lunedì 3 gennaio 2022

Formula 1 e Formula Aurora in crossover: Race of Champions 1979

Oggi vi propongo qualcosa di diverso, che va a fondere tante cose che generano spettacolo. Abbiamo infatti una gara con una classifica anche per classe, la presenza di un campione di motociclismo e infine la realizzazione del sogno di ogni fanboy ferrarista: la presenza di una sola Ferrari, in modo da potere concentrare l'attenzione su un unico idolohhhh invece di optare per la sindrome della sanificazione alternata. In più c'è anche un traditorehhhh della patriahhhh, uno che un tempo guidava vetture rosse vincendo titoli e adesso guida vetture sempre rosse, ma Brabham anziché Ferrari. Benvenuti alla Race of Champions 1979, non championship race per la Formula 1, che porta sette vetture, gara invece valida per il campionato di Formula Aurora, serie britannica con vecchie Formula 1, dove si destreggiano in genere Emilio De Villota, Desiré Wilson e tanti altri. A proposito di Desiré Wilson, Murray Walker la definisce Lady Driver, quindi non fate mai vedere questa gara alla Racing Goddess e lasciate che si indigni per cose che la riguardano invece che per gare degli anni '70!

Circuito di Brands Hatch, 40 giri, durata della gara poco meno di un'ora. Ci sono sette Formula 1, guidate da Mario Andretti (Lotus), Niki Lauda (Brabham), Gilles Villeneuve (Ferrari), Nelson Piquet (Brabham), Jochen Mass (Arrows - quella color oro meravigliosa), Elio De Angelis (Lotus) e John Watson (McLaren), elencati per rigoroso ordine di qualifica. Ci sono poi undici vetture della Formula Aurora, per un totale di diciotto piloti. Dovevano essere venti in totale, ma David Kennedy, qualificato 13°, non prende la partenza per la rottura del cambio, mentre non risulta avere fatto alcun giro cronometrato in qualifica Gerd Biechteler. Tra i piloti che prendono parte alla gara c'è anche Emilio De Villota su una Lotus: Walker ci informa che si tratta della vettura con cui Gunnar Nielsen ha ottenuto una vittoria in Formula 1 nel 1977. E poi c'è, appunto, Giacomo Agostini, e Walker osserva come sulle quattro ruote non sia tanto competitivo quanto lo è sulle moto. Credo che tutto ciò sia stato ampiamente controbilanciato nella seconda metà degli anni 2000: così, a intuito, penso che Giacomo Agostini come pilota di monoposto fosse meglio di Michael Schumacher come pilota di moto.

Con questa citazione random al birthday boy di oggi, possiamo andare avanti e occuparci della gara effettiva invece che delle chiacchiere che vi fanno da contorno. Si parte con Lauda che trolla Andretti portandosi in testa. Marione perde in realtà due posizioni e si installa negli scarichi di Villeneuve. Poi arriva Piquet che cerca di installarsi negli scarichi di Andretti. Quinto c'è Mass, ma guida una Arrows quindi chi se ne frega di Mass. Poi dovrebbero esserci De Angelis e Watson, con quest'ultimo destinato in seguito al ritiro per un guasto, unico ritirato tra i piloti di Formula 1. Gli altri ritirati sono per incidenti Tiff Needel e Philip Bullman e per noie meccaniche Emilio De Villota e Rupert Keegan. Keegan nella prima parte di gara era il leader della classe Formula Aurora. Però facciamo molti passi indietro e veniamo a noi: all'ottavo giro Lauda è costretto a una sosta ai box per blistering alle gomme e sarà imitato a breve da Piquet. Villeneuve si porta in testa alla gara, poi mette le ruote sull'erba e Andretti si porta al comando. Siamo al 10° giro e il pilota partito dalla pole adesso è davanti a tutti, iniziando ad allungare.

Non ci riuscirà tuttavia molto a lungo, Villeneuve riesce ad avvicinarsi di nuovo e gli si installa negli scarichi. Già da molto tempo, intanto, ci sono piloti di Formula Aurora da doppiare, non solo guidano vetture datate, ma hanno anche gomme meno performanti. I doppiaggi non cambiano molto le cose, il fatto che Villeneuve sia vicino ad Andretti sì. Il pilota della Lotus pare in crisi di gomme, così Villeneuve lo supera portandosi in testa al 28° giro. Da quel momento in poi, inizia a staccare Marione e nessuno sembra più in grado di mettere in discussione la sua leadership. Sarà proprio così e, sulla vettura del 1978, Villeneuve vince la Race of Champions. Il secondo posto di Andretti invece non è altrettanto stabile e sicuro, dopo avere già superato Mass, Piquet si porta al secondo posto. Andretti sembra in crisi con le gomme, ma chiude abbondantemente davanti a Mass, ultimo pilota a pieni giri. Lauda è quinto e De Angelis sesto, ultimo tra i piloti di Formula 1. Settimo, e vincitore di categoria, è Guy Edwards, che precede Bernard De Dryver, Desiré Wilson, Gordon Smiley, Giacomo Agostini, Val Musetti e Robin Smith.

PS. Nel corso della telecronaca, Murray Walker ha ripetuto per ben due volte che Villeneuve aveva ventisette anni, età errata dovuta al fatto che il pilota canadese utilizzasse un'età artefatta, sostenendo di essere nato nel 1952 invece che nel 1950.


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