sempre in una sessione di prove libere.
L'incidente fu innescato da un cedimento della Lotus che Taylor stava guidando - con un team non ufficiale - finì violentemente fuori pista, fu scagliato fuori dalla vettura e finì il proprio volo contro un albero. Ne uscì con numerose fratture, ma vivo, anche se la sua carriera in Formula 1 terminò lì. Secondo Wikipedia fece in seguito causa alla Lotus e la vinse.

La gara non andò meglio, anzi, andò molto peggio, anche se all'inizio tutto parve filare abbastanza liscio. Jack Brabham, su Cooper, partito dalla pole position, conservò la posizione e la mantenne, mentre dopo pochi giri Phil Hill su Ferrari si portò in seconda posizione. Di Ferrari ce n'erano altre due, guidate da Wolfgang Von Trips e Willy Mairesse.
A gara avanzata, Chris Bristow al volante di una Cooper non ufficiale, era in lotta proprio con Mairesse per la sesta posizione, quando uscì all'improvviso di pista. Proprio come Taylor nei giorni precedenti, fu sbalzato fuori dalla vettura, ma nel suo caso finì contro una rete di filo spinato, sulla quale venne decapitato.
Era solo il suo quarto gran premio in carriera, aveva debuttato nel GP di Gran Bretagna dell'anno precedente e nel 1960 aveva preso parte a due gran premi precedenti, a Montecarlo e in Olanda, miglior risultato un decimo posto nella gara del suo esordio, mentre si era ritirato nelle due occasioni successive.
Aveva solo ventidue anni, così divenne il più giovane pilota nella storia a morire al volante di una Formula 1 e lo è rimasto fino ai giorni nostri.

Cinque giri più tardi la volta di Alan Stacey, pilota della Lotus. Nel suo caso era in Formula 1 da un po' più di tempo, ed era riuscito ad arrivarvi nonostante una disabilità fisica: aveva infatti una protesi alla gamba destra, che gli era stata amputata dopo un incidente in moto quando aveva diciassette anni.
Aveva debuttato nel 1958 e disputato occasionali eventi fino al 1960, il miglior risultato un ottavo posto proprio in Gran Bretagna 1959. Anche nel suo caso, il resto dei risultati erano ritiri. Quello del Belgio 1960 era il suo settimo gran premio in carriera e nel suo caso nel 1960 aveva disputato tutti gli eventi della stagione, compreso quello inaugurale in Argentina.
Uscì di pista per ragioni in un primo momento non accertate, anche se diversi anni dopo Innes Ireland disse che alcuni testimoni oculari avevano riferito che fosse stato colpito alla testa da un uccello. In generale la dinamica non è chiara, pare che Stacey si ritrovò ugualmente sbalzato fuori dalla monoposto in fiamme. La causa di morte non venne mai accertata, anche un trauma cranico dopo l'impatto con l'uccello è un'ipotesi plausibile.


In sintesi, un fine settimana terribile, con standard di sicurezza terribili, soccorsi inadeguati o pressoché inesistenti, addirittura con il cadavere di Bristow rimasto a lungo lì dov'era senza essere spostato... e ancora diverse edizioni del GP del Belgio disputate sullo stesso circuito, senza farvi alcun tipo di miglioramento fino quasi alla fine del decennio appena iniziato.
Agonisticamente parlando, la Cooper fece doppietta con Jack Brabham e Bruce McLaren, mentre Graham Hill ritirato all'ultimo giro per un guasto al motore, con le regole dell'epoca (spesso soggette a interpretazione) non si vide accreditare il terzo posto in quanto ritirato, terzo posto andato al doppiato Olivier Gendebien, uno dei compagni di squadra di Bristow.
Phil Hill chiuse quarto, con gli altri due ferraristi ritirati per problemi di trasmissione, precedendo Jim Clark e Lucien Bianchi, gli unici piloti a terminare la gara.
Clark, al secondo gran premio in carriera, con il quinto posto si aggiudicò i primi punti in Formula 1. Pare che in seguito descrisse questo evento come traumatico e che gli fece valutare l'ipotesi di lasciare le competiziono. Raccontò inoltre che a fine gara vide di avere sul musetto della monoposto degli schizzi di sangue, probabilmente di Bristow.
La cosa che più mi stupisce è quanto poco si parli di questo gran premio e di questi due incidenti mortali capitati a indicativamente un quarto d'ora di distanza l'uno dall'altro, un po' come per illudersi che tutto ciò che non esiste in video (gli incidenti avvennero lontani dalle poche telecamere) non sia mai accaduto davvero.



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Milly Sunshine