Ce l'abbiamo fatta: sono arrivati sia il momento delle qualifiche, sia quello della sprint race. Mentre in pista Edward e Christine si stanno apprestando allo scontro finale, fuori c'è chi trama a loro favore o contro di loro.
Ci sono anche delle citazioni motoristiche ispirate alla nostra realtà, che potrebbero aiutarvi, qualora non abbiate già capito quale sia l'anno di ambientazione, a risolvere questo dubbio.
Tenendo in mano uno scatolone di cartone, Gigi Di Francesco si fece accompagnare dalla cameriera nello studio della sua ex moglie Kathy. Sapeva di non essere gradito all'interno di quella casa, e soprattutto di non avere ragioni ritenute valide dalla sua ex signora per presentarsi in quel luogo, ma era stanco di doversi adeguare alle richieste altrui. Aveva quindi fatto credere alla domestica di essere un corriere che aveva avuto l'incarico di consegnare un pacco alla signora Yves in persona, motivo per cui gli era stato concesso di entrare.
Prima di palesarsi attese che la cameriera si allontanasse. Solo a quel punto si rivolse a Kathy.
«Buon pomeriggio, cara.»
Seduta alla scrivania, la sua ex moglie sussultò, nell'udire la sua voce.
«Si può sapere cosa ci fai qui? Chi ti ha fatto entrare?»
«Quell'oca svampita che mi ha aperto la porta, a cui tu hai detto di mandarmi qui.»
«Chiudi, la cameriera potrebbe sentirti» lo mise in guardia Kathy. «Serve discrezione, se proprio devi stare qui.»
Gigi fece ciò che gli era stato ordinato.
«Posso sedermi?»
«Gradirei che tu te ne andassi.»
«Non hai motivo per mandarmi via» replicò Gigi, rimanendo comunque in piedi. «Non sarei venuto qui, se tu non avessi spento il telefono.»
«Quando avevamo contatti regolari» gli ricordò Kathy, «Non avevi ancora fatto dei casini.»
«Non ho fatto casini» obiettò Gigi. «Ho solo fatto ciò che dovevo fare.»
«Ma Emma Dupont...»
«Emma Dupont sarebbe ancora viva e vegeta, se Tommaso avesse badato ai fatti suoi. Non so cosa si siano messi in testa lui e Alexandra, ma avrebbero dovuto rimanerne fuori.»
Kathy annuì.
«Sì, hai ragione, avrebbero dovuto restarne fuori, o almeno non avvicinarsi a Emma. Non ce n'era bisogno. L'unico problema era quel cazzone di Fischer.»
«L'ho ascoltato, alla televisione, prima di venire da te» la informò Gigi. «Inizio a comprendere come mai una nullità come lui abbia fatto successo.»
«In che modo?»
«Per come parla.»
«Perché, come parla?»
«Sa coinvolgere.»
«Non ci ho mai fatto caso» ammise Kathy. «Quando lo sento parlare in TV, di solito cambio canale.»
«Fai male. Non capisco come mai tu abbia sempre provato così poco interesse per la Diamond Formula.»
«Trovo abbastanza irritante il suono dei motori. Anche le auto da corsa, di per sé, le trovo irritanti. Quel mondo mi segue da sempre, anche se non ho mai fatto niente per farne parte.»
«Non avresti dovuto sposare me.»
Kathy rise, sprezzante.
«Hai ragione, non avrei dovuto sposare te, ma per ben altre ragioni.»
«Credimi, Kathy, ho fatto quello che dovevo fare. Anzi, purtroppo non sono riuscito a fare di più. Con Veronica è andata male.»
«Cos'hai fatto a Veronica?»
«Lascia stare, è andato tutto storto. Il piano è saltato. Oliver Fischer non è stato accusato di averla aggredita e rinchiusa nella propria cantina, né tantomeno Veronica sembra avere denunciato di avere subito un'aggressione e un tentativo di rapimento.»
Kathy azzardò: «Alla fine potrebbe essere una buona notizia.»
«Sì e no» replicò Gigi. «Sarebbe stato molto facile, se tutto fosse andato bene, sbarazzarsi di Fischer almeno per un po'. Purtroppo dobbiamo sorbircelo ancora... o per fortuna, come potrebbero pensare gli appassionati di motori.»
Kathy domandò: «Come sono andate le qualifiche?»
Gigi aggrottò la fronte.
«Mi stai dicendo che non lo sai?»
«No, non lo so» ribatté Kathy. «Te lo ripeto, non me ne frega un fico secco della Diamond Formula.»
«Sia Roberts sia la Strauss hanno fatto dei giri poco promettenti, fin dal primo momento in cui sono scesi in pista. Roberts è undicesimo in griglia, Christine addirittura tredicesima.»
«Questo favorisce Roberts, è davanti in classifica, giusto?»
«Esatto, Roberts è davanti in classifica... e penso ci resterà. Anche se non sono sicuro che ci stia provando fino in fondo, sarò capace di sistemare le cose.»
Kathy sbuffò.
«Quando parli così, mi spaventi. Non avrai in mente qualcos'altro...»
«Anche se non mi mettessi in mezzo, Roberts avrebbe buone possibilità di rimanere davanti in classifica.»
«Eppure vuoi metterti in mezzo, ci avevo visto giusto.»
«Devo, serve al piano finale. In ogni caso ho già iniziato a mettermi in mezzo, devo solo espormi un po' di più.»
«Avresti dovuto rimanere in Italia a fare la bella vita.»
Gigi scosse la testa.
«Non facevo la bella vita. Aspettavo, aspettavo e aspettavo... adesso l'attesa è finita. Stasera incontrerò Claudia Strauss, in un modo o nell'altro, qualunque cosa accada.»
«Pensi di tentare di rapirla, in caso non vada come speri?»
«Ti prego, Kathy, non trattarmi come un delinquente di quart'ordine. So ancora usare un telefono e cercare di essere convincente, se voglio vedere qualcuno.»
«Non vuoi essere trattato come un criminale? Dimmi tu come devo trattarti, allora.»
