lunedì 22 maggio 2023

GP Montecarlo 1955: l'ultimo gran premio di Alberto Ascari

Buongiorno a tutti, buon inizio settimana, buon lunedì 22 maggio 2023, vi ricordo che questo fine settimana ci sarà il Gran Premio di Montecarlo e per prepararci all'evento ho deciso di raccontarvi quello che si svolgeva esattamente 68 anni fa. Era il 1955 ed era la seconda volta che il tracciato monegasco faceva parte del calendario della Formula 1, dopo il 1950. In mezzo se ne era corso uno non championship, ma questa è un'altra storia. Se ho scelto di raccontarvi oggi l'edizione 1955 è perché si svolgeva proprio il 22 maggio. Esistono alcuni filmati d'epoca e molte cronache scritte, perché è stato un gran premio di quelli altisonanti e celebri. Credo sia però meglio iniziare dall'inizio e non dal momento clou, quindi dalle Mercedes di Juan Manuel Fangio e Stirling Moss in prima e terza posizione sulla griglia, con una Lancia in mezzo. È quella di Alberto Ascari, campione del mondo con la Ferrari nel 1952 e 1953, che partiva secondo, a bordo di una Lancia con il numero 26, numeri che ai tempi venivano assegnati d'ufficio al momento dell'iscrizione all'evento, nonché si dice, suo numero considerato sfortunato in quanto il padre Antonio era morto il 26 luglio, al GP di Francia 1925.

Ascari non scatta molto bene, scivola quarto dietro alle Mercedes e al compagno di squadra Eugenio Castellotti, il quale nei primi giri ingaggia un duello per la seconda posizione con vari sorpassi e controsorpassi, il tutto mentre Fangio è stabilmente in testa e Ascari è stabilmente quarto davanti alla Maserati di Jean Behra. Sarà Moss a uscire vincitore dal duello con Castellotti e ad appropriarsi della seconda piazza.
Le Mercedes iniziano ben presto a staccare gli avversari, mentre Castellotti, Ascari e Behra si ritrovano a lottare tra di loro per le posizioni retrostanti, la davanti invece tra Fangio e Moss, vicinissimi, ci sono posizioni congelate. Frattanto doppiano chiunque capiti loro a tiro e hanno raggiunto Behra, che apparentemente non è più nei pressi delle Lancia.
Il turning point è comunque molto vicino: nel corso del 50° giro il leader è costretto al ritiro da un guasto, Moss si ritrova al comando. Ascari è secondo: Castellotti ha avuto una foratura e ha dovuto fermarsi ai box. Terzo c'è Maurice Trintignant su Ferrari. Moss, frattanto, è il più veloce in pista, solo un colpo di scena potrebbe separarlo dalla vittoria. E difatti all'81° giro rompe il motore e si ferma ai box con la vettura in fumo.
Ascari è staccato di quasi un giro, attardato da problemi ai freni, ma è destinato a diventare leader... o almeno così sembra, perché le cose andranno molto diversamente: va a sbattere alla chicane del porto contro le barrier-... contro un asse di legno che sormonta dei sacchi di sabbia, struttura che dovrebbe avere l'effetto di una barriera. Pare che il giorno precedente, discutendone con Fangio, abbia osservato che chi usciva di pista lì sarebbe probabilmente caduto in mare.
È quello che gli succede. Riesce a uscire dalla vettura che affonda, viene soccorso da un sommozzatore e caricato in ambulanza. È in stato di shock e ha riportato una frattura al naso, il che comunque significa che gli è andata di lusso.

Mancano ancora diciannove giri di gara, Trintignant rimane in testa fino al traguardo e vince davanti a Castellotti e a Cesare Perdisa, compagno di squadra di Behra che ne ha preso il posto sulla sua vettura: sono gli anni '50, i piloti possono essere convocati ai box e rimpiazzati da compagni di squadra ritirati. Nino Farina su Ferrari si piazza quarto, mentre Luigi Villoresi su Lancia è quinto e ultimo a punti precedendo il compagno di squadra 55enne Louis Chiron.
Vorrei dirvi che questa storia finisce qui, con Ascari infortunato ma sopravvissuto al volo nel porto, ma la storia non finisce qui, come sapranno tutti i motorsport geek che mi leggono. Qualora non siate motorsport geek e siate finiti qui per caso con una sola infarinatura generale di motorsport, tipo di infarinatura che di solito finge che gli anni '50 non siano mai esistiti, preparatevi perché il seguito non è affatto positivo.
Quattro giorni dopo l'incidente Ascari si trova a Monza. Non vi si trova per mettersi al volante, in teoria. È il suo compagno di squadra Castellotti che è lì per testare una Ferrari con la quale dovranno gareggiare in un'altra categoria il weekend seguente. Ascari, tuttavia, scenderà in pista guidando tale vettura, nonostante non abbia con sé il suo casco che non sostituisce mai e debba farselo prestare da Castellotti.
Alberto ha trentasei anni, come suo padre Antonio al momento dell'incidente mortale avvenuto trent'anni prima. Era il 26 luglio, trent'anni prima, mentre adesso è il 26 maggio: il numero 26 ritorna con tutta la sua aura nefasta. Per circostanze mai del tutto chiarite - forse per un malore del pilota, oppure per uma manovra avventata dettata dal dovere schivare una persona che presumibilmente attraversava il tracciato - esce di pista sbattendo violentemente.
Se ne va così il miglior pilota italiano della storia della Formula 1. Tra i suoi risultati l'incredibile striscia di sette vittorie consecutive, ottenuta tra il 1952 e il 1953, eguagliato soltanto nel 2004 da Michael Schumacher e battuto sessant'anni dopo, nel 2013 da Sebastian Vettel con nove vittorie di fila. Non più record, nel 2015/2016 anche Nico Rosberg si aggiungerà ai pochi piloti che hanno vinto sette gran premi di fila. In tutti questi casi, tuttavia, l'affidabilità era di gran lunga superiore a quella dei tempi di Ascari e record eguagliato battuto non significa che la sua impresa diventi meno leggendaria.


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Milly Sunshine