mercoledì 28 aprile 2021

Il Sussurro della Farfalla - Puntata n.10 (blog novel)

Nella puntata che state per leggere, che lascia da parte almeno per un po' Selena e Oliver focalizzandosi su Edward, nel presente, e Veronica, nel passato, torniamo a occuparci dei misteri del passato della Diamond Formula, con complotti vari e intrighi rimasti dietro le quinte.
Aggiungo che, per quanto al giorno d'oggi non sappia ancora precisare con certezza quante puntate saranno in totale, siamo all'incirca a metà della storia. Vi ringrazio per avermi seguita finora e vi auguro buona lettura.


Veronica stava controllando l'orologio per l'ennesima volta, quando Kathy Di Francesco entrò. La vide guardarsi intorno, prima di raggiungere lei e Scott al tavolo. Non si stupì, quindi, quando nel sedersi domandò, per prima cosa: «Possiamo stare tranquilli qui?»
Veronica annuì.
«Sì, abbiamo prenotato tutta la sala e nessuno ci disturberà finché non saremo noi a chiedere di potere ordinare da bere.»
Kathy si girò verso Scott.
«Immagino sia tu ad avere pagato il conto.»
Prima che Scott potesse parlare, Veronica chiarì: «Non sono venuta qui per ascoltare battute insulse di questo genere. Non sei qui per parlare delle difficoltà economiche avute dalla mia famiglia, mi auguro.»
«Certo che no» rispose Kathy, «Anche se è un vero peccato che tu sia stata costretta a svendere il team di famiglia.»
Scott intervenne: «Il titolare del team adesso sono io. In qualità di marito di Veronica, appartengo anch'io alla famiglia di Albert Vincent, anche se da poco. Ora, per cortesia, potresti smetterla con queste chiacchiere? Abbiamo prenotato questa sala non per fare conversazione, ma per parlare di lavoro.»
Kathy annuì.
«Sì, certo. Prima di tutto, vorrei chiarire che io sono soltanto il tramite di mio marito. Se ci fosse qualcosa che non vi convince, vi prego quindi di rivolgervi a Gigi. Io non sono responsabile delle sue azioni e delle sue decisioni.»
«Non preoccuparti» ribatté Veronica, «Non è la prima volta che mi capita di incontrare una donna che non occupa una posizione di prestigio. Compatisco quelle come te, ma ciò non mi impedisce di fare affari con i vostri mariti.»
Kathy avvampò.
«Sono felice della mia vita.»
«Sì, immagino, la tua più grande preoccupazione è spendere i soldi con cui tuo marito ha caricato le tue carte di credito.»
«E c'è qualcosa di male?»
«No, ma non c'è niente di male nemmeno nell'essere figlia dell'ex titolare di una scuderia costretto a venderla a causa delle difficoltà economiche.»
«Ragazze, per cortesia, possiamo venire al dunque?» si intromise Scott. «Stare a rinfacciarvi il fatto di vivere vite diverse non servirà a molto. Kathy, puoi riferirci qual è il piano preciso di Di Francesco?»
«Come potrete facilmente intuire» li informò Kathy, «Gigi non è affatto soddisfatto del comportamento di Patrick Herrmann. Le sue accuse nei confronti della Whisper sono di giorno in giorno sempre più infamanti e più debilitanti per l'immagine della squadra. Tutto ciò è ingiusto. Tutti siamo dispiaciuti per quello che è accaduto a Diaz, ma purtroppo il motorsport non potrà mai essere sicuro al cento per cento. Se Herrmann non è più in grado di accettare il rischio, credo farebbe bene ad appendere il casco al chiodo, invece di mostrare finta indignazione per la morte accidentale di un suo collega.»
«Sappiamo benissimo qual è la posizione di Patrick in merito» replicò Veronica. «Mi dispiace smentirti, ma non è affatto incapace di accettare il rischio. Piuttosto è convinto che il semplice fattore rischio non debba essere sempre chiamato in causa. Pensa che Diaz sia morto perché qualcuno ha avuto delle responsabilità e che le responsabilità siano da attribuire a chi ha cercato di scaricare tutte le colpe sul pilota. Secondo Patrick, Emiliano non è morto perché ha commesso un errore, ma è morto perché la squadra ha commesso un errore. Pensa che tuo marito abbia cercato di insabbiare la verità per pararsi il culo, se mi permetti la schiettezza.»
«Tuttavia» ribatté Kathy, «Conosciamo tutti Patrick Herrmann e sappiamo bene quali siano i suoi principi etici.»
Veronica scosse la testa.
«No, non lo sappiamo bene. Non so a che cosa tu ti riferisca. Tu, Scott, hai capito le allusioni della nostra collega Kathy?»
«Invito la nostra "collega" a darci qualche delucidazione» rispose Scott, «Perché nemmeno io ho capito a cosa si riferisca.»
Kathy sbuffò.
«Suvvia, sapete bene quanto me che Patrick Herrmann non è un santo.»
«No, non lo è per niente» ammise Veronica, «Ma questo che rilevanza ha? Bisogna essere santi per pretendere la verità sulla morte di un pilota?»
«Patrick si dimenticherebbe in un secondo di Diaz, se gli venissero offerti i giusti incentivi» obiettò Kathy. «Se qualcuno gli chiedesse se preferirebbe tornare a diventare campione del mondo o avere la verità sulla morte di Emiliano Diaz servita su un piatto d'argento, direbbe di scegliere la seconda opzione. Però mentirebbe. È questo che Gigi intende sfruttare. Vuole solo che Patrick lasci in pace la squadra: ci sono persone serie, che fanno bene il loro lavoro. È ingiusto che paghino in termini di reputazione solo perché Herrmann ha deciso che le cose devono andare così.»
Veronica precisò: «Mi sembra che finora tu abbia parlato di aria fritta. Va bene, probabilmente Patrick preferirebbe un altro campionato, piuttosto che la verità sulla morte di un suo ex collega. Non è bello da dire, ma non lo ritengo improbabile. Tuttavia questo non ha alcuna importanza.»
«Invece ne ha molta» replicò Kathy. «Se è vero che si può fare poco per vincere di proposito, è altrettanto vero che perdere di proposito è molto più facile. Gigi è disposto a questo sacrificio per il bene della squadra. A voi il titolo, a condizione che Patrick si levi dalla testa la storia di Emiliano Diaz una volta per tutte.»
