domenica 18 aprile 2021

Il Sussurro della Farfalla - Puntata n.8 (blog novel)

Se nella scorsa puntata abbiamo scoperto la dinamica dell'incidente in cui Patrick ha perso la vita, in questa scopriamo invece che cosa ne è stato di Selena nei mesi successivi.
In questa puntata si parla comunque anche della Diamond Formula e dei suoi appassionati... e per certi versi delle loro "perversioni", se così si può dire. Vi auguro una buona lettura. <3


«Domani partiamo.»
Selena alzò lo sguardo. Non si era accorta dell'ingresso di sua madre nel soggiorno. Abbassò il volume del televisore e domandò, nonostante avesse capito perfettamente: «Cos'hai detto?»
«Ho detto che domani partiamo» ripeté Alexandra.
«E me lo dici adesso?»
«Sì, te lo dico adesso. Mi sembra di averti lasciato abbastanza tempo per raccogliere tutte le tue cose.»
«Come vuoi. Dopo vado a preparare lo zaino.»
«Non hai sentito nessuno, vero?»
«No.»
«Ti ho comprato una sim nuova. Per tutto il tempo in cui staremo via, voglio che tu tenga spento il tuo numero attuale.»
«Perché?» obiettò Selena. «Non ti fidi di me? Pensi che non possa recuperare una copia dei miei contatti?»
«Sì che mi fido di te» rispose Alexandra, ed era la prima osservazione positiva sul proprio conto che Selena sentiva uscire dalla sua bocca da molto tempo. «So che non chiamerai nessuno. Qualcuno, però, potrebbe chiamare te. Non dobbiamo correre rischi. Ti rendi conto, vero, che è fondamentale vivere nella riservatezza più assoluta, nei prossimi mesi?»
«Sì, me ne rendo conto.»
«Meglio così. Non avrei potuto sopportare l'idea che tu non stessi dalla mia parte.»
Selena puntualizzò: «Ho accettato di fare quello che faremo per senso del dovere, non per farti un favore. Dal momento che tu non hai voluto abortire né vuoi dare il bambino in adozione, non c'erano alternative. In fondo è mio fratello.»
Alexandra le scoccò un'occhiata di fuoco.
«Non osare mai più ripetere una cosa simile.»
«Ma è la verità.»
«No, non lo è. Non lo è mai stata. Quel bambino diventerà tuo figlio e devi abituarti a pensarlo come tale. Sarà una tragedia se ti lascerai scappare la verità con qualcuno. Ti rendi conto del pericolo a cui stai esponendo entrambe e il bambino stesso?»
«Ehi, calmati» sbottò Selena. «Ci siamo solo io e te. Nessuno può sentirci.»
«Non importa se ci siamo solo io e te o se qualcuno può sentirci. Pretendo che ti abitui a chiamare le persone con il loro nome. E quel bambino è figlio tuo, sono stata chiara?»
«Chiarissima.»
«Non voglio problemi da parte tua.»
«Me l'hai già detto.»
«È meglio ribadirlo un'altra volta. Sei solo una ragazzina, Selena. Non hai capito niente di come vanno le cose, nella vita. Quindi la mia raccomandazione è sempre la stessa: continua a non capire, limitati a eseguire gli ordini. È questo che devono fare le ragazze della tua età, eseguire gli ordini di chi ha davvero importanza e non intralciare le altre persone con le loro cazzate. Ripetilo, Selena. Ripeti: "sono una nullità, non sono capace di badare a me stessa e mi rendo conto di dovere fare tutto quello che mi chiedi".»
Selena spalancò gli occhi.
«Mamma, tutto bene?»
«No, non va tutto bene. E sai perché? Perché esisti. Perché ti ho tenuta nonostante tu fossi un problema molto più grande del bambino che nascerà tra sei mesi. È stato l'errore più grande della mia vita. Non hai mai fatto nulla di utile o di costruttivo, hai solo rovinato la vita a me e a chi ti stava intorno. Perfino quel poveretto che sostenevi di amare è morto... ed è stata una liberazione, per lui, ne sono certa.»
«Patrick aveva molti altri modi per liberarsi di me.»
«Non cambiare discorso. Mi hai rovinato la vita quando sei nata, me l'hai rovinata tante altre volte nel corso di questi vent'anni... Dovresti solo ringraziarmi se ti offro la possibilità di riscattarti.»
Selena sospirò.
«Va bene, mamma, come vuoi tu.»
Sperava che quella risposta bastasse per convincere sua madre a lasciarle un po' di respiro, ma aveva sopravvalutato la propria capacità di persuadere Alexandra Bernard.
«Selena, hai parlato con qualcuno di Patrick?»
«Con chi?»
«Non so, amici dell'università?»
«No.»
«Questo rischia di essere un problema. Hai delle amicizie così strette da far insospettire qualcuno, se scopriranno che hai avuto un figlio senza avere mai sentito parlare di un fidanzato?»
«Non c'è nessuno con cui ho un'amicizia profonda. Se vuoi che sia più chiara in proposito: no, non c'è nessuno che sappia con certezza se ho avuto un fidanzato, in questi ultimi tempi. Se e quando li rivedrò o li sentirò di nuovo e scopriranno che ho un figlio, non credo che faranno domande. Se dovessero farmele, mi limiterò a rispondere che non voglio parlare del padre del bambino, dal momento che non farà parte né della sua vita né della mia.»
Alexandra fece un sospiro di sollievo.
«Oh, meno male. Temevo fossi una di quelle idiote che raccontano alle loro amiche ogni dettaglio della propria vita intima.»
«Beh, io non sono così.»
«Almeno una cosa decente sei riuscita a farla, nella tua esistenza. Brava, Selena. Resti sempre una nullità, ma c'è qualche speranza che un giorno tu possa diventare una donna con la testa sulle spalle.»

******

Thomas era già partito e presto sarebbe stato il turno di Edward e Margaret. La bambina stava guardando i cartoni animati alla televisione, mentre Selena si stava concedendo con Edward un'ultima conversazione prima dei saluti.
