sabato 10 aprile 2021

Il Sussurro della Farfalla - Puntata n.5 (blog novel)

Nelle prime quattro puntate abbiamo assistito alle vicende di Selena e Oliver, in questa invece il protagonista sarà Edward, caro amico di Selena nonché pilota della Diamond Formula visto ormai come a fine carriera. Così come nella scorsa puntata c'è stato un approfondimento su come sta andando il campionato, si prosegue anche qui... e considerato che in questi giorni si sta svolgendo il doppio eprix di Roma siamo anche in tema, vista la location in cui si trova la Diamond Formula in questo momento. Buona lettura!


Le interviste di Emma Dupont al termine delle sessioni di qualifica non erano il momento preferito dell'esistenza di Edward Roberts, ma quel giorno essere intervistato da Emma Dupont al termine della qualifica non gli sembrava affatto negativo. In primo luogo la Dupont lavorava per la stessa rete televisiva di Oliver Fischer, il che significava che non avrebbe dovuto avere a che fare con lui. In più, nella sessione di quel giorno, Edward aveva ottenuto il miglior tempo davanti alle due vetture del team Albatros, guidate da Nakamura e dalla Strauss, quindi era in condizione tale da potere mettere a tacere chiunque si fosse spinto troppo oltre, magari facendogli notare che quattro punti di vantaggio in classifica nei confronti di Christine non avrebbero dovuto farlo sentire tranquillo. Edward non si sentiva tale e sapeva che la sua avversaria era agguerrita tanto quanto lui, se non di più, ma quel fine settimana era iniziato in maniera piuttosto incoraggiante, tanto che perfino Veronica Young distribuiva sorrisi come se non ci fosse un domani.
La team principal, che di solito era piuttosto fredda, per non dire pungente nei suoi confronti, ritagliò perfino qualche minuto per parlare di qualcosa che non fosse il lavoro.
«L'altra volta mi pare di avere notato la tua amica Selena insieme alle sorelle Strauss» lo informò. «Che cosa succede tra di voi? Per caso c'è qualche problema?»
Edward cercò di non mostrarsi troppo sorpreso. Era la prima volta in cui Veronica gli poneva una domanda a proposito di Selena Bernard.
«Non è successo niente» si affrettò a rispondere. «Selena conosce molte persone ed evidentemente Claudia Strauss l'aveva invitata nel box, l'altra volta a Valencia.»
«Non è bello che una tua amica stia così a stretto contatto con i tuoi avversari. L'hai detto a Selena?»
«No, non ne ho parlato con Selena» ammise Edward. «Non mi dà fastidio che sia amica anche di Claudia Strauss. Ha tutto il diritto di frequentare chi vuole, non credi?»
«Oh, sì, certo che lo credo» ribatté Veronica, «Ma in certi momenti mi era sembrato di capire che tra voi ci fosse qualcosa di più di una semplice amicizia.»
Edward scosse la testa.
«Ti sbagli.»
«Scusami, non voglio intromettermi, ma avevo avuto la netta impressione che quella donna ti piacesse. E come darti torto, dopotutto. È bella, elegante, aggraziata, non...»
Edward la interruppe: «Nella mia vita ho amato una sola donna e le cose non sono destinate a cambiare.»
«Quella donna, però, non c'è più» obiettò Veronica. «Credo che tu abbia il diritto di essere felice.»
«Io sono già felice.»
«E solo.»
«Non è necessario avere una partner per essere felici, non trovi?» Edward la guardò negli occhi. «Tu stessa hai lasciato intendere più di una volta che anche per te l'amore non è fondamentale.»
Veronica replicò: «Io sono sposata e non da poco.»
«Lo so, ma tu e tuo marito, in prevalenza, vi limitate a lavorare insieme. Si può dire che siate una coppia più di nome che di fatto.»
«A noi sta bene così. Da parte mia ho cose più importanti a cui pensare, l'amore non è mai stato la mia grande priorità.»
«Nemmeno la mia.»
«Eppure tu e Sharon stavate molto bene insieme, vi ricordo piuttosto affiatati.»
Edward annuì.
«Io e Sharon eravamo affiatati, sì. Il fatto che la amassi così tanto, però, non significa che per me fosse fondamentale amare una persona per essere felice. Stavo con Sharon perché era Sharon, non perché volevo a tutti i costi una donna.»
«Hai ragione, scusa, devo sembrarti un'inguaribile romantica.» Veronica rise. «Che idea assurda, non lo sono mai stata.»
«Infatti, un tempo non te ne sarebbe fregato niente della mia vita privata, a condizione che fossi veloce. Come vedi, te l'ho dimostrato.»
«Se tu fossi veloce a letto tanto quanto al volante, capirei perché non hai una partner.»
Edward strabuzzò gli occhi.
«Veronica, cosa sono questi discorsi? Non sarai un po' stanca? Di solito ti comporti in modo molto più fine, invece adesso sei stata grezza come tuo marito.»
«Hai ragione, per quanto abbiamo poco da condividere, Scott ha una pessima influenza su di me.»
«Non esagerare, di solito non arrivi ai suoi livelli.»
«E farò del mio meglio per non raggiungerli» affermò Veronica. «Ho una reputazione da difendere, dopotutto.»
La Young aveva appena finito di pronunciare quelle parole, quando Edward sentì il cellulare che gli vibrava in tasca.
«Scusa un attimo.»
Lo prese fuori, pensando si trattasse di una telefonata, invece era solo un messaggio. Ironia della sorte, a spedirglielo era stata proprio Selena Bernard.
"Giro fantastico, ma domani ti voglio sul gradino più alto del podio."
Non poté trattenere un sorriso, che evidentemente non sfuggì alla team principal. Veronica, infatti, gli domandò: «Hai ricevuto una buona notizia?»
«Sì. Una mia certa amica, a quanto pare, non tifa per Christine Strauss.»
«Quell'amica di cui parlavamo prima?»
«Proprio lei.»
«Non lasciartela scappare, anche se è solo un'amica. Invitala a venire con te a Imola. Sarà utile per destabilizzare le Strauss.»
«Mi sembra un'idea un po' campata in aria.»
«Quella di destabilizzare le Strauss? Sì, lo ammetto, potrebbe non avere alcun effetto su di loro. Però a Imola devi invitarla, anche per fare vedere che non sei completamente solo e c'è chi ci tiene a te.»
Edward rifletté.
«In effetti, adesso che mi ci fai pensare, non mi sembra una brutta idea. Gliene parlerò appena la vedrò.»
«Perché, progetti di vederla?» si informò Veronica. «Non me l'avevi detto.»
«Non avevo motivi per dirtelo» ribatté Edward, «Soprattutto dopo che hai iniziato a farti delle fantasie su di noi come coppia. Comunque non c'è ancora niente di sicuro, ma Selena mi dice sempre che posso andare a trovarla quando voglio. Mi sta venendo voglia di chiederle se pensa anche lei che sia arrivato il momento giusto. Anche mia figlia sarebbe contenta di vedere Selena, è sempre stata molto affezionata a lei.»
Veronica lo invitò: «Rispondi al suo messaggio. Sono certa che le farà piacere.»
«Oggi ti stai proprio impegnando a dimostrarmi che, sotto la tua maschera di ghiaccio, c'è una persona vera e non un robot.»
«Non sono mai stata un robot, anche se qualcuno mi descrive come tale. Ma del resto i giornalisti dicono e scrivono quello che vogliono. Per esempio quel tizio che lavora con Emma Dupont pensa che tu sia un pilota finito.»
Edward strinse i denti, pensando a quel maledetto Oliver Fischer.
«Lasciamo stare, quello non è un giornalista, è uno stronzo.»
Edward decise che non gli avrebbe permesso, nemmeno indirettamente, di rovinargli quella giornata. Si affrettò quindi a cogliere il suggerimento di Veronica e compose una risposta al messaggio di Selena.
"Spero di avverare i tuoi desideri domani, ma so che, se non succedesse, continueresti comunque a volermi bene."
Lo lesse ad alta voce, poi chiese a Veronica: «Come suona?»
«Benissimo» rispose la team principal, senza giri di parole e con convinzione. «Mandaglielo subito.»
Edward non se lo fece ripetere due volte, seppure fino a pochi minuti prima non si aspettasse di trovarsi in una situazione simile.
«Gli occhi ti si illuminano, quando pensi a lei o parli di lei» osservò la Young, a quel punto. «Se per te non c'è una donna che possa sostituire Sharon, non è in mia intenzione mancare di rispetto alla tua scelta. Però mi è davvero molto difficile credere che Selena Bernard sia solo un'amica, per te. Sono convinta che, in fondo, ti piacerebbe davvero se tra di voi ci fosse qualcosa di più.»
Mentire non sarebbe servito a molto, quindi Edward si limitò a replicare: «Preferirei non parlare di questo, almeno non in questo momento. Ti prego di non offenderti, ma non sarebbe un discorso facile per me.»
Veronica fece un sorriso.
«Figurati, perché dovrei offendermi? Hai tutto il diritto di non informarmi di quello che fai nella tua vita privata... o di quello che vorresti fare. Voglio solo che tu sappia che avresti la mia benedizione, se ti mettessi insieme a Selena.»
«Grazie, ma sono abbastanza certo che non succederà mai.» Siccome non poteva dire la verità, ma non voleva lasciare il discorso in sospeso e aperto a nuove intromissioni, Edward precisò: «Sia io sia lei abbiamo perso prematuramente le persone che amavamo. Non è facile né per me né per lei voltare pagina. Sarebbe un peso troppo grande da sopportare, per tutti e due.»
Veronica non diede segno di non avergli creduto, proprio come lui aveva finto di credere a Selena, quando l'amica aveva affermato di non avere mai dimenticato Patrick Herrmann.