Veronica sussultò.
«Gigi Di Francesco mi sta offrendo il mondiale a condizione che il mio pilota smetta di tirarlo in mezzo per Diaz?»
«Esatto.»
«Tutto ciò è assurdo.»
«Alexandra Bernard non ne è affatto convinta.»
Veronica spalancò gli occhi.
«Patrick è al corrente di questa proposta?!»
«No. C'è bisogno di qualcuno che lo convinca. Alexandra Bernard ce la farà.»
«Tuo marito ne ha già parlato con Alexandra, dunque.»
«Sì, certo. Anche lei è convinta che Patrick Herrmann stia esagerando. Dato che è Alexandra a sponsorizzare sia lui sia tutta la squadra, credo che Patrick non abbia molta scelta... e nemmeno voi, miei cari coniugi Young.»

******

La giornata degli incontri con i media era terminata, sia per i piloti sia per i team principal, quindi per Edward era finalmente arrivato il momento di indagare su una conversazione, da lui udita accidentamente, avvenuta quella mattina tra i coniugi Young.
In un primo momento non aveva fatto molto caso a ciò che si stavano dicendo, le loro parole gli erano apparse qualcosa di totalmente scollegato alla sua personale realtà.
«Scott, i nostri programmi non possono funzionare. Dobbiamo fare qualcosa di più.»
«Se fossi al posto tuo, non la vedrei così in negativo.»
«Tra quei due c'è qualcosa. Ormai quel giornalista rappresenta davvero un intoppo per noi.»
L'affermazione di Veronica non gli era sembrata molto diversa da tante altre sentite in passato: gli esponenti della stampa e della televisione avevano la pessima abitudine di credere di conoscere il mondo delle corse bene tanto quanto chi vi lavorava all'interno in maniera diretta, non c'era da stupirsi che qualcuno di loro intendesse mettere in cattiva luce un team, una team principal o un team owner. I giornalisti spesso seguivano una linea editoriale imposta dai loro datori di lavoro, specie in presenza di rappresentanti illustri della loro nazione. Nei giorni di gloria della Formula 1, la stampa italiana non avrebbe mai parlato male della Ferrari o bene delle scuderie sue avversarie e la stessa situazione si applicava anche alla Diamond Formula.
Quello che Edward aveva sentito dopo, tuttavia, pronunciato da Scott Young, aveva fatto scattare una molla.
«L'ho sempre detto che la tua idea di cercare un modo per separare Fischer dalla figlia di Alexandra Bernard non aveva molto senso.»
Edward non aveva dimenticato le allusioni fatte da Veronica a proposito di Selena nel corso del weekend del Gran Premio di Roma, ma non ci aveva più pensato. Quelle parole avevano risvegliato in lui i dubbi che aveva messo da parte: perché a Veronica Young avrebbe dovuto importare qualcosa dell'esistenza di una presunta relazione tra Selena e Oliver?
Il suo successivo scambio di battute con Scott non era stato molto illuminante, ma Edward si era reso conto di essere coinvolto in prima persona, a propria insaputa.
«Convincere Edward a insistere con lei non avrà più alcun effetto, ormai. Dobbiamo fare qualcosa in prima persona per separare quei due.»
«Io dico che sei esagerata, Veronica. Va bene, quel tipo rappresenta un pericolo soltanto ipotetico. In più, che stia insieme a Selena o no, non mi sembra abbia molta importanza. Potrebbe comunque trovare un modo per convincerla a parlare. Parlare poi di cosa? Selena aveva vent'anni o poco più ai tempi, non sapeva niente, quindi non c'è niente che possa riferire a un giornalista impiccione.»
«Hai ragione, potrebbero comunque venire a contatto. Dobbiamo fare qualcosa che convinca Selena a non volere più avere niente a che fare con Fischer. Dobbiamo scoprire che cosa infastidirebbe Selena di più al mondo e fare in modo che Fischer commetta un errore imperdonabile.»
Con le parole dei coniugi Young che ancora gli rimbombavano in testa, Edward si mise alla ricerca della team principal ed ebbe la fortuna di trovarla da sola.
Si avvicinò a lei, senza che Veronica se ne accorgesse.
«Possiamo parlare?»
La vide sussultare, prima di girarsi verso di lui.
«Edward, mi hai fatto prendere un colpo.»
«Dobbiamo parlare» insisté Edward. «Mi devi spiegare una cosa.»
Veronica sospirò.
«Il fine settimana non è ancora iniziato. Non cominciare con le polemiche, Roberts. Quando nella conferenza stampa dei team manager ho detto che possiamo giocarcela alla pari con il team Albatros non ho detto né più né meno di quello che mi aspetto. Non posso affermare con certezza che siamo i favoriti, ma...»
Edward la interruppe: «No, Veronica, non hai capito. Non mi interessa niente del team Albatros... o meglio, non mi interessa adesso. Dobbiamo parlare di Oliver Fischer e di Selena.»
«Oliver Fischer? Cos'altro ha fatto quello stronzo?»
«Niente.»
«A parte fare quello che tu non hai fatto in questi ultimi anni.»
«Ovvero?»
«Ovvero provarci con Selena, immagino. Avresti dovuto darti da fare, ma non è detto che sia troppo tardi. Sono certa che prima o poi verrà il tuo momento.»
«È proprio di questo che voglio parlarti.»
Veronica accennò una risata.
«Sei serio, Edward? Sei venuto a confidarti con me dopo esserti accorto che tra Selena e quel giornalista c'è di più di quanto pensassi?»
«No, non voglio confidarmi con te» mise in chiaro Edward. «Voglio chiederti spiegazioni. Che cos'avete in mente tu e Scott?»
Veronica lo guardò con aria innocente.
«Cos'abbiamo in mente io e Scott? Non lo so, non so a cosa ti riferisci.»
«Invece lo sai benissimo. Vi ho sentiti parlarne, stamattina.»
«Hai l'abitudine di origliare i discorsi che faccio con mio marito?»
«Tanto parlate solo di lavoro. Non vi ho mai sentiti discutere di affari privati.»