«Thomas già mi manca» confidò Selena all'amico. «Non penso che, quando me ne andavo per tornare a scuola, mia madre o mio padre abbiano mai sentito la mia mancanza, né che sentissero quella di mio fratello. Non ci hanno mai fatto mancare nulla dal punto di vista materiale, ma di affetto non ce ne hanno mai dato molto.»
«Non pensare al passato» le suggerì Edward. «Pensa al presente e al futuro. Tu sei una madre migliore di quello che è stata la signora Alexandra per te. Hai un buon legame con tuo figlio e sono certo che tra vent'anni non interromperà i contatti con te, come hai fatto tu con tua madre.»
Da parte di qualcun altro, Selena non sarebbe stata molto felice di una simile intromissione, ma Edward era al corrente, almeno in linea di massima, di quali fossero i suoi rapporti con la donna che l'aveva messa al mondo.
Ci tenne a fare una sola precisazione: «Non sono io che ho voluto chiudere i contatti con mia madre. La decisione è stata sua, mi sono limitata ad accettarla.»
«Non hai mai fatto niente per farle cambiare idea?»
«Non cambierà idea, ma credo sia meglio così. Quelle poche volte in cui ci siamo riviste, si sono riaperte per entrambe delle ferite che sarebbe meglio chiudere.»
Edward rimase in silenzio per qualche istante, poi le chiese, a bruciapelo: «Tua madre era innamorata di Patrick, vero?»
Selena sussultò.
«Cosa te lo fa pensare?»
In quel momento non aveva il coraggio di guardare negli occhi Edward che, da parte sua, era carico a molla.
«Conoscevo bene Patrick, lo sai. Ho sempre avuto il sospetto che la sua impresaria nutrisse un certo attaccamento nei suoi confronti.»
Selena sbuffò.
«Sì, un attaccamento abbastanza morboso.» Tanto valeva dire la verità, o almeno una parte di verità difficile da negare. Di certo Edward non avrebbe sospettato tutto il resto. «Si era messa in testa non so cosa e, quando le è stato chiaro che Patrick era innamorato di me, non l'ha presa molto bene.»
«Patrick temeva che lo abbandonasse?»
«In un certo senso sì, ma era convinto di potere vincere il mondiale. Nessuno avrebbe avuto il coraggio di voltare le spalle al campione del mondo in carica, nemmeno se avesse perso uno sponsor importante.»
«Credo che, se le cose fossero andate diversamente, Patrick avrebbe vinto davvero quel campionato.»
Selena alzò le spalle.
«Cosa importa, ormai.»
«Avrebbe proseguito la sua carriera nel migliore dei modi, anche senza la sponsorizzazione di tua madre.»
«Non c'è bisogno che mi rassicuri» ribatté Selena. «Patrick voleva aspettare la fine del campionato - era abbastanza certo di potere rimanere in Diamond Formula anche se avesse vinto Harrison, visto quello che aveva dimostrato durante tutta la stagione - per confessare a mia madre quello che lei sapeva già. Non ha fatto in tempo, e non saprei se dire purtroppo o per fortuna.»
«È davvero squallido che tua madre non voglia più vederti per quello che è successo tra te e Patrick. Mi pare di capire che sia questa la ragione.»
Selena annuì.
«Diciamo di sì.» Si girò a guardare Edward. «Comunque non devi preoccuparti. Ho già trentacinque anni, ormai, me la cavo senza mia madre da molto tempo e sono capace di badare a me stessa.» Sorrise. «Non ci sono problemi per me. Mia madre ha la sua vita e io ho la mia. Evidentemente era destino che le cose andassero a questo modo.»
«Ho conosciuto poco tua madre» ammise Edward, «Ma una convinzione ce l'ho: se Patrick si è innamorato di te, non è solo perché eri molto più giovane di tua madre. Alexandra Bernard era una persona difficile da compiacere, in tutti i sensi... e non so come avesse fatto, in un primo momento, Patrick a fare colpo su di lei.»
«Oh, è molto semplice. È andato a letto con lei, che è quello che mia madre desiderava.» Per non destare sospetti sulle tempistiche del concepimento di Thomas, Selena mentì: «Naturalmente è successo solo ed esclusivamente all'inizio della loro collaborazione, poco dopo Patrick ha messo in chiaro che non poteva esserci un futuro. Mia madre ha deciso di non tirarsi indietro, probabilmente convinta che un giorno avrebbe cambiato idea.»
«Patrick ti aveva parlato della loro relazione?»
«No, era già terminata da molto tempo e, quando era accaduto qualcosa tra di loro, non era nemmeno al corrente della mia esistenza. L'ho scoperto io, da sola... in ogni caso, ci avrebbe pensato mia madre a sbattermi tutto in faccia, prima o poi.»
«Non vorrei essere scortese, ma posso chiederti come l'hai presa?»
«Il passato era passato, per me è sempre contato solo il presente» disse Selena, cercando di apparire convincente. «Per me e Patrick contavamo solo noi due. Quello che era successo prima, sia nella sua vita sia nella mia», aggiunse sapendo che Edward aveva il sospetto che Thomas fosse il frutto di una sua relazione precedente, terminata poco prima del suo incontro con Herrmann, «Non aveva più importanza, per noi.»
«Eppure sapevi di Kathy Di Francesco e di Emma Dupont.»
«Quello lo sapevano tutti. Sono le prime cose che Patrick mi ha raccontato di sé, quando non stavamo ancora insieme. Ci teneva che non scoprissi i suoi scheletri nell'armadio da altri. La faccenda di mia madre era diversa, non era una storia risaputa. Ma come mai tutto questo interesse per mia madre, oggi?»
Edward rise.
«Lascia stare. Qualche giorno fa ho parlato di Alexandra Bernard con una persona e, dato che tu l'hai citata, mi è venuto spontaneo farti tutte queste domande. Spero di non essere stato invadente.»
«No, figurati, ma mi piacerebbe sapere chi è la persona con cui hai parlato di mia madre» replicò Selena. «Per caso è stato il portiere che ti ha fatto delle domande?»
«Oh, no, è stato il giornalista della porta accanto.»
«Hai parlato con Oliver Fischer?!»
«Sì.»
«Pensavo non lo sopportassi.»
«L'ho rivalutato» confessò Edward. «È seriamente interessato a Patrick e al passato della Diamond Formula. Sta scrivendo un libro in proposito.»