******

Quando Margaret aveva posto l'inconsueta domanda dettata dall'innocenza dei suoi sette anni, Edward era avvampato.
«Selena, perché non ti sposi con papà? Così potrei avere di nuovo una mamma.»
Per fortuna era andato tutto bene e avevano riso insieme di quella proposta. Quando erano rimasti soli, dopo che Margaret era andata a letto, non ne avevano più parlato ed Edward era ben felice che Selena non tirasse fuori nuovamente il discorso.
Percepiva tra di loro, quella sera, una vicinanza che non aveva mai avvertito prima di allora, ma che aveva sempre sperato, chiedendosi spesso se anche Selena condividesse quella sensazione.
Sembrava finito il tempo delle domande, forse era stata proprio Margaret con le sue parole a scatenare una reazione che nessuno dei due aveva pianificato. Un altro punto di svolta, poi, fu dato dalla stessa Selena, mentre erano seduti l'uno accanto all'altra sul balcone di casa Roberts.
«Posso confidarti una cosa che non ti ho mai detto?»
«Certo.»
«Quando ti ho conosciuto, non mi piacevi molto. Ti trovavo noioso e non capivo perché Patrick avesse una considerazione così alta di te.»
Edward ridacchiò.
«Ora hai cambiato idea, spero.»
«Ho cambiato idea molto tempo fa» ammise Selena. «Quando ho conosciuto Sharon, ho capito che eravate perfetti, sia insieme, sia presi uno per volta.»
«Come mai questo improvviso ripensamento?»
«Perché, appunto, sentivo che Sharon era una ragazza speciale e doveva avere visto in te qualcosa che a me era sfuggito. Non poteva sbagliare.»
Edward adorava il modo in cui Selena rispettava il suo passato. Dopo la morte della consorte si era avvicinato occasionalmente ad altre donne, ciascuna delle quali avrebbe avuto la pretesa che Sharon fosse totalmente dimenticata. Selena non gli avrebbe mai chiesto di mettere da parte sua moglie una volta per tutte, nonostante anche lei dimostrasse di temere di non esserne all'altezza.
Dopo la rivelazione di Selena, toccò a Edward.
«Tu, invece, mi sei piaciuta fin dalla prima volta che ti ho vista. Mi sembravi diversa dalle altre ragazze di Patrick.»
«Ciascuno è diverso a modo suo. Non ero migliore delle altre.»
«Per Patrick lo eri. Lo sai, te l'ho detto mille volte, voleva sposarti.»
«Era una pazzia.»
«Perché? Stavate bene insieme, in fondo.»
«Siamo stati insieme per appena un mese e mezzo e in quel mese e mezzo abbiamo potuto incontrarci poche volte, perché mia madre si opponeva alla nostra relazione.»
A quel proposito, Selena aveva sempre affermato che Alexandra Bernard non ritenesse Patrick l'uomo adeguato per lei, ma Edward non ne era convinto. Aveva sempre avuto l'impressione dell'esistenza di un legame, forse morboso, tra Patrick e la sua impresaria. Si era fatto l'idea, condivisa anche da altre persone che avevano conosciuto entrambi, che Alexandra cercasse semplicemente di tenere Patrick legato a sé. Selena, tuttavia, non aveva mai dimostrato di essere al corrente di una loro ipotetica relazione, per cui Edward aveva sempre evitato di esprimere quel parere in presenza dell'amica.
Per sviare l'argomento anche quella sera, osservò: «Se Patrick non fosse morto, sareste stati senz'altro felici insieme. Si capiva che stavate bene insieme. Patrick stesso mi faceva un'impressione diversa, sembrava più maturo e meno egoista, da quando c'eri tu.»
«Chi può dirlo» replicò Selena, «Chissà come sarebbe finita. La mia vita è stata talmente diversa da quella che pensavo quando avevo vent'anni da non poterlo immaginare. Diciamo che mi sono sempre accontentata di quello che avevo. Tutto sommato non è andata male, anche se sarebbe potuta andare meglio.»
«So che quello che dico può sembrare banale, ma posso capirti. Da quando ho perso Sharon, mi è stato più chiaro quello che devi avere passato.»
Selena lo spiazzò, quando rispose: «Non mi riferivo solo a Patrick, ma anche a quello che è successo dopo. Ormai mi sono messa il cuore in pace su di lui, non c'è più, da tanto tempo, e devo andare avanti. Quello che è successo allora, però, a volte ha condizionato la mia vita. A volte non ho fatto quello che avrei desiderato, mi sono trattenuta.»
A Edward venne spontaneo chiederle: «Cos'avresti voluto fare? Quando hai dovuto trattenerti?»
Si aspettava una risposta dettagliata, nello stile di Selena, ma non arrivò. La sua amica gli si avvicinò di colpo e lo baciò.
Quando le loro labbra si separarono, Selena finalmente parlò.
«Troppe volte non ho seguito l'istinto, perché pensavo ci fosse qualcosa di sbagliato. Una parte di me è sempre stata confinata dentro i limiti che io stessa mi ero imposta.»
«Non c'è niente di sbagliato né in te né in quello che hai fatto» la rassicurò Edward. «Solo, non me lo aspettavo.»
Selena si alzò in piedi.
«Scusa, non avrei dovuto.»
Rientrò in casa ed Edward la seguì.
Q«Non c'è niente di cui tu debba scusarti. Anzi, mi ha fatto piacere.»
Selena accennò un sorriso, ma senza allegria.
«Purtroppo non possiamo fare sempre quello che vorremmo.»
«Invece sì» replicò Edward. «In fondo chi ce lo impedisce?»
Scattò verso di lei e si baciarono di nuovo, mentre Edward si illudeva che tutto potesse cambiare.

