Ascari non scatta molto bene, scivola quarto dietro alle Mercedes e al compagno di squadra Eugenio Castellotti, il quale nei primi giri ingaggia un duello per la seconda posizione con vari sorpassi e controsorpassi, il tutto mentre Fangio è stabilmente in testa e Ascari è stabilmente quarto davanti alla Maserati di Jean Behra. Sarà Moss a uscire vincitore dal duello con Castellotti e ad appropriarsi della seconda piazza.
Le Mercedes iniziano ben presto a staccare gli avversari, mentre Castellotti, Ascari e Behra si ritrovano a lottare tra di loro per le posizioni retrostanti, la davanti invece tra Fangio e Moss, vicinissimi, ci sono posizioni congelate. Frattanto doppiano chiunque capiti loro a tiro e hanno raggiunto Behra, che apparentemente non è più nei pressi delle Lancia.
Il turning point è comunque molto vicino: nel corso del 50° giro il leader è costretto al ritiro da un guasto, Moss si ritrova al comando. Ascari è secondo: Castellotti ha avuto una foratura e ha dovuto fermarsi ai box. Terzo c'è Maurice Trintignant su Ferrari. Moss, frattanto, è il più veloce in pista, solo un colpo di scena potrebbe separarlo dalla vittoria. E difatti all'81° giro rompe il motore e si ferma ai box con la vettura in fumo.
Ascari è staccato di quasi un giro, attardato da problemi ai freni, ma è destinato a diventare leader... o almeno così sembra, perché le cose andranno molto diversamente: va a sbattere alla chicane del porto contro le barrier-... contro un asse di legno che sormonta dei sacchi di sabbia, struttura che dovrebbe avere l'effetto di una barriera. Pare che il giorno precedente, discutendone con Fangio, abbia osservato che chi usciva di pista lì sarebbe probabilmente caduto in mare.
È quello che gli succede. Riesce a uscire dalla vettura che affonda, viene soccorso da un sommozzatore e caricato in ambulanza. È in stato di shock e ha riportato una frattura al naso, il che comunque significa che gli è andata di lusso.
Mancano ancora diciannove giri di gara, Trintignant rimane in testa fino al traguardo e vince davanti a Castellotti e a Cesare Perdisa, compagno di squadra di Behra che ne ha preso il posto sulla sua vettura: sono gli anni '50, i piloti possono essere convocati ai box e rimpiazzati da compagni di squadra ritirati. Nino Farina su Ferrari si piazza quarto, mentre Luigi Villoresi su Lancia è quinto e ultimo a punti precedendo il compagno di squadra 55enne Louis Chiron.
Vorrei dirvi che questa storia finisce qui, con Ascari infortunato ma sopravvissuto al volo nel porto, ma la storia non finisce qui, come sapranno tutti i motorsport geek che mi leggono. Qualora non siate motorsport geek e siate finiti qui per caso con una sola infarinatura generale di motorsport, tipo di infarinatura che di solito finge che gli anni '50 non siano mai esistiti, preparatevi perché il seguito non è affatto positivo.
Quattro giorni dopo l'incidente Ascari si trova a Monza. Non vi si trova per mettersi al volante, in teoria. È il suo compagno di squadra Castellotti che è lì per testare una Ferrari con la quale dovranno gareggiare in un'altra categoria il weekend seguente. Ascari, tuttavia, scenderà in pista guidando tale vettura, nonostante non abbia con sé il suo casco che non sostituisce mai e debba farselo prestare da Castellotti.
Alberto ha trentasei anni, come suo padre Antonio al momento dell'incidente mortale avvenuto trent'anni prima. Era il 26 luglio, trent'anni prima, mentre adesso è il 26 maggio: il numero 26 ritorna con tutta la sua aura nefasta. Per circostanze mai del tutto chiarite - forse per un malore del pilota, oppure per uma manovra avventata dettata dal dovere schivare una persona che presumibilmente attraversava il tracciato - esce di pista sbattendo violentemente.
Se ne va così il miglior pilota italiano della storia della Formula 1. Tra i suoi risultati l'incredibile striscia di sette vittorie consecutive, ottenuta tra il 1952 e il 1953, eguagliato soltanto nel 2004 da Michael Schumacher e battuto sessant'anni dopo, nel 2013 da Sebastian Vettel con nove vittorie di fila. Non più record, nel 2015/2016 anche Nico Rosberg si aggiungerà ai pochi piloti che hanno vinto sette gran premi di fila. In tutti questi casi, tuttavia, l'affidabilità era di gran lunga superiore a quella dei tempi di Ascari e record eguagliato battuto non significa che la sua impresa diventi meno leggendaria.
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