«Lo so.»
«Ne ha parlato anche con te, immagino. No del libro, di Patrick, intendo.»
«Sì. Anche con me ha parlato di mia madre. Non scriverà molto su di lei, però. Gli ho detto che non mi farebbe piacere. Spero che tu non gli abbia raccontato dei dettagli che sarebbe meglio mantenere riservati.»
Edward puntualizzò: «Non ho mai conosciuto esplicitamente dettagli riservati. So solo quello che mi hai detto tu, ma me l'hai detto oggi. Quando ho parlato con Fischer non avevo la certezza che Patrick fosse stato a letto con la signora Alexandra, in qualche momento passato. Gli ho raccontato solo che quella donna aveva un legame che non mi piaceva particolarmente con Patrick. Dopotutto è vero, sono sempre stato convinto che Alexandra Bernard avesse una pessima influenza su di lui o che in qualche modo lo condizionasse. Pur avendolo aiutato molto, ho sempre pensato che per Patrick sarebbe stato meglio non avere a che fare con lei.»
«Vedo che mia madre si è data molto da fare per farsi apprezzare» borbottò Selena. «Non riesco a capacitarmi di come non sia mai riuscita, nella sua vita, ad attirarsi le simpatie di nessuno, Parker escluso.»
«Magari nemmeno lui è un santo» azzardò Edward.
Era l'esatta verità, ma Selena non poteva dirlo ad alta voce.
Si affrettò a cambiare discorso: «A che ora devi partire?»
Edward guardò l'orologio.
«Adesso, purtroppo.»
Per quanto a Selena dispiacesse vederlo andare via, provò almeno un po' di sollievo a quella notizia. Qualche minuto più tardi accompagnò l'amico e sua figlia fino al pianoterra.
«Ci vediamo presto, allora» la salutò Edward.
«Già, a Imola» confermò Selena. «Ci sentiamo, nel frattempo, per accordarci meglio.»
Lo guardò allontanarsi, poi salì le scale. Incontrò Oliver per caso - oppure per un caso dettato dalla volontà del giornalista stesso - che usciva di casa.
«Complimenti» gli disse. «Sei riuscito a parlare con Edward senza farti prendere a calci nel culo.»
Oliver sorrise.
«Prima o poi inizio a piacere a tutti.»
«Non sono sicura che Edward sia disposto a dire che gli piaci, ma è già un passo avanti. A proposito, spero non abbiate parlato di me.»
«Gli ho detto che è un uomo fortunato» le riferì Oliver, «Perché sta insieme a una come te. Edward, però, ha smentito. Quindi, dato che non sei impegnata con lui, posso permettermi di chiederti quando vuoi uscire di nuovo con me?»
Selena gli strizzò un occhio.
«Se ti dicessi mai?»
Oliver puntualizzò: «Non ti ho chiesto se vuoi uscire con me, ma quando. Ho dato per scontato che la risposta all'altra domanda sarebbe stata sì.»

******

Solo dopo essere giunta presso la casa nella quale dovevano nascondersi, Selena realizzò che non avrebbe potuto mai più avere una vita davvero normale. Sua madre, nel suo tentativo di convincimento, si era focalizzata soltanto sugli aspetti più materiali, come la necessità di qualcuno che si occupasse del nascituro, rassicurandola a più riprese. Il futuro che si prospettava, tuttavia, era fatto di qualcosa di più: i soldi di Alexandra Bernard avrebbero potuto pagare qualsiasi bambinaia o governante, ma non avrebbero mai reso Selena libera dal peso che portava sul proprio cuore.
Aveva sempre cercato di avere buoni rapporti con tutti, ma non aveva mai avuto amicizie profonde, né si era mai innamorata di nessuno prima di conoscere Patrick. Era sempre stata una persona indipendente e lontana dai legami forti, ma era accaduto più per circostanze che per scelta. Non si era mai preclusa la possibilità di avere amicizie strette, un giorno, ma sarebbe stato molto difficile. La prospettiva di dovere mentire a persone che per lei significavano poco era accettabile, ma come avrebbe potuto fingere costantemente con gente alla quale era seriamente affezionata?
Non aveva mai provato a parlarne con la madre, perché sapeva che non sarebbe stata compresa. Il dottor Parker, conosciuto da pochi giorni, non l'aveva ancora inquadrato bene. Sembrava più disponibile al dialogo di Alexandra, ma d'altronde quale sconosciuto si sarebbe permesso di deridere e ridicolizzare la figlia di una donna che lo riempiva di soldi?
Il medico dal quale Alexandra intendeva farsi assistere durante la gravidanza e durante il parto trascorreva parecchio tempo a casa loro, tanto da essere invitato a stabilirsi lì in pianta stabile. Selena non sapeva se fosse un bene o un male, ma presto l'avrebbe scoperto.
Il dottore si avvicinò a lei, da solo, un pomeriggio durante il quale Selena stava guardando distrattamente dalla finestra, chiedendosi come sarebbe stato potere scendere in strada anche solo per fare due passi. Ovviamente era vietato, anche se da quelle parti nessuno conosceva né lei né sua madre.
«A cosa pensi?»
Selena sussultò. Non l'aveva sentito arrivare, né si aspettava che il dottore volesse fare conversazione con lei.
«Scusami» disse Parker, «Non volevo spaventarti.»
«Non fa niente, è tutto a posto.»
«Ho visto che eri qui tutta sola e ho pensato che avessi bisogno di un po' di compagnia» chiarì il dottore. «Tua madre non ti parla quasi e ho avuto l'impressione che ti farebbe bene scambiare qualche parola con qualcuno.»
Selena scosse la testa.
«No, a me va bene così. Preferisco il silenzio.»
«È triste sentire una ragazza della tua età dire qualcosa di così pessimista.»
«Non sempre il silenzio è male. Non sono pessimista.»
«Beh, tanto ottimista non lo sembri...»
«Non è necessario scegliere se essere ottimisti o pessimisti» precisò Selena. «Non mi pongo limiti di questo genere, anzi, vivo la vita per come viene.»
«A me sembra che tu la viva come vuole tua madre» replicò il dottor Parker. «Ti ammiro per quello che hai deciso di fare per lei, ma posso chiederti il perché di questa scelta?»