******

Era tardi, ma Veronica doveva dedicarsi a un ultimo dovere prima di andare a letto: una videochiamata con Scott, per discutere di alcune questioni pratiche che nemmeno suo marito poteva continuare a ignorare. Separati dallo schermo del tablet, ma uniti da una vicinanza che in pochi potevano comprendere, dovevano prepararsi ad affrontare la situazione.
Scott la accolse con un mezzo sorriso, che senz'altro avrebbe abbandonato presto.
«Ti ho chiamato per Selena Bernard» lo informò subito Veronica. «Non possiamo permetterci di lasciare che Fischer le ronzi intorno. Quel tipo ha intenzioni che potrebbero nuocere a tutti e temo seriamente che la Bernard potrebbe dargli una mano.»
«Sei sicura che sia davvero così pericolosa?» obiettò Scott. «Era solo una ragazzina, a quei tempi.»
«Ragazzina un corno. Aveva vent'anni e poteva già impicciarsi in fatti che non la riguardavano. Non che abbia mai dato segno di volere mettere i bastoni tra le ruote a qualcuno, ma Oliver Fischer non è uno che si arrende facilmente. Se vuole qualcosa da Selena, la otterrà.»
«Pensi sia capace di estorcerle una collaborazione, quindi.»
«No, penso che Selena Bernard sia umana e come tale abbia pulsioni umane. Oliver Fischer è un po' troppo giovane, per lei, ma è un bel ragazzo e ha il suo fascino. La Bernard è single da una vita e potrebbe non resistere facilmente a certe tentazioni. Non possiamo permetterci che questo mandi in vacca tutto il nostro lavoro.»
«Avevi detto che l'avresti fatta tenere sotto stretta osservazione da tuo fratello» le ricordò Scott. «Perché non cerchi di convincerlo a...»
Veronica non lo lasciò finire.
«Ti ho già detto che mio fratello non ha più la possibilità di tenere sotto controllo la Bernard. È un vero peccato, perché almeno avremmo avuto la possibilità di prevedere, seppure solo in parte, le sue mosse. Così, invece, non possiamo fare molto, solo sperare che quello che ho in mente vada bene.»
«Cos'hai in mente?»
«Edward Roberts: nessuno può aiutarci, se non lui.»
«E come?»
«Edward e Selena sono amici.»
«Appunto, se sono amici non accetterà mai di tenerla sotto controllo per nostro conto.»
«Non ce n'è bisogno» puntualizzò Veronica. «A Edward piace Selena, ne sono certa. Oggi ha ricevuto un suo messaggio e sembrava ancora più felice di quando ha ottenuto la pole position per la sprint race. Devo spingere affinché si mettano insieme.»
«E poi? Cosa pensi che succeda?»
«Poi, se tutto andrà come penso, Selena si allontanerà una volta per tutte da Oliver Fischer, che non avrà più la possibilità di giocare le sue carte.»
«E questo dovrebbe bastare?»
«Direi di sì. Va bene, Selena magari ha sentito delle cose che non avrebbe dovuto sentire e potrebbe ricordarsele e farsi un'idea sbagliata, ma non è un pericolo pubblico. Non andrebbe a riferire cose infondate a un giornalista soli per sfizio. Non dobbiamo preoccuparci seriamente di lei, specie considerato che io e te non abbiamo fatto niente di male.»
Scott rise, con amarezza.
«Ne sei proprio sicura?»
«Va bene, non siamo stati proprio cristallini, ma non abbiamo come obiettivo la santità» ribatté Veronica. «Dovevamo sopravvivere e abbiamo preso delle decisioni avventate. Avremmo potuto evitarle, forse, ma sarebbe finita molto male. Abbiamo cercato di cavarcela subendo il minore danno possibile e purtroppo non è andata come speravamo. Non possiamo permettere che una tizia che ai tempi aveva vent'anni e non capiva niente di motori si metta contro di noi a caso perché istigata da un giornalista che ama i sensazionalismi.»
«Sei sicura che Oliver Fischer sia amante dei sensazionalismi?»
«Certo, non vedo altre ragioni per cui dovrebbe interessarsi così maniacalmente a Patrick Herrmann.»
«Ho parlato con lui, qualche volta, e mi sembrava una persona competente» obiettò Scott. «Mi ha dato l'impressione di nutrire un profondo interesse per il passato delle competizioni automobilistiche e di essere piuttosto affascinato dalla figura di Patrick Herrmann, sia come pilota, sia come uomo.»
«Ancora peggio» replicò Veronica. «Se fosse un semplice ciarlatano, avrebbe meno probabilità di fare colpo su Selena Bernard. Invece, se andiamo avanti così ed Edward non si dà una mossa, ho l'impressione che potrebbe davvero accadere qualcosa di spiacevole.»
«Quindi? Come procediamo?»
«Innanzi tutto a Imola ci sarai anche tu.»
«Perché la mia presenza è così necessaria?»
«Perché in quell'occasione Edward inviterà Selena, o almeno è quello che spero. Io, da parte mia, potrò fargli notare quanto lui e quella donna facciano una bella coppia. Tu, da parte tua, cercherai di fare altrettanto.»
«Guarda te cosa mi tocca fare» borbottò Scott. «Come punizione per avere accettato di collaborare con degli invasati, a suo tempo, mi tocca travestirmi da Cupido.»
«Non esagerare, Scott, non ti sto chiedendo niente di difficile. Dopotutto sei tu il titolare del team, qualcosa dovrai pur fare.» Veronica ridacchiò. «Lo sai che siamo sempre stati una squadra vincente. Vedrai, in un modo o nell'altro ce la caveremo anche stavolta, ma dobbiamo andare entrambi nella stessa direzione.»
«Direzione che, ovviamente, hai scelto tu.»
«Chi è, tra di noi, quello che sa gestire un team?»
Scott sbuffò.
«Tu.»
«Ecco, esatto. Tu hai i soldi, io ho il potere. Mi sembra uno scambio equo.»
«Io ho i soldi, tu il potere, ed entrambi dobbiamo stare attaccati al culo di Edward Roberts per convincerlo a mettersi insieme alla sua migliore amica. Sembra di stare in una fan fiction sulla Diamond Formula scritta da una quindicenne e condivisa sui social network.»
«Quel mondo non mi interessa. Se ci sono delle somiglianze, pazienza. Dopotutto sono loro che si ispirano alla realtà.»
«Ho qualche dubbio, ma se lo dici tu...»
«No, io non dico niente, quelle fan fiction non le leggo e non dovresti leggerle nemmeno tu.»
«Infatti non leggo quella robaccia. Non...»
Veronica tagliò corto: «Se fosse un racconto di fantasia, sarebbe tutto molto più facile. Edward e Selena si sarebbero fidanzati più o meno nel secondo capitolo e Oliver Fischer sarebbe soltanto un ricordo lontano. Siccome ha insultato più o meno pesantemente il fidanzato di Selena, lei non vorrebbe avere niente a che fare con lui e quel giornalista da quattro soldi dovrebbe attingere ad altre fonti per scrivere il suo ciarpame su Patrick Herrmann. La realtà è un po' più complessa, ma ce la caveremo.»
«Mi fa piacere che tu ne sia convinta» concluse Scott. «Cerca di non dimenticarti, però, che c'è anche altro di cui dobbiamo occuparci. Abbiamo un campionato da vincere.»
«E lo vinceremo» dichiarò Veronica. «In un modo o nell'altro lo vinceremo. Edward diventerà campione del mondo e finalmente troverà una donna con cui rimpiazzare la sua defunta moglie. Sarebbe un finale da fiaba, altro che fan fiction!»