«Di quelli ne parliamo in altre occasioni.»
«Occasioni che, comunque, non mi interessano. Vi ho sentiti, parlavate del fatto che fosse necessario separare Selena e quel giornalista e che io non potevo più farci niente. A cosa ti riferivi?»
«Mi riferivo al fatto che sembra che Selena stia insieme a quel tizio» gli spiegò Veronica. «Non sono cieca, Edward, mi sono accorta che quella donna ti piace. Ormai ti conosco abbastanza bene.»
«Anch'io ti conosco bene» puntualizzò Edward, «E per quanto mi sforzi di trovare una ragione logica per cui tu debba prendere a cuore la mia vita privata fino a questo punto, non riesco a trovarla. L'altra volta hai insistito tanto perché mi facessi avanti con Selena, adesso per te sembra essere un grande problema il fatto che ci sia del tenero tra Selena e Oliver Fischer, al punto da volere fare in modo che Selena chiuda ogni rapporto con lui. Perché? Di certo non perché vuoi che io abbia una possibilità con la donna che mi piace.»
«Quindi Selena ti piace.»
«Non siamo qui per parlare di questo. Ormai è chiaro che ritieni un pericolo la vicinanza tra Fischer e Selena. Di cos'hai paura? Cosa pensi che Selena possa raccontare a Fischer? Deve essere qualcosa di grosso, se temi che Oliver renda tutto di dominio pubblico. Cosa nascondi?»
«Niente.»
«Non mentire, Veronica. Cosa nascondi? Si tratta di qualcosa che ha a che vedere con Patrick, vero?»
«Non nascondo niente» ribadì Veronica. «Lo conosci Fischer, dopotutto. Sai com'è fatto? Dice o scrive qualunque cosa gli passi per la testa, specie quando si tratta di mettere in cattiva luce qualcuno. Te ne ha dette dietro di tutti i colori, facendoti passare per un vecchio rimbambito non più capace di guidare una monoposto come si deve...»
Edward rispose: «Sì, so com'è fatto Fischer, ma l'ho incontrato, qualche settimana fa a Montecarlo, e gli ho parlato. Abbiamo discusso di Patrick e mi sono accorto che prova un vero interesse per l'automobilismo di quei tempi e per Patrick in particolare. Non so se fosse il suo idolo d'infanzia o cosa, ma sta scrivendo un libro su di lui e...»
Veronica confermò: «So bene quale sia il suo proposito. Nutrirà anche un interesse sincero nei confronti di Patrick Herrmann, ma appunto, si comporta come un fanboy per cui è tutto bianco o tutto nero. Un soggetto del genere non è affidabile, qualunque cosa si metta in testa, per lui corrisponde a verità. Se gli venisse in mente di scrivere che io e Scott siamo responsabili della morte di Herrmann, lo scriverebbe senza troppi complimenti e lo affermerebbe davanti a mezzo mondo. Magari non è la sua intenzione, ma potrebbe sfruttare una disgrazia per farsi pubblicità.»
«Questo potrebbe farlo indipendentemente da Selena.»
«Lo so, ma il fatto che quei due si vedano non mi fa stare tranquilla. Però possiamo cercare una soluzione insieme. Scott non mi ha presa molto sul serio, ma tu, magari, hai la motivazione giusta.»
«La motivazione giusta per cosa?»
«Voglio che tieni d'occhio Fischer, in questo fine settimana, che cerchi di guadagnarti la sua fiducia. Dopotutto sei tu che hai invitato Selena qui a Imola, sei libero di vederla nel tempo libero.»
«Non ho tempo libero.»
«Trovalo. Non è necessario che tu vada a letto alle nove di sera.»
«Di solito vado a letto un po' più tardi delle nove.»
«Sì, alle dieci meno un quarto. Però vale la pena di deprivarti di un'ora o due di sonno. Invita Selena a bere qualcosa e convincila a portare anche Fischer con lei. Poi cerca di mostrarti interessato ai progetti di Fischer, cerca di spingerlo a parlare, anche di me e di Scott.»
«No, aspetta... Mi stai sguinzagliando dietro al ragazzo della mia migliore amica perché sospetti abbia una brutta opinione di te e di tuo marito?»
Veronica fece un sorriso.
«Ricorda, Edward, è per una giusta causa. Dobbiamo levarci di torno quel tipo. Abbiamo tutti da guadagnarci.»
«Posso tenerlo d'occhio, chiedergli il suo parere su certe questioni motoristiche, ma non posso fare di più» le ricordò Edward. «Se hai in mente qualcos'altro, dovrai pensarci da sola.»
«Non preoccuparti» ribatté Veronica. «Sono sempre stata abituata a cavarmela da sola. Lo farò anche stavolta, in un modo o nell'altro, anche se ti sarò sempre grata del tuo aiuto. Siamo una squadra vincente, insieme.»
«Speriamo di esserlo soprattutto in questo finale di stagione» borbottò Edward. «Ti ricordo che avrei altro su cui concentrarmi, invece di impicciarmi nel lavoro di Oliver Fischer.»
«Sei più forte di Christine Strauss» replicò Veronica. «Vincerebbe il titolo solo se al suo posto guidasse Claudia... il che servirebbe a pareggiare i conti, dato che una volta Claudia ha gareggiato al posto suo.»
Edward aggrottò la fronte.
«Aspetta, di cosa parli?»
Veronica alzò le spalle.
«Niente, lascia stare, vecchi pettegolezzi. Sai, Edward, un po' di scheletri nell'armadio ce li abbiamo tutti. Solo, c'è chi bada ai fatti propri, come me, e chi non lo fa, come Oliver Fischer.»

******

La vettura di Claudia Strauss era abbandonata, ridotta a un rottame, in una via di fuga. L'impatto contro le barriere doveva essere stato piuttosto violento, ma Claudia doveva stare bene, a giudicare dal fatto che aveva già abbandonato quello che rimaneva della monoposto.
Edward scavalcò un muretto, per dirigersi verso la pitlane. Non aveva capito quale fosse stata la dinamica del loro incidente: un attimo prima era affiancato alla sua compagna di squadra, poi le auto si erano agganciate. La gara di entrambi era finita, ma Claudia doveva avere anche centrato il muro, in seguito, quindi si poteva dire che la sua gara fosse terminata anche peggio di quella di Edward.