«A volte» rispose Selena, «Gli altri non possono capire le nostre scelte. Non le capiamo nemmeno noi, fino in fondo. Ho cercato di fare il bene mio, di mia madre e del bambino, tutto qui.»
«Pensi di potere essere una buona madre?»
«Non lo so.»
«Pensi che tua madre non lo sarebbe?»
«Mia madre non vuole crescere quel bambino come suo figlio» gli ricordò Selena. «Non sono sicura che sarebbe in grado di amarlo come merita.»
«Avresti potuto persuaderla a cambiare idea.»
«No, non avrei potuto. Tra di noi c'è solo una persona capace di persuadere gli altri a fare qualsiasi cosa... e quella è mia madre, non sono io.»
«In pratica mi stai dicendo che ti sei trovata in questa situazione e non sei stata capace di opporti.»
«Una cosa del genere.»
«Mi dispiace per te.»
«Non deve essere dispiaciuto, dottor Parker. In fondo non avevo ancora deciso fino in fondo cosa fare del mio futuro. Mia madre ha deciso per me e ho accettato la sua decisione.»
«Continuerai a studiare, quando il bambino sarà nato?»
«Sto continuando a studiare. Dopo la nascita del bambino, vorrei riprendere a frequentare i corsi.»
«A tuo padre cos'hai detto? E a tuo fratello?»
Selena sospirò.
«Niente. Non li ho chiamati e loro non hanno contattato me.»
«Un giorno, però, dovrai spiegare a entrambi che hai avuto un figlio.»
«Ci inventeremo qualcosa.»
Il dottor Parker le posò una mano su una spalla.
«Sappi che, qualunque cosa accada, io sarò dalla tua parte.»
Selena si voltò verso di lui.
«Credevo fosse dalla parte di mia madre.»
«Siete dalla stessa parte, in fondo, anche se non ve ne siete ancora accorte.»
«Forse se ne sarà reso conto, mia madre non ha una grande stima di me.»
«Sì, invece, tua madre ti stima tantissimo. Hai vent'anni e ti ritiene in grado di occuparti di suo figlio.»
«Un figlio che non le interessa.»
«Credi davvero che non le interessi?» obiettò il dottor Parker. «Se non ci tenesse a quel bambino, se ne sarebbe liberata quando era ancora in tempo. Ti sei mai chiesta perché abbia deciso di non abortire?»
«Non mi chiedo che cosa passi per la testa a mia madre» replicò Selena. «Sarebbe uno sforzo troppo grande e non arriverei comunque a una spiegazione. Prendo per buono quello che viene, senza andare a cercarne le cause.»
«Dovresti farlo, invece. Dovresti sforzarti di comprenderla.»
«Se avessi dei buoni motivi, lo farei.»
«Sai chi è il padre del bambino?»
«Mia madre non me l'ha mai detto.»
«Però lo sai.»
Selena scosse la testa con fermezza.
«No, non parlo con mia madre della sua vita privata. Non so se avesse un compagno, quando il bambino è stato concepito, o se sia frutto di una relazione occasionale. Non lo so e non lo voglio sapere. Non voglio sapere niente della sua vita, come lei non ha mai voluto sapere niente della mia.»
«Quanta amarezza, Selena. Non ti stupire se tua madre non vuole avere un vero e proprio rapporto con te, se ti comporti così. Non hai mai cercato di venirle incontro.»
Selena alzò le spalle.
«Allora siamo almeno in due.»
«Sono sicuro» ribatté il dottor Parker, «Che tua madre abbia fatto tantissimo per te.»
«Sì, mi ha fatto vivere una vita molto agiata, frequentare scuole di primo livello e presentato occasionalmente gente famosa, specie imprenditori o amministratori delegati di grandi aziende» rispose Selena. «Per il resto, non posso dire di avere ricevuto molto altro da lei. Mi è capitato più di una volta di chiedermi come sarebbe stato nascere in una famiglia che poteva offrirmi il minimo indispensabile ma essere amata.»
«L'amore è un concetto astratto» puntualizzò il dottor Parker. «Tua madre ha risposto con fatti concreti.»
«Sì, certo, ha risposto con fatti concreti» sbottò Selena. «Mi ha dato in mano delle carte di credito perché potessi comprarmi tutto quello che volevo.»
Il dottor Parker le chiese: «Non ti sembra di essere egoista a pretendere di più?»
Selena gli spiegò: «Sono iscritta a un'università pubblica. Molti dei miei compagni di corso non sono ricchi. Quando erano ragazzini dovevano chiedere i soldi ai loro genitori ogni volta che volevano comprarsi uno zaino o un paio di jeans. Però hanno avuto genitori che li accompagnavano a comprarsi quello zaino o quei jeans. È questo che mi è mancato nella vita e, finché ho frequentato scuole private, circondata da ragazzini con il mio stesso status sociale, non mi sono mai accorta che mi stavo perdendo qualcosa.»
«Sono certo che un giorno capirai che tua madre aveva ragione.»
«Io, invece, sono certa del contrario. Giorno dopo giorno finirò per allontanarmi sempre di più da lei.»
«Puoi ancora tornare indietro. Se ti senti rifiutata da tua madre, dovresti provare a farti un esame di coscienza. Nessuno viene rifiutato senza ragione.»
«Sono certa che le ragioni ci siano. Si accumulano continuamente. Ne nascono sempre delle nuove.»
«So che a tua madre non piaceva l'idea che tu frequentassi Patrick Herrmann. Potresti provare a parlarle, a dirle che ti sei pentita di quello che hai fatto, che aveva ragione lei.»
Selena spalancò gli occhi.
«Perché mi sta dicendo questo?»
«Perché il tuo rapporto con Herrmann era comunque qualcosa di malato» rispose il dottor Parker. «Patrick era un uomo adulto, tu una ragazzina.»
«Ho vent'anni» chiarì Selena. «Patrick ne aveva ventotto.»
«Secondo tua madre, era una differenza d'età troppo grande.»
«Strano, perché la differenza d'età tra me e Patrick è esattamente la stessa che c'è tra i miei genitori. Mia madre e mio padre avevano più o meno l'età mia e di Patrick, quando si sono messi insieme. Non ci vedo niente di scandaloso.»