******

Non solo l'incanto era finito, ma Selena se n'era andata, lasciandogli un biglietto sul tavolo. "Abbiamo sbagliato, non avremmo dovuto spingerci così oltre" lesse Edward, per l'ennesima volta. "Tu amavi Sharon e io amavo Patrick, non possiamo fingere che non fosse così".
Eppure, nonostante Selena lo scrivesse, non si erano spinti "troppo oltre", non era accaduto niente di irreparabile tra di loro. Avrebbero potuto fingere che nulla fosse mai accaduto, che Sharon e Patrick li avessero fermati in tempo, sempre ammesso che ci fosse una ragione valida per fermarli.
Non c'erano motivi per cui il passato dovesse condizionare ogni istante del presente ed Edward era convinto che l'avesse pensato anche Selena, quando aveva abbassato le spalline del'abito che indossava e l'aveva gettato a terra.
Era stato un attimo prima che tutto finisse, senza che Selena menzionasse né Patrick né Sharon. Edward aveva la certezza che in quel momento non stesse pensando a loro, ma non poteva soffermarsi troppo su quelle riflessioni. Prima o poi Margaret gli avrebbe chiesto dove fosse andata Selena e doveva inventare una scusa credibile per giustificare la sua assenza.

******

Se dopo l'infortunio Nakamura sembrava avere perso irreparabilmente qualcosa, in compenso la Strauss si era risvegliata da quel sonno in cui era stata immersa per anni. Veronica non l'avrebbe mai immaginata, prima di quella stagione, capace di lottare per un titolo mondiale. Christine era sempre stata la sorella di Claudia Strauss, non era mai stata presa troppo sul serio, ma sembrava che quell'anno intendesse consumare la propria vendetta. Per fortuna Edward fu capace di contenere i suoi attacchi e tagliò il traguardo della sprint race davanti a lei, seppure con un gap minore di un secondo.
Veronica ricordò la conversazione con Scott avuta la sera precedente. Aveva presentato l'immagine fiabesca di Edward Roberts campione, alla fine della stagione, e un ennesimo tassello capace di avvicinare il pilota e il team all'obiettivo era stato scritto. Il vantaggio era ancora minimo, ma l'importante era essere in vantaggio.
"Almeno questa è andata" si disse Veronica, consapevole di non potersi limitare ad apprezzare le performance sportive. "Devo trovare una scusa per tornare a parlare di Selena con Edward."
Passarono ore, prima che arrivasse il momento opportuno, ma Veronica sapeva essere paziente. Ne approfittò, nei ritagli di tempo, per figurarsi l'intera situazione e cercare di non apparire troppo invadente.
Tutto funzionò proprio come sperava e quando si limitò a chiedere a Edward se avesse deciso di andare a trovare l'amica dopo il fine settimana del Gran Premio di Roma, il pilota le riferì ben di più di quanto Veronica avesse sperato.
«L'ho sentita ieri sera. Mi ha proposto di andare da lei tra una decina di giorni, quando mia figlia avrà le vacanze a scuola.»
«È così bello che Margaret sia legata a Selena» osservò Veronica. «Si chiama Margaret, vero?»
«Sì, come ti ho già detto, Margaret è molto legata a Selena.» Edward rise. «Pensa che, di tanto in tanto, mi chiede perché non la sposo. Dice che sarebbe felice, se io e Selena ci sposassimo.»
«I bambini hanno sempre ragione.»
«I bambini hanno una visione molto semplicistica della vita.»
«Però hanno molti meno problemi nell'accettare situazioni che a noi sembrano inaccettabili.»
«Se ti riferisci all'ipotesi di rifarmi una vita con un'altra donna» replicò Edward, «Preferirei non parlarne.»
«Hai ragione, scusami se mi sono lasciata prendere dall'entusiasmo» si affrettò a rispondere Veronica. «Non voglio dare l'idea di essere un'impicciona.»
«Figurati, non hai detto niente di male. Comunque, per la proposta che mi avevi fatto, penso di poterla accettare.»
«Di che proposta parli?»
«Di portare Selena con noi a Imola. Le ho accennato la cosa, ieri sera, e mi ha detto che per lei non sarebbe difficile prendersi un fine settimana di vacanza.»
«Mi sembra una buona idea.»
«Anche a me.»
«E...» Veronica si finse perplessa, prima di pronunciare le parole che avrebbero potuto stravolgere la situazione. «Senti, Edward, mi prenderai davvero per un'impicciona, ma c'è una cosa che ti devo dire.»
Si interruppe, sperando che Edward la esortasse a continuare. Fu esattamente ciò che il pilota fece.
A quel punto, Veronica azzardò: «Non è che hai paura dei pettegolezzi che potrebbero nascere se tu ti mettessi insieme a Selena?»
«Quali pettegolezzi?»
«Selena ha un figlio.»
«E allora?»
«Il figlio di... Patrick Herrmann.»
Edward spalancò gli occhi, restando in silenzio.
Veronica fece un sospiro.
«Scusa, non avrei dovuto chiedertelo.»
Edward scosse la testa.
«No, non fa niente. Solo, ti sbagli. Patrick non ha mai avuto figli.»
«Non ufficialmente.»
«Il figlio di Selena non è figlio di Patrick» insisté Edward, e l'incredibile era che sembrava sincero.