Gigi rifletté.
«Temo di essere solo un idealista.»
«Un idealista che se ne sta imbambolato nel mio studio, travestito da corriere, con una scatola di cartone in mano, raccontandomi di dovere incontrare Claudia Strauss, che non sa ancora dell'appuntamento.»
La descrizione di Kathy era piuttosto azzeccata, ma Gigi preferì non soffermarsi su quell'aspetto.
«Ho bisogno della certezza che la Dynasty vincerà il mondiale. Devo fare in modo che anche Claudia si convinca di dovere lasciare la vittoria a loro, in ogni caso.»
«Questa storia è iniziata con il tentativo di vendere un mondiale» borbottò Kathy, «Ma vedo che non ci siamo allontanati molto dalle prime fasi. Solo, si tratta di un altro mondiale.»
«Si tratta di un mondiale che la Dynasty deve vincere. Più sei in alto, più ti fai male quando cadi. È quello che desidero per Veronica... e dovresti desiderarlo anche tu.»
Kathy alzò le spalle, con indifferenza.
«Chi vince il titolo non mi importa.»
«Comunque non lo vincerà Christine Strauss.»
«Come avresti voluto una volta, viste le tue continue invettive contro le Strauss e contro le donne al volante.»
«Come se me ne importasse qualcosa.» Gigi ridacchiò. «A volte sapere recitare è quello che conta, per fare esattamente quello che gli altri si aspettano da te. A quell'epoca ha funzionato.»
«Sei mai stato davvero te stesso almeno un giorno della tua vita?» domandò Kathy. «A cosa ti è servito fingere sempre di essere qualcuno che non eri?»
«Mi è servito per rendere la Diamond Formula quello che è diventata, insieme al vecchio CEO» rispose Gigi, con sincerità. «Adesso spero possa servirmi per distruggere il campionato, anche se solo in termini metaforici.»
«Avresti potuto cercare di rientrarci, senza fingerti morto, molti anni fa.»
«Sì, avrei potuto, ma rientrare sarebbe servito soltanto a farmi apprezzare di nuovo qualcosa che ho preso a detestare. Non avrei avuto il coraggio di danneggiare la serie e le squadre che ne fanno parte, se ne avessi potuto fare parte.»
«E che male ci sarebbe nel non danneggiarla?»
«Il male sta nel fatto che ho lavorato per qualcuno che mi ha voltato le spalle. Lo sai bene, fino al giorno prima mi portavano tutti su un piedistallo, poi, all'improvviso, sono caduto in disgrazia. Come posso accettare che tutto vada avanti senza di me? Come avrei potuto accettarlo durante tutti questi anni? Ho fatto tutto quello che potevo per rendere la Diamond Formula popolare... e sono stato ripagato così, venendo tagliato fuori, dopo avere fatto il lavoro sporco per tutti. Non solo, la squadra che gestivo è diventata praticamente un fenomeno da baraccone...»
Kathy annuì.
«Sì, lo so bene, con le sue vetture rosa...»
«Esatto.»
«I veri uomini si rifiuterebbero di guidarle.»
Gigi scosse la testa.
«Dai, Kathy, va bene recitare frasi fatte quando c'è da guadagnarci qualcosa, ma non qui, nel tuo studio, a casa tua. Nessun pilota si rifiuterebbe di guidare una vettura per i colori della vettura stessa.»
«Quei due, però, correvano per una squadra seria, in quell'altro campionato, e uno dei due, se non sbaglio, ci corre ancora.»
«Non sono i colori a renderti più o meno serio. E poi quei due sembrano dei principi Disney, figurati se li spaventa un po' di rosa. Anzi, potrebbero esserne addirittura felici, sentirsi a proprio agio. Il problema è che quella gente lì si possa confondere con i piloti della Diamond Formula, che la Whisper, al giorno d'oggi, cerchi di far parlare di sé ingaggiando piloti di altre categorie, invece di cercare di ricostruire se stessa, di tornare ai fasti del passato. Senza di me sono precipitati, permettendo a Veronica Young di spopolare, di diventare la team manager del secolo...»
Kathy volle sapere: «Di Veronica cosa ne pensi? Intendo, del fatto che sia donna e che gestisca una squadra. Intendo, cosa ne pensi davvero?»
«Penso che Veronica non dovrebbe gestire una squadra» ammise Gigi, «Ma non me ne frega un cazzo del fatto che sia donna. La detesto perché è Veronica Young, non per quello che ha tra le gambe. La Dynasty si è sporcata le mani tanto quanto la Whisper, con la faccenda di Herrmann e Harrison, anzi, se le è sporcata molto più di noi... e niente, Veronica da quindici anni a questa parte non è mai stata messa in discussione.»
«C'è anche da dire che Veronica non ha fatto nulla di quello che hai fatto tu» ribatté Kathy. «Non mi sembra che avesse come obiettivo la morte di qualcuno.»
«Se ce l'avesse avuto, sarebbe stato molto più facile collaborare con lei.»
«Lo credi davvero?»
«Certo, Herrmann era ormai inutile, la cosa più semplice sarebbe stata sacrificarlo in nome dello spettacolo.»
«Ecco, Gigi, la Diamond Formula è un campionato in cui più di una volta è stata provocata di proposito la morte di un pilota... e ti stupisce che non mi piaccia?»
«Il business è business.»
«E passa sopra la vita delle persone?»
«I piloti hanno scelto deliberatamente che professione intraprendere. Avrebbero potuto fare un passo indietro, come Vanessa Molinari.»
«Vanessa Molinari?»
«Sì, non te la ricordi?»
«Vagamente.»
«Se solo avesse preso il posto di Diaz...»
«Pensi sarebbe bastato per non far sospettare niente a Patrick Herrmann?»
«Quel figlio di puttana ha sempre saputo meno di quanto pensassimo.»
«Ma con la Molinari sarebbe cambiato qualcosa?»
