Marco se n'è andato e non ritorna più e il podio di Belle Isle senza lui è la routine /// 2 Giugno 2018
Una volta, diversi anni fa, prima che venisse di moda il Grill the Grid, ai piloti di Formula 1 venivano fatte interviste sul "questo o quello". Per intenderci, interviste nel corso delle quali veniva chiesto loro se preferissero le brune o le bionde e loro rispondevano in base alla chioma delle rispettive fidanzate o mogli, in modo da trovare ancora una serratura compatibile con le loro chiavi di casa al momento del loro ritorno. Una delle domande era: pole position al sabato o podio alla domenica?
Se fossi un pilota, non avrei dubbi. Per me non importa dove si inizia, quello che conta è dove si finisce. Se dovessi partire dalla pole, non sarei nemmeno contenta di finire su uno dei gradini più bassi del podio, immagino. Inoltre non è detto che pole position e podio vadano di pari passo, perché la storia insegna che Hulkenberg partì dalla pole position nel Gran Premio del Brasile 2010, ma tutti sappiamo com'è andata a finire.
Ci sono, tuttavia, dei momenti in cui una pole position può essere, a mio parere, fonte di ottimismo. Cito a titolo di esempio il Gran Premio d'Austria 2014: Massa in pole, per la prima volta dopo quasi sei anni, il primo pilota non Mercedes ad ottenere una pole in una stagione in cui la Mercedes era ben più dominante di quanto non lo sia stata in tempi più recenti... Sapevo che a volte una pole è solo una pole, ma c'era la concreta possibilità di essere almeno il "best of the rest". Poi sì, alla fine il best of the rest fu Bottas, ma quello è un altro discorso.
Ci sono momenti in cui, invece, l'ottimismo non può esistere. Una pole position in un gran premio di Formula 1 del 2014 poteva significare un podio o, se male andava, una top-5. Una pole position in un gran premio di Indycar offre, sulla carta, molte meno garanzie. In Formula 1 nel 2014 c'erano gerarchie tali da ritenere verosimile finire davanti a certi soggetti. La stessa cosa non succede in Indycar nel 2018 e, se parti dalla pole position e ti chiami Power, Newgarden, Rossi o qualche altro pilota altolocato posso darti fiducia. Però se parti dalla pole position e ti chiami Marco Andretti, sono quasi felice di non vedere la gara in diretta per non assistere in tempo reale alle peripezie che ti porteranno ben lontano dalla vetta. Ci sono cause perse, nel motorsport. Andretti III è, purtroppo, una di queste, e per quanto non mi stesse neanche particolarmente simpatico, un tempo, credo fortemente che sia necessario sperare nelle cause perse...
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...anche se 70 giri sono troppo lunghi, di base, per una causa persa. Anche se forse sarebbe meglio concentrarsi sul debutto in Indycar di cui abbiamo già sentito parlare in universo F1-centrico: si tratta di Santino Ferrucci, al quale è stato affidato per Belle Isle il volante appartenuto a Pietro Fittipaldi.
Ha rimediato una nona fila, accanto a Bourdeeeeeyyyyyy:
1^ fila: Andretti - Dixon
2^ fila: Wickens - Rossi
3^ fila: Hunter-Reay - Power
4^ fila: Sato - Rahal
5^ fila: Hinchcliffe - Chilton
6^ fila: Jones - Pigot
7^ fila: Pagenaud - Newgarden
8^ fila: Kanaan - Veach
9^ fila: Bourdais - Ferrucci
10^ fila: Chaves - King
11^ fila: Leist - Kimball
12^ fila: Binder
Settanta giri, per gli standard classici del campionato di Indycar, non sono neanche così tanti. Ci sono gare molto più lunghe, che sembra un po' di vedere gare di endurance. Poi Detroit I si è aperta, in generale, in modo abbastanza tranquillo. Certo, convivevo con il terrore che il Detersivo asfaltasse Sonniferetti, ma Sonniferetti non sembrava molto propenso a farsi asfaltare, il che era già una grossa novità.
Wickens era terzo, ma poi gli è succeduto Alex Non Sono Valentino Rossi in un secondo momento, quando Wicky era apparentemente scomparso nel nulla.
Poi è arrivato il 25° giro. Sonniferetti era già rientrato ai box, mentre il Detersivo si apprestava a rientrare.
Lascio a voi un po' di immaginazione su chi, tra i due, fosse davanti a quel punto. Bonus: anche Grammo Reale e RHR si sono piazzati davanti ad Andretti III (che poi, tenendo conto anche di tutti gli zii e i cugini dovrebbe essere Andretti VI o giù di lì) in corso d'opera, per l'esattezza nel giro di più o meno metà gara.
Sembrava che nessun colpo di scena potesse stravolgere la gara e che niente e nessuno potesse impedire a Sonniferetti di allontanarsi sempre di più dalla vetta della classifica e dal podio ma al 47° io il karma ha punito uno dei piloti che stavano davanti all'idolo della giornata: Grammo Reale infatti è andato a sbattere, ha fatto entrare la safety car e, ancora più importante, ha fatto risalire Andretti III in zona podio! A volte bisogna accontentarsi con poco!