******

Edward prese il cellulare che Sharon gli porgeva e guardò la foto appena inviata da Selena, che la ritraeva insieme al piccolo Thomas.
«Quel bambino è proprio carino» osservò Edward, «Anche se non riesco a capire a chi somigli.»
Sharon rise.
«Non pensi sia un po' troppo piccolo per vedere delle somiglianze con delle persone adulte?»
Edward ignorò quel commento.
«Mi ricorda un po' Patrick.»
Si aspettava una replica da parte della moglie, anche di essere smentito, eventualmente, ma ottenne solo silenzio.
Fissò Sharon, chiedendosi cosa le passasse per la testa, ma fu questione di poco tempo. Quando riprese a parlare, sua moglie gli confidò, con convinzione: «Credo che questo sia impossibile.»
«Perché dovrebbe?»
«Perché... non ne sono sicura, ma penso che Thomas non sia figlio di Patrick.»
Era un'idea che Edward non aveva mai preso in considerazione.
«Di chi sarebbe figlio, quindi?»
«Non lo so, ma non penso sia figlio di Patrick, da quello che Selena mi aveva raccontato. Ti prego assolutamente di non farne parola con lei, né di chiederle mai di chi sia figlio Thomas...»
Edward la interruppe: «Certo, non mi permetterei mai di fare certe domande.»
«Meglio così» convenne Sharon, «Ma te lo devo dire. Selena e Patrick potevano vedersi soltanto quando Selena accompagnava la madre, davanti ad altre persone, oppure vedersi quando avevano qualche minuto disponibile, per evitare che la signora Bernard si insospettisse, dato che non voleva che Selena e Patrick si frequentassero.»
«E quindi?»
«Due giorni prima che Patrick morisse, Selena mi confidò che dopo la fine del campionato sarebbe partita con Patrick, qualunque cosa ne pensasse sua madre. Disse che era assurdo non potere essere libera di vedere il suo fidanzato e di rimanere da sola con lui.»
«E...?»
Sharon alzò gli occhi al cielo.
«Ti devo fare un disegno per fartelo capire? Selena e Patrick hanno potuto amarsi solo platonicamente.»