«Penso di sì: sarebbero stati tutti con gli occhi puntati sulla Molinari, nessuno avrebbe ascoltato Herrmann, perché avrebbe comunque fatto meno notizia di lei.»
«Della Molinari cosa mi dici? Non ti è mai venuto voglia di vendircarti di lei?»
Gigi abbassò lo sguardo.
«Vanessa Molinari non ha fatto nulla di male. Solo, non era pronta per la Diamond Formula e per quello che significava.»
Kathy dedusse: «Quindi le donne non valgono, ne è stata la conferma.»
Gigi la smentì: «No, non ha confermato niente. Vanessa Molinari è Vanessa Molinari, non è tutte le donne. Ironicamente, se lavorassi nella Diamond Formula al giorno d'oggi, potrei essere acclamato dicendo semplicemente quello che penso. Un po' mi dispiace per lei, addirittura. Pensa, se non avessimo dovuto combinare quell'affare di Diaz in quella maniera, la Molinari sarebbe diventata pilota della Whisper, magari avrebbe avuto una carriera importante...»
«E forse» ipotizzò Kathy, «Ti sarebbe servito per rimanere al tuo posto.»
«Già.»
«Se non hai mai odiato le donne nel motorsport, dovresti iniziare a detestarle proprio per questo.»
«No, Kathy, l'unica donna che potrei iniziare a odiare, prima o poi, è Selena Bernard. A quanto pare è tornata a casa... e non solo: ha anche sfruttato le sue millemila conoscenze per assistere al gran premio direttamente da un balcone con vista sulla Rascasse, la curva preferita di Oliver Fischer, a quanto pare.»
«Perché è la curva preferita di Oliver Fischer?»
«Perché è riuscito a parlarne a caso per cinque minuti buoni nella sintesi delle qualifiche. Ha raccontato di quando quel giapponese vinse il titolo, pochi anni fa, con un sorpasso decisivo sul pilota di casa proprio in quella curva.»
«Dovrei ricordare?»
«No, non penso tu vi abbia mai prestato attenzione, anche perché quei due sono ormai un ricordo lontano della Diamond Formula... uno dei due è anche un ricordo lontano in generale.»
Kathy parve riflettere per qualche istante. Infine azzardò: «Aspetta, sono quei due che poi sono passati a quell'altra serie, dove sono andati a guidare delle carrette?»
Gigi confermò: «Esatto, sono proprio loro, e il pilota di casa si è vendicato superando il giapponese alla Rascasse l'anno dopo, mentre erano al volante di quelle carrette in Formula 1, ottenendo un risultato che pii, a fine anno, ha salvato il team, anche se questo lui non l'ha mai saputo. Non so chi gliel'abbia fatto fare, a quei due, di lasciare la Diamond Formula.»
«Non avevano a che vedere con quella squadra portata su un piedistallo da tutti solo perché ha una storia intrigante e vetture dai bei colori?»
«Uno ha portato quei colori in un altro campionato, in effetti, mentre l'altro sognava di guidarla per quella scuderia in quella che doveva vedere come la "massima serie". Devono essere gli idoli di Fischer, quei due, da come ne ha parlato. Ha anche aggiunto che quel pilota di casa è stato il primo pilota della Diamond Formula che ha intervistato, cinque anni fa.»
«E Selena Bernard?» obiettò Kathy, interrompendo quel revival motoristico. «Stavamo parlando di lei o sbaglio?»
«Proprio così» confermò Gigi. «Non so se trattarla come un semplice elemento di tappezzeria o se considerarla un problema. Frequenta troppe persone da cui dovrebbe stare lontana, per il mio bene. Credo che quel balcone da cui guarderà il gran premio sia stato preso in affitto da Veronica Young.»
«Quindi Selena avrebbe qualcosa a che vedere proprio con Veronica?»
«Non lo so, ma questa cosa non mi piace.»
«Magari Veronica sospetta di sua madre, questo potrebbe giocare contro Selena.»
«No, non credo proprio. Selena e sua madre, di fatto, non si frequentano nemmeno.»
«Non c'era Alexandra accanto a lei, dopo quello che le è successo a Imola?»
«Sì, ma non è stata Selena a convocarla. Anzi, ha cercato di allontanarsene non appena ha potuto. Il grosso problema è: Selena ricorda qualcosa di quello che le è successo a Imola? Sono certo che mi abbia riconosciuto.»
Kathy osservò: «Se Selena ti avesse riconosciuto, avrebbe parlato. Non lo pensi anche tu?»
Gigi scosse la testa, gettando finalmente a terra il pacco vuoto che teneva in mano.
«Non dimenticarti che per il mondo intero Gigi Di Francesco è morto e che Selena fa parte di quel mondo. Non avrebbe molte possibilità di essere presa sul serio, se lo dicesse. Ma Veronica? Forse potrebbe crederle, e se le credesse, si scatenerebbe il caos.»
******
Selena guardò negli occhi Veronica Young, seduta di fronte a lei.
«In realtà non c'è molto da dire» ammise. «L'ho visto e l'ho riconosciuto subito. Per quanto avesse i capelli rasati e la barba, non avuto dubbi nemmeno per un attimo. Era Di Francesco, l'avrei riconosciuto lontano un miglio. Sono rimasta spiazzata, non avevo idea di come fosse possibile... e poi mi ha colpita con una bottiglia. Non ero io il suo bersaglio, quella sera, ne sono certa: ci siamo incontrati per caso, non mi stava seguendo. Ho maturato la convinzione che il suo obiettivo fosse Oliver e che non abbia fatto nulla perché temeva io potessi ricordarmi di lui.»
Era inevitabile, a quel punto, che Veronica le ponesse la domanda dalla quale si era astenuta fino a quel momento.
«Perché sei stata zitta?»
«Perché non avevo alternative.»
«Volevi proteggere tua madre, vero?» la accusò Veronica. «Sospettavi ci fosse anche lei, dietro a Di Francesco, quindi hai deciso di...»