«Comunque tra di loro non ha funzionato, hanno divorziato dopo pochi anni di matrimonio. Forse anche tu e Patrick vi sareste lasciati.»
«Chiunque può essere lasciato dal proprio partner. In base a questo presupposto, nessuno dovrebbe fidanzarsi.»
«Credo che tua madre ti stia rifiutando perché non vuoi capire» concluse il dottor Parker. «Non approvo il suo comportamento, ora che Patrick Herrmann non è più un problema, ma avresti dovuto ascoltarla. Avresti dovuto lasciarlo, invece di compromettere per sempre il vostro rapporto.»
Selena puntualizzò: «Mia madre non mi ha mai impedito di frequentare Patrick Herrmann.»
«Per forza» ribatté il dottor Parker. «Sapeva che non l'avresti fatto. Sei troppo egoista per pensare alle esigenze degli altri, Selena. Su questo non puoi dare torto ad Alexandra.»
«Ho diritto a vivere la mia vita come voglio. O almeno ce l'avevo prima.»
«Anche tua madre aveva il diritto di vivere la propria vita come voleva. Hai mai pensato che ci fossero ragioni valide per cui voleva che tu stessi lontana da Patrick?»
«Di cosa sta parlando, dottor Parker?»
«Resti tra noi, ma tua madre amava quell'uomo.»
«E lei cosa ne sa?»
«So molte più cose di quanto tu possa immaginare, Selena. Non avresti dovuto metterti tra di loro. Sei una bella ragazza, avresti potuto avere qualsiasi ragazzo avessi voluto. Invece no, desideravi proprio lui.»
«Mia madre non mi ha mai parlato di una sua relazione con Patrick Herrmann» precisò Selena. Dopotutto almeno quello era vero. «Perché avrei dovuto intuire da me che dovevo tirarmi indietro? Non le sembra di pretendere troppo da me?»
Il dottor Parker ridacchiò.
«Hai ragione, e comunque non ha molto senso parlarne adesso. Per fortuna Patrick Herrmann è morto e sepolto.»
«Per... fortuna?»
«La sua presenza avrebbe potuto farvi solo del male, sia a te sia a tua madre. È andato tutto come doveva andare, non trovi?»
Selena scosse la testa.
«Trovo che un medico dovrebbe difendere la vita umana, non compiacersi della morte altrui.»
Il dottor Parker sentenziò: «Patrick Herrmann metteva deliberatamente la propria vita in pericolo. Non ho ragioni per pensare che la sua morte sia stata una grande perdita. Tu eri accecata dall'amore, ma un giorno troverai l'uomo giusto per te e Patrick ti sembrerà il nulla.»
Selena abbassò lo sguardo.
«Non credo sia possibile, per me.»
«Cosa?»
«Trovare un altro fidanzato.»
«Non essere ridicola. Tante madri single riescono a trovare un uomo.»
Selena annuì.
«Sì, lo so, ma non è il mio caso. Io non potrò farlo.»

******

Era stata una serata tranquilla. A cena con Oliver, Selena non si era mai sentita a disagio, né il giornalista aveva detto o fatto nulla che la infastidisse. Non avevano parlato di nulla di importante, lasciando da parte almeno per un'ora o due il libro su Patrick Herrmann e le faccende relative alla Diamond Formula di quindici anni prima.
Oliver non si era nemmeno esposto più di tanto con un certo tipo di allusioni, ma Selena non si illudeva che continuasse così molto a lungo. Infatti, poco dopo avere terminato il dessert, il suo amico osservò: «È strano come a volte tu mi sembri così inarrivabile, anche se adesso sei qui con me e chiunque potrebbe scambiarci per una coppia.»
Nonostante tutto, a Selena sfuggì un sorriso.
«Non sono inarrivabile.»
«Invece devi esserlo, se sei stata sola per così tanti anni.»
«Hai mai pensato che potrebbe essere stata una scelta mia?»
«Certo, appunto per questo ti ho definita inarrivabile» rispose Oliver. «Patrick Herrmann non era solo un grande pilota, ma anche un uomo molto fortunato. Avere conosciuto te deve essere stato il momento più bello della sua vita.»
«Non ne sono sicura» obiettò Selena. «Patrick aveva una vita piena, della quale era soddisfatto. L'amore era solo una parte del tutto. L'idea che per lui tutto potesse dipendere da me non mi alletta. Credo che le persone debbano avere comunque una propria indipendenza, non focalizzarsi solo ed esclusivamente sulla persona che amano.»
Oliver ridacchiò.
«La penso esattamente come te. È un ulteriore segno.»
«Un segno di cosa?»
«Saresti la mia donna ideale. Spero che tu te ne renda conto prima che sia troppo tardi.»
«Sì, può essere che io sia la tua donna ideale» ribatté Selena, «Ma questo non implica che tu sia l'uomo ideale per me.»
Oliver le strizzò un occhio.
«Potresti aggiungere anche "ti vedo solo come un amico", già che ci sei.»
«No, non mi piacciono questi cliché» rispose Selena. «E poi non sono convinta che tu sia solo un amico. In un'altra vita, in un'altra situazione, magari le cose sarebbero state diverse.»
«Perché, che cosa c'è che non va in questa vita?»
«Ci sono tante cose che non vanno. Comunque non ti sto sbattendo la porta in faccia. Se tu volessi venire con me a fare shopping o portarmi a ballare, non avrei niente in contrario.»
Oliver rise.
«Davvero verresti a ballare con me? Chiedo perché lo shopping mi annoia.»
Selena propose: «Domani sera?»
Oliver confermò: «Domani sera.»

******

Stava scendendo la sera, in Europa, e mancavano appena venti minuti all'inizio del gran premio degli Stati Uniti di Diamond Formula. Selena accese la TV giusto in tempo per vedere comparire sul teleschermo Emma Dupont, che narrava di come l'Indianapolis Road Course fosse la sede sia di un evento di Diamond Formula sia di uno di Formula 1, che si svolgevano a una settimana di distanza l'uno dall'altro, e di come per la Diamond Formula potesse considerarsi un progresso avere avuto finalmente una propria data, invece di fare da gara di contorno a quella che era ancora considerata la massima serie automobilistica.