******

Nakamura tagliò il traguardo della main race davanti a tutti, inseguito da De Rossi, ma senza che l'italiano si dimostrasse mai un serio candidato alla vittoria. Il compagno di squadra di Edward, per di più, commise uno dei suoi soliti errori quando mancava soltanto mezzo giro alla conclusione del Gran Premio di Roma: si fece strappare il secondo posto da Christine Strauss, consentendo all'austriaca di salire a novantacinque punti in classifica, riducendo il proprio svantaggio. Con i sette punti della quarta posizione, Edward arrivava a novantasette, appena due lunghezze in più rispetto alla rivale.
Ironia della sorte, fino al completamento dei due terzi della gara ne era stato il leader incontrastato, arrivando ad acculumare un vantaggio di undici secondi sul pilota giapponese del team Albatros, per giunta dopo una brutta partenza di Christine che l'aveva fatta precipitare nelle zone basse della top-ten. Mentre viaggiava verso la possibilità di allungare in classifica, tuttavia, una foratura improvvisa aveva scombussolato i suoi piani, ed era stato anche relativamente fortunato, riuscendo a rientrare ai box senza perdere troppo tempo. L'obiettivo avrebbe dovuto essere cercare di terminare la gara davanti alla Strauss, ma a quel punto era già risalita fino al terzo posto, facendo sì che Edward potesse contare soltanto sulla "collaborazione" del suo compagno di squadra. Purtroppo De Rossi era al livello dei top-driver soltanto in poche occazioni e il Gran Premio di Roma, evidentemente, non era stata una di quelle.
Sul podio risuonava l'inno giapponese, con probabile grande soddisfazione dei nipponici rimasti alzati fino a tardi per assistere all'evento alla televisione. In patria, Nakamura era quasi un'istituzione, nonostante la Diamond Formula avesse già avuto un campione del mondo giapponese e Shinji non fosse il loro compatriota di maggiore successo.
Era uno di quei giorni che avrebbero dovuto finire il prima possibile, per il bene di tutti, ma per Edward sarebbe stata ancora una lunga giornata. Per qualche minuto, però, voleva concedersi il lusso di non pensare, andare a farsi una doccia e cambiarsi, dimenticandosi di tutto il resto.
Poco più tardi, con indosso la t-shirt con i colori team, il verde e il turchese, attese qualche istante prima di andare al consueto incontro con i media. Prese il cellulare e controllò se Selena si fosse fatta viva. Il giorno precedente gli aveva scritto per complimentarsi per la vittoria e, con una certa soddisfazione, Edward notò che anche quel giorno gli aveva inviato un messaggio.
"Che sfortuna. Se non fosse stato per quella gomma maledetta, sarebbe stata un'altra vittoria!"
Quelle parole lo fecero sorridere. Per fortuna la sua vita privata non somigliava alla gara disputata quel pomeriggio, altrimenti la sua amicizia con Selena avrebbe potuto finire male, dopo gli eventi dell'autunno precedente. Si erano sentiti poco, da quando Selena se n'era andata via da casa sua lasciandogli un misero biglietto, sei mesi prima, ma i messaggi che si erano scambiati quel fine settimana avevano avuto l'effetto di una molla, che scattando aveva stravolto la situazione. Seppure Edward non sapesse come comportarsi con Selena, una volta che si fossero incontrati dal vivo, sentiva di potere trovare un modo per relazionarsi con lei. Da parte sua, avrebbe evitato di parlare dei fatti che li avevano allontanati, con la speranza che Selena decidesse di fare la stessa cosa.
Per il momento, tuttavia, aveva qualcosa di ben più semplice di cui occuparsi, ovvero rispondere al messaggio che la Bernard gli aveva spedito.
"Già, proprio sfiga nera" le scrisse. "Me la sono vista brutta, per fortuna sono riuscito a finire la gara, anche se non è andata come doveva."
Si mise il telefono in tasca, anche se difficilmente avrebbe potuto dargli un'occhiata prima della fine delle interviste, ma da lì lo tolse subito: lo smartphone vibrò. Evidentemente Selena gli aveva già scritto.
Ebbero una breve chat, nei cinque minuti che seguirono:
"A Imola ti rifarai. Sei un pilota migliore di Christine, però non dirlo né a lei né a sua sorella!"
"Hai paura che Claudia ti cacci via a calci, invece di invitarti nel box come l'altra volta?"
"Penso che sappia che sei tu il mio preferito, anche se cerco di non espormi troppo. Meglio non farsi dei nemici."
"Sono io quello che rischia di farsi dei nemici, se divento troppo popolare. Chris ci sta prendendo gusto a stare al centro dell'attenzione."
"Se sua sorella non si fosse ritirata, non avrebbe mai avuto questa chance."
"È inutile pensare a cosa sarebbe successo se questo o quell'altro pilota non si fosse ritirato. La carriera di ciascuno di noi è frutto di opportunità e talento, ma anche di eventi casuali."
"Deve essere dura non potere avere tutto sotto controllo."
"Quando sfiori i muri alle nostre velocità, non puoi dare tutto per scontato. Se avessi voluto avere tutto sotto controllo, avrei cambiato mestiere molto tempo fa."
