In queste ultime settimane sto rivedendo gran premi di qualche anno fa: ho iniziato con il 2007 e voglio proseguire a scrivere Commenti Ironici fino alla fine del 2010.
Qualche tempo fa ho visto il Gran Premio di Germania 2008. L'avevo già visto all'epoca, ma non l'avevo mai più rivisto: non pensavo che ci fossero motivi "validi" per rivederlo e, se non avessi deciso di rivedermi tutta la stagione, probabilmente avrei optato per vedere altri eventi. Credo di avere fatto bene a guardarlo, perché rivederlo al giorno d'oggi mi ha aperto la mente. O forse ho fatto male: certe considerazioni avrei fatto meglio a non farle.
Hockenheim 2008 fu un gran premio dall'esito tanto inaspettato quanto imprevedibile... o almeno, il risultato ottenuto da un pilota nello specifico fu sia inaspettato sia imprevedibile.
All'epoca quel risultato inaspettato e imprevedibile mi fece molto piacere: sono sempre stata outsider-friendly e vedere sul podio non un outsider qualsiasi, ma addirittura un pilota che veniva snobbato e criticato costantemente per i suoi risultati, fu qualcosa di notevole. Mi rendo conto che sono capitate negli anni a venire delle cose molto più epiche, ma Nelsinho Piquet che si classificava secondo, in un'epoca in cui la Renault non saliva sul podio così tanto spesso, fu una di quelle cose che, per certi versi, mi fecero piacere.
Mi sentii abbastanza irritata quando sui media la cosa fu accolta quasi con indignazione, perché "come si permette Piquet Jr di salire sul podio insieme alla gente che conta?" e perché il risultato era stato ottenuto solo per circostanze fortuite. Insomma, si parlava di fortuna e non di "per cu*o e non per merito rendendo il mondiale falsato", ma solo perché nessuno avrebbe mai menzionato il termine "mondiale" in una frase contenente anche il nome di Nelsinho Piquet.
Piquet ebbe una fortuna stratosferica, quel giorno. Era in pollesima posizione, su una pitstop window diversa dalla maggioranza degli altri piloti.
Si fermò per il suo unico pitstop, mentre gli altri dovevano farne due.
Era a pieni giri, ma era quattordicesimo, in quel momento.
Se non fosse accaduto nulla, probabilmente avrebbe finito la gara lontano dalla zona punti. Per bene che gli potesse andare, sarebbe arrivato nelle zone basse della zona punti.
Solo che successe qualcosa: subito dopo Glock fece un botto pazzesco e venne mandata in pista la safety car. I distacchi vennero cancellati e, visto il regolamento dell'epoca (ispirato a quello della Indycar, ma la Indycar è molto diversa dalla Formula 1 e in Indycar è molto meno nonsense che in Formula 1) e la pitlane che veniva chiusa, nessuno poté rientrare ai box al momento stesso mantenendo la posizione.
In conclusione, quando tutti rientrarono per l'ultima sosta, alcuni dietro la safety car e altri dopo, Piquet che di altre soste non doveva farne si ritrovò addirittura in testa alla gara e, di tutti i piloti che lo seguivano, soltanto Hamilton riuscì a superarlo, relegandolo in una seconda posizione che, viste le premesse iniziali, appariva comunque come un dono caduto dal cielo.
All'epoca mi sembrò una storia bellissima, una di quelle che un giorno avremo raccontato ai nostri ipotetici figli.
Poi non ci pensai più.
E' capitato, nel corso degli anni, qualche volta, di scherzare a proposito del fatto che quello sia stato uno dei pochi risultati positivi ottenuti da Nelsinho Piquet in Formula 1.
All'epoca mi sembrò una storia bellissima, ma rivedere questo gran premio al giorno d'oggi mi ha lasciato l'amaro in bocca.
Ho un background di tifosa della Benetton/Renault.
Quando venne fuori la storia del Crashgate, all'inizio reagii con negazionismo. Ho nutrito per anni dei dubbi e negli anni recenti ho iniziato a credere che, se anche la verità non è tale e quale a quella ufficiale, la verità ufficiale non è stata inventata dal nulla.
La mia principale argomentazione, a proposito del Crashgate, suonava così: in Renault non potevano sapere che, facendo entrare una safety car, Alonso avrebbe vinto o sarebbe addirittura salito sul podio, quindi non può essere andata in quella maniera.
Rivedere il Gran Premio di Germania mi ha aperto gli occhi.
In Renault non potevano sapere che, facendo entrare una safety car di proposito, Alonso avrebbe vinto?
Forse no, ma se due mesi prima una safety car entrata per caso nel momento più propizio aveva permesso a Piquet - pilota costantemente criticato per i risultati - di ritrovarsi in testa alla gara dopo essere stato quattordicesimo, e nell'ultimo stint di gara aveva perso una sola posizione, perché non fare due più due ipotizzando tutto sommato poteva essere previsto che, in circostanze analoghe a quelle che si sono verificate - o che sono state pianificate - a Singapore, Alonso potesse quantomeno arrivare sul podio?
Rivedere Hockenheim 2008 mi ha permesso di capire che, se c'è stato qualche evento da cui in Renault presero ispirazione quando dissero a Piquet di provocare un incidente di proposito - o qualunque altra cosa gli abbiano chiesto di fare, perché voglio credere che non gli abbiano chiesto di fare esattamente quello che ha fatto - quell'evento deve essere stata la safety car di Hockenheim.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
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