Scuotendo la testa, Selena la interruppe: «No, non credo che mia madre abbia mai saputo in anticipo cosa intendesse fare Gigi Di Francesco. Non sono nemmeno certa che sappia che è ancora in vita.»
«Tua madre» puntualizzò Veronica, «è fidanzata con il fratello di Di Francesco. Non può non sapere.»
«Comunque mia madre non c'entra con la mia scelta» mise in chiaro Selena. «Mi dispiace avere dato questa impressione, così come mi dispiace che Di Francesco abbia fatto altri danni, ma...»
Stavolta fu Veronica a non permetterle di finire la frase.
«Quell'uomo potrebbe avere ucciso Emma Dupont.»
«Questo andava oltre il mio controllo.»
«Perché non l'hai denunciato?»
«Perché Gigi Di Francesco è morto, almeno ufficialmente. Come potevo affermare che un morto mi aveva tirato una bottigliata in testa? Nessuno avrebbe creduto alla mia versione dei fatti. Al massimo potevo far cadere i sospetti su un uomo che somigliava a Gigi Di Francesco, ma nessuno mi avrebbe presa sul serio. Anzi, sarebbe stato anche peggio, a quel punto: mia madre e il dottor Park-... ehm, il suo compagno, avrebbero potuto fare qualcosa di peggio. Mi hanno convinta a farmi ricoverare in una clinica e...»
Veronica annuì.
«Lo so, lo so cos'hanno fatto. Credo che, proprio alla luce di quello che ti è successo, faresti bene a rivalutare tua madre.»
«Ho rivalutato mia madre molto tempo fa» chiarì Selena, «E non ho rapporti stretti con lei da ormai molto tempo.»
Veronica sospirò.
«Non mi importa dei rapporti tra te e tua madre.»
«Eppure è di lei che mi stai parlando.»
«Sì, ma perché sono profondamente convinta, ormai, che abbia avuto a che vedere con la morte di Herrmann. Anche Edward la pensa come me.»
Selena abbassò lo sguardo.
«Edward non mi ha mai detto niente di tutto ciò.»
«E non te lo dirà mai, finché tu stessa non ammetterai questa possibilità» ribatté Veronica. «Edward non farebbe niente che possa ferirti. Sei la donna della sua vita, dopotutto, anche se tu ti ostini a preferirgli Fischer. A proposito, l'ho rivalutato: non è così male come credevo, ma penso che meriti di più.»
Selena le ricordò: «Oliver sarà qui a momenti. Credo sia meglio cambiare discorso.»
«In realtà dovremmo parlare di cose molto più importanti» convenne Veronica, «Ma lascia che te lo dica: posso capire che Oliver ti piaccia, ma dovresti superare l'attrazione che provi per lui. In fondo sappiamo entrambe che cosa ti ha colpito di lui.»
Selena aggrottò le sopracciglia.
«Cosa, sentiamo...»
«Per quanto siano due persone diametralmente opposte, c'è molto in lui che mi ricorda Patrick Herrmann. Immagino che sia lo stesso anche per te.»
Se Selena non avesse saputo chi fosse veramente Oliver, quel pensiero l'avrebbe fatta sorridere.
«Credimi, Veronica, so distinguere perfettamente Patrick da Oliver.»
«Non lo metto in dubbio» rispose Veronica, «Ma sono convinta che in lui ci sia qualcosa di Herrmann che ti ha colpita e che ti ha allontanata da ciò che volevi davvero.»
Selena sbuffò.
«Me lo ricordo bene, ai tempi in cui stavo insieme a Patrick, tu non eri favorevole alla nostra relazione. Evidentemente ce l'hai per abitudine, quella di disapprovare tutto quello che faccio in ambito sentimentale.»
«Oh, no, figurati. Anzi, mi dispiace per quello che è successo quindici anni fa. Non fraintendermi, penso ancora che la storia tra te e Patrick fosse un po' fuori luogo, visto soprattutto il suo rapporto un po' ambiguo con tua madre, ma non eri tu quella che mi interessava. Non volevo problemi ed ero convinta che il vostro amore ne avrebbe provocati parecchi. Devo esserti sembrata piuttosto antipatica, ai tempi...»
Selena confermò: «Lo eri.»
«Spero di non fare la stessa figura adesso, almeno» ribatté Veronica. «Anzi, mi dispiace intromettermi di nuovo nella tua vita, ma conosco bene Edward e so cosa vuole. Ecco, quello che vuole Edward, mi hai dato l'impressione di desiderarlo anche tu. Dovevo dirtelo, a costo di essere scortese.»
Il trillo del campanello salvò Selena dal proseguire quella conversazione. Sapeva bene di essere stata attratta da Oliver perché le ricordava Patrick e che, per il bene di entrambi, avrebbero dovuto chiudere definitivamente quella relazione che non li avrebbe condotti da nessuna parte, ma non era un argomento che riguardasse Veronica.
Andò ad aprire, dopo essersi accertata dell'identità del visitatore. Si trattava proprio di Oliver.
Lo condusse all'interno, portandolo nella stanza dove Veronica era ancora seduta.
«Abbiamo appena visto un tuo servizio in TV» lo accolse la Young. «Mi fa piacere che tu abbia dedicato più tempo a piloti del passato recente che alla sessione di oggi.»
Oliver si sedette: «Per quanto la cosa possa sembrarti improbabile, non l'ho fatto per te.»
«Lo so che non lavori per me e che non sarai mai sul mio libro paga» ribatté Veronica. «Rilassati, Fischer, nemmeno io ci tengo.»
«Se siamo d'accordo su questo, allora, è un buon punto di partenza.»
Selena tornò ad accomodarsi al proprio posto.
«Ci sono novità?» chiese al giornalista.
Oliver scosse la testa.
«Nessuna.»
«Proprio nulla di nuovo?»
«No» ribadì Oliver. «Non so, magari può sembrarti strano, ma la gente non mi viene a confidare cose tipo "ho sempre pensato che Di Francesco fosse vivo". Nessuno sa che è vivo, nessuno sa cosa vuole fare. Possiamo solo cercare di prevedere le sue mosse... e non mi sembra molto facile.»