La vide, in lontananza, mentre correva verso il box. C'era qualcosa di anomalo nel suo modo di muoversi, i suoi passi lievemente diversi da come Edward aveva imparato a conoscerli. Anche Claudia, di per sé, era diversa. La spiegazione più semplice era che non fosse ancora del tutto in sé. Aveva avuto un incidente terribile, nelle prove libere di due giorni prima, e le sue performance ne avevano risentito per tutte le sessioni seguenti. Anche per quella ragione avrebbe tanto desiderato raggiungerla, per accertarsi che fosse davvero tutto a posto.
Non fu possibile: la Strauss era ormai troppo lontana, tanto valeva aspettare, tanto prima o poi avrebbero dovuto rivedersi. Certo, non si aspettava di dovere attendere così tanto tempo: Claudia rimase rintanata nel proprio motorhome per tutto il resto della gara, proprio lei che, quando si ritirava, di solito rimaneva insieme ai meccanici a seguire la gara dei propri compagni di squadra - Edward era fuori dai giochi, ma la terza vettura era ancora in pista, in quel momento, e destinata a rimanervi fino alla bandiera a scacchi, seppure in una posizione di poco spessore.
Quando Edward finalmente la vide, la gara era terminata da pochi minuti. Claudia, piuttosto pallida, era seguita dalla sorella Christine, pilota di Formula 3 che aveva disputato alcuni test con il team Albatros, tra le critiche generali, in quanto veniva ritenuta ancora troppo poco esperta per ottenere una simile opportunità. Edward non era del tutto d'accordo con quei pareri, Christine non si era mai mostrata brillante tanto quanti altri piloti delle serie minori, ma i suoi risultati erano comunque di livello medio-alto. Non doveva essere una futura campionessa, ma era senz'altro migliore di come veniva dipinta.
Per qualche strana ragione la minore delle sorelle Strauss scoccò a Edward un'occhiata di fuoco. Gli venne da pensare che ce l'avesse con lui per l'incidente di cui era stato protagonista insieme a Claudia, ma l'altra, direttamente interessata nel fatto, non sembrava condividere lo stesso stato d'animo.
Edward si avvicinò a Claudia.
«Tutto bene?»
Prima che Claudia potesse rispondere, Christine confermò i suoi sospetti, intervenendo al posto della sorella: «Lasciala in pace, non ti basta il casino che hai fatto?»
«Chris, lascia perdere» la supplicò Claudia. «Lasciaci soli un attimo.»
Christine non era molto convinta.
«Ma...»
«Lasciaci soli» insisté Claudia. «Devo parlare con Roberts.»
Christine annuì e, finalmente, si allontanò in silenzio.
Edward si rivolse quindi a Claudia: «Mi dispiace per quello che è successo.»
Claudia alzò le spalle.
«Non fa niente, l'importante è che stiamo bene entrambi. Anch'io non ho visto che eri così vicino.»
«Ma sono stato io a venirti addosso» obiettò Edward, consapevole della propria responsabilità dopo avere visionato il video dell'incidente. «Mi dispiace, sia per te sia per il team.»
Claudia accennò un lieve sorriso.
«Andrà meglio la prossima volta.»
Anche a Edward venne da sorridere.
«Speriamo.»
«Scusa per come si è comportata mia sorella» aggiunse Claudia. «Era piuttosto indignata, un po' come se l'incidente l'avesse avuto lei. Ha sempre avuto un po' troppa partecipazione emotiva, quando si tratta di me.»
«Devi ritenerti fortunata di avere una sorella pronta a difenderti» ribatté Edward. «Non sono sicuro che sarà sempre così. Prima o poi anche Christine farà il grande salto e allora sarete avversarie dirette.»
Claudia avvampò.
«Oh, dici che...»
«Sì, certo» la interruppe Edward. «Quando arriverà anche lei in Diamond Formula, non ti farà sconti.»
«Non mi riferivo a questo» obiettò Claudia. «So benissimo che mi tratterebbe come tutti gli altri piloti. Solo, mi sembri piuttosto sicuro che Christine debutterà in Diamond Formula, prima o poi. Posso chiederti cosa te lo fa pensare?»
C'era qualcosa di strano nel tono di Claudia, qualcosa che Edward non avrebbe saputo definire, ma che non poteva sfuggirgli. Perché la sua compagna di squadra gli chiedeva spiegazioni dopo una semplice constatazione, per giunta positiva?
Edward affermò: «Christine sta avendo buoni risultati, mi pare. Non vedo perché non dovrebbe avere una chance.»
«Ho capito cosa vuoi dire» replicò Claudia. «Essendo donna e mia sorella va bene per il marketing. Sono questi i "buoni risultati" di cui parli, vero?»
«Veramente no.»
«So cosa si dice, Edward. So cosa si dice di lei e anche di me. C'è chi mi mette in discussione a ogni gara.»
«Tifosi da bar» chiarì Edward. «Chiunque segua la Diamond Formula con serietà conosce i tuoi risultati e i tuoi meriti. Sa che non sei qui soltanto per marketing.»
«Se lo vai a chiedere a Di Francesco del team Whisper, non sono sicura che ti direbbe la stessa cosa» rispose Claudia. «Purtroppo non si tratta solo di tifosi da bar e, se io sono riuscita a cavarmela, non credo accadrà lo stesso a mia sorella. Per questo spero non ci arrivi, in Diamond Formula. Ci sono altri campionati in cui avrebbe più possibilità di essere trattata come merita.»
«Magari la stai sottovalutando» obiettò Edward. «Sono riuscito a seguire alcune gare delle serie in cui ha gareggiato in questi ultimi due anni. Mi sembra che vada forte. Sbaglia un po' troppo spesso, in confronto ai piloti di primissima fascia, ma quando non fa errori non ha niente da invidiare alla maggior parte di loro.»
«Appunto, Christine fa troppi errori» mise in chiaro Claudia. «Io, al posto suo, non...» Si interruppe. «Voglio dire, se fossi stata al posto suo in certe circostanze, sarei riuscita a cavarmela molto meglio. Mi sarei evitata di dovere sentire certe battute sulle donne al volante o sul fatto che, siccome non abbiamo un pene, siamo valide solo per il marketing. Christine, purtroppo, non l'ha fatto, e temo che i suoi risultati possano mettere in cattiva luce anche me. Non sarei più considerata per quella che sono io, sarei anche la sorella di Christine Strauss.»