Poi, a 15 giri dalla fine, il karma ha punito anche Ferrucci, che in quel momento stava tenendo dietro Kanaan, il quale festeggiava la sua 350esima partenza in Indycar, senza che nulla suggerisse che avrebbe portato a casa un risultato degno di essere festeggiato.
Il restart è stato a dieci giri dal termine e a quel punto, purtroppo, è stato il Nostro Eroe ad essere punito dal karma. Una voce fuori campo deve avergli ricordato che se è stato declassato al team Herta per fare posto a NSVR un motivo c'è. Era quella di NSVR, appunto, che gli era negli scarichi e che, nel tempo di un restart, l'ha asfaltato, cosa che il Detersivo non aveva fatto. Sonniferetti si è ritrovato quarto, peraltro con dietro di sé il samurai errante. Cose da mettersi a urlare per radio: "papà, perché mi hai costretto a diventare pilota? io non volevo fare nulla dalla mattina alla sera tranne prendere il sole in piscina!" Purtroppo per lui, suo padre gli avrà risposto qualcosa del tipo: "Sì, lo so, mi sono accorto che avevi ragione tu."
La gara è finita così, a top-5 invariata. Curiosamente Andretti ha ottenuto lo stesso risultato di Massa al GP d'Austria 2014. L'unica differenza tra i due è che Massa, prima di non vincere gare per anni, di gare ne ha anche vinte.
RISULTATO: 1. Scott Dixon (Ganassi), 2. Ryan Hunter-Reay (Andretti), 3. Alexander Rossi (Andretti), 4. Marco Andretti (Andretti/ Herta), 5. Takuma Sato (Rahal), 6. Ed Jones (Ganassi), 7. Will Power (Penske), 8. Robert Wickens (Schmidt), 9. Josef Newgarden (Penske), 10. Spencer Pigot (Carpenter), 11. James Hinchcliffe (Schmidt), 12. Zach Veach (Andretti), 13. Sebastien Bourdais (Coyne), 14. Tony Kanaan (Foyt), 15. Matheus Leist (Foyt), 16. Jordan King (Carpenter), 17. Simon Pagenaud (Penske), 18. Gabby Chaves (Harding), 19. Charlie Kimball (Carlin), 20. Max Chilton (Carlin), 21. René Binder (Juncos), 22. Santino Ferrucci (Coyne), 23. Graham Rahal (Rahal)...
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...il sosia di Vin Diesel: “Ma io ho 350 partenze, quindi sono figo e tutti voi no!!!11!!!11! Mi hai sentito, Detersivo?”
Il Detersivo: “Ma io lavo bene le lenzuola e tu no!!11!!!1!!! Però c’è caso che ti sia toccato stirarne parecchie, negli ultimi anni, visti i tuoi risultati confrontati con quelli del tuo #GrandeAmmmmore.”
Il Sosia di Vin Diesel: “H3lio non è mai stato così crudele da farmi stirare ogni volta in cui arrivavo dietro di lui. Ci eravamo accordati per far stirare sempre Montoya, in cambio di enormi forniture di hamburger. Abbiamo smesso solo quando ha scambiato il ferro da stiro per un hamburger e l’ha mangiato.”
Il Detersivo: “Mi piacciono questi dettagli di vita familiare colombo-brasiliana. Sei un’autentica enciclopedia del trash. Se l’Autrice© di questo commento sapesse che cosa stai dicendo, sono certo che ti farebbe i complimenti.”
Il Sosia di Vin Diesel: “L’Autrice© di questo commento mi ha costretto a raccontarti queste cose, fosse per me non l’avrei mai fatto. Mi sarei limitato ad urlare un ‘aaaaawwwww’ al pensiero che i Castrontoya sono entrambi qui a Belle Isle per via della gara dell’IMSA di oggi.”
Il Detersivo: “Bwoah, l’IMSA è un campionato secondario, per vecchi pensionati.”
Il Sosia di Vin Diesel: “Perché hai introdotto il discorso con un ‘bwoah’?”
Il Detersivo: “Perché il mio soprannome è...
...
...
...
...”
Il sosia di Vin Diesel: “Okay, come non detto, fai finta che non ti abbia chiesto niente. Adesso devo salutarti: devo passare a consolare Sonniferetti per la sua sfumata vittoria e il suo sfumato podio - facendo finta che potesse puntare a vincere o a salirci - e poi devo andare urgentemente ad appartarmi con i miei AmYk3TtY H3lio e Juan Tombino.”
A proposito di podio, esistono prove fotografiche che attestano la sua esistenza come entità fisica. Quindi immagino che il Detersivo sia andato a sbevazzare like a boss.
MILLY SUNSHINE // Mentre la Formula 1 dei "miei tempi" diventa vintage, spesso scrivo di quella ancora più vintage. Aspetto con pazienza le differite di quella attuale, ma sogno ancora uno "scattano le vetture" alle 14.00 in punto. I miei commenti ironici erano una parodia della realtà, ma la realtà sembra sempre più una parodia dei miei commenti ironici. Sono innamorata della F1 anni '70/80, anche se agli albori del blog ero molto anni '90. Scrivo anche di Indycar, Formula E, formule minori.
martedì 5 giugno 2018
Commento al Gran Premio di Detroit I
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Indycar anni 2010
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Milly Sunshine