«Quando potrò tornare a casa?» volle sapere Selena. «L'idea di essere qui, a pochi chilometri di distanza, ma di non potere tornare a...»
Veronica la interruppe: «Sei libera di tornare a casa tua anche subito, per quanto mi riguarda. Se ti abbiamo chiesto di non tornarci è solo perché siamo preoccupati che tu possa essere tirata in mezzo a una storia in cui non c'entri nulla.»
«C'entro, invece» obiettò Selena. «Quello che è successo a Imola...»
«Abbiamo stabilito che il bersaglio non eri tu, mi pare» le ricordò Veronica. «Se tu non avessi riconosciuto Di Francesco, non ti sarebbe successo niente. Vogliamo solo impedire che tu possa incontrarlo di nuovo per caso.»
«Non potrò nascondermi per sempre.»
«Non ce ne sarà bisogno. Conosco quell'uomo. Se ha deciso di uscire allo scoperto significa che per lui è arrivato il momento di passare in azione.»
«E cosa intende fare, secondo te?» volle sapere Selena. «Ho bisogno di capire.»
«Anch'io avrei bisogno di capire» replicò Veronica, «Ma tutto ciò che posso fare è usare la mia immaginazione.»
Oliver la esortò: «Cosa ci dice la tua immaginazione?»
«La mia immaginazione dice che, in un modo o nell'altro, cercherà di artefare il risultato del mondiale.»
«Per questo hai preferito dire a Edward di non spingere?»
«Non ho detto a Roberts di non spingere.»
«Eppure sia Edward sia la Strauss hanno fatto una qualifica decisamente al di sotto delle loro aspettative.»
«Non ho potere sulla Strauss. Stai forse insinuando che Di Francesco abbia influenza su di loro?»
«Non lo so. C'è qualche modo in cui potrebbe avere influenza su di loro?»
Veronica annuì, senza esitare.
«C'è un segreto che riguarda le Strauss, risalente a parecchio tempo fa, che potrebbe usare contro di loro.»
«Di cosa si tratta?» chiese Selena.
Veronica si alzò in piedi e distolse lo sguardo.
«È una vecchia storia, non c'è bisogno che tu la sappia.»
******
Claudia cercò di allontanarsi di soppiatto, ma non funzionò. Si accorse subito che Christine l'aveva seguita, e non c'era da sorprendersi: sua sorella voleva tutte le spiegazioni del caso.
«Eccoti qui» disse Christine.
Le si avvicinò, al punto da cercare di afferrarla per un braccio.
Claudia la schivò.
«Cosa vuoi?»
«Lo sai benissimo cosa voglio» replicò Christine. «Ho fatto quello che mi hai chiesto, ma non pensare che mi vada bene così, senza sapere il perché.»
Claudia alzò gli occhi al cielo.
«Era tutto quello che potevamo fare. Non c'erano altre soluzioni.»
«Ci sono sempre altre soluzioni» sbottò Christine. «Ti rendi conto che mi hai chiesto di rinunciare alla qualifica? Edward è andato male, avremmo potuto essere là davanti, e invece...»
«Invece, se fossimo state là davanti, qualcuno avrebbe potuto tirare fuori quella vecchia storia, di quando mi hai sostituito. È un rischio che non possiamo permetterci di correre, non importa se il prezzo da pagare è perdere il mondiale.»
«Qualcuno» ripeté Christine. «Chi?»
«Non lo so» ammise Claudia. «Ho ricevuto delle telefonate anonime, nei giorni scorsi. È un uomo, non riesco a identificare l'accento. Non sembra Scott Young, ma devono esserci dietro lui e Veronica.»
«Mi stai dicendo che Veronica è disposta a barare a questo modo pur di portarsi a casa il titolo?»
«Veronica ha già fatto di peggio, lo sai. Non...» Claudia si interruppe. «Scusa, è il mio cellulare che suona.»
Era la stessa persona con cui aveva già parlato altre volte. Non appena udì quella voce, Claudia fece un cenno a Christine, invitandola ad allontanarsi. Sua sorella, seppure palesemente riluttante, accontentò il suo desiderio.
«Sono qui» disse Claudia, «E adesso sono da sola.»
«Vediamoci» le propose il suo interlocutore. «Il mondiale non è ancora finito. Per ora sta andando bene, ma dobbiamo delineare il piano d'azione per i prossimi giorni.»
******
Ormai era tardi, non c'era più nessuno, né nessuno si sarebbe presentato da lei a quell'ora, Selena ne era certa. Per quella ragione decise che era abbastanza sicuro cercare di contattare Edward.
Il telefono squillò piuttosto a lungo, prima di ricevere risposta.
«Selena, perché mi chiami adesso?» furono le prime parole che Edward pronunciò.
«Ho bisogno di parlarti» rispose Selena, «E ho bisogno di farlo subito.»
«Stavo per andare a dormire» puntualizzò Edward. «Che cosa c'è?»
«Sai bene di cosa si tratta.»
«No, non lo so.»
«Non negare.»
Dall'altro capo del telefono, Edward sbuffò.
«Va bene, lo ammetto, abbiamo tante cose di cui parlare, ma non adesso.»
«Sì, adesso» insisté Selena. «Non preoccuparti, non è per la questione di mia madre.»
«Tua madre?!»
«Veronica mi ha detto molte cose.»
«Cose che forse avrebbe fatto meglio a non dirti.»
«Non voglio parlare di mia madre» ribadì Selena. «Si tratta delle qualifiche. Cos'è successo?»
«Niente.»
«Non prendermi in giro, Edward.»
«È andata male, tutto lì, non sono riuscito a fare un giro pulito.»
«Non è da te.»
«E tu cosa ne sai?»
«Hai ragione, non lo posso sapere» ammise Selena, «E può sembrare che stia commettendo lo stesso errore di quelli che commentano le gare al bar pensando di sapere tutto, ma quello che è accaduto mi ricorda molto quel testacoda di Patrick.»