«Sebbene il pubblico americano conosca relativamente poco le competizioni a ruote scoperte con una base prevalentemente europea» continuò a spiegare la Dupont, «la Diamond Formula sta ricevendo anche da queste parti una grande attenzione, dimostrando che non sono i marchi storici ad attirare i tifosi, ma la passione che emerge da questo campionato, che non fa altro che offrire competizione di alto livello e piena di colpi di scena.»
Selena non poté fare a meno di chiedersi come dovesse sentirsi Emma a recitare quel copione. La Diamond Formula e la sua imprevedibilità, pochi mesi prima, le avevano portato via il marito e non c'era dubbio che fosse stato l'incidente nel quale avevano perso la vita sia Patrick sia Keith ad accendere i riflettori sulla Diamond Formula, facendola conoscere e - con una certa dose di sadismo - apprezzare anche da chi l'aveva snobbata fino a quel momento.
Era impossibile che la Dupont non fosse giunta alle stesse conclusioni, ma si comportò con grande professionalità, continuando a parlare in tono neutro fino alla fine del servizio, nel quale fece i nomi dei piloti favoriti per il campionato, affermando implicitamente che avrebbero raccolto il testimone di Herrmann e Harrison, ora che i due non c'erano più. Era ammirevole che riuscisse a comportarsi così, e chi sosteneva fosse lì dov'era solo grazie al matrimonio con Keith Harrison o perché il suo volto bucava lo schermo si sbagliava di grosso.
Il servizio terminò e a seguire trasmesse inquadrature direttamente dalla griglia di partenza, sulla quale le vetture si erano già posizionate. Selena intravide Edward Roberts e le sfuggì un sorriso. Chissà come stavano lui e Sharon. Le dispiaceva avere interrotto i contatti con loro, ma chissà, un giorno, dopo la nascita del bambino, avrebbe potuto fare qualcosa per rivederli.
Stava ancora sorridendo quando il dottor Parker entrò in soggiorno.
«Tua madre sta riposando» la informò.
«Bene» mormorò Selena, senza troppo entusiasmo.
«Non si sentiva al cento per cento, oggi» proseguì il dottore, «E immagino che non ti senta troppo bene neanche tu, se stai ancora a guardare quella robaccia.» Indicò il televisore. «Patrick non tornerà più, è inutile guardare la Diamond Formula, non credi?»
«So benissimo che Patrick non tornerà più» puntualizzò Selena. «Non c'è bisogno di ricordarmelo ogni giorno. Ho deciso di guardare il gran premio perché ho voglia di vedere il gran premio, tutto qui.»
«Ci sono sicuramente cose più costruttive alle quali potresti dedicarti.»
«Sì, lo so, dovrei andare a fare una passeggiata fuori... ma non posso.»
«Smettila di rinfacciare a me e a tua madre quello che stai facendo» replicò il dottor Parker, che più il tempo passava e più pendeva dalle labbra di Alexandra, ormai abbandonato il suo atteggiamento iniziale di benevolenza nei confronti di Selena. «Sei stata tu a volerlo, ora non puoi lamentarti. E, per cortesia, spegni quel televisore. Se tua madre scoprisse che guardi la gara, come ci rimarrebbe?»
«Non mi sono posta il problema.»
«Malissimo. Quello che è successo al tuo pseudo-fidanzato potrebbe essere rovinoso per la reputazione del marchio di sua proprietà. Adesso viene associato alla morte. Herrmann era proprio un uomo inutile, solo capace di distruggere qualsiasi cosa. Ha rovinato la vita di tua madre... e il peggio è che non lo sa nemmeno. È stato tutto facile, per lui, ormai è morto, non ha più problemi. Tua madre, invece, è condannata a un orribile sofferenza e tu, invece di sentirti colpevole perché te la intendevi con quell'uomo di merda, fai di tutto per renderle le cose ancora più difficili. Sei un'egoista insensibile, Selena. Spegni quella televisione prima che sia troppo tardi.»
«Mia madre è a letto» obiettò Selena. «Non sa cosa sto facendo.»
Il dottor Parker obiettò: «Una ragazza responsabile non dovrebbe compiacersi di nascondere quello che fa alla propria famiglia... ma credo sia inutile spiegartelo. In questi mesi ti ho conosciuta, non sei in grado di renderti conto del periodo che tua madre sta vivendo.»
«Mia madre, mia madre, mia madre...» sbottò Selena. «La smetta, dottor Parker. Sappiamo benissimo entrambi che ho fatto più di quanto dovessi, per mia madre, e che continuerò a farlo. Non sto rinfacciando niente a nessuno, sto solo mettendo in chiaro che questa situazione sta diventando insostenibile anche per me e che mi toccherà viverla ancora per mesi. In più le sue accuse sono ridicole. Che cosa starei nascondendo a mia madre? L'intenzione di guardare una corsa automobilistica alla televisione? Le sembra un segreto di grande portata?»
«Sei solo una bambina, Selena. Purtroppo non ti limiti a fare quello che dovrebbero fare le brave bambine, ovvero tacere e obbedire. Mi ritengo fortunato a non avere mai avuto figli. Figli come te rovinerebbero la vita a chiunque. Avresti dovuto imbottirti di droga come fanno tutti gli sfaccendati della tua età.»
«La maggior parte dei miei coetanei non sono tossicodipendenti.»
«Nel tuo caso è un vero peccato. Se tu fossi stata stroncata da un'overdose molto tempo fa, Alexandra sarebbe stata una donna felice.»
Selena spense il televisore, si alzò in piedi e annunciò: «Vado a vedere la Diamond Formula nella mia stanza.»
Fece per uscire dal soggiorno, ma il dottor Parker la afferrò per un braccio.
«Tu non vai da nessuna parte.»
«Il problema era che mia madre poteva entrare da un momento all'altro, giusto?» replicò Selena. «Se guardo la gara nella mia stanza, i suoi occhi innocenti non si sottoporranno di certo a uno spettacolo così raccapricciante come la Diamond Formula. Non ne uscirà turbata. È la soluzione migliore per tutti, non trova?»
Il dottor Parker rise.
