domenica 9 gennaio 2022

Quando Jarier portava il numero 55 // GP Stati Uniti Est e Canada 1978

Oggi parliamo del numero 55, che oggi rappresenta Carlo5 5ainz, uno dei tanti piloti che sembrano amare la lingua alfa-numerica che un tempo si chiamava B1mB0m1nKiE5E, ma che in passato ha avuto un degno rappresentante della categoria "piloti che nessuno prende sul serio". Nell'epoca dei "numeri fissi" per team (per intenderci, quella in cui la Ferrari è venuta in seguito a procacciarsi i numeri 27 e 28) era un numero troppo alto per comparire regolarmente, ma ha avuto ben due momenti di gloria. Il primo team a utilizzarlo con quel sistema di numerazione è stato un team one-off di proprietà di Parnelli Jones, che nel 1974 ha partecipato a due gran premi random nordamericani mettendo al volante Mario Andretti. Come potete intuire, non rientriamo nella casistica dei piloti ignorati, quindi il caso su cui ci focalizzeremo in questo post è il secondo, che offre maggiori spunti.

Ironia della sorte, il numero 55 è andato proprio a un compagno di squadra di Mario Andretti. È infatti il numero che è stato assegnato a Jean-Pierre Jarier come pilota della Lotus e compagno di squadra di Andretti quando il team di Colin Chapman l'ha ingaggiato per le gare finali del 1978 a seguito della morte di Ronnie Peterson nel Gran Premio d'Italia. Jarier con la Lotus ha disputato i gran premi degli Stati Uniti Est a Watkins Glen e del Canada sul circuito di Ile de Notre-Dame... e niente, se credete che il destino di Sainz di andare bene ma essere ignorato sia il malehhhh, credo che rivedrete le vostre teorie una volta che avrete appreso come sono andate le cose per colui che era destinato a diventare la pista di atterraggio di Derek Daly per le strade di Montecarlo di lì a un paio d'anni. Andare bene ed essere ignorato is for kids, andare bene e avere una iella atroce is for adults.

Jarier nel 1978 ha disputato alcuni eventi con l'ATS, squadra per la quale aveva gareggiato anche nella stagione precedente quando aveva avuto come compagno di squadra one-off Hans Heyer. All'attivo aveva un podio con la Shadow, risalente a qualche anno prima, e il finale di stagione con la Lotus poteva essere la sua chance in una squadra di alto livello. Qualificato ottavo a Watkins Glen partiva dalla quarta fila, mentre Marione era in pole. Però Marione ha iniziato ad avere problemi fin da subito, venendo sfilato dalle Ferrari di Carlos Reutemann e Gilles Villeneuve. Di solito quando il top driver di un team ha dei problemi - e Andretti ne aveva di piuttosto seri, è stato costretto al ritiro per un guasto al motore - se il suo compagno di squadra ha un po' di estro ed è assistito dalla fortuna può anche ottenere qualcosa di buono. E l'estro Jarier sembrava averlo... solo quello, però.

Precipitato nelle retrovie dopo una slow puncture nella prima parte di gara e il relativo pit-stop, Jarier si è lanciato in una gloriosa rimonta che l'ha portato a superare tutti i piloti random che si è trovato davanti. Nel frattempo Reutemann era sempre leader, mentre Villeneuve veniva costretto al ritiro da un guasto al motore e risaliva quindi secondo Alan Jones sulla Williams. Reutemann e Jones erano pressoché imprendibili, ma non lo era una sagoma gialla che ormai verso fine gara veniva inseguita da una sagoma nera. Erano una Renault e una Wolf, al terzo e al quarto posto. Jarier, quinto, si avvicinava. Ora sedetevi perché stiamo arrivando a un punto piuttosto sconcertante. La sagoma nera al quarto posto era la Wolf di Jody Scheckter, che ha superato la Renault relegandola quarta. La Renault la guidava il nostro eroe Jean-Pierre Jabouille... che non si sarebbe ritirato.

Ora, perdere il podio all'ultimo non è la cosa migliore, ma per gli standard di Jabouille non doveva essere nemmeno così terribile. Però ha perso anche il quarto posto, superato da Jarier... Jarier che ha superato anche Scheckter portandosi terzo quando ormai era solo questione di minuti per vedere la bandiera a scacchi. La mia teoria è che, quando è passato a lato di Jabouille, la iella che perseguitava il pilota della Renault abbia deciso per una volta di lasciarlo in pace e di concentrarsi su qualcun altro, ovvero stavolta su Jarier, che di lì a poco è rimasto senza benzina perdendo il podio duramente conquistato nel corso della sua rimonta. Reutemann/ Jones/ Scheckter, i primi tre sono stati loro al traguardo e l'unica fonte di speranza è che Jabouille è riuscito ad arrivare quarto, ottenendo i suoi primi punti in Formula 1. Sarebbe andato a punti solo altre due volte in futuro, in occasione delle due gare vinte.