«Beh, la macchina non l'ho persa» ribatté Edward, «Quindi non vedo che somiglianze tu possa trovarci.»
«Hai capito benissimo» lo ammonì Selena. «Quella volta c'era qualcosa sotto... e sono sicura che ci sia qualcosa sotto anche adesso.»
«Te l'ha detto Veronica?»
«No, ma Veronica non avrebbe motivo per dirmelo.»
«Va bene, su questo hai ragione, di certo non lo verrebbe a dire a te» fu costretto ad ammettere Edward, «Ma ti assicuro che non sta succedendo niente di strano.»
«Non mi fido» insisté Selena. «Non so cosa stia capitando esattamente, ma sono certa che stiate cercando tutti di condizionare il risultato del campionato, come volevano fare quindici anni fa. Visto com'è finita, ho le mie buone ragioni per essere preoccupata.»
«Non devi esserlo» la rassicurò Edward. «Non moriremo, né io né Christine. Nessuno vuole eliminarci.»
******
Claudia lasciò la cabina dei commissari seguita dalla sorella, consapevole di doversi contenere ancora: l'argomento di cui dovevano discutere non poteva essere trattato laddove qualcuno avrebbe potuto sentirle.
Servì parecchio tempo per arrivare all'obiettivo di non avere nessuno intorno: a quel punto Claudia fu certa che quella discussione non potesse più essere rimandata.
«Come ti è venuto in mente?» domandò a Christine. «Avevamo accordi ben precisi e non mi sembra che tu li abbia rispettati.»
«Dovevo innescare un incidente» le ricordò Christine. «Dovevo mettere fuori gioco sia me stessa sia Robert Edwards. È esattamente quello che ho fatto.»
«Sì, l'ho visto, e in un altro momento avrei anche potuto apprezzare la tua tenacia nell'infilarti tra lui e le barriere della Rascasse» replicò Claudia, «Ma ti ripeto che non doveva finire così. Non so come tu ci sia riuscita, ma dalle immagini si vede Edward che cerca di chiuderti. Anche i commissari non hanno avuti dubbi, nell'attribuire a lui la responsabilità del contatto. Questo, però, non va bene, in questa situazione.»
«Dì al tuo amico che non è colpa mia se Edward ha cercato di venirmi addosso.»
«Non è mio amico.»
«Però ti sei messa a fare affari con lui» obiettò Christine, scuotendo la testa. «Hai messo me e la squadra nelle mani di un uomo che si finge morto da anni, come se fosse qualcuno di cui puoi avere paura. Pensi davvero che Gigi Di Francesco andrà a sbandierare ai quattro venti quello che abbiamo fatto così tanti anni fa? È assurdo, Claudia, non puoi crederci veramente. Ti rendi conto che, per prima cosa, dovrebbe raccontare di essere vivo e di come ha fatto a nasconderlo per tanto tempo? Qualunque sia il motivo per cui si è costruito un'altra identità, non lo getterà al vento per spargere merda su di noi.»
«Gigi Di Francesco è una persona alla quale bisogna fare attenzione» puntualizzò Claudia. «Non bisogna mai darlo per spacciato. Ha sicuramente i suoi agganci... e penso che il suo aggancio siano i coniugi Young.»
«Perché mai Di Francesco dovrebbe allearsi con i suoi nemici storici? E con Veronica, poi... Sai benissimo cosa pensa delle donne che fanno un lavoro "non da donna".»
«No, per niente» ribatté Claudia. «Penso di non sapere più niente su di lui. Mi ha perfino fatto i complimenti per come gestisco il team. Ti assicuro che non vuole farci perdere perché siamo entrambe donne. Non avrebbe alcun senso. Inoltre mi ha dato chiaramente l'impressione di non avere niente contro le donne al volante o team principal.»
Christine le ricordò: «L'impressione che ti ha dato ieri sera non cambia le cose. Gigi Di Francesco resterà sempre quello che è stato in passato.»
«Appunto, non sono sicura di chi fosse davvero in passato» le spiegò Claudia. «Mi ha dato la netta impressione di essere sempre stato un'onda che seguiva la corrente. Non detestava davvero le donne, ma riteneva opportuno farlo pensare. Era il trend dei suoi tempi e l'ha sfruttato.»
«Quindi» dedusse Christine, «Ti metti a fare affari con lui, perché dopotutto non era un sessista estremista, ma fingeva soltanto di esserlo. Ti sembra più rispettabile? Almeno, se il suo odio fosse stato sincero, avrei potuto comprenderlo più facilmente, dare la colpa all'educazione che aveva ricevuto... Invece no, non si comportava da stronzo con noi perché era convinto che comportarsi da stronzo fosse la cosa giusta, ma perché era la sua strategia d'azione. Complimenti, Claudia, prendere accordi con lui è stato sicuramente l'apice della tua carriera come team principal. Quando saremo tutti nella merda, magari, inizierai a cambiare idea.»
Claudia sbuffò.
«Pensi davvero che abbia preso accordi con lui a cuore leggero?»
«Sì.»
«Allora non mi conosci proprio.»
«Ti conosco bene, invece, e so che hai sempre avuto degli ideali... ideali che hai deciso di mandare a puttane solo perché te l'ha chiesto Gigi Di Francesco. Ti rendi conto che mi hai letteralmente costretta non solo a non fare un giro decente in qualifica, ma addirittura a provocare un incidente? Eppure fino a pochi anni fa c'eri tu al mio posto, dovresti sapere che non sempre gli incidenti hanno un lieto fine.»
«Non è successo niente, tu e Roberts state bene, stai facendo polemica per nulla.»
«No, non sto facendo polemica per nulla. Sto facendo polemica perché la tua bella idea mi ha costretta a partire dalle retrovie domani, senza speranze di potere conquistare quei punti che mi servono per vincere il titolo. È finita, Claudia, è già finita... ed è finita perché Gigi Di Francesco ha deciso che doveva finire.»