Edward scosse la testa.
«No, non saresti la sorella di Christine Struass, ma Christine sarebbe considerata come sorella di Claudia Strauss.»
«Può darsi, ma non ne sono certa.»
«Ti ripeto che, secondo me, non devi preoccuparti per tua sorella. Non devi per forza cercare di difenderla. È lei che difende te e oggi l'ha dimostrato.»
Claudia sussultò. Edward aspettò che dicesse qualcosa, ma la sua compagna di squadra rimase in silenzio. Si fece più vicino e la abbracciò.
«Senza quell'incidente, oggi potevamo arrivare entrambi in top-five» borbottò. «Mi dispiace davvero tanto.»
«No, la top-five non era alla nostra portata» replicò Claudia. «In ogni caso, ti ringrazio per il pensiero.»

******

Era stato tutto molto facile: convincere Selena a vedersi era stato scontato, fare sì che portasse anche Oliver Fischer un po' meno, ma non era stato troppo complicato estendere l'invito anche a lui. Il giornalista, da parte sua, sembrava non vedere l'ora di potere parlare a lingua sciolta di Patrick Herrmann, della Diamond Formula dei suoi tempi e di tutto ciò che poteva collegarsi a quei due argomenti. Doveva essere davvero un fanboy incallito, oppure un nerd del motorsport allo stato più assoluto.
A Edward non sarebbe dispiaciuto sfidarlo a mostrare la sua conoscenza anche relativamente all'automobilismo contemporaneo, ma non era quello il momento più opportuno. Era certo, comunque, che se Fischer avesse continuato a frequentare Selena, prima o poi avrebbe trovato il modo per metterlo alla prova.
Per quanto riguardava le vicende di quindici o vent'anni prima, in ogni caso, era difficile trovare qualcuno che potesse batterlo. Sembrava conoscere a memoria perfino i risultati delle singole corse e le classifiche di fine stagione: non solo i vincitori dei campionati o i secondi e i terzi classificati, ma anche piloti di cui il tifoso medio si era già dimenticato da una buona decina d'anni, se non di più.
In più sembrava ricordare anche dettagli poco conosciuti, che i puristi avrebbero etichettato come puro gossip, ma che a Edward parevano comunque di un certo rilievo. Per esempio, Oliver Fischer era al corrente di un legame di cui non si era quasi mai sentito parlare. L'argomento uscì quando venne menzionata Claudia Strauss.
«Stava insieme a Emiliano Diaz, giusto? O quantomeno, a un certo punto, se non sbaglio erano stati insieme.»
Nell'udire quelle parole, Edward spalancò gli occhi.
«E tu come fai a saperlo?»
Oliver alzò le spalle, con aria indifferente.
«Certe voci girano.»
«Magari giravano ai tempi in cui Emiliano era ancora vivo» obiettò Edward, «Ma non se ne è mai parlato più di tanto. Claudia ha sempre negato.»
Oliver annuì.
«Sì, la Strauss ha sempre negato, ma non mi sorprende che l'abbia fatto. È sempre stata un po' un'osservata speciale, era ovvio che non ci tenesse a far parlare di sé per faccende private.»
«Osservata speciale?» intervenne Selena. «Perché? Mi sembra che sia sempre stata rispettata e considerata all'altezza dei risultati che otteneva.»
«Dopo che l'hai conosciuta tu sicuramente» le spiegò Edward, «Ma prima che iniziasse a dimostrarsi competitiva e a fregarsene di quello che veniva detto su di lei le cose erano diverse. C'era gente che non era pronta per vedere una donna sulla griglia di partenza della Diamond Formula e, in un primo momento, il fatto che non fosse una semplice backmarker rese le cose peggiori. Non era ben vista proprio perché non faceva da tappezzeria... e per giunta non era la prima volta che succedeva, aveva già dovuto affrontare più volte quella situazione ai tempi in cui gareggiava nelle serie minori. In un vecchio campionato, che al giorno d'oggi non esiste più, i team principal delle altre squadre fecero addirittura pressione sugli organizzatori della serie per farla cacciare. Non ci riuscirono, quindi cambiarono strategia. Si susseguirono di continuo delle proteste contro le presunte irregolarità tecniche della squadra per cui Claudia correva e molti addetti ai lavori sparsero la voce che il campionato era pilotato per questioni pubblicitarie. La cosa assurda è che Claudia non era nemmeno tra i contendenti al titolo, seppure avesse ottenuto un paio di vittorie. Una volta, quando eravamo compagni di squadra, mi confidò che, a quel punto della carriera, per poco non maturò la decisione di ritirarsi dalle competizioni.»
«Tutto ciò è assurdo» sbottò Selena. «Claudia è sempre stata competitiva.»
«Appunto» confermò Edward. «Ho già visto più di una volta la tendenza ad accettare molto più di buon grado le ragazze che ottengono pochi risultati di spessore o che stanno nelle retrovie. Servono per "decorare" la griglia e attrarre maggiori quote di pubblico femminile. Il problema sono quelle che vincono, perché non stanno "al loro posto". Purtroppo il problema è che questo pensiero è molto marcato anche nella mente di chi, essendo favorevole alle backmarker, pensa di non essere davvero contro alla presenza di donne nei campionati di automobilismo.»
Oliver si rivolse a Selena: «Edward ti ha sintetizzato perfettamente ciò con cui ha avuto a che fare Claudia Strauss a suo tempo. È ovvio che, se si fosse scoperto che aveva una storia con Emiliano Diaz, se ne sarebbero dette di tutti i colori su di lei, sarebbe stata accusata di fingere per avere maggiore visibilità, insomma, stronzate di questo tipo. È ovvio che non volesse nulla di tutto questo e che Diaz abbia cercato di non metterla in difficoltà. Senza contare che uno dei più grandi detrattori di Claudia Strauss era Gigi Di Francesco.»
Era l'occasione perfetta per spostare l'argomento su qualcosa che a Edward premeva particolarmente, più per costrizione che per scelta.
