Dopo la cancellazione dello scorso GP di Gran Bretagna per avverse condizioni meteo e pioggia torrenziale, il Motomondiale ha fatto il suo ritorno in questo weekend con il gran premio di San Marino a Misano.
Catalizzatori di attenzione sono stati, nei giorni antecedenti, ancora una volta Marc Marquez e Valentino Rossi. Pare che il primo si sia scusato per l'incidente in Argentina e che il secondo abbia fatto scalpore per essersi rifiutato di stringergli la mano in conferenza stampa. Il mondo degli appassionati di motorsport ne avrebbe parlato per giorni, se non fosse in concomitanza uscito il rumour su Leclerc in Ferrari il giorno stesso.
Ho guardato il gran premio, domenica pomeriggio, assistendo a quella che sembrava una gara molto combattuta tra Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso e Marc Marquez. Le due Ducati erano in testa alla gara, con Marquez essenzialmente negli scarichi.
Dopo il sorpasso di Dovizioso su Lorenzo qualcosa è cambiato: a duellare sono rimasti Lorenzo e Marquez, con Dovizioso che metteva spazio tra sé e i suoi inseguitori.
Marquez ha superato Lorenzo, che però gli è rimasto attaccato al fondoschiena e si è preso la posizione più tardi.
I giri finali hanno visto i due spagnoli avvicinarsi a Dovizioso. Quest'ultimo, tuttavia, ha centrato un paio di giri veloci a fine gara, allontanandosi. A due giri dalla fine Lorenzo, in seconda posizione, è scivolato, cedendo la seconda piazza a Marquez.
Cal Crutchlow, che fino a quel momento nessuno si era filato, perché l'impressione era che in gara ci fossero solo i primi tre, è salito sul gradino più basso del podio.
Mio padre, che guardava la gara con me, ha commentato che la vittoria della Ducati non serviva a niente, tanto ci saranno delle piste in cui non potranno fare niente contro Marquez e che tanto Marquez ha un vantaggio abissale in classifica.
Da simpatizzante della Ducati, non sono d'accordo: le vittorie non vanno considerate in funzione di quello che succederà domani o di chi un giorno vincerà il mondiale. Anzi, a maggior ragione se la vittoria non è scontata e non si è favoriti, forse fa ancora più piacere.
Sempre da simpatizzante della Ducati non penso oggi a quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi, né mi illudo di una vittoria del mondiale. L'unica nota stonata di questo gran premio, per me, è stato vedere due Ducati in prima e seconda posizione per così tanto tempo e poi vederne una uscire di scena quando era possibile una potenziale doppietta (o, se anche Marquez si fosse ripreso la posizione, Lorenzo sarebbe arrivato quantomeno terzo).
A far parlare di sé più di ogni altra cosa, tuttavia, è stato quello che è successo in Moto2, con una manovra folle di Romano Fenati che, nel reagire a quella che a lui sembrava una scorrettezza commessa da un avversario, l'ha affiancato e con una mano è andato a premergli sul freno della moto.
Dopo essersi conquistato due gare di squalifica, Fenati nel frattempo si è scusato per l'accaduto e ha riconosciuto che le critiche nei suoi confronti sono giuste, ma è stato licenziato dal proprio team, che ha definito inaccettabile il fatto che abbia messo l'altro pilota in una situazione di serio pericolo.
In giro per il web c'è chi lo paragona a fatti random che c'entrano poco: calciatori random che hanno preso a calci qualche avversario, Kvyat e Maldonado in Formula 1 (in termini generici), Vettel a Baku, addirittura Bottas che cerca di tenersi dietro gli avversari di Hamilton... credo che questa gente non abbia il senso della misura e che, essenzialmente, non abbia il benché minimo interesse nei confronti di quanto successo a Misano. Semplicemente volevano sparlare di certi specifici piloti o altri sportivi e hanno colto l'occasione per paragonarli a uno che è andato oltre ogni limite dell'immaginazione.
Al di là del fatto che l'accaduto difficilmente più essere paragonato ad episodi avvenuti a bordo di monoposto, in quanto comunque andare addosso a qualcuno che sta a bordo di un'auto rimane molto meno pericoloso che il tentativo di innescare una caduta a bordo di una moto, tra i casi che ho sentito citare ce ne sono alcuni in cui i protagonisti non hanno certo brillato per sportività, ma non penso che si possa fare un calderone mettendoci dentro qualsiasi cosa sia poco sportiva: qui stiamo parlando di un fatto non solo antisportivo ma anche estremamente pericoloso. Non mi risulta che nessuno dei personaggi citati abbia mai messo in pericolo la vita di altri, nelle situazioni citate. Alcuni incidenti innescati da certi piloti avrebbero forse potuto avere conseguenze peggiori di quelle che hanno effettivamente avuto, ma stiamo scendendo ad un altro livello: un incidente potenzialmente pericoloso innescato da una manovra azzardata o da un clamoroso errore di valutazione non può essere paragonato così come se niente fosse a un'azione deliberata.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
martedì 11 settembre 2018
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