"Non riesco a immaginarti fare un altro lavoro."
"Nemmeno io."
"Scusa, non avrei dovuto parlartene adesso. La gara è finita da poco, avrai bisogno di rilassarti un po'."
"Figurati se posso rilassarmi. Mi aspetta un incontro con un branco di lupi inferociti."
"Giornalisti?"
"Esatto, proprio loro. Vedrai che qualcuno riuscirà a dire che, se una gomma ha deciso di abbandonarmi nel momento meno opportuno, la colpa è solo mia. Tieni d'occhio il collega di Emma Dupont."
"Chi, Fischer?"
"Proprio lui. Vedo che lo conosci di fama."
"Veramente non lo conosco solo di fama, ma è una lunga storia."
"Okay, me la racconterai un'altra volta. Adesso non ho voglia di pensare a Fischer, anche se presto dovrò vederlo, e si sta facendo tardi. La Young si starà chiedendo che fine ho fatto e magari sui social qualcuno starà già sparlando di me perché non mi comporto bene con la stampa arrivando in ritardo all'incontro con i media."
"Ci sentiamo stasera, allora."
"Sì, ti chiamo io. A presto."
Per rimanere lontano dalle tentazioni, Edward spense addirittura il telefono: rimanere a chattare con Selena era un'alternativa molto allettante, ma non praticabile.
Se la gara era stata molto sfortunata, non poté dire lo stesso delle interviste che la seguirono: quando arrivò il turno della famigerata rete televisiva per la quale lavorava Fischer, invece di ritrovarsi di fronte lui, fu accolto dalla presenza rassicurante di Emma Dupont, una persona sempre controllata, se non in gioventù, quando Patrick si lamentava di come la moglie di Keith Harrison avesse avviato una sorta di crociata contro di lui, dettata dai loro contrasti.
Al termine delle formalità di rito, Edward si sentiva molto meglio di come si fosse sentito in attesa della peggiore parte di un weekend di gara. Era convinto di avere ormai scampato ogni incontro con Oliver Fischer e di potersi finalmente mettere alle spalle tutto - Veronica Young non avrebbe certo infierito, in una giornata simile - quando una voce, dietro di lui, lo chiamò.
«Ehi, Roberts.»
Edward si girò lentamente. Gli sembrava di avere riconosciuto colui che aveva parlato, ma sperava di sbagliarsi. Non era un errore, scoprì, si trattava proprio di Oliver Fischer. Non restava altro da fare che scoprire cosa volesse da lui, ma del resto non ci sarebbe voluto molto tempo.
Il giornalista lo fissava allo stesso modo in cui Edward avrebbe potuto fissare un trofeo stando sul gradino più alto del podio. Per fortuna non c'erano telecamere, quindi non era necessario prepararsi al peggio. Anche le parole di Fischer, realizzò Edward, sembravano piuttosto accomodanti: «Hai fatto una buona gara, oggi. Peccato per la sfortuna, eri nettamente più competitivo di Nakamura.»
Edward replicò: «Grazie per la considerazione, ma non è la prima volta in cui sono più competitivo di Nakamura.»
«Va beh, questa è stata una stagione travagliata per lui» puntualizzò Oliver Fischer. «Sembra che non si sia ancora ripreso al cento per cento dall'incidente.»
Edward alzò le spalle.
«Shinji non è mai stato al cento per cento, nonostante la stampa l'abbia sempre incensato e in Giappone la gente si strappi le vesti per lui.»
«È normale che sostengano il loro pilota di casa.»
«Sarà anche normale, ma in Inghilterra non vedo lo stesso entusiasmo per me.»
«Gli inglesi sono dei puristi del motorsport tradizionale. Hanno avuto dei campioni del mondo di Formula 1, in tempi non troppo lontani, e vanno fuori di testa per loro. Tu, in fondo, sarai anche nella Diamond Formula da tanti anni, ma non hai...»
Edward lo interruppe, ipotizzando dove volesse andare a parare: «Non ho mai vinto un titolo, lo so. L'affetto dei tifosi, però, non dovrebbe dipendere solo dal numero di titoli che vinci. Anche perché, se così fosse, Nakamura non dovrebbe avere tifosi.»
«Giusta osservazione» si arrese il giornalista. «Comunque non sono venuto da te per parlare di Nakamura.»
«Non sono sicuro di avere tempo da perdere» mise in chiaro Edward, «Né sento l'impellente desiderio di parlare con te.»
«Non mi interessa che tu voglia parlare con me o no» ribatté Oliver Fischer. «Sei qui, quindi mi ascolterai, dato che intendo rubarti solo un minuto.»
«Io misuro il tempo in millesimi di secondo, un minuto è un'infinità.»
«Eppure ne sprechi vari con questi giri di parole. Volevo solo scusarmi per quello che ho detto l'altra volta. Non avrei dovuto mettere in mezzo la tua signora.»
«Non preoccuparti. Mi sei sempre sembrato una persona squallida, fin dalla prima volta che mi hai fatto una domanda durante una conferenza stampa. Con quell'uscita su mia moglie ti sei solo limitato a confermare quanto vali davvero.»
«Credo che tu stia confondendo due situazioni completamente diverse» obiettò Fischer. «In conferenza stampa facevo solo il mio lavoro. Non sono pagato per metterti su un piedistallo allo stesso modo in cui i tifosi giapponesi mettono su un piedistanno Shinji Nakamura. Ho espresso considerazioni piuttosto condivise tra me e molti miei colleghi...»