«A Di Francesco infastidiva che ci fossero donne nel paddock?»
«Dipende che tipo di donne. Le ospiti vip non dovevano fargli né caldo né freddo, le giornaliste nemmeno.»
«Non parlo di ospiti, wag o giornaliste. Mi riferisco alle sorelle Strauss, oppure a Veronica Young. Non mi ricordo di averlo mai sentito criticare la presenza di una team principal donna.»
«Effettivamente Veronica Young ha sempre goduto di un certo rispetto anche da parte sua» ammise Oliver. «La cosa non mi stupisce molto: è la figlia di Albert Vincent, il vecchio titolare della scuderia. Si è sposata con il nuovo titolare... insomma, se sei figlia o moglie di qualcuno ti rispettano un po' di più, perché rispettano tuo padre o tuo marito. E poi immagino che Di Francesco credesse fosse Scott Young a dirigere la scuderia. Non penso abbia mai avuto molti contatti diretti con Veronica.»
Era l'occasione perfetta per abbandonare Gigi Di Francesco al proprio destino, dopotutto era morto da anni e, già al momento della morte, non faceva più parte della Diamond Formula.
«Hai parlato con Veronica?»
«Di cosa?»
«Di Patrick, per il tuo libro.»
Oliver fece una mezza risata.
«Diciamo che ci ho provato.»
«E lei?»
«Veronica Young ha cose più importanti di cui occuparsi che parlare con un giornalista» rispose Oliver. «Diciamo che non mi è sembrata molto simpatica, ma capisco perché abbia deciso di non volerne sapere.»
Selena intervenne: «Per quel poco che l'ho conosciuta, Veronica Young non è molto brava ad attirarsi le simpatie delle persone.»
Edward ricordò: «Si impicciava anche nella tua vita, quando stavi insieme a Patrick.»
«Già» confermò Selena. «Sembrava che non le piacesse il fatto che io e lui stessimo insieme.»
«A Veronica non piace mai nulla» ribatté Edward. «Sono certo che non lo faccia con cattiveria, ma proprio per abitudine.»
«Veronica Young deve avere tante pessime abitudini» concluse Oliver, «E anche noi, temo. Credo sia meglio smetterla di annoiare Selena con questi discorsi.»

******

Veronica non aveva sentito nessuno dietro di lei, quindi sussultò quando qualcuno la afferrò per un braccio, con poca delicatezza. Poi udì la voce di Gigi Di Francesco.
«Signorina Vincent.»
«Signora Young» lo corresse Veronica, girandosi verso di lui.
Di Francesco le lasciò andare il braccio.
«Vi siete sposati, quindi, tu e Young?»
«Così pare.»
«Dov'è adesso?»
«Non è qua.»
«Lo vedo anch'io. Dimmi dov'è, ho bisogno di parlare con lui e di farlo subito.»
«Mi dispiace, ma mio marito è già partito» gli spiegò Veronica. «Puoi dire a me, se vuoi.»
Di Francesco rise, sprezzante.
«Voglio parlare con tuo marito o con qualcuno che gestisce la vostra squadra.»
«Quindi con me» azzardò Veronica.
«Non dire cazzate» ribatté Di Francesco. «Tu sei brava a sorridere... anzi, neanche questo, dato che non sorridi mai, ma di certo non dirigi una squadra.»
«Sono la team principal della Dynasty» gli ricordò Veronica. «Tu stesso sei un team principal, dovresti avere un'idea di quale sia il mio ruolo.»
«Evidentemente a te e a tuo marito piace fingere che sia così.»
«Non avremmo ragione di fingere.»
«Allora chiariamo un concetto: io non faccio affari con le donne, o quantomeno, non faccio affari con quelle che non hanno capacità.»
«Per questo hai mandato tua moglie a fare da tramite? Per non avere a che fare con me?»
«Ex moglie.»
«Moglie, ex moglie... non mi interessa cosa sia esattamente» precisò Veronica. «Immagino che tu voglia parlare con me della gara di oggi, quindi non credo sia opportuno continuare a perdere tempo.»
«Parlare con te equivale comunque a perdere tempo» ribadì Di Francesco, «Ma siccome ti piace recitare la parte della team manager, vorrà dire che ti lascerò vivere la tua illusione. Cos'è successo a quel coglione di Herrmann? Ha fatto un errore del cazzo, che ha mandato tutto a puttane.»
Veronica annuì.
«Esatto, è successo proprio questo a Herrmann: ha fatto un errore del cazzo.»
«Un errore che non doveva fare.»
«Non prendertela. Ci hai guadagnato tu, alla fine.»
«Abbiamo un accordo. Devo pensare che Herrmann stia facendo di tutto pur di non rispettarlo? Sarebbe disposto perfino a perdere il titolo di proposito?»
Veronica chiarì: «Non ho ordinato io a Herrmann di commettere un errore. Anzi, mi sono anche incazzata parecchio per quello che ha fatto. Si è girato come un pollo, cosa che non mi sarei mai aspettata da un pilota della sua esperienza.»
«Patrick Herrmann sta cercando di fregare tutti e due» sbottò Di Francesco. «Non avresti dovuto permettergli di...»
Veronica lo interruppe: «Non avrei dovuto permettergli di finire in testacoda? Stai facendo polemica sul nulla. Occupati degli errori dei tuoi piloti, che io mi occupo degli errori dei miei.»
Veronica fece per voltargli le spalle, ma Di Francesco la trattenne.
«Non pensare di andartene.»
«Perché non dovrei?»
«Perché io e te non abbiamo ancora finito di parlare.»
Veronica alzò le spalle.
«Per quanto mi riguarda, io ho finito eccome.»
«Sono io e che decido quando abbiamo finito di parlare» puntualizzò Di Francesco. «Avrai anche la pretesa di gestire un team, ma rimani pur sempre una donna. Non credo che tu faccia tutto da sola, prendi sicuramente ordini da tuo marito.»
«Se anche fosse, ti ricordo che mio marito non sei tu» ribatté Veronica, «Quindi di sicuro non prendo ordini da te. Ci vediamo, Gigi, stammi bene.»
«Ci vediamo un cazzo!» replicò Di Francesco. «Metti nella testa di quel coglione di Herrmann che deve attenersi ai patti, altrimenti accadrà qualcosa di brutto a tutti, a te compresa. Posso trascinare tutti nella merda.»