«Veronica Young non l'avrà sempre vinta» replicò Claudia. «Sono sicura che, prima o poi, sarà costretta a togliersi la maschera. Allora vedremo se riesce ancora ad avere l'immagine che ha.»
«Tutto questo è assurdo» obiettò Christine. «Non avresti dovuto stare a sentire Di Francesco, specie dopo avere scoperto che si trattava proprio di lui. Anzi, avresti dovuto minacciarlo tu, di raccontare a tutti che hai scoperto che è vivo. Pensi che non avrebbe avuto paura di vedere i suoi piani andare in fumo? Rifletti, Claudia, quante volte i tuoi errori hanno influenzato tutti quanti?»
Claudia sbuffò.
«Vogliamo parlare dei tuoi?»
«Io non gestisco un team.»
«Però stai al volante. Se non avessi fatto cazzate durante tutto il campionato, il titolo l'avresti già vinto da tempo.»
«Quindi, siccome io non sono brava abbastanza per vincere il titolo in anticipo, se tu fai affari con Di Francesco è colpa mia. Perfetto, Claudia, inizio a capire perché ti sei messa a collaborare con quell'uomo.»
«Non sto collaborando con Di Francesco.»
«Beh, comunque gli somigli. E questo, forse, è peggio che collaborare attivamente con lui, non credi?»
«Non sai quello che dici.»
«Invece lo so anche fin troppo bene. E sai cosa ti dico? Che non avresti dovuto fidarti così tanto di Selena Bernard.»
Claudia spalancò gli occhi.
«Come sarebbe a dire che non avrei dovuto fidarmi di Selena Bernard?»
«L'hai invitata da noi, tempo fa, sei rimasta in contatto con lei...»
«E quindi?»
«Quindi» puntualizzò Christine, «la Bernard adesso se ne sta sempre attaccata al culo di Edward Roberts e, di conseguenza, di Veronica Young. Anzi, sta più attaccata al culo della Young che di quello di Roberts. Ti sembra una persona di cui ci si può fidare?»
«Selena è una nostra amica» le ricordò Claudia, «E non ha niente a che vedere con la Diamond Formula. Fa la designer.»
«Lavora nello studio di Lionel Vincent, il fratello di Veronica.»
«Non più. E comunque, se ti può consolare, nemmeno Vincent ha a che fare con la Diamond Formula. Non è questione di fidarsi o no. Anche se Veronica ha contatti con Gigi Di Francesco, di sicuro Selena non ne sa niente. Anzi, dubito si ricordi dell'esistenza di Gigi Di Francesco.»
«Io non credo proprio, invece» replicò Christine. «Ti ricordo che Selena era fidanzata con Herrmann e, di conseguenza, ha conosciuto un sacco di gente della Diamond Formula di quei tempi. Era anche figlia della sua impresaria.»
«So benissimo che Selena stava insieme a Patrick» ribatté Claudia, «Quindi, a maggior ragione, dubito che, se anche si ricorda di Di Francesco, possa provare una particolare stima nei suoi confronti.»
«Nel business conta poco la stima, ti pare? Quello che conta sono i soldi.»
«Selena di soldi ne ha in abbondanza. Non ha bisogno di intromettersi in faccende che non la riguardano.»
«Se lo dici tu...»
«Certo che lo dico io, ma adesso basta distogliere l'attenzione dal nostro discorso. Stavamo parlando della penalità che i commissari hanno comminato a Edward.»
Christine annuì.
«Giusto, la penalità per Edward. Dobbiamo metterci dei problemi noi? Partirà dalla pitlane per la gara di domani... e allora? Cosa cambia, per noi?»
«Non so, per Di Francesco potrebbe cambiare qualcosa» precisò Claudia. «Mi ha detto che doveva essere considerato un incidente di gara, o al massimo che la responsabilità doveva cadere su di te.»
«In pratica voleva Edward fuori, ma non voleva che la colpa sembrasse sua?»
«Qualcosa del genere.»
«Evidentemente Di Francesco non si ricorda bene come sono le corse, non sa che i commissari possono decidere anche a seconda del colore del gatto che hanno appena visto passare per la strada. Anzi, deve essere proprio quello il loro principale parametro, spiegherebbe bene perché non arrivino mai alle stesse conclusioni.»
«Senti, Christine, non so cosa Di Francesco si ricordi delle corse, ma non è questo il problema» tagliò corto Claudia. «Ti ricordo come stanno le cose: Di Francesco vuole che la Dynasty vinca il titolo e che Edward Roberts ne esca senza macchia. Quello che è successo nella sprint race è un imprevisto, e anche bello grosso. Sai bene anche tu che potrebbero esserci polemiche contro di lui, qualcuno potrebbe insinuare che l'abbia fatto apposta, perché un doppio ritiro conveniva più a lui che a te.»
«Sono polemiche che lasciano il tempo che trovano» rispose Christine, con fermezza. «Va bene, ho fatto degli errori, in questa stagione, ma non sono stata l'unica. Edward Roberts non è uno di quei piloti perfetti che non sbagliano mai. Qualcuno farà polemica, magari, ma ci saranno tantissimi altri pronti ad affermare che Edward non l'ha fatto apposta, ma che semplicemente questo è il massimo che può dare. Diranno che finora non ha mai vinto un titolo proprio perché fa sbagli di questo tipo, non penseranno certo che mi abbia buttata fuori di proposito, quelli che contano davvero. Lo stesso Edward si è mostrato molto dispiaciuto, con la stampa... Gigi Di Francesco può dormire sonni tranquilli, sempre ammesso che ci riesca. E anche tu. Sempre se ci riesci, anche nel tuo caso.»
«Ci riuscirò non appena Di Francesco mi lascerà in pace.»
«Beata te. Se io fossi stata innamorata di Emiliano Diaz, non mi sentirei a mio agio con me stessa, dopo avere preso accordi con colui che ne ha provocato la morte. Hai sempre tacciato me di essere insensibile, ma mi pare che tu mi abbia battuta anche in questo campo. Dopotutto essere più performante di me è sempre stato tutto quello che contava, per te. Forse è per questo che sei pronta a rinunciare al nostro titolo: perché sarebbe un titolo con il mio nome. L'idea di non essere più l'unica vincente tra le sorelle Strauss non ti alletta per niente.»