«Sì, può darsi, ma quando hai messo in mezzo mia moglie ti sei comportato da stronzo» tagliò corto Edward.
«Se tu mi avessi lasciato finire, avrei detto la stessa cosa.»
«Mi fa piacere che tu lo ammetta, ma questo non cambia le cose. Non ho tempo da perdere con te, qualunque cosa tu abbia da dirmi.»
Fischer precisò: «Era solo questo che volevo dirti. Non so che idea tu ti sia fatto di noi, ma noi giornalisti non siamo un branco di iene affamate pronte a inseguirvi di continuo per rendervi la vita impossibile.»
Edward obiettò: «In molti casi ci andate vicini.»
«Quelli come te, però, non fanno niente per facilitare il nostro lavoro.»
«Veramente mi sembra di essere sempre stato fin troppo accomodante, nelle occasioni ufficiali. Sai quante volte avrei voluto mandarti a quel paese in diretta?»
«Lo posso immaginare, ma posso immaginare anche che tu non possa fare esattamente quello che vuoi. Hai una squadra a cui rendere conto delle tue azioni.»
«Non lasciarti ingannare dalla compostezza di Veronica Young. Se mandassi a cagare chi se lo merita, non avrebbe niente da ridire. Dietro la donna di classe che sei abituato a vedere c'è molto di più.»
Oliver Fischer fece una mezza risata.
«Non sono certo di considerare Veronica Young una vera donna di classe.»
Edward alzò gli occhi al cielo.
«Avrei dovuto aspettarmelo. Immagino che non ci siano persone di cui hai un'idea positiva, a parte forse Christine Strauss.»
Oliver gli strizzò un occhio.
«Allora dillo che rosichi perché pensi che io preferisca la tua avversaria.»
«Sicuramente» borbottò Edward, sprezzante. «La notte non riesco a prendere sonno, sapendo che non sei un mio sostenitore.»
«Io, invece, quando non prendo sonno, ripenso al passato e a quanto certi piloti abbiano sprecato le loro occasioni migliori. Se posso darti un consiglio, non sottovalutare Christine Strauss. Sulla carta puoi batterla e lo sai, ma sarà proprio questa tua convinzione a fregarti.»
«Stai cercando di psicanalizzare i miei risultati?»
«No, sto cercando di aprirti gli occhi.»
«Non ce n'è bisogno, gli occhi li ho già aperti da solo.»
Oliver Fischer sospirò.
«Hai ragione, sono l'ultima persona al mondo che potrebbe dirti di fare attenzione a Christine Strauss, ma...»
Edward lo interruppe: «Esatto, hai detto bene, sei l'ultima persona al mondo che può farlo. Perché non te ne torni a occuparti degli affari tuoi? Se non ho capito male, stai scrivendo un libro sul passato della Diamond Formula. Perché non ti occupi di passato, appunto, lasciando in pace chi vuole vivere nel presente?»
«Quel libro parla di Patrick Herrmann.»
«L'avevo sentito dire.»
«So che era un tuo caro amico.»
«Esattamente.»
«Allora non dovresti screditare così tanto il passato» puntualizzò Oliver Fischer. «So che ammiri Patrick Herrmann e che lui ammirava te.»
«Figurati, non mi permetterei mai di screditare il passato» rispose Edward. «Mi limito a screditare il tuo lavoro, perché sarà sicuramente lo specchio di come sei tu.»
«E poi siamo noi giornalisti che screditiamo il lavoro degli altri...»
«Allora vorrà dire che tu continuerai a screditare me e io continuerò a screditare te.»
Fischer sorrise.
«Ci sto. Mi sembra la soluzione ideale per entrambi. Sarai libero di criticare il mio libro su Patrick Herrmann, se e quando uscirà.»
«Cosa ti dice che io intenda leggere quello che scrivi tu?»
«Sono convinto che si debba giudicare un'opera per quella che è e non per chi l'ha scritta. In fondo sono convinto che anche tu voglia saperne di più, a proposito della vita di Herrmann e di quello che gli è successo.»
«Ha avuto un incidente rovinoso ed è morto, tutto qui. Che cos'altro c'è da dire?»
Oliver Fischer lo guardò negli occhi.
«Facile ripetere quello che hanno sempre detto anche gli altri, pur senza mai esserne convinti davvero? Tanto lo so che non credi nemmeno tu alla versione ufficiale, anche se adesso corri per la Dynasty così come se niente fosse.»
Edward abbassò lo sguardo. Che senso aveva negare l'evidenza solo per i contrasti avuti con quel giornalista?
«No, non ci credo» ammise, infine. «In quell'incidente c'è sempre stato qualcosa di oscuro, anche se non credo affatto che la colpa sia di Veronica e Scott Young.»
«Difficile a dirsi, erano la team principal e il titolare della Dynasty Racing.»
«Sai una cosa, Fischer? Dovresti imparare a guardare oltre a quello che hai davanti al naso. Può darsi che tu da ragazzino fossi un fanboy di Patrick e che, di conseguenza, ti sia convinto che gli Young l'abbiano mandato deliberatamente a morire, ma la realtà è più complessa delle convinzioni che ci mettiamo in testa da ragazzini. Forse, quando inizierai a pensare da adulto, smetterai di essere un giornalista di merda.»


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