«Non hai capito proprio niente, dolcezza. Tu non puoi fare quello che vuoi. Sei un oggetto nelle mani di tua madre ed è così che ti devi comportare. È la giusta punizione per ciò che hai fatto.»
«Cos'avrei fatto?»
Il dottor Parker la strattonò, sbattendola contro al muro.
«Hai reso infelice tua madre. Hai reso infelice Alexandra.»
«Credo che mia madre le abbia fatto il lavaggio del cervello. Sono i soldi a farla apparire come una santa?»
«Alexandra è una donna determinata, pronta a fare tutto quello che è necessario fare. Tu, invece, non sai fare nulla. L'unica cosa che tu abbia mai fatto? Fare gli occhi dolci a quell'inutile pilota e permettergli di spezzare il cuore di tua madre. Non so come abbia fatto una donna sicura di sé come Alexandra a prendersi una sbandata per uno come Patrick Herrmann, ma quello stronzo l'ha lasciata per te solo per denigrarla. Tu, povera ingenua, ti sei fatta usare, solo perché aveva un bel paio di occhi azzurri ed era ricco e famoso.»
Selena gli ricordò: «I soldi non c'entrano niente, non ho mai pensato di avere la necessità di trovare un uomo ricco.»
Il dottor Parker la ignorò.
«Più ti guardo e più mi chiedo che cos'abbia trovato Patrick Herrmann in te. Voglio dire, come uomo non valeva niente, però si è ritrovato pur sempre a dover scegliere tra te e Alexandra... e non c'è il minimo paragone. Si vede che hai delle doti nascoste.» Le lasciò andare il braccio e alzò la mano fino ad accarezzarle i capelli. «Perché non mostri anche a me chi sei veramente? Magari potrò capire meglio sia Patrick Herrmann sia te e il tuo spirito di ragazzina che non vuole stare alle regole.»
Selena indietreggiò.
«Mi lasci in pace.»
Il dottor Parker ridacchiò.
«Altrimenti cosa fai?»
«Altrimenti vi abbandono.»
«Da sola e senza soldi, dopo essere stata abituata a vivere nel lusso... Certo, come no. Cosa pensi di potere fare?»
«Di genitori che mi hanno riempita di soldi ne ho sempre avuti due. Per quanto il rapporto con mio padre non sia mai stato particolarmente stretto, rimane pur sempre migliore di quello che ho con mia madre. Per male che vada, se proprio non dovessi riuscire a cavarmela da sola, avrei comunque una scappatoia.»
«Quindi stai dicendo che non intendi mostrarmi le tue abilità, perché puoi permetterti di non farlo?»
«Sto dicendo proprio questo.»
«Peccato. Sono convinto, comunque, che prima o poi cambierai idea. Io sarò qui ad aspettarti.»
«Rimango sempre ferma sulle mie idee e la mia attuale idea è che lei sia un uomo disgustoso.»
Il dottor Parker ribatté: «Sono certo che, quando Patrick Herrmann ti faceva questo genere di avance, non lo consideravi un uomo disgustoso.»
«Patrick Herrmann mi ha sempre trattata con rispetto» rispose Selena, «Ma è inutile che perda tempo a spiegarglielo. Sa benissimo cosa voglio dire, fa solo finta di non capirmi, perché le conviene. E ora, per cortesia, si levi di mezzo e mi lasci andare nella mia stanza a guardare il gran premio.»
«Vai, ragazzina» la schernì il dottor Parker. «Vai a guardare venti cretini che girano in tondo rischiando di ammazzarsi e a pensare al tuo cretino personale, che ormai si trova già sotto quattro metri di terra, ovvero esattamente dove merita di stare.»
«E lei vada a vegliare su mia madre» gli suggerì Selena. «Dicono che Dio li fa e poi li accoppia. Voi siete senz'altro la coppia ideale.»
Il dottor Parker non replicò. Per il momento doveva essersi arreso, ma Selena sapeva che, prima o poi, sarebbe tornato alla carica. Mancava ancora troppo tempo al parto e, nonostante la sua minaccia, non sarebbe riuscita ad andare via. In fondo al cuore le dispiaceva che la vita sentimentale di sua madre fosse andata a rotoli per causa sua. In un modo o nell'altro, Alexandra e quel maledetto dottor Parker erano davvero riusciti a farla sentire colpevole.
Entrò nella propria camera e chiuse la porta a chiave, chiedendosi se un giorno o l'altro sarebbe riuscita a superare quell'assurdo senso di colpa. Nel frattempo accese il televisore, sul canale che trasmetteva la gara della Diamond Formula.
Si sedette sul letto e, mentre aspettava il giro di formazione, prese il cellulare. Nonostante il cambio di sim, con quella originale confiscata da sua madre per impedirle di avere contatti con gli amici di un tempo, era riuscita a conservare i numeri che aveva nella rubrica copiandoli nella memoria del telefono all'insaputa di Alexandra.
Scorse la rubrica, fino al numero di Sharon, la fidanzata di Edward Roberts.
"Sono Selena Bernard" le scrisse. "Questo è il mio nuovo numero. Spero che Edward faccia una buona gara, oggi".
Per il momento non ricevette risposta, ma si sentì comunque più sollevata. Ovviamente non avrebbe potuto raccontare a Sharon nulla di quello che stava succedendo, ma percepire un minimo di vicinanza era tutto ciò di cui aveva bisogno in quel momento.
Dopo avere scritto quel SMS appoggiò il cellulare sul comodino e si concentrò sulla Diamond Formula. O meglio, ci provò, perché le riusciva difficile non pensare al futuro, un futuro in cui sarebbe stata madre di un bambino che non era suo, ma in cui avrebbe potuto allontanarsi una volta per tutte da sua madre e dal dottor Parker. Doveva resistere. Il figlio rifiutato di Alexandra meritava una vita migliore di quella che la sua madre naturale avrebbe potuto offrirgli.

******

Era stata una serata meravigliosa, l'unico dispiacere di Selena era che fosse terminata, ma ormai era tardissimo e né lei né Oliver erano abituati a quegli orari.
