Gran Bretagna: per la prima volta da quando è iniziata la stagione ci sono finalmente venti vetture al via, però nessuna di esse è una Ferrari. La Scuderia di Maranello, infatti, ha deciso di non partecipare al gran premio in segno di solidarietà con uno sciopero degli operai metalmeccanici che si stava svolgendo in quei giorni in Italia (così riporta la pagina inglese di Wikipedia, quantomeno).
La pole position è andata a Brabham, che ha preceduto il compagno di squadra Denny Hulme, mentre seguivano Dan Gurney (Eagle), Graham Hill (BRM) e Jim Clark (Lotus) nelle prime cinque posizioni della griglia. Brabham ha conservato la prima posizione al via, anche se le cronache scritte accennano a un suo breve e fugace duello con Hill prima che arrivassse la pioggia, mentre in seguito si è installato inizialmente in seconda posizione Jochen Rindt (Cooper), al quale è poi succeduto il compagno di squadra Surtees. Gurney frattanto si è ritirato a causa di un guasto al motore.
In un secondo momento, tuttavia, Hulme è tornato in auge ed è stato lui a classificarsi secondo, facendo doppietta insieme a Brabham: i due hanno staccato notevolmente tutti i piloti che li seguivano e Hill ha concluso sul gradino più basso del podio precedendo Clark. Mentre Surtees è stato costretto al ritiro, Rindt è invece arrivato quinto, mentre l'ultimo punto se l'è aggiudicato, arrivando sesto, Bruce McLaren a bordo di una vettura della propria scuderia.
Olanda: la Ferrari è tornata, con Lorenzo Bandini e Mike Parkes al volante, quest'ultimo si è anche classificato in quinta posizione nelle qualifiche. Brabham e Hulme hanno fatto 1/2 in qualifica, mentre dietro di loro si è qualificato Clark in terza posizione precedendo Gurney. Diciotto vetture avrebbero dovuto prendere il via, stavolta, ma McLaren non è riuscito a schierarsi a causa di un guasto al motore.
Non ci sono cronache scritte molto approfondite degli eventi di gara, ma quello che è certo è che Clark è stato il principale avversario di Brabham in questo gran premio, lottando con lui per la prima posizione e in realtà occupandola per tutto il tratto centrale della gara (di fatto è stato il pilota con il maggior numero di giri percorsi in testa) prima di essere costretto a una sosta ai box a causa di un problema tecnico che gli ha fatto perdere molto tempo.
Il pilota scozzese ha quindi dovuto accontentarsi di concludere in terza posizione, mentre Brabham ha vinto e Graham Hill si è classificato al secondo posto. Ci sono stati diversi ritiri, nel corso della gara, tra cui quelli di Rindt e Parkes a causa di incidenti, poi Gurney, Hulme e Surtees a causa di problemi tecnici. Jackie Stewart e Mike Spence sulle BRM invece hanno portato a termine la gara, classificandosi quinto e sesto, mentre la Ferrari ha visto la luce della zona punti con il sesto posto di Bandini.
Germania: di nuovo gara bagnata come in Gran Bretagna, stavolta Brabham ha portato a casa una quarta vittoria dietro fila, stavolta dopo un lungo duello con Surtees che l'ha seguito molto da vicino fintanto che un problema tecnico non l'ha portato a dovere desistere e accontentarsi della seconda piazza, con il compagno di squadra Rindt che completava il podio. Hill, Stewart e Bandini hanno completato la zona punti, dopo il ritiro di Gurney che al momento si trovava in quarta posizione, nelle fasi conclusive dell'evento. Clark, che partiva dalla pole, ha perso alcune posizioni al via per poi ritirarsi pochi giri dopo per incidente, probabilmente favorito da un'errata scelta di gomme.
Questa, in sintesi, è stata la gara dei big, ma purtroppo per presentarvi un po' il risultato ho filtrato molto gli eventi, quindi parliamo di John Taylor. Innanzi tutto, c'erano ventinove entries, di cui undici erano delle Formula 2, messe per riempire il circuito più lungo del mondiale. Di queste Formula 2, nove hanno visto la luce della partenza, facendo sì che ci fossero ventisette vetture totali in pista. Diversamente da quanto accaduto in altri momenti, la griglia è stata stilata dalle posizioni effettive conquistate in qualifica, e non mettendo le Formula 2 in fondo.
Tra i piloti di Formula 2 c'erano anche nomi che sarebbero divenuti alquanto altisonanti: Jacky Ickx, Jean-Pierre Beltoise, Pedro Rodriguez... Ickx era il migliore dei piloti F2 in griglia, sedicesimo. Scattava invece venticinquesimo Taylor su una Brabham privata, una Formula 1.
Era il primo giro quando Taylor ha cozzato violentemente contro la vettura di Ickx. Non ci sono inquadrature dell'incidente, ma solo quelle di una nuvola di fumo che si alzava in lontananza. Era il 1966 quindi non importava se un'auto stava andando a fuoco, la gara continuava così come se niente fosse. Non sono molto chiare le dinamiche dell'incidente, tutto ciò che è certo è che la vettura di Taylor stava andando a fuoco, lasciando il pilota con gravi ustioni.
Era il suo quinto gran premio di Formula 1 in carriera, avendo debuttato nel GP di Gran Bretagna ddel 1964, per poi tornare in Formula 1 nel 1966 a partire dal GP di Francia, nel quale si era qualificato sesto ottenendo il suo unico punto nella massima categoria. Tra il 1963 e il 1966 inoltre aveva disputati diversi gran premi non championship, con miglior risultato un quinto posto ad Aintree nel 1964.
Non sarebbe sopravvissuto alle ustioni riportate nell'incidente e sarebbe deceduto l'8 settembre 1966, quattro giorni dopo rispetto al gran premio successivo, quello di Italia. Erano passati solo due anni dal precedente incidente mortale in Formula 1, quello di Carel Godin de Beaufort sempre al Nurburgring.
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