«Purtroppo non posso dire di potere fare altrettanto, in una situazione di normalità» rispose Veronica, calma, «Ma sarò sicuramente in grado di inventarmi qualcosa. In fondo l'hai detto tu, sono una donna, e noi donne dovremmo occuparci di cose melense e strappalacrime... cose tipo il mancato erede di Emiliano Diaz.»
«Il... mancato erede? Non ti seguo.»
«Diaz stava con una ragazza» lo informò Veronica. «Quella ragazza aspettava un bambino, ma l'ha perso poco dopo la sua morte, in circostanze che non ti sto a spiegare. Ne sono certa. Se dovessi raccontare questa vicenda, riaccenderei i riflettori su quella faccenda da cui tu stai facendo di tutto per toglierli.»
«Fantasie.»
«No, non sono fantasie. Quella ragazza era Claudia Strauss.»
Di Francesco spalancò gli occhi.
«Che cosa?!»
«Non fare finta di cadere dalle nuvole» lo invitò Veronica. «Va bene, magari non sapevi della sua gravidanza, ma ti assicuro che era incinta e che ha perso il bambino. È accaduto quando cercava di nascondere la gravidanza, perché temeva che qualcuno potesse scoprire chi fosse il padre.»
«Se Claudia Strauss aveva paura che qualcuno scoprisse la verità» obiettò Di Francesco, «Credo proprio che non ti permetterà di metterla in mezzo.»
«Non è detto che io chieda il suo parere, prima di farlo.»
«Però non hai prove per dimostrare quello che dici, ne sono sicuro.»
«Hai ragione, non ho prove, e non voglio nemmeno danneggiare volontariamente la Strauss.»
Di Francesco rise.
«Solidarietà femminile, che grande cazzata.»
«No, non si tratta di solidarietà femminile» replicò Veronica. «Non mi interessa che Claudia sia una donna, semplicemente non merita di essere trascinata nella nostra merda senza motivo. Il fatto che ci sia chi invece voleva trascinarla nella merda solo perché è donna mi infastidisce, ma da parte mia combatto questi atteggiamenti solo cercando di essere il più possibile equa. Ovviamente potrei convincere Claudia a parlare, senza fare un torto a nessuno.»
«Non vedo come. Se vuole che quel suo segreto rimanga tale...»
«Tutti abbiamo un prezzo. Quello della Strauss potrebbe essere molto alto, ma sono pronta a correre certi rischi. Qualora dovessi chiederle di raccontare quella parte di verità, per far commuovere tutti gli ammiratori di Diaz e per scaricarti addosso tonnellate di sterco, le offrirei una lauta ricompensa.»
«Del tipo?»
«Un volante nella mia scuderia, per esempio.»
Di Francesco riprese a ridere.
«Tu sei fuori di testa. Credi davvero che tuo marito ti permetterebbe di ingaggiare una donna come pilota? Siete una squadra seria.»
«Sì, siamo una squadra seria» ammise Veronica, «Ed è proprio per questo che non possiamo escludere un futuro ingaggio di Claudia Strauss. È ancora molto giovane, ma ha un grande potenziale, che non è ancora riuscita a dimostrare a pieno per l'inferiorità mostrata dal team Albatros in questi ultimi anni.»
«Uno scopatore seriale come Patrick Herrmann se la farebbe dopo cinque minuti.»
«La cosa non mi farebbe né caldo né freddo. Anzi, almeno si leverebbe dalla testa la sua ragazza attuale. Comunque tutto ciò non ti riguarda. Sei ancora convinto di volermi trascinare nella merda? Se vai a raccontare a qualcuno del nostro accordo, metto in azione il piano Strauss.»
«La gente che parla di Diaz non mi spaventa più.»
«Però, quando poi dirò che l'accordo me l'hai proposto tu per fare in modo che almeno Herrmann smettesse di parlarne, sarà come gettare benzina sul fuoco. Hai ragione: non posso infangarti se non sei tu a fare il primo passo, ma posso reagire alle tue azioni. Vuoi trascinarmi nella merda? Va bene, fallo, ma sappi che finirai nella merda insieme a me... e che io ho solo cercato di falsare un mondiale, mentre tu hai la vita di Diaz sulla coscienza.»
Nonostante fino a quel momento si fosse dimostrato sprezzante, la prospettiva di dovere affrontare una potenziale campagna mediatica contro di lui doveva avere colpito nel segno, dato che Di Francesco si fece molto più accomodante.
«Parla con Herrmann, spiegagli bene che cosa deve fare al prossimo evento a Montecarlo.»
«Gliene parlerò» gli assicurò Veronica. «Gli farò notare che, se vuole vincere il mondiale, non deve più commettere errori. Quello che è successo oggi è inaccettabile, non mi aspetterei un errore così stupido nemmeno da un debuttante.»
«Sì, concordo, sembrava un'azione degna di Christine Strauss. Su di lei, immagino, non avrai dubbi. Claudia potrà anche avere del potenziale ed essere un'eccezione alla regola secondo cui le donne non dovrebbero entrare nel paddock se non come giornaliste o come mogli e fidanzate di qualcuno, ma Christine conferma una realtà che un giorno anche tu stessa dovrai accettare. Non preoccuparti per il tuo futuro, comunque: hai sposato l'uomo giusto, un ruolo di facciata te lo assegnerà di sicuro, anche quando avrà capito che presentarti come team manager non dà alla Dynasty un'immagine seria. Se almeno tu fossi brutta e vecchia, potresti sembrare un minimo credibile, ma così finirà che saranno tanti a ridervi dietro. Young dovrebbe essere più realista.»
Veronica non perse tempo a contestare le sue affermazioni. Si limitò a chiedergli: «Hai finito la tua invettiva? Perché, in tal caso, me ne andrei.»
«Non mi oppongo» rispose Di Francesco. «Puoi andare adesso. Lo vedi che, alla fine, hai ceduto e hai preso ordini anche da me?»
«Mi sottovaluti. Avrei potuto andarmene anche senza il tuo permesso.»
«Non saresti andata lontano. Sono io che ho il coltello dalla parte del manico.»