Mentre Selena parcheggiava nel proprio posto auto, seduto al suo fianco, il suo accompagnatore osservò: «Domani mi sentirò un cadavere ambulante. Le discoteche dovrebbero aprire prima e chiudere prima.»
«Non dirlo a me» ribatté Selena. «Non sono più giovane come una volta.»
«Non dire queste cose davanti a tuo figlio» le suggerì Oliver. «I ragazzini di quell'età potrebbero capire male e Thomas finirebbe per pensare che a trentacinque anni si è già vecchi.»
Selena fece una risata.
«Hai ragione, è proprio il tipo di ragionamento che Thomas potrebbe fare.»
Si slacciò la cintura di sicurezza e, proprio nel momento in cui faceva per aprire la portiera, Oliver la trattenne.
«Aspetta, c'è una cosa di cui dobbiamo parlare.»
«Se mi devi fare una dichiarazione, rimanda a domani» ribatté Selena. «Anzi, per meglio dire, oggi.»
«No, non devo farti una dichiarazione» ribatté Oliver. «È una faccenda seria. È da tempo che te lo vorrei chiedere, ma mi mordo sempre la lingua e mi trattengo. Adesso sono troppo stanco per fare questo sforzo. Poi sì, penserai che sono uno sfacciato... ma dopotutto è vero. Thomas l'hai adottato, giusto?»
Selena sussultò.
«Cosa?!»
«Hai adottato Thomas, vero?» insisté Oliver. «Non è tuo figlio. O meglio, lo è, ma non biologicamente.»
«Non so come ti venga in mente un'idea così assurda» sibilò Selena. «Sono le tre di notte passate e...»
«Sono le tre di notte passate» replicò Oliver, «Ma mi sembri fin troppo indispettita da questa domanda.»
«Lo sono.»
«Eppure l'adozione è una bella cosa, no?»
«Certo che lo è. Permette di dare una famiglia ai bambini che non l'hanno.»
«Eppure hai reagito come se ti avessi chiesto qualcosa di improponibile» le fece notare Oliver. «Ti sei sentita colta sul fatto, o qualcosa del genere.»
Selena cercò di metterlo a tacere.
«Tu hai problemi seri.»
Oliver la smentì: «No, sei tu che hai problemi seri. Sei tu che ti stai nascondendo da anni.»
Selena si girò di scatto verso di lui.
«Tu non sai niente di me. Non permetterti mai più di farmi domande del genere su mio figlio.»
«Sì, ti senti colta sul fatto» confermò Oliver. «Hai un grosso segreto e ti senti come se fosse stato violato.»
«Adesso mi hai stancato. Avanti, scendiamo dalla macchina e andiamocene a casa. Ciascuno a casa propria, intendo.»
«Non c'era bisogno che tu lo specificassi. Immagino che non mi inviterai a trascorrere la notte con te, così come posso immaginare che tu ed Edward dormivate in camere separate, quando è stato da te.»
«Esatto. Tra me ed Edward c'è solo una profonda amicizia.»
«Posso immaginarne la ragione.»
«No, non puoi immaginare niente... e, te lo chiedo per cortesia, smettila di farti fantasie assurde sulla mia vita.»
«Non sono fantasie» insisté Oliver. «Credo di avere ricostruito come sono andate le cose: Thomas è figlio della signora Alexandra, che con la complicità del medico al quale sta insieme l'ha fatto risultare figlio tuo, forse perché il padre era Patrick Herrmann, l'uomo che aveva "osato" rifiutarla. Tu hai accettato e l'hai sempre considerato come un figlio, anche se, di fatto, non lo è. Questo, però, ti ha costretta a vivere con questo grosso segreto.»
Selena abbassò lo sguardo. Non se la sentiva più di mentire, non dopo che Oliver aveva intuito tutta la verità, o quasi.
Fece un sospiro e si arrese.
«Come lo sai? E cosa vuoi per non raccontarlo in giro?»
«Non preoccuparti, ho solo un grosso intuito. Il tuo segreto non è in pericolo. Io, da parte mia, sarò muto come una tomba. Thomas è figlio tuo, ormai, non di Alexandra.»
Selena scosse la testa.
«Ma quale intuito, tu sei una maledizione, Oliver. Sembri l'ennesima maledizione che mia madre mi ha gettato addosso.»
«Sì, può darsi che io sia una maledizione, ma forse sei tu che sei la maledizione di te stessa» ribatté Oliver. «Posso immaginare tutto il resto: tu e Patrick costretti a vedervi solo in mezzo alla gente...»
Selena cercò di interromperlo.
«Questo non c'entra.»
«C'entra eccome, invece.»
«Mi pareva stessimo parlando di Thomas.»
«Appunto. Tutti credono sia figlio tuo e di Patrick, ma tu e lui, posso immaginare, non siete mai riusciti ad andare a letto insieme.»
«Avevamo già appurato la verità sul suo concepimento, mi pare.»
Oliver annuì.
«Sì, ma adesso mi stavo focalizzando sull'altro pezzo di verità. Tu non sei stata né con Patrick né con nessun altro dopo di lui, giusto?»
«Cosa stai insinuando?»
«Scusa per l'invadenza, di solito non mi permetterei mai, ma sto insinuando che tu sia vergine e che per nascondere questo non proprio piccolo dettaglio a Edward tu abbia deciso di rinunciare a lui. Dopotutto sarebbe difficile spiegargli la verità su Thomas.»
Selena rimase in silenzio.
Oliver attese per un tempo che le parve infinito prima di riprendere: «Non hai niente da dire?»
«Una domanda ce l'avrei» ammise Selena. «Conosci alla perfezione solo il passato o hai anche la possibilità di prevedere il futuro?»
«Prevedo il futuro. Un giorno ti renderai conto che per liberarti della tua verginità in contrasto con il tuo status familiare ti basta solo trovare qualcuno con cui fare sesso.»
«Ci avevo pensato, molti anni fa. Ho rimorchiato un tizio in un bar.»
«E poi?»
«Poi ha detto cose orribili contro la Diamond Formula e i piloti, quindi ho cambiato idea.»
Oliver aprì la portiera, apprestandosi a scendere dall'auto.
«Beh, se basi le tue decisioni su questi, sappi che io i piloti della Diamond Formula li ammiro tutti, perfino i più scarsi.»


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