Prima di parlare della gara in sé, comunque, mi soffermerei su Al Pease, colui che viene spesso descritto come il peggior pilota della storia della Formula 1 e si fa notare come nel suo esordio abbia concluso la gara a 43 giri di ritardo dal leader, ovvero percorrendo poco più della metà della gara. I numeri sono numeri e sono dati di fatto. Però raccontano solo una piccola parte della storia...
Proporrei, per prima cosa, di iniziare a portare un po' di rispetto a questo individuo, che non sarà stato un grande pilota del motorsport open wheel, ma che tuttavia non merita assolutamente le prese per i fondelli che gli sono riservate.
Correva con una monoposto privata, che l'ha lasciato a piedi ancora prima di iniziare la gara. Ha perso sei giri, come già detto, per poi avere un altro problema con la batteria a gara in corso. Essenzialmente ha fatto un testacoda e la macchina gli si è spenta, la batteria andata.
A quel punto qualsiasi pilota normale sarebbe sceso dalla vettura e se ne sarebbe tornato a casa. Ma non Al Pease: sceso dalla vettura si è recato ai box a piedi, per prendere una batteria sostitutiva, tornare laddove era ferma la sua monoposto, cambiare la batteria, dopodiché rimettersi in macchina e ripartire per terminare la gara! E non essere nemmeno squalificato per l'intervento attuato da lui stesso al di fuori della pitlane!
Pease - britannico di nascita e canadese di adozione - ha disputato anche due ulteriori edizioni del GP del Canada: nel 1968 non è partito a causa di un guasto, mentre nel 1969 è arrivata la famigerata squalifica perché "troppo lento", mentre era al volante della solita monoposto disastrata, squalifica arrivata anche e soprattutto per le lamentele di Ken Tyrrell alla direzione gara, visto che Pease era colpevole di avere rallentato Jackie Stewart.
Sappiate comunque che la bandiera nera per essere troppo lenti è stata esposta, non in Formula 1, ma in Indycar, anche a nomi decisamente più illustri, tipo Jean Alesi e Simona De Silvestro alla Indy 500 in epoca di motorizzazione Lotus (e incredibile ma vero, questo post l'ho scritto lo scorso weekend e il giorno stesso è successo a Benjamin Pedersen).
Detto questo credo possiamo procedere, anzi retrocedere, perché la debacle di Alesi e De Silvestro risale al 2012 e noi dobbiamo tornare al 1967, epoca dei very uominy, come asserisce questo brillante soggetto stanato nel commentare un highlight del GP del Canada su Youtube:
Innanzi tutto credo che all'osservare come i piloti di quel gran premio "sono tutti morti", Mike Fisher, Richard Attwood, David Hobbs, Chris Irwin e anche un tale Jackie Stewart - ad oggi, luglio 2023 - dovrebbero darsi una bella grattata là dove non batte il sole.
Inoltre aggiungerei che almeno una parte dei defunti sono morti per cause naturali e non al volante di una vettura (con il singolare caso di Denny Hulme morto negli anni '90 d'infarto mentre stava gareggiando a Bathurst), quindi nulla hanno a che vedere con l'essere o non essere very uominy che sfidavano la morte ogni volta che scendevano in pista.
Infine non comprendo perché le donne dovrebbero essere dispiaciute dal fatto che in Formula 1 non ci siano più i presunti very uominy? Intende sostenere che le wag sarebbero felici di rimanere vedove? O che le appassionate sono delle sadiche? Perché ogni volta che si parla di Formula 1 vintage deve arrivare il soggettone di turno che dice cose totalmente distaccate dalla realtà?
Va beh, parliamo di cose belle, le Lotus di Jim Clark e Graham Hill davanti a tutti in griglia con la Brabham di Hulme a completare una prima fila composta da tre vetture. Dietro c'erano la Ferrari di Chris Amon e la Eagle di Dan Gurney.
Hulme al via si è inserito tra le Lotus e, durante una prima parte di gara piovosa, si è portato in testa superando Clark, il quale era destinato in seguito a ritornare in testa, mentre Hill frattanto aveva perso posizioni. La pioggia prima è calata e poi è tornata a cadere e Clark si è ritrovato leader davanti alle due Brabham fino al momento del ritiro per un guasto.
Tra le due Brabham, quella di Sir Jack era davanti a Hulme e l'ha preceduto sul traguardo di oltre un minuto, portandosi a nove punti di gap in classifica con tre gran premi ancora da disputare. Terzo ha concluso Gurney, mentre la Lotus di Hill, la BRM di Spence e la Ferrari di Amon hanno completato la zona punti.
Dopo il GP d'Italia di cui ho già raccontato qualche mese fa - Hulme ritirato, Brabham a podio - il gap tra i primi due piloti della classifica sarebbe sceso a tre punti di distacco.
Detto questo credo possiamo procedere, anzi retrocedere, perché la debacle di Alesi e De Silvestro risale al 2012 e noi dobbiamo tornare al 1967, epoca dei very uominy, come asserisce questo brillante soggetto stanato nel commentare un highlight del GP del Canada su Youtube:
Innanzi tutto credo che all'osservare come i piloti di quel gran premio "sono tutti morti", Mike Fisher, Richard Attwood, David Hobbs, Chris Irwin e anche un tale Jackie Stewart - ad oggi, luglio 2023 - dovrebbero darsi una bella grattata là dove non batte il sole.
Inoltre aggiungerei che almeno una parte dei defunti sono morti per cause naturali e non al volante di una vettura (con il singolare caso di Denny Hulme morto negli anni '90 d'infarto mentre stava gareggiando a Bathurst), quindi nulla hanno a che vedere con l'essere o non essere very uominy che sfidavano la morte ogni volta che scendevano in pista.
Infine non comprendo perché le donne dovrebbero essere dispiaciute dal fatto che in Formula 1 non ci siano più i presunti very uominy? Intende sostenere che le wag sarebbero felici di rimanere vedove? O che le appassionate sono delle sadiche? Perché ogni volta che si parla di Formula 1 vintage deve arrivare il soggettone di turno che dice cose totalmente distaccate dalla realtà?
Va beh, parliamo di cose belle, le Lotus di Jim Clark e Graham Hill davanti a tutti in griglia con la Brabham di Hulme a completare una prima fila composta da tre vetture. Dietro c'erano la Ferrari di Chris Amon e la Eagle di Dan Gurney.
Hulme al via si è inserito tra le Lotus e, durante una prima parte di gara piovosa, si è portato in testa superando Clark, il quale era destinato in seguito a ritornare in testa, mentre Hill frattanto aveva perso posizioni. La pioggia prima è calata e poi è tornata a cadere e Clark si è ritrovato leader davanti alle due Brabham fino al momento del ritiro per un guasto.
Tra le due Brabham, quella di Sir Jack era davanti a Hulme e l'ha preceduto sul traguardo di oltre un minuto, portandosi a nove punti di gap in classifica con tre gran premi ancora da disputare. Terzo ha concluso Gurney, mentre la Lotus di Hill, la BRM di Spence e la Ferrari di Amon hanno completato la zona punti.
Dopo il GP d'Italia di cui ho già raccontato qualche mese fa - Hulme ritirato, Brabham a podio - il gap tra i primi due piloti della classifica sarebbe sceso a tre punti di distacco.
Finali di stagione scoppiettanti ne vogliamo?
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