«Non ho paura delle lame. So cosa aspettarmi da loro. Sono i manici a cui bisogna fare attenzione: non ti aspetti che siano taglienti, ma potrebbero nascondere al loro interno una lama ben più pericolosa di quella che credi di avere sotto controllo.»
«Grazie per la tua lezione di filosofia. È proprio di questo che dovreste occuparvi voi donne: filosofia.»
«Non di cucina o di ricamo? Strano, mi aspettavo di sentirti dire questo, visto le tue idee particolarmente progressiste in fatto di emancipazione femminile.»
«Hai un marito ricco» ribatté Di Francesco. «Può sicuramente permettersi di pagare qualcuno che cucini o ricami al posto tuo. Cerca piuttosto di tenertelo stretto, perché senza Scott Young saresti finita.»
«Non preoccuparti per me» lo rassicurò Veronica. «So perché ho sposato Scott e perché Scott ha sposato me. E comunque faresti meglio a occuparti del tuo matrimonio, piuttosto che del mio: se non sbaglio era tua moglie quella che andava a letto con Patrick Herrmann. Ti dirò, per quanto Herrmann sia un individuo occasionalmente irritante e il più delle volte mi piacerebbe sbatterlo contro uno spigolo piuttosto che su un letto, non c'è proprio paragone tra voi due. Non mi stupisce che Kathy se lo sia scopato.»
«Non stavo a guardare. Io stesso mi portavo a letto donne più giovani, più belle e più sexy di Kathy.»
«Buon per te. Immagino fossero anche meno costose. A quelle hai dovuto pagare qualche cena o qualche vacanza, Kathy invece penso dovrai mantenerla a vita.»

******

Edward bussò alla porta e attese. Poco dopo Veronica lo invitò a entrare, per il loro appuntamento fissato di prima mattina. Si infilò nella stanza, dove trovò la team manager, da sola, ad attenderlo.
Non lo fece sedere, né perse tempo in convenevoli. Venne subito al punto: «Hai parlato con Oliver Fischer?»
Edward annuì.
«Ho parlato con Oliver Fischer.»
«E cos'hai scoperto?»
«Niente.»
«Come niente?!» esclamò Veronica. «Ti avevo chiesto espressamente di...»
Edward non la lasciò finire.
«Mi dispiace, Veronica, ci ho provato, ma non potevo insistere più di tanto. Stavamo parlando proprio di te quando ha voluto cambiare argomento perché, a suo dire, Selena avrebbe potuto annoiarsi. In effetti non aveva tutti i torti.»
«Quindi non ti ha detto» dedusse Veronica, «Cosa pensa di me.»
«Mi ha fatto capire che non gli stai molto simpatica.»
«Sono tante le persone a cui non sto simpatica. Vorrei solo essere certa che non si sia messo in testa cose poco sensate su di me, su mio marito e sulla Dynasty.»
«In caso si sia messo in testa cose strane su di voi e sulla squadra» le assicurò Edward, «Ha fatto sicuramente molta attenzione a non esporsi.»
«Magari potresti provare a chiedere a Selena. Sono certa che, se tu usassi gli elementi giusti, riusciresti a estorcerle qualche informazione.»
«Dubito fortemente che Fischer l'abbia messa al corrente di eventuali sospetti su di te. E poi, vorresti essere più esplicita? Cosa ti spaventa esattamente?»
«Niente» rispose Veronica, con freddezza. «Non mi spaventa niente.»
«Temi che Oliver Fischer voglia scaricare su te e Scott la responsabilità dell'incidente di Patrick, vero?» azzardò Edward. «Non mi sembra che ne abbia intenzione. È letteralmente ossessionato da Patrick Herrmann, che deve essere stato il suo idolo d'infanzia o qualcosa del genere: se pensasse che la colpa della sua morte sia vostra, avrebbe già fatto tanti proclami, non credi?»
Veronica osservò: «Sì, può darsi, ma il fatto che giri intorno a Selena Bernard non mi fa stare tranquilla. Potrebbe non dico plagiarla, ma trascinarla dalla sua parte. La gente conosce Selena, ma soprattutto conosce Alexandra Bernard. Considerano Alexandra un po' come una figura mistica, che ha contribuito a salvare la carriera di Herrmann proprio nel suo momento di maggiore difficoltà. Non oso immaginare cosa potrebbe accadere se Oliver dovesse trovare il modo di coinvolgere Alexandra.»
«Non lo farà.»
«Come puoi saperlo?»
«Ne abbiamo parlato, della signora Alexandra.»
«Ieri sera?»
«No, l'altra volta, quando Selena non c'era. È convinto che la signora Alexandra abbia avuto una pessima influenza su Patrick e mi sono ritrovato a dovere confermare tutto.»
Veronica sospirò.
«In effetti, senza Alexandra Bernard, sarebbe stato tutto molto più semplice.»
«Il problema non è mai stata Selena» convenne Edward, «Il problema è sempre stata lei.»
«Selena? Perché Selena avrebbe dovuto essere un problema?»
«Non approvavi la sua relazione con Patrick, ai tempi, se non sbaglio.»
«Non approvavo nulla di quello che faceva Patrick, quindi probabilmente avrò dato quell'impressione. Ai tempi ero un po' troppo sfacciata. Con l'età sono diventata molto più discreta. Ad ogni modo c'era una ragione per cui non approvavo quella relazione, ma non aveva a che vedere con Selena stessa. Certo, ai tempi aveva molto l'aria della ragazzina, ma non mi sarei preoccupata per questo. Dopotutto aveva vent'anni, era maggiorenne già da un pezzo e la differenza di età tra lei e Patrick non era così esagerata come la dipingevo io ai tempi. C'è più differenza di età tra me e Scott, tanto per fare un esempio.»
«E allora perché disapprovavi la relazione?» volle sapere Edward.
«Per via di Alexandra Bernard, ovviamente» rispose Veronica, senza nascondersi. «Sapevo che quella donna l'avrebbe presa male e, quando Alexandra Bernard prendeva male qualcosa, erano sempre dolori. Quando si trattava di Patrick voleva essere lei a dettare legge. Era una donna terribile. So che ne era follemente innamorata, l'ho sempre saputo, ma era un amore ai limiti dello stalking, destinato a portare solo distruzione.»


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