Claudia alzò gli occhi al cielo.
«Non sai quello che dici.»
«Lo so benissimo, invece» ribatté Christine, «E da adesso in poi farò di testa mia. Gigi Di Francesco è libero di accusarci di quello che vuole, per quanto mi riguarda. A che punto potrà mai essere preso sul serio uno che si è spacciato per morto per anni e che ha sempre parlato male di noi? Prove non ne ha, nessuno sarà disposto a starlo a sentire. Diranno che ci odia e che vuole metterci in cattiva luce. Se dovessi vincere il mondiale, avrebbe una buona ragione per farlo. E ti assicuro che, da adesso in poi, farò tutto quello che è in mio potere per vincerlo, questo mondiale.»
Claudia voleva ribadire che Gigi Di Francesco era senz'altro in combutta con la Dynasty, ma lasciò perdere: senza prove, Christine non le avrebbe creduto, e per il momento non esistevano nemmeno degli indizi concreti.
******
Selena si tirò su di soprassalto, coprendosi gli occhi con le mani. Era abbagliata dalla luce del giorno e confusa. Le servì qualche istante per rendersi conto di che giorno fosse. Era il giorno della gara finale, del Gran Premio di Montecarlo, dell'assegnazione del titolo mondiale.
Non era riuscita a parlare con Edward, né il pomeriggio né la sera precedente, aveva cercato di contattarlo ma non aveva risposto alle sue chiamate... e lo capiva. Non era un momento facile per lui, che si era ritrovato al centro dell'attenzione anche più del previsto.
Non aveva parlato nemmeno con Veronica: la team manager non era passata da lei, perché troppo impegnata, ma l'aveva pregata di chiamarla, qualora accadesse qualcosa di strano. Nulla di strano, ovviamente, era accaduto. Selena si sentiva lontana dal pericolo. Non c'era ragione per cui Gigi Di Francesco dovesse mettersi a cercare proprio lei, visto ciò che doveva passargli per la testa.
L'incidente tra Christine Strauss ed Edward Roberts non doveva essere accaduto per caso. Doveva esserci Di Francesco dietro agli accadimenti della sprint race, anche se Selena non comprendeva per quale ragione quell'uomo dovesse preoccuparsi del destino dei team Dynasty e Albatros. Avrebbe dovuto detestare entrambi allo stesso modo, non c'era ragione per far avvicinare sempre più la Dynasty al mondiale.
Con quei pensieri in testa Selena si recò in bagno a fare una doccia e a prepararsi per la giornata. L'idea di assistere al gran premio dal balcone, quel pomeriggio, non le dispiaceva affatto, anche se non era certa potesse trattarsi di una gara normale. Il giorno precedente aveva vinto Nakamura, che sarebbe quindi partito dalla pole position, ma gli occhi non sarebbero stati certo concentrati su di lui, qualunque cosa fosse accaduta.
Selena aveva appena finito di vestirsi quando il suo cellulare squillò. Era Oliver, quindi gli rispose subito.
«Dimmi.»
«Non mi saluti più?»
«Ciao. Sei contento ora?»
Oliver ridacchiò.
«Avresti potuto fare di meglio, ma non mi lamento. Come stai?»
Selena rifletté. Voleva dargli una risposta sincera.
«Potrebbe andare meglio, ma anche peggio.»
Oliver ribatté: «Speriamo che non vada peggio, allora.»
Selena ridacchiò.
«Già, speriamo. Tu come stai?»
«Sto bene» le confidò Oliver. «Ho parlato con Veronica Young stamattina, mi ha raccontato un po' di cose che potrebbero andare ad arricchire il mio libro.»
Selena spalancò gli occhi.
«Veronica è d'accordo che tu scriva dell'accordo tra la Dynasty e la Whisper?»
«No, ovviamente non lo scriverò, o quantomeno il ruolo della Dynasty sarà molto ridimensionato» le spiegò Oliver. «Però siamo d'accordo su una cosa: Gigi Di Francesco merita di essere raccontato per quello che è stato.»
«E che è tuttora.»
«Già, che è tuttora, ma speriamo entrambi che non sia più un problema, una volta che il mio libro sarà ultimato.»
«Avete idea di cos'abbia in mente?» si informò Selena. «Per caso Veronica ha avuto qualche intuizione?»
«Non che io sappia.»
«E l'incidente di Edward?»
«Ho parlato anche con lui. Dice che Christine Strauss non gli ha lasciato spazio, che secondo lui la sua rivale cercava l'incidente.»
«Eppure la colpa se l'è presa lui.»
«Edward afferma di essere d'accordo con i commissari» chiarì Oliver, «Ma solo perché non è riuscito a capire cosa volesse fare Christine Strauss. Dice che non ha saputo evitarla e che era proprio quello che, secondo lui, la Strauss voleva.»
«Però questo è assurdo» obiettò Selena. «L'incidente ha condannato entrambi a partire dalle retrovie, ma Edward è davanti a Christine in classifica. Di fatto, mi stai dicendo che Chris si è data la zappa sui piedi da sola?»
«È la stessa cosa che ho fatto notare a Edward» precisò Oliver. «Prima la qualifica in cui la Strauss non ha spinto, poi il doppio incidente... L'unica spiegazione possibile è che Di Francesco stia cercando di ostacolare le sorelle Strauss. È un po' come si stesse preparando per far vincere il mondiale alla Dynasty. Li sta portando in alto, perché poi vuole avere la soddisfazione di farli precipitare sempre più in basso.»
«Come agirà?»
«Non lo so, te l'ho detto, nemmeno la Young riesce a immaginarselo, come ti ho detto. Tutto quello che posso pensare è che voglia parlare pubblicamente del sabotaggio di quindici anni fa e tacciare Veronica di esserne la responsabile.»
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