Poco male, prima della fine della stagione Jarier aveva un'ulteriore possibilità di fare bene e non se la sarebbe lasciata sfuggire. Il pilota numero 55 ha iniziato bene, anzi benissimo, con una pole position a Montreal in quello che è tuttora considerato il gran premio più freddo della storia della Formula 1. Vorrei specificare che secondo quanto ci ha raccontato Mazzoni in quell'edizione sarebbe sceso anche del nevischio, ma dopo avere visto degli spezzoni di gara su Youtube, questo nevischio pare una leggenda metropolitana. Va bene, non c'è tutta la gara ed è una sintesi con più tagli rispetto a quella di Watkins Glen, ma possibile che sia scesa della neve in qualche punto della gara e non se ne sia più parlato? A me pare abbastanza inverosimile, ma nevermind. Continuo a credere che se Mazzoni ha parlato di qualche fiocco di neve ce ne sia una ragione!

Non parliamo però di neve, parliamo piuttosto di Jarier, che stava per andare incontro a un destino veramente atroce e beffardo. Non so se avete presente quelle situazioni in cui un pilota si trova in testa alla gara così, quasi per caso, sembra il suo giorno fortunato, finalmente, può ottenere qualcosa di positivo... e poi niente, a due terzi di gara o oltre, la sua vettura dice arrivederci e grazie, anche se la gara non è finita. Cosa ci può essere di peggio di tutto questo? Forse solo vedere il proprio ritiro accolto con gioia dal pubblico, perché questo ritiro favorisce il loro idolohhhh. È esattamente quello che è successo a Jarier in quel gelido giorno d'ottobre, lui costretto a rientrare ai box e il pubblico festante nel vedere finalmente il loro idolo di casa Villeneuve passare in testa e andare a vincere per la prima volta in Formula 1 proprio lì, davanti a loro. Povero Jarier e povero il suo numero 55...

Il telecronista francese ne ha approfittato, mentre il nuovo leader doppiava Keke Rosberg, per ricordarci che in Formula Atlantic i due erano stati avversari e che c'erano stati ben due incidenti in passato tra Villeneuve e Sexy Baffo, quindi era andato cauto nel doppiaggio. Secondo si è classificato Jody Scheckter sulla Wolf, nella sua ultima gara sulla Wolf prima del passaggio in Ferrari (curiosità, in questi due gran premi la Wolf schierava due vetture e la seconda era guidata nientemeno che da Bobby Rahal). Sul gradino più basso del podio è salito Reutemann, alla sua ultima gara in Ferrari, prima di passare per il 1979 alla Lotus, proprio a rimpiazzare Jarier nel posto che occupava in quegli ultimi due gran premi della stagione. Se non altro Jarier non ci ha neanche rimesso più di tanto, visto che la Lotus della stagione seguente era una vettura da qualche podio occasionale e niente di più.

Giunti alla fine di questo viaggio nel tempo alla scoperta di Jarier e del suo numero 55, che cosa ci rimane? Forse la consapevolezza che Carlito non ha scelto proprio un numero di grande auspicio, così a intuito. Però, volendo guardare le cose da un'altra prospettiva, le due gare disputate da Jarier con la Lotus numero 55 hanno avuto una linea comune: entrambe sono terminate con la vittoria da parte della Ferrari. Non è chiaro, quindi, per il momento, che cosa possa succedere quando metti il 55 non su una vettura qualsiasi ma proprio su una Ferrari... e poi, in generale, perché dovremmo preoccuparci proprio di questo? Torniamo a pensare a Watkins Glen, pensiamo a Jabouille e al suo quarto posto che poteva essere un podio, ma che al contempo deve essere sembrato una benedizione a uno che essenzialmente restava a piedi quasi in ogni singolo gran premio. Il motorsport è fatto di contraddizioni, questa è la nostra unica certezza.

PS. Da me stamattina ha nevicato, il che non è stato molto positivo, perché era l'ultimo giorno delle mie ferie iniziate il 31 dicembre, ma visto il tempo non sono potuta andare a fare un giro fuori come avevo pianificato. Però la neve si è già sciolta e tutto sommato meglio oggi che domani, quando dovrò andare a lavorare e non sarei molto felice di avere le strade poco praticabili. Anche la nostra "vita reale" è piena di sfaccettature, come il 55